Matteo Renzi sull’arresto dei genitori: “Orgoglioso e fiero di loro, niente di cui vergognarmi”… D’altra parte uno che è partito con un “mai a Palazzo Chigi senza elezioni”, ha fatto il jobs Act e salvato le banche con i nostri soldi, ed ha concluso, dopo la figura di m… del Referendum, con “lascio la politica” di cosa mai si potrebbe vergognare?

 

Matteo Renzi

 

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Matteo Renzi sull’arresto dei genitori: “Orgoglioso e fiero di loro, niente di cui vergognarmi”… D’altra parte uno che è partito con un “mai a Palazzo Chigi senza elezioni”, ha fatto il jobs Act e salvato le banche con i nostri soldi, ed ha concluso, dopo la figura di m… del Referendum, con “lascio la politica” di cosa mai si potrebbe vergognare?

Ma di cosa mai si potrebbe vergognare uno così?

Uno che oltre il jobs Act ed salvataggio delle banche con i nostri soldi va ricordato per i suoi fantastici risultati…

La Riforma Madia della pubblica amministrazione… Chi se la ricorda? Cosa è cambiato?

E la famigerata Buona Scuola?

E la tanto sbandierata abolizione delle province? Data per fatta, ma le province stanno tutte ancora lì…!

E i soldi dell’Unicef?

Quello che ha detto:

Enrico stai sereno…

Mai a palazzo Chigi senza elezioni

Abbiamo lasciato un tesoretto da 47 mld di euro

Il prossimo anno metteremo giù il debito pubblico. Non perché ce lo chiede la Merkel, ma per i miei figli

Se toccasse a noi governare usciamo dalla RAI e dai CDA

Alitalia: “Allacciate cinture, l’Italia decolla” (forse porta anche sfiga)

Mafia Capitale: “Restituiremo i soldi ricevuti dalle cooperative di Buzzi”

“Italicum, accetto la scommessa, da qui a 5 anni sarà copiato da mezza Europa”!

Uno che solo l’altro ieri ha detto:

“Se vince il No finisce la mia storia politica”, “cambio mestiere e non mi vedrete più”, “è una questione di serietà, con che faccia potrei restare”

E ieri ha ribadito:

“Ora starò zitto per due anni” (23 marzo 2018, per la cronaca)

MA DI COSA ALTRO SI POTREBBE MAI VERGOGNARE?

 

By Eles

 

 

 

 

Dopo il suo urlo “APRITE I PORTI” che ha fatto innervosire ed ha tirato fuori tutta la putrida bestialità dei leghisti, Emma Marrone chiude la vicenda con un fantastico: “NON SARÒ MAI COME VOI”…!

 

Emma Marrone

 

 

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Dopo il suo urlo “APRITE I PORTI” che ha fatto innervosire ed ha tirato fuori tutta la putrida bestialità dei leghisti, Emma Marrone chiude la vicenda con un fantastico: “NON SARÒ MAI COME VOI”…!

Emma Marrone alla fine di un suo concerto tenutosi qualche giorno fa ad Eboli decide di gridare al microfono il suo pensiero con un semplicissimo «APRITE I PORTI»…

Il suo messaggio ha innervosito non poco il popolo leghista, facendo uscire allo scoperto la loro più marcia, putrida bestialità.

Tanto per fare un esempio, tale sig. Massimiliano Galli, consigliere comunale della Lega di Amelia, in provincia di Terni, ha commentato un post Facebook con un signorile “Faresti bene ad aprire le tue cosce facendoti pagare per esempio”…

Ne è seguita valanga di insulti e minacce si stampo mafio-fascista, come è nel costume leghista. Una valanga di merdate che l’hanno colpita profondamente. Ma lei ha chiuso la vicenda con un fantastico e memorabile “NON SARÒ MAI COME VOI”.

Una grande chiusura. Potremmo dire uno scacco matto… Solo che le persone a cui è rivolto non hanno la né intelletto né dignità per comprendere l’umiliante sconfitta…!

Chi ha paura di Bella Ciao? La storia del canto che terrorizza Salvini

 

Bella Ciao

 

 

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Chi ha paura di Bella Ciao? La storia del canto che terrorizza Salvini

Non è “Fischia il vento”, non è il “Sol dell’Avvenire”, non è “Bandiera rossa”. Insieme a “Volare”, “Bella Ciao” è il canto popolare italiano più famoso al mondo. La sua origine risale ai canti delle mondine padane, e non è mai stato un inno comunista, ma di tutta l’Italia liberata. È solo una canzone, eppure terrorizza il sig. Salvini e quanti come lui.

Bella Ciao non è “Fischia il vento”, non è il “Sol dell’Avvenire”, non è “Bandiera rossa”. Insieme a “Volare” è il canto popolare italiano più famoso al mondo.

L’ultimo in ordine di tempo ad averne fatto una versione da brividi è stato l’immenso Tom Waits. Prima di lui fu Manu Chao a portarla in tour in tutto il mondo,  e durante le esequie dell’attentato di Charlie Hebdo a Parigi la cantò l’attore francese Christophe Aleveque. Il grande musicista bosniaco Goran Bregović la include regolarmente nei propri concerti. Il poeta Franco Arminio conclude le sue presentazioni facendola intonare al pubblico.

È stata la colonna sonora de “La casa di Carta“, la serie televisiva spagnola più vista della storia. A risalire ancora più indietro l’hanno resa celebre anche  Claudio Villa e Giorgio Gaber, fino alla versione degli anni Cinquanta cantata da Milva, che ci riporta al suo legame con la “Padania”.

Si perché l’origine di questo canto di ribellione patriottica, che inneggia a un invasore senza colore né bandiera, ha un legame con le mondine delle risaie padane: una “Bella Ciao” antichissima veniva intonata sin dal 1906 nella bassa Vercellese, durante la lotta per conquistare il diritto alle otto ore lavorative:

Alla mattina appena alzata, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, alla mattina appena alzata,
devo andare a lavorar..!

A lavorare laggiù in risaia, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao! A lavorare laggiù in risaia
Sotto il sol che picchia giù!

E tra gli insetti e le zanzare, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, e tra gli insetti e le zanzare,
duro lavoro mi tocca far!

Il capo in piedi col suo bastone, o bella ciao, bella ciao
Bella ciao ciao ciao, il capo in piedi col suo bastone
E noi curve a lavorar!

Altri ricercatori rilevano che il suo ipnotico “Ciao, ciao, ciao” possa rifarsi a un ancora più antico  canto infantile diffuso in tutto il nord, La me nòna l’è vecchierella , come omaggio poetico allo sfiorire della fanciullezza. Qualcun altro la fa risalire a un canto francese del Cinquecento, poi arrivato in Piemonte con il titolo di La daré d’côla môntagna, per passare nella tradizione trentina con il titolo di Il fiore di Teresina, e da li probabilmente arrivare infine alle mondine venete.

Quello che è certo è che nella sua versione finale è giunta a noi in molte varianti e strofe. A riprova che fu un canto il cui successo crebbe nell’Italia liberata del dopoguerra, più che durante la lotta partigiana, e per molti decenni fu un canto largamente condiviso: quindi non certo un canto per comunisti, ma fatto proprio da tutto l’arco della costituente repubblicana, compresi persino i cosiddetti partigiani badogliani – contraddistinti da un fazzoletto di colore azzurro – e senza dubbio contrari al comunismo.

Una canzone italianissima, dunque, che dovrebbe rappresentare un vero patrimonio popolare, tanto più in vista di leggi che vorrebbero imporre una quota di brani “patriottici” nelle radio, polemica nata sulla lunga scia del famoso Sanremo della contestata vittoria del “ragazzo” Mamhoud (tra l’altro di origini sarde). E la stessa “Bella ciao” fu al centro di controversie durante i preparativi del Festival di Sanremo 2011 poiché Gianni Morandi, l’allora conduttore, annunciò l’intenzione di eseguire la canzone nella serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia.

Ecco perché sorge la domanda: ma perché Salvini, che della lotta alle presunte “invasioni” ne ha fatto la sua bandiera politica, ha il terrore di questa canzone? Forse si considera pure lui un invasore? A giudicare dal suo comportamento durante le ultime campagne elettorali , sembrerebbe così. Ricordiamo quelle in terra Sarda, Salvini  per la prima per un’elezione regionale “terrona” si è trasferito armi e bagagli per ben una settimana, a blandire pastori e elettori.

 

Ma le sue reazioni verso chi intonava questa canzonetta popolare sono state quanto meno nervose e scomposte: «Chi vuole usare i fischietti si prenda dieci migranti e vadano insieme a fischiettare» ha gridato a un gruppetto di ragazzini che intonavano il canto in piazza Tola a Sassari, e poi rivolto a un altro minorenne ha aggiunto minaccioso: «vai a casa a bere il latte di pecora», non spiegando quale sia il nesso tra la canzone, i migranti e il latte. «Ma che brave queste signore che cantano – ha esclamato invece in piazza a Iglesias rivolto a un gruppo di anziane signore – perché non andate a Sanremo o a Italia’s got talent?»

Copione più o meno invariato, ma che è andato aggravandosi non poco, si è ripetuto nella vicina Carbonia, da sempre città mineraria fondata da Mussolini ma anche teatro di grandi lotte operaie. A un gruppo di studenti che intonava il canto patriottico il Ministro dell’Interno ha rivolto parole a dir poco preoccupanti: «Se dovete cantare vi accompagniamo a Sanremo o in qualche stalla a mungere le pecore» poi, accorgendosi di aver appena usato il lavoro dei pastori come offesa, ricordandosi che aveva promesso di salvarli tutti in 48 ore, ricordandosi anche di aver tolto “Nord” al simbolo della Lega, ha provato a correggere il tiro: « un lavoro faticoso che sicuramente non sapete fare…» Ma ormai l’embolo gli era partito, e così ha rincarato la dose: «Ma quanto sono sfigati? Dal 24 febbraio questi fanno la valigia con Zedda, prendono il barcone e vanno a casa » dimenticandosi probabilmente che i sardi, e dunque anche Zedda, sono già a casa loro.

E torniamo ai giorni nostri.

Il sig. Salvini – insieme ai suoi fascio-alleati – sostiene, al pari dei festeggiamenti per il 25 aprile, che questa canzone è “divisiva”

Attenzione, non è ignoranza: questa canzone è il simbolo della liberazione dal periodo più nero, squallido e schifoso della storia Italiana. Un periodo in cui il Paese è stato nelle mani di un criminale che ha firmato le leggi razziali e portato l’Italia alla distruzione con oltre 500.000 morti. Un criminale che ha ordinato assassini e deportazioni in Italia e stragi ovunque l’esecito italiano sia stato all’estero. Un criminale che ha azzerato i diritti della gente ed ha annullato libertà di stampa e di opinione. Un criminale la follia nazista. Un criminale che ha creato una repubblica-fantoccio asservita ai nazisti e fautrice di ignobili e orribili stragi.

E, se come dicevamo, non è ignoranza, la ripugnanza per questa canzone significa una sola cosa: Salvini non ha, non ha mai avuto e non avrà mai alcuna intenzione di prendere le distanze da quel triste periodo di cui Bella Ciao simboleggia la liberazione, aldilà di qualunque colore politico.

Meditate gente, meditate…

Inti Illimani Bella Ciao

Berlusconi: “sono l’erede di Don Sturzo” …È bene ricordare a voi bestie ignoranti che Don Luigi Sturzo fondò il Partito Popolare (poi DC), ma raggiunse la fama mondiale ed è ricordato nei libri di storia per evasione fiscale e Bunga-Bunga…

 

Don Sturzo

 

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Berlusconi: “sono l’erede di Don Sturzo” …È bene ricordare a voi bestie ignoranti che Don Luigi Sturzo fondò il Partito Popolare (poi DC), ma raggiunse la fama mondiale ed è ricordato nei libri di storia per evasione fiscale e Bunga-Bunga…

Silvio Berlusconi a otto e mezzo rispolvera il suo celebre repertorio, autoesaltazione e zero autocritica: “In cosa Forza Italia si distingue dalla Destra di Salvini?” ha chiesto la conduttrice Lilli Gruber.  Risposta di Berlusconi “Noi non siamo la destra. Siamo gli eredi di De Gasperi e di Don Sturzo”.

È bene ricordare a voi bestie ignoranti che Don Luigi Sturzo fondò il Partito Popolare (poi DC), ma raggiunse la fama mondiale ed è ricordato nei libri di storia per evasione fiscale e Bunga-Bunga…

Per non parlare di De Gasperi, passato alla storia per aver corrotto senatori e sovvenzionato la mafia. Figuratevi che aveva nella sua villa un mafioso mascherato da stalliere…

…Perchè solo in Italia un pregiudicato, con 40 processi alle spalle, che pagava la mafia tramite Dell’Utri, abituale frequentatore di prostitute possibilmente minorenni, corruttore di Senatori e famoso in tutto il mondo per il bunga bunga può avere il coraggio di definirsi l’erede di Don Sturzo…

…E solo in Italia qualcuno lo può votare…

O forse abbiamo capito noi male (anzi, “abbiamo frainteso le sue parole”) …è semplicemente l’erede di Don Lurio…

By Eles

 

Dove è finita l’onestà? Governo Conte sorretto dal M5s, record di imputati e condannati… Tutti della Lega…!

 

onestà

 

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Dove è finita l’onestà? Governo Conte sorretto dal M5s, record di imputati e condannati… Tutti della Lega…!

– – – L E G A LADRONA – – –

Questa è la Lega di Matteo Salvini in Parlamento (al momento…) specializzata in peculato!

Elenco di tutti i DELINQUENTI e CORROTTI che Salvini ha messo in parlamento, nei comuni e regioni, 
salvini non è il nuovo, è entrato in politica nel 1990 nei comunisti poi è passato alla Lega, CONDANNATO (reato penale) è stato eletto dal 1993, è iscritto all’ordine dei giornalisti, ha lavorato alla Padania dove l’ex direttore lo voleva licenziare perché truccava le ore di lavoro ( detto in una intervista dal l’ex direttore) prende 3 vitalizi e 3 stipendi, per non perdere il vitalizio della Camera si è fatto eleggere al Senato, è socio e amico del DELINQUENTE PREGIUDICATO DI BERLUSCONI CHE HA PAGATO LA MAFIA, 2 settimane fa hanno condannato 25 leghisti per TRUFFA ALLO STATO, compreso il capogruppo al senato, è andato a cena con tutto il MARCIO del vecchio sistema.


La lega :


I 2 leghisti arrestati per voto di scambio mafioso.

Il deputato indagato per voto di scambio mafioso.

Il senatore indagato per associazione a delinquere.

Il DELINQUENTE PREGIUDICATO DI BOSSI

Il DELINQUENTE PREGIUDICATO DI SIRI
condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta e sono spariti 1 milione di euro a evaso il fisco per 226000 euro.

FALCO arrestato per droga.

TIRAMANI condanna per truffa allo STATO.

MOLINARI condannato in secondo grado per truffa allo STATO.

Il CAPOGRUPPO AL SENATO condannato per truffa allo STATO

RIXI richiesti 3 anni e 4 mesi per truffa allo STATO.

Garavaglia rinviato a giudizio insieme al DELINQUENTE PREGIUDICATO DI MARONI per le tangenti della sanità della regione Lombardia.

Giorgetti che era a cena il 7 marzo 2018 con PARNASI arrestato per corruzione.

Zaia che ha firmato un accordo con la società autostrade per la PEDEMONTANA, 94 km, che ci sarebbe costata 13 miliardi e 100 milioni di euro, bloccata dal GRANDE MINISTRO DELL’INFRASTRUTTURE DANILO TONINELLI.

PER QUESTO C’È UN CONTRATTO!!!!!!
Spero che si capisca, la differenza tra ONESTÀ del M5S, è I MAFIOSI di tutti gli altri non dovrebbe essere difficile 

Salvini fa un selfie propagandistico con una ragazza, ma lei lo fredda: “Posso dirti una cosa? Sei una m..da letale”…Chissà come andrà a finire, visto che la ragazza, al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…

 

Salvini

 

 

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Salvini fa un selfie propagandistico con una ragazza, ma lei lo fredda: “Posso dirti una cosa? Sei una m..da letale”…Chissà come andrà a finire, visto che la ragazza, al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…

Dopo il ragazzo che a Ozieri, in provincia di Sassari, si è avvicinato a Matteo Salvini con la scusa del selfie e che poi gli ha detto “più accoglienza, più 49 milioni”, ora al ministro dell’Interno tocca subire lo sfottò di una giovane. In Sardegna, dove il leader della Lega sta tirando la volata a Christian Solinas per le Regionali in programma domenica 24, Salvini compare in compagna di una ragazza. “Io mi fido di voi, io mi fido di lei” dice rivolto verso la telecamera.  A quel punto la ragazza, esibendo un grosso sorriso, chiede: “posso dire anche io una cosa?” e lo fredda con un “Sei una merda letale”.

Che succedetà ora alla ragazza che , al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…?

Per ora la diciannovennte, che aveva pubblicato la storia su Instagram, ha ritirato il video …

Forse però Salvini avrà finalmente capito la lezione e la smetterà di farsi selfie ovunque e con chiunque.

QUI potete vedere il video pubblicato da Il Fatto Quotidiano

Prima gli italiani? No, prima i ricchi!

 

Prima gli italiani

 

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Prima gli italiani? No, prima i ricchi!

Contro il governo della carota e del bastone…

In Italia, negli ultimi 20 anni, la ricchezza si è spostata, con un andamento costante, dai salari ai profitti e lo stato sociale è stato ridotto in braghe di tela in nome dell’assioma teologico “meno stato, più mercato” . Quell’assioma è stato adottato di peso da tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese i quali hanno invariabilmente alimentato questa tendenza fino a raggiungere lo splendido risultato di spingere nella povertà assoluta più di 5 milioni di persone ed altre 10 milioni di persone in quella relativa(a ridosso della “linea di povertà”) mentre il 5% di italiani si è impossessato dello stesso patrimonio dell’80% dei restanti.

Insomma, la coperta della quota che prima finiva in redistribuzione sotto forma di salario e servizi nelle così dette ” fasi espansive” si è ristretta ferocemente a causa della atavica avidità del padronato italiano che ha trovato in politici e sindacati docili sponde ai suoi desiderata ma anche per effetto dei folli diktat europei e del ricatto del debito infinito che hanno prodotto il mostro del “pareggio di bilancio” in Costituzione e dei tagli selvaggi alla spesa sociale. Ora il problema per milioni di famiglie già esistenti o per chi se ne volesse fare una è il seguente: con un salario medio di 900, 1000 euro al mese(se fai parte dei più fortunati) in cambio di un lavoro quasi sempre precario, come faccio vivere se solo per l’affitto di un modestissimo bilocale di in quartiere periferico mi chiedono almeno 700, 800 euro? Se a ciò aggiungiamo i costi sociali derivanti dalla liberalizzazione dei servizi pubblici, capiamo che c’è un “popolo” che magari non si sente classe ma che a metà del mese non sa più dove sbattere la testa per sopravvivere.

Ecco, a questa sofferenza il governo gialloverde ha dato sì una risposta in lievissima controtendenza rispetto a quelli precedenti ma in misura largamente insufficiente e temporanea più o meno come aveva fatto Renzi con i suoi bonus, ovvero, con degli una tantum che poi, attraverso partite di giro, finiscono per essere spalmati sempre sulla parte più povera del paese. In parole povere, una presa per le mele. Inevitabile che vada a finire così se non si vanno mai a prendere i quattrini dove sono finiti in questi anni, ovvero, da chi, mentre ci raccontavano la favola della ” crisi”, accumulava patrimoni giganteschi sotto l’egida di quell’ Unione Europea che, in nome di un astratto rigore dei conti pubblici, ha solo garantito la tenuta di quelle istituzioni finanziarie che continuano ad alimentare la spirale del così detto “debito pubblico”, ovvero, una trappola senza fine.

Al di là degli slogan, del marketing politico (rozzo ma efficace) e del linguaggio ultrademagogico lontano anni luce dall’understatement di un Gentiloni, i populisti reazionari e “sovranisti” non hanno nessuna intenzione di andare ad intaccare rendite, privilegi e parassitismi ma stanno solo occupando lo spazio lasciato vuoto dalla crisi di egemonia delle classi dirigenti.  Nel quaderno dal carcere n. 13 Antonio Gramsci descriveva quel tipo di crisi con queste parole “…ad un certo punto della loro vita storica i gruppi sociali si staccano dai loro partiti tradizionali, cioè i partiti tradizionali in quella data forma organizzativa, con quei determinati uomini che li costituiscono, li rappresentano e li dirigono non sono più riconosciuti come loro espressione dalla loro classe o frazione di classe. Quando queste crisi si verificano, la situazione immediata diventa delicata e pericolosa, perché il campo è aperto alle soluzioni di forza, all’attività di potenze oscure rappresentate dagli uomini provvidenziali e carismatici.”

Tuttavia Marx nella sua analisi materialistica della transizione passaggio dalla repubblica all’impero dopo il colpo di stato di Luigi Bonaparte (” Il 18 Brumaio Bonaparte”) ci avvisava che le cause di quelle transizioni “… non dipendono dal carisma del capo ma dall’intreccio di condizioni politiche e sociali di fondo il cui degrado spiega anche l’emergere di tendenze carismatiche pronte a sfruttare le fragilità del sistema dilaniato dai conflitti fra le varie componenti borghesi e aristocratiche; analogamente è di grande importanza la riflessione sul ruolo delle classi subalterne, e in particolare del sottoproletariato.”.

Ecco, la semplice  demonizzazione dei vari Berlusconi, Renzi e Salvini senza una interpretazione della fase e delle cause che  ne hanno favorito le fortune sono una coazione a ripetere che va superata perché l’ascesa al potere di questi figuri altro non è che la variabile italiana della crisi di egemonia politica e culturale delle classi dirigenti. Una crisi che attraversa tutto l’occidente capitalistico e che è il prodotto da una lunga crisi sistemica e  da sovrapproduzione di merci che viene da lontano e che è stata solo mascherata e tamponata dalla finanziarizzazione dell’economia  mondiale degli ultimi decenni.

Allora, se non si fanno riforme vere di sistema e se non si rompono i i vincoli (in primis quelli dettati dalla UE) che creano l’impoverimento di massa e la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, si danno solo dei pannicelli caldi ad un malato grave.

Se da un lato si somministrano blandi anestetici per tamponare la sofferenza sociale, dall’altro si inaspriscono pesantemente le pene per scoraggiare le prossime rivolte e le lotte sui bisogni fondamentali disattesi.  Con il “decreto sicurezza” (che, non a caso, porta la firma del neofascista Salvini) chi occupa una casa per bisogno o rivendica diritti su posto di lavoro (vedi recente daspo contro lavoratori della multinazionale della logistica GLS di Piacenza) oppure rivendica, ad esempio, un prezzo equo a ciò che produce come i pastori sardi, ora, rischia anni di carcere. E intanto si continua ad alimentare una guerra tra poveri di stampo razzista per distrarre le masse dalle reali cause dell’impoverimento generalizzato: compressione salariale, precarizzazione generalizzata, privatizzazione del welfare e disinvestimento nel settore dell’edilizia popolare, spostando ad arte la “colpa” dai veri responsabili sui più poveri di tutti: gli immigrati pagati da Soros per farci la pelle.

E mentre i talk ed i social media sono intasati dalla propaganda salviniana con al centro lo slogan “prima gli italiani”, un’altra faglia già resa evidente dai risultati delle ultime elezioni politiche, rischia di esplodere: quella tra nord e sud. La guerra dei ricchi va avanti fino a rischiare di rompere la stessa unità nazionale attraverso il disegno di legge( inemendabile) di “autonomia differenziata” voluto dalla Lega (ma non osteggiato dal PD) in base al quale si metterà una pietra tombale sull’antica questione meridionale rendendo le differenze tra nord e sud del paese definitive ed insuperabili. Gli storici squilibri tra servizi, scuola, sanità tra nord e sud del paese non saranno più considerati un problema su cui investire risorse per ridurre i divari ma un dato codificato per sempre. E’ il vecchio progetto delle macroregioni della Lega che sta passando nella totale assenza di un dibattito pubblico. E’ chiaro che un passaggio del genere potrebbe avere conseguenze devastanti per la vita di milioni di persone e provocare nuove “rivolte di Palermo”. Ecco che lì potremo vedere nuovamente in azione il solito tallone di ferro.

Lo storico Luciano Canfora,  a proposito della deriva autoritaria e razzista del governo gialloverde, premettendo che non siamo ancora al fascismo, tuttavia, definiva le politiche dell’attuale governo intrise di elementi “fascistoidi”. Non pochi hanno gridato, di recente, al pericolo di un nuovo «diciannovismo» (definizione  che Pietro Nenni  diede dell’atmosfera politica del 1919  quando un insieme di tensioni, paure e pulsioni di massa aprì  la strada al fascismo). Ma se è vero che a forza di ripetere il mantra securitario (Minniti prima ancora di Salvini) hanno  instillato nei più l’idea che sia meglio rinunciare alla democrazia pur di avere più sicurezza ed aumentato la voglia di capi e uomini forti “perché le élites hanno  fallito”,  è vero pure che il problema è capire cosa sono oggi le élites e come agiscono davvero, al di là di ogni semplificazione che porta dritta alle solite confuse e stralunate teorie sulle cospirazioni mondiali massoniche e plutogiudaiche.

Così stando le cose, ci sarebbero tutte le premesse di una guerra civile o perlomeno di una serie di rivolte di massa perché la “carotina” (RdC e quota 100) sarà tantissimo al di sotto della soglia di aspettative che avevano creato e serve agli attuai cialtroni solo a buttare la palla in là per un altro po’ di tempo.  Gli basterà il “dl sicurezza” per tenere fermo il coperchio sulla pentola pronta ad esplodere? Si, se non saremo in grado di costruire un’alternativa radicata nel luoghi del conflitto sociale e nelle periferie abbandonate dalle sinistre al caviale e dai sinistrati allo sbando.

 

fonte: http://contropiano.org/interventi/2019/02/17/prima-gli-italiani-no-prima-i-ricchi-0112509?fbclid=IwAR2XCW6LQfd1c3oj4BwY6i80gayFtX4Y224ttzPu7tzkhwEAwljxg-MX1-c

 

Ancora una lezione di onestà e moralità da Silvio Berlusconi a tutti Italiani: sull’arresto dei genitori di Renzi “In Paese civile non accadrebbe” …Capito Italiani? Emettere 700mila euro di fatture false o gonfiate è lecito, la cosa vergognosa è essere arrestati solo perchè si è tentato di fottere lo Stato ed i Cittadini…!

 

Berlusconi

 

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Ancora una lezione di onestà e moralità da Silvio Berlusconi a tutti Italiani: sull’arresto dei genitori di Renzi “In Paese civile non accadrebbe” …Capito Italiani? Emettere 700mila euro di fatture false o gonfiate è lecito, la cosa vergognosa è essere arrestati solo perchè si è tentato di fottere lo Stato ed i Cittadini…!

Sessantacinque fatture per operazioni inesistenti o gonfiate, per un valore complessivo di 724.946 euro. Eccolo il conto che i magistrati di Firenze hanno presentato a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, ritenuti gli amministratori di fatto della cooperativa Marmodiv utilizzata dai due per “alleggerire” la loro società Eventi6 degli oneri previdenziali e fiscali. E “guadagnare qualche soldo in più”, per dirla con le parole di “Lalla”.

Da Fanpage:

Silvio Berlusconi sta con Renzi dopo l’arresto dei genitori: “In Paese civile non accadrebbe”

Silvio Berlusconi commenta l’arresto dei genitori di Matteo Renzi: “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero. Credo che umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”.

A esprimere solidarietà all’ex presidente del Consiglio è anche Silvio Berlusconi, che a Quarta Repubblica, su Rete 4, afferma: “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero. Credo che umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”. Poi aggiunge: “Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa”.

Insomma, ancora un grande insegnamento. Una lezione di moralità e onesta da Silvio Berlusconi, noto pregiudicato.

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Francesco Guccini: “In Italia c’è odore di regime, Salvini è un furbo comiziante…

 

Guccini

 

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Francesco Guccini: “In Italia c’è odore di regime, Salvini è un furbo comiziante…

 

In un’intervista al Corriere della Sera, il cantautore è tornato a commentare l’attualità politica italiana.

“Sì, c’è odore di regime quando si inizia a parlare a nome di tutti gli italiani. Guardi Salvini, quando qualcuno a uno dei suoi trentamila comizi dissente, lui lo addita dandogli del compagno (anche se potrebbe essere un liberale), intimandogli di portare tot migranti a casa sua: facevo anch’io così ai concerti con i contestatori e se il giochino mi riusciva, il resto del pubblico li metteva a tacere. Sì, è furbo Salvini…”. A dirlo è Francesco Guccini che, in un’intervista al Corriere della Sera è tornato a commentare l’attualità politica italiana. Solo qualche settimana fa infatti, aveva evocato  il disfacimento della Germania democratica prima dell’avvento del nazismo, paragonando poi il Movimento 5 Stelleai Testimoni di Geova, cosa che ora ribadisce: “Hanno verità assolute, come quegli altri che non credono nell’evoluzionismo. Io ho sempre praticato il beneficio del dubbio, loro mi pare di no. Oltre a essere dei faciloni su tutto, con queste frasi apodittiche tipo ‘abbiamo abolito la povertà’, come se, chessò, si potessero eliminare i borseggiatori”.

In passato, il vicepremier Salvini aveva detto di apprezzare le canzoni di Guccini: “Ah sì? Piacevo anche alla Meloni se è per questo, mi invitò a una festa dell’allora Msi e declinai – ha detto il cantautore -. Siccome sembro un anarchico rivoluzionario pensano di potermi ascrivere alle loro idee rivoluzionarie. Sempre che ne abbiano, si sbagliano. E comunque piacevo anche ai cattolici, io che non credo”.

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/16/francesco-guccini-in-italia-ce-odore-di-regime-salvini-e-un-furbo-comiziante-sanremo-baglioni-ha-cantato-male-la-mia-canzone-non-gliene-fregava-nulla/4976422/

Salvini: “Battisti non deve uscire vivo di galera”… Ma sa che Mambro e Fioravanti sono liberi? Ma lo sa che Abbatangelo gode addirittura del vitalizio… Il tutto alla faccia delle vittime?

 

Battisti

 

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Salvini: “Battisti non deve uscire vivo di galera”… Ma sa che Mambro e Fioravanti sono liberi? Ma lo sa che Abbatangelo gode addirittura del vitalizio… Il tutto alla faccia delle vittime?

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Sì, vabbe’ Battisti – E le stragi senza colpevoli dell’estremismo nero? Franco Freda fa l’editore ad Avellino. Fioravanti e Mambro hanno scontato due mesi per ogni persona uccisa. Abbatangelo gode addirittura del vitalizio… Il tutto alla faccia delle vittime…!

Costei nella foto è Francesca Mambro. Lei è in libertà nonostante sia stata condannata per 96 omicidi… E voi ancora pensate a Battisti…!

Salvini: «Battisti non deve uscire vivo di galera». Ma sa che Mambro e Fioravanti sono liberi?

Il ministro tenta di sfruttare l’onda forcaiola nel nome dell’anticomunismo. Dimentica che chi ha ucciso poliziotti, magistrati e fatto stragi gira libero da anni senza che lui abbia mai detto una parola

La «sparata», la solita: «Il mio impegno è che questo maledetto delinquente sconti la sua pena. Ovviamente dovrà marcire in galera fino all’ultimo dei suoi giorni. Non deve uscire vivo dalla galera»: così il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini intervenendo alla scuola politica della Lega, a Milano, riferendosi all’arresto di Cesare Battisti.
«Dopodiché – ha aggiunto – andremo a chiedere conto, a nome dei morti e dei feriti, a tutti quei politici, intellettuali, registi e cantanti che hanno firmato gli appelli per un assassino comunista. Perché loro hanno la coscienza sporca come quell’assassino».
A parte che la ricerca su chi ha firmato gli appelli fallirà totalmente. Perché Battisti in Italia – alla pari dei fatti odierni – in quasi quarant’anni ha riscontrato la solidarietà di mezza dozzina di personaggi in cerca di un titolo di giornale. Tutto lì. Un atto che confermerà semmai l’ignoranza delle cose patrie del ministro degli Interni.
Così, risolto quello che per il vicepremier si direbbe un problema, si può passare ad altro.
Se la legge è uguale per tutti (stia tranquillo, i suoi amici di governo, chissà perché, hanno rinunciato a pretendere la restituzione dei 49 milioni della Lega spesi chissà come) il ministro può dire come mai, terroristi conclamati e giudicati, pluriergastolani, possono tranquillamente andare a spasso senza restrizioni?
Chi scrive, quel 4 gennaio 1979, era, come ogni giorno, in viale Castrense a Roma, sede del Corriere della sera. La molotov in faccia al portiere segnò l’inizio della storia dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari che annoveravano al loro interno Giusva Fioravanti e Francesca Mambro (e Massimo Carminati): all’esordio fecero seguito 33 omicidi tra poliziotti, altri camerati, il giudice Amato, avversari politici, fino alla strage di Bologna. A carico della donna nove ergastoli.
Non perché si chiede l’equivalente trattamento che lui intende assegnare al membro del gruppo Proletari armati per il comunismo (se deve uscire o «marcire in galera» lo stabilirà un tribunale non certamente la Lega), ma per rendersi conto se in Italia l’applicazione di una legge deve sottostare alle mene del governo. Di un governo qualsiasi. Perché così si direbbe Salvini intenda «la legge è uguale per tutti».
Che si traduce nella formazione di «graduatorie»: quella dei fascioleghisti come appunto Matteo Salvini, e quella degli altri. I primi vengono esentati dal pagamento dei loro atti criminali, per gli altri c’è l’aggravante diciamo «ideologica», fine pena mai. Una versione del «doppiopesismo».
Senza neppure un ministro che scriva «Il mio impegno è che questi maledetti delinquenti scontino la pena»: e dire che sono meno di 140 battute, entrano in un tweet.

Gli ergastoli di Francesca Mambro
Ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)
Ergastolo per essere mandante dell’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)
Ergastolo per la strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980)
Ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)
Ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Giuseppe De Luca (31 luglio 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Marco Pizzari (30 settembre 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Francesco Straullu e Ciriaco Di Roma (21 ottobre 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Alessandro Caravillani (5 marzo 1982)

di Tommaso Verga

tratto da: https://www.globalist.it/attualita/2019/01/13/salvini-battisti-non-deve-uscire-vivo-di-galera-ma-sa-che-mambro-e-fioravanti-sono-liberi-2036052.html