Don Mariano Pili, parroco di Desulo: “Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?

 

 

Silvia Romano

 

 

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Don Mariano Pili, parroco di Desulo: “Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?

“Abbiamo sardi convertiti alla Lega e ci stiamo preoccupando di una che si converte all’Islam?”. Questo il post su Facebook di don Mariano Pili, parroco di Desulo, Comune nel nuorese. Il sacerdote interviene cosi’ sugli  attacchi che Silvia Romano sta ricevendo in queste ore, alcuni legati alla conversione religiosa della giovane cooperante italiana.

Una presa di posizione, anche politica, che non e’ piaciuta al vice capogruppo della Lega in Sardegna, Pierluigi Saiu: “Un sacerdote della mia provincia scrive una cosa stupida e pericolosa- l’attacco del consigliere, sempre via social-. Offensiva nei confronti di migliaia di sardi che come me votano Lega e votano Matteo Salvini. Mi fa specie che un uomo di Chiesa sia capace di tanto odio e non se ne vergogni, anzi lo esibisca. Mi preoccupa che un uomo di fede non trovi il tempo di condannare i terroristi islamici che hanno privato una donna della sua liberta’ per mesi. Uomini che hanno compiuto violenze in nome di un estremismo religioso che dovrebbe essere rifiutato. Anche da lui. Mi dispiace che un uomo di fede abbia smarrito il senso profondo del messaggio d’amore di Cristo”.

E il parroco “scomunica” le minigonne: si esibiscono le cosce come prosciutti …insomma, “se la cercano”… – Signore e Signori, bentornati nel Medio Evo…

 

minigonne

 

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E il parroco “scomunica” le minigonne: si esibiscono le cosce come prosciutti …insomma, “se la cercano”… – Signore e Signori, bentornati nel Medio Evo…

Il parroco ‘scomunica’ le minigonne: si esibiscono le cosce come prosciutti

Don Alberto Zanier, parroco di San Daniele, ha lanciato la sua crociata personale contro le minigonne. Scoppia la polemica sui social.

Da oggi la città San Daniele sarà famosa non solo per i prosciutti ma anche per le minigonne. Troppe donne in minigonna in giro per il paese hanno scatenato l’ira del parroco don Alberto Zanier. Esibire le cosce come prosciutti è secondo il prete una mancanza di rispetto verso il sacerdote.
Il parroco stesso ha deciso di distribuire ai parrocchiani, un volantino con su scritto: “A San Daniele c’è crisi. Ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce ombra di crisi. Suadenti e sinuose cosce femminili che fanno la loro comparsa su esuberanti adolescenti”. Il sacerdote giudica ipocrita la società che prima condanna i femminicidi e poi esalta la donna come merce di uso e consumo.
Su Facebook i parrocchiani scatenano la polemica. Sul gruppo “Sei di Resia se…” gira il volantino incriminato tra i commenti di chi è indignato e chi invece prende le parti di don Zanier, sostenendo che scollature e minigonne sono una mancanza di rispetto verso la Chiesa.

Quando certa Chiesa paragona la violenza sulle donne al sacrosanto diritto di indossare una minigonna

Da oggi la città San Daniele sarà famosa non solo per i prosciutti ma anche per le minigonne. Il parroco ha dichiarato guerra alla libertà di abbigliamento delle donne.

E’ pure giovane don Alberto Zanier, non ha dunque neppure l’attenuante di una età più anziana e dunque più consona alle parole che ha scritto su un volantino distribuito nella sua parrocchia. Ma di sicuro ha una dose molto alta di patriarcato nella sua cultura e visione del mondo, e azzarderei, anche un pizzico di furbizia.
Da oggi la città San Daniele sarà famosa non solo per i prosciutti ma anche per le minigonne. Troppe donne in minigonna in giro per il paese hanno scatenato infatti l’ira di questo parroco. Esibire le cosce come prosciutti è secondo il prete una mancanza di rispetto verso il sacerdote.
Un volantino con scritto: “A San Daniele c’è crisi. Ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce ombra di crisi. Suadenti e sinuose cosce femminili che fanno la loro comparsa su esuberanti adolescenti”. Il sacerdote infatti giudica ipocrita la società che prima condanna i femminicidi e poi esalta la donna come merce di uso e consumo.
Si serve dunque della violenza sulle donne per condannare la nostra libertà di costume. Ci ricorda i fondamentalisti islamici così da vicino da far paura.
Su Facebook i parrocchiani scatenano la polemica. Sul gruppo “Sei di Resia se…” gira il volantino incriminato tra i commenti di chi è indignato e chi invece prende le parti di don Zanier.
Le frasi che mi spaventano di più sono:
Mancanza di rispetto della donna: Viviamo in una società così ipocrita che da un latto condanna il femminicdio e dall’altra esalta la donna come merce. E la purezza della donna, di una madre, il candore dove è? Certe scene sono da film hard (una minigonna?) sono lesive della dignità della donna stessa (badate bene il passaggio che fa il parroco) che da un lato denuncia le molestie e dall’altro non si accorge di diventare essa stessa merce (quindi ce la cerchiamo?). Poi cita Pio XII (non certo un ledaer della democrazia e delle pari opportunità tra i sessi): Mancanza di rispetto verso gli altri.Mostrare la carne agli altri provoca infatti la sessualità per il parroco (ecco un’altra frase che giustifica le molestie a seconda di come siamo vestite).
Come dice la cara collega e amica Giuliana Sgrena, in un libro bellissimo che vi consiglio, Dio odia le donne le religioni sono le nostre peggiori nemiche. Tutte.

La ragazza al parroco anti-minigonna: sono offesa, se un uomo uccide è sempre colpa nostra

Dopo il messaggio del parroco di Val Resia, in cui paragona al San Daniele le cosce delle giovani messe in mostra dalle minigonne, una ragazza del paese: “Sono io a sentirmi umiliata e offesa”

“Caro don Alberto queste gambe me le ha donate il suo Dio, e il Dio di cui mi hanno tanto raccontato sono certa che non si sentirebbe offeso a vedere mezzo ginocchio scoperto da una gonna”. E’ lo sfogo inviato al Messaggero Veneto di una delle ragazze protagoniste dell'”anatema” lanciato da don Alberto Zanier, vicario parrocchiale a Resia (Udine), che in alcuni volantini distribuiti tra i fedeli della Val Resia, aveva richiamato all’ordine alcune giovani per il loro abbigliamento definito una “grave mancanza di rispetto verso il corpo della donna”, e aveva paragonato le cosce che sbucano sdalla gonne ai prosciutti.
“Non mi sento offesa per la critica – prosegue la giovane, che prima di avere affidato al quotidiano locale le sue parole aveva pubblicato un post su Facebook in cui si sfogava – anche se, nella foto, non vedo queste cosce scandalose tanto chiacchierate. Mi sono offesa perché sono stata incolpata di essere donna. Sono stata umiliata insieme alle mie compagne, alle loro mamme e alla mia mamma di fronte a tutta la comunità. Perché se gli uomini si eccitano, se commettono violenze o addirittura omicidi è colpa nostra e delle nostre gambe”.

fonti:

https://www.globalist.it/life/2019/01/08/il-parroco-scomunica-le-minigonne-si-esibiscono-le-cosce-come-prosciutti-2035802.html

https://www.globalist.it/news/2019/01/08/quando-certa-chiesa-paragona-la-violenza-sulle-donne-al-sacrosanto-diritto-di-indossare-una-minigonna-2035820.html

https://www.globalist.it/news/2019/01/09/la-ragazza-al-parroco-anti-minigonna-sono-offesa-se-un-uomo-uccide-e-sempre-colpa-nostra-2035867.html