Il primario stronca in diretta Luigi Marattin (Italia Viva): “I politici devono stare zitti. Zitti. Devono dire solo alla gente di stare a casa, poi devono stare zitti. Qua la gente muore e loro parlano. Io non dormo da 10 giorni, venissero due minuti qui in reparto a vedere quello che sta succedendo.

 

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Il primario stronca in diretta Luigi Marattin (Italia Viva): “I politici devono stare zitti. Zitti. Devono dire solo alla gente di stare a casa, poi devono stare zitti. Qua la gente muore e loro parlano. Io non dormo da 10 giorni, venissero due minuti qui in reparto a vedere quello che sta succedendo.

Ospite dell’Aria che tira, il programma di La7 condotta da Myrta Merlino, il deputato Luigi Marattin (Italia Viva) fa infuriare il professore Raffaele Bruno, primario di Malattie Infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, in collegamento dal suo reparto.

Marattin parte con la solita cantilena. Le solite chiacchiere, la solita propaganda, i soliti numeri buttati li a casaccio…

A questo punto il professore Raffaele Bruno parte in quarta:

“Prima di iniziare a raccontare di come sta Mattia (paziente uno che si è ripreso)… io non ho tempo di vedere la televisione. Però sentire che ancora i politici parlano di queste cose… dovrebbero stare tutti quanti zitti. Zitti. Tutti devono stare zitti e l’unica cosa che devono dire è che la gente deve stare a casa, anziché parlare di questi argomenti che non hanno senso. Qua la gente muore e questi parlano delle riunioni…. Parliamo di malattia… Io non dormo da 10 giorni. Venissero due minuti qui in reparto a vedere quello che sta succedendo.”

Luigi Marattin non capisce e apre di nuovo la bocca e questa volte il Primario rivolgendosi direttamente a lui:

E poi direttamente a Marattin:

“Devi stare zitto, devi stare zitto, vieni in reparto ad aiutarmi. Vieni in reparto ad aiutarmi. Che ci fai in videoconferenza con il ministero? Vieni in reparto ad aiutarmi…!

Il deputato poco dopo abbandona lo studio.

 

 

 

 

Coronavirus la politica italiana si spacca – da una parte chi affrontare l’emergenza, dall’altra chi fa solo becera propaganda. Gente a corto di argomenti per cui il virus è una manna: più contagi e più morti per loro significa una sola cosa, la possibilità di raschiare qualche voto!

 

Coronavirus

 

 

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Coronavirus la politica italiana si spacca – da una parte chi affrontare l’emergenza, dall’altra chi fa solo becera propaganda. Gente a corto di argomenti per cui il virus è una manna: più contagi e più morti per loro significa una sola cosa, la possibilità di raschiare qualche voto!

Sentite le dichiarazioni di questi giorni

C’è chi cerca di affrontare l’emergenza nei migliori dei modi. Dichiarazioni pacate per non generare l’allarme, ma comunque senza negare l’emergenza. Forse si può o si poteva fare di più. Forse si può o si poteva fare meglio, ma molto si è fatto…

Lo sbarco in Italia del coronavirus, come preannunciato da vari scienziati, tra cui la virologa di fama internazionale Ilaria Capua era inevitabile. La gestione dell’emergenza è il banco di prova dei nostri politici che lavorano.

Evitabile è invece il comportamento da sciacalli di alcuni altri politici… Evitabile in un paese normale…!

Ricordate gli imprenditori che se la ridevano per il terremoto, perchè portava loro guadagni inaspettati?

Ve lo ricordate Bruno Vespa che, parlando sempre di terremoto, si fregava le mani perché “il terremoto fa muovere l’economia, alza il Pil”?

E ora pensate a certi politici ormai scarsi ad argomenti: il coronavirus? Una vera e propria manna dal cielo… Ad onta della paura della gente, dei contagi ed anche dei morti, per loro questa è un’occasione d’oro, un’occasione da non perdere per fare becera, squallida propaganda. Per raschiare ancora un po’ di voti tra la gente più credulona e ignorante…

Ma sentiteli, hanno detto finora qualcosa di concreto? No, solo slogan coniati a tavolino, che possono far breccia sui più sempliciotti…

Ma, fortunatamente da tanti sono riconosciuti e smascherati come sciacalli!

Non abbiamo fatto nomi per non “influenzarVi”, ma sentite un po’ tutte le dichiarazioni dei vari politici e poi fatevi Voi un po’ l’idea di chi votare, quando ne avremo l’occasione…

By Eles

Sempre attuali le parole di Franco Battiato: “Questa classe politica deve andare fuori dai coglioni”…!

 

Franco Battiato

 

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Sempre attuali le parole di Franco Battiato: “Questa classe politica deve andare fuori dai coglioni”…!

 

Sono passati diversi anni, ma il peso delle parole del maestro Battiato, che disse quello che più o meno pensiamo tutti, è sempre lo stesso. Era il 2011 quando Franco Battiato rilasciava questa dichiarazione shock. Da allora non è cambiato nulla.

…E si stanno mangiando l’Italia. E quello che non riescono a mangiarsi lo stanno facendo a pezzi. Battiato è stato un signore. Altro che fuori dai coglioni. Ci vorrebbero i Forconi (e le palle per usarli). Ma siccome anche noi vogliamo fare i “signori” urliamo ancora una volta:

«Questa classe politica deve andare fuori dai coglioni»

Ecco un articolo dell’epoca ed a seguire il video

Intervista shock di Battiato a Matera, dopo un concerto tenuto dal maestro della musica italiana in occasione del suo tour estivo Up Patriots To Arms.

Shock in my town… questo potrebbe esclamare un fan di Franco Battiato che a Matera ha assistito all’intervista del cantautore ai microfoni di Materadio, lo scorso 24 settembre. Una prassi, quella dei commenti a fine concerto, che è genericamente uguale per tutti gli artisti. Terminata la performance live la radio di turno intervista il cantante, facendogli domande più o meno generiche sulla sua vita e su cosa ne pensi di qualche argomento di attualità.

Bene, nel caso in oggetto, il maestro Franco Battiato ha pensato di parlare senza peli sulla lingua; in modo schietto e diretto come da sempre ci ha abituato.

Il problema dell’Italia è che è difficile che ci siano delle cose fatte con una qualità Europea. Noi siamo i più arretrati… siamo i più arretrati” – così esordisce Battiato, continuando – “Berlino ha 9 orchestre sinfoniche. Una città. Ditemi in Italia quante sono le orchestre sinfoniche, in tutto il paese, e poi facciamo i conti”.

Ma non è solo un bilancio sinfonico quello del cantautore siciliano. Il passo successivo riguarda la cultura e la politica. Parole forti che indicano il forte stato di degrado culturale in cui l’Italia sta cadendo.

Allora… La cultura è stata abbandonata per colpa di questa politica però!…che si inserisce sempre in cose dove deve fare… corpo mafioso, diciamo, per cui: nella televisione hanno il CDA che 3 di qua… 2 di là… La politica non dovrebbe entrare nell’arte, cosa centra? Deve solo dare i soldi e poi se ne occupino gli altri”.
Quando uno paga le tasse no? Siamo in pochi in Italia a pagare le tasse. Questo è il problema serio. Allora, paghi le tasse e hai piacere che questi soldi possano andare a quei poveri individui che non hanno lavoro, capito, e dovrebbero essere aiutati. Perché uno stato serio è questo”.

E continua: “Non è che uno che va con una escort, l’indomani ha una commissione, immediatamente, capito? Cioè voglio dire quello che procura la escort a questo tizio qui, e lui si eccita tutto durante la notte, e gli dà durante il giorno, gli dà una commissione rubata.

Sti ragazzi dovrebbero far fuori questa classe politica! Deve andare fuori dai coglioni ragazzi: è chiaro?

Insomma difficile aggiungere altro. Certo è che Battiato ancora una volta ha dimostrato di essere un grande maestro. Non solo nella musica, ma anche nella vita reale. Grazie Franco!

Ecco il video dell’intervista.

 

 

Egidio – Morire in carcere a 82 anni, per un reato “gravissimo”: aveva salvato un migrante! Lo hanno ucciso quei politici che si possono permettere di rubare, mentire, ingannare, corrompere… ma a cui non succede mai niente! …E i Tg MUTI…!!

 

Egidio

 

 

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Egidio – Morire in carcere a 82 anni, per un reato “gravissimo”: aveva salvato un migrante! Lo hanno ucciso quei politici che si possono permettere di rubare, mentire, ingannare, corrompere… ma a cui non succede mai niente! …E i Tg MUTI…!!

 

Muore a 82 anni, in carcere per un reato “gravissimo”

Egidio è morto il 6 settembre 2019. Era da tempo malato ma le sue condizioni si sono aggravate moltissimo negli ultimi mesi di vita.

Egidio Tiraborrelli aveva 82 anni e il 18 dicembre 2018 è stato messo in carcere per un reato accertato nel 2012 e per il quale era stato condannato in contumacia a sua insaputa. Dal carcere è uscito solo per andare in medicina d’urgenza dove oggi è morto.

Non sapremo mai se Egidio fosse al corrente di commettere un reato. Il fatto di avere aiutato una persona ad entrare in italia, per lui, emigrato in Argentina all’età di 17 anni e operaio saldatore in giro per il mondo per decenni, doveva essere una cosa normale. Raggiri a parte, s’intende, visto che neanche conosceva la persona che stava aiutando.

Fatto sta che Egidio è stato accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato considerato gravissimo, tanto da far entrare in carcere una persona malata di 82 anni; un reato considerato ostativo, tanto da far perdere la possibilità di misure alternative al carcere e di sottrarre addirittura la pensione.

Egidio era un vero cittadino del mondo. Lui, con alle spalle una vita di duro lavoro in giro per i deserti a saldare tubi per la Snam e per la Saipem si era adeguato con leggerezza a vivere in una casa occupata a Parma, legando benissimo con gli altri abitanti e con il vicinato, al quale offriva i prodotti dell’orto e del giardino che curava come fossero figli.

Quando aveva appena ottenuto una casa popolare per passare gli ultimi anni in serenità e un minimo di comodità è arrivato l’arresto. Egidio era ammalato ma l’abbiamo visto sereno e pimpante pochi giorni prima dell’arresto. Il carcere lo ha debilitato definitivamente.

Egidio. Morto a causa della legge, non della giustizia

La storia di Egidio Tiraborrelli, pensionato di 82, ex operaio saldatore morto in carcere, è una sassata contro chi continua a confondere la legge con la giustizia. L’anziano era stato portato in carcere a Parma in quanto condannato nel 2017 a tre anni e mezzo di carcere dal Tribunale di Ancona per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel 2012, avevano trovato un uomo dentro a un baule legato sopra al suo furgone, sbarcato con un traghetto dalla Grecia all’Italia. “Dopo essere stato denunciato, il mio assistito non ha più ricevuto notizie di quel procedimento perché ha cambiato domicilio dimenticandosi di comunicarlo alla magistratura”.

L’uomo è morto a 82 anni dopo avere trascorso ben 9 mesi nel carcere di Parma in compagnia di un cancro. Sembra che solo il giorno prima della sua morte, avvenuta il 6 settembre, il magistrato di Sorveglianza aveva autorizzato la detenzione domiciliare in ospedale.

Quando hanno arrestato Egidio, il suo avvocato non ha potuto che prenderne atto perché il reato per cui è stato condannato è ostativo e quindi non permetteva di evitare il carcere salvo gravi problemi di salute. Dunque il condannato viene condotto subito in carcere e le istanze per chiedere misure alternative vengono esaminate solo a qualche mese di distanza. Il suo legale l’ha presentata a maggio. Intanto ad Egidio, in quanto condannato, era stato tolto anche l’assegno assistenziale a integrazione della modesta pensione.

Ai primi di settembre, il giudice di Sorveglianza di Reggio Emilia ha scritto alla difesa che avrebbe concesso la detenzione domiciliare solo dopo le dimissioni dall’ospedale in cui era stato ricoverato. Nei giorni seguenti, dal carcere è arrivata al magistrato la comunicazione che il ricovero si sarebbe protratto vista la gravità del quadro clinico. Il 5 settembre sono stati firmati finalmente i domiciliari, in ospedale. Il suo errore è stato non avere comunicato il cambio di residenza. Se l’avesse fatto, un legale avrebbe potuto chiedere di patteggiare una pena che non comportava il carcere, vista l’età e i lunghi periodi passati in ospedale a causa del tumore. O quantomeno presentare appello, fermando così l’esecuzione della pena.

Tutte preoccupazioni che non hanno sfiorato la magistratura, prima di emettere – in automatico – l’ordine di esecuzione. Mandare in carcere, fino a morirne, un uomo di 82 malato di cancro, non è cosa che possa trovare trovare giustificazioni nascondendosi dietro norme rigide e che rivelano una ottusità burocratica, questa sì, ostativa di ogni giustizia o quantomeno di buonsenso.

“E’ la legge” risponderanno in tanti. Ma anche in questo caso chi doveva incontrare giustizia ha incontrato, purtroppo, solo la legge.

 

fonti:

http://www.labottegadelbarbieri.org/muore-a-82-anni-in-carcere-per-un-reato-gravissimo/

http://contropiano.org/altro/2019/09/12/egidio-morto-a-causa-della-legge-non-della-giustizia-0118638

Ricordiamo le parole di Piercamillo Davigo: “I politici non hanno smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi”

 

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Ricordiamo le parole di Piercamillo Davigo: “I politici non hanno smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi”

Ricordiamo le dure parole di Davigo. Era circa un anno e mezzo fa…

I politici “non hanno smesso di rubare; hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: “Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare”..

Ma non sono soldi loro; sono dei contribuenti”.

Lo afferma al Corriere della Sera,Piercamillo Davigo, presidente dell’Anm, spiegando che “prendere i corrotti è difficilissimo. Nessuno li denuncia, perché tutti hanno interesse al silenzio: per questo sarei favorevole alla non punibilità del primo che parla. Il punto non è aumentare le pene; è scoprire i reati. Anche con operazioni sotto copertura”.

Alla domanda se quindi si ruba più di prima, Davigo spiega: “Si ruba in modo meno organizzato.  La corruzione è un reato seriale e diffusivo: chi lo commette, tende a ripeterlo, e a coinvolgere altri. Questo dà vita a un mercato illegale, che tende ad autoregolamentarsi: se il corruttore non paga, nessuno si fiderà più di lui. Ma se l’autoregolamentazione non funziona più, allora interviene un soggetto esterno a regolare il mercato: la criminalità organizzata“.

Dopo Mani Pulite, prosegue Davigo, “hanno vinto i corrotti, abbiamo migliorato la specie predata: abbiamo preso le zebre lente, le altre sono diventate più veloci”.

A fermare quel pool “cominciò Berlusconi, con il decreto Biondi; ma nell’alternanza tra i due schieramenti, l’unica differenza fu che la destra le fece così grosse e così male che non hanno funzionato; la sinistra le fece in modo mirato. Non dico che ci abbiano messi in ginocchio; ma un pò genuflessi sì”.

Il governo Renzi? “Ha fatto le stesse cose – dice Davigo. Aumenta le soglie di rilevanza penale. Aumenta la circolazione dei contanti, con la scusa risibile che i pensionati non hanno dimestichezza con le carte di credito”.

Insomma, hanno vinto i corrotti

Andrea Camilleri: “In Italia il potere è in mano agli ignoranti”

 

Andrea Camilleri

 

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Andrea Camilleri: “In Italia il potere è in mano agli ignoranti”

Nel video sotto, Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista italiano, ci spiega con parole comprensibii a tutti perchè in Italia il potere è in mano agli analfabeti.
Secondo Camilleri, infatti, sulla base di uno studio molto serio di qualche anno fa, in Italia ci sono due milioni di analfabeti totali, tredici milioni di semi-analfabeti, cioè gente che sa fare la propria firma ma non capisce ciò che legge, ed altri tredici milioni di analfabeti di riporto ossia quelli che hanno perso l’uso della scrittura e della lettura.

Se facciamo la somma ne deduciamo che metà degli italiani sono analfabeti. Ora la domanda sorge spontanea: queste persone quando si recano a votare su che cosa hanno basato le loro convinzioni? Su quanto hanno visto in televisione… (e quindi parliamo di Barbara D’Urso e del Grande Fratello)…

Credo proprio che siamo messi molto, ma molto male…
Ecco il video:

 

fonte: http://siamolagente2016.blogspot.it/2017/05/andrea-camilleri-in-italia-il-potere-e.html

Le 10 fake news oggi tanto diffuse sul fascismo a cui solo chi è idiota, ignorante o in mala fede può credere…

 

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Le 10 fake news oggi tanto diffuse sul fascismo a cui solo chi è idiota, ignorante o in mala fede può credere…

 

10 fake news oggi diffuse sul fascismo. Viva il 25 aprile

Per colpa di Salvini, ma anche di altri che non si dichiarano salviniani, in Italia si sta sdoganando il fascismo. Uno dei mezzi di questa operazione è propalare fakenews, di cui la più scontata e banale è: “Mussolini ha anche fatto cose buone”.

Altre però sono più insidiose, anche perché spesso non vengono solo usate dai fascisti, ma anche da chi si dichiara antifascista, ma poi usa l’antifascismo solo per sostenere gli interessi delle élites del potere. Così tanti contribuiscono a diffondere la prima fakenews sul fascismo: che esso sia contro il potere ed il sistema.

Vediamo alcune di queste falsità.

1) Mussolini ed il fascismo sono andati al potere con il consenso elettorale della maggioranza degli italiani.

FALSO. Nelle elezioni del 1921 i fascisti ottennero 37 deputati su 535, presentandosi assieme ai liberali conservatori in una lista guidata da Giolitti, che complessivamente ottenne il 19% dei voti. Questa era la forza elettorale e parlamentare di Mussolini, quando il re Vittorio Emanuele III il 28 ottobre 1922 lo incaricò di formare il governo.

I fascisti dopo inaudite violenze e assassini contro il movimento operaio e i democratici, organizzarono la Marcia su Roma con la copertura di gran parte dell’apparato dello stato. L’esercito poteva disperderli, ma il GOLPE del re diede avvio alla dittatura. Va ricordato che anche Hitler non ottenne mai la maggioranza da libere elezioni , quando nel gennaio del 1933 il presidente tedesco Hindemburg lo nominò capo del governo aveva il 32%.

È vero che i fascisti han conquistato il potere con il consenso, ma quello delle classi dominanti, degli apparati dello stato, dei ricchi e dei poteri costituiti, che li hanno sostenuti e usati; e hanno permesso loro di instaurare la dittatura. Infatti il 25 luglio del 1943 quando il re, causa la guerra persa, destituì e fece arrestare Mussolini, il fascismo si sciolse come neve al sole..e ritornò solo come servo dell’occupazione militare tedesca.

2) Mussolini era contro il liberismo economico e per una sorta di socialismo nazionale.

FALSO. Queste le parole dello stesso Mussolini nel suo primo intervento alla Camera nel 1921:
Lo Stato ci dia una polizia, che salvi i galantuomini dai furfanti, una giustizia bene organizzata, un esercito pronto per tutte le eventualità, una politica estera intonata alle necessità nazionali. Tutto il resto, e non escludo nemmeno la scuola secondaria, deve rientrare nell’attività privata dell’individuo. Se voi volete salvare lo Stato, dovete abolire lo Stato collettivista, così come c’è stato trasmesso per necessità di cose dalla guerra, e ritornare allo Stato manchesteriano.

Questo ultraliberismo, che oggi è il programma del fascista brasiliano Bolsonaro, non furono solo parole, ma la politica economica reale del fascismo fino alla grande crisi del 29. Solo dopo quella crisi devastante Mussolini fu costretto, come quasi tutti gli stati del mondo, all’intervento pubblico per impedire il collasso dell’economia. Ma il fascismo si affermò come violenta dittatura liberista, per il privato ed il mercato.

3) Il fascismo oggi sarebbe contro l’Euro e la moneta unica ed i sacrifici che essa comporta.

FALSO. Mussolini volle per pure ragioni di potenza la parità fissa della lira con la sterlina, la cosiddetta “quota 90”, cioè un cambio fisso di novanta lire per una sterlina, Questa rinuncia ad ogni manovra sulla moneta, anzi sopravvalutando quella italiana, produsse danni enormi al sistema industriale e una terribile politica di austerità , culminata nella riduzione dei salari.

“Quota 90” era insomma una sorta di anticipazione dell’Euro. Le motivazioni del fascismo erano quella di stare monetariamente alla pari con la superpotenza di allora, la Gran Bretagna. Le motivazioni dell’Euro sono apparentemente diverse, ma hanno sempre alla base una scelta di potenza, stare alla pari della Germania e dall’Europa che più conta. In ogni caso al di là di ogni motivazione, gli effetti di Quota 90 sulla economia italiana furono disastrosi.

4) Il fascismo stava dalla parte degli operai.

FALSO. Il fascismo andò al potere organizzando il crumiraggio contro gli scioperi, bastonando ed uccidendo lavoratori e sindacalisti, bruciando le Camere del Lavoro. Dopo il 1925 sciolse i sindacati indipendenti e obbligò i lavoratori ad iscriversi ad un solo sindacato, quello corporativo fascista del quale facevano parte anche i padroni. Il fascismo imponeva la collaborazione di classe nel nome dell’impresa e dello stato e con il codice penale Rocco comminava anni di carcere per lo sciopero e per ogni forma di protesta del lavoro. La lotta di classe era il male da estirpare per il fascismo, come lo è ancora oggi per la Confindustria e qualsiasi multinazionale.

Alla fine degli anni venti il fascismo impose la RIDUZIONE DEI SALARI dal 10 al al 20%. Sotto il fascismo nelle fabbriche fu introdotto il cottimo Bedaux, il capostipite dei sistemi di sfruttamento taylorista, con la galera per chi protestava.

È vero che il fascismo organizzò dopolavoro, colonie estive, servizi per gli operai, ma come compensazione per il feroce sfruttamento a cui essi erano sottoposti, che produceva enormi profitti per i padroni, a partire da Gianni Agnelli, senatore del regno, che accolse in camicia nera Mussolini nel 1939. Lo accolse a Torino per inaugurare la fabbrica Mirafiori, e Mussolini parlò davanti a 50000 operai che lo accolsero in silenzio, senza applausi, senza grida di viva il Duce.

Per questo il dittatore fascista abbandonò furioso il palco. Non aveva sufficientemente tenuto conto di un rapporto dei servizi segreti del 1937 che diceva: “Nella massa lavoratrice si riscontra sempre un ambiente decisamente avverso alle istituzioni del regime”…

5) Il fascismo era una dittatura all’acqua di rose.

FALSO. Il fascismo colpiva ogni piccolo dissenso e reprimeva ogni opposizione e resistenza. Era un regime poliziesco di massa che cominciava con la delazione anche per una sola battuta sul regime. Si veniva allora convocati dalla locale Casa del Fascio e sottoposti a intimidazioni, olio di ricino, bastonature. Chi lavorava poteva essere licenziato per inosservanza delle disposizioni del regime, come indossare la camicia nera il 28 ottobre.

Poi c’era il sistema poliziesco di stato che culminava nell’OVRA, la polizia politica che se necessario si trasformava in organizzazione terrorista per uccidere gli oppositori, e nel Tribunale Speciale. Questo organismo istituito nel 1927, instaurò migliaia di processi contro gli antifascisti, condannandone più di 4500 a enormi pene detentive, tra essi Antonio Gramsci e Sandro Pertini, e diverse decine alla pena di morte che il fascismo aveva reintrodotto. Il primo ucciso dal Tribunale fascista fu un muratore comunista.

6) Il fascismo non era razzista ed antisemita, lo divenne solo dopo l’alleanza con Hitler.

FALSO. il fascismo è sempre stato dichiaratamente razzista, verso gli slavi, contro i quali iniziò in Venezia Giulia e Istria una feroce pulizia etnica, e naturalmente verso gli africani. La canzone fascista Faccetta Nera, che celebrava la guerra di aggressione all’Etiopia, fu proibita dal regime perché accusata di favorire la commistione delle razze. Per il fascismo PRIMA GLI ITALIANI era la base fondante di ogni discriminazione razziale.

Le leggi razziali contro gli ebrei varate nel 1938 furono rivendicate dal fascismo come realizzazione dello spirito originario del partito. Mussolini dichiarò che il fascismo era antisemita fin dalla sua fondazione nel 1919.

7) Il fascismo era patriottico.

FALSO. Il fascismo era un regime aggressivo che usava il patriottismo per coprire i propri interessi e il proprio potere. Dalla metà degli anni 30 il fascismo iniziò una politica di guerra e aggressioni militari, Etiopia, Spagna, Albania, che culminò nella partecipazione al fianco di Hitler alla seconda guerra mondiale.

Il patriottismo copriva la guerra e la guerra serviva per affari, potere e consenso. E la guerra subordinava il fascismo alla potenza straniera.

Che la guerra e le servitù della guerra per il fascismo venissero prima della Patria lo dimostra la cosiddetta Repubblica Sociale, lo stato fantoccio che i nazisti imposero con l’occupazione militare dell’Italia centro settentrionale, dal 1943 al 1945. I fascisti, scomparsi, dopo il 25 luglio, ricomparvero come collaborazionisti con l’invasore.

Non erano patrioti, ma scherani della Germania, a cui Mussolini aveva venduto il paese, compresa la cessione di Trento e Trieste. Quando fu catturato dai partigiani Mussolini era travestito da soldato tedesco e stava fuggendo in Svizzera per consegnarsi agli Americani. Il fascismo è sempre stato servo di potenze estere. Matteotti fu ucciso perché stava per svelare i finanziamenti esteri del fascismo.

8) Il fascismo era duro, ma onesto.

FALSO. Il fascismo era un regime ad altissimo tasso di corruzione. I gerarchi fascisti erano i titolari, in ogni territorio o area di influenza, di affari, mazzette, tangenti. Un gigantesco flusso di danaro arricchiva la gerarchia fascista. Tutti i capi fascisti, nessuno escluso, si arricchirono enormemente durante il ventennio.

I capi fascisti erano quasi tutti poveri spiantati nel 1920 e tutti straricchi nel 1940. Si può anzi dire che il fascismo fu il primo regime in Italia ad organizzare scientificamente la corruzione politica. Ci si iscriveva al partito anche con la speranza di diventare ricchi. Questa corruzione alimentava le ruberie ai danni dello stato dei fornitori privati, che giunsero anche a colpire le truppe italiane in guerra.

Ad esempio i soldati mandati a combattere contro l’Unione Sovietica con scarpe di cartone per le ruberie dei fornitori e le mazzette ai fascisti. Lo stesso Prefetto Mori, il feroce prefetto di ferro mandato nel 1920 in Sicilia per combattere la mafia, fu destituito dal fascismo quando cominciò ad indagare sui legami tra cosche mafiose e gerarchi fascisti locali.

Il fascismo fu un regime di ladrocinio organizzato, perché sulla corruzione si fondavano il potere e il consenso. E Mussolini era il vertice ed il garante di questo regime. Se allora ci fosse stata una magistratura indipendente, il fascismo sarebbe stato travolto dalla TANGENTOPOLI NERA. Tutto questo oggi è ampiamente documentato.

9) I partigiani ed i fascisti in fondo avevano, pur da parti opposte, lo stesso amor di Patria.

FALSO. Questa è la mistificazione della memoria storica condivisa, della pacificazione ideale inventata da esponenti del PD più di venti anni fa e che oggi viene usata da ogni revisionismo storico. Fino a quello cialtrone di Salvini che parla di derby tra fascisti ed antifascisti.

Prima del 1943 chi resisteva al fascismo doveva operare in clandestinità a prezzi altissimi.
Dopo l’8 settembre 1943, quando i tedeschi occuparono l’Italia centro settentrionale, essere antifascisti significava combattere l’ occupazione militare nazista e il collaborazionismo fascista.

Le due parti non erano eguali. Chi sceglieva la Resistenza rischiava tutto, per sé e per i familiari, doveva vivere sui monti o nelle cantine delle città. Chi stava coi nazisti era al caldo, protetto e al sicuro. Tanti pur non essendo fascisti decisero di aspettare, di non rischiare, i partigiani scelsero di opporsi. I partigiani facevano la guerra agli occupanti ed ai loro servi, i fascisti collaboravano alle stragi per rappresaglia verso la popolazione civile.

Certo potevano esserci un partigiano manigoldo ed un fascista onesto, ma comunque il primo lottava contro i criminali di Auschvitz, il secondo stava con loro. Antifascismo e fascismo non sono solo una contrapposizione politica, ma un insanabile contrasto morale. Il fascismo non è una semplice idea politica sbagliata, è un crimine materiale e morale.

La Resistenza e stata la sola vera rivoluzione popolare italiana, il momento nel quale il popolo italiano è insorto in massa contro il potere, il momento nel quale il popolo ha fatto giustizia della tirannia e ha conquistato la democrazia con le proprie mani.

10) Non ha più senso oggi di parlare di fascismo e antifascismo.

FALSO. Anche se una certa retorica antifascista è servita a coprire le malefatte del potere, i valori autentici dell’antifascismo ed il rifiuto delle basi di fondo del fascismo sono sempre attuali.
Dal 1945 ad oggi in Italia il neofascismo si è periodicamente affacciato sulla scena politica. Come strumento di ricatto verso la DC se avesse voluto spostarsi troppo verso il PCI. Come terreno di coltura della strategia della tensione e delle bombe contro le lotte degli anni 70. Come ideologia dell’ordine, dell’autoritarismo e della sopraffazione.

Siccome il fascismo in quanto tale è ancora screditato, il neofascismo oggi si veste diversamente, non indossa la camicia nera. Anche il potere lo aiuta attribuendo a questo neofascismo altri nomi, più neutri ed accattivanti, come sovranismo e populismo. In questo modo il potere ottiene due risultati: non chiama i fascisti con il loro nome nobilitandoli nella eventualità di servirsene, attribuisce ad ogni opposizione alle ingiustizie sociali un carattere reazionario ed eversivo.

Per questo è giusto squarciare il mascheramento fascista ed usare questo termine per chiunque oggi innalzi il vessillo reazionario intitolato a DIO PATRIA FAMIGLIA. I fascisti si offendono se dai loro dei fascisti, ma poi in ogni loro parola riaffermano l’ideologia fascista. Non sono razzista ma.. non sono fascista ma.. Ecco, ciò che viene dopo quei ma è moderno fascismo e non bisogna avere paura di chiamarlo come tale, se lo si vuole ancora una volta sconfiggere.

ORA E SEMPRE RESISTENZA VIVA IL 25 APRILE

 

tratto da:

Contropiano

http://contropiano.org/news/politica-news/2019/04/25/10-fake-news-oggi-diffuse-sul-fascismo-viva-il-25-aprile-0114823?fbclid=IwAR0aGhEVbrxQp2dO87KHMmX6RdmS9hY46vBRXNRy2h8QqaVExKf-pA-ks9Y

Politici corrotti in Cina: pena di morte! Ma se fanno i bravi e restituiscono tutto, se la cavano col carcere a vita! Con una legge così da noi in Parlamento resterebbero solo i grillini ed altri 3 o 4….

Politici corrotti

 

 

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Politici corrotti in Cina: pena di morte! Ma se fanno i bravi e restituiscono tutto, se la cavano col carcere a vita! Con una legge così da noi in Parlamento resterebbero solo i grillini ed altri 3 o 4…

 

La Cina è uno dei paesi dove è ancora in vigore la pena di morte. Per alcuni tipi di reati ci sono sanzioni veramente dure e anche per i politici corrotti, se non confessano il reato e non si adoperano per restituire il denaro rubato possono subire questa condanna.

I reati puniti con la pena capitale sono diversi e sono l’espressione del duro controllo governativo. Si va dalla pirateria informatica fino a passare allo spaccio, dall’omicidio alla corruzione.

Proprio per la presenza di questo regime non è facile stimare quante esecuzioni vi siano ogni anno. Nella maggior parte dei casi viene utilizzato un plotone di esecuzione, molto più raramente l’iniezione letale, forse per l’eccessivo costo delle sostanze.

Dunque quando un politico si appropria indebitamente dei soldi pubblici riceve una condanna davvero terribile. Se viene restituito tutto il denaro la pena viene sospesa e commutata in ergastolo. Di recente l’ex ministro dei trasporti Liu Zhijun ha dovuto subire questa sorte. Grazie alla sua collaborazione per recuperare i fondi sottratti si è potuto salvare ma solamente in cambio del carcere a vita.

Sono molti i detrattori della pena capitale che sostengono sia inumana, secondo questi ultimi nei paesi in cui è ancora in vigore ci sono tassi di criminalità molto alti che non diminuiscono anche se si continua ad utilizzare questa pena. Nel resto del mondo c’è una campagna per eliminarla del tutto perché espressione di un Stato “barbaro” e “medioevale”.

Certamente non va meglio in quei paesi dove i reati vengono sanzionati in maniera blanda, o addirittura del tutto ignorati. L’italia, ad esempio, è uno dei paesi dove c’è il maggior indice di corruzione, con moltissimi politici corrotti, e una cospicua presenza della criminalità organizzata. Anche l’impunità e l’assenza della certezza della pena, che inevitabilmente potrebbero provocare ulteriori vittime innocenti, sono inaccettabili. Forse la cosa è ancora più barbara e medioevale della pena capitale e si ripete ogni giorno. Purtroppo a nostro avviso non esiste una campagna altrettanto vigorosa e capillare come quella per l’abolizione della pena di morte.

 

fonte: http://risatevere.eu/2016/07/10/la-pena-politici-corrotti-cina/

Oliviero Diliberto, forse l’unico tra i politici che si è reso conto di quello che hanno combinato: “L’unico dovere della mia generazione è sparire. Abbiamo fallito miseramente”

 

Diliberto

 

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Oliviero Diliberto, forse l’unico tra i politici che si è reso conto di quello che hanno combinato: “L’unico dovere della mia generazione è sparire. Abbiamo fallito miseramente”

 

“L’unico dovere della mia generazione è sparire. Abbiamo fallito miseramente”

Oliviero Diliberto ha concesso la sua ultima intervista nel 2013. Oggi è tornato a parlare nella pagina “Confessioni” del Corriere della Sera

Non dà interviste da 5 anni, ma oggi Oliviero Diliberto, 61 anni, è tornato a parlare al Corriere della Sera. L’ex segretario dei Comunisti Italiani ha scelto il silenzio “da quando la mia parte politica fu sconfitta disastrosamente” nel 2013, e nell’intervista non dà scuse alla sua generazione: “Ha fallito. Il suo unico dovere morale è scomparire”, si legge nelle prime righe. Oggi non si occupa più di politica ma insegna diritto romano in Cina, nell’ateneo di Wuhan,10 milioni di abitanti a oltre mille km da Pechino e spiega che sta aiutando il governo di Xi Jinping ad adottarlo nel proprio codice civile.

Xi, secondo Diliberto “ha avviato una campagna di riforme mai vista prima. Lotta alla povertà, Stato fondato sul diritto, contrasto alla corruzione. Che significa anche morigeratezza”. Nessun problema per il mandato a vita, anche perché “Roosevelt fu presidente degli Stati Uniti per quattro mandati e ne avrebbe fatto un quinto se non fosse morto”. C’è la pena di morte e il record mondiale di esecuzioni capitali, ma “c’è anche negli Usa e nessuno si indigna. Con la differenza che gli americani avrebbero dovuto abolirla, perché in fatto di diritti umani hanno una tradizione che in Asia non esiste. Invece non riconoscono neppure la Corte penale internazionale dell’Aja”.

Diliberto nell’intervista ricorda come è diventato comunista nel 1969: “Entravo in quarta ginnasio a Cagliari. C’era l’autunno caldo. Alcuni militanti distribuivano volantini per strada. Non li avevo mai visti. I volantini, dico. Rimasi folgorato dall’idea che si potesse cambiare il mondo”. “Come spiegò Enrico Berlinguer a Enrico Mentana, sono felice d’essere rimasto fedele agli ideali della mia gioventù. Non so quanti possano dire lo stesso”.

Una delle azioni più criticate da ministro della Giustizia, fu la liberazione del guerrigliero curdo Abdullah Ocalan: “È il tempo di raccontare la verità. L’avevamo arrestato per omicidio sul mandato di cattura emesso dai tedeschi. Poi mi telefonò il vicecancelliere Joschka Fischer dicendo che l’ordine era stato revocato in quanto non volevano che l’Italia lo estradasse in Germania. E sa perché? Per non avere rogne con la Turchia”.

Oliviero Diliberto non risparmia stoccate alla politica italiana:  non risponde alla domanda perché i poveri non votano Pd, ma dice: “Il proletariato è più numeroso dei ceti abbienti, ma nelle elezioni, ahimè, entrano in gioco fattori ideologici, propagandistici, religiosi, antropologici. Pensi ai consensi raccolti dalla Dc. Un partito interclassista che, a questo punto, tutti rimpiangiamo”.

Nel Pd “non c’è più niente”, mentre Matteo Renzi “dovrebbe scomparire. Ma non lo farà”. E sull’ipotesi di governo Lega e M5S dice: è “Il peggio che ci possa capitare. Ma gli elettori hanno deciso così. Nel 2007 assistetti per caso dalla finestra di un hotel di Bologna al primo V-Day con Beppe Grillo. Un fanatismo e uno schiumare di rabbia terribili. L’idea che chiunque ha fatto politica sia un delinquente, a prescindere, contraddice tutti i valori della democrazia rappresentativa dai tempi di Pericle a oggi”. E su quale esecutivo pronostica ammette: “Le mie categorie della politica non esistono più. Sarebbe come chiedere a Romolo Augustolo che tipo di governo formeranno i barbari”.

tratto da: https://www.agi.it/politica/diliberto_intervista_corriere_della_sera-3719541/news/2018-03-31/

Migranti – Ricordiamoci di quello che diceva Gino Strada solo poco tempo fa: “Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, senza che questo avesse delle ricadute sull’Europa e sul nostro Paese. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società” !!

 

Gino Strada

 

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Migranti – Ricordiamoci di quello che diceva Gino Strada solo poco tempo fa: “Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, senza che questo avesse delle ricadute sull’Europa e sul nostro Paese. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società” !!

MIGRANTI, STRADA: ‘GUERRE HANNO RICADUTE SU ITALIA? SOLO I CRETINI PENSANO IL CONTRARIO’

 

 

“Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, pensando che questo non avesse delle ricadute sull’Europa e sull’Italia. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società”. Così Gino Strada, fondatore diEmergency, a margine del 15° incontro nazionale che si sta tenendo a Genova dal 30 giugno al 3 luglio 2016. L’organizzazione non governativa offre cure medico-chirurgiche gratuite alle vittime della guerra e della povertà, da dieci anni è presente in Italia, oggi con sei poliambulatori, ambulatori mobili, salvataggio e assistenza in mare con il Migrant Offshore Aid Station (MOAS). “La logica è la stessa che ci porta a intervenire dal 1994negli scenari di guerra, inoltre la povertà e la miseria di certe situazioni che vediamo in Italia – afferma Strada – sono conseguenze di guerre che siamo andati a portare in altri paesi. Il problema della mancanza di assistenza medica non riguarda solo i migranti: oggi ci sono circa 11 milioni di italiani che non si curano più come dovrebbero per questioni economiche”. Nessuna richiesta in particolare al Governo italiano: “Certo, mi piacerebbe vivere in un Paese che non esporta armi perché non ne produce, che decide davvero di ripudiare la guerra, che non partecipa a operazioni militari di occupazione o di guerra. Purtroppo non è così, ma sono convinto che gli italiani abbiano ancora la coscienza e la morale per far rimangiare tutte queste scelte assurde alla politica, e sono convinto che andremo incontro a un periodo di grandi cambiamenti, anche abbastanza veloci”