Milano – Morire a 70 anni, facendo l’operaio appeso in aria mentre maledici la Fornero…!

 

 

Fornero

 

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Milano – Morire a 70 anni, facendo l’operaio appeso in aria mentre maledici la Fornero…!

 

Ennesimo incidente sul lavoro. Sembrerebbe una notizia di cui non occuparsi più, tante ne dobbiamo registrare (circa tre morti al giorni, più una decina di feriti, quando va tutto, ma proprio tutto bene).

Ma in quello che è avvenuto a Milano, a Palazzo Reale, c’è quel dettaglio in più che ha costretto molte testate ad occuparsene: l’operaio aveva 70 anni.

La vergogna mostruosa della normativa sul lavoro e la pensione, in questo paese, lo registra come “libero professionista e titolare di una ditta individuale”. Una partita Iva, insomma, per poter continuare a lavorare visto che la pensione non può bastare.

A questa giovane età l’operaio ballava su una scala a cinque metri d’altezza, durante gli ultimi lavori di allestimento della mostra dedicata ad Agostino Bonalumi.

Attendiamo con pazienza che l’ex ministro Elsa Fornero sia chiamata in qualche trasmissione televisiva a spiegare che, in fondo, è giusto così, che i conti dello stato ne trarranno giovamento (con la morte cessa anche l’erogazione di quella miseria di pensione), magari mostrando una lacrima tra un ditino alzato e un sorrisetto sprezzante.

Cara Elsa, anche questo ce l’hai sulla coscienza…

 

by Eles

 

Luigi Di Maio stronca Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? …Però io capisco cosa stanno passando i giovani”

 

Luigi Di Maio

 

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Luigi Di Maio stronca Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? …Però io capisco cosa stanno passando i giovani”

 

Luigi Di Maio contro Silvio Berlusconi: “Mi critica per i miei lavori umili? Io però capisco cosa stanno passando i giovani”

“Mi meraviglia che Berlusconi non riconosca lavori umili come lavori. Non credo di dovermi scusare per aver fatto lavori umili… Invece proprio quelle esperienze mi possono servire per aiutare tanti giovani che non trovano lavoro o sono disposti ad accettare anche senza essere pagati pur di avere un lavoro”, ha replicato Luigi Di Maio alle critiche di Silvio Berlusconi sul decreto dignità.

Luigi Di Maio torna a polemizzare con Silvio Berlusconi sulla questione lavoro. Pochi giorni fa, l’ex cavaliere ha criticato il decreto dignità voluto dal ministro del Lavoro, scagliandosi in particolare contro le norme a contrasto del precariato e della localizzazione: “Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto, il mondo del lavoro. Non avendo idee originali, rispolvera ricette vecchieche sono fallite in tutto il mondo: sembra incredibile ma il ministro del Lavoro ripropone nel 2018 soluzioni vetero-comuniste già sconfitte nel ‘900 e alle quali non credono più nemmeno i sindacati seri”.

Di Maio, ospite a In Onda, ha risposto e attaccato il leader di Forza Italia per una serie di uscite relative ai lavori umili che l’attuale vicepremier ha svolto prima di diventare parlamentare: “Mi meraviglia che Berlusconi non riconosca lavori umili come lavori. Non credo di dovermi scusare per aver fatto lavori umili… Invece proprio quelle esperienze mi possono servire per aiutare tanti giovani che non trovano lavoro o sono disposti ad accettare anche senza essere pagati pur di avere un lavoro”.

Nel corso della campagna elettorale, l’ex cavaliere ha più volte attaccato Luigi Di Maio sostenendo fosse un candidato inadeguato in quanto prima di diventare parlamentare della Repubblica aveva svolto solamente lavori umili come il muratore o lo steward allo stadio San Paolo di Napoli. “Si è iscritto a legge e ha fallito e ha fatto un solo mestiere: lo stewardal San Paolo per vedere gratis le partite del Napoli”, disse lo scorso novembre.

fonte: https://www.fanpage.it/luigi-di-maio-contro-silvio-berlusconi-mi-critica-per-i-miei-lavori-umili-io-pero-capisco-cosa-stanno-passando-i-giovani/

Alessandro Di Battista incita Matteo Salvini contro le scorte inutili: “Toglile, Boschi e Vespa se la paghino da soli”

 

Di Battista

 

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Alessandro Di Battista incita Matteo Salvini contro le scorte inutili: “Toglile, Boschi e Vespa se la paghino da soli”

Alessandro Di Battista incita Matteo Salvini contro le scorte inutili: “Toglile, Boschi e Vespa se la paghino da soli”

Torna la polemica contro le scorte di polizia assegnate a politici o giornalisti che non sarebbero effettivamente in pericolo di vita. Ad attaccare le “scorte pazze” questa volta è l’ex deputato Alessandro Di Battista, che in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook incita il ministro dell’Interno Matteo Salvini a togliere gli agenti di scorta a personaggi come Maria Elena Boschi o al giornalista Bruno Vespa.

A qualche settimana dalla querelle scatenata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini contro lo scrittore Roberto Saviano, si torna a parlare dell’inutilità della scorta assegnata a determinate personalità politiche ed intellettuali del Belpaese. Ad attaccare l’ex ministro Maria Elena Boschi o il giornalista Bruno Vespa questa volta non è il titolare del Viminale, ma l’ex deputato pentastellato Alessandro Di Battista. In un post pubblicato su Facebook, l’ex parlamentare si scaglia contro le “finte scorte” e chiede a Salvini di toglierle a chi non risulterà essere davvero in pericolo di vita: “La storia delle scorte pazze è una vergogna tutta italiana. Non si tratta solo di sprechi, si tratta di privilegi e di forze dell’ordine sottratte al loro compito: quello di difendere i cittadini, non i potenti. Ci sono 560 persone sotto scorta in Italia, 165 in Francia, 40 in Germania e 20 nel Regno Unito. E’ vergognoso. Magistrati e giornalisti minacciati ne hanno tutto il diritto. Tra l’altro ci sono “giornalisti” di frontiera, sconosciuti, che rischiano la vita davvero”, scrive Di Battista.

“Ma vogliamo parlare dei direttori di La Repubblica, La Stampa, Libero o Il Giornale? E poi Bruno Vespa? Ma stiamo scherzando? Con quel che guadagnano se la pagassero da soli la scorta. E poi i politici. La Boschi sotto scorta? Gasparri? Capisco che scrivere quelle scemenze su twitter l’abbia reso antipatico ma uno come lui merita al massimo un vaffanculo per strada, nulla di pericoloso insomma. E poi ‘ciaone’ Carbone sotto scorta? Io mica lo sapevo. Fatemi capire vengono scortati perchè stanno sui coglioni agli italiani? E poi ad un magistrato come Ingroia viene tolta? Siamo seri, Ingroia può stare simpatico o meno (per me la sua entrata in politica è stato un grandissimo errore e lo sa bene anche lui) ma ha indagatato, avendo ragione tra l’altro, sulla trattativa Stato-Mafia, trattativa reale, vera, accaduta. Avrò fatto centinaia di comizi facendo spesso una battuta sulla scorta della Boschi (“non serve a difendere lei dai cittadini ma noi da lei”) ma adesso basta. Gli oltre 2000 agenti impegnati in questa roba hanno il diritto di fare il loro lavoro. Non sono entrati in Polizia per scortare i responsabili del declino dell’Italia. Salvini ha il dovere di intervenire immediatamente!”, conclude l’ex deputato.

fonte: https://www.fanpage.it/alessandro-di-battista-incita-matteo-salvini-contro-le-scorte-inutili-toglile-boschi-e-vespa-se-la-paghino-da-soli/

 

Alessandro Di Battista su Facebook:

La storia delle “scorte pazze” è una vergogna tutta italiana. Non si tratta solo di sprechi, si tratta di privilegi e di forze dell’ordine sottratte al loro compito: quello di difendere i cittadini, non i “potenti”. Ci sono 560 persone sotto scorta in Italia, 165 in Francia, 40 in Germania e 20 nel Regno Unito. E’ vergognoso. Magistrati e giornalisti minacciati ne hanno tutto il diritto. Tra l’altro ci sono “giornalisti” di frontiera, sconosciuti, che rischiano la vita davvero. Ma vogliamo parlare dei direttori di La Repubblica, La Stampa, Libero o Il Giornale? E poi Bruno Vespa? Ma stiamo scherzando? Con quel che guadagnano se la pagassero da soli la scorta. E poi i politici. La Boschi sotto scorta? Gasparri? Capisco che scrivere quelle scemenze su twitter l’abbia reso antipatico ma uno come lui merita al massimo un vaffanculo per strada, nulla di pericoloso insomma. E poi “ciaone” Carbone sotto scorta? Io mica lo sapevo. Fatemi capire vengono scortati perchè stanno sui coglioni agli italiani? E poi ad un magistrato come Ingroia viene tolta? Siamo seri, Ingroia può stare simpatico o meno (per me la sua entrata in politica è stato un grandissimo errore e lo sa bene anche lui) ma ha indagatato, avendo ragione tra l’altro, sulla trattativa Stato-Mafia, trattativa reale, vera, accaduta. Avrò fatto centinaia di comizi facendo spesso una battuta sulla scorta della Boschi (“non serve a difendere lei dai cittadini ma noi da lei”) ma adesso basta. Gli oltre 2000 agenti impegnati in questa roba hanno il diritto di fare il loro lavoro. Non sono entrati in Polizia per scortare i responsabili del declino dell’Italia. Salvini ha il dovere di intervenire immediatamente!

Il Pd propone legge per introdurre salario minimo: “Non si può pagare lavoratore meno di 9 euro l’ora” …Ah, se avessero governato loro. E invece abbiamo avuto quelle CAROGNE che hanno abolito l’art. 18, inventato il jobs act e tagliato sanità, scuola e pensioni…!

 

salario

 

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Il Pd propone legge per introdurre salario minimo: “Non si può pagare lavoratore meno di 9 euro l’ora” …Ah, se avessero governato loro. E invece abbiamo avuto quelle CAROGNE che hanno abolito l’art. 18, inventato il jobs act e tagliato sanità, scuola e pensioni…!

 

Leggiamo da Fanpage:

Pd propone legge per introdurre salario minimo: “Non si può pagare lavoratore meno di 9 euro l’ora”

Il Pd ha presentato una proposta di legge per introdurre il salario minimo orario per tutti i lavoratori che non hanno un contratto collettivo di riferimento. La proposta prevede un minimo orario di 9 euro netti. “Vogliamo un salario che aiuti il sistema ad aumentare il livello dei salari, è una scommessa che valorizza i corpi intermedi”, afferma il segretario dem Maurizio Martina.

In una fase in cui il Parlamento attende di discutere il Decreto dignità, il primo provvedimento del governo che passerà all’esame delle Camere, il Partito Democratico propone un disegno di legge che introduca il salario minimo orario per tutti i lavoratori che non hanno un contratto collettivo di riferimento. Il minimo di retribuzione oraria fissato dalla legge è di 9 euro netti. L’obiettivo, secondo quanto spiegato dal segretario del Pd Maurizio Martina durante la presentazione avvenuta oggi alla Camera, è quello di “sperimentare un salario che possa aiutare il sistema ad aumentare il livello dei salari. È una scommessa che valorizza i corpi intermedi”.

Martina ricorda che il salario minimo legale esiste già in molti paesi europei e solo in cinque stati non è ancora presente. Nella proposta di legge si prevede una commissione formata da esperti e rappresentanti delle parti sociali che avrebbero il compito di fornire indicazioni al ministero del Lavoro per aggiornare periodicamente il valore del salario minimo.

Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, sottolinea come questa nuova iniziativa si vada ad affiancare alle precedenti proposte di legge avanzate su reddito di inclusione e assegno universale per i figli: “Si completa l’agenda sociale proposta dal Pd”. “Manteniamo un impegno per tutelare le oltre 2 milioni di persone che sono fuori da questa soglia. Il governo fa promesse – osserva Delrio – noi presentiamo una proposta che non va contro il tema della contrattazione, anzi aiuta il lavoro dei sindacati”. Alla presentazione c’era anche la responsabile Lavoro del Pd, Chiara Gribaudo, che ha spiegato come si tratti di “un salario minimo legale e non contrattuale per i settori non sindacalizzati: la nostra proposta migliorabile è di 9 euro netti”

………………….

Che bravi questi del Pd, senza dubbio la possima volta che potremo, dobbiamo votarli… Mica come quelle CAROGNE che ci hanno governato 5 anni abolendo l’art. 18, inventando il jobs act e tagliando sanità, scuola e pensioni…!

Morire a 70 anni, facendo l’operaio appeso in aria …Cara Elsa, C’HAI PURE QUESTO SULLA COSCIENZA…!

 

operaio

 

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Morire a 70 anni, facendo l’operaio appeso in aria …Cara Elsa, C’HAI PURE QUESTO SULLA COSCIENZA…!

Milano. Morire a 70 anni, facendo l’operaio appeso in aria

Ennesimo incidente sul lavoro. Sembrerebbe una notizia di cui non occuparsi più, tante ne dobbiamo registrare (circa tre morti al giorni, più una decina di feriti, quando va bene).

Ma in quello che è avvenuto stamattina a Milano, a Palazzo Reale, c’è quel dettaglio in più che ha costretto molte testate ad occuparsene: l’operaio aveva 70 anni.

La vergogna mostruosa della normativa sul lavoro e la pensione, in questo paese, lo registra come “libero professionista e titolare di una ditta individuale”. Una partita Iva, insomma, per poter continuare a lavorare visto che la pensione non può bastare.

A questa giovane età l’operaio ballava su una scala a cinque metri d’altezza, durante gli ultimi lavori di allestimento della mostra dedicata ad Agostino Bonalumi.

Attendiamo con pazienza che l’ex ministro Elsa Fornero sia chiamata in qualche trasmissione televisiva a spiegare che, in fondo, è giusto così, che i conti dello stato ne trarranno giovamento (con la morte cessa anche l’erogazione di quella miseria di pensione), magari mostrando una lacrima tra un ditino alzato e un sorrisetto sprezzante.

 

fonte: http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2018/07/09/milano-morire-a-70-anni-facendo-loperaio-appeso-in-aria-0105713

…E Giancarlo Governi si ribella: “Non sono un radical chic – ho solo scritto più libri di quanti un razzista ne abbia mai letti…!”

 

Giancarlo Governi

 

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…E Giancarlo Governi si ribella: “Non sono un radical chic – ho solo scritto più libri di quanti un razzista ne abbia mai letti…!”

Non sono un radical chic: ho solo scritto più libri di quanti un razzista ne abbia mai letti

Non sopporto i Rolex, non vado a Capalbio e mi sono rotto di questi che non vogliono nemmeno che protestiamo

Vi danno fastidio anche le piccole innocue cose che hanno soltanto un significato solidale. Io non ho messo la maglietta rossa perché non ce l’ho (ho soltanto una blusa garibaldina che comprai nei 150 anni dell’Impresa ma non mi pareva il caso). Il Rolex non ce l’ho e non me lo sarei comprato neppure se mi fossero avanzati i soldi, perché lo trovo pacchiano, Il mio orologio è uno swatch da 50 euro a cui ogni tanto cambio la pasticca. A Capalbio non ci sono mai andato, quando vado da quelle parti mi fermo a Orbetello o ad Ansedonia a trovare il mio amico Bruno Giordano. Aggiungo anche che ora mi sto rompendo il cazzo perché manco il diritto alla protesta ci volete riconoscere. E poi a chi mi chiama “radical chic” soltanto perché ho letto qualche (alcune migliaia…. ) libro più di lui, o perché ne ho scritti più di quanto lui ne abbia letti, mi sento libero di dire: vai pure a cagare!

“Di Maio non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste” – Berlusconi contro Di Maio ed il suo Decreto Dignità – Sì, avete capito bene. Berlusconi, uno che a 81 anni suonati ancora non sa cos’è la dignità, si scaglia contro il Decreto Dignità… Troppo divertente, se non fosse vero!

 

Berlusconi

 

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“Di Maio non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste” – Berlusconi contro Di Maio ed il suo Decreto Dignità – Sì, avete capito bene. Berlusconi, uno che a 81 anni suonati ancora non sa cos’è la dignità, si scaglia contro il Decreto Dignità… Troppo divertente, se non fosse vero!

 

Decreto Dignità, Berlusconi contro Di Maio: “Non ha mai lavorato, norme vetero-comuniste”

Botta e risposta a distanza fra il leader di Forza Italia e quello del Movimento 5 Stelle sul decreto dignità, considerato da Berlusconi un provvedimento che danneggerà le aziende. Immediata la replica del vicepresidente del Consiglio: “Abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue TV”.

Come noto, la posizione di Forza Italia nei confronti del decreto Dignità, il primo atto di Luigi Di Maio da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, è stata fin da subito fortemente critica. Ora però in campo scende direttamente Silvio Berlusconi, con una lettera indirizzata al Corriere della Sera con la quale spiega la sua posizione di contrarietà rispetto a una norma che definisce “preoccupante”. Il Cavaliere spiega: “Con il Decreto Dignità il governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto. Questo forse è un bene, perché apre gli occhi a quanti fino ad oggi si erano illusi, anche fra gli elettori di centro-destra”. Nella sua lettura si tratta di un decreto che “è certamente un male per le imprese, per i lavoratori, per l’occupazione, per i veri e propri drammi sociali che l’Italia deve affrontare”, soprattutto perché si tratta di una risposta che “non solo non risolve nulla, ma al contrario aggrava le difficoltà di famiglie e imprese”. Per Berlusconi, infatti, “in questo modo non si riduce la flessibilità, si riducono i posti di lavoro, e si scoraggiano i contratti regolari a vantaggio del lavoro nero. Chi ha scritto il decreto certo non conosce l’economia reale come chi lavora e chi fa impresa. Un milione di contratti che stanno per essere rinnovati ora sono a rischio e per quasi la metà si tratta di giovani”.

Poi l’affondo nei confronti del leader del Movimento 5 Stelle:

Quelle che il governo ha varato, sono norme che scontentano tutte le categorie produttive, chi lavora e chi crea lavoro. Questo decreto sembra fatto contro di loro. Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto, il mondo del lavoro. Non avendo idee originali, rispolvera ricette vecchie che sono fallite in tutto il mondo: sembra incredibile ma il ministro del Lavoro ripropone nel 2018 soluzioni vetero-comuniste già sconfitte nel ‘900 e alle quali non credono più nemmeno i sindacati seri

Immediata la replica di Luigi Di Maio, affidata al suo profilo Twitter:

Berlusconi preoccupato per Dl Dignità? Forse perché abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue TV. Se ne faccia una ragione, noi continueremo a lavorare nell’esclusivo interesse delle famiglie!

fontedi-maio-non-ha-mai-lavorato-norme-vetero-comuniste/
http://www.fanpage.it/

È giunta l’estate. E dopo ben quattro mesi di duro lavoro (?) i nostri esimi parlamentari potranno finalmente godersi i loro 40-50 giorni di ferie… E pazienza per le emergenze… E TU Italiota, proprio non ti senti preso per i fondelli…?

 

estate

 

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È giunta l’estate. E dopo ben quattro mesi di duro lavoro (?) i nostri esimi parlamentari potranno finalmente godersi i loro 40-50 giorni di ferie… E pazienza per le emergenze… E TU Italiota, proprio non ti senti preso per i fondelli…?

Il dolce far niente dei parlamentari: e ora arriva anche la (lunga) pausa estiva

Dopo tre mesi di crisi politica, venti giorni di commissioni e prime settimane di nulla cosmico tra Montecitorio e Palazzo Madama, in arrivo anche la lunga pausa estiva. Che, dopo il record assoluto raggiunto l’anno scorso, si preannuncia ancora lunghissima. E pazienza per la narrativa dell’emergenza…

Come noto, la crisi politica apertasi dopo le elezioni del 4 marzo si è risolta solo dopo oltre tre mesi di stallo, con la nascita del governo Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega. Durante questo periodo a Palazzo Chigi è rimasto in carica per gli affari correnti Paolo Gentiloni, mentre il Parlamento procedeva molto a rilento anche nella costituzione delle Commissioni speciali. Poi, dopo l’insediamento del nuovo governo, la costituzione delle 14 Commissioni permanenti, organi fondamentali per il funzionamento della macchina legislativa, ha richiesto altri 20 giorni portando a quasi 4 mesi il periodo di sostanziale immobilismo del Parlamento. Nel frattempo, l’attività combinata di Governo e Aule è stata ridotta ai minimi termini. Solo poco più di una decina di sedute per Camera e Senato, con l’esame di alcuni decreti approvati dal governo precedente, prima dell’arrivo del decreto Dignità, il primo vero testo della nuova amministrazione che sarà discusso in Parlamento.

Il calendario dei lavori restituisce l’idea della “calma” con cui ci si sta muovendo. La Camera a luglio si è riunita il 4 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, per poi aggiornarsi il 9 con una tre giorni in cui si sono discussi provvedimenti minori e questa settimana si occuperà praticamente solo della conversione in legge del decreto “terremoto”, approvato dal governo Gentiloni; tutto da stabilire il programma delle prossime settimane, in cui “potrà avere luogo l’esame di decreti-legge preannunciati dal Governo e presentati alla Camera o trasmessi dal Senato”. Palazzo Madama lavorerà, se possibile, a ritmo ancor più ridotto, con 3 giorni di interpellanze e interrogazioni a partire da domani, l’eventuale votazione di due componenti del Cda Rai nei 3 giorni della settimana successiva e, infine, “eventuale seguito di argomenti non conclusi” nella quarta settimana di luglio. Settimana lavorativa che va rigorosamente dal martedì al giovedì, per quanto concerne l’Aula.

Il tutto mentre si avvicina il tempo della pausa estiva, che anche quest’anno si annuncia particolarmente lunga. Come spiega OpenPolis, infatti, negli “anni passati le “ferie” dei parlamentari sono durate dai 24 ai 39 giorni, con il picco raggiunto proprio l’anno scorso”. Eppure, l’avvio della legislatura dovrebbe coincidere con un periodo di grande attività, considerato che sono molti i disegni di legge “in sospeso” della scorsa legislatura e molte le nuove proposte presentate proprio in questi giorni (come si può agevolmente verificare qui). Inoltre, appare scontato che, dopo 6 riunioni senza provvedimenti legislativi addottati dal governo (seguite appunto dai primi decreti), il Consiglio dei ministri cominci a presentare proposte con maggiore continuità.

Anche per questo motivo, proprio OpenPolis lancia un appello: una pausa estiva breve, che consenta ai parlamentari di cominciare a lavorare sul serio.

Agosto è alle porte, e i capigruppo, assieme ai presidenti di aula, dovranno decidere il calendario dei lavori per le prossime settimane. Visto il prolungato stallo che abbiamo testimoniato, sarebbe auspicabile che si decidesse per un agosto in controtendenza, con una pausa estiva breve. Abbiamo dovuto aspettare oltre 3 mesi per la formazione del governo, e altri 20 giorni per la costituzione delle commissioni, pensare che il parlamento possa chiudere per altre settimane non sembra ideale.

fonte: https://www.fanpage.it/il-dolce-far-niente-dei-parlamentari-e-ora-arriva-anche-la-lunga-pausa-estiva/
http://www.fanpage.it/

 

Caro Salvini, Cara Meloni. Sono uno di quei coglioni che ha pietà per i migranti che crepano… Ora ho una domanda per voi: …E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

 

Salvini

 

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Caro Salvini, Cara Meloni. Sono uno di quei coglioni che ha pietà per i migranti che crepano… Ora ho una domanda per voi: …E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

Le tasse che ogni anno vengono pagate da ogni contribuente servono affinché lo Stato possa e debba sostituirsi alla personale solidarietà dei singoli, che potrebbero anche decidere di prendere parte a qualche programma di inserimento e accoglienza ma non possono essere né obbligati a farlo né tantomeno possono essere criticati per il fatto che una serie di problemi personali impedisce loro di spendersi in prima persona con iniziative più concrete di un appello sul giornale. E questo vale sia per i migranti che per i terremotati che per gli italiani in povertà assoluta, perché così funziona uno Stato. Eppure nessuno va a chiedere conto a Salvini o Meloni del perché loro, nella loro magione dorata, non ospitino alcun italiano in difficoltà pur dicendosi sempre molto preoccupati dalla situazione economica delle famiglie indigenti. Cosa cambia?

“Portateli a casa tua” è il commento più gettonato quando si parla di migranti. Su Facebook o nella vita reale, ogni volta che si affronta la questione migranti lo scontro si sposta sul terreno economico e della pubblica sicurezza e i detrattori delle politiche di accoglienza puntano il dito contro i cosiddetti “radical chic” evidenziando che potrebbero ospitare i migranti a casa propria, se proprio ci tengono così tanto a farli stare in Italia. Non solo commenti e diatribe da bar, però, quel “portateli a casa tua” è diventato lo scheletro di una “inchiesta” condotta dal quotidiano Il Tempo che sta facendo molto parlare in questa calda giornata di mezza estate.

Cercando di contrastare l’iniziativa di “Rolling Stone” organizzata per esprimere dissenso contro le politiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, un cronista del quotidiano romano ha inventato di sana pianta un ong e ha iniziato a chiamare un centinaio di intellettuali e artisti da sempre vicini alla causa migratoria chiedendo loro di ospitare un migrante a caso in casa loro, così a caso. Dopo aver effettuato una serie di chiamate, il cronista ha poi costruito un pezzo ad hoc volto a dimostrare che i radical chic di sinistra solo a parole sarebbero solidali con i migranti ma non a fatti e “sputtanare” i volti noti che hanno aderito all’appello di Rolling Stone o all’iniziativa “Magliette rosse”. E così, l’articolo, condividiso con gaudio e giubilo anche dallo stesso Salvini, ha letteralmente fatto il giro della rete ed è in pochissime ore divenuto una vera e propria clava da utilizzare per picchiare i buonisti della rete e sbattere loro in faccia “la verità che nessuno racconta”.

Insomma, secondo il cronista che ha costruito il pezzo – perché di costruzione a tesi si tratta – il rifiutare l’invito di una sconosciuta ong inventata di sana pianta o richiede informazioni più specifiche via mail per sincerarsi della bontà dell’iniziativa e dell’esistenza della onlus stessa dimostrerebbe che i radical chic con il rolex e l’attico a New York non sono poi davvero così buoni e bravi ma sarebbero degli egoisti che di fronte alla possibilità di dare un aiuto concreto si tirano indietro senza colpo ferire. L’articolo de Il Tempo, invece, altro non è che l’accozzaglia di una serie di luoghi comuni spacciati per verità assoluta e altro non fa che sciorinare una serie di nomi noti – e molto odiati dai cattivisti – insieme a una serie di scuse che questi avrebbero presentato all’anonimo chiamante. Su 100 persone, solo 4 avrebbero accettato l’offerta, mentre una buona metà nemmeno avrebbe risposto al telefono e un’altra buona metà avrebbe gentilmente declinato l’invito. L’articolista ha poi messo insieme una serie di vittime designate e le ha date in pasto alla rete, sottolineandone l’incongruenza tra parole e comportamenti.

Come ha spiegato sui social lo stesso Linus, però, molti hanno rifiutato perché hanno subodorato puzza di bruciato e hanno compreso subito potesse trattarsi di un banale scherzo telefonico a opera di qualche buontempone, ma nonostante questo si sono ritrovati nel tritacarne dei cattivisti senza possibilità d’appello. La critica che però si può e si deve muovere a questo articolo de Il Tempo e in generale a tutti quelli che credono che i migranti possano e debbano essere ospitati a casa dei buonisti è un’altra: l’iniziativa di Rolling Stone e quella di Libera erano di stampo umanitario e miravano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della chiusura dei porti italiani connessa ai naufragi, sottolineando che è dovere di ogni nazione salvare e accogliere i migranti in viaggio nel Mar Mediterraneo perché non si possono contare i centesimi quando in ballo di sono le vite delle persone.

Quel “portateli a casa tua” non ha alcun senso perché non possono essere compiti di un singolo cittadino il mantenimento e l’integrazione di immigrati e richiedenti asilo sul territorio nazionale, le tasse che ogni anno vengono pagate da ogni contribuente servono affinché lo Stato possa e debba sostituirsi alla personale solidarietà dei singoli, che potrebbero anche decidere di prendere parte a qualche programma di inserimento e accoglienza ma non possono essere né obbligati a farlo né tantomeno possono essere criticati per il fatto che una serie di problemi personali impedisce loro di spendersi in prima persona con iniziative più concrete di un appello sul giornale. E questo vale sia per i migranti che per i terremotati che per gli italiani in povertà assoluta, perché così funziona uno Stato. Eppure nessuno va a chiedere conto a Salvini o Meloni del perché loro, nella loro magione dorata, non ospitino alcun italiano in difficoltà pur dicendosi sempre molto preoccupati dalla situazione economica delle famiglie indigenti. Cosa cambia?

fonte: https://www.fanpage.it/e-perche-non-vi-portate-gli-italiani-in-difficolta-a-casa-vostra/

 

 

L’amarezza di Camilleri: “intorno all’estremismo di Salvini vedo il consenso di Mussolini nel 1937 – Sto per lasciare una brutta eredità ai miei nipoti”

 

Camilleri

 

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L’amarezza di Camilleri: intorno all’estremismo di Salvini vedo il consenso di Mussolini nel 1937

Lo scrittore parla dei giorni giorni bui: questo è davvero un brutto passaggio nella storia italiana. Sto per lasciare una brutta eredità ai miei nipoti.

Parole amare, con la delusione nel vedere un paese incattivito e pieno di razzisti: “Non ho rimpianti per il passato. Però questo è davvero un brutto passaggio nella storia italiana che temo non abbia paragoni con altri periodi”. Lo ha dettolo scrittore Andrea Camilleri in un’intervista a ‘la Repubblica’, dove definisce l’Italia di oggi “un paese che torna indietro, come i gamberi. È come se avesse cominciato a procedere in senso inverso, smarrendo le importanti conquiste sociali che aveva realizzato in passato. Se devo essere sincero, io non riconosco più gli italiani”, dice.
E a proposito delle posizioni del ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini: “Non voglio fare paragoni – osserva Camilleri – ma intorno alle posizioni estremiste di Salvini avverto lo stesso consenso che a dodici anni, nel 1937, sentivo intorno a Mussolini. Ed è un brutto consenso perché fa venire alla luce il lato peggiore degli italiani, quello che abbiamo sempre nascosto”. Quale? “Prima di tutto il razzismo. Noi ci siamo riparati dietro l’immagine stereotipata di ‘italiani brava gente’, ma non è sempre stato così, specie nell’Africa Orientale. Su questo preferisco sorvolare. Però ricordo ancora le scritte che mi accoglievano a Torino negli anni Sessanta quando andavo a lavorare nella sede Rai: ‘Non si affittano case ai meridionali'”.
“Una delle mie più grosse pene è proprio questa: a novantatré anni, a un passo dalla morte, mi trovo a lasciare a nipoti e pronipoti un’Italia che non mi aspettavo di lasciare in eredità. I miei uomini politici si chiamavano De Gasperi, Togliatti, Nenni, Sforza. Avevano un preciso concetto dello Stato e di quello che si poteva fare del paese. Abbiamo ricostruito l’Italia, ora la stiamo risfasciando. Per questa ragione sento di aver fallito come cittadino italiano. E mi pesa molto”, conclude Camilleri.

tratto da: https://www.globalist.it/politics/2018/07/08/l-amarezza-di-camilleri-intorno-all-estremismo-di-salvini-vedo-il-consenso-di-mussolini-nel-1937-2027538.html