Rinfrescatevi la memoria – Lettera ad un idiota: “Ha mai provato a mandare 50 curriculum senza una risposta?”

 

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Lettera ad un idiota: “Ha mai provato a mandare 50 curriculum senza una risposta?”

In un incontro con degli studenti universitari di Sondrio, John Elkann, rampollo della famiglia Agnelli, primogenito di Margherita Agnelli e del suo primo marito Alain Elkann, ha dichiarato: «Il lavoro c’è ma i giovani non sono così determinati a cercarlo».

A quanto pare, non si è trattato di un lapsus o di un misunderstanding, perché il giovane imprenditore ha proseguito così: «Se guardo a molte iniziative che ci sono, non vedo in loro  la voglia di cogliere queste opportunità perché non c’è una situazione di bisogno oppure non c’è l’ambizione a fare certe cose». Un esempio? «Ci sono tantissimi lavori nel settore alberghiero, ma i giovani o stanno bene a casa o non hanno ambizione». Dopo essere stati definiti «bamboccioni» da Tommaso Padoa-Schioppa, «choosy» da Elsa Fornero, «sfigati» da Michel Martone ora John Elkann definisce i giovani «poco intraprendenti» e «senza stimoli».

Caro John Elkann, so bene che Lei ha un  curriculum vitae et studiorum di tutto rispetto e che è una persona preparata. Basta fare un giro su wikipedia per apprendere che durante il periodo universitario ha maturato esperienze di lavoro in numerose società: montaggio dei fari in una fabbrica della Magneti Marelli di Birmingham, in Inghilterra, linea di montaggio della Panda a Tychy, in Polonia, concessionaria d’ auto a Lille, in Francia.

Ma, caro John Elkann, John Elkann, racconti di quella volta in cui ha mandato il suo curriculum in giro per farsi assumere

Ah, giusto. Lei non ha avuto bisogno di inviare il curriculum perché di cognome fa Elkann ed è parente della famiglia Agnelli. Lei non è stato assunto, come capita (ormai sempre più raramente: la disoccupazione giovanile in Italia ha superato il 41%) a noi comuni mortali. Lei è stato scelto, eletto da Suo nonno Gianni Agnellicome successore.

Lei, caro John Elkann, non ha mai provato sulla Sua pelle cosa significhimandare più di 50 curricula senza ricevere alcuna risposta. O, peggio, ricevendo risposte come questa: «gentile X, La ringraziamo per la disponibilità, ma anche se fossimo interessati, al momento non abbiamo in budget estensioni della redazione o delle collaborazioni».

E io, personalmente, mi ritengo fortunato, perché mentre cerco lavoro sto proseguendo i miei studi universitari che, fortunatamente appunto, i miei genitori possono permettersi di pagare. Io sono, insomma, un privilegiato. Ma mai quanto Lei, s’intende.

Caro John Elkann (o, più semplicemente, can e basta), se la situazione è quella che è e la disoccupazione giovanile è altissima, è anche colpa di quelli con il Suo cognome, degli Agnelli, dei Briatore, dei Marchionne e di tutti quegli altri «grandi imprenditori» che hanno risucchiato risorse da questo Paese senza dare nulla in cambio e senza offrire alcuna prospettiva a quei lavoratori che hanno permesso alle Vostre aziende di fiorire. In Italia, caro John Elkann, ci vorrebbero più imprenditori come Adriano Olivetti che, nei periodi di crisi, alzava gli stipendi ai propri dipendenti e aumentava loro le ferie. Che si distinse per i suoi innovativi progetti industriali basati sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito a beneficio della comunità. Invece, purtroppo, gli Olivetti scarseggiano, mentre gli imprenditori succhia-sangue si moltiplicano: arrivano, arraffano e sfruttano, delocalizzano.

Caro John Elkann, mi scusi se Le sono sembrato irriverente. Ma sa, ho l’ambizione di diventare giornalista. Forse sono un po’ «choosy», forse anche un po’ «bamboccione» e «sfigato», ma, La prego, si faccia un bagno di umiltà e un giro tra i cittadini comuni prima di utilizzare certi termini e pensare certe cose.

Il Pd tassa i Manager Pubblici che nomina – Dirigenti pubblici (che paghiamo con i soldi NOSTRI), essendo stati nominati dal Pd, devono “ricambiare” versando al partito parte del proprio stipendio. Vi sembra legale o almeno morale?

 

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Il Pd tassa i Manager Pubblici che nomina – Dirigenti pubblici (che paghiamo con i soldi NOSTRI),  essendo stati nominati dal Pd, devono “ricambiare” versando al partito parte del proprio stipendio. Vi sembra legale o almeno morale?

 

Di Maio (M5S): PD tassa manager pubblici? Sembra proprio un pizzo!

Luigi Di Maio del MoVimento 5 Stelle commenta l’inchiesta di Libero, sui versamenti al PD che farebbero i manager pubblici dopo essere stati nominati.

“Esistono dirigenti pubblici, presidenti di partecipate, di aziende controllate da amministrazioni pubbliche, che, essendo stati nominati dal PD, devono rendere grazie. In che modo? Addirittura versando al partito una parte del proprio stipendio. Con una percentuale che varia di città in città, e attinge dall’unicobancomat che non rimane mai senza soldi: le tasse versate dai cittadini” denuncia su Facebook Luigi Di Maio, deputato delMoVimento 5 Stelle.
“Un vero e proprio sistema, smascherato da un’inchiesta di Libero, pubblicata ieri e che guarda caso non ha trovato spazio da nessuna parte. – sottolinea il pentastellato – Neanche una delle testate che hanno vivisezionato l’accordo firmato dagli amministratori del MoVimento 5 Stelle nel segno del buongoverno hanno questa volta gridato allo scandalo”.

“Eppure a ben guardare parliamo di finanziamento a un partito. Allora ve lo raccontiamo noi. – spiega il vice presidente dellaCamera – Il sistema funziona così: il PD nomina l’amministratore che sottoscrive un contratto con le federazioni locali del PD.Insomma, versa una quota dello stipendio (ricevuto dai soldi pubblici) al PD. Un segno di ringraziamento che rafforza il legame tra dirigente e partito”.

Di Maio quindi aggiunge: “A noi sembra un atteggiamento da clan. E questa ‘donazione’ che non è volontaria ma regolamentata con tanto di ‘pezzo di carta’ sembra proprio un pizzo. E se il nominato non volesse versare? Si scorda altre nomine. Capito che fidelizzazione?”.
“Il MoVimento 5 Stelle non può assolutamente considerare accettabile questo scambio di favori sulle spalle di noi cittadini. Vogliamo vederci chiaro. Faremo accesso agli atti in tutte le amministrazioni in cui siamo presenti per capire chi sono e quali sono questi manager pubblici sotto ricatto. E ne parleremo in aula con interrogazioni parlamentari che presenteremo alla Camerae al Senato” assicura.

Ecco il vero piano della Germania: comprare l’Italia prima che crolli l’Euro!

Germania

 

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Articolo di 2 anni fa, ma oggi più che mai attuale

Ecco il vero piano della Germania: comprare l’Italia prima che crolli l’Euro!

La Germania è interessata ad acquisire nel Belpaese i competitor delle proprie grandi aziende, non per investire con/in esse ma semplicemente per eliminare un avversario (pls check); questo verrà provato a breve con lo svuotamento delle attività italiane delle aziende acquisite, prima di tutto in termini di manodopera e di investimenti (nell’arco di circa un triennio); la Germania deve acquistare quel che resta delle imprese italiane – maggior competitor manifatturiero della Germania – prima che l’euro si rompa, onde ovviare alla innegabile competizione della italiana a seguito della svalutazione competitiva che seguirà.

Ecco, questa è in pillole la teoria che Mitt Dolcino ha propugnato nei suoi interventi degli scorsi tre anni; forse bisognerebbe ponderare se avesse/avrà o meno ragione, l’acquisto di Italcementi – il più grande cementiere del sud Europa – è un boccone Angela Merkelenorme. Di più, un vero banco di prova. Vero che su questo sito si era preconizzata l’acquisizione in passato di Enel da parte dei tedeschi. Altrettanto vero che tale “piece of news” pare fosse informazione accurata, peccato che da una parte l’acquirente in pectore tedesco si stia letteralmente liquefacendo a seguito dei suoi enormi errori manageriali e dei pessimi (relativi al settore) risultati di bilancio (…); dall’altra il duo “governo/Ad di Enel” [bravissimo] hanno saputo tessere una tela ramificatissima e pregevolissima che, anche grazie a supporti esterni (Usa, vedasi l’accordo con Ge per il rinnovabile in Nord America) e all’astuzia del governo con le Tlc in fibra allocate al gigante elettrico, ha esteso le coperture della golden share [e della geopolitica che conta] alla nostra multinazionale dell’energia.

Ma ciò non toglie che quello di Italcementi sia un vero simbolo, un passo decisivo nel piano egemonico tedesco, certamente – si teme – solo il primo di una serie: la Germania, avendo compreso che l’euro è destinato a crollare, deve comprare ora le aziende che le fanno concorrenza, soprattutto nella manifattura e soprattutto nel suo settore di elezione, quello primario (cemento, acciaio, energia, autotrazione, chimica etc. ma non nell’oil in quanto ne fu esclusa dopo la sconfitta nell’ultima guerra). O al limite farle chiudere/sperare che chiudano, come la Riva Acciai competitore della iper-problematica ThyssenKrupp (il crollo di Riva a fine del 2011 ha prima di tutto salvato il gigante tedesco dell’acciaio; coincidenza delle coincidenze è che il crollo del nostro gruppo siderurgico sia coinciso con l’alba del governo di Mario Monti e del golpe contro un primo ministro italiano Idemocraticamente eletto, considero il Professore certamente un affiliato o quasi dell’ordoliberismo tedesco, per non dire molto di più).

E – lo ripeterò fino allo sfinimento – la Germania deve acquisire i propri competitor in Ue indeboliti dalla crisi prima che l’euro si rompa, con il fine di evitare che la svalutazione competitiva italiana spiazzi i suoi giganti nazionali. Ben inteso, sarà facile verificare che Heidelberg ha acquisto Italcementi per farla chiudere o comunque per ridimensionarla, eliminando un competitor. Per altro solo l’aspetto fiscale – tasse molto più basse in Germania che in Italia – giustificherebbe la chiusura della maggioranza delle filiali italiane rispetto a quelle meno tassate/vessate in Germania. Verificate gente, verificate se quanto stiamo asserendo si trasformerà in realtà: in particolare occhio all’occupazione di Italcementi nei prossimi tre/quattro anni ed ai tagli che seguiranno, facile prevedere che finirà come Acciai Speciali Terni simboleggiata nel disastro di Torino, bassi investimenti e chiusura progressiva (speriamo che questa volta almeno si eviti la tragedia). Credetemi, questa storia la conosco davvero bene e non temo – purtroppo – smentita nella visione proposta.

E in tutto questo tristissimo epilogo, i nostri politici fanno grande fatica a riconoscere la grave realtà che ci aspetta; questo è l’aspetto più irritante. E soprattutto, a vedere l’ormai evidente protervia tedesca, un piano ben congegnato. Attenti, politici: se la disoccupazione dovesse esplodere per colpa diretta dei tedeschi, stile abbattimento/forte ridimensionamento di Italcementi da parte di Heidelberg, penso che questa volta rischierete davvero di pagarla di fronte ai cittadini, soprattutto vis a vis con le maestranze esodate in forza ad esempio degli effetti del Jobs Act. E ai giovani intraprendenti dico: andatevene da questo paese, se la politica permette che gli stranieri che ci impongono il rigore ci comprino i nostri grandi gruppi a valle all’indebolimento preventivo causato dall’austerity, per voi non c’è futuro. E probabilmente nemmeno per i giovani politici; aspettate per credere, sono pronto a scommettere che da qui a qualche anno saranno loro i responsabili del disastro. Ben inteso, fosse per me chiederei a Mario Monti di emigrare…

Leggi dalla fonte originale Libreidee.org

Enti inutili: quel ‘pozzo’ che ingoia 12 miliardi l’anno!

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Enti inutili: quel ‘pozzo’ che ingoia 12 miliardi l’anno!

Sono la più grande fonte di spreco e potrebbero essere un importante serbatoio di risorse da impiegare per le priorità della politica economica. Non si sa esattamente quanti siano ma possono costare fino 12 mld l’anno. Sono gli enti inutili, che periodicamente finiscono nell’agenda di governo e puntualmente ne escono, quasi sempre senza conseguenze. Dal celebre caso del Cnel, abolito dal governo Renzi ma resuscitato dall’esito fallimentare del referendum costituzionale, fino alla miriade di micro enti che continuano a sopravvivere per inerzia. Un ginepraio fatto di sigle, sedi fantasma e mission improbabili, in cui è difficile muoversi, come testimonia la difficoltà di arrivare a un censimento ‘certificato’ delle strutture che andrebbero soppresse.

Il governo Monti ha elaborato una lista di 500 enti definiti con certezza ‘inutili’ e il Codacons, nel 2015, ha stimato che eliminandoli si otterrebbero 10 miliardi di euro di risparmi l’anno. Ma ad oggi, nonostante gli sforzi messi in campo, la situazione non è cambiata. E, anzi, le risorse da scongelare possono anche crescere. “Dipende dal perimetro che si sceglie e dal tipo di ente inutile che si intende sopprimere, con un intervento drastico si potrebbero liberare anche 12-13 miliardi l’anno”, spiegano all’Adnkronos fonti di governo.

Il problema, si segnala, è che “anche quando si arriva ad abolirne qualcuno, spesso il provvedimento si perde in una lunga sequenza di ricorsi e contro-ricorsi di fronte alla giustizia amministrativa”.

Eloquente anche la fotografia scattata dalla Corte dei Conti, che ha più volte evidenziato “l’ipertrofia di enti e strutture (comprese le autorità indipendenti)”. Si tratta di enti e strutture che, ha segnalato la magistratura contabile, “si reggono dal punto di vista finanziario esclusivamente grazie a contributi o partecipazioni pubbliche”.

Si parte dagli enti più conosciuti, la cui utilità è tutta da discutere, e si arriva a una ragnatela di consorzi, agenzie regionali, enti autonomi. Molti dei quali impiegano personale senza svolgere alcuna funzione, gestiscono sedi fantasma, ricevono finanziamenti per finalità che non svolgono più o non hanno mai svolto: dall’Unione italiana Tiro a Segno fino al Centro piemontese di studi africani, passando all’Istituto di sviluppo ippico per la Sicilia e a quello per la conservazione della gondola e la tutela del gondoliere a Venezia.

Emblematico anche il caso dell’Unione nazionale per la lotta analfabetismo. Nata nel 1947 per un fine evidentemente prioritario nell’Italia del secondo Dopoguerra, è ancora attiva. E, ovviamente, fa altro. Come recita la mission, tanto ambiziosa quanto linguisticamente ‘articolata’, in bella evidenza sul sito internet: l’Unla “si occupa principalmente della progettazione e della realizzazione di Progetti Speciali. Sono così chiamati perché caratterizzati da un insieme di iniziative tra loro articolate che si dipanano attorno ad un obiettivo comune con metodologia e mezzi specifici scelti oculatamente ed in relazione ai fini prefissati nonché agli ambiti di azione dei progetti stessi mirati alla tutela e recupero del territorio e dei beni culturali, alla realizzazione delle biblioteche, a corsi di aggiornamento rivolti ad operatori scolastici, all’educazione e formazione professionale specie nel campo dell’agricoltura”.

Fonte: http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2017/08/30/enti-inutili-pozzo-che-ingoia-miliardi-anno_Ec7qPZpKQAKukzV1dZxieL.html

Un profondo pensiero del leghista Saverio Siorini, coordinatore di “Noi con Salvini”, sul duplice stupro di Rimini “Ma alla Boldrini e alle donne del PD, quando dovrà succedere?”…Qualcuno l’ha definito un “personaggio abietto”, ma forse è troppo poco!

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Un profondo pensiero del leghista Saverio Siorini,  coordinatore di “Noi con Salvini”, sul duplice stupro di Rimini “Ma alla Boldrini e alle donne del PD, quando dovrà succedere?”…Qualcuno l’ha definito un “personaggio abietto”, ma forse è troppo poco!

“Ma alla Boldrini e alle donne del PD, quando dovrà succedere?”. Così Saverio Siorini, da poco eletto coordinatore di “Noi con Salvini” di San Giovanni Rotondo commenta su Facebook la notizia del duplice stupro di Rimini. Dopo qualche protesta, Siorini tenta di correggere il tiro e al post aggiunge: “(ovvio che lo stupro non si augura a nessuno, ma questa è una provocazione che nessuno ha recepito)”. E ancora: “N.B. sono stato costretto a modificare il mio post, per farlo recepire ai tanti ciechi della situazione che stiamo attraversando”.
Gaypost.it ha raggiunto la senatrice Monica Cirinnà (Pd) nella sua azienda agricola di Capalbio dov’è impegnata con la preparazione della conserva di pomodoro. Come le altre donne dem, infatti, è stata direttamente chiamata in causa da quello che ha definito “un personaggio abietto e con un livello culturale basso”.

zzz

fonte: http://www.gaypost.it/leghista-stupro-rimini-accadra-boldrini-alle-donne-pd-cirinna

Ecco il fantastico reddito di inclusione REI di Renzi: 1,7 miliardi per i poveri! Ma quello che i Tg non dicono è che il REI assorbe il sostegno SIA e l’assegno di disoccupazione ASDI, il cui costo era di 1,7 miliardi! Insomma solo un altro “cambio di nome” per prenderci per il culo!

 

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Ecco il fantastico reddito di inclusione REI di Renzi: 1,7 miliardi per i poveri! Ma quello che i Tg non dicono è che il REI assorbe il sostegno SIA e l’assegno di disoccupazione ASDI, il cui costo era di 1,7 miliardi! Insomma solo un altro “cambio di nome” per prenderci per il culo!

Da gennaio 2018 il via al fantastico reddito di Inclusione REI.

Tutti i media (leccaculo) osannano lo straordinario sforzo del governo Gentiloni-Renzi.

Grandi! hanno trovato i soldi per aiutare i poveri!

NO, imbecilli! Hanno trovato un altro modo per prenderVi per il culo con la complicità dei media!

Com’è che nessuno Vi ha detto che contemporaneamente spariscono il sostegno all’inclusione attiva (SIA) e l’assegno di disoccupazione (ASDI) per i disoccupati?

Come non lo sapevate?

Sono assorbiti dal REI…!

…E quindi non sapete neanche che il costo di SIA e ASDI era di 1,7 miliardi di Euro, mentre il REI costerà 1,7 miliardi di Euro! …Come? Forse ci state arrivando?

Hanno fatto un altro repentino cambio di nome e ancora una volta ci prendono per il culo!

Votate Renzi, che i soldi ve li dà!

By Eles

 

La lega deve restituire 48 milioni TRUFFATI allo Stato Italiano – Sì la lega. La lega di quelli che si pulivano il culo con il Tricolore e schifavano l’Italia e Roma Ladrona. Ma non sempre sempre… Quando si trattava di riempirsi le tasche, un po’ Italiani si sentivano…

 

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La lega deve restituire 48 milioni TRUFFATI allo Stato Italiano – Sì la lega. La lega di quelli che si pulivano il culo con il Tricolore e schifavano l’Italia e Roma Ladrona. Ma non sempre sempre… Quando si trattava di riempirsi le tasche, un po’ Italiani si sentivano…

Da: Marpicoll
Lega: Procura Vuole Subito Confisca dei 48 Milioni

Problemi con la giustizia e casse vuote. La Lega sta per subire gli effetti della sentenza di luglio, e i PM non attendono.

Adesso però, i PM dichiarano di volere eseguire la sentenza immediatamente, senza attendere il riscontro della Corte di Cassazione, quindi del terzo grado di giudizio. Se non dovessero essere risarcite le istituzioni, la procura procederebbe con il blocco dei conti bancari del partito secessionista. A confermare la mossa è il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi.

La sentenza risale al 24 luglio e riguarda la condanna dell’ex segretario di partito Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito. Il reato confermato dai magistrati è truffa ai danni dello Stato. Per Bossi, gli anni di carcere confermati sono 2 e mezzo, mentre per Belsito si arriva fino a 4 anni e mezzo accompagnati dall’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. I giudici hanno confermato, nella loro sentenza, che se il partito deve risarcire i danni è perché  lo stesso ha chiaramente beneficiato della truffa.

I PM hanno chiarito che il reato di truffa ha avuto luogo dal 2008 al 2012, quando il denaro che Camera e Senato destinavano al partito per le sue attività istituzionali finiva invece direttamente nelle tasche del fondatore. Ma a quel punto era Belsito che trafficava con il maltolto, tra conti offshore a Cipro e Tanzania e investimenti in diamanti.

da: https://marpicoll.com/2017/08/29/lega-procura-vuole-subito-confisca-dei-48-milioni/

 

Dalla condanna di “rimborsopoli” di fine luglio, secondo la quale la Lega deve risarcire 48 milioni di euro a Camera e Senato, il rischio di bancarotta è sempre stato vicino.

Aprile ’04 bonus 80 Euro (a maggio c’erano le Europee). Novembre ’16 bonus giovani 500 Euro (a dicembre c’era il referendum). Da gennaio ’18 il reddito di inclusione (a febbraio ci saranno le Politiche) …ma tu proprio non ti senti preso per il culo?

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Aprile ’04 bonus 80 Euro (a maggio c’erano le Europee). Novembre ’16 bonus giovani 500 Euro (a dicembre c’era il referendum). Da gennaio ’18 il reddito di inclusione (a febbraio ci saranno le Politiche) …ma tu proprio non ti senti preso per il culo?

No? Non ti senti preso per il culo? Non ti sei stancato di pagargli la campagna elettorale? Sei a tuo agio in un paese che va in rovina? Non te ne frega una beata minchia del futuro dei tuoi figli?

Bene, allora non ti resta che dargli ancora una volta il tuo voto.

Complimenti per la scelta…

by Eles

Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

 

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Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

(Fonte: Ufficio stampa Codacons) – Codacons su terremoto Centro Italia e denuncia Gentiloni. Promesse non mantenute del governo: Gentiloni sarà denunciato dal Codacons alla Procura della Repubblica per abuso della credulità popolare e della fiducia dei cittadini terremotati.

Nel Centro Italia le macerie sono rimaste esattamente dov’erano e tutte le promesse fatte per acquisire consenso non sono state mantenute.

All’indomani del primo anniversario dalla scossa che seminò il panico e la distruzione nel Centro Italia, il Codacons denuncia il governo per omissione di atti dovuti e abuso della fiducia popolare in relazione alle promesse non mantenute circa la soluzione dei problemi connessi al sisma.

La situazione infatti è rimasta assolutamente critica: nonostante un cronoprogramma (teoricamente) serrato e nonostante le promesse contrarie diffuse da diversi esponenti istituzionali, la gran parte delle macerie rimane dov’era. Proprio per aver promesso interventi risolutivi, di fatto mai avviati, il governo quindi si guadagna la denuncia dell’Associazione.

Inoltre, il Codacons interviene ulteriormente a tutela dei cittadini colpiti dal sisma nel Centro Italia.

L’Associazione infatti mette a loro disposizione la nomina di persona offesa, così da permettergli di intervenire nel procedimento contro i responsabili del crollo del campanile di Accumoli e delle due palazzine di edilizia popolare di piazza Sagnotti ad Amatrice.

In caso di rinvio a giudizio, di fatto già annunciato, sarà così possibile costituirsi parte civile e richiedere un risarcimento danni. Per pre-aderire all’iniziativa è sufficiente visitare il sito www.codacons.it.

fonte: http://codacons.it/promesse-non-mantenute-del-governo-gentiloni-sara-denunciato-dal-codacons-alla-procura-della-repubblica-abuso-della-credulita-popolare-della-fiducia-dei-cittadini-terremotati/

F-35 al posto di scuola e sanità: così hanno deciso Giorgio Napolitano e il PD…!

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F-35 al posto di scuola e sanità: così hanno deciso Giorgio Napolitano e il PD…!

L’Italia – e soprattutto Napolitano e il PD – dovrebbero prendere lezioni dal Costarica, che ha deciso di mandare al diavolo le armi e di pensare ai propri cittadini investendo nella scuola e nella sanità. L’esatto contrario del Governo Gentiloni che sta buttando 11 miliardi di euro per l’acquisto degli F-35, continua a smantellare la sanità è ha eliminato un anno di liceo per ‘risparmiare’ un miliardo e 300 milioni di euro! 

In questi ultimi giorni, secondo un’analisi dei giudici della Corte dei Conti, il programma dei caccia F-35 “è oggi in ritardo di almeno 5 anni” per le “molteplici problematiche tecniche” che hanno fatto, anche sì che i costi del super-caccia siano “praticamente raddoppiati“. Ed anche le prospettive occupazionali per l’Italia “non si sono ancora concretizzate nella misura sperata”. Tuttavia, l’esposizione fin qui realizzata in termini di risorse finanziarie, strumentali ed umane è fondamentalmente legata alla continuazione del progetto” ed uscirne ora produrrebbe importanti perdite economiche.

E’ quanto si legge in un’analisi della Corte dei Conti. I giudici contabili, parlando del rendiconto dello Stato, sottolineano che “la stima dei ritorni occupazionali generati da parte dell’Industria, inizialmente pari a 6.400 posti di lavoro, è ritenuta realisticamente realizzabile in 3.586 unità, anche sulla base dell’aggiornamento di Leonardo–DV di febbraio 2017”.

A più riprese il progetto F-35 era stato messo “in discussione”, soprattutto in Parlamento. Ma in tutte le occasioni era stato l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ribadire che non si tornava indietro. Nel 2013, per esempio, riunì il Consiglio supremo di difesa al Quirinale che così si pronunzio:

”Il Parlamento non può porre veti al governo in tema di ammodernamento dell’apparato militare”.

Un anno dopo, non soddisfatto, il capo dello Stato replicò poiché ricorrevano voci sul possibile taglio all’acquisto. Giorgio Napolitano riconvocò il Consiglio di difesa per mettere all’ordine del giorno le “criticità“ della Legge 244 , che prevedeva che il Parlamento avesse potere di controllo sulle spese della difesa.

E proprio per questo, un capitolo a parte, in tema di commercio delle armi, in cui la “pacifica” Italia è stata sempre in prima linea, merita la controversa questione dei caccia F-35 alla luce del ruolo che viene assegnato all’aereonautica nella nuova visione della strategia militare internazionale. Il costo complessivo è stato stimato, a metà degli anni 2000, in circa 276 miliardi di dollari. Dovrebbe sostituire, nelle sue varie versioni, centinaia di vecchi veicoli tattici sia in funzione di combattimento aereo che di supporto alle forze di terra e di bombardamento.

Si prevede che il prototipo F-35, dietro cui c’è una precisa strategia industriale americana per il dominio mondiale nel settore dell’aereonautica, dovrebbe stare sulla scena per buona parte del secolo e che entro il 2030 l’85% dei caccia nel mondo saranno gli F-35.

Alla realizzazione del costosissimo progetto hanno collaborato, con la capofila americana Lockheed, altre numerose aziende americane e straniere. Un progetto di collaborazione e cooperazione industriale tecnologica e militare a vari livelli e tra cui in prima fila troviamo la Gran Bretagna con la Bae Systemche ha investito 2,5 miliardi di dollari seguita dall’Italia con la Alenia con 1,3 miliardi di investimenti e l’Olanda con 800 milioni. Seguono poi, con un ruolo marginale di coinvolgimento nel progetto, altri Paesi come la Turchia, l’Australia,la Danimarca, il Canada e la Norvegia.

L’Italia, dal canto suo, dovrebbe poi ospitare un impianto di assemblaggio per l’Europa. Ma quel che più fa riflettere ed induce ad un’amara riflessione è che il nostro Paese, nel contesto di una crisi irreversibile con perdite continue di posti di lavoro e di chiusure senza soluzione di continuità, ai vari livelli, di migliaia e migliaia di aziende, si è impegnato ad acquistare 131 F-35 per un costo complessivo di 11 miliardi di dollari.

A questa spesa faraonica di 11 miliardi per gli F-35 vanno poi aggiunti poi altri 7 miliardi di euro per l’acquisto di 121 caccia Typhoon del consorzio Eurofightera cui l’Italia partecipa con Gran Bretagna, Germania e Spagna. Questo dell’opportunità dell’acquisto degli F-35, da parte dell’Italia, in un momento tanto delicato per la nostra economia, è stato oggetto di un serrato dibattito nel Paese e in Parlamento, con proposte di rinvio e/o di riduzione drastica del numero di velivoli da acquistare. Dibattito nel quale come detto prima è entrato a gamba tesa l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Ciò ci induce a pensare che gli interessi in campo per l’acquisto di questi costosissimi aerei sono tanti e talvolta non troppo spesso chiari e trasparenti. Basti pensare che l’azienda americana Lockheed – l’attuale capofila del progetto per la costruzione degli F-35 – è quella stessa Lockheed dello scandalo (chi è di buona memoria dovrebbe ricordarlo ) passato alla storia del nostro Paese come appunto lo “scandalo Locheed”. Scandalo divenuto tristemente famoso nel lontano 1976 per le bustarelle pagate per svariati miliardi di lire ad Antilope Koppler (nome in codice di un politico di primissimo piano) per favorire l’acquisto degli aerei Hercules C-130 (gli antesignani degli attuali F-35).

E con tale “dejà-vu” e con siffatti precedenti sorge il ragionevole dubbio ( “a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca”, diceva Giulio Andreotti) che la storia tra corsi e ricorsi, oggi come allora, potrebbe ripetersi alla luce della ostinazione sospetta da parte di molti interessati a volere acquistare a tutti i costi o, peggio ancora, a costi spropositati  decine e decine di F-35 che studi recenti, e per ammissione dello stesso Pentagono, che questi sofisticatissimi caccia potrebbero risultare pure difettosi.

Per tutte, la relazione tecnica di Michael Gilmore, direttore del dipartimento Difesa americano. Che, inviata di recente al Congresso degli Stati Uniti, ha rivelato che i caccia F.35 in fin dei conti si sono rivelati meno affidabili di quanto ci si potesse aspettare. Meno affidabili, più vulnerabili e più difficili da mantenere nonostante le spese considerevoli che hanno richiesto, con riferimento ai 288 miliardi di euro che sinora sono stati spesi.

Davanti a tutto questo non ci si fa scrupolo di insistere nell’acquisto di questi costosissimi caccia-bombardieri privilegiando in assoluto le spese militari a discapito delle spese sociali come, ad esempio, nel caso della prevista riduzione dei servizi sanitari e scolastici per le persone disabili: per l’acquisto di tali servizi è prevista, da parte del governo, una spesa complessiva pari all’acquisto di un caccia-bombardiere e mezzo!

Sarebbe più opportuno, e forse più sensato, che in un Paese civile che abbia a cuore gli interessi e la salute dei propri cittadini e, in particolare, come in questo caso, delle persone svantaggiate, i propri governanti pensassero ad acquistare dei cacciabombardieri in meno riducendo le spese militari e investendo le risorse risparmiate nel sociale e, precisamente, nel settore della sanità e dell’istruzione.

La riduzione di sprechi e delle spese militari, che molti Paesi, a differenza dell’Italia, hanno scelto di praticare, ha consentito ai loro cittadini di raggiungere elevati livelli di vita. Uno esempio per tutti: il piccolo Costarica che, da anni, ha scelto di non investire in armamenti, bensì in scuola e sanità. Oggi grazie a queste scelte il Costarica è uno dei Paesi al mondo con il più alto tasso di alfabetismo ( 94%) e con una durata media della vita tra i 76 e 78 anni ed è tra i Paesi più progrediti ed industrializzati.

Il Costarica, come del resto tanti altri Paesi che hanno ridotto le loro spese militari, spendendo ed investendo le loro risorse in attività sociali e di sviluppo, hanno dimostrato in tal modo, a differenza di quei Paesi vocati – quale è appunto l’Italia – a sprechi e ad eccessive spese militari, come si possono affrontare e risolvere i più elementari e fondamentali problemi dei propri cittadini.

fonte: http://www.inuovivespri.it/2017/08/11/gli-f-35-al-posto-di-scuola-e-sanita-cosi-hanno-deciso-giorgio-napolitano-e-il-pd/