Nave Alan Kurdi, il Viminale autorizza lo sbarco di due bambini con le madri, ma non dell’intero nucleo familiare… Fate uno sforzo di memoria, quelli che in passato separavano le famiglie erano i nazisti…!

 

Alan Kurdi

 

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Nave Alan Kurdi, il Viminale autorizza lo sbarco di due bambini con le madri, ma non dell’intero nucleo familiare… E fatelo uno sforzo di memoria, quelli che in passato separavano le famiglie erano i nazisti…!

 

Alan Kurdi: il Viminale tenta di dividere i figli dai padri. No di Sea Eye

L’Italia aveva autorizzato lo sbarco a Lampedusa di due bambini e le madri, ma non dell’intero nucleo familiare. Così si smembrano le famiglie.

E per non dividere le famiglie, per non essere separati dai propri cari, i migranti rifiutano lo sbarco. Salvini, da grande statista qual’è allora risponde: “Buon viaggio a Berlino”

Perchè, credo lo sappiate tutti, una delle prerogative dei GRANDI STATISTI è prendere per il culo dei bambini che fuggono da fame, guerra e tirannia…

Ma il problema non è Salvini. Io di poveri cristi che vagano per le strade urlando, con la bava alla bocca, incomprensibili minacce a chi gli sta vicino, ne ho visti tanti. Mi fanno anche un po’ pena e quando posso gli getto pure qualche spicciolo…

No, il problema non è di questa gente, ma di chi gli dà il voto…

 A qualcuno sfugge che queste sono persone e non pacchi. Sfugge che separare i bambini dai loro padri o le donne dai loro compagni è una bestialità indegna di un Paese civile.

E poi, fatelo uno sforzo di memoria: quelli che in passato separavano le famiglie erano i nazisti…!

By Eles

Caro Salvini, Cara Meloni. Sono uno di quei coglioni che ha pietà per i migranti che crepano… Ora ho una domanda per voi: …E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

 

Salvini

 

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Caro Salvini, Cara Meloni. Sono uno di quei coglioni che ha pietà per i migranti che crepano… Ora ho una domanda per voi: …E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

E perché non vi portate gli italiani in difficoltà a casa vostra?

Le tasse che ogni anno vengono pagate da ogni contribuente servono affinché lo Stato possa e debba sostituirsi alla personale solidarietà dei singoli, che potrebbero anche decidere di prendere parte a qualche programma di inserimento e accoglienza ma non possono essere né obbligati a farlo né tantomeno possono essere criticati per il fatto che una serie di problemi personali impedisce loro di spendersi in prima persona con iniziative più concrete di un appello sul giornale. E questo vale sia per i migranti che per i terremotati che per gli italiani in povertà assoluta, perché così funziona uno Stato. Eppure nessuno va a chiedere conto a Salvini o Meloni del perché loro, nella loro magione dorata, non ospitino alcun italiano in difficoltà pur dicendosi sempre molto preoccupati dalla situazione economica delle famiglie indigenti. Cosa cambia?

“Portateli a casa tua” è il commento più gettonato quando si parla di migranti. Su Facebook o nella vita reale, ogni volta che si affronta la questione migranti lo scontro si sposta sul terreno economico e della pubblica sicurezza e i detrattori delle politiche di accoglienza puntano il dito contro i cosiddetti “radical chic” evidenziando che potrebbero ospitare i migranti a casa propria, se proprio ci tengono così tanto a farli stare in Italia. Non solo commenti e diatribe da bar, però, quel “portateli a casa tua” è diventato lo scheletro di una “inchiesta” condotta dal quotidiano Il Tempo che sta facendo molto parlare in questa calda giornata di mezza estate.

Cercando di contrastare l’iniziativa di “Rolling Stone” organizzata per esprimere dissenso contro le politiche del ministro dell’Interno Matteo Salvini, un cronista del quotidiano romano ha inventato di sana pianta un ong e ha iniziato a chiamare un centinaio di intellettuali e artisti da sempre vicini alla causa migratoria chiedendo loro di ospitare un migrante a caso in casa loro, così a caso. Dopo aver effettuato una serie di chiamate, il cronista ha poi costruito un pezzo ad hoc volto a dimostrare che i radical chic di sinistra solo a parole sarebbero solidali con i migranti ma non a fatti e “sputtanare” i volti noti che hanno aderito all’appello di Rolling Stone o all’iniziativa “Magliette rosse”. E così, l’articolo, condividiso con gaudio e giubilo anche dallo stesso Salvini, ha letteralmente fatto il giro della rete ed è in pochissime ore divenuto una vera e propria clava da utilizzare per picchiare i buonisti della rete e sbattere loro in faccia “la verità che nessuno racconta”.

Insomma, secondo il cronista che ha costruito il pezzo – perché di costruzione a tesi si tratta – il rifiutare l’invito di una sconosciuta ong inventata di sana pianta o richiede informazioni più specifiche via mail per sincerarsi della bontà dell’iniziativa e dell’esistenza della onlus stessa dimostrerebbe che i radical chic con il rolex e l’attico a New York non sono poi davvero così buoni e bravi ma sarebbero degli egoisti che di fronte alla possibilità di dare un aiuto concreto si tirano indietro senza colpo ferire. L’articolo de Il Tempo, invece, altro non è che l’accozzaglia di una serie di luoghi comuni spacciati per verità assoluta e altro non fa che sciorinare una serie di nomi noti – e molto odiati dai cattivisti – insieme a una serie di scuse che questi avrebbero presentato all’anonimo chiamante. Su 100 persone, solo 4 avrebbero accettato l’offerta, mentre una buona metà nemmeno avrebbe risposto al telefono e un’altra buona metà avrebbe gentilmente declinato l’invito. L’articolista ha poi messo insieme una serie di vittime designate e le ha date in pasto alla rete, sottolineandone l’incongruenza tra parole e comportamenti.

Come ha spiegato sui social lo stesso Linus, però, molti hanno rifiutato perché hanno subodorato puzza di bruciato e hanno compreso subito potesse trattarsi di un banale scherzo telefonico a opera di qualche buontempone, ma nonostante questo si sono ritrovati nel tritacarne dei cattivisti senza possibilità d’appello. La critica che però si può e si deve muovere a questo articolo de Il Tempo e in generale a tutti quelli che credono che i migranti possano e debbano essere ospitati a casa dei buonisti è un’altra: l’iniziativa di Rolling Stone e quella di Libera erano di stampo umanitario e miravano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della chiusura dei porti italiani connessa ai naufragi, sottolineando che è dovere di ogni nazione salvare e accogliere i migranti in viaggio nel Mar Mediterraneo perché non si possono contare i centesimi quando in ballo di sono le vite delle persone.

Quel “portateli a casa tua” non ha alcun senso perché non possono essere compiti di un singolo cittadino il mantenimento e l’integrazione di immigrati e richiedenti asilo sul territorio nazionale, le tasse che ogni anno vengono pagate da ogni contribuente servono affinché lo Stato possa e debba sostituirsi alla personale solidarietà dei singoli, che potrebbero anche decidere di prendere parte a qualche programma di inserimento e accoglienza ma non possono essere né obbligati a farlo né tantomeno possono essere criticati per il fatto che una serie di problemi personali impedisce loro di spendersi in prima persona con iniziative più concrete di un appello sul giornale. E questo vale sia per i migranti che per i terremotati che per gli italiani in povertà assoluta, perché così funziona uno Stato. Eppure nessuno va a chiedere conto a Salvini o Meloni del perché loro, nella loro magione dorata, non ospitino alcun italiano in difficoltà pur dicendosi sempre molto preoccupati dalla situazione economica delle famiglie indigenti. Cosa cambia?

fonte: https://www.fanpage.it/e-perche-non-vi-portate-gli-italiani-in-difficolta-a-casa-vostra/

 

 

Migrante incinta e malata terminale, respinta alla frontiera francese. A Torino la curano, ma muore dopo il parto. Questo per confermare perché i francesi riescono a starmi così tanto sui coglioni!

 

Migrante

 

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Migrante incinta e malata terminale, respinta alla frontiera francese. A Torino la curano, ma muore dopo il parto. Questo per confermare perché i francesi riescono a starmi così tanto sui coglioni!

La legge saràanche la legge, ma o francesi fanno proprio tutto, ma proprio tutto per starmi sui coglioni…

Preciso è una mia idea personale ma…

 

INCINTA VIENE RESPINTA AL CONFINE CON LA FRANCIA: MUORE DOPO IL PARTO, A TORINO

Ha dato alla luce un bimbo che alla nascita pesava 700 grammi e che ora prosegue la sua battaglia per la vita nella terapia intensiva neonatale del Sant’Anna, ma non ce l’ha fatta la mamma 31enne di origine nigeriana, respinta alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi.

La donna, soccorsa lo scorso 9 febbraio scorso dai volontari di ‘Rainbow4Africa’ davanti alla stazione ferroviaria, è stata trasferita al Sant’Anna dove i medici hanno scoperto che era incinta ma anche affetta da una grave forma di linfoma in fase terminale.

PARTO – E’ quindi scattata la gara di solidarietà che ha coinvolto il Sant’Anna e le Molinette per cercare di salvare almeno il piccolo. La donna è stata infatti ricoverata in ostetricia per la gestione della gravidanza e curata da un’équipe di ematologi per alcune settimane. Poi l’aggravarsi delle sue condizioni hanno reso obbligatorio il ricovero in rianimazione, dove due giorni dopo, il 15 marzo, è stata sottoposta a cesareo per far nascere il bimbo alla 29esima settimana di gestazione. Ora il piccolo pesa 900 grammi.

”Quello che tutte le sere di verifica al confine con la Francia è molto doloroso – spiega all’AdnKronos il presidente di ‘Rainbow4Africa’, Paolo Narcisi, medico e fondatore della ong nata nel 2009 tra medici del Cto di Torino – mentre la gente sia sul versante italiano sia su quello francese ci aiuta e si adopera per prestare soccorso ai migranti che cercano di passare il confine, la gendarmeria francese preferisce chiudere i cancelli senza tener conto di uno dei diritti fondamentali, quello alla vita e alla salute”.