.
.
SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti
.
.
Salvini: “Battisti non deve uscire vivo di galera”… Ma sa che Mambro e Fioravanti sono liberi? Ma lo sa che Abbatangelo gode addirittura del vitalizio… Il tutto alla faccia delle vittime?
Leggi anche:
Salvini: «Battisti non deve uscire vivo di galera». Ma sa che Mambro e Fioravanti sono liberi?
Il ministro tenta di sfruttare l’onda forcaiola nel nome dell’anticomunismo. Dimentica che chi ha ucciso poliziotti, magistrati e fatto stragi gira libero da anni senza che lui abbia mai detto una parola
La «sparata», la solita: «Il mio impegno è che questo maledetto delinquente sconti la sua pena. Ovviamente dovrà marcire in galera fino all’ultimo dei suoi giorni. Non deve uscire vivo dalla galera»: così il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini intervenendo alla scuola politica della Lega, a Milano, riferendosi all’arresto di Cesare Battisti.
«Dopodiché – ha aggiunto – andremo a chiedere conto, a nome dei morti e dei feriti, a tutti quei politici, intellettuali, registi e cantanti che hanno firmato gli appelli per un assassino comunista. Perché loro hanno la coscienza sporca come quell’assassino».
A parte che la ricerca su chi ha firmato gli appelli fallirà totalmente. Perché Battisti in Italia – alla pari dei fatti odierni – in quasi quarant’anni ha riscontrato la solidarietà di mezza dozzina di personaggi in cerca di un titolo di giornale. Tutto lì. Un atto che confermerà semmai l’ignoranza delle cose patrie del ministro degli Interni.
Così, risolto quello che per il vicepremier si direbbe un problema, si può passare ad altro.
Se la legge è uguale per tutti (stia tranquillo, i suoi amici di governo, chissà perché, hanno rinunciato a pretendere la restituzione dei 49 milioni della Lega spesi chissà come) il ministro può dire come mai, terroristi conclamati e giudicati, pluriergastolani, possono tranquillamente andare a spasso senza restrizioni?
Chi scrive, quel 4 gennaio 1979, era, come ogni giorno, in viale Castrense a Roma, sede del Corriere della sera. La molotov in faccia al portiere segnò l’inizio della storia dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari che annoveravano al loro interno Giusva Fioravanti e Francesca Mambro (e Massimo Carminati): all’esordio fecero seguito 33 omicidi tra poliziotti, altri camerati, il giudice Amato, avversari politici, fino alla strage di Bologna. A carico della donna nove ergastoli.
Non perché si chiede l’equivalente trattamento che lui intende assegnare al membro del gruppo Proletari armati per il comunismo (se deve uscire o «marcire in galera» lo stabilirà un tribunale non certamente la Lega), ma per rendersi conto se in Italia l’applicazione di una legge deve sottostare alle mene del governo. Di un governo qualsiasi. Perché così si direbbe Salvini intenda «la legge è uguale per tutti».
Che si traduce nella formazione di «graduatorie»: quella dei fascioleghisti come appunto Matteo Salvini, e quella degli altri. I primi vengono esentati dal pagamento dei loro atti criminali, per gli altri c’è l’aggravante diciamo «ideologica», fine pena mai. Una versione del «doppiopesismo».
Senza neppure un ministro che scriva «Il mio impegno è che questi maledetti delinquenti scontino la pena»: e dire che sono meno di 140 battute, entrano in un tweet.
Gli ergastoli di Francesca Mambro
Ergastolo per l’omicidio di Franco Evangelista (28 maggio 1980)
Ergastolo per essere mandante dell’omicidio di Mario Amato (23 giugno 1980)
Ergastolo per la strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980)
Ergastolo per l’omicidio di Francesco Mangiameli (9 settembre 1980)
Ergastolo per l’omicidio di Enea Codotto e Luigi Maronese (5 febbraio 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Giuseppe De Luca (31 luglio 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Marco Pizzari (30 settembre 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Francesco Straullu e Ciriaco Di Roma (21 ottobre 1981)
Ergastolo per l’omicidio di Alessandro Caravillani (5 marzo 1982)
di Tommaso Verga
tratto da: https://www.globalist.it/attualita/2019/01/13/salvini-battisti-non-deve-uscire-vivo-di-galera-ma-sa-che-mambro-e-fioravanti-sono-liberi-2036052.html