Augurò lo stupro a una giornalista: per un leghista una cosa del genere fa curriculum, vale più di una medaglia al valore – Candidato sindaco a Merano!

 

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Augurò lo stupro a una giornalista: per un leghista una cosa del genere fa curriculum, vale più di una medaglia al valore – Candidato sindaco a Merano!

Augurare a una giornalista di essere stuprata cento volte? Per un leghista fa curriculum, una sorta di medaglia al valore.

Lo dimostra il caso di Sergio Armanini, esponente delle lega di Merano, in provincia di Bolzano, che nonostante le sue deliranti minacce a una cronista è stato appena scelto dal suo partito come candidato alla poltrona di sindaco per le prossime comunali previste per inizio maggio.

Armanini, che è già consigliere comunale del Carroccio, nel 2014 era arrivato alla ribalta delle cronache nazionali per un suo commento su Facebook rivolto a una giornalista, “colpevole” di aver intervistato un musulmano che aveva aperto una pagina sul social network dal titolo “Convertirsi all’Islam”.

«Ma perché non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria? Forse, dopo il centesimo stupro si sveglierà»

Così aveva scritto Armanini alla cronista del Corriere dell’Alto Adige Silvia Fabbi, aizzandole contro un’ulteriore ondata di insulti.

Un’uscita per cui lo stesso Armanini, dopo essere finito su decine di giornali e siti, è stato poi costretto a scusarsi (solita marcia indietro di facciata).

Insomma un incidente di poco conto per i suoi referenti politici, anzi un punto di merito.

D’altra parte il suo leader Matteo Salvini, parlando del rapper Junior Cally che ha partecipato all’ultimo Sanremo, aveva commentato:

«Mi auguro che gli italiani, le donne e soprattutto le ragazze non debbano subire la vergogna di vedere salire sul palco qualcuno che inneggia allo stupro e alla violenza nei confronti delle donne»

Ma ben sappiamo che la coerenza non indossa felpe verdi. Se inneggi allo stupro di una donna non puoi andare a Sanremo, ma puoi fare il sindaco. Sembra essere questa la logica della lega.

Le notizie che ci fanno godere – Claudio Corradino, sindaco leghista di Biella che negò la cittadinanza a Segre offrendola a Greggio: che era un cretino già si sapeva (lo ha ammesso pure lui), ora anche indagato (per peculato)

 

Claudio Corradino

 

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Le notizie che ci fanno godere – Claudio Corradino, sindaco leghista di Biella che negò la cittadinanza a Segre offrendola a Greggio: che era un cretino già si sapeva (lo ha ammesso pure lui), ora anche indagato (per peculato)

Il sindaco leghista di Biella Claudio Corradino è indagato per peculato: avrebbe utilizzato l’auto blu per scopi privati. La giunta di centrodestra è ancora nella bufera: qualche settimana fa il comune leghista aveva negato la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, per offrirla al comico Ezio Greggio.

La giunta di centrodestra di Biella è di nuovo sotto i riflettori. Dopo aver negato la cittadinanza onoraria negata alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo si sterminio di Auschwitz, e averla invece offerta all’artista Ezio Greggio – che l’ha rifiutata proprio per solidarietà alla senatrice

Lo schiaffo di Ezio Greggio: rifiuta la cittadinanza onoraria offerta dalla giunta leghista di Biella per solidarietà alla Segre a cui solo pochi giorni fa era stata negata dalla stessa giunta!

il comune piemontese ha un’altra grana da risolvere. Il sindaco di Biella Claudio Corradino è indagato per peculato: aveva utilizzato l’auto blu, fuori dagli orari di servizio previsti dal suo ruolo, per fini privati.

A far scattare l’indagine della procura di Biella, sono stati due consiglieri comunali storicamente avversari al primo cittadino leghista: Stefano Revello e Roberto Tomat, di Cossato, che già in passato avevano denunciato l’utilizzo improprio da parte dell’amministratore di mezzi comunali.

Giovedì scorso Corradino, come ha scritto ‘la Repubblica’, si è presentato al terzo piano del tribunale, accompagnato dal suo avvocato Carlo Boggio Marzet. Qui è stato ascoltato per un paio d’ore dal Procuratore capo in persona, Teresa Angela Camelio. Presente al colloquio il luogotenente dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, Tindaro Gullo.

I fatti contestati si riferiscono anche alla sua esperienza amministrativa nella città di Cossato, dove Corradino ha governato per ben dieci anni. Ma sotto i riflettori delle indagini della Procura ci sarebbero anche fatti accaduti a Biella, dove Corradino si è insediato la scorsa estate. Le segnalazioni dei due consiglieri di minoranza di Cossato non sono nuove, ma fino ad ora erano sempre cadute nel vuoto, ed erano sfociate solo in qualche polemica politica nelle aule del consiglio comunale o sui social.

In questo caso ci sarebbero anche una serie di fotografie e di documentazioni video che testimonierebbero la condotta impropria del sindaco della Lega: gli scatti mostrano una Bmw di colore blu scuro, immortalata in luoghi non istituzionali ed in orari non legati al ruolo istituzionale del sindaco.

Che dire: che era un cretino già si sapeva (lo ha ammesso pure lui), ora è anche indagato…!

Leggi anche:

Maurizio Crozza massacra Matteo Salvini: “Liliana Segre verrà ricordata perché è sopravvissuta ad Auschwitz, tu perché non sei sopravvissuto al Papeete” – “La Segre è sotto scorta, ma lei scappava dalle SS mentre tu le corteggi”

Questa è LILIANA LA MARCA… Una che vota Salvini… Ecco perché non potrò mai essere leghista…

 

 

LILIANA LA MARCA

 

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Questa è LILIANA LA MARCA… Una che vota Salvini… Ecco perché non potrò mai essere leghista…

Il post che vedete nell’immagine è di tale LILIANA LA MARCA

Uno squallido post alla maniera dei leghisti-Salviniani…

Non abbiamo oscurato il nome (d’altra parte non è abitudine neanche di Matteo Salvini quando mette alla gogna mediatica i suoi nemici di turno). Non abbiamo oscurato il nome perché ognuno si deve assumere le responsabilità delle bestialità che scrive… Anche se leghista. Anche se Salviniana…

Qualcuno dice di aver scoperto che la sig.ra LILIANA LA MARCA fa l’insegnante a Caltanissetta.  Questo sarebbe gravissimo…

Il nome ed il cognome ci sono… vediamo che succede…

Intanto Vi preghiamo di condividere, perchè  tutti conoscano il pensiero di questa LILIANA LA MARCA. Perchè tutti conoscano come ragiona un leghista. E poi, se veramente fosse una figura professionale che dovrebbe essere d’esempio ed educare, allora qualcuno un serio provvedimento dovrebbe prenderlo…

by Eles

Nobile gesto di un leghista: Lei in carrozzina protesta contro Salvini, lui le strappa il manifesto urlando “sei handicappata” …dimostrandole così in modo tangibile e inequivocabile che l’handicap fisico è proprio l’ultimo dei problemi…!

 

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Nobile gesto di un leghista: Lei in carrozzina protesta contro Salvini, lui le strappa il manifesto urlando “sei handicappata” …dimostrandole così in modo tangibile e inequivocabile che l’handicap fisico è proprio l’ultimo dei problemi…!

È successo a Mantova: la denuncia è di Valentina Tomirotti, 36enne affetta da displasia diastrofica

Un’altra inqualificabile, assurda storia di discrinazione a stampo leghista quella che viene da Mantova ed è denunciata da Valentina Tomirotti, 36enne affetta da displasia diastrofica che, dopo il comizio di Salvini in piazza, aveva esposto un manifesto con scritto “Hai rotto i barconi”, che faceva compagnia ad altri due cartelli con scritto: “La libertà è partecipare, non sottomettere” e “saremo le mosche nella tua minestra”.
La protesta, pacifica e silenziosa, non è piaciuta a un anziano sostenitore di Salvini, che come raccontato dalla stessa Tomirotti ha strappato il cartello sotto la carrozzina della donna e poi le ha urlato contro: “sei handicappata”.
La polizia, presente sul posto, ha allontanato il leghista ma, come racconta la stessa ragazza, non le hanno chiesto come stesse: “non posso accettare che una rimostranza pacifica non venga accettata. Qual era il suo problema? Non mi ha ferito tanto la frase, ci sono abituata, quanto il gesto di strappare quel cartello”.

Ma, cara Valentina, prendila così: ora hai la prova che il Tuo handicap non è affatto dei peggiori…

Noi Ti stiamo vicini e possiamo dire quello che la Tua educazione e signorilità ti ha impedito di dire: quel leghista è una MERDA!

By Eles
Qui il tweet ed il video di Valentina

“Greta non va a scuola ed è disturbata: chi meglio di lei per rappresentare la sinistra?” Chi può essere tanto IGNOBILE da postare una così squallida porcheria? Un leghista, che domande! Umberto Bosco consigliere comunale di Bologna!

Greta

 

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“Greta non va a scuola ed è disturbata: chi meglio di lei per rappresentare la sinistra?” Chi può essere tanto IGNOBILE da postare una così squallida porcheria? Un leghista, che domande! Umberto Bosco consigliere comunale di Bologna!

Dite quello che volete su Greta ma chi, meglio di una sedicenne che non va a scuola e che soffre di disturbi pervasivi dello sviluppo, può, nel 2019, rappresentare la sinistra?

I social sono molto scivolosi per tutti e anche per i politici, specie quando pensano di essere spiritosi e rimediano pessime figuracce. L’ultima è quella del consigliere leghista di Bologna Umberto Bosco che si è sentito simpatico scrivendo “Dite quello che volete su #Greta ma chi, meglio di una sedicenne che non va a scuola e che soffre di disturbi pervasivi dello sviluppo, può, nel 2019, rappresentare la #sinistra?”.

Non è mancata la reazione negativa di molti followers che non hanno apprezzato il sarcasmo sulla sindrome che affligge Greta Thumberg, la giovane attivista svedese. La giustificazione di Bosco è peggio del post: “E cmq, ragazzi, è una battuta, non un comunicato politico. Non so nulla di Asperger e autismo e non voglio insegnare nulla a nessuno. Ho solo fatto una battuta sulla sinistra e il suo disperato bisogno di un leader. La ragazzina mi sta simpaticissima”.

 

fonte: https://bologna.repubblica.it/cronaca/2019/03/20/news/la_gaffe_di_bosco_lega_greta_non_va_a_scuola_ed_e_disturbata_chi_meglio_di_lei_per_rappresentare_la_sinistra_-222087669/?ref=fbpr&fbclid=IwAR29lwH0PJYp3QWF85J2VX6NfQzocLOMRWo2gRMs6xPUj9OqDC-RmIef9aY

Il leghista Vito Etna: “Alcune razze da controllare di più” …Io conosco una sola razza da controllare, la razza degli imbecilli. Ed i leghisti ci rientrano tutti…!

 

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Il leghista Vito Etna: “Alcune razze da controllare di più” …Io conosco una sola razza da controllare, la razza degli imbecilli. Ed i leghisti ci rientrano tutti…!

 

Un altro leghista senza vergogna: “Alcune razze da controllare di più”

Il segretario cittadino della Lega di Gioia del Colle, Vito Etna, annuncia la necessità di controllare le abitazioni di alcune ‘razze’ per questioni di pubblica sicurezza.

Bufera sulla Lega di Gioia del Colle, dopo la denuncia, con tanto di video, del movimento Prodigio – Si muove la città. “Però – si sente dire all’esponente del Carroccio nel video – abbiamo necessità, soprattutto con alcun razze, di controllare questi appartamenti che sono covo non solo di clandestini ma anche deposito di refurtive”.
“Il segretario cittadino della Lega, Vito Etna, durante la presentazione del candidato Mastrangelo – spiega il movimento nel post che accompagna il video – annuncia la necessità di controllare le abitazioni di alcune ‘razze’ per questioni di pubblica sicurezza. È sconcertante che nel 2019 si continui a considerare la specie umana divisa in ‘razze’, un concetto che riporta alla memoria periodi storici bui, leggi razziali e genocidi abominevoli compiuti in nome della discriminazione. Cos’altro dobbiamo aspettarci da questa coalizione, per renderci conto della pericolosità del razzismo e della paura del diverso? Noi non ci stiamo”.

guarda QUI il video

“Gioia del Colle non è una città razzista e ci appelliamo ai tanti, tantissimi, che silenziosamente credono nella pari dignità di tutti gli esseri umani: il candidato Sindaco Mastrangelo ha il dovere di chiarire la posizione della coalizione del centro-destra rispetto a queste affermazioni di Etna e prendere le distanze da questo pericoloso tipo di linguaggio! Lo deve a tutti quelli che hanno perso la vita perchè etichettati come ‘razza’ e lo deve ai cittadini gioiesi. Il dibattito politico a Gioia del Colle non può e non deve iniziare all’insegna di questo pericoloso arretramento rispetto a temi di civiltà così imprescindibili”, conclude il post.

fonte: https://www.globalist.it/politics/2019/03/17/un-altro-leghista-senza-vergogna-alcune-razze-da-controllare-di-piu-2038812.html

Ciao, sono un Leghista semplice… La lettera di un “Leghista semplice” che dopo un quarto di secolo comincia a pensare con la sua testa e si fa qualche domanda…

 

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Ciao, sono un Leghista semplice… La lettera di un “Leghista semplice” che dopo un quarto di secolo comincia a pensare con la sua testa e si fa qualche domanda…

Ciao, sono un Leghista semplice.

Per un quarto di secolo ho creduto fortemente che ogni mio problema fosse causato dai meridionali. L’ho creduto perché così mi dicevano i capi del mio partito, che erano tutti onesti. Non come i terroni.

Poi però i capi del mio partito sono stati beccati di nuovo con i nostri soldi in tasca, e sono crollati al 4%. Così i capi del mio partito proprio in quel momento si sono ricordati che i meridionali votano. E sempre in quel momento hanno scoperto che i meridionali non sono poi tanto male.

Così mi hanno detto che per un quarto di secolo si sono sbagliati, e che ora devo credere nell’esatto contrario. Che l’Italia non la devo più odiare ma amare. Che con la bandiera italiana oggi non ci puliamo più il culo, ma anzi la baciamo. E spero che almeno nel frattempo l’abbiano lavata, anche se dubito visto quanto è stato repentino il passaggio tra quando dicevamo “Padania is not Italy” e oggi che diciamo “Prima gli italiani”. Un paio di anni forse.

I miei capi mi hanno detto che la causa dei miei mali ora sono altri. Allora ho pensato subito ai potenti, ai privilegiati, ai padroni. A quelli che ci sono da sempre e rubano da sempre migliaia di miliardi.

Ho pensato agli evasori, i corrotti, i corruttori, i falsi invalidi, gli incapaci, Cosa Nostra, la Camorra, la ‘Ndrangheta, la Scu, il traffico di droga, il pizzo, gli appalti truccati, la burocrazia inefficiente, il divario tra Nord e Sud, i terreni avvelenati, la giustizia lenta, i raccomandati, i truffatori, i bancarottieri, e tutti gli altri problemi e italiani che mi fottono la vita da decenni, e che hanno causato disoccupazione, precarietà, tasse altissime e servizi pessimi.

Invece i capi del mio partito mi hanno detto che mi sbaglio, che non sono loro la causa di ogni mio male. Anzi, che siccome loro sono italiani loro vengono “prima”. “Prima gli italiani”.

Il mio problema ora sono i morti di fame che arrivano sulle barche. Quando arrivano. I miei capi mi hanno detto che è colpa loro se pago troppe tasse, se le vecchiette rovistano nella spazzatura e i divorziati dormono in macchina.

Che loro in realtà stanno bene, e rischiano la vita per divertimento. Soprattutto i neri. Anche se non lo possiamo dire ad alta voce. E pensiamo che siccome alcuni neri sono delinquenti e maleducati – e lo sono sul serio – allora sono tutti così. E vanno cacciati tutti. Anche quelli che non ci hanno ancora fatto nulla.

Ho pensato che questo sia razzismo. Che etichettare una persona non per quello che ha fatto, ma per il popolo a cui appartiene sia razzismo. Ma mi hanno detto di no.

Così come ho pensato che anche noi italiani siamo migranti economici. Siamo quelli che emigrano di più. A centinaia di migliaia ogni anno. Soprattutto giovani (anche palestrati e con l’iPhone). Andiamo negli altri paesi a cercare lavoro, non scappiamo da alcuna guerra. Ma mi hanno detto che noi siamo “cervelli in fuga”. Loro invece sono parassiti. Come i meridionali che vengono dal Sud a rubarc… ah no scusate, mi sono distratto.

E’ che sono un leghista semplice. E non riesco a stargli dietro. Ma ci provo. In fondo mi accontento di poco: un padrone da seguire qualsiasi cosa dica e che indossi felpe e mangi arancini per farmi sentire che lui è come me; un popolo da odiare e a cui addossare la colpa di ogni mio problema. E sto bene così. Mi accontento.

L’ho detto. Sono un leghista semplice.

Tratto da:

https://www.facebook.com/Italia.SENZA.Berlusconi/photos/a.765667340137972/2306385326066158/?type=3&theater

 

Il curioso conflitto d’interesse del leghista Pillon, difensore della “famiglia tradizionale” – Nel suo ddl sull’affido condiviso vuole rendere obbligatoria (E A PAGAMENTO) la MEDIAZIONE FAMILIARE… Ma tu guarda un po’ le coincidenze, Pillon fa proprio il MEDIATORE FAMILIARE…!

 

conflitto d'interesse

 

 

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Il curioso conflitto d’interesse del leghista Pillon, difensore della “famiglia tradizionale” – Nel suo ddl sull’affido condiviso vuole rendere obbligatoria (E A PAGAMENTO) la MEDIAZIONE FAMILIARE… Ma tu guarda un po’ le coincidenze, Pillon fa proprio il MEDIATORE FAMILIARE…!

Da L’Espresso:

Quel curioso conflitto d’interesse del leghista Pillon, difensore della “famiglia tradizionale”

Nel suo ddl sull’affido condiviso vuole rendere obbligatoria (e a pagamento) la mediazione familiare. E lui fa proprio il mediatore. Tanto che per promuovere la sua attività sul sito del proprio studio legale scrive: «È in corso di approvazione una modifica al codice civile»

DI SIMONE ALLIVA
Senatore leghista ma anche avvocato. Membro di spicco del Family Day e promettente “cacciatore di streghe” nelle scuole. Ma non solo. Il senatore Simone Pillon che si è distinto negli ultimi mesi per diverse iniziative a favore della “famiglia tradizionale” è anche un mediatore familiare.

Un ruolo che la riforma dell’affido condiviso, firmata proprio da Pillon, renderebbe obbligatorio e a pagamento. In relazione alla mediazione familiare, il ddl prevede la creazione presso il ministero della Giustizia di un apposito albo dei mediatori e punta a rendere obbligatorio il ricorso alla mediazione in caso di separazione e di divorzio. Se prima era una possibilità, quello del mediatore potrebbe diventare un imperativo piuttosto oneroso, pronto a ingrossare il bilancio di spesa per le coppie che si vogliono separare.

E ad avvantaggiarsene sarebbero proprio i mediatori, di cui Pillon fa parte. Il senatore leghista vanta infatti nel curriculum un master breve di Mediazione Familiare accreditato dall’AIMEF (2011-2013). E la sua proposta normativa introduce e regolamenta questa figura stabilendo ruoli e competenze del mediatore che dovrà guidare gli ex coniugi a gestire, nel miglior modo possibile per i figli, la separazione. I coniugi con figli minori per separarsi dovranno essere, per legge, seguiti da un mediatore per una durata massima di sei mesi.  La mediazione familiare prevede da sei a dieci incontri con un costo variabile da 50 ai 100 euro ad incontro.

Come già riportato su La Repubblica da Alessandro Simeone, Avvocato del Comitato Scientifico de Il Familiarista, portale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di Giuffrè Francis Lefebvre: «Le nuove norme metteranno a disposizione degli avvocati e psicologi che siano anche mediatori familiari sino a 77 milioni di euro all’anno a disposizione dei “mediatori familiari”; soldi che saranno pagati dai cittadini, visto che il ddl Pillon prevede che lo Stato non ci metta un euro senza considerare i corsi di formazione per diventare mediatori familiari, che dovranno essere seguiti dagli avvocati “junior” o dai giovani laureati in disciplina “sociali mediche, psicologiche, giuridiche o pedagogiche». Altri nove milioni di euro, calcola Simeone.

Eppure l’opportunità della mediazione familiare per gli avvocati risulterebbe inutile. È quanto emerge dal questionario elaborato dall’Organismo unitario dell’avvocatura sulla mediazione familiare, che ha coinvolto nel 2016, 80 diversi fori di appartenenza. “Esperienze negative, accordo difficile da raggiungere, mancanza di fiducia nei confronti dei mediatori non avvocati, che rischiano di essere solo un ulteriore orpello burocratico nella risoluzione della lite”.

Disturba inoltre parte della maggioranza giallo-verde il fatto che sul sito del proprio studio legale il senatore Pillon nel pubblicizzare le competenze legali alla voce “mediazione familiare” assicuri l’approvazione del proprio ddl: “È in corso di approvazione una modifica al codice civile” si legge “che conferirà grande rilievo all’attività di mediazione nel corso dei procedimenti per la separazione dei coniugi. In vista di ciò in molti Atenei italiani si stanno realizzando corsi di alta formazione (Master) finalizzati alla creazione del profilo di “mediatore familiare”.

«Un caso di opportunismo un po’ scomodo» confessa all’Espresso una fonte vicina al governo. Il ddl è stato al momento soltanto incardinato in Commissione Giustizia. Fermo, probabilmente per qualche mese.

fonte: http://m.espresso.repubblica.it/attualita/2018/09/17/news/pillon-1.327016?fbclid=IwAR1OQqAOkKIqIWBpXY0ruDtR3wxSx4cVf9eqj_ijrrq9VaeDS1C0IyKqlK8

Il Ministro dell’Istruzione leghista Bussetti offende il Sud: “Non servono soldi, ma devono lavorare di più” …In campagna elettorale avrebbero promesso valanghe di denaro, ora solo offese… FIRMA ANCHE TU PETIZIONE PER MANDARE A CASA QUESTO AVVOLTOIO…!

 

Bussetti

 

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Il Ministro dell’Istruzione leghista Bussetti offende il Sud: “Non servono soldi, ma devono lavorare di più” …In campagna elettorale avrebbero promesso valanghe di denaro, ora solo offese… FIRMA ANCHE TU PETIZIONE PER MANDARE A CASA QUESTO AVVOLTOIO…!

Da I Nuovi Vespri:

Firmiamo la petizione per mandare a casa il Ministro dell’Istruzione leghista che offende il Sud

La petizione è stata lanciata su Change. org dallo scrittore e giornalista, Pino Aprile. Obiettivo: mandare a casa il Ministro leghista della Pubblica Istruzione che offende non soltanto la verità, non soltanto il mondo della scuola del Sud, ma soprattutto l’intelligenza. In questo articolo troverete i ‘numeri’ che illustrano come il Nord ruba al Sud anche i soldi della scuola.

Può un Ministro della Pubblica Istruzione offendere il mondo della scuola del Sud? Purtroppo al tempo di Matteo Salvini succede anche questo: succede che Marco Bussetti, allenatore di Basket e Ministro dell’Istruzione, per giustificare gli scippi alle scuole del Mezzogiorno d’Italia, tiri fuori una teoria, ovviamente a favore delle scuole del Centro Nord, in base alla quale le scuole del Meridione non avrebbero bisogno di fondi, ma di “impegno”:

“No, ci vuole l’impegno del Sud, vi dovete impegnare forte, questo ci vuole”.

La cosa non è piaciuta a Pino Aprile, lo scrittore e giornalista autore del libro Terroni, che ha lanciato subito una petizione on line su Change.org per mandare a casa il Ministrro leghista antimeridionale.

“Cacciamo immediatamente Marco Busetti, un Ministro indegno, firma per le dimissioni”: questo il titolo della petizione. Che vale la pena di leggere:

“Il Ministro Marco Bussetti must go, se ne deve andare. La serie degli ultimi governi ha messo il Dicastero dell’Istruzione nelle mani dei peggiori ministri di sempre, sino all’attuale, leghista e allenatore di basket. Per lui, non servono più fondi per le scuole disastrate del Mezzogiorno a cui il Nord ha rubato il soldi per le scuole terremotate (che sono nella stragrande maggioranza a Sud, mentre i soldi per restaurarle finirono per il 97 per cento al Centro-Nord) o per ristrutturare quelle malmesse (quasi mezzo miliardo che fu sottratto e speso diversamente); o per la ricerca collegata alle start up (un miliardo che venne destinato all’illuminazione del Veneto, alle compagnie di navigazione sul lago di Garda, all’industria bresciana delle armi); o per combattere l’evasione scolastica altissima a Scampia e in alcuni quartieri di Palermo (ma i soldi andarono soprattutto al Nord, specie Lombardia)…”.

Numero alla mano, il Centro Nord scippa al Sud anche i soldi per le scuole. Poi arriva il Ministro leghista, Busetti, e ci viene anche a dire che no, le scuole del Sud non hanno bisogno di soldi: le scuole meridionali si devono organizzare (mentre le scuole del Centro Nord di ‘organizzano’ con i nostri soldi) e, soprattutto, si debbono impegnare di più…

“Eppure, per un Ministro di adamantina anima leghista – si legge ancora nella petizione – contro il divario cui la scuola del Mezzogiorno è stata condannata da un Paese razzista, non servono più fondi per attrezzare gli istituti, aiutare i ragazzi in difficoltà ambientali e familiari, no: ‘Ci vuole più impegno, più lavoro e sacrificio al Sud per recuperare il gap con il Nord. Vi dovete impegnare forte, è questo che ci vuole’”.

“Capito? Non è colpa di chi riduce la scuola del Sud in condizioni disastrate, senza mense, in edifici precari; no, è colpa dei meridionali. E ora, con la legge sul regionalismo differenziato, vogliono sottrarre ancora un miliardo e mezzo alle scuole del Sud, e trattenere i 9/10 delle tasse nelle Regioni più ricche, in modo da poter pagare meglio i loro docenti, offrire agli studenti scuole sempre più fornite e una formazione più completa; in tal modo, i migliori professori finirebbero al Nord, e verso quelle scuole si creerebbe, dalle Regioni più povere, come già avviene per le università, una migrazione di studenti con maggiori disponibilità, ufficializzando la creazione di scuole per ricchi al Nord e di serie B nel Meridione”.

A questo punto Pino Aprile fa un’analisi cruda di come, negli ultimi anni, lo Stato italiano, attraverso Governi nazionali ‘colonialisti’, ha trattato le scuole e le università del Sud, sottolineando che le dichiarazioni dell’allenatore di Basket diventato Ministro leghista dell’Istruzione sono l’inevitabile punto di arrivo di un Paese sbagliato che considera il Sud un luogo da sfruttare:

“È la naturale conclusione di un percorso – scrive Pino Aprile -: da Maria Stella Gelmini, del centrodestra con uso di Lega, che escluse dai programmi di letteratura del Novecento tutti i poeti e gli scrittori meridionali; a Francesco Profumo, del governo ‘tecnico’ Monti, con il suo progetto di dividere l’Italia in tre, per borse di studio differenziate Nord-Sud; a Maria Chiara Carrozza del PD, che emanò il decreto per uccidere le università del Sud, stabilendo che quelle che sorgono in territori più ricchi sono migliori; a Stefania Giannini, della Margherita, che riuscì a non fare niente o quasi; a Valeria Fedeli, PD, ‘la più migliore’, con la sua terza media. Ora Marco Bussetti, che addossa al Sud le conseguenze della gestione differenziata e antimeridionale del diritto allo studio. Questo Ministro non deve restare un giorno di più al suo posto. Firmate per cacciarlo!”.

QUI BUSSETTI CHE OFFENDE I MERIDIONALI

QUI L’APPELLO CHE POTETE FIRMARE

 

Articolo di I Nuovi Vespri

 

Il leghista Ciocca presenta il conto ad un albanese in ospedale: per i suoi crimini ci è costato 6.500 Euro di soldi nostri! …Qualcuno ora spieghi a Ciocca che resterà un pagliaccio e uno sciacallo finché non andrà da Salvini per chiedere dei 49.000.000 che la Lega si è fottuto… E parliamo sempre di soldi nostri!

 

leghista

 

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Il leghista Ciocca presenta il conto ad un albanese in ospedale: per i suoi crimini ci è costato 6.500 Euro di soldi nostri! …Qualcuno ora spieghi a Ciocca che resterà un pagliaccio e uno sciacallo finché non andrà da Salvini per chiedere dei 49.000.000 che la Lega si è fottuto… E parliamo sempre di soldi nostri!

Leggo dell’onorevole (?) leghista Angelo Ciocca che si presenta in un ospedale pubblico per “presentare il conto” a un albanese operato per una pallottola presa durante un tentativo di furto.

E parliamo di ben 6.500,00 Euro di soldi nostri…

Una schifosa pagliacciata per prendere una manciata di voti in più. Uno sciacallo, insomma…

 

Un pagliaccio sciacallo e la penserò così finché il sig. Ciocca, anzichè reclamare i 6.500,00 Euro dall’albanese, non presenti a casa di Salvini per chiedere conto dei 49.000.000 di Euro che la Lega Ladrona si è fottuto…!

Leggi:

Per non dimenticare – Lega ladrona ridacci i nostri 49 milioni!

Da Fanpage:

La vergogna dell’europarlamentare Ciocca, che chiede il conto a un malato su un letto d’ospedale

L’onorevole leghista Angelo Ciocca si presenta in un ospedale pubblico per “presentare il conto” a un albanese operato per una pallottola presa durante un tentativo di furto. Per un pugno di voti.

Se vi avanza qualche posto nella vostra collezione di leghisti che per un po’ di propaganda sono pronti a coprirsi di ridicolo preparatevi ad accogliere la figurina di Angelo Ciocca, il “Brad Pitt” della Lega, che salì alle cronache politiche per le sue 19mila preferenze su Pavia alle elezioni regionali lombarde quando nel 2010 superò addirittura Renzo Bossi, allora erede designato del padre Umberto. Una carriera fulminante, quella di Ciocca, che sembrava avviarsi lesta verso i più alti quadri nazionali finché il cambio di segreteria (con la nuova Lega di Salvini) e gli assestamenti interni al partito non l’hanno convinto a godersi un po’ di quiete nel Parlamento Europeo (primo dei non eletti subentrato dopo la morte di Gianluca Buonanno che lo precedeva in lista).

Due giorni fa Ciocca ha improvvisato un blitz presso il Policlinico San Matteo di Pavia per consegnare a Zef Tuci (un albanese di ventisei anni attualmente indagato per rapina e operato d’urgenza quando due settimane fa è stato colpito da un colpo di fucile sparato da un cinquantaseienne di Casteggio, Antonio Bonfiglio, che l’aveva trovato nottetempo nel proprio cortile) un cartello riportante la scritta: “Il tuo crimine ci è costato 6.500 euro”.
Capiamoci bene: un europarlamentare si presenta in una struttura ospedaliera senza nessuna autorizzazione e al di fuori dell’orario di visite (“se ne assumerà tutte le responsabilità”, riferisce l’ufficio stampa del Policnico) per presentare il conto a un presunto ladro albanese (il processo inizierà nei prossimi giorni) preso a fucilate (vere, mica presunte) da “l’amico Antonio” (perché Ciocca nel video insiste nel farci sapere che la sua reazione è dovuta al dispiacere “verso un amico, che conosco molto bene”) stabilendo prima ancora della Giustizia italiana le colpe, la pena e l’ammontare del risarcimento (sempre a riguardo del computo delle spese ipotizzate da Ciocca il Policnico dichiara di “non avere idea di come siano state calcolate”).

È ancora una volta il concetto aberrante della giustizia fai da te (a cui questa volta si aggiunge la pena del pubblico ludibrio) che dalle parti della Lega viene sventolata in nome di una difesa sempre legittima. E fa niente che per uno scherzo del destino in questo caso sia proprio il leghista Ciocca ad avere violato lo spazio privato (e cosa c’è di più privato del proprio letto di ospedale) per scippare qualche briciolo di propaganda. Il tutto (tanto per rendere il quartetto ancora più goffo) proprio mentre 4 primari della sanità lombarda (del Pini e del Galeazzi) vengono arrestati per tangenti, proprio nella regione governata dalla Lega.

Sfugge un piccolo particolare all’onorevole Ciocca: il compito della politica non è parteggiare per i disperati di una o dell’altra fazione ma regolamentare le soluzioni alle disperazioni. In fondo quella pallottola nello sterno e il tentativo di furto (poi ognuno secondo la propria coscienza deciderà chi ci ha rimesso di più) sono un tema su cui portare proposte e azioni (e no, non attacca il fatto che sia albanese, poiché la comunità albanese da più di qualche anno è integrata e fondamentale per l’economia lombarda). E la decisione sulla pena spetta a tutt’altro che a un leghista con un cartello cartonato.

fonte: https://www.fanpage.it/la-vergogna-dell-europarlamentare-ciocca-che-chiede-il-conto-a-un-malato-su-un-letto-d-ospedale/