Renzi salva Salvini e in simultanea in Lombardia eletta con i voti della lega la renziana Baffi alla Commissione d’inchiesta su gestione sanitaria (sinora ben 16.000 morti)… Un altro salvataggio leghista in vista! E questo si, se potessero i morti di Covid a Renzi gli sputerebbero in faccia!

 

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Renzi salva Salvini e in simultanea in Lombardia eletta con i voti della lega la renziana Baffi alla Commissione d’inchiesta su gestione sanitaria (sinora ben 16.000 morti)… Un altro salvataggio leghista in vista! E questo si, se potessero i morti di Covid a Renzi gli sputerebbero in faccia!

Regione Lombardia. Quando l’inquisito si sceglie il giudice

Il 26 maggio sarà ricordato nella storia della Lombardia e forse, anche nella storia politica del nostro paese perché, per la prima volta, degli inquisiti si sono scelti il giudice.

In discussione al consiglio regionale della Lombardia era chi avrebbe dovuto presiedere la Commissione d’inchiesta sulla pessima gestione dell’emergenza sanitaria che ha provocato sinora, nella Regione, ben 16.000 morti e una quantità non ancora valutabile di ammalati e di invalidi.

Le opposizioni avevano richiesto la costituzione di questa commissione che, per regolamento consiliare, deve essere presieduta da un loro membro.

Proprio su questo è avvenuto un colpo di scena inaudito, perché la maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) è andata a pescare tra i banchi dell’opposizione una presidente di suo gradimento, la consigliera di Italia Viva Patrizia Baffi, che è stata eletta in contrapposizione al candidato del PD, Scandella.

La scelta non è stata casuale, ma è caduta su Baffi perché ella non aveva condiviso la mozione di sfiducia all’assessore Gallera presentata dalle opposizioni. Per la consigliera Baffi i voti della maggioranza più il suo, per Scandella quelli del PD e dei 5 stelle, forze che ora minacciano di formare un’altra commissione d’inchiesta.

Con questa operazione la giunta Fontana spera, evidentemente, in una commissione d’inchiesta addomesticata, che indichi – come ha già dichiarato Patrizia Baffi – dei “contributi e indirizzi” per migliorare il sistema della sanità lombarda. Sistema che invece dovrebbe essere completamente rivoltato con la preliminare messa in stato d’accusa della giunta.

Pochi giorni fa, peraltro, la ministra renziana Bellanova aveva parlato, a proposito dell’istituzione di una commissione parlamentare sul caso lombardo, di “evitare scontri” per accertare ciò che nella sanità lombarda “non ha brillato”. Un po’ pochino, diciamo così, di fronte a ciò che è successo.

Peraltro, l’elezione di Patrizia Baffi a presidente della commissione d’inchiesta regionale è avvenuta nelle stesse ore in cui Italia Viva salvava Matteo Salvini dall’incriminazione per il caso Open Arms non partecipando al voto per l’ autorizzazione a procedere nell’apposita commissione del Senato.

Stabilire a quali logiche rispondano questi giochi d’intrallazzo politico tra Lega e Italia Viva non ci appassiona, siamo più interessati alla politica vera. Tuttavia è evidente che esiste, in tutto ciò, una logica che sta nella lotta accanita per il potere, che vede protagonisti e alleati i due peggiori Matteo della politica italiana.

Alla lotta per conservare il potere è da ascrivere anche una voce che circola insistentemente in Lombardia che immagina un rimpasto della giunta regionale, nei prossimi mesi. Con tale operazione, la Lega di Fontana scaricherebbe l’imbarazzante assessore Gallera, quello del tragicomico show sull’indice di contagio in cui spiegava la necessità d’incontrare due portatori sani per “farlo ammalare”. Indimenticabile stupidaggine.

Per intanto, in un vertice di maggioranza, presente Salvini, è stato deciso che Gallera sarà affiancato da un gruppo di “esperti”, insomma, una messa sotto tutela.

Un siluramento di Gallera potrebbe essere salvifico per la giunta Fontana, che scaricherebbe in questo modo su un singolo assessore colpe che sono in realtà di un sistema di potere che comprende la sanità ma anche tutti gli altri settori della vita pubblica – sempre più invasi dal privato – e che esiste dai tempi del pluricondannato Formigoni, per passare attraverso Maroni e arrivare, appunto, a Fontana.

In sostanza, attribuire a un singolo le colpe del disastro lombardo per salvare il “sistema Lombardia”, difendendolo anche dalla quantità di denunce che sta piovendo sulla giunta da parte di parenti di persone decedute, sanitari mandati allo sbaraglio, associazioni, semplici cittadini ed esponenti politici.

Tra l’altro, proprio in questi giorni è terminata una raccolta di firme contro la chiusura degli ospedali milanesi San Paolo e San Carlo, che Fontana vuole dismettere per costruire un altro nosocomio più piccolo. Anche in calce a tale petizione si chiede il commissariamento della Regione.

Piuttosto che attendere e farsi travolgere da un’inchiesta giudiziaria che potrebbe essere devastante, Fontana starebbe quindi pensando a liquidare il suo orami impresentabile assessore al welfare. Tutto ciò con il consenso di Salvini, che il 2 giugno terrà un comizio a Milano e ha già annunciato che sul palco, al suo fianco, ci sarà il presidente Fontana.

Evidentemente, per la Lega, sostenere Fontana per tenere in pugno la Lombardia è decisivo sul piano strategico anche nazionale.

Al contrario, è necessario insistere nel dimostrare che le responsabilità del tracollo della Lombardia di fronte al virus non sono di qualche  individuo particolarmente sprovveduto, bensì di tutto il sistema di potere che le destre hanno instaurato in regione da trent’anni a oggi.

fonte:

https://contropiano.org/news/politica-news/2020/05/27/regione-lombardia-quando-linquisito-si-sceglie-il-giudice-0128417?fbclid=IwAR0qVczB0eUtssSWI5UsVfWqyj5ha6jCq2kBrFhA_dfGk_M3HM1FGZICaig

La bocca sciacquatevela voi. La situazione in Lombardia è drammatica, smettete di nasconderlo!

 

Lombardia

 

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La bocca sciacquatevela voi. La situazione in Lombardia è drammatica, smettete di nasconderlo!

Matteo Salvini, con un lessico da stadio la domenica pomeriggio, ha invitato tutti a “sciacquarsi la bocca quando si parla della sanità lombarda”. Il messaggio che vuol far passare è quello di una regione che ha subito il disastro a causa di un destino inevitabile, e non per l’incompetenza dei suoi fedelissimi che la amministrano. Per il leader leghista sembrano non contare nulla i problemi con i tamponi, l’immobilismo di Fontana e Gallera sulle zone rosse, l’Ospedale in Fiera costruito senza seguire il parere degli esperti, le delibere che dislocavano gli anziani malati di COVID-19 nelle case di riposo, condannandoli a morte certa, né il fatto che anche ieri la Lombardia era l’unica regione d’Italia a far segnare un aumento degli attualmente positivi al coronavirus. per Salvini tutto si riduce al destino avverso, che ha trasformato la Lega in un partito di martiri in cui nessuno ha colpe. La realtà è che dovrebbe sciacquarsi la bocca chi è complice di questo disastro, ovvero il centro destra e la Lega in particolare, cultori e artefici del modello Lombardia. E sicuramente è complice chi tenta giorno dopo giorno di speculare e strumentalizzare il dramma di una regione per fini elettorali. Come quando nel mezzo della pandemia, l’11 aprile, la Regione Lombardia ha deciso di pagare una paginata di Repubblica insieme a Confindustria Lombardia, all’associazione degli ospedali privati (A.I.O.P.) e l’ARIS per dire che tutto stava filando per il meglio.

Lo sdegno di Salvini  è arrivato in seguito all’intervento del deputato del M5S Riccardo Ricciardi, che il 21 maggio alla Camera ha rischiato il linciaggio per aver fatto notare la sequenza di errori della regione Lombardia durante la gestione dell’emergenza sanitaria. Il suo discorso è stato impreciso in più punti – come per esempio la parte sui fondi pubblici usati per la costruzione dell’Ospedale in Fiera, che in realtà sono il frutto delle donazioni di privati. C’è chi ha addirittura letto nelle sue parole un attacco ai medici, agli infermieri e ai lombardi tutti, come Enrico Mentana, che su Facebook ha dato del “coglione” a Ricciardi senza giri di parole. Ma la vittoria dell’egocentrismo sul giornalismo in Italia è un’altra storia. In realtà il bersaglio dell’intervento del deputato Ricciardi era esclusivamente l’amministrazione leghista, e non di certo le vittime del COVID-19 o il personale sanitario della Lombardia.

La giunta leghista è stata travolta dall’emergenza, perché questa è stata amplificata da una serie di problemi strutturali creati dai suoi predecessori. Il sistema ospedaliero ha mostrato delle falle per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva: a febbraio 2020 erano 8,5 su 100mila abitanti, un numero inferiore ad altre regioni del Nord, come Emilia Romagna e Veneto. Inoltre il 30% delle terapie intensive era proprietà di strutture della sanità privata convenzionata, costringendo la regione a perdere tempo prezioso nella contrattazione con i gestori delle cliniche. I medici di base si sono poi trovati ad agire senza indicazioni regionali precise, dato che la delibera per la gestione sul territorio della COVID-19 è arrivata soltanto il 23 marzo, a un mese dall’individuazione del focolaio di Codogno.

Ma è lo scandalo delle Rsa a descrivere alla perfezione cosa non ha funzionato nel modello Lombardia della Lega. Il divieto di visite dei familiari nelle case di riposo è arrivato due settimane dopo l’esplosione dell’epidemia, ma pesa soprattutto la scelta della regione di ricoverare presso le Rsa i malati di Coronavirus, con l’intenzione di liberare posti letto nelle strutture sanitarie. Il risultato sono centinaia di morti. Tra indagini e perquisizioni, stanno venendo in superficie i dati: soltanto al Pio Albergo Trivulzio di Milano si contano 405 morti, mentre estendendo alle province di Milano e Lodi i decessi per COVID-19 nelle Rsa si arriva a 1.689. In tutta la regione, il tasso di mortalità ogni 100 residenti nelle case di riposo è del 6,7%, il peggiore d’Italia. Il forzista Giulio Gallera, assessore al Welfare, ha però commentato che che “erano le Ats ad avere il compito di fare sorveglianza”, e che rifarebbe tutto per il bene dei suoi concittadini. L’arte dello scaricabarile ha sempre il sopravvento, così come quella di chi finge che non sia successo niente: Salvini da settimane sta lodando il governo lombardo, arrivando a dire che “Attilio Fontana e la sua squadra decidono provvedimenti concreti e migliori di quelli ad oggi decisi dallo Stato”.

Ci vuole del fegato o una totale assenza di contatto con la realtà per lodare l’eccellenza di un modello che ha come ideatore Roberto Formigoni, ex governatore della Regione, con l’appoggio dell’allora Lega Nord, condannato in via definitiva a cinque anni e dieci mesi proprio per corruzione nel processo per il crac delle fondazioni Maugeri e San Raffaele. Se il passato non basta per consigliare cautela nelle lodi, non va meglio con la cronaca degli ultimi mesi. Mentre alcune regioni istituivano autonomamente nuove zone rosse, Fontana e Gallera tentennavano per le aree di Alzano e Nembro, ammettendo soltanto in seguito che in effetti avrebbero potuto farlo anche loro e limitare i danni. Inoltre, dalla regione più colpita d’Italia ci si aspettavano numeri maggiori di tamponi e test sierologici, ma questa non si è mai attrezzata per aumentare il numero dei suoi cittadini controllati ogni giorno. Il confronto è ancora più impietoso quando si prende a metro di paragone un’altra regione guidata dalla Lega, il Veneto di Luca Zaia che il 20 maggio ha dichiarato di non aver registrato nessun nuovo contagio, a differenza della Lombardia dove i casi continuano ad aumentare. Il motivo di questo risultato è che Zaia e la sua giunta hanno avuto l’umiltà di affidarsi alla scienza, e in particolar modo al consulente Andrea Crisanti, un virologo e microbiologo di eccellenza dell’Università di Padova. Umiltà che Fontana non ha mai avuto, con i risultati ora sotto gli occhi di tutti.

Quando gli esperti consigliavano a Fontana di usare diversamente i fondi destinati alla costruzione dell’Ospedale in Fiera, lui non ha ascoltato nessuno. In molti hanno sostenuto che non fosse una mossa logica costruire un polo con le terapie intensive distaccate dagli altri reparti ospedalieri, e che avrebbe dovuto usare quelle risorse per potenziare le strutture già esistenti, aumentando i posti in terapia intensiva. Il risultato è stato un ospedale che ha accolto meno di una trentina di pazienti in due mesi e che già rischia la chiusura, mentre la procura di Milano ha aperto un fascicolo sulle procedure attuate. Dei 21 milioni di euro raccolti dai privati, 17 sono stati indirizzati alla costruzione dell’ospedale e all’allestimento dei suoi 221 posti letto di terapia intensiva, poi inaugurati il 31 marzo con il più grande assembramento di tutta l’epidemia. Erano presenti centinaia di persone tra giornalisti, fotografi, politici, medici e ospiti vari, per una cerimonia che è sembrata una tappa della campagna elettorale di Fontana. Il tutto contravvenendo alle direttive nazionali e regionali sul distanziamento sociale. Lo stesso Guido Bertolaso, incaricato per la realizzazione dell’Ospedale, si è definito sconcertato per la piega che ha preso il progetto, scaricando le colpe sulla Regione Lombardia.

Certo, non ci si poteva aspettare un’analisi lucida da chi ha affrontato l’emergenza Coronavirus postando sui social notizie diffuse tramite WhatsApp e link da boomer complottista. Mentre Fontana e Gallera inanellavano un errore dopo l’altro, Matteo Salvini dava eco a immondizia mediatica senza fondamento scientifico, come le tesi sul COVID-19 creato in un laboratorio di Wuhan, oggi tornata in auge grazie al suo grande amico Donald Trump e al suo tentativo di deviare il dibattito pubblico dalla sua disastrosa gestione dell’emergenza negli Stati Uniti. Complottisimi a parte, la cronistoria delle sparate del leader leghista degli ultimi mesi è un ottovolante in cui ha detto tutto e il contrario di tutto. Il 27 febbraio, in pieno dibattito sulle zone rosse al Nord, è iniziata la prima campagna di Salvini dal motto “Apriamo tutto, l’Italia ha bisogno di ripartire”. Il virus era già arrivato in Italia, con la seguente istituzione a  Codogno della prima zona rossa e a seguire di altri comuni tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Quando poi il lockdown si è esteso a tutto il Paese, la giravolta di Salvini è stata drastica, con il “Chiudiamo tutto” che per giorni ha giganteggiato sulla sua pagina Facebook. Poi Salvini ha fiutato l’insofferenza degli italiani, provati da settimane di isolamento, e ha di nuovo cambiato idea. È sparita dalla sua immagine di copertina su Facebook la scritta “Chiudiamo tutto”, per celebrare il grande ritorno del “Riapriamo tutto”. Questo stile da Giorno della marmotta è il marchio di fabbrica di uno staff della comunicazione che conosce bene le dinamiche della comunicazione ai tempi dei social, quella per cui le parole di ieri sono già dimenticate e la velocità degli slogan polverizza la coerenza di ogni pensiero.

Quindi no, non dobbiamo sciacquarci la bocca quando parliamo degli errori della Lega in Lombardia, perché equivarrebbe a omettere la realtà dei fatti. Piuttosto Salvini, che in questi mesi si è concentrato più sulle preghierine da Barbara D’Urso e sui deliri pauperistici nel suo bilocale, dovrebbe avere la decenza di chiedere scusa per i disastri commessi dal suo partito ai danni dei cittadini lombardi, o avere il buongusto di tacere. Almeno una volta nella sua carriera.

fonte: https://thevision.com/politica/lombardia-salvini-pandemia/

Don Mariano Pili, parroco di Desulo: “Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?

 

 

Silvia Romano

 

 

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Don Mariano Pili, parroco di Desulo: “Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?

“Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?”. Questo il post su Facebook di don Mariano Pili, parroco di Desulo, Comune nel nuorese. Il sacerdote interviene cosi’ sugli  attacchi che Silvia Romano sta ricevendo in queste ore, alcuni legati alla conversione religiosa della giovane cooperante italiana.

Una presa di posizione, anche politica, che non e’ piaciuta al vice capogruppo della Lega in Sardegna, Pierluigi Saiu: “Un sacerdote della mia provincia scrive una cosa stupida e pericolosa- l’attacco del consigliere, sempre via social-. Offensiva nei confronti di migliaia di sardi che come me votano Lega e votano Matteo Salvini. Mi fa specie che un uomo di Chiesa sia capace di tanto odio e non se ne vergogni, anzi lo esibisca. Mi preoccupa che un uomo di fede non trovi il tempo di condannare i terroristi islamici che hanno privato una donna della sua liberta’ per mesi. Uomini che hanno compiuto violenze in nome di un estremismo religioso che dovrebbe essere rifiutato. Anche da lui. Mi dispiace che un uomo di fede abbia smarrito il senso profondo del messaggio d’amore di Cristo”.

Trump, Bolsonaro, Putin e Johnson: il disastro dei nazionalpopulisti nell’emergenza Coronavirus – E noi dobbiamo solo ringraziamo Iddio di non avere Salvini…

 

emergenza Coronavirus

 

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Trump, Bolsonaro, Putin e Johnson: il disastro dei nazionalpopulisti nell’emergenza Coronavirus – E noi dobbiamo solo ringraziamo Iddio di non avere Salvini…

L’emergenza coronavirus ha costretto molti Paesi a imporre serrati controlli ai confini. Una misura che in tempi normali sarebbe il sogno di tutti i sovranisti: ma spesso proprio i leader nazionalpopulisti si sono rivelati incapaci di far fronte alla pandemia, diffondendo fake news e alimentando tesi complottistiche che non hanno in alcun modo aiutato la popolazione.

Quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, si è rivelato necessario chiudere i confini e limitare gli spostamenti dei cittadini. Una misura che i sovranisti hanno chiesto sin dai primi giorni dell’epidemia, quando non era ancora chiara la portata della crisi sanitaria che il mondo intero stava per affrontare. Ma questo non significa che partiti e politici sovrasti, nazionalisti e in ultima istanza populisti, abbiano saputo gestire meglio l’emergenza Covid-19. Anzi, il contrario. Spesso proprio i leader nazionalpopulisti si sono rivelati incapaci di far fronte alla pandemia, diffondendo fake news e alimentando tesi complottistiche che non hanno in alcun modo aiutato la popolazione.

I sondaggi non sembrano premiare retoriche di questo tipo, che cercano di costruire un nuovo nemico (il laboratorio cinese, gli avversari politiche accusati di distruggere l’economia, gli scienziati) piuttosto che provare ad affrontare il problema reale. Ma una volta che l’emergenza sarà finita si aprirà un nuova fase, in cui non si conteranno più i nuovi contagi ma le persone che hanno perso il lavoro. Ed è in climi di questo tipo che sovranismo e populismo hanno sempre trovato terreno fertile. Per ora, tuttavia, i cittadini sembrano fidarsi mal volentieri dei leader nazionalisti: vediamo perché.

Trump: da “un’influenza qualsiasi” alle fosse comuni
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è passato nel giro di una settimana a definire il Covid-19 da normale influenza a pandemia fuori controllo. Nei primi giorni in cui l’epidemia iniziava a diffondersi a livello globale, Trump continuava a parlare di “un’influenza qualsiasi”, ribadendo che fosse tutto sotto controllo e che il “virus cinese” fosse già stato praticamente sconfitto. Trump accusava anche l’Organizzazione mondiale della sanità di diffondere falsi dati, descrivendo il virus come più letale di quanto realmente non fosse. Quando i Paesi europei avevano cominciato a chiudere i confini, Trump si era addirittura compiaciuto del fatto che gli americani finalmente restassero negli Stati Uniti a spendere i propri soldi.

A fine marzo Trump è costretto ad ammettere la gravità della situazione: “Questa è una pandemia, lo avevo capito ben prima dell’annuncio, bastava guardare agli altri Paesi”, ha detto definendosi “un presidente in tempo di guerra”. A quel punto, con il moltiplicarsi esponenziale dei contagi, l’inquilino della Casa Bianca ha cominciato ad accusare la Cina di aver tenuto nascosto il virus. Se Pechino avesse reso noti i fatti, ha aggiunto, l’epidemia sarebbe stata contenuta. Nel corso delle settimane Trump ha più volte ripreso la versione del virus creato in un laboratorio di Wuhan. Oltre ad alimentare il complottismo, Trump ha anche diffuso una serie di pericolose fake news, suggerendo rimedi casalinghi per contrastare il virus e arrivando a dire un’iniezione di disinfettante nei malati potrebbe combattere il Covid-19. Il tutto mentre gli Stati Uniti contano oltre un milione di contagi, più di 70mila morti, molte persone senza assicurazione sanitarie rimangono senza accesso alle cure, e a New York si scavano fosse comuni in cui seppellire chi non ce l’ha fatta.

Johnson e l’immunità di gregge
Boris Johnson è stato il leader politico mondiale più noto a contrarre il coronavirus. Prima di ammalarsi, però, l’inquilino di Downing Street aveva criticato le misure di lockdown che tutti gli altri Paesi europei stavano cominciando ad attuare, sottolineando che disposizioni di quel tipo sarebbero state gravissime per il Paese e che tanto non fosse possibile contrastare la diffusione del virus. Non solo: nel Regno Unito si è discusso sull’immunità di gregge, suggerendo di combattere il virus lasciando che la popolazione sviluppasse gli anticorpi. Importanti figure nel mondo medico e scientifico vicine al governo britannico hanno affermato che circa l’80% della popolazione avrebbe dovuto ammalarsi, in modo da innescare l’immunità di gregge. “Molte famiglie perderanno i propri cari”, aveva avvertito Johnson.

Il premier britannico, di fronte all’evidente portata dell’emergenze e finendo lui stesso in ospedale dopo aver contratto il virus, si è poi adeguato alle misure restrittive già in vigore nel resto d’Europa. Per molti giorni, però, nel Regno Unito scuole, attività produttive e negozi sono rimasti aperti mentre il virus era in piena circolazione.

Brasile in ginocchio. Bolsonaro: “Che dovrei fare? Non faccio miracoli”
I numeri sul coronavirus in Brasile sono devastanti. Ormai i contagi hanno superato i 116mila, ma si teme che siano molti di più. Tantissime persone, specialmente nelle favelas e nelle comunità più rurali, continuano a curarsi a casa e non sono conteggiate nei bollettini ufficiali. Il virus continua a dilagare: anche in Brasile si sono scavate fosse comuni dove seppellire i morti e il sistema sanitario è sul punto del collasso. “I brasiliani non si ammalano. Possono saltare e tuffarsi nelle fognature, non gli succede nulla: abbiamo gli anticorpi per resistere a questo virus”, aveva detto a fine marzo il presidente Jair Bolsonaro, scatenando le critiche delle opposizioni che lo hanno definito irresponsabile.

Nonostante il picco nel Paese sembri ancora lontano, il governo sta già lavorando a un allentamento delle misure. “Mi dispiace. Cosa dovrei fare? Non faccio miracoli”, ha commentato Bolsonaro, da sempre contrario a un lockdown totale. Più volte ha attaccato le autorità locali che hanno deciso di chiudere l’attività e ha sostituito il ministro della Sanità in quanto suggeriva provvedimenti troppo stringenti. Bolsonaro ha rivolto anche dure critiche all’Oms: “È questa l’Organizzazione mondiale della sanità i cui consigli certi vorrebbero sentire? Dovremmo anche seguire la loro politica in materia di educazione? Per dei bambini che hanno fino a quattro anni: soddisfazione e piacere nel toccare i loro corpi, masturbazione”, ha detto.

La Russia di Putin con oltre 10mila casi al giorno
A Mosca si registrano più contagi che in tutta la Cina. In un solo giorno si sono contati oltre 10mila nuovi casi e i numeri continuano a salire. La Russia ha superato i 166mila casi, anche se i morti ufficiali sarebbero “solo” poco più di 1.500. Mentre per settimane il Paese è sembrato immune alla diffusione del virus, ora la situazione appare tragica. E nel frattempo calano i consensi per Vladimir Putin: ad aprile si sarebbe dovuto tenere il referendum per la riforma della costituzione russa, che avrebbe permesso al presidente di mantenere il potere ancora per diverso tempo. Ma è stato rimandato e l’emergenza coronavirus ha inciso sulla popolarità del governo, oggi in declino continuo. Putin appare allora un leader che sta passivamente subendo la situazione, dimostrandosi spesso indeciso sulle decisioni da prendere e lasciando spesso ad altri il ruolo di comunicare le misure adottate dal governo.

Il potere dell’ex funzionario del KGB si affievolisce, mentre gli ospedali nel Paese sono sull’orlo del collasso, dovendo far fronte alla mancanza di macchinari e medici. E il personale sanitario presente è costretto a lavorare senza guanti e mascherine, finendo spesso per contrarre il virus a sua volta. Diversi sindacati russi hanno denunciato la morte di centinaia di medici e infermieri. Il governo ha richiamato gli studenti dalle scuole di medicina per sostituire il personale medico ammalato. Ma i numeri ufficiali continuano ad essere distorti e la stampa offuscata.

fonte: https://www.fanpage.it/esteri/trump-bolsonaro-putin-e-johnson-il-disastro-dei-nazionalpopulisti-nellemergenza-coronavirus/
https://www.fanpage.it/

L’Oms risponde una volta per tutte a Trump ed ad altri idioti in cerca di un “nemico” su cui scaricare le colpe: “L’origine del virus è naturale, abbiamo certezze in merito”

 

Oms

 

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L’Oms risponde una volta per tutte a Trump ed ad altri idioti in cerca di un “nemico” su cui scaricare le colpe: “L’origine del virus è naturale, abbiamo certezze in merito”

Nelle scorse ore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era tornato ad esporre i propri dubbi circa l’origine del Coronavirus, indicando (ancora una volta) i laboratori di Wuhan come sospettati nell’aver prodotto il virus.

L’Oms, per bocca direttore per le emergenze Michael Ryan, ha però ribadito una volta di più come l’origine del virus non sia da ricondurre al lavoro dell’uomo: “Per quanto riguarda l’origine del virus a Wuhan, abbiamo ascoltato molti scienziati che hanno studiato questo virus e siamo certi che sia di origine naturale”.

Ora sta al popolo americanodecidere se credere agli scienziati o ad un idiota che invita la gente a bere candeggina…

E, a proposito di idioti, non dimenticate che anche a casa nostra c’è qualcuno che sostiene la tesi del virus creato in laboratorio.

E fateci caso, sono sempre loro. I fascisti travestiti da neoliberisti che per dare fumo negli occhi ai propri elettori, per mascherare la loro assoluta nullità, hanno bisogno di distrarre l’attenzione della gente creando per loro un “nemico”.

E da noi, finora, ha funzionato con i migranti, capro espiatorio di tutti i mali del Paese…

Riflettete gente, riflettete…

 

Non si capisce perché Conte, invece di stare a sentire Salvini e riaprire tutto come se niente fosse, senza mascherine e protezioni, si ostini ancora a seguire i consigli dei virologi per una riapertura più cauta. Un vero mistero.

 

riaprire tutto

 

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Non si capisce perché Conte, invece di stare a sentire Salvini e riaprire tutto come se niente fosse, senza mascherine e protezioni, si ostini ancora a seguire i consigli dei virologi per una riapertura più cauta. Un vero mistero.

Pazzesco. Succede solo in Italia!

Un premier senza spina dorsale, senza palle che si affida al parere dei virologi e dei medici che raccomandano prudenza…

Ma, caro Conte, Tu hai la fortuna di avere in casa una mente come quella di Salvini e non la sfrutti?

Ma quale lockdown, ma quale mascherina… La ricetta c’è e Salvini te la sta ripetendo da mesi:

chiudiamo i porti ai migranti, non consentiamo l’accesso alle straniere incinte nei pronto soccorso per evitare intasamenti, magari beviamo o iniettiamoci ogni tanto un po’ di candeggina (come suggerisce il compare americano del cazzaro verde) e tutti in strada dal 27 febbraio.

Tutti in strada, tutti ad affollare fabbriche, negozi, musei, gallerie, palestre, discoteche, bar, ristoranti, centri commerciali… Magare affidandoci al Cuore Immacolato di Maria

E se non bastasse, alla gente sarebbe sufficiente compilare un modulo e lo Stato subito stanzierebbe a favore di tutti 4.300 miliardi!

E poi, se ti accordi che i morti non si contano più in decine di migliaia, ma in centinaia di migliaia, basta dare la colpa alla Cina o a qualcun altro…

L’importante è che poi, se le cose si mettono proprio male, non lo insultiamo più di tanto… sapete, ha una figlia che fa troppe domande.

By Eles

Salvini incita alla rivolta contro il governo per la quarantena! Giusto, basta con questo Conte! Ci vuole uno come lui: governo trasferito al Papeete, tutti per strada dal 27 febbraio e magari iniettarsi candeggina, come suggerisce il suo amico…

 

Salvini

 

 

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Salvini incita alla rivolta contro il governo per la quarantena! Giusto, basta con questo Conte! Ci vuole uno come lui: governo trasferito al Papeete, tutti per strada dal 27 febbraio e magari iniettarsi candeggina, come suggerisce il suo amico…

Un poverino alla canna del gas. Ormai non potendo buttare il fumo dei migranti sui barconi negli occhi razzisti di chi gli sta appresso, è in continuo declino.

In un momento in cui contano i fatti e non le chiacchiere, la gente comincia a capire la differenza tra un politico (più o meno capace) e un ciarlatano.

C’è chi deve prendere decisioni drastiche e lo fa (più o meno bene) e chi di arrampica agli specchi delle fake news sempre più scivolosi…

Ed ecco l’ultima trovata: Salvini incita alla rivolta contro il governo.

In un video pubblicato sulla sua pagina facebook dopo la conferenza stampa di Conte, Matteo Salvini incita alla rivolta contro il governo per la quarantena e annuncia una manifestazione in strada per il primo a maggio, mentre sono ancora in vigore tutte le regole dell’emergenza Coronavirus. “Abbiamo accettato tutte le chiusure e i limiti ma la libertà non ha prezzo. Non vorrei che qualcuno nel nome del virus stesse abusando della pazienza degli italiani e preparando i saldi delle nostre aziende in Germania o in Cina”, sostiene Salvini. Che poi passa alle minacce: “Molti di voi mi dicono “organizzaci, Matteo”: raccogliamo le idee in questi giorni e il primo maggio lanciamo un piano per la ricostruzione nazionale e se sarà necessario perché non vi ascoltano ci faremo vedere e sentire compostamente e dignitosamente, distanti con guanti e mascherine, fuori dagli schermi e dai social. È un mese e mezzo che ci tengono a discutere su un telefonino, torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze. C’è di mezzo il futuro dei nostri figli. La libertà non ha prezzo, non la puoi tener chiusa mentre mezza Europa sta riaprendo”.

E ancora: “Siamo stati zitti per queste settimane perché c’erano morti e feriti però gli italiani meritano di tornare a vivere. Se non ce lo permetteremo, lo chiederemo e lo otterremo. E non permetteremo a nessuno di vendere o svendere i nostri alberghi, i nostri ristoranti, i nostri bar”.

Con una tecnica di sciacallaggio politico di grande raffinatezza, Salvini quindi inventa che ci siano poteri forti e mani straniere che vogliano mettere le mani sui “nostri” bar (pura fantasia) per sfruttare il prevedibile riflusso di consenso nei confronti del governo Conte dopo gli annunci di ieri sul 4 maggio, che rappresentano un evidente passo indietro rispetto alle premesse di questi giorni. Riuscirà a risollevare le sorti della Lega data in crollo nel consenso dall’ultimo sondaggio?

Un’ultima considerazione.

Qualche giorno fa uno di loro ha detto “Anpi in piazza per il 25 aprile? Dovrebbero sapere che il virus adora gli anziani”

Parafrasando questo genio leghista, un monito ai leghisti: “in piazza il 1° maggio? Dovrebbero sapere che il virus si accumula nei coglioni”

Il razzismo di Feltri: “I meridionali sono esseri inferiori” …Ora, forse non lo ricordate, ma qualcuno lo voleva come Presidente della Repubblica… Noi non facciamo nomi, lasciamo a Voi indovinare chi possa essere tanto ignobile…

 

Feltri

 

 

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Il razzismo di Feltri: “I meridionali sono esseri inferiori” …Ora, forse non lo ricordate, ma qualcuno lo voleva come Presidente della Repubblica… Noi non facciamo nomi, lasciamo a Voi indovinare chi possa essere tanto ignobile…

Il direttore di Libero: “Perché vorremmo andare in Campania, per fare i parcheggiatori abusivi?”

Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del Coronavirus ha eccitato gli animi di molta gente che evidentemente ha un senso di invidiadi rabbia nei nostri confronti perché subisce una sorta di senso di inferiorità. Io non credo ai sensi di inferiorità: credo che i meridionali in molti casi siano inferiori.

Ignobile vero? E allora, avete indovinato chi lo voleva Presidente della repubblica?

Correva l’anno 2015, precisamente il 28 gennaio. Di lì a sei giorni – precisamente il 3 febbraio – il Presidente della Repubblica sarebbe diventato Sergio Mattarella. Nel toto nomi che precede la nomina della massima carica dello Stato erano stati interpellati anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni che, durante un’intervista, hanno fatto il nome del candidato ideale secondo loro, un nome per chi non vota sinistra. La scelta del leader leghista e della guida di Fratelli d’Italia è ricaduta proprio su Vittorio Feltri.

«In attesa che Renzi ci sia indicazione su cosa votare abbiamo scelto di proporre un uomo come Vittorio Feltri, persona libera, abituata a dire quello che pensa, coraggiosa. Perché all’Italia serve una persona così», diceva la Meloni cinque anni fa. La palla passa poi a Salvini che, alla domanda su cosa dicesse il diretto interessato rispetto alla candidatura, affermava che «è d’accordo perché noi vogliamo risvegliare l’Italia che non è di sinistra. L’Italia che produce, che lavora, che contesta l’Europa delle banche e dell’euro, della finanza, che vuole bloccare gli immigrati clandestini, che non è politicamente corretta, allineata, serva. L’Italia renziana». Nel 2015 per Salvini l’Italia che produce non era l’Italia che votava sinistra, così come ieri sera per Feltri i meridionali sono «in molti casi sono inferiori».

 

 

Salvini: “Il governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus” …Ora Voi non ci crederete, una fonte così autorevole… eppure è una BUFALA!

 

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Salvini: “Il governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus” …Ora Voi non ci crederete, una fonte così autorevole… eppure è una BUFALA!

«Con la scusa del Virus il governo sta facendo uscire i mafiosi di galera. Aiutaci a fermarli, FAI GIRARE questa vergogna!»: dopo essersi laureato l’altroieri in virologia all’Università della Strada, tra ieri e oggi Matteo Salvini si è concentrato sul caso di Francesco Bonura, 78 anni, considerato uno dei boss più influenti, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta, che sono usciti dal carcere in considerazione del loro stato di salute. Bonura, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni, si trovava al 41bis.

Le bufale di Salvini sul governo che fa uscire di galera i boss mafiosi con la scusa del virus

Quella di Salvini è una bufala perché non è stato il governo a scarcerare Bonura. L’avvocato Giovanni Di Benedetto, legale del boss, ha spiegato in una nota la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano: “Ho letto e sentito sulla vicenda Bonura affermazioni improprie e strumentali che obliterano il caso concreto – dice l’avvocato Di Benedetto -. A fronte di una condanna pari a 18 anni e 8 mesi a Bonura restano da scontare, considerati i maturandi giorni di liberazione anticipata, meno di 9 mesi di carcere. Nel contesto della lunga carcerazione il Bonura ha subito un cancro al colon, è stato operato in urgenza e sottoposto a cicli di chemioterapia; di recente i marker tumorali avevano registrato una allarmante impennata. Se a tutto ciò si aggiunge, come si deve, l’età (Bonura ha 78 anni) ed i rischi a cui lo stesso, vieppiù a Milano, era esposto per il Coronavirus risulta palese la sussistenza di tutti i presupposti per la concessione de differimento della pena nelle forme della detenzione domiciliare in ossequio ai noti principi, di sponda anche comunitaria, sull’umanità che deve sottostare ad ogni trattamento carcerario”. “Del tutto errato è il riferimento al recente decreto ‘Cura Italia’ – conclude il legale – che non si applica al caso di specie e che non ha nulla a che vedere con il differimento pena disposto per comprovate ragioni di salute e sulla base della previgente normativa. Ogni vicenda va affrontata nel suo particolare altrimenti si rischia di scadere in perniciose e inopportune generalizzazioni che alterano la realtà”.

Va segnalato che quello accordato dal magistrato di sorveglianza di Milano, Gloria Gambitta, è tecnicamente un differimento della detenzione da scontare in cella, che però Bonura, detenuto ininterrottamente dal 20 giugno 2006, stava già finendo di espiare: il suo “fine pena” è fissato infatti per ora al marzo 2021, ma con le ulteriori riduzioni legate alla buona condotta ci sarà un’anticipazione al dicembre di quest’anno. Bonura, pur essendo un mafioso di rango, a differenza di tanti altri boss ultrasettantenni come lui, non ha condanne all’ergastolo e per questo l’istanza degli avvocati Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra è stata accolta, “tenuto conto – scrive il magistrato di sorveglianza milanese – dell’emergenza sanitaria e del correlato rischio di contagio, indubbiamente più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come il carcere”. Per questo un soggetto “anziano e affetto da serie patologie pregresse” è esposto “a conseguenze particolarmente gravi”. Non dunque un indiscriminato via libera per altre scarcerazioni eccellenti di ergastolani, ma un caso singolo, ritenuto grave e a sé stante.

 

fonte: https://www.nextquotidiano.it/salvini-governo-fa-uscire-di-galera-i-boss-mafiosi-con-la-scusa-del-virus/?fbclid=IwAR1wmJRJ3GxLNrlxiYFPQhAydyTbCzr-AXKdq7w6GdWd1ZRfOuYlZilKvFw

«Cantare meno “Bella ciao” dai balconi e lavorare di più» – Lo ha detto Matteo Salvini, quello conosciuto in Europa come “Il Fannullone”

 

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«Cantare meno “Bella ciao” dai balconi e lavorare di più» – Lo ha detto Matteo Salvini, quello conosciuto in Europa come “Il Fannullone”

Il leader della Lega in conferenza stampa: «Non basta cantare Bella Ciao dal balcone se nel mentre ti escono i camorristi dal carcere»

Il leader della Lega, Matteo Salvini, in diretta Facebook durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati. «Mi auguro che quanto prima al ministero della Giustizia qualcuno si accorga che abbia buon senso di ritirare una circolare per la quale i mafiosi stanno uscendo e rischiano di uscire in maniera massiccia dalle carceri. La libertà conquistata dai nostri nonni non è in vendita. Non basta cantare ‘Bella Ciao’ dai balconi se mentre canti ti escono tre camorristi di galera… Cantare di meno e lavorare di più, per qualcuno potrebbe essere utile» ha detto Salvini.

…Ora, che Salvini inviti la gente a lavorare… Lui, che non ha mai lavorato in vita sua… Un “Fannullone” riconosciuto a livello Euroeo…ù

Per rinfrescarVi la memoria:

“È una vergogna sentirla in Aula. Per un anno e mezzo abbiamo lavorato con gli altri correlatori ma lei non l’abbiamo mai vista. Sei un fannullone“. Così l’eurodeputato socialista Marc Tarabella, belga di origine italiana e relatore della Direttiva sugli appalti pubblici di cui si è discusso nell’Aula

“Collega salvini è una vergogna sentirvi in aula perché, perché per un anno e mezzo abbiamo lavorato con i colleghi tutti relatori come lei. Sei l’unica che non abbiamo mai visto in riunione e facile dire che abbiamo fatto aria. Abbiamo lavorato nell’interesse delle piccole aziende dei lavoratori, degli appalti pubblici sani. Come lui va a spiegare ai suoi elettori che non è un fannullone di questo Parlamento? È solo in tv e mai in aula mai in riunione per lavorare. È una vergogna sei un fannullone in questo Parlamento. Lo dico io!”

[APPLAUSO, lungo APPLAUSO]