Emanuele Macaluso, 96 anni, icona storica e punto di riferimento della sinistra italiana su Matteo Renzi: “È affetto dal virus dell’imbecillità politica”

 

Emanuele Macaluso

 

 

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Emanuele Macaluso, 96 anni, icona storica e punto di riferimento della sinistra italiana su Matteo Renzi: “È affetto dal virus dell’imbecillità politica”

Coronavirus, Macaluso contro Renzi: “È affetto dal virus dell’imbecillità politica”

In piena emergenza coronavirus, mentre il “contatore” dei decessi continua purtroppo a girare e il Paese cerca con tutte le forze di uscire dalla crisi sanitaria, Matteo Renzi trova il tempo e la voglia  di attaccare Giuseppe Conte e il governo, chiedendo una commissione di inchiesta: “Lei presidente – ha detto oggi il senatore di Italia Viva intervenendo al Senato – ha fatto una citazione manzoniana, “del senno di poi son piene le fosse”. C’è un’altra citazione manzoniana, sempre nel capitolo della peste, che ‘il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune’. Mi domando se non sia successo questo. Propongo di istituire una commissione d’inchiesta. Si sono fatte commissione d’inchiesta su tutto, penso si possa fare di fronte a 8mila morti. Ci sarà tempo, dopo le vacanze estive”.  Una posizione che da tanti è stata letta come una “vendetta” di Renzi contro Conte e che non è sfuggita ad Emanuele Macaluso, icona storica della sinistra, che a 96 anni continua ad essere un punto di riferimento della politica italiana. Qui il suo post intitolato “Imbecillità politica, furfanterie, commissioni d’inchiesta”:

IMBECILLITÀ POLITICA, FURFANTERIE, COMMISSIONI D’INCHIESTA…

“È bene ricordare che – attacca Macaluso – da qualche anno, in Italia imperversa il virus dell’imbecillità politica. Oggi, con il Covid 19, quest’altro virus si è accentuato. Ed è evidenziato da coloro che si agitano scompostamente nell’opposizione al governo pensando ad una possibile crisi. Tra questi c’è anche il solito Renzi, con il suo 3%, che parlando al Senato vorrebbe una commissione d’inchiesta. Immagino lo chieda da virologo”.

Chi pensa a governi di unità nazionale presieduti da Mario Draghi – continua l’ex senatore – dice solo sciocchezze. Mentre imperversa il coronavirus, ci manca solo una crisi di governo! Il presidente della Repubblica, così sarebbe impegnato nelle consultazioni e, se non ci fosse un’altra soluzione, ci dovrebbe portare alle elezioni. In questo momento, mentre siamo chiusi in casa? Stupide furfanterie.

Il riferimento a governi di unità nazionale – aggiunge  Macaluso – fatti negli anni della Prima Repubblica, non hanno senso. In quegli anni, i partiti di governo e di opposizione, nel dopoguerra, collaborarono al governo e, insieme, scrissero la Costituzione che, comunque si fosse collocati, fu sempre un comune riferimento. Ciriaco De Mita definì quella soluzione con l’espressione “arco costituzionale”. Un arco che aveva l’Europa come altro fondamentale riferimento.

Oggi non è più così. Ecco perché è necessario e giusto che – conclude Macaluso –  nella situazione determinata dalla grave emergenza, è giusto che, senza negare le necessarie critiche al governo, ci siano anche momenti di collaborazione. Capisco che chiedere a Salvini di attenuare la sua quotidiana propaganda demagogica sia difficile. Ma non c’è altra strada.

Emanuele Macaluso

di Fortebraccio News

fonte: https://fortebraccionews.wordpress.com/2020/03/26/coronavirus-macaluso-contro-renzi-e-affetto-dal-virus-dellimbecillita-politica/?fbclid=IwAR3xH-lvM31dV7E59QMT1BcV3fakGfvzHmSpbP9ozHxrqn8O1w0hN1FF2ZQ

Dove è finita l’onestà? Governo Conte sorretto dal M5s, record di imputati e condannati… Tutti della Lega…!

 

onestà

 

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Dove è finita l’onestà? Governo Conte sorretto dal M5s, record di imputati e condannati… Tutti della Lega…!

– – – L E G A LADRONA – – –

Questa è la Lega di Matteo Salvini in Parlamento (al momento…) specializzata in peculato!

Elenco di tutti i DELINQUENTI e CORROTTI che Salvini ha messo in parlamento, nei comuni e regioni, 
salvini non è il nuovo, è entrato in politica nel 1990 nei comunisti poi è passato alla Lega, CONDANNATO (reato penale) è stato eletto dal 1993, è iscritto all’ordine dei giornalisti, ha lavorato alla Padania dove l’ex direttore lo voleva licenziare perché truccava le ore di lavoro ( detto in una intervista dal l’ex direttore) prende 3 vitalizi e 3 stipendi, per non perdere il vitalizio della Camera si è fatto eleggere al Senato, è socio e amico del DELINQUENTE PREGIUDICATO DI BERLUSCONI CHE HA PAGATO LA MAFIA, 2 settimane fa hanno condannato 25 leghisti per TRUFFA ALLO STATO, compreso il capogruppo al senato, è andato a cena con tutto il MARCIO del vecchio sistema.


La lega :


I 2 leghisti arrestati per voto di scambio mafioso.

Il deputato indagato per voto di scambio mafioso.

Il senatore indagato per associazione a delinquere.

Il DELINQUENTE PREGIUDICATO DI BOSSI

Il DELINQUENTE PREGIUDICATO DI SIRI
condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta e sono spariti 1 milione di euro a evaso il fisco per 226000 euro.

FALCO arrestato per droga.

TIRAMANI condanna per truffa allo STATO.

MOLINARI condannato in secondo grado per truffa allo STATO.

Il CAPOGRUPPO AL SENATO condannato per truffa allo STATO

RIXI richiesti 3 anni e 4 mesi per truffa allo STATO.

Garavaglia rinviato a giudizio insieme al DELINQUENTE PREGIUDICATO DI MARONI per le tangenti della sanità della regione Lombardia.

Giorgetti che era a cena il 7 marzo 2018 con PARNASI arrestato per corruzione.

Zaia che ha firmato un accordo con la società autostrade per la PEDEMONTANA, 94 km, che ci sarebbe costata 13 miliardi e 100 milioni di euro, bloccata dal GRANDE MINISTRO DELL’INFRASTRUTTURE DANILO TONINELLI.

PER QUESTO C’È UN CONTRATTO!!!!!!
Spero che si capisca, la differenza tra ONESTÀ del M5S, è I MAFIOSI di tutti gli altri non dovrebbe essere difficile 

È ufficiale – Niente scorta per Sandro Ruotolo, lui combatte i casalesi, mica fa affogare i migranti in mare…!

 

 

Sandro Ruotolo

 

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È ufficiale – Niente scorta per Sandro Ruotolo, lui combatte i casalesi, mica fa affogare i migranti in mare…!

E’ ufficiale quanto inconcepibile: hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo.

Sarà perché si limita a combatte i casalesi, anziché far affogare i migranti in mare per mantenere pura la razza italica e dare tranquillità agli italiani?

Da Il Fatto Quotidiano:

Scorta tolta a Sandro Ruotolo, Morra (Antimafia): “Va difeso, io sto con lui”. La Fnsi al premier Conte: “Incomprensibile”

Solidarietà, vicinanza, supporto. Il mondo del giornalismo e anche la politica interviene sul caso della revoca della scorta al giornalista che da anni è impegnato in inchieste contro le mafie. Il sindaco di Napoli de Magistris: “Mi auguro che notizia venga smentita”…

Solidarietà, vicinanza, supporto. Il mondo del giornalismo e anche la politica interviene sul caso della revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo.”Ho sentito poco fa Sandro Ruotolo. Inutile dire che ha tutta la mia stima ed apprezzamento per il suo lavoro di giornalista impegnato da decenni contro le mafie. Per il suo impegno è stato minacciato, perché sta sul campo e racconta il reale, senza giri di parole” scrive su Facebook Nicola Morra – senatore M5s e presidente della commissione bicamerale Antimafia – Si devono proteggere i giornalisti esposti. Sandro è uno di questi. Nel rispetto del lavoro delle istituzioni preposte, io sto con Sandro”.

Si sono mossi anche la Federazione nazionale della stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania. In una lettera al presidente del consiglio Giuseppe Conte si chiede di rivedere la decisione. “Le segnaliamo l’improvvisa decisione levare la scorta a Sandro Ruotolo, coraggioso cronista sottoposto a vigilanza dopo le sue inchieste sulla camorra – scrivono il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti insieme con il segretario del Sugc Claudio Silvestri – Lei medesimo, di recente a Napoli, ha avuto modo di apprezzare il coraggio e l’autorevolezza professionale di Ruotolo e avrà modo di ribadire anche la sua contrarietà a questa decisione. Levargli la scorta sarebbe una scelta incomprensibile, pericolosa e lo metterebbe in condizione di non poter più proseguire nell’impegno di questi anni. Siamo certi che non mancherà di far sentire la sua voce a sostegno di questa battaglia di civiltà e di libertà”. Solo il 23 novembre scorso il premier aveva intervistato a Napoli il giornalista per discutere in pubblico di quanto sia difficile fare giornalismo libero, di inchiesta, sulle mafie e il malaffare, e dare un segnale di solidarietà del governo ai cronisti minacciati. Ruotolo, cui era stata assegnata una scorta armata (agente e auto non blindata) è stato minacciato dal boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria. Intercettato in un colloquio in carcere nel 2014 aveva detto che avrebbe voluto ‘squartare vivo’ il professionista.

 Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris interviene: “Ho appreso la notizia relativa alla revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo, mi auguro che sia subito smentita e se invece si tratta di una revoca già adottata mi auguro possa arrivare la revoca della revoca“. Nel definire il cronista, per anni inviato nei programmi di Michele Santoro, “coraggioso, libero, autonomo e indipendente” il primo cittadino ha sottolineato che “negli ultimi tempi si è occupato e si sta occupando sia di inchieste delicate di criminalità organizzata anche relativamente alle sue collusioni con apparati politici e istituzionali sia di inchieste sulla politica. Mi sembra un po’ strano – ha concluso il sindaco – che proprio in un momento di forte impegno professionale di Ruotolo, da parte dei vertici del Viminale venga meno il provvedimento di protezione personale“. Anche Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana/LeU, componente della commissione Antimafia è molto critico: “La decisione di togliere la scorta a Sandro Ruotolo è sbagliata. Da sempre impegnato con il suo lavoro a raccontare l’evoluzione del fenomeno mafioso Ruotolo non può essere lasciato solo dallo Stato. Questo è l’ennesimo caso di revoca della scorta a figure simbolo della lotta alle Mafie. Si sta lanciando un messaggio molto pericoloso. Presenterò nei prossimi giorni una interrogazione al Governo per far luce sui motivi di questa decisione”. Anche il deputato di Fi, Gianfranco Rotondi, protesta: “Se è vero che @matteosalvinimi ha tolto la scorta anche al giornalista antimafia Ruotolo allora non bisogna suonare un campanello di allarme ma una sirena. E la catena di comando del Viminale sorprende per accondiscendenza. Si scambiano le vite coi like”. “Le minacce di un boss come Michele Zagaria non hanno data di scadenza. Sarebbe bello se non ci fossero più pericoli per Sandro Ruotolo, ma non si può abbassare l’attenzione sui giornalisti minacciati senza avere certezze. La revoca decisa dal Viminale mi preoccupa molto. Chiederemo spiegazioni” afferma Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali ex procuratore capo di Palermo.

“I giornalisti impegnati contro le #mafie devono essere sempre protetti. Nessun passo indietro, bisogna far sentire a Sandro #Ruotolo che lo Stato è con lui” scrive su Twitter la deputata del MoVimento 5 Stelle Vittoria Baldino. “Sandro #Ruotolo ha tutto il nostro supporto. Chi lotta ogni giorno contro la criminalità organizzata, deve essere protetto dallo Stato. Senza se e senza ma!” twitta la deputata del MoVimento 5 Stelle Stefania Ascari. “Tutta la mia stima e solidarietà a Sandro Ruotolo, giornalista che apprezziamo da sempre per la serietà del suo lavoro e impegno. Come ha detto oggi il presidente dell’Antimafia Morra, si devono proteggere i giornalisti esposti!” scrive su Twitter Giulia Sarti(M5s), presidente della Commissione Giustizia della Camera. È stato l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando (Pd), a diffondere la notizia: “Hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato in inchieste sulle mafie. E anche il giornalista che si è occupato della “Bestia”,il dispositivo propagandistico del ministro dell’interno. Casualità? Lo chiederò in Parlamento”.

 Sono circa 600 in Italia le persone destinatarie di un servizio di scorta. Quasi la metà di coloro che usufruiscono di una forma di protezione sono magistrati, a seguire una settantina di esponenti politici nazionali e locali. A completare l’elenco delle categorie sottoposte a forme di tutela esponenti di governo, dirigenti della pubblica amministrazione, imprenditori, alti gradi militari, esponenti sindacali, religiosi e giornalisti (una ventina). Ad assicurare il dispositivo generale di protezione provvedono circa 3.000 appartenenti alle varie forze dell’ordine. Circa 200 milioni di euro il costo annuo. Ad assegnare le scorte, in presenza di un rischio concreto, è uno specifico ufficio del Viminale, l’Ucis, che modula i servizi di protezione attraverso livelli di vigilanza progressivi a seconda della valutazione del livello di rischio per il destinatario della tutela. L’Ucis (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza) è istituito all’interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza e ha compiti di “gestione complessiva dell’apparato di protezione attraverso la raccolta e l’analisi coordinata delle informazioni relative alle situazioni personali di rischio”.

Nei mesi scorsi è stata revocata ogni forma di protezione all’ex pm della Trattativa Stato-mafia, Antonio Ingroia, e al capitano Ultimo, Sergio De Caprio, il carabiniere che catturò Totò Riina (De Caprio l’ha riottenuta solo grazie un ricorso al Tar). E quando il 18 gennaio scorso Salvini è stato ad Afragola per fronteggiare l’emergenza racket, dalla folla gli hanno urlato “elimina Saviano, toglili la scorta”. Lo scrittore, autore di Gomorra, in un tweet scrive: “Revocata la protezione a Sandro Ruotolo che ha fatto la storia del giornalismo d’inchiesta. Chi ha deciso ha tenuto conto della “lunga memoria” del clan dei casalesi? Sa che Michele Zagaria, che ha considerato Ruotolo suo nemico, non vuole collaborare con lo Stato e cova rancore?”.

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/02/scorta-tolta-a-sandro-ruotolo-morra-antimafia-va-difeso-io-sto-con-lui-la-fnsi-al-premier-conte-incomprensibile/4943267/

Il Governo Conte riapre i dossier sulle banche – Adesso a tremare sono i banchieri…!

 

Conte

 

 

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Il Governo Conte riapre i dossier sulle banche – Adesso a tremare sono i banchieri…!

Era nell’aria, ora è certezza. Partono le prime picconate alle riforme dei governi Pd, premier Matteo Renzi in primis. Il governo pentaleghista ha intenzione di rivedere due delle riforme più importanti e contestate degli ultimi anni sul fronte bancario. Quella del credito cooperativo e delle banche popolari. Due provvedimenti, il primo datato 2016, il secondo 2015, giova ricordarlo, imposti al mercato a mezzo decreto legge, strumento normalmente utilizzato per questioni di carattere urgente e anche per questo motivo mai veramente digerito dal mondo delle Bcc e da quello delle popolari.

Tutto in poche frasi, contenute in un passaggio stringato della replica con cui il premier ha preceduto il voto di fiducia alla Camera, dopo quella di ieri al Senato (171 sì e 117 no). Ma quanto basta per rimettere in discussione un assetto ormai quasi consolidato. Per quanto riguarda infatti il riassetto del credito cooperativo (di cui Formiche.net, unitamente alla questione delle popolari, si è sovente occupata, qui l’ultimo focus), i due poli principali Cassa centrale e Iccrea hanno presentato istanza a Bce e Bankitalia già lo scorso marzo e ora attendono il bollino verde per poter attuare la riforma. Sempre che nel frattempo non arrivi un altro decreto legge, ma di stop, stavolta targato governo Conte.

E anche sulle popolari tutto è compiuto o quasi. Mancano all’appello per la trasformazione in spa solo le popolari di Sondrio e Bari, che però hanno già messo in moto gli ingranaggi (qui l’articolo di Formiche.net sull’ultima assemblea della popolare pugliese). Facendo dui conti, non sarà facile per le banche cooperative ed ex popolari tornare alla propria natura originaria, fermano un meccanismo messosi in moto ormai tre anni fa, che per il mondo della finanza non sono pochi.

“Sicuramente ci sarà una revisione dei provvedimenti sulle banche di credito cooperativo e banche popolari, soprattutto per quelle più integrate sul territorio: per recuperare la loro funzione che aiuta molto il tessuto produttivo”, ha annunciato Conte in Aula a Montecitorio. “Stiamo già maturando consapevolezza, che è nel contratto, e la valutazione che sia opportuno distinguere fra banche che erogano credito e soprattutto caratterizzate a livello territoriale e banche di investimento votate più alla speculazione”.

Ora, è vero che non è dato sapere ancora se e quando il governo interverrà, ma il messaggio arrivato dal governo gialloverde è chiaro: qualcosa si farà, se non un vero e proprio ripristino, quasi. “Ho incontrato durante le consultazioni i risparmiatori, che sono in forte difficoltà. Ci interessa più il problema di sistema: stiamo maturando consapevolezza e la valutazione, che è nel contratto”.
Chi non può non sorridere dinnanzi alla potenziale retromarcia sulle banche è il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, uno dei combattenti di prima linea contro la riforma Renzi. In un suo recente intervento su Formiche.net, il banchiere piacentino ha ribadito la sua totale avversità a questa riforma. Raggiunto dal cronista di questa testata, Sforza Fogliani ha fatto delle puntualizzazioni.
“Ancora non abbiamo capito come e quando vogliono intervenire, ma certo oggi è un bel giorno per le banche di territorio. Le riforma del governo Renzi si sono abbattute su entità profondamente legate all’economia locale, provando a cancellarle. A dirla tutta penso che le Bcc siano state letteralmente rovinate, molto più delle popolari, perché costrette ad aderire a questa o quella holding, che poi sono solo due, Iccrea e Cassa”, ha spiegato Sforza Fogliani. “Non potrei che vedere con favore un ritorno alle origini per queste banche, anche attraverso l’azzeramento totale della riforma. Certo, nel caso delle popolari, ad eccezione di Bari e Sondrio che non sono ancora spa, ci sarebbe una procedura complessa per tornare allo statuto originario. Ma vale la pena tentare”.
Un chiarimento tecnico è arrivato dal senatore pentastellato Elio Lannutti, che come presidente dell’Adusbef ha seguito con attenzione i dossier bancari “la nostra linea è quella di ridare vigore alle banche del territorio ed evitare che con i risparmi sudati si possa fare speculazione ed investire in derivati e correre il pericolo che ora caratterizza grandi banche come Deutsche Bank, con molti derivati tossici in pancia. “Si cambia paradigma, le banche devono tornare a fare le banche e quelle del territorio non possono essere più scalabili. Questa riforma fatta sulle popolari è stato un grave danno per il sistema bancario italiano, le ha indebolite e rese più fragili. E in più c’è la riforma del credito cooperativo che farà ancora più male alle banche italiane”.
Chi dorme sonni poco tranquilli, almeno da oggi, è sicuramente l’universo bancario delle Bcc. Che per bocca della sua federazione, Federcasse, fa sapere di “essere destano preoccupata” dalla dichiarazioni di Conte. “La riforma ha l’obiettivo di rafforzare le banche locali per assicurarne la capacità di sostenere le piccole e medie imprese e le famiglie nei territori. Il gruppo Iccrea ha già inviato l’istanza per la costituzione del gruppo bancario cooperativo agli organismi di vigilanza europei ed italiani, a valle di un lungo, complesso ed impegnativo percorso progettuale con l’impiego di importanti risorse economiche. In tal senso, chiediamo con urgenza un incontro con il presidente del consiglio affinché possa chiarirci meglio la posizione del governo, rappresentandogli al contempo i rischi per l’economia locale derivanti da uno slittamento dei tempi della riforma”.

 

fonte: http://www.politicamentescorretto.info/2018/07/30/governo-conte-riapre-i-dossier-sulle-banche-adesso-tremano-i-banchieri/

Una riflessione di Marco Travaglio sul Governo Conte: “Non c’è neppure un Ministro inquisito o condannato, non succedeva dal 1994″…!

 

Travaglio

 

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Una riflessione di Marco Travaglio sul Governo Conte: “Non c’è neppure un Ministro inquisito o condannato, non succedeva dal 1994″…!

 

Travaglio sul governo Conte: ‘Non c’è neppure un ministro inquisito o condannato, ed è la prima volta dal 1994’

“Non c’è neppure un ministro inquisito o condannato, ed è la prima volta dal 1994”.

Così Marco Travaglio sul governo Conte nel suo editoriale di oggi 1 giugno.

Il giornalista scrive che il governo giallo-verde non è “entusiasmante”, ma “nemmeno terrificante come l’hanno dipinto i giornaloni prim’ancora che nascesse”.

Inoltre, aggiunge, “tutto se ne può dire, fuorché che sia peggiore di quelli degli ultimi 15 anni”.

Uno dei motivi è che non ci sono ministri indagati e/o condannati. Per di più, prosegue, “nessun ministro puzza di berlusconismo, ed è la prima volta dal 1983, quando con Craxi iniziò la lunga e ininterrotta stagione nera delle leggi ad personam e ad aziendam”.

Tuttavia, osserva Travaglio, un problema potrebbe essere rappresentato dal leader della Lega, in caso “tornasse indietro dal pragmatismo delle ultime settimane per reindossare i panni del Cazzaro Verde xenofobo e sparafucile da campagna elettorale permanente”.

Il direttore del Fatto Quotidiano passa in rassegna la squadra di governo: il ministro degli Esteri Enzo Moavero è da lui considerato “non proprio un nome di cambiamento”.

Quanto a Paolo Savona, il cui nome aveva bloccato la nascita dell’esecutivo M5S-Lega il weekend scorso, Travaglio commenta: “dipinto dal Colle come un kamikaze del Jihad Anti-Euro, va incredibilmente agli Affari europei: a Bruxelles stanno già preparando il comitato di accoglienza”.

Al dicastero dell’Economia, continua Travaglio,”c’è un altro prof: Giovanni Tria, docente ed ex preside a Tor Vergata, con un buon curriculum, a parte i trascorsi con Brunetta”.

Su Giulia Bongiorno, che va alla Pubblica Amministrazione, il giornalista scrive: “L’ex finiana e neoleghista Bongiorno si occuperà di PA, sperando che riesca a farla funzionare un po’ meglio dei centralini della sua associazione Doppia Difesa”.

Per quanto riguarda il nome di Elisabetta Trenta al ministero della Difesa, Travaglio spiega che lei, “esperta di intelligence, sicurezza e cooperazione, la Trenta dovrà chiarire un’ombra di conflitto d’interessi familiare (il marito colonnello al vertice di Segredifesa, che si occupa dei contratti delle Forze Armate)”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/01/travaglio-sul-governo-conte-non-ce-neppure-un-ministro-inquisito-o-condannato-ed-e-la-prima-volta-dal-1994/