Ancora una lezione di onestà e moralità da Silvio Berlusconi a tutti Italiani: sull’arresto dei genitori di Renzi “In Paese civile non accadrebbe” …Capito Italiani? Emettere 700mila euro di fatture false o gonfiate è lecito, la cosa vergognosa è essere arrestati solo perchè si è tentato di fottere lo Stato ed i Cittadini…!

 

Berlusconi

 

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Ancora una lezione di onestà e moralità da Silvio Berlusconi a tutti Italiani: sull’arresto dei genitori di Renzi “In Paese civile non accadrebbe” …Capito Italiani? Emettere 700mila euro di fatture false o gonfiate è lecito, la cosa vergognosa è essere arrestati solo perchè si è tentato di fottere lo Stato ed i Cittadini…!

Sessantacinque fatture per operazioni inesistenti o gonfiate, per un valore complessivo di 724.946 euro. Eccolo il conto che i magistrati di Firenze hanno presentato a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, ritenuti gli amministratori di fatto della cooperativa Marmodiv utilizzata dai due per “alleggerire” la loro società Eventi6 degli oneri previdenziali e fiscali. E “guadagnare qualche soldo in più”, per dirla con le parole di “Lalla”.

Da Fanpage:

Silvio Berlusconi sta con Renzi dopo l’arresto dei genitori: “In Paese civile non accadrebbe”

Silvio Berlusconi commenta l’arresto dei genitori di Matteo Renzi: “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero. Credo che umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”.

A esprimere solidarietà all’ex presidente del Consiglio è anche Silvio Berlusconi, che a Quarta Repubblica, su Rete 4, afferma: “Sono cose che in un paese civile non accadrebbero. Credo che umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto”. Poi aggiunge: “Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa”.

Insomma, ancora un grande insegnamento. Una lezione di moralità e onesta da Silvio Berlusconi, noto pregiudicato.

By Eles

 

“Ho 64 anni, sono malato e profondamente cambiato” (Cesare Battisti dal carcere) – “Avevo 43, sono morto e la vita della mia famiglia profondamente cambiata” (Pierluigi Torregiani dalla tomba)

 

Cesare Battisti

 

 

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“Ho 64 anni, sono malato e profondamente cambiato” (Cesare Battisti dal carcere) – “Avevo 43, sono morto e la vita della mia famiglia profondamente cambiata” (Pierluigi Torregiani dalla tomba)

 

Avrà pure 64 anni. Sarà pure malato. Probabilmente veramente sarà cambiato. Ma tutto questo non basta a rendere giustizia alle sue vittime ed alle loro famiglie.

4 vite stroncate… Certo, siamo in Italia e se la Manbro (leggi qui) ha scontato 2 mesi di carcere per ognuna delle suoi 96 omicidi, potrebbe essere libero nel giro di 8 mesi…

Che sia Giustizia…

Chi è Cesare Battisti

L’ex terrorista, che deve scontare l’ergastolo per quattro omicidi in concorso avvenuti alla fine degli anni Settanta in Italia, nel 1981 è evaso dal carcere di Frosinone e non è più tornato nel nostro Paese.

Membro dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), condannato in contumacia in Italia all’ergastolo per quattro omicidi in concorso compiuti alla fine degli anni Settanta, la storia di Cesare Battisti è degna di un romanzo – fatto di arresti, evasioni, fughe ed estradizioni mancate – ambientato tra il nostro Paese, la Francia, il Messico e il Brasile, fino all’ultimo capitolo on Bolivia.

Cesare Battisti nasce nel 1954 a Cisterna di Latina, in una famiglia contadina. A 18 anni viene arrestato per la prima volta per una rapina a Frascati, poi qualche mese dopo finisce ancora in manette per un sequestro di persona. Da un reato all’altro, Battisti nel 1977 è nel carcere di Udine per aver aggredito un sottufficiale dell’Esercito. In cella conosce Arrigo Cavallina, ideologo dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo). Una volta libero, Battisti inizia a partecipare a una serie di azioni di eversione dei Pac.

Battisti è accusato di aver preso parte o fornito “copertura armata” anche a quattro omicidi sul finire degli anni Settanta. Il 6 giugno 1978, Andrea Santoro è il primo a cadere sotto i colpi dei Pac. A 52 anni vive con la moglie e i tre figli, a Udine, dove è a capo con il grado di maresciallo del carcere di via Spalato. A sparare, secondo gli inquirenti, sono Battisti e una complice. Per i Pac quello è il battesimo del fuoco. Nel 1979, arrivano gli altri tre omicidi: due a Milano e uno vicino a Mestre. Il 16 febbraio, nel giro di poche ore, vengono uccisi nel capoluogo lombardo il gioielliere Pierluigi Torregiani e a Mestre il macellaio Lino Sabbadin. Le due vittime avevano in comune una cosa: in precedenza avevano sparato e ucciso un rapinatore. Per il delitto di Torregiani, Cesare Battisti è stato poi condannato in quanto mandante e ideatore. Due ore dopo il delitto Torregiani, alle 18 viene assassinato Lino Sabbadin. In questo secondo omicidio, Battisti viene accusato di aver fornito “copertura armata”. Il 19 aprile 1978, Andrea Campagna, agente della Digos milanese, viene ucciso con cinque colpi di pistola nella zona della Barona. Due telefonate al Secolo XIX e a Vita rivendicano l’omicidio a nome dei Proletari armati per il comunismo. Di questo delitto Battisti viene accusato di essere stato l’esecutore materiale.

La fuga in Francia e il periodo in Messico

Cesare Battisti viene arrestato nuovamente, ma stavolta per banda armata, nel 1979. Detenuto nel carcere di Frosinone, mentre è in corso l’istruttoria, il 4 ottobre 1981 riesce a evadere e a fuggire in Francia. Per un anno vive da clandestino a Parigi, dove conosce la sua futura moglie. Poi si trasferisce con la compagna in Messico dove nasce la sua prima figlia. Durante il soggiorno messicano, i giudici italiani lo condannano in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi. Battisti torna a Parigi dove, nel frattempo, sono andate a vivere la moglie e la figlia. Nella capitale francese fa il portiere di uno stabile, ma frequenta una comunità di rifugiati italiani. Battisti inizia a scrivere romanzi noir. Resta in Francia fino al 2004, quando viene concessa l’estradizione. In agosto, però, Battisti fugge e torna latitante.

La cattura in Brasile e l’estradizione mai concessa

Per qualche anno non si hanno notizie di Battisti, fino a quando il 18 marzo 2007 viene arrestato in Brasile. L’ex esponente dei Pac, però, si rivolge allo Stato sudamericano e chiede lo status di rifugiato politico, che ottiene all’inizio del 2009, dopo una prima richiesta respinta a novembre 2008. La concessione dello status di rifugiato politico ha creato forti dissapori tra Italia e Brasile. Il Tribunale supremo federale (Stf) brasiliano, il 18 novembre 2009, dichiara illegittimo lo status di rifugiato politico concesso dal governo, ma la decisione definitiva spetta al presidente Lula da Silva che il 31 dicembre 2010, nell’ultimo giorno del suo mandato presidenziale, decide di non concedere l’estradizione.

La revoca dello status di rifugiato nel 2017

Nell’ottobre del 2017, il caso Battisti fa ancora discutere. L’ex terrorista viene arrestato all’inizio del mese mentre sta fuggendo in Bolivia dal Brasile, pochi giorni dopo che il presidente brasiliano Michel Temer si era espresso sull’estradizione in Italia. Lo stesso Temer, sempre a ottobre 2017, revoca lo status di rifugiato a Battisti e dà ordine di estradarlo in Italia. Ma l’ex terrorista fa ricorso ai giudici del Tribunale Supremo Federale che rinviano la decisione e concedono misure alternative agli arresti in carcere.

L’era Bolsonaro e l’arresto in Bolivia

Di Battisti si torna a parlare nell’ottobre 2018: Jair Bolsonaro, candidato di estrema destra a presidente del Paese, promette al ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini l’estradizione dell’ex terrorista. Dopo la vittoria alle presidenziali di Bolsonaro, alla fine di ottobre 2018, Cesare Battisti fa perdere le sue tracce, finché il suo legale non precisa: si è semplicemente spostato da Cananeia – dove risiede – a San Paolo, dove si è riunito con i suoi rappresentati legali. Due mesi dopo, nel dicembre 2018, il Brasile annuncia: “Cesare Battisti deve essere arrestato per evitare il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione”. A ordinare l’arresto, con un provvedimento immediatamente esecutivo, è un magistrato del Supremo tribunale federale, lo stesso che nell’ottobre dell’anno precedente gli aveva concesso misure alternative al carcere. Il presidente uscente Temer firma il decreto, e Battisti sparisce. Il Brasile ammette che “potrebbe aver lasciato il Paese” e diffonde le foto di possibili travestimenti. Battisti risulta latitante fino alla cattura avvenuta in Bolivia il 12 gennaio 2019.

By Eles

Titolo ispirato da un tweet di Gianluca Foresi‏ @GianlucaForesi

Maria Elena Boschi, una che di “Persone perbene” se ne intende, su Di Girolamo: “Si è messo al servizio della comunità in cui vive senza alcun tornaconto personale né economico”…Infatti l’hanno arrestato!

Maria Elena Boschi

 

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Maria Elena Boschi, una che di “Persone perbene” se ne intende, su Di Girolamo: “Si è messo al servizio della comunità in cui vive senza alcun tornaconto personale né economico”…Infatti l’hanno arrestato!

 

01.06.2014 – Maria Elena Boschi su Di Girolamo: “Si è messo al servizio della comunità in cui vive senza alcun tornaconto personale né economico”

02.05.2017 – Di Girolamo arrestato!

 

Leggiamo da Il Fatto Quotidiano:

Appalti irregolari, arrestati il sindaco Di Girolamo e un assessore di Terni: “Monopolio perfetto con cooperative”

Secondo la Procura gli appalti – dal verde pubblico ai servizi turistici per le Cascate delle Marmore – venivano riaffidati senza nuove gare. Ed è così che è stato possibile per il raggruppamento di cooperative ottenere proroghe fino a 63 proroghe consecutive. “Così continuando a garantire, a volte, anche per oltre 5 anni consecutivi la gestione del contratto al medesimo raggruppamento di cooperative sociali”. I bandi “cuciti addosso” alle società…

Articolo intero qui: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/02/appalti-irregolari-arrestati-il-sindaco-di-girolamo-e-un-assessore-di-terni-monopolio-perfetto-con-cooperative/3556945/

Ma basta tornare un po’ indietro nel tempo per leggere cose del genere:

Il Ministro Boschi a Terni / L’appoggio a Di Girolamo sindaco

La Boschi su Di Girolamo: “Si è messo al servizio della comunità in cui vive senza alcun tornaconto personale né economico”

Maria Elena Boschi, ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il parlamento del governo Renzi, è intervenuta a Terni a sostegno della candidatura di Leopoldo Di Girolamo. Maria Elena Boschi è giunta in città intorno alle 10 di domenica mattina ed è stata accolta nella sede del comitato elettorale in piazza della Repubblica, per poi raggiungere il Teatro Secci dove ha parlato davanti a una platea gremita.

Il saluto – Il suo intervento è stato introdotto da coordinatore della segreteria regionale del PD Emilio Giacchetti e dal segretario regionale Giacomo Leonelli: “Terni – ha detto quest’ultimo – è pienamente coinvolta nella grande operazione di rinnovamento a cui il PD sta dando vita. Leopoldo Di Girolamo in questi cinque anni ha saputo condurre la nave con saggezza ed equilibrio, nonostante il mare burrascoso della crisi. Ha difeso la città, ha saputo farla crescere e ci ha messo la faccia. Sempre. Ora dobbiamo sostenerlo con forza in questo rush finale”.

Leopoldo Di Girolamo ha ringraziato il ministro per la sua presenza: “Maria Elena è il segno tangibile della nuova classe dirigente che il PD sta dando al Paese – ha detto -. Una classe dirigente giovane, competente e coraggiosa che punta a un’Italia più moderna, dinamica e più giusta. E dentro questa nuova Italia ci vuole stare anche Terni”.

Con l’avvicinarsi del ballottaggio, la temperatura dello scontro politico è cresciuta e il candidato non si tira indietro: “In questi ultimi giorni – ha detto dal palco – il nostro avversario ha cercato di ‘avvelenare i pozzi’, facendo emergere quei di tratti di autoritarismo e intolleranza che fanno parte della sua storia politica di uomo di destra, da lui rappresentata nelle assemblee locali fra le file del MSI. Contro di lui ho già vinto nel 2001 nella competizione per il Senato della Repubblica. Nonostante la sconfitta e il sostegno di Berlusconi, che al tempo andava per la maggiore, il mio avversario fu adeguatamente ricompensato dai suoi amici con un posto ai vertici di strutture pubbliche come Inps e Inpdap, con tanto di ricchi stipendi. Io non solo mi sono dimesso da senatore dopo l’elezione a sindaco, ma due anni fa ho rinunciato a percepire qualsiasi emolumento per la carica che rivesto. Anche per questo non intendiamo accettare lezioni morali di alcun tipo”.

Poi, sempre sui temi locali: “Abbiamo attraversato cinque anni durissimi in cui Terni ha tenuto. Siamo riusciti a tenere in ordine i bilanci e abbiamo lavorato per far crescere la città che oggi può contare su servizi efficienti, nuove infrastrutture e un’importante base di partenza per intercettare lo slancio che il nuovo governo, che è al nostro fianco, sta dando al Paese. Anche per questo mi rivolgono a tutti i ternani perché domenica 8 giugno vadano a votare, sostenendo il nostro progetto per la città”.

Maria Elena Boschi ha ringraziato tutti per l’accoglienza: “Mi fa particolarmente piacere essere in Umbria, una regione a cui sono particolarmente legata visto che mia madre è di Spoleto. Sono qui a fare il tifo per Leopoldo e per festeggiare la vittoria netta alle elezioni europee. Credo che domenica oltre al PD abbia vinto soprattutto l’Italia”. Sull’esito del voto: “Avevamo di fronte una sfida fra chi tifa per il Paese e chi sa solo usare l’arma della protesta. I cittadini hanno scelto di continuare a credere nel futuro, chiedendo al PD di fare in Europa ciò che questo governo sta facendo in Italia. Il cambio di passo non è solo generazionale o nei volti, ma è soprattutto nelle politiche. Vogliamo essere più vicini ai sindaci italiani – e Matteo Renzi è sensibile a questo tema in ragione della sua esperienza personale – perché hanno attraversato momenti particolarmente difficili e vogliamo dare loro tutti gli strumenti per uscire finalmente da questa fase critica. È una sfida per Terni e per tutto il Paese”. Il ministro ha fatto riferimento ad alcune misure concrete che investono anche la dimensione locale: “I 3,5 miliardi stanziati per l’edilizia scolastica, il miliardo e mezzo per prevenire i dissesti idrogeologici. E poi gli interventi per famiglie e imprese, con la riduzione delle tasse, anche sul lavoro, e la restituzione degli 80 euro ai cittadini. Vogliamo continuare ad essere vicini alla gente, alle imprese e alle comunità locali”. Poi, su Leo Di Girolamo: “Si è messo al servizio della comunità in cui vive senza alcun tornaconto personale né economico. È importante che questo progetto non si interrompa ma possa andare avanti, perché il secondo mandato sarà fondamentale per completare il lavoro avviato nei primi cinque anni. Di fronte ai ballottaggi – ha detto il ministro – non si deve dare nulla per scontato. Si parte da ‘zero a zero’ e tutti dobbiamo rimboccarci le maniche perché la festa possa completarsi anche in Umbria, a Terni come a Perugia, e dare ulteriore slancio a quanto il governo sta facendo per il Paese”.

fonte: http://tuttoggi.info/il-ministro-boschi-a-terni-lappoggio-a-di-girolamo/216250/

 

…E certo che su questo De Girolamo le ombre non mancano.

Ecco cosa ci racconta Wikipedia su Di Girolamo

Caso “Swap”

Nel 2012 la Procura Regionale della Corte dei Conti dell’Umbria indaga Di Girolamo e sei assessori della sua giunta per aver autorizzato la rinegoziazione di alcuni contratti di finanza derivata (Swap). Tale decisione avrebbe creato un presunto danno erariale complessivo pari a 2 milioni e 700 mila euro, di cui circa 6.500 euro addebitati alla giunta Di Girolamo ed i restanti alla precedente giunta[18]. Il 31 marzo 2015 la Corte dei Conti dell’Umbria dichiara l’inammissibilità degli atti di citazione da parte della Procura Regionale[19].

Caso “Eventi valentiniani”

Nel 2013 riceve un avviso di garanzia, insieme ad altre 28 persone (tra cui alcuni assessori della sua giunta, dei consiglieri comunali di maggioranza e un dirigente comunale) dalla Procura della Repubblica di Terni. Secondo il pubblico ministero Di Girolamo e gli indagati avrebbero, attraverso una delibera che riconosceva alcuni debiti fuori bilancio tra cui alcuni legati agli eventi valentiniani svoltisi negli anni 2001 e 2002, commesso i reati di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale nei confronti dell’ ex assessore comunale al ramo[20]. Nel novembre 2015 il GIP di Terni Simona Tordelli accoglie la richiesta di archiviazione dell’indagine formulata dal PM Elisabetta Massini[21].

Presunto danno erariale per lavori urgenti

Nel dicembre 2015 la Corte dei Conti dell’Umbria assolve Di Girolamo ed altre trentuno persone (tra cui ex assessori, consiglieri comunali ed un dirigente comunale) dall’accusa di aver causato un danno erariale alle casse comunali di 362 mila euro dovuto al fatto che alcuni fondi relativi ad un mutuo di 500 mila euro acceso presso la Cassa depositi e prestiti sarebbero stati utilizzati non solo per procedere ad interventi urgenti di riparazione di danni dovuti ad una alluvione che colpì la città di Terni nell’ottobre del 2010 ma anche per attività di manutenzione ordinaria, estranea all’evento[22].

Presunta violazione delle direttive comunitarie nella gestione del percolato della discarica di Villa Valle

Nel febbraio 2016 il sostituto procuratore della Repubblica di Terni Raffaele Iannella chiede il rinvio a giudizio di Di Girolamo, di 17 amministratori della sua giunta e di tre tecnici del Comune di Terni. Secondo il magistrato, gli indagati avrebbero svolto negli anni gare in economia per lo smaltimento del percolato nell’ex discarica di Villa Valle, violando le direttive comunitarie sulla gestione degli appalti pubblici per tutelare la libera concorrenza. L’udienza preliminare è stata fissata dal GUP di Terni Santoloci per il 12 ottobre dello stesso anno[23].

Presunta mancata bonifica o ripristino di stato dei luoghi

Il 14 gennaio 2017 comunica di aver ricevuto un avviso di proroga delle indagini relativa all’ ipotesi di reato di “mancata bonifica o ripristino di stato dei luoghi”. Di Girolamo risulta iscritto nel registro degli indagati dal 27 aprile 2016.[24]

Caso “Operazione Spada”

Il 2 maggio 2017 viene arrestato nella sede comunale di Terni, Palazzo Spada, su disposizione del GIP Federico Bona Galvagno e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari[25]nell’ambito di una inchiesta della locale Procura della Repubblica sugli appalti comunali relativi alla manutenzione ordinaria delle aree verdi, alla gestione dei servizi cimiteriali, e alla gestione dei servizi turistici presso l’area della Cascata delle Marmore.[26][27] Di Girolamo risulta indagato per presunti reati di associazione a delinquere e turbata libertà degli incanti[27].

 

Ma si sa, la Boschi le “Persone perbene” le fiuta anche a 5 km di distanza…

by Eles