Salvini travestito da lavoratore (sì, da lavoratore!) e la sua ignobile passerella propagandistica sui cadaveri delle 43 vittime del ponte Morandi, con tanto di figuraccia bestiale…

 

 

ponte Morandi

 

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Salvini travestito da lavoratore (sì, da lavoratore!) e la sua ignobile passerella propagandistica sui cadaveri delle 43 vittime del ponte Morandi, con tanto di figuraccia bestiale…

Dai parenti delle vittime del Morandi filtrano sbigottimento e rabbia, nella speranza che l’inaugurazione ufficiale sia all’insegna della sobrietà. Per ora l’unica certezza è che, 680 giorni dopo il crollo, il viadotto resta chiuso.

È stata la struttura commissariale guidata dal sindaco di Genova Marco Bucci a permettere a Matteo Salvini la passerella con figuraccia sui pannelli “di metano” sul ponte di Genova.  (Salvini e i pannelli “di metano” sul ponte di Genova che “si autoalimenterà” – L’ingegner Salvini è andato al Ponte di Genova passando per Bolzaneto – visto che era di strada – e ha tenuto a spiegarci che si tratta di un progetto a “sviluppo e sostenibilità ambientale visto che questo ponte, coi pannelli di metano sostanzialmente si autoalimenterà. Quindi ci vediamo da agosto in macchina…” E già che c’era, Salvini ha anche dato qualche bacio rigorosamente senza mascherina per far sentire tutto il suo affetto agli anziani, cosa che ai tempi del Coronavirus è buona e giusta e consigliata dall’OMS. La sceneggiata serviva ad attribuirsi il merito del Ponte di Genova cercando di oscurare – e far dimenticare – che all’epoca era al governo con il MoVimento 5 Stelle. I liguri ci cascheranno?)

Repubblica oggi spiega com’è andata la visita del Capitano e come è arrivato alla passeggiata:

Atteso in mattinata all’ingresso del cantiere del ponte a cui verrà dato un doppio nome (“Per Genova” e “San Giorgio”), Salvini non resiste alla tentazione di dare un’occhiata da lassù, dove ancora nessuno è arrivato, a eccezione di chi ha realizzato l’opera, dei rappresentanti delle istituzioni e di Pietro Salini, ad di WeBuild che ha costruito il ponte in consorzio con Fincantieri Infrastructure e ha appena terminato il primo transito in auto. Il leader della Lega arriva subito dopo, anche se non ha alcun ruolo istituzionale che possa prevedere una simile autorizzazione, fin qui negata ai “non addetti ai lavori” per una comprensibile esigenza di tutela della sicurezza.

La richiesta, prontamente esaudita dai responsabili della struttura commissariale, arriva appena sceso davanti alla sbarra del cantiere. «Si può?» chiede. «Certo» rispondono. Giusto il tempo di concludere la conferenza stampa («Mi piacerebbe un gemellaggio fra Genova e Reggio Calabria, qui il ponte l’hanno fatto, là lo devono fare») che si parte per il fuori programma. La macchina si dirige verso l’autostrada e imbocca la galleria che conduce al viadotto, ovviamente sbarrata a chi non è autorizzato.

L’auto con Salvini a bordo la percorre fino ad arrivare sul viadotto, con la soletta armata appena asciugata e in attesa delle gettata d’asfalto.

Il leader della Lega scende e fa qualche passo, prima di riprendersi per un commento di poco meno di un minuto. Non appena il video è su Facebook scattano le reazioni. «Ma come si può fare una cosa simile? A che titolo è salito su quel ponte? Davvero incomprensibile — commenta Roberta Pinotti — Salvini dovrebbe sapere che il ponte non è una passerella, lui che ama spesso usare questa parola. Sono doppiamente sorpresa e amareggiata da questo episodio, perché chi è stato ministro dell’Interno avrebbe dovuto acquisire cultura delle istituzioni. Due sole cose chiede il ponte, rispetto e sobrietà, per la tragedia che si è consumata qui» aggiunge.

L’ex ministro della Difesa, genovese di Sampierdarena, dove ancora vive, a poca distanza dal luogo in cui è avvenuta la tragedia, stigmatizza il blitz subito amplificato sui social. «Anche questa è una cosa che si poteva risparmiare».

Dai parenti delle vittime del Morandi filtrano sbigottimento e rabbia, nella speranza che l’inaugurazione ufficiale sia all’insegna della sobrietà. Per ora l’unica certezza è che, 680 giorni dopo il crollo, il viadotto resta chiuso.  Tranne che per le passerelle dei politici.

 

Coronavirus la politica italiana si spacca – da una parte chi affrontare l’emergenza, dall’altra chi fa solo becera propaganda. Gente a corto di argomenti per cui il virus è una manna: più contagi e più morti per loro significa una sola cosa, la possibilità di raschiare qualche voto!

 

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Coronavirus la politica italiana si spacca – da una parte chi affrontare l’emergenza, dall’altra chi fa solo becera propaganda. Gente a corto di argomenti per cui il virus è una manna: più contagi e più morti per loro significa una sola cosa, la possibilità di raschiare qualche voto!

Sentite le dichiarazioni di questi giorni

C’è chi cerca di affrontare l’emergenza nei migliori dei modi. Dichiarazioni pacate per non generare l’allarme, ma comunque senza negare l’emergenza. Forse si può o si poteva fare di più. Forse si può o si poteva fare meglio, ma molto si è fatto…

Lo sbarco in Italia del coronavirus, come preannunciato da vari scienziati, tra cui la virologa di fama internazionale Ilaria Capua era inevitabile. La gestione dell’emergenza è il banco di prova dei nostri politici che lavorano.

Evitabile è invece il comportamento da sciacalli di alcuni altri politici… Evitabile in un paese normale…!

Ricordate gli imprenditori che se la ridevano per il terremoto, perchè portava loro guadagni inaspettati?

Ve lo ricordate Bruno Vespa che, parlando sempre di terremoto, si fregava le mani perché “il terremoto fa muovere l’economia, alza il Pil”?

E ora pensate a certi politici ormai scarsi ad argomenti: il coronavirus? Una vera e propria manna dal cielo… Ad onta della paura della gente, dei contagi ed anche dei morti, per loro questa è un’occasione d’oro, un’occasione da non perdere per fare becera, squallida propaganda. Per raschiare ancora un po’ di voti tra la gente più credulona e ignorante…

Ma sentiteli, hanno detto finora qualcosa di concreto? No, solo slogan coniati a tavolino, che possono far breccia sui più sempliciotti…

Ma, fortunatamente da tanti sono riconosciuti e smascherati come sciacalli!

Non abbiamo fatto nomi per non “influenzarVi”, ma sentite un po’ tutte le dichiarazioni dei vari politici e poi fatevi Voi un po’ l’idea di chi votare, quando ne avremo l’occasione…

By Eles

Migranti in Italia? Non Vi fate prendere per il fondelli dalla propaganda – Sono appena il 7% su 60milioni, però contribuiscono al 9% del Pil

Migranti

 

 

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Migranti in Italia? Non Vi fate prendere per il fondelli dalla propaganda – Sono appena il 7% su 60milioni, però contribuiscono al 9% del Pil

 

Migranti in Italia? Sono appena il 7% su 60milioni ma contribuiscono al 9% del Pil

Sfatiamo la propaganda dei razzisti, anche quelli che abbiamo al governo. Questi sono i dati: nero su bianco. Se tutti costoro tornassero a casa avremmo una voragine nei conti dello Stato

Si chiama propaganda. E questi sono i suoi effetti. D’altraparte anche Hitler diceva che bisogna “bombardare psicologicamente le masse” per ottenere buoni risultati. Mentre la percezione nell’opinione pubblica italiana è che, su 60 milioni di abitanti, un terzo sia oramai costituito da stranieri, la realtà è che sono invece il 7% sul totale della popolazione.

Lo ha detto il portavoce per l’area Mediterraneo dell’Oim, l’Organizzazione internazionale dell’Onu per le migrazioni, Flavio Di Giacomo, intervenendo a un convegno a Roma. La maggior parte dei migranti che vivono in Italia con un regolare permesso di soggiorno non è arrivata via mare.

In Italia ci sono 5 milioni di stranieri regolari che contribuiscono al 9% del Pil nazionale: “Se si cacciassero via tutti, il Pil italiano subirebbe un regresso pari a quello conosciuto al termine dell’ultima guerra mondiale”, ha chiosato Di Giacomo.

Si tratta, ha detto, di cinque milioni di persone che pagano i contributi previdenziali e non hanno ancora raggiunto l’età della pensione e che pagano molte più tasse – quantificabili nel bilancio dello stato in circa un miliardi di euro – rispetto ai servizi che ricevono. Si tratta – ha concluso l’esponente dell’Oim – di una risorsa per un Paese che invecchia e che, si stima, fra 30 anni avrà un 23% di popolazione in età lavorativa in meno.

fonte: https://www.globalist.it/news/2018/07/02/migranti-in-italia-sono-appena-il-7-su-60milioni-ma-contribuiscono-al-9-del-pil-2027219.html