Sallusti ci regala un’altra perla di grande giornalismo: “Fico e Di Maio sono Napoletani, Salvini occhio al Rolex” …(Per non urtare la vostra suscettibilità, invece di quella di Sallusti abbiamo optato per una foto di ben più simpatici topini di fogna)

Sallusti

 

 

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Sallusti ci regala un’altra perla di grande giornalismo: “Fico e Di Maio sono Napoletani, Salvini occhio al Rolex” …(Per non urtare la vostra suscettibilità, invece di quella di Sallusti abbiamo optato per una foto di ben più simpatici topini di fogna)

 

“Fico e Di Maio napoletani, Salvini occhio al Rolex”: bufera sull’editoriale del Giornale

L’accusa, mossa ad Alessandro Sallusti da “Pressing – Osservatorio campano sul giornalismo”, è quella di aver usato “le trattative di governo” come “metafora per i peggiori luoghi comuni contro i napoletani”

Criticatissimo editoriale di Alessandro Sallusti quello apparso oggi su Il Giornale. L’accusa, che viene da “Pressing – Osservatorio campano sul giornalismo”, è quella di aver usato “le trattative di governo” come “metafora per i peggiori luoghi comuni contro i napoletani. Zero deontologia, giornalismo al servizio della politica, razzismo. Tutto in queste poche righe”.

E già dal titolo del pezzo di Sallusti appare chiaro a cosa faccia riferimento l’Osservatorio: “Salvini, occhio al Rolex”.

“Non so che tipo di orologio sia uso portare Matteo Salvini – scrive Sallusti – ma se per caso fosse un Rolex al suo posto prenderei qualche precauzione, viste le pericolose frequentazioni di questi giorni”. Il riferimento è a Roberto Fico e Luigi Di Maio, entrambi pentastellati, entrambi napoletani.

 “Un milanese (Salvini) non può trattare con due napoletani (Di Maio e Fico) senza perdere al gioco delle tre carte”, racconta Sallusti di aver sentito da un suo amico napoletano. Il giornalista e ex compagno di Daniela Santanché aggiunge: “Per raggiungere l’obiettivo Di Maio si comporta appunto come i truffatori del gioco delle tre carte che appaiono e scompaiono per illudere e spellare il pollo di turno. Io non penso che Salvini sia un pollo, ma sicuramente Di Maio è un guappo che tra giochi di prestigio e inganni sta cercando di truffare i giocatori della partita politica”. “ln breve ti si svuota il portafoglio e alla fine te ne vai scornato lasciando in pegno il Rolex”, riassume Sallusti.

 

Tratto da: http://www.napolitoday.it/blog/i-media-e-napoli/sallusti-rolex-salvini-di-maio-fico.html

Fantastico colpo di genio di un Senatore 5stelle – Imprenditore fallisce perchè lo Stato non gli paga le fatture. Però lo stesso Stato gli pignora tutto perchè insolvente, compreso la casa… Ma il Senatore 5stelle salva la vittima ed umilia lo Stato truffatore!

 

5stelle

 

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Fantastico colpo di genio di un Senatore 5stelle  – Imprenditore fallisce perchè lo Stato non gli paga le fatture. Però lo stesso Stato gli pignora tutto perchè insolvente, compreso la casa… Ma il Senatore 5stelle salva la vittima ed umilia lo Stato truffatore!

 

Il ‘trucco’ dei Cinquestelle per salvargli la casa dal pignoramento della banca

La geniale idea di un senatore dei Cinquestelle ha evitato il pignoramento della casa di Sergio Bramini, fallito per colpa dello Stato.

La vicenda del signor Sergio Bramini è stata raccontata nelle ultime settimane da parecchie trasmissioni televisive quale esempio di come lo Stato si sia comportato in maniera scorretta con i propri fornitori. L’azienda di proprietà dell’imprenditore brianzolo è stata infatti dichiarata fallita a causa di crediti con la pubblica amministrazione che non è stato possibile incassare.

Tutto è nato quando nel 2011 la sua azienda specializzata nel trattamento di rifiuti è fallita a causa di fatture non pagate dagli ‘Ambiti territoriali ottimali’, enti pubblici che il Governo con due decreti emessi nel 2013 e nel 2014 ha dichiarato fossero ‘non appartenenti alla pubblica amministrazione’ equiparandoli in pratica ai soggetti privati i cui debiti non sono garantiti dallo Stato.

Praticamente lo Stato non solo non ha pagato i servizi regolarmente svolti dalla sua società, ma ha anche agito per evitare di assolvere i suoi impegni. Tutto questo ha una spiegazione pratica: il Governo di allora ha cercato di ‘occultare’ una ingente massa di debiti non riconoscendoli come ‘pubblici’ al fine di contenere l’ammontare ufficiale del debito pubblico.

Fallito per colpa dello stato insolvente

Il signor Bramini, trovatosi improvvisamente senza liquidità e non potendo farsi anticipare dalle banche gli importi non pagati perchè appunto non rientravano tra i ‘crediti di stato’, ha agito come solo i veri imprenditori sanno fare, al fine di tutelare la sua azienda ed i suoi fedeli dipendenti.

Nell’attesa dei risultati dei ricorsi, confidava – purtroppo sbagliando – che tutto sarebbe stato risolto dalla giustizia ipotecando la sua villa con le banche al fine di ottenere la liquidità necessaria per poter far fronte ai sui debiti con i dipendenti e, paradossalmente, con quello stesso stato che non lo stava pagando.

Purtroppo, terminati i fondi, le banche gli hanno chiesto di rientrare, portando la sua azienda al fallimento e mettendo all’asta la villa che aveva posto come garanzia. Una vera e propria ingiustizia alla quale nessuno al momento è stato in gradi di porre rimedio nonostante molti esponenti di spicco della politica abbiano provato ad interessarsi al caso.

Il colpo di scena del senatore dei Cinquestelle

Oggi alle ore 14 avrebbe dovuto andare in scena l’atto finale: l’esproprio della sua storica abitazione. Ma davanti all’ufficiale giudiziario è accaduto il più classico dei colpi di scena. Il senatore brianzolo Gianmarco Corbetta del #movimento cinquestelle ha bloccato i tutori dell’ordine con il classico ‘uovo di Colombo‘. Ha eletto l’abitazione quale proprio domicilio parlamentare facendo diventare la casa, secondo quanto detta la Costituzione, impignorabile. Il prefetto, a fronte di questa situazione ha dovuto prorogare di altri 45 giorni l’esecuzione, ma adesso la palla passa al giudice, che si troverà di fronte ad una situazione che difficilmente potrà risolvere in tempi brevi.

 

 

 

 

fonte: https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/04/il-trucco-dei-cinquestelle-per-salvargli-la-casa-dal-pignoramento-della-banca-002509467.html?

“I furbi fessi” – Il fantastico editoriale di Marco Travaglio con le 10 leggi di Berlusconi… Non dico da leggere, è proprio da imparare a memoria!

 

Marco Travaglio

 

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“I furbi fessi” – Il fantastico editoriale di Marco Travaglio con le 10 leggi di Berlusconi… Non dico da leggere, è proprio da imparare a memoria!

 

“I furbi fessi”: editoriale di Marco Travaglio

(di Marco Travaglio – da Il Fatto Quotidiano del 22 aprile 2018)

I casi sono due: o Di Maio e Salvini sono molto furbi, o sono molto fessi. Sarebbero molto furbi se fossero già d’accordo per un governo 5Stelle-Lega (senza B.), con tanto di ministri e programma (reddito di cittadinanza e flat tax, oppure flat reddito, o magari tax di cittadinanza), e inscenassero questa quotidiana pantomima dei forni aperti, chiusi, socchiusi, accesi, spenti, tiepidi, per arrivare alle elezioni friulane di fine aprile col divorzio definitivo della Lega da FI. Sarebbero molto fessi se davvero pensassero di poter governare insieme senza rompere il centrodestra, cioè con l’appoggio esterno, anzi il concorso esterno di un Berlusconi miracolosamente pronto al “passo indietro” o “di lato”. Cosa che pare Salvini abbia garantito prima a Di Maio e poi a Mattarella, salvo venire sbugiardato a stretto giro dal Caimano a suon di insulti e minacce. Facendo fare la figura del pollo al primo e mandando su tutte le furie (compatibilmente col personaggio) il secondo. Nel primo caso, i due leader vincitori (parziali) delle elezioni non avrebbero bisogno di consigli, se non quello di spiegarci al più presto come intendono colmare le distanze abissali che li separano in politica interna, estera, economica, giudiziaria, migratoria, fiscale, sociale, scolastica, sanitaria e così via. Nel secondo, invece, ne avrebbero bisogno eccome, essendo ignari delle dieci leggi che da ben 82 anni regolano l’esistenza di Silvio Berlusconi e ne rendono prevedibile ogni mossa.

1. Legge di Montanelli/1. “Berlusconi mente ogni volta che respira”.

2. Legge di Montanelli/2. “Berlusconi è un bugiardo sincero, perché finisce col credere alle sue menzogne”.

3. Legge di Biagi. “Se avesse una puntina di tette, Berlusconi farebbe anche l’annunciatrice”.

4. Legge di Cecchi Gori. “Berlusconi, se gli dai un dito, ti si prende il culo”.

5. Legge del Tribunale. “Berlusconi ha una naturale capacità a delinquere”.

6. Legge di Confalonieri. “La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia”.

7. Legge di Ferrara (Giuliano)/1. “Berlusconi è entrato in politica per salvare la roba”.

8. Legge di Ferrara/2. “Il punto fondamentale non è che tu devi essere capace di ricattare, è che tu devi essere ricattabile… Per fare politica devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti”.

9. Legge di Renzi (o di Bossi, o di D’Alema, o di Veltroni). Chiunque si sieda al tavolo con Berlusconi per trattare, muore. I cimiteri sono lastricati di lapidi degli ex leader che pensavano di metterlo nel sacco.

10. Legge di Fini (o di Boffo, o di Di Pietro, o di Montanelli, o di molti altri). Berlusconi conosce solo tre approcci umani e politici: o ti compra, o ti massacra, o sei Dudù.

Se Salvini e Di Maio hanno ipotizzato anche per un istante che B. si ritirasse in buon ordine, regalando i suoi voti senza contropartite a un governo dominato da due leader che lo vogliono (politicamente) morto, c’è da dubitare della loro sanità mentale. Ora, la storia insegna che il Caimano era uso scegliersi e poi a telecomandare almeno i ministri della Giustizia e delle Comunicazioni anche quando stava all’opposizione, figurarsi nell’ipotesi di un appoggio esterno. Che, a quanto abbiamo capito, non sarebbe un voto gratuito dato motu proprio senza contropartite, che nessuno potrebbe impedire: sarebbe il frutto di un programma concordato con lui da Salvini e poi portato al tavolo con Di Maio. Programma che, ovviamente, escluderebbe qualunque intervento su conflitto d’interessi, mafia, corruzione, evasione fiscale, prescrizione, sistema televisivo, affollamenti pubblicitari. Una mega-truffa nascosta sotto una piccola foglia di fico, che cancellerebbe le ragioni sociali dei 5Stelle per tutelare quelle di FI, anzi di Mediaset, salvando la faccia a Salvini e facendola perdere a Di Maio. Però l’idea che nel 2018 esista ancora qualcuno – Salvini – che crede alla parola di B., è già affascinante. Ma che esista pure un altro – Di Maio – che crede alla parola di Salvini che crede alla parola di B., è straordinario. Poi, si capisce, c’è anche l’ipotesi che davvero Salvini trovi la forza e il coraggio di mollare B., al costo di ridursi a fare il leader della Lega al 17% anziché il capo del centrodestra al 37%. Ma, visti i precedenti, sarebbe uno spettacolo che non ci perderemmo per nessuna ragione al mondo. Prepariamo i pop-corn.

Niente Gay Pride. Per il sindaco leghista Alessandro Canelli è una “INUTILE OSTENTAZIONE”… E lo ha dichiarato mentre, vestito da pagliaccio verde, con le corna di plastica in testa, con una mano sorseggiava l’acqua del Po e con l’altra si puliva il culo col Tricolore…!

 

Gay Pride

 

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Niente Gay Pride. Per il sindaco leghista Alessandro Canelli è una “INUTILE OSTENTAZIONE”… E lo ha dichiarato mentre, vestito da pagliaccio verde, con le corna di plastica in testa, con una mano sorseggiava l’acqua del Po e con l’altra si puliva il culo col Tricolore…!

 

Nella foto: l'inutile ostentazione del gay pride... Scherziamo. Sono solo le immagini di una squallida pagliaciata, niente a che vedere con il gay pride.
Niente gay pride. Il sindaco leghista impedisce la sfilata

Alessandro Canelli dice no alla manifestazione (che è invece patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Provincia”. Per il primo cittadino sfilare per i diritti è ‘inutile ostentazione’

Niente Gay Pride. Al leghista non piace. Così il Comune di Novara, guidato da Alessandro Canelli, ha negato il patrocinio al ‘Novara pride’, la manifestazione in programma il 26 maggio che porterà in città l’orgoglio omosessuale. Per il primo cittadino si tratta infatti di una “inutile ostentazione”, come scritto in una lettera agli organizzatori. Il no dell’amministrazione comunale diventa un caso politico, con il Pd che parla di “una decisione anacronistica e discriminatoria”. “Il sindaco Canelli, che appena eletto si è affannato a dichiarare urbi et orbi che sarebbe stato il sindaco di tutti, alla prova dei fatti si dimostra essere prevedibile e scontato nel ruolo di moralizzatore – sostiene il Pd di Novara in una nota -: mentre la Regione Piemonte e la Provincia di Novara hanno dato il patrocinio e sosterranno l’iniziativa, il Comune di Novara sarà assente dando prova di non rappresentare realmente tutti i novaresi”.

Lo strano caso del Tav: è un’opera inutile, dopo 20 anni il Governo lo ammette. Ma si deve fare lo stesso!

 

Tav

 

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Lo strano caso del Tav: è un’opera inutile, dopo 20 anni il Governo lo ammette. Ma si deve fare lo stesso!

 

Il Tav è un’opera inutile, ma ormai la faremo lo stesso. Si può riassumere così l’incredibile documento dal titolo «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030» pubblicato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Un documento che ammette ciò che il movimento no-tav sostiene da anni, ovvero la completa inutilità dell’opera, ma ribadisce di voler andare avanti nella sua costruzione.

UN PROGETTO BASATO SU STIME COMPLETAMENTE SBAGLIATE. Il documento (consultabile integralmente a questo link) ammette che «non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza». In parole povere si dice che il Tav è completamente inutile. Ma subito dopo ecco la sorpresa, l’opera ad ogni modo va portata a termine, perché per poter continuare i lavori è necessario liberarsi «dall’obbligo di difendere i contenuti analitici delle valutazioni fatte anni fa». Come riassunto in un articolo pubblicato da Wu Ming 1, il governo quindi non sta dicendo: abbiamo sbagliato, avevate ragione, parliamone. Al contrario, sta dicendo: abbiamo sbagliato ma è ininfluente, perché abbiamo ragione lo stesso e non c’è altro da dire.

LA CRISI ECONOMICA NON C’ENTRA PROPRIO NULLA. Ma di quanto erano sbagliate le previsioni sull’aumento di traffico merci che secondo i tecnici di tutti i governi succedutisi dal 2001 (anno dell’approvazione del primo progetto) ad oggi avrebbero reso necessario la costruzione di una nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lione? Nel 1998 il traffico merci sulla linea era di 10,1 milioni di tonnellate, e gli “esperti” stimarono che entro il 2010 sarebbe diventato di 20 milioni di tonnellate, una quantità che avrebbe saturato gli altri valichi. Ebbene nel 2010 si rivelarono invece addirittura di quattro volte inferiori a dodici anni prima, fermandosi a 2,5 milioni di tonnellate. E ovviamente non regge la scusa accampata dal governo Gentiloni nel documento, dove si da tutta la colpa alla “grave crisi economica”. La crisi infatti ebbe inizio nel 2008, anno in cui la diminuzione del traffico merci era già pienamente in corso, come si può vedere dal grafico sottostante. Lo stesso errore è stato ripetuto nella revisione del progetto del 2012 quando, nonostante la crisi fosse ampiamente in corso, i brillanti tecnici del governo arrivarono addirittura a stimare il traffico merci annuo fino al fantascientifico anno 2054, quando secondo loro ogni anno tra Francia e Italia sarà necessario trasportare quasi 60 milioni di tonnellate di merce. Cifre fatte a casaccio per difendere un’opera indifendibile.

A COSA SERVE VERAMENTE IL TAV TORINO-LIONE? Va tra l’altro appuntato che negli ultimi anni pure i francesi hanno ribadito che per loro costruire il Tav non è una priorità, concetto ribadito anche dal nuovo presidente Macron che ha affermato che la Francia si è presa «una pausa di riflessione» sul progetto. Che senso ha quindi l’ostinazione che continuano a mostrare tutti i governi italiani? La verità è che la costruzione di questa inutile grande opera è diventata da tempo una questione non economica ma politica, e più precisamente indirizzata a ribadire il dominio del governo sui territori. Non costruire l’opera significherebbe automaticamente dare ragione al movimento no-tav che da 25 anni resiste contro la sua costruzione, e questo non è ammissibile. Lo disse pochi anni fa senza giri di parole il Pubblico Ministero Marcello Maddalena in uno dei tanti processi celebrati contro i no-tav: «Il danno grave per il paese è il rischio della libera determinazione della pubblica autorità che sarebbe in crisi. Perché lì è il rischio per l’istituto democratico, ed è lì che ovviamente anche se il governo la ritiene inutile c’è una questione più forte, perché significherebbe rinunciare al principio di democrazia e quindi l’opera deve andare avanti a costo di impiegare l’esercito per farla andare avanti».

 

Fonte: http://www.dolcevitaonline.it/il-tav-e-unopera-inutile-dopo-20-anni-il-governo-lo-ammette-ma-vuole-farla-lo-stesso/

Berlusconi con disprezzo: “I 5stelle nelle mie aziende potrebbero solo pulire i cessi” …Ma viene umiliato dalla fiera lettera di un figlio: “Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere”

Berlusconi

 

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Berlusconi con disprezzo: “I 5stelle nelle mie aziende potrebbero solo pulire i cessi” …Ma viene umiliato dalla fiera lettera di un figlio: “Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere”

 

Caro Berlusconi, sono orgoglioso di mia madre che puliva i cessi per farci crescere

Lettera aperta di un figlio che ha vissuto in una famiglia umile e che ringrazia per i sacrifici fatti per la famiglia.

Carissimo Presidente Silvio Berlusconi,
chi Le scrive è un figlio orgoglioso (in maiuscole, ndr)di avere una madre che con umiltà e dignità, nella vita “ha pulito i cessi” (uso una Sua triste frase) pur di crescere una famiglia con sacrifici.
Perché vede Presidente, quando non si ha la fortuna di nascere e crescere in una famiglia come la Sua per esempio, tocca rimboccarsi le maniche e darsi fa fare soprattutto quando ci sono dei figli da sfamare.
Vede Presidente, “pulire i cessi” non è cosa di cui vergognarsi, è semplicemente un umile ed onesto lavoro, che centinaia di persone nel nostro Paese ogni giorno con dignità svolgono. 
Presidente, forse durante la Sua triste frase, per un attimo ha probabilmente dimenticato che se non ci fosse chi pulisse “i cessi”, Lei, sarebbe costretto ad entrare non nei bagni dorati come forse è abituato, ma al contrario in ambienti ripugnanti. 
Tanto quanto la Sua frase.
Forse rimarrà deluso nell’apprendere che in passato l’ho votato, io e tutta la mia famiglia, compresa mia madre, la stessa Donna che ha “pulito i cessi”.
Non mi pare Presidente che Lei abbia rifiutato il voto. 
Non mi pare di aver sentito in campagna elettorale parole del tipo: “non voglio i voti di chi pulisce i cessi”. 
Da persona educata che mi reputo, può notare il modo elegante e rispettoso con cui mi sono rivolto a Lei, chiamandola Presidente. 
Le assicuro che questa volta ho fatto molta fatica, ma io non sono Lei, peso le parole e soprattutto i termini perché ho rispetto anche di chi non mi rispetta.
Spero che avrà il coraggio di chiedere scusa Presidente, perché in fondo una battutaccia può scappare a chiunque, l’importante è rendersene conto. 
La Saluto Presidente, e laddove Vorrà sarò disponibile ad insegnarLe come pulire un “cesso”, Le garantisco che non nuoce gravemente alla salute, anzi, insegna l’umiltà ed il rispetto per il prossimo, quello che forse Lei ha dimenticato.
La Saluto.
Ferdinando Tripodi

tratto da: http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/04/21/caro-berlusconi-sono-orgoglioso-di-mia-madre-che-puliva-i-cessi-per-farci-crescere-2023091.html

Juncker: “I governi non devono ascoltare gli elettori” – Queste cose le puoi dire se: a) hai bevuto troppo – b) sei un idiota – c) non hai capito una mazza della “democrazia” …Ma se lo dice Juncker, le tre cose possono coincidere!

Juncker

 

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Juncker: “I governi non devono ascoltare gli elettori” – Queste cose le puoi dire se: a) hai bevuto troppo – b) sei un idiota – c) non hai capito una mazza della “democrazia” …Ma se lo dice Juncker, le tre cose possono coincidere!

 

“I GOVERNI NON DEVONO ASCOLTARE GLI ELETTORI”: IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA DI JUNCKER

capi di governo degli Stati dell’Unione Europea non dovrebbero “ascoltare così tanto gli elettori”. Parola di Jean-Claude Juncker. Le improvvide dichiarazioni del presidente della Commissione Europea sono arrivate ieri da Roma, dove il numero uno dell’esecutivo dell’Unione si è recato per presenziare al conferimento del Premio Carlomagno a Papa Francesco. Nella splendida cornice dei Musei Capitolini Juncker ha voluto strigliare quei politici definiti “europei a tempo determinato”, pronti a rivolgersi a Bruxelles solo nel momento di incassare, e mai quando è l’ora di dare.

Troppo spesso i governanti del Vecchio Continente, ha spiegato l’ex primo ministro del Lussemburgo, guardano solamente ai sondaggi e promuovono misure destinate perlopiù a soddisfare le richieste immediate dell’opinione pubblica interna. “Chi ascolta l’opinione pubblica interna – ha spiegato Juncker – non può promuovere la costruzione di un sentimento comune europeo, può non sentire la necessità di mettere in comune gli sforzi. Abbiamo troppi europei part-time.”

Il Presidente della Commissione ha poi ricordato gli anni felici in cui veniva approvato il trattato di Maastricht: “Era un periodo stimolante, stavamo lavorando passo passo per convergere verso una moneta unica: c’era un sentimento condiviso da ministri degli Esteri e primi ministri, ci sentivamo addosso la responsabilità di fare la storia. Ecco, ora tutto questo è finito.” Se c’è però anche una minima possibilità di riportare in auge quel sentimento, non è di certo trascurando di monitorare con costanza il polso dell’opinione pubblica. Gli elettori cercano a gran voce di farsi sentire: spiace che Juncker sembra volerli ascoltare solo nei momenti di consenso.

 

tratto da: StopEuro

Leggo una dopo l’altra 3 notizie: “Ricchezza, Fmi: gli spagnoli sorpassano gli italiani” – “Disoccupazione, Eurostat: peggio dell’Italia solo la Grecia” – “Renzi: nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta” …Com’è che mi viene una gran voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

 

Renzi

 

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Leggo una dopo l’altra 3 notizie: “Ricchezza, Fmi: gli spagnoli sorpassano gli italiani” – “Disoccupazione, Eurostat: peggio dell’Italia solo la Grecia” – “Renzi: nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta” …Com’è che mi viene una gran voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

 

DISOCCUPAZIONE, EUROSTAT: PEGGIO DELL’ITALIA SOLO LA GRECIA

BRUXELLES, 20 APR – L’Italia è penultima in Ue per il livello di occupazione, con il 62,3% nel 2017 nella fascia tra i 20 e i 64 anni. Fa peggio solo la Grecia con il 57,8%. Lo si legge nei dati Eurostat riferiti al 2017.

L’Italia è anche il penultimo Paese in Ue per donne occupate (con il 52,5%). Resta molto ampio il divario tra l’occupazione degli uomini e delle donne con l’Italia che registra 19,8 punti di differenza, lo scarto peggiore dopo Malta. Mentre l’occupazione complessiva è cresciuta in Europa di 1,1 punti percentuali (arrivando al 72,2% nella fascia di età considerata) in Italia è avanzata solo di 0,7 punti rispetto al 2016, molto meno degli altri Paesi in fondo alla classifica (+1,6 punti rispettivamente per la Grecia e la Spagna).

E’ cresciuta nel nostro Paese in modo significativo l’occupazione delle persone tra i 55 e i 64 anni con il passaggio dal 50,3% al 52,2% in linea con l’andamento complessivo e in avvicinamento con la media Ue per la fascia più anziana al lavoro (57,1%).

via: ImolaOggi

 

Fmi, spagnoli più ricchi degli italiani: sorpasso nel 2017

La Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d’acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dell’Italia. E nei prossimi anni andrà peggio. I dati sul reddito pubblicati dal World Economic Outlook e rielaborati dal Financial Times

La Spagna sorpassa l’Italia per Pil procapite. Lo schiaffo di Madrid a Roma è arrivato lo scorso anno, nel 2017. Lo indicano i dati sul reddito pubblicati dal World economic Outlook dell’Fmi e rielaborati ieri dal Financial Times. La tabella del Fondo dà soltanto l’indicazione del ritmo di crescita del Pil pro capite che tuttavia non lascia spazio a dubbi: dal 2015 in Spagna ha segnato tassi di incremento superiori al 3 per cento, più del doppio rispetto all’Italia. Così nel 2017, dopo tre anni di incrementi più forti, è avvenuto il sorpasso: la Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d’acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dollari dell’Italia. Dunque una differenza di oltre 140 dollari.

continua a leggere su: LaRepubblica.it

 

Renzi fa ancora lo spavaldo: “Nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta”

“Nel 2014, quando siamo andati al Governo, non avevamo tempo. Avevamo l’acqua alla gola. Nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto dare la svolta. Nei primi 45 giorni – gli stessi che ci separano dal voto del 4 marzo – avevamo già approvato le misure di urgenza: gli 80 euro, il tetto ai dirigenti pubblici, la diminuzione dell’Irap per le aziende, i primi decreti legge su PA e Lavoro”

tratto da: Il Giornale

 

Ovviamente quelle di Renzi sono solo palle… La verità che hanno fallito miseramente qualunque cosa hanno fatto. Hanno affossato e distrutto il Paese e le conseguenze le paghiamo NOI

…E questo fa pure lo spavaldo…

Com’è che mi viene un’irrefrenabile voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. Altri 12 anni al co-fondatore di Forza Italia Dell’Utri- Ma ora i Pm puntano a Berlusconi (Sì, proprio quello che Mattarella ha ricevuto al Quirinale per parlare del futuro del Paese)…!

 

Trattativa

 

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Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. Altri 12 anni al co-fondatore di Forza Italia Dell’Utri- Ma ora i Pm puntano a Berlusconi (Sì, proprio quello che Mattarella ha ricevuto al Quirinale per parlare del futuro del Paese)…!

 

Trattativa Stato-mafia, condanne pesanti. E ora i pm puntano a Berlusconi.

Assolto l’ex-ministro dc dell’Interno, Mancino “perché il fatto non sussiste”, condannati tutti gli altri imputati nel processo per la trattativa Stato-mafia: mafiosi, come Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina e Antonino Cinà, politici come l’ex-senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, e uomini dei carabinieri come i generali del Ros, Antonio Subranni e Mario Mori e l’ex-colonnello Giuseppe De Donno. Ma condanna, pesante, anche per il supertestimone del processo, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex-sindaco mafioso di Palermo, Vito. Prescritte le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca. E’ clamorosa e inattesa la sentenza con la quale, al termine di un procedimento durato 5 anni e 6 mesi, la Corte d’Assise di Palermo ha condannato in primo grado nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo 8 dei 9 imputati a pene variabili fra gli 8 e i 28 anni di carcere. Ma non è finita qui. Perché i pm ora puntano direttamente a Silvio Berlusconi. Non il Berlusconi imprenditore che hanno già cercato di processare, ma il Berlusconi politico. Lo dice a chiare lettere il pm Nino Di Matteo, candidato come ministro della Giustizia dall’M5S.

«E’ una sentenza inaspettata sicuramente e peraltro in controtendenza con le assoluzioni che ci sono state per il senatore Mannino e il generale Mori  – annota il legale di Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Peri – C’è un periodo nel quale Dell’Utri è stato assolto, che sembrerebbe quello precedente al governo Berlusconi, e un altro in cui ha riportato una condanna estremamente pesante a 12 anni. Sono state accolte le richieste della Procura. E’ una sentenza che porremo nel nulla nel momento in cui formuleremo l’impugnazione».

La pena più pesante è toccata al boss Leoluca Bagarellacognato di Totò Riina: 28 anni di carcere con l’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato. Lo stesso reato contestato a tutti gli altri, escluso l’ex-democristiano Nicola Mancino che è andato assolto dall’accusa di falsa testimonianza e schiva, così, la condanna a 6 anni di carcere richiesta, invece, a gran voce dalla pubblica accusa.

Una condanna a 12 anni unisce i generali ed ex-capi del Ros, Mario Mori e Antonio Subranni, l’ex-senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, e il boss Antonino Cinà. L’ex-ufficiale dei Ros, Giuseppe De Donno, viene riconosciuto colpevole per le stesse imputazioni di minaccia a corpo politico dello Stato, e condannato ad 8 anni. Una pena identica a quella che la Corte d’Assise del processo trattativa Stato-mafia ha ritenuto di irrogare a Massimo Ciancimino, assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato per calunnia dell’ex capo-della polizia Gianni De Gennaro ma, soprattutto, supertestimonedell’accusa nel processo trattativa Stato-mafia. Ed è qui che ben si comprende il cortocircuito e l’impianto ideologico di una vicenda che ha dell’irreale e che basa perlopiù proprio sulle dichiarazioni di uno, come Ciancimino, condannato, due volte, per calunnia, una volta per porto e detenzione di esplosivi e un’altra volta per riciclaggio dei soldi della mafia.

I giudici del processo trattativa Stato-mafia erano entrati in Camera di consiglio alle 10.30 di lunedì scorso per decidere la sorte dei nove imputati, in realtà dieci con il boss Totò Riina, morto lo scorso novembre.
Al termine della requisitoria i pm Nino Di MatteoFrancesco Del BeneRoberto Tartaglia e Vittorio Teresi avevano chiesto condanne alte ma, in qualche caso, come per Ciancimino, avevano cercato di “preservare” la “verginità” del supertestimone: per lui erano stati costretti dagli eventi a chiedere una condanna ma, comunque, a 5 anni. Tre di meno, come si è visto, di quelli che gli ha rifilato, invece, la Corte d’Assise. E non ci si può non chiedere, ora, come possa reggersi in piedi una vicenda come questa dove il principale supertestimone è considerato un calunniatore seriale e i suoi fantasiosi racconti sono alla base del castello accusatorio. Sarà interessante, da questo punto di vista, leggere le motivazioni.

I pm del processo trattativa Stato-mafia avevano sollecitato 15 anni per l’ex-generale Mario Mori, 12 anni per l’ex-generale Antonio Subranni e l’ex-colonnello Giuseppe De Donno, e altrettanti anche per Marcello Dell’Utri tutti accusati di minaccia a corpo politico dello Stato.
Per l’ex-ministro dell’Interno Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza dopo la sua deposizione al precedente processo Mori, la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni. E ora, inevitabilmente, con la sua assoluzione di oggi, si pone non solo il problema dell’attendibilità di Ciancimino, che accusava apertamente Mancino, ma, anche, la ricostruzione di una serie di episodi, fra cui un colloquio con l’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli sui Ros, i retroscena dell’avvicendamento al ministero fra lo stesso Mancino e il suo compagno di partito Vincenzo Scotti e anche un colloquio fra l’ex-titolare del Viminale e Paolo Borsellino.
Con l’assoluzione di oggi di Mancino nel processo trattativa Stato-mafia diventa ancor più difficile far incastrare perfettamente tutte le tessere di un puzzle che non è mai andato veramente a posto ad iniziare, proprio, dalle presunte rivelazioni di Ciancimino considerato, da moltissime Procure italiane, totalmente inattendibile. E posto dai magistrati palermitani alla base del castello accusatorio.

«Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della Corte – reagisce alla sentenza l’avvocato Basilio Milio, legale dell’ex-generale dei carabinieri Mario Mori – C’è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E’ un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio perché questo è stato un pregiudizio».
«Questo processo è stato caratterizzato dalla mancata ammissione di tante prove da noi presentate. La prova del nove? Non sono stati ammessi – fa notare l’avvocato Milio – oltre 200 documenti alla difesa e venti testimoni, tra i quali magistrati come la dottoressa Boccassini, il dottor Di Pietro e il dottor Ayala. E’ stata una sentenza dura che non sta né in cielo né in terra perché questi sono stati già smentiti da quattro sentenze definitive».

Cosa succederà ora? Cosa sta preparando la Procura di Palermo? Lo fa capire in maniera piuttosto esplicita il pm Nino Di Matteo che si lamenta di essere stato accusato di essere politicizzato e di seguire finalità eversive: «Prima si era messa in correlazione Cosa nostra con il Silvio Berlusconi imprenditore, adesso questa sentenza per la prima volta la mette in correlazione col Berlusconi politico. Le minacce subite attraverso Dell’Utri non risulta che il governo Berlusconi le abbia mai denunciate e Dell’Utri ha veicolato tutto. I rapporti di Cosa nostra con Berlusconi vanno dunque oltre il ’92. Ci sono spunti per proseguire le indagini su quella stagione…».

tratto da: http://www.secoloditalia.it/2018/04/trattativa-stato-mafia-assolto-mancino-condannati-tutti-gli-altri-imputati/

La colpa di Assad è quella di giacere sulla più grande faglia petrolifera del mondo. Ma non Vi preoccupare, un crimine del genere non può restare impunito. Ecco perchè la Siria ha l’impellente bisogno della “democrazia” Americana!

 

Assad

 

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La colpa di Assad è quella di giacere sulla più grande faglia petrolifera del mondo. Ma non Vi preoccupare, un crimine del genere non può restare impunito. Ecco perchè la Siria ha l’impellente bisogno della “democrazia” Americana!

Muticentro: la colpa di Assad è di giacere sulla più grande faglia petrolifera mondiale

“L’unico originale del quotidiano del ventennio, ristrutturato/declassificato dal NARA nel 2007, dimostra che la Seconda Guerra Mondiale non iniziò, come sostiene RAI STORIA “a causa della Germania che invase la Polonia nel settembre del 1939”, ma in Siria nel Febbraio del 1939, con scontri precedenti in Palestina”. Lo scrive, dopo una circostanziata analisi, lo studio legale romano Muticentro.

“Leggendo questi articoli del primo semestre 1939, il semestre e l’anno occultato dagli archivi, sembra di tornare oggi indietro di circa 80 anni. Quanto sta avvenendo oggi con l’attacco in Siria di Regno Unito, Francia e Stati Uniti, attacco preceduto da incidenti e morti in Palestina, è quanto già esattamente avvenuto circa 80 anni fa portando dritto allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo pochi mesi nel 1939, anche il governo della Turchia orientale, in realtà, si schierò nell’INTESA con i governi di Francia e Regno Unito. Nel 1939 gli atei fondi petroliferi georgiani-arzrbajani-turco orientali erano riusciti a mettere dei loro uomini (i georgiani/arzebajnai Yankovich Churchill, Yankovich Roosevelt e Deadlier ) a capo dei governi di Regno Unito, Stati Uniti e Francia, uomini che costrinsero i rispettivi governi con pretesti provocati a far entrare in guerra i rispettivi eserciti.

Un pretesto provocato fu per esempio quello che indusse all‘entrata in guerra gli Stati Uniti. I giapponesi decisero di attaccare gli Usa a Pearl Arbour dopo avere subìto numerosi attentati in Giappone da parte di adepti delle Chiese Evangeliche del Sud degli Stati Uniti (chiese kazare) che avevano aperto sedi anche in Giappone da qualche anno, adepti che però avevano passaporto USA. I giapponesi pensarono però che fossero agenti dei servizi segreti USA.
I Documenti declassificati nel 2007 dimostrano che Roosevelt sapesse da tre giorni che le navi giapponesi stavano puntando verso Pearl Arbour, ma non le fermò per avere il pretesto (a Pearl Arbour, la flotta navale USA colta di sorpresa non fece nemmeno in tempo a improntare una risposta, morirono 10.000 marinai statunitensi) perché il Congresso (il Parlamento USA) votasse l’entrata in guerra degli Stati Uniti che fino a quel momento erano rimasti neutrali. La loro entrata in guerra cambiò le sorti della guerra che fino a quel momento i fondi petroliferi kazari stavano perdendo in Europa contro Germania e Italia.

I fondi petroliferi kazari avevano gia avviato nel 1939, come dimostrano i documenti declassificati, un imponente produzione d’armi nelle loro fabbriche negli Stati Uniti, armi che avrebbero potuto vendere ad ogni Stato in caso di scoppio di una guerra mondiale e cosi fu.
Il documento declassificato di cui sopra, dimostra nel discorso di Hiter alla nazione il 31 Dicembre 1943 che la Germania dopo esser stata costretta a intervenire in Polonia aveva più volte avanzato proposte di non belligeranza, sempre rifiutate da Churchill e da Deadlier.

La Germania era intervenuta in Polonia per fermare l’eccidio dei tedeschi di Danzica avvenuto nell’agosto del 1939 da parte di un gruppo terroristico, denominato NAZI, che ora i documenti declassificati dimostrano essere stato fondato e finanziato dai fondi petroliferi kazari proprietari della City of London avendo Hitler, nel giugno del 1939, nazionalizzato la Banca Centrale Tedesca. I suddetti documenti fanno osservare che Hitler era cattolico e, poichè i cattolici sono originari ebrei, non avrebbe mai potuto sterminare gli ebrei sefarditi nei campi di sterminio e schiavizzare gli ebrei askenaziti nei campi di concentramento, campi fatti costruire nella Polonia del Sud dai fondi petroliferi kazari quando la Germania si era già ritirata dalla Polonia del Sud. Pertanto, furono le SS, il gruppo terroristico denominato Nazi, la polizia privata dei fondi petroliferi kazari, a compiere lo sterminio e la schiavitù degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale al fine di eliminare, con un colpo alla nuca, una volta ritiratasi la Germania perdente in Russa nel 1943, tutti gli avvocati e dottori in legge ebrei che avevano costituito l’ossatura in Parlamento e in Magistratura degli Stati che nel secondo semestre del 1939 si erano autoannessi alla Germania e all’Italia.

Germania e Italia avevano già inziato ad attuare nel primo semestre del 1939 un NUOVO ORDINE MONDIALE senza petrolio, nazionalizzando nel giugno dello stesso anno le rispettive Banche Centrali (che i fondi petroliferi kazari controllavano), un NUOVO ORDINE MONDIALE fondato sulla coltivazione estensiva ed intensiva della pianta del sorgo, della pianta della gomma, della pianta della canapa, della pianta del frumento con grano di tipo unico italiano e tedesco, produzioni che avrebbero sostituito con la distillazione della pianta del sorgo il carburante auto da idrocarburo con la pianta della gomma (caucciu che la biotecnologia italiana aveva permesso che fosse coltivato anche in Italia), l’industria ferrosa per la scocca auto, quella petrolifera per gli interni auto e quella del legno da arredo, con la pianta della canapa per l’industria lenitiva del dolore fondata sugli oppiacei per la cura dell’alzahimer e con la pianta del frumento italiano per fare il pane con grano di scarto: tutte industrie che i fondi petroliferi detenevano nel 1939.
Tutti i brevetti di coltivazione frutto della biotecnologia italiana che l’Italia avrebbe presentato all’EXPO che si sarebbe tenuta a Roma nel 1942 ed i cui lavori – rivelano i su nominati documenti declassificati – erano iniziati proprio nel primo semestre del 1939, impiegando oltre 10.000 operai.

L’unica colpa della Siria e di Assad oggi è quella di giacere sulla più grande faglia petrolifera mondiale ancora quasi totalmente piena – sottolinea Muticentro -. I fondi petroliferi georgiani-arzebajani (kazari) vogliono a tutti i costi far scoppiare una TERZA GUERRA MONDIALE con cui guadagnerebbero immensamente finanziando gli Stati con le banche centrali che controllano, producendo armi con le fabbriche che controllano, producendo metadone, morfina e ketanina per i feriti di guerra con le fabbriche farmacologiche oppiacee che essi controllano.

La Terza Guerra Mondiale sarebbe per essi il più grande business mondiale, specie se tale guerra fosse anche nucleare perchè otterrebbero il risultato di eliminare anche circa 2/3 miliardi di individui e ciò permetterebbe che il petrolio non si esaurisca definitivamente nel 2080 come calcolato dal MIT di Boston nel caso in cui la popolazione mondiale rimanesse con gli attuali 7,5 miliardi di individui”.

Inoltre, osserva Muticentro, “Hanno provato prima a scatenare una guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti compiendo attentati in Corea del Nord attraverso adepti delle Chiese Evangeliche del Sud degli Stati Uniti con passaporto USA in Corea del Nord, scambiati inizialmente dalla Corea del Nord per agenti della CIA. Chiarito l’equivoco Corea del Nord e Trump hanno iniziato a dialogare.
Poi hanno tentato attraverso il loro uomo, il Ministro egli Esteri britannico Boris Yankovich Johnson, di scatenare una guerra tra Regno Unito e Russia con la storia delle spie avvelenate.

Mantengono alta la tensione in Palestina tentando di far scoppiare ancora l’intifada infiltrando i movimenti pacifici di protesta con uomini che sparano alla polizia israeliana che ovviamente è costretta a rispondere, per scatenare lo Jihaidsmo in Europa negli Stati (Italia, Francia, Germania, Stati Uniti) in cui vi è il rischio che sia introdotta la separazione bancaria, o siano naziolizzate le banche e le compagnie petrolifere che i fondi petroliferi kazari controllano.

Ora con il pretesto dei gas chimici in Siria con filmati di bambini inalati che ha provocato l’intervento anche degli Stati Uniti che non è ancora certo che sia stato ordinato da Trump, ma sembrerebbe che sia una iniziativa personale di qualche adepto kazaro comandante in capo che ha mandato in Siria un paio di caccia da una base Nato”.

Osserva ancora Muticentro: “Le compagnie petrolifere statunitensi non essendo di proprietà del Tesoro degli Stati Uniti, quale interesse avrebbero pertanto gli Stati Uniti ad attaccare la Siria. Lo Stato degli Stati Uniti compra il petrolio dalle compagnie petrolifere kazare, se i giacimenti petroliferi in Siria fossero nazionalizzati da Assad, lo Stato statunitense comprerebbe il petrolio dalla Siria e a minor costo, anzichè dal cartello delle compagnie petrolifere kazare. Un barile di petrolio prima della Seconda Guerra Mondiale veniva venduto a 1,5 dollari ed ora, con l’attacco in Siria, le quotazioni del petrolio sono aumentate quasi di 100 dollari al barile”.

 

fonte: http://www.imolaoggi.it/2018/04/18/muticentro-la-colpa-di-assad-e-di-giacere-sulla-piu-grande-faglia-petrolifera-mondiale/