Il grande editoriale di Marco Travaglio – “Il Rieccolo”

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In principio era Occhetto. Poi vennero D’Alema, Prodi, Veltroni, Rutelli, Fassino, Franceschini, Bersani, Epifani e Letta. Dieci leader del centrosinistra – si chiamasse Pds, Ulivo, Ds, Unione o Pd – in vent’anni. Tutti politicamente defunti come i Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, rasi al suolo, seppelliti dall’uomo, diciamo l’ometto, che tutti giuravano di distruggere: dalla “gioiosa macchina da guerra” occhettiana allo “smacchiare il giaguaro” bersaniano. Senza dimenticare tutti gli aspiranti leader del centrodestra, anch’essi allineati nel cimitero della politica a riposare in pace: Dini, Fazio, Tremonti, Buttiglione, Casini, Bossi, Fini, Monti. Ora c’è l’undicesimo, Renzi che, poco prima di farci il Patto del Nazareno, aveva twittato: “Lo asfaltiamo”, “game over”. E, sull’altra sponda, c’è l’altro Matteo, nel senso di Felpa Salvini, che dice di non poterne più del vecchio puzzone e oggi scende nella Capitale per farglielo vedere lui di cosa è capace in quella che un tempo era Roma Ladrona. Auguri anche a loro, naturalmente.

Chissà che i due Mattei, complice anche l’incedere inesorabile dell’età e della giustizia, non riescano là dove gli altri dieci hanno fallito.   Ma l’impressione è che neanche loro abbiano ben inquadrato il personaggio: lo trattano come un normale politico con cui discutere di riforme, di programmi, di alleanze, di legge elettorale, di Costituzione. Tutti temi che l’hanno sempre annoiato a morte, salvo quando impattano con l’unica cosa che gli scalda il cuore: il portafogli, con annessi e processi. Renzi pensava di ingabbiarlo in un accordo sull’Italicum e sul Senato delle autonomie, facendo leva sulla sua presunta ansia di passare alla storia come padre ricostituente: sai che palle. Infatti, al secondo incontro, B. era già lì che lo ricattava con l’“agibilità politica” (il salvacondotto giudiziario) e gli affari di Mediaset.

E alla fine, per tenerlo legato al tavolo delle riforme, ha dovuto mettergli sul mercato Rai Way, fare qualche regaluccio qua e là al Biscione, tenergli ferma la Rai, non toccare le norme su corruzione, prescrizione, falso in bilancio, conflitto d’interessi, e infine omaggiarlo del decreto natalizio con condono fiscale incorporato. Col risultato che su quei fronti non s’è fatto nulla, e B. alla fine le riforme non le vota lo stesso. Oppure le vota, chi lo sa, che gliene frega. È l’esatto replay della Bicamerale, con D’Alema tutto intento a tenerselo buono per anni in cambio di infiniti favori sulla giustizia e le tv: il Caimano incassò tutto fingendosi un aspirante riformatore, e alla fine fece saltare il tavolo lasciando il Conte Max con un pugno di mosche e facendolo odiare per sempre dai suoi elettori. E Veltroni, ve lo ricordate? Per non disturbare, non lo nominava neppure: “Il principale esponente dello schieramento avversario”, lo chiamava. Una prece. E Monti, quello che elogiava lo statista che s’era dimesso buono buono per fargli spazio? Un lumino. E Letta nipote, quello del governo di larghe intese e di pacificazione nazionale? L’eterno riposo.  Ora il Caimano, che tutti davano per morto, diventa socio dello Stato e si accinge a papparsi un bel fascio di torri e di antenne della Rai, e magari già che c’è pure la Rizzoli Libri. Intanto i titoli delle aziende volano in Borsa. La sua kriptonite sono i miliardi, le tv e i giornali. E passa pure per un gigante degli affari, perché così conviene dipingerlo a tutti i nani che lo circondano e si fanno continuamente fregare da lui. E il bello è che la tecnica del raggiro non cambia. È sempre la stessa: quella del chiagni e fotti. Lui piange miseria, frigna che ce l’hanno tutti con lui, si dipinge come uomo finito, sull’orlo della bancarotta e dell’esilio, con un piede ai Caraibi, così impietosisce le sue prede e le attira verso il bacio della morte, poi piazza il colpo letale e passa alla cassa lasciando sul selciato una scia di cadaveri. Quelli di chi si credeva più furbo di lui. L’unico ancora spendibile, non a caso, è Prodi, che è anche l’unico che mai si sedette a trattare con lui, memore della lezione di Cecchi Gori: “Silvio è uno che, se gli dai un dito, si prende il culo”. Gli altri ci son cascati tutti.  Se Wanna Marchi continuasse a truffare la gente col mago Do Nascimento e la statuina di sale che si scioglie nell’acqua benedetta da lei: dopo un po’ la gente la sgama e si fa furba. Come se un goleador tirasse i rigori sempre nello stesso posto con la stessa finta: dopo un po’ il portiere si butta dalla parte giusta e para. I politici italiani no: continuano a farsi fregare da vent’anni dalla stessa persona con lo stesso trucco. Montanelli, parlando delle continue resurrezioni di Fanfani, lo chiamava “il Rieccolo”. Ma quello era talento puro, fra cavalli di razza come Andreotti, Moro, Donat-Cattin, Colombo & C.. Il caso B. è diverso: non è lui che è furbo, sono gli altri che sono fessi.

Da Il Fatto Quotidiano del 28/02/2015.

Volete sapere chi è che ci governa? Basta leggere le motivazioni della sentenza di assoluzione della Corte dei Conti: Matteo Renzi è “Incapace di comprendere l’illegittimità del suo operato” !!!

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Matteo Renzi è INCAPACE, lo dice la Corte dei Conti

pubblicate le motivazioni della sentenza della Corte dei Conti con la quale venne assolto in appello il premier Matteo Renzi, condannato in precedenza a pagare 14mila euro per delle presunte illegittime assunzioni quando occupava la presidenza della Provincia di Firenze.

Matteo Renzi è “Incapace di comprendere l’illegittimità del suo operato”.

Con la pubblicazione delle motivazioni relative all’assoluzione del premier Matteo Renzi, arriva anche un grande imbarazzo. In seguito all’assoluzione Matteo Renzi annunciò al paese su twitter:

“La verità viene finalmente ristabilita.”

Ma in base alle spiegazioni dei giudici, Matteo Renzi sarebbe stato assolto perché:

 

“Collegio ritiene di poter rilevare l’assenza dell’elemento psicologico sufficiente a incardinare la responsabilità amministrativa, in un procedimento amministrativo assistito da garanzie i cui eventuali vizi appaiono di difficile percezione da parte di un ‘non addetto ai lavori’”.

Praticamente, dato che è “non addetto ai lavori” non è stato in grado, all’epoca dei fatti, di percepire,comprendere l’illegittimità del suo operato, che quindi resta illegittimo.

I fatti risalgono al tempo in cui Matteo Renzi era presidente della Provincia di Firenze. A giudizio del sostituto procuratore contabile aveva inserito nel suo staff 4 persone estranee all’amministrazione, inquadrati come funzionari.

Questa qualifica richiederebbe una laurea, ma combinazione i quattro individui non ne erano provvisti. Tutto iniziò a seguito di una denuncia anonima sull’assunzione di Carrai Marco, un grande sostenitore del premier, all’epoca dei fatti 29enne, inserito nella segreteria del presidente nonostante la mancanza dei requisiti e dei titoli richiesti.

Per ben 5 anni, i quattro avrebbero usufruito di uno stipendio maggiorato. Una trasgressione che ha prodotto danni all’amministrazione per circa 2 milioni di euro, con riduzione da parte dei giudici di primo grado ad un risarcimento di soli 50 mila Euro, di questi solo 14 mila sono stati dichiarati a carico del presidente.

A giudizio di alcuni giuristi, si aggiunge al tutto un nuovo problema, questo principio potrebbe aprire le porte ad:

sistema diffuso di elusione della responsabilità erariale.

Ne potrebbero usufruire politici ai vertici, i quali sarebbero “non addetti ai lavori” quindi non potranno essere ritenuti responsabili di eventuali atti illegittimi da loro operati.

Dopo questa sentenza, in molti potranno dire: “Matteo Renzi è incapace”

 

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fonte:http://www.kontrokultura.it/matteo-renzi-incapace-lo-dice-corte-conti/

Ecco chi è Giuliano Ferrara: insulta i Lucani perchè sono contrari alle trivellazioni nella loro terra. Perchè? Perchè il suo giornale è sponsorizzato dall’ENI !!

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gente 3a

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Salve mi presento mi chiamo Giuliano Ferrara, sono a favore delle trivellazioni in Basilicata… vi ho definito dei pecorai e se non autorizzate le estrazioni tornate a fare i pastori… sappiate che il mio giornale Il Foglio è costato alla collettività 50 milioni di € di finanziamenti pubblici in 10 anni e percepisce sponsor da ENI… (è giunta notizia che addirittura questa dichiarazione sia stata resa da un prof. universitario di Bari stiamo verificando bene quanti mascalzoni si sono prestati.. a questa ennesima offesa)

E’ morto Carmine Schiavone, ex boss della Camorra. Era un criminale assassino, ma almeno lui lo scandalo della Terra dei Fuochi lo aveva denunciato, non come i nostri politici che lo hanno insabbiato per 20 anni sulla pelle della gente che ci è crepata !!

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L’ex boss – che aveva iniziato a collaborare con la Dda di Napoli nel 1993 e ritenuto attendibile dalla Direzione nazionale antimafia almeno fino al 2010 – era ricoverato da alcuni giorni per le conseguenze di una caduta

È morto questa notte all’ospedale di Belcolle di Viterbo l’ex collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, già ai vertici del clan dei casalesi. L’ex boss – che aveva iniziato a collaborare con la Dda di Napoli nel 1993 e ritenuto attendibile dalla Direzione nazionale antimafia almeno fino al 2010 – era ricoverato da alcuni giorni per le conseguenze di una caduta nella sua residenza.

Secondo quanto appreso da ilfattoquotidiano.it Schiavone era stato operato nei giorni scorsi e doveva essere dimesso a breve. Al momento la causa della morte non è chiara. Le prime informazioni parlano di arresto cardiaco improvviso, mentre altre fonti riferiscono che l’operazione alla vertebra lesionata dall’incidente era andata bene.

Carmine Schiavone nel2013 aveva rilasciato alcune interviste in cui per la prima volta pubblicamente, ricostruiva gli accordi tra clan dei Casalesi e pezzi della politica e dell’imprenditoria per lo sversamento illegale di rifiuti pericolosi in Campania. Notizie che, in buona parte, l’ex collaboratore aveva già fornito alla magistratura tra il 1993 e il 1997. Schiavone aveva, tra l’altro, raccontato l’attività criminale dei clan nella zona del basso Lazio, tra la provincia di Latina e quella di Frosinone, indicando la discarica di Borgo Montello – ad una cinquantina di chilometri da Roma – come uno dei luoghi degli sversamenti di scorie pericolose da parte del cartello dei Casalesi.

Schiavone viveva da diversi anni in una località protetta nell’alto Lazio, insieme ad un figlio e alla moglie, con una nuova identità. Aveva concluso da qualche anno il programma di protezione e, nel luglio del 2013, aveva terminato di scontare la reclusione domiciliare. Le sue interviste hanno avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, soprattutto dopo la desecretazione dell’intero verbale della sua audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, presieduta da Massimo Scalia, dell’ottobre del 1997. In quella occasione Carmine Schiavone aveva fornito l’elenco completo degli automezzi – con targhe e nomi degli autisti – utilizzati tra la fine degli ’80 e l’inizio degli anni ’90.

 

VIDEO – SCHIAVONE: LA MAFIA ESISTE GRAZIE ALLO STATO E AI POLITICI !!

Il presidente sudanese Bashir: “Ci sono Cia e Mossad dietro l’Isis e i gruppi jihadisti” !!

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“Non c’è altra organizzazione o paese che ha un interesse affinché tali gruppi prosperino”

 

Il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, ha accusato i servizi segreti americani e quelli di Israele di essere dietro le organizzazioni terroristiche che imperversano in Medio Oriente e ha criticato il modo in cui si sta affrontando il problema ISIS.
Il presidente sudanese, in un’intervista esclusiva a Euronews, ha spiegato come le azioni del gruppo terrorista “sono brutali e sono un affronto all’Islam, un’immagine distorta dell’Islam.”. E ancora: “Le uccisioni di giornalisti o prigionieri, bruciati vivo come il pilota giordano, non hanno nulla a che vedere con i valori dell’Islam”, ha dichiarato Al Bashir.
“Nessun musulmano sarebbe disposto a commettere tali atti, attacchi, omicidi, poiché l’Islam li vieta esplicitamente”, ha detto. “Io dico che la CIA e Mossad sono dietro queste organizzazioni perché non c’è altra organizzazione o paese che ha un interesse affinché tali gruppi prosperino: solo l’interferenza degli Stati Uniti nella regione e il supporto di Israele possono spiegare perché molti giovani si uniscono a queste organizzazioni, dei gruppi che distruggono l’immagine dell’Islam “.
Bashir ha anche criticato il modo in cui questo problema viene gestito dalla comunità internazionale e ha spiegato la sua proposta. “La nostra politica di lotta contro questo tipo di estremismo è quello di sradicare alla base la loro filosofia proprio con le loro stesse armi. E le idee hanno dimostrato di funzionare: studiosi in scienze islamiche che dialogano con loro fanno abbandonare le loro idee radicali”, ha detto il presidente.

 

 

fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=10674

 

Poltrona d’oro all’amica vigilessa! E per non farle mancare l’aria di casa, anche una al fratello. Ecco un esempio di come Matteo Renzi spalanca le porte della CASTA agli amici !!

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Renzi

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L’IRRESISTIBILE ASCESA DEI FRATELLI MANZIONE ALLA CORTE DI RENZI – LUI SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI, LEI POTENTISSIMA CAPO DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DI PALAZZO CHIGI: ORA LA “ZARINA” DI RENZI PUNTA DRITTO AL CONSIGLIO DI STATO

Wanda Marra per Il Fattoquotidiano.it

Ma è vero che la Manzione diventa Consigliere di stato? L’ho letto su qualche giornale (Libero, ndr)”.

La domanda a Matteo Renzi Nicola Porro la fa a bruciapelo durante la puntata di Virus di giovedì sera. Lui palesemente non se l’aspetta. L’altro lo incalza. “L’ha nominata a Palazzo Chigi, questa….”. Sta per dire “vigilessa”, ma Renzi lo interrompe. E prende tempo: “L’avvocato Manzione è una delle personalità più importanti del nostro staff”. La nominerà a Palazzo Spada? “Abbiamo ancora molto tempo”, tergiversa lui. Poi, mette lì un dubitativo: “In genere al Consiglio di Stato mettono quelli un po’ più anziani” . E ribadisce per chi non avesse capito: “L’avvocato Manzione è una delle persone più straordinarie del mio staff”.

Nonostante le considerazioni sull’età della sua preziosa collaboratrice, il premier non dice né sì, né no. Il fatto è che nei corridoi di Palazzo Chigi se ne parla da giorni. Per la propria nomina, spinge proprio la ex vigilessa di Firenze, voluta fortemente da Renzi a capo del Dagl (Dipartimento Affari giuridici e legislativi, la macchina operativa deputata a scrivere materialmente le leggi), a dispetto del parere contrario della Corte dei Conti. Litiga con tutti, fa la guerra a tutti.

In nome della fedeltà al Capo. I cui desideri ha il compito di tradurre in legge: compito ingrato, vita difficile. E allora, vuole una polizza a vita. Questo significa che starebbe per lasciare il Dipartimento alla volta del Consiglio di Stato? No, non è questa la ratio dell’operazione: la Manzione vuole una garanzia per il futuro, ma anche una promozione, che le faccia svolgere le fatiche quotidiane dall’alto del ruolo prestigioso di Consigliere.

Uno status, insomma, che la metta al riparo, visto che i contrasti sono fortissimi a Palazzo Chigi: non va d’accordo con Roberto Garofoli, capo di gabinetto del Mef. Dall’inizio ha sostanzialmente esautorato il segretario generale di Graziano Delrio, Mauro Bonaretti (che viene dato in uscita da mesi). Litiga con tutti, fa la guerra a tutti. I provvedimenti passano tutti da lei: tanti e spesso e volentieri in arrivo a “a rate”. Nei mesi scorsi, in supplenza è andato a volte addirittura l’Ufficio legislativo del Quirinale. Una stampella che però adesso viene a mancare: come saranno i rapporti di Palazzo Chigi con il legislativo che metterà su Sergio Mattarella?

Nel frattempo, a Palazzo Spada sono piuttosto preoccupati. La voce della possibile nomina è arrivata anche a loro. Ma nulla più di una voce. Il governo deve scegliere nel prossimo futuro 6 consiglieri (di un organismo che, peraltro, più volte Renzi ha fatto intendere di voler rottamare). In genere, la prassi è che il premier prenda contatti, annunci le sue intenzioni. Stavolta, nulla. Nessuna telefonata ufficiale, nessuna consultazione. Lui sta riflettendo: non solo per le esigenze della Manzione a Palazzo Chigi, ma anche perché rafforzarsi al Consiglio di stato potrebbe essere una mossa utile.

La Manzione, 51 anni, di Lucca, oltre all’insegnamento di diritto negli istituti superiori, vanta il romanzo “Miranda va alla guerra”, premio miglior scrittore 2010 di Toscana. E la fiducia assoluta del presidente del Consiglio è una questione di famiglia.

Il primo ad arrivare in un posto di rilievo nei palazzi romani è stato il fratello, Domenico Manzione. Nominato Sottosegretario all’Interno nel governo Letta. Uno dei tre posti di governo in quota Renzi. Anche lui è una vecchia conoscenza del presidente del Consiglio: magistrato, è stato a lungo pubblico ministero a Lucca, nella procura diretta da Giuseppe Quattrocchi, che fu promosso capo della procura di Firenze quando Renzi era sindaco. Oggi Quattrocchi è consigliere del nuovo sindaco Dario Nardella. E Manzione nel governo Renzi è ancora Sottosegretario agli Interni. Buon sangue non mente.

 

fonte: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/irresistibile-ascesa-fratelli-manzione-corte-renzi-lui-94988.htm

Prodi confessa: “Sul debito della Grecia, Francia e Germania mi obbligarono a tacere” !!

 

 

 

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Prodi, ex premier nel 2003, durante un’ intervista fatta dal quotidiano tedesco “Tagesspiegel” risponde ad una serie di domande confessando anche qualche retroscena…

L’intervista ha spaziato su una serie di argomenti vasti ma il fulcro principale, ovviamente è stato l’euro, le sue conseguenze e i suoi benefici (sempre ce si sono).
Tra le tante domande, il quotidiano Tedesco chiede a Prodi se l’ingresso della Grecia nell’euro è stato un errore clamoroso.
La sua risposta è stata a dir poco sconvolgente…

 

“Non parlerei di un errore: solamente e’ stato fatale non avere alcun controllo sul budget a disposizione. Questo controllo era presente prima dell’euro ma poi? Italia, Germania e Francia hanno voluto cosi’ quella volta. Io provai in tutti i modi a chiedere controlli intensificati sui bilanci ma Schroeder e Chirac mi hanno severamente detto che dovevo tacere”, conclude l’ex premier.

Perchè Prodi doveva tacere?
Per quale motivo questi controlli di bilancio sono stati rifiutati?
Se non fossero stati eliminati, a quest’ ora probabilmente non stavano in questa situazione penosa, dove la Grecia si ritrova ad avere un debito pubblico sproporzionato tanto quanto quello dell’Italia che, parliamoci chiaramente, nessuno riuscirà mai a risanare!

L’ ex Premier Prodi ha poi aggiunto: “E’ piu’ sensato concordare un obiettivo raggiungibile da poter controllare passo dopo passo. Questo infatti,  e’ stato il caso della Germania nel secondo dopoguerra. A quei tempi infatti e’ stato saggio esentare la Germania dalla gran parte dei suoi debiti alla Conferenza di Londra del 1953: in questo modo la Germania e’ potuta tornare a crescere, e non poco”.

Perchè non si può fare la stessa cosa anche con altri Stati? Non ci sono Nazioni di serie A e Nazioni di serie B.
Tutti facciamo parte dell’Europa e non ci devono essere trattamenti speciali per nessuno in particolare!
E’ facile risollevarsi in questo modo come ha fatto la Germania, per poi puntare il dito e fare il muso duro nei confronti di chi, attualmente si trova in difficoltà….

Comunque, al di là di tutto ciò ci resta una sola osservazione da fare… TROPPE PERSONE E TROPPE NAZIONE SE NE SONO LAVATE LE MANI…
E AD OGGI, CONTINUANO ANCORA A FARLO!!!

 

Fonte: http://jedasupport.altervista.org/blog/politica/prodi-debito-grecia-obbligarono-a-tacere/?doing_wp_cron=1424460130.0540959835052490234375

 

Libia: minaccia nucleare sull’italia? Sparita la riserva di uranio di Gheddafi. Che fine ha fatto?

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Isis e quei barili di uranio spariti
Dall’universo fondamentalista dei tagliagole islamici arriva l’ultima minaccia nei confronti del nostro paese.

Una grossa quantità di uranio grezzo potrebbe essere finita nelle mani dei miliziani dell’Isis.

Si tratta dell’arsenale di Muhammar Gheddafi, che oggi rischia di rendere maggiore la portata della minaccia rappresentata dal nuovo Califfato.

Fonti accreditate assicurano che in Libia non ci sia più nulla: è stato portato via tutto. Ma la vicenda non ha i contorni chiari e ben definiti. E c’è chi ritiene che a Sebha, un tempo la capitale della regione del Fezzan, esista ancora un deposito in cui potrebbero essere custoditi oltre 6mila barili di uranio grezzo, in passato in possesso del defunto Gheddafi. Il rais, nel 2003, accettò di smantellare i suoi armamenti non convenzionali nell’ambito di una verifica condotta a livello internazionale. Ma, dopo la caduta dell’allora leader libico, l’arsenale fu affidato airibelli, che avrebbero dovuto distruggerlo. Molti di questi oggi sono passati a combattere tra le file dello Stato islamico.

E, ad oggi, non è chiaro che fine abbia fatto tutto quell’uranio, utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e faccile da commerciare ad un prezzo appetibile.

 

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Fonte: http://www.grandecocomero.com/isisi-libia-minaccia-nucleare-uranio-gheddafi/

Mentre Sanremo rincoglionisce gli Italioti, votando anche di notte come ladri, stanno smantellando la Costituzione Democratica!!

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Mentre va in onda Sanremo su RAI1, che costituisce – insieme ai mondiali di calcio – l’italico strumento di distrazione di massa per eccellenza, alla Camera dei Deputati è in atto la distruzione della Costituzione italiana ad opera del neo dittatore “de noantri”: Matteo Renzi. Con l’attiva complicità della Presidenza della Camera (Laura Boldrini e i suoi vice Roberto Giachetti e Marina Sereni).

Al grido “ce lo chiede il Paese” viene smantellata la Costituzione democratica. Io personalmente non ricordo di aver firmato petizioni in tal senso. Se qualcuno lo avesse fatto, lo prego di segnalarmelo, giusto per fare una proiezione statistica.

Non mi soffermerò sulla deprecabile scelta di imporre la seduta fiume su una riforma costituzionale. Di quella ne hanno parlato i giornali (più o meno), anche se non so in quanti hanno riportato che la “seduta fiume” non era mai stata imposta sulle riforme costituzionali, che, al contrario, necessitano di riflessione, ponderazione e riverenziale attenzione. Si parla della Costituzione! Della base della nostra democrazia.

Non mi soffermerò su “ghigliottine”, “tagliole” e “canguri”. Pure di questo hanno parlato i giornali (più o meno), anche se non so in quanti hanno riportato l’illegittimità di tali strumenti. La Costituzione (ormai inapplicata da questo Governo antidemocratico con a capo un pazzo scriteriato ormai in preda al delirio di onnipotenza e dai suoi lustrascarpe) dice:

Articolo 72

– Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.

– Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l’urgenza.

– Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti, composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera, se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dalla Camera stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni.

– La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.

No. Non mi soffermerò su questo. Mi soffermo su ciò che sta accadendo mentre va in onda Sanremo e piuttosto che raccontarlo, preferisco mettere in sequenza una serie di documenti video.

Chissà che con le figurine e gli schemini, gli italiani capiscano che mentre va in onda Sanremo su RAI1, l’Italia ha finito di essere un Paese democratico!

Cominciamo da qui:

Riccardo Fraccaro chiede alla Presidente Boldrini (la terza carica dello Stato, non dimentichiamolo) se non sia il caso di far uscire il Presidente del Consiglio dall’emiciclo.

Ovviamente la Boldrini da buon stuoino per le scarpe di Matteo Renzi risponde che il Presidente del Consiglio “ha il diritto” di stare dove è:

E no, carissima Presidente. La sua risposta denota che la sua unica aspirazione è far da zerbino per il nuovo dittatore. Perfino Walter Tocci – prima che anche lui si stendesse ai piedi di Matteo Renzi, ovviamente – in assemblea PD del 14 Giugno 2014 ebbe a dire:

Nell’Assemblea costituente quando si passò agli articoli il grande Piero Calamandrei chiese ai ministri di uscire dall’aula. E le tensioni della guerra fredda appena iniziate non impedirono il confronto tra i padri costituenti. Noi non siamo Calamandrei e tu non sei ancora De Gasperi, anche se ti auguro di diventarlo. Siamo tutti nani in confronto di quei giganti che portarono a compimento la più grande opera dello spirito italiano nel Novecento, con lo stesso splendore della Cappella Sistina nel Rinascimento e della Divina Commedia nella civiltà medioevale.

Il riferimento è alla celebre affermazione con cui Piero Calamandrei fece uscire dall’Aula l’intero Governo, quando si iniziò a parlare di Costituzione1

Ma nella preparazione della Costituzione il governo non ha alcuna ingerenza: il governo può esercitare per delega il potere legislativo ordinario, ma, nel campo del potere costituente, non può avere alcuna iniziativa neanche preparatoria. Quando l’assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’assemblea sovrana.

Quindi NO!, carissima Presidente. Il Presidente del Consiglio (specie in quanto non deputato) può, semmai, stare in piccionaia tale e quale qualsiasi altro semplice cittadino che assiste alla seduta pubblica.

Cosa ha implicato, infatti, la presenza di Matteo Renzi al centro dell’emiciclo?

Dice la Castiello:

Sembrava un bullo. Ci ha detto “Continuate così e pure Berlusconi finisce nel burrone”. Ribatte Picchi: “sembra un messaggio mafioso”. E quando la Castiello gli ricorda che si voterebbe col “Consultellum”, Renzi avrebbe risposto: “Bene, faccio pulizia nel mio partito e vinco. Ho con me le TV e gli elettori”. Dopo pochi attimi Cosimo Latronico gli dice di sedersi e Renzi lo ha fissato con aria di scherno aggiungendo “Latronico stai attento”.

Qui di seguito, il video della “Sfida all’Ok Corral” con Latronico. Si prega di notare la postura di Renzi. In piedi, con atteggiamento di sfida. E il modo di incedere. Chiunque abbia visto video dell’incedere di dittatori non potrà non vedere la similitudine.

Tutto questo, per la Presidenza della Camera non è fascismo.

Fascismo, per la presidenza prona ai voleri di Matteo Renzi è urlare “onestà”, non aggredire fisicamente colleghi parlamentari, come ha fatto il PD:

 

Infatti di chi poteva essere la colpa di quella lite con cazzotti e pugni fra PD e SEL? Ma dei 5 Stelle, ovviamente:

“Il caos è dovuto all’ostruzionismo dei 5Stelle” ha attaccato all’indomani del caos Fiano, che ha sottolineato come la contestata seduta fiume sia “una necessità”, perché “nessuna maggioranza al mondo può accettare l’imposizione di una minoranza che gli impedisca di procedere”.

Ha replicato Di Battista sulla sua pagina Facebook:

Prima si sono picchiati Lega e Ncd. Poi rissa Sel e Pd. Ma domani gli squadristi saranno un centinaio di deputati incensurati che difendono la Costituzione e i cittadini più in difficoltà e che, soprattutto, hanno osato gridare ‘onestà, onestà’ in un palazzo infestato da condannati, inquisiti, amici dei mafiosi, autisti dei camorristi e ladri, di denari e di democrazia.

Una maggioranza, eh? Le votazioni si sono svolte fra pochi intimi:

293pigiabottoniSolo 293 presenti!!

Qualcuno potrebbe chiedersi “E il numero legale? Se la Camera è composta da 630 deputati, non dovrebbero essere presenti almeno in 316?

Certo che si, il trucco c’è e si vede. La “maggioranza” ha messo in missione molti deputati. Per il regolamento della Camera, il deputato in missione abbassa il quorum in quanto computato come presente ai fini del numero legale.

Ci si chiederà, beh, ma allora il PD ha perso tutti questi voti dei suoi parlamentari?

No, perché da un canto in missione per abbassare il quorum, dall’altro in aula a votare. Eclatante il caso del sottosegretario Scalfarotto:

La deputata M5S Maria Edera Spadoni spiega su Facebook: “Dall’aula vi informo che il collega Scalfarotto, sottosegretario di Stato, risulta in missione, quindi non presente in aula. Nel contempo sta dando, in aula, i pareri del governo sulle riforme costituzionali. Potere dell’ubiquità. Devo chiedere delucidazioni in merito“.

Poi infatti, sono numerosi i deputati 5 stelle – ai quali si sono aggiunti anche quelli del Carroccio – che chiedono spiegazioni e la convocazione di una giunta per il regolamento per discutere della questione. Ma la presidente di turno, Marina Sereni, non ha accolto la richiesta.

In buona sostanza, se ci sono – poniamo – 100 deputati in missione, è come se la Camera fosse costituita da 530 deputati anziché 630. Sicché il numero legale scende a 216. Se poi quegli stessi deputati sono anche in aula a votare, è sufficiente la presenza di altri 116 parlamentari per sventrare la Costituzione.

Tra l’altro, è lecito immaginare una massiccia presenza di “pianisti” in quanto la telecamera non inquadra mai l’Aula.

Né gli zerbini che siedono al tavolo della Presidenza, ma neppure gli stessi “dissidenti” PD hanno fatto un plissé davanti a questa azione criminale.

Ma che aspettarsi dai “dissidenti”? Questa la “dura presa di posizione” di Bersani. E dopo che il misfatto si è concluso!

Bersani, a votazioni concluse, invita a ricucire

Una votazione per pochi intimi. Veloce e goliardica:

La votazione è così andata avanti finalmente in modo spedito. Altro che spedito. Come se si stesse stabilendo il menu del cenone di capodanno, piuttosto che la riforma della Costituzione.

Ma tanto la Costituzione non c’è più!

Ecco un estratto video (che non si riferisce al momento indicato da Giulia Di Vita):

P.S.: Mi accorgo solo adesso che questo post potrebbe offendere la sensibilità della Presidente Boldrini. Ovunque ricorrano, quindi, si intendono sostituiti “zerbino” con “zerbina”, “stuoino” con “stuoina”. Lustrascarpe spero possa permanere in quanto di genere neutro.

 

…E per una volta a Prodi scappa la verità: “L’Isis alle porte? La colpa è dell’Occidente che ha deposto Gheddafi per motivi economici” !!

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Libia, Prodi: “L’Isis alle porte? La colpa è dell’Occidente. Situazione prevedibile”

 

L’ex premier torna sul conflitto del 2011: “Dopo Gheddafi bisognava mettere tutti attorno a un tavolo, invece ognuno ha pensato di poter giocare il proprio ruolo. C’erano interessi economici. Ora occorre far sì che tutti gli interlocutori si confrontino e impegnare in un lavoro comune Egitto e Algeria. Non c’è altra via che non produca una situazione ancora più catastrofica di quella attuale”

“Una catastrofe per colpa nostra, dell’Occidente“, ripete Prodi. Altro che Iraq, Siria e Kobane. Le bandiere nere del Califfatoislamico sventolano a trecento chilometri dalle coste italiane di Lampedusa, Paolo Gentiloni invoca l’intervento armato, perché “la situazione si sta deteriorando”, e viene citato dalla radio dell’Isis come “ministro nemico dell’Italia crociata”. Romano Prodi, ex premier, ex presidente della Commissione europea, già inviato speciale dell’Onu per il Sahel e padre della Fondazione per la collaborazione dei popoli, conosce bene il dossier Libia: “Non era difficile prevedere che si sarebbe arrivati a questo punto, davvero non lo era neppure nel 2011”.

Presidente, adesso che cosa bisogna fare?
Cosa bisogna fare non lo so. Oggi non lo so più, mi creda. So bene quanto si sarebbe dovuto fare dopo la caduta di Gheddafi. Bisognava mettere tutti attorno a un tavolo, invece ognuno ha pensato di poter giocare il proprio ruolo.

Cosa intende?
Si è preferito credere che un primo ministro (il primo nel 2011 fu Mahmud Jibril al-Warfali, ndr) e un parlamento legittimi potessero risolvere le cose da soli, facendo finta di non vedere che la situazione era compromessa in partenza, che alcune fazioni armate avrebbero finito per esser lasciate a loro stesse. Ma il primo ministro non ha mai avuto un potere reale sul territorio.

Come siamo arrivati a tutto questo?
Si tratta di un errore nostro. Delle potenze occidentali. La guerra in Libia del 2011 fu voluta dai francesi per scopi che non lo so… certamente accanto al desiderio di ristabilire i diritti umani c’erano anche interessi economici, diciamo così.

L’Italia?
L’Italia ha addirittura pagato per fare una guerra contro i propri interessi.

Credo che il suo acerrimo nemico di sempre, Silvio Berlusconi, sia d’accordo con lei su questo punto.
Ma sta scherzando? Berlusconi si è fatto trascinare dalla Francia ed è entrato in guerra.

Eppure Berlusconi si professava grande amico del leader libico…
Il presidente del Consiglio in carica era Silvio Berlusconi. Adesso la Libia è caduta nell’anarchia e nel caos più assoluti. La situazione è davvero di una gravità eccezionale, non possiamo fare finta che le nostre azioni non abbiano inciso nel produrre tutto questo.

Ravvisa un pericolo di sicurezza per l’Italia?
La Libia è dietro l’angolo. È un Paese ridotto a essere senza alcuna disciplina, senza controllo, senza alcuna forma di statualità, dove i commercianti di uomini imperversano buttando a mare i disperati che sognano una vita migliore in Europa.

Teme che i terroristi possano arrivare anche sui barconi, come ha detto qualcuno?
I terroristi sono organizzati, altro che barconi.

Ritorno alla prima domanda. Le cancellerie occidentali cosa dovrebbero fare in questo momento secondo lei?
Occorre senza dubbio uno sforza per produrre un minimo risultato nel tentativo di fare sedere tutti gli interlocutori al tavolo e impegnare in un lavoro comune Egitto e Algeria. Non c’è altra via che non produca una situazione ancora più catastrofica di quella attuale.

Pensa che anche gli uomini incappucciati dell’Isis debbano essere fatti sedere al tavolo dei negoziati?
A questa domanda non posso dare una risposta perché è relativa a un presente di cui non voglio parlare.

da il Fatto Quotidiano del 15 febbraio 2015