Salvini ignora la strage di Bologna: 85 morti, ma non una parola! Purtroppo per lui sono stati i fascisti, non i migranti!

Salvini

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Salvini ignora la strage di Bologna: 85 morti, ma non una parola! Purtroppo per lui sono stati i fascisti, non i migranti!

Niente Papeete, niente migranti, niente populismo. Nulla che possa accalappiare le masse dei suoi follower. E quindi silenzio.

Oggi sono 40 anni dalla strage che il 2 agosto del 1980 sconvolse Bologna e l’Italia intera: 85 italiani morirono uccisi dai fascisti, nell’attentato che è ancora avvolto nel mistero e per il quale, quarant’anni dopo, si chiede ancora verità e giustizia.

Ogni personalità politica d’Italia ha espresso un pensiero. Persino Giorgia Meloni, nonostante ovviamente porti avanti la tesi che giustifica i membri dei Nar, ha twittato in ricordo dell’anniversario.

Matteo Salvini no. Neanche una parola su una delle pagine più nere della storia d’Italia. Il suo feed di Twitter è un continuo prendersela con i migranti e col Governo: ovvio che non abbia detto nulla, si sarebbe trattato esclusivamente di memoria storica, memoria – soprattutto – antifascista. Niente Papeete, niente migranti, niente populismo. Nulla che possa accalappiare le masse dei suoi follower. E quindi silenzio, da parte di colui che vorrebbe guidare il paese.

tratto da: https://www.globalist.it/politics/2020/08/02/salvini-ignora-la-strage-di-bologna-sono-stati-i-fascisti-non-i-migranti-2062714.html

I leghisti hanno ragione: mentre il Paese affonda è vergognoso suonare in una manifestazione a favore dei ragazzi disabili. Molto, molto meglio andare ad ubriacarsi al Papeete e sbavare dietro le cubiste…

 

leghisti

 

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

I leghisti hanno ragione: mentre il Paese affonda è vergognoso suonare in una manifestazione a favore dei ragazzi disabili. Molto, molto meglio andare ad ubriacarsi al Papeete e sbavare dietro le cubiste…

 

La Bestia ridicolizza Conte per aver suonato insieme a dei ragazzi autistici, Fiorella Mannoia: “Miserabili”

Al concerto improvvisato hanno preso parte Giuseppe Conte, il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova.

La Bestia di Salvini sta raggiungendo livelli di bassezza mai visti prima: è riuscita a far passare la partecipazione del Governo a una manifestazione sotto Montecitorio insieme a PizzAut, l’associazione nella quale sono impegnati ragazzi autistici, per una ‘buffonata anti-italiana’. E i fan di Salvini ci hanno pure creduto.

Bene dice Fiorella Mannoia: “Fin dove può arrivare la bassezza umana. Questa era una manifestazione a favore della disabilita. Quando si dice miserabili” scrive la cantante, citando il video.

Al concerto improvvisato hanno preso parte Giuseppe Conte, il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova. PizzAut, infatti, aveva fatto tappa a Montecitorio per sensibilizzare la classe politica sul tema dell’integrazione sociale e lavorativa dei diversamente abili e degli autistici. Durante l’incontro i ragazzi hanno presentato al premier la “pizza DPCM” che Giuseppe Conte ha gradito definendola: “Il migliore DPCM mai fatto prima”.

I tamburi erano della Banda Rulli Frulli un “Progetto di musica, integrazione e riutilizzo creativo dei materiali di recupero presso la Fondazione Scuola di Musica C. & G. Andreoli (MO) in convenzione con il servizio di Neuropsichiatria infantile dell’azienda USL di Mirandola” come si legge sul loro sito ufficiale.

Ma la Bestia è riuscita a trasformare questa iniziativa in un video patetico montato con le scene di Titanic e la didascalia: “Mentre l’Italia affonda loro suonano i tamburi”.

 

fonte: https://www.globalist.it/culture/2020/08/02/la-bestia-ridicolizza-conte-per-aver-suonato-insieme-a-dei-ragazzi-autistici-fiorella-mannoia-miserabili-2062727.html

Così Licio Gelli pagò in anticipo i fascisti per eseguire la strage di Bologna

 

strage di Bologna

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Così Licio Gelli pagò in anticipo i fascisti per eseguire la strage di Bologna

Dall’inchiesta emerge che il Venerabile della loggia P2 consegnò 1 milione di dollari a luglio sui 5 che servivano per finanziare la strage. Tra i mandanti anche Mario Tedeschi, ex senatore del Msi

Le ultime indagini confermano non solo la matrice fascista, ma anche lo zampino piduista in un tentativo di destabilizzare il paese negli anni successivi alla strategia della tensione.

Ora è emerso che per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 ammonterebbe a circa 1 milione di dollari (sui 5 totali che, la somma che secondo la Procura generale di Bologna, servì a finanziare l’attentato e i successivi depistaggi) l’anticipo consegnato in contanti ad alcuni esecutori della strage del 2 agosto 1980 alla fine di luglio dell’80, pochi giorni prima dell’esplosione nella stazione ferroviaria del capoluogo emiliano.
Gli inquirenti hanno scoperto, nel corso dell’indagine sui mandanti e i finanziatori dell’attentato- nell’ambito della quale è già stato chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone (tra cui l’ex esponente di Avanguardia nazionale, Paolo Bellini) – che nei giorni immediatamente precedenti la strage Licio Gelli, un suo factotum e alcuni degli esecutori si trovavano nella stessa località.

Lì, si ipotizza, Gelli (indicato dalla Procura generale, assieme ad Umberto Ortolani, come mandante-finanziatore della strage) o un suo emissario avrebbero consegnato il milione di dollari in contanti agli attentatori. È anche possibile che il ‘prezzo’ della strage, pagato in contanti prima dell’attentato e successivamente con bonifici all’estero, fosse superiore a cinque milioni di dollari, ma il flusso di denaro si arrestò dopo lo scoppio dello scandalo P2, nel marzo del 1981.

Un’altra parte di quei soldi, circa 850.000 dollari, fini’ invece a Federico Umberto D’Amato, ex capo dell’Ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno, ritenuto dalla Procura generale mandante-organizzatore dell’attentato, che secondo l’ipotesi investigativa teneva i contatti con la destra eversiva tramite Stefano Delle Chiaie, capo di Avanguardia nazionale che, come risulta da diversi processi, frequentava l’ufficio di D’Amato.
Sempre da quei cinque milioni arrivarono, secondo gli investigatori, anche i soldi che servirono a finanziare il depistaggio a mezzo stampa.
In particolare, gli inquirenti ritengono che una somma andò a Mario Tedeschi – piduista, ex senatore del Msi e direttore del settimanale ‘Il Borghese’, ritenuto uno degli organizzatori della strage per aver “coadiuvato D’Amato nella gestione mediatica dell’evento e nell’attività di depistaggio delle indagini”- perché portasse avanti una campagna depistatoria sul suo settimanale, sostenendo l’ipotesi della ‘pista internazionale’ per l’attentato.

Questa ricostruzione sarebbe provata, tra le altre cose, dal fatto che nel documento ‘Bologna’, sequestrato a Gelli al momento del suo arresto nel 1982, c’è un riferimento a Tedeschi con scritto ‘Artic’, che per gli inquirenti significherebbe ‘articoli’.

Tedeschi, Gelli, Ortolani e D’Amato, comunque, non potranno essere processati, in quanto sono morti da anni, mentre ancora non è stata fissata la data dell’udienza preliminare per Bellini e le altre tre persone coinvolte nella prima tranche dell’inchiesta sui mandanti, vale a dire l’ex generale del Sisde, Quintino Spella, l’ex Carabiniere, Piergiorgio Segatel, e Domenico Catracchia, responsabile delle società, legate ai servizi segreti, che affittavano gli appartamenti di via Gradoli dove, nel 1981, trovarono rifugio alcuni appartenenti ai Nar.

 

 

fonte: https://www.globalist.it/news/2020/07/24/cosi-licio-gelli-pago-in-anticipo-i-terroristi-per-fare-la-strage-di-bologna-2062330.html