Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

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Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

Ecco le trappole fiscali del Governo uscente: 27 tasse occulte e stangata da 60 miliardi!

Unimpresa: “Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso”

Altre tasse in arrivo: nei prossimi tre anni è prevista una stangata fiscale superiore ai 60 miliardi di euro. Oltre 30 miliardi in più di tasse corrispondono all’aggravio Iva che farà salire il balzello sui consumi fino al 25% nel 2019-2020. E altri 30 miliardi saranno prelevati dalle tasche dei contribuenti grazie a una lunga lista di misure contenute nella legge di bilancio. Si tratta di trappole fiscali che faranno lievitare il gettito dello Stato: nella manovra sono contenute ben 27 voci, in qualche modo nascoste o comunque poco note, che portano complessivamente a far lievitare le entrate nelle casse dello Stato per complessivi 29,6 miliardi nel triennio 2018-2020. In totale, dunque, i contribuenti italiani, imprese e famiglie, dovranno pagare all’erario 60 miliardi in più.

E’ questo, secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, il conto finale della legge di bilancio approvata dal Parlamento. Il provvedimento sui conti pubblici stabilisce il rinvio dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 2019 ed evita, così, un incremento del carico fiscale a carico di famiglie e imprese, per il 2018, pari a 15,7 miliardi.

Ma si tratta di mancati aumenti tributari e non di tagli. E comunque la stretta fiscale è solo rinviata: secondo i calcoli dell’associazione, nel 2019-2020 l’aumento delle aliquote Iva (quella ordinaria dal 22 al 25% e quella agevolata dal 10 all’11,5%) comporterà complessivamente un aumento del gettito tributario superiore a 30 miliardi di euro. Nel 2019, l’incremento sarà di 11,4 miliardi e nel 2020 di 19,1 miliardi per un totale di 30,5 miliardi.

E poi, prosegue Unimpresa, ci sono le 27 trappole fiscali, grazie alle quali lo Stato incasserà 29,6 miliardi aggiuntivi, cifra che porta il totale della stangata a 60,1 miliardi. Nel dettaglio, per quanto riguarda le trappole, nel 2018 il gettito tributario complessivo salirà di 11,7 miliardi, nel 2019 crescerà di 9,5 miliardi e nel 2020 aumenterà di 8,3 miliardi.

Dalle misure sulla fatturazione elettronica derivano aumenti delle entrate per 202,2 milioni, 1,6 miliardi e 2,3 miliardi per un totale di 4,2 miliardi nel triennio. La stretta sulle frodi nel commercio degli oli minerali “vale” 272,3 milioni, 434,3 milioni e 387 milioni per complessivi 1,09 miliardi. La riduzione della soglia dei pagamenti della pubblica amministrazione a 5.000 euro frutta all’erario 145 milioni, 175 milioni e 175 milioni per complessivi 495 milioni.

Dai nuovi limiti alla compensazione automatica dei versamenti fiscali derivano 239 milioni l’anno per tutto il triennio, con un totale di 717 milioni. L’aumento dal 40 al 55% (per il 2018 e per il 2019) e al 70% (dal 2020) degli anticipi delle imposte sulle assicurazioni porteranno più entrate pari a 480 milioni nel 2018 e nel 2020 per 960 milioni complessivi. Il ridimensionamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale vale 377,9 milioni per il 2018, 377,9 milioni per il 2019 e 507,9 milioni per il 2020 per un totale di 1,2 miliardi. Le nuove disposizioni in materi di giochi valgono in totale 421,2 milioni (rispettivamente 120 milioni 150,6 milioni e 150,6 milioni).

Sono sei, in tutto, le voci che riguardano le detrazioni per spese relative alla ristrutturazione edilizia o alla riqualificazione energetica: un “pacchetto” che porta a un incremento di gettito, rispettivamente, per 145,3 milioni, 703,7 milioni e 4,3 milioni per un totale di 853,3 milioni. I cosiddetti “effetti riflessi” derivanti dai rinnovi contrattuali e dalle nuove assunzioni portano a maggiori entrate per 1,02 miliardi, 1,08 miliardi e 1,1 miliardi per complessivi 3,2 miliardi.

Il differimento al 2018 dell’entrate in vigore della nuova Iri (imposta sui redditi) “vale” 5,3 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 23,2 miliardi nel 2020 per un totale di 6,8 miliardi in più di tasse. Altri 4,04 miliardi complessivi, nel triennio in esame, sono legati all’imposta sostitutiva sui redditi da partecipazione delle persone fisiche: 1,2 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020. Vi sono, poi, altre 11 voci, piccole misure e interventi vari, che comportano 5,4 miliardi aggiuntivi di entrate nel triennio: 2,1 miliardi nel 2018, 1,8 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020.

“Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso, ma la manovra va bocciata per sei motivi”, commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

La manovra, dice il vicepresidente di Unimpresa, “non contiene misure importanti per tagliare le tasse alle imprese, anzi allontana la nuova Iri che potrebbe progressivamente portare a una aliquota unica per le imprese; rimanda il problema della clausole di salvaguardia dell’Iva al 2019, creando ancora una volta incertezza sul prelievo tributario relativo ai consumi, con un aggravio di quasi 20 miliardi di euro che incombe; non interviene sul costo del lavoro, lasciando intatto il cuneo fiscale e il peso dei contributi a carico delle aziende, che ormai non assumono più a tempo indeterminato, ma sono di fatto costrette a creare solo posti a tempo determinato e quindi un esercito di nuovi precari”.

E, ancora, prosegue Pucci, la manovra “ignora le esigenze delle famiglie, alle prese con enormi difficoltà soprattutto a causa dell’occupazione in calo e dei redditi in discesa; dimentica la questione del debito pubblico, che continua a rappresentare la principale zavorra per la ripresa economica; non rilancia gli investimenti dello Stato, indispensabili per favorire la crescita del prodotto interno lordo dopo una lunga fase di recessione”.

 

fonte: http://www.ilpopulista.it/news/30-Dicembre-2017/21941/ecco-le-trappole-fiscali-del-governo-uscente-27-tasse-occulte-e-stangata-da-60-miliardi.html

Sacchetti ortofrutta – Ancora Fake News del Pd a firma di Alessia Morani: “Se costa oltre 2 cent è illegale” e…

 

Fake News

 

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Sacchetti ortofrutta – Ancora Fake News del Pd a firma di Alessia Morani: “Se costa oltre 2 cent è illegale” e…

Sui sacchetti biodegradabili dell’ortofrutta a pagamento dal 1 gennaio stanno girando parecchie bufale e goffi tentativi di aggiramento della legge. Sembrerebbe impensabile, ma quella più incredibile arriva proprio dal partito di maggioranza, cioè gli stessi che hanno approvato la legge: il Pd.

L’infografica

Sulla pagina Facebook ufficiale dei democratici, infatti, è comparsa un’infografica, curata dalla deputata Alessia Morani, elaborata a titolo di chiarimento. Tra le informazioni fornite, l’ultima, è palesemente falsa. Il testo, infatti, recita: “In caso vi sia chiesto un contributo superiore ai 2 centesimi per sacchetto, sappiate che è ILLEGALE.Dovete denunciarlo alle istituzioni o alle associazioni dei consumatori”.

Ma la norma non ne parla

Ma la normativa, la legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017 pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 12 agosto, non fa menzione da nessuna parte a una soglia massima di prezzo. Una bufala appunto. Strano che la vice-capogruppo del Pd alla Camera, la forza politica che tira le fila del Governo, si sia dedicata a un approfondimento di chiarimento, senza conoscere adeguatamente la legge.

L’altra gaffe in un commento

Come dimostra anche la risposta della stessa deputata Morani a un commento di critica sulla sua bacheca: “Basta portarsi dietro i sacchetti comprati anche il giorno dopo”, per evitare di pagarli di nuovo. Ma anche questo è falso. La legge vieta di utilizzare sacchetti portati da casa per motivi igienici. Com’è prevedibile, altre polemiche si abbatteranno sui dem, come quella legata alle voci che vorrebbero la legge approvata per favorire Katia Bastioli, ad di Novamont (produttrice di biosacchetti) e vicina a Renzi. Ma al di là dei sospetti, la legge andava approvata, come richiesto da una direttiva europea.

 

tratto da Il Salvagente

https://ilsalvagente.it/2018/01/03/sacchetti-la-bufala-del-pd-se-costa-oltre-2-cent-e-illegale/29936/

Renzi: “Non lasceremo il Paese a chi vive di rancore e rabbia”. Chissà se si riferiva ai risparmiatori truffati da Banca Etruria, o ai nuovi precari del Jobs Act oppure ai terremotati presi in giro.

 

Renzi

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Renzi: “Non lasceremo il Paese a chi vive di rancore e rabbia”. Chissà se si riferiva ai risparmiatori truffati da Banca Etruria, o ai nuovi precari del Jobs Act oppure ai terremotati presi in giro.

 

A chi si riferiva il nostro Matteo Renzi?

Chi nel Paese vive di rancore e rabbia?

Forse i risparmiatori truffati da Banca Etruria?

Forse la marea di nuovi precari del Jobs Act?

Forse i terremotati che hanno continuato a prendere in giro nella più vergognosa delle maniere?

O forse quelli che sono preoccupati per la salute, ma devono attendere 13 mesi per una mammografia,  o un anno per una colonscopia, una visita oncologica o neurologica? Il tutto mentre la Lorenzin fa regali alle lobby dei vaccini e taglia la sanità pubblica?

O forse ancora i lavoratori che dovranno attendere i 67 anni per andare in pensione? Peraltro presi in giro dall’Ape social, dall’Ape volontaria e fetenzie del genere?

O forse gli italioti che un giorno no ed uno si festeggiano il Record di Debito Pubblico?

Ma forse vivono di rancore e rabbia quei poveri fessi che fanno salti mortali per mettere il piatto a tavola, ma sono costretti a vedere in Tv i faccioni sorridenti di Renzi e Gentiloni che dicono che tutto va bene e c’è la ripresa?

O forse solamente chi non ama le “fritture di pesce”?

O magari solamente l’italiano medio che sentendo dire da un politico “se perdo mi ritiro dalla politica”, poi, ingenuamente, si aspetta – dopo la sconfitta – di non averlo più tra i coglioni…!

Matteo Renzi, per favore, dacci chiarimenti…

 

By Eles

 

 

 

De Luca contro 5 stelle – Tutti gli argomenti politici che può esporre si riducono ad un albero di Natale e il dito medio alla consigliera M5s …Mi raccomando, se sei come loro votali tranquillamente…

 

De Luca

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De Luca contro 5 stelle – Tutti gli argomenti politici che può esporre si riducono ad un albero di Natale e il dito medio alla consigliera M5s …Mi raccomando, se sei come loro votali tranquillamente…

 

De Luca ai 5 stelle: “Incapaci di innaffiare un albero di Natale”. E mostra il dito medio alla consigliera Ciarambino

Tutta la classe politica del Pd in un gesto…

Tutta la loro politica in una frase: “Incapaci di innaffiare un albero di Natale”…

Credo sia chiaro che se il Pd può essere attaccato su conflitti di interessi, arresti, indagati, delinquenti, bugiardi, incapacità di portare a termine riforme, distribuzione di fritture di pesce eccetera, mentre il massimo che riescono ad imputare ai 5stelle è la morte di un albero di Natale…

Guardate la foto di De Luca… Se sei come loro, votali tranquillamente…!

 

by Eles

Ecco la ripresa di Padoan, Renzi & C. – Call center: paga di 33 centesimi l’ora. Fanno circa 92 Euro al mese. Ma se vai al bagno ci sono tagli.

 

Call center

 

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Ecco la ripresa di Padoan, Renzi & C. – Call center: paga di 33 centesimi l’ora. Fanno circa 92 Euro al mese. Ma se vai al bagno ci sono tagli.

 

Call center: Slc, 33 centesimi l’ora, tagli a chi va al bagno

Denuncia alla Procura di Taranto dopo stipendio mensile di 92 euro

Un bonifico di 92 euro per un mese di lavoro e tagli alla retribuzione in caso di assenza anche di soli tre minuti dalla postazione per andare alla toilette. Con la conseguenze che i compensi scendevano anche a 33 centesimi l’ora. E’ quanto denuncia la Slc Cgil di Taranto, che ha scoperto e denunciato un call center che avrebbe sfruttato le lavoratrici. Sette di queste si sono rivolte al sindacato, al quale hanno raccontato la propria storia. Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Taranto.

fonte: http://www.ansa.it/puglia/notizie/2017/12/19/call-center-slcpaga-da-033-euro-lora_6feabec1-9720-4166-8202-7e613bfda26d.html

Il PD querela l’anziana signora, truffata di tutti i suoi risparmi, che aveva osato contestare Renzi. Invece De Bortoli ancora aspetta …Ma a me questa gente non fa proprio schifo. Mi fa schifo chi ancora li intende votare!

 

Renzi

 

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Il PD querela l’anziana signora, truffata di tutti i suoi risparmi, che aveva osato contestare Renzi. Invece De Bortoli ancora aspetta …Ma a me questa gente non fa proprio schifo. Mi fa schifo chi ancora li intende votare!

Vigliacchi – querelano l’anziana signora, truffata di tutti i suoi risparmi, che aveva osato chiamarli ladri. Invece De Bortoli ancora aspetta…

Il PD querela l’anziana signora, truffata di tutti i suoi risparmi, che aveva osato contestare Renzi. Invece De Bortoli ancora aspetta …Ma a me questa gente non fa proprio schifo. Mi fa schifo chi ancora li intende votare!

Banche, il Pd querela l’anziana che contestò Renzi alla festa dell’Unità di Bologna. Giusto per completare l’album delle figure di merda. De Bortoli, invece sta ancora aspettando.

Avete presente quegli esseri viscidi e meschini che quando trovano uno più piccolo di loro fanno i prepotenti, ma quando ne trovano uno più grosso si cagano sotto e fanno gli occhioni languidi? Ecco, così!

Alla vecchina “Voi avete rubato lo dice a sua sorella” si può dire. A De Bortoli mica hanno però detto “ipocrita, bugiardo con conflitto di interesse lo dici a tua sorella”…

E la gente se ne sta accorgendo. Renzi, Boschi & C. avevano ereditato da Bersani un partito al 40%. Oggi sono al 21%, ma è in piena caduta libera…

By Eles

 

Un solo dato per capire chi è il “grande” Matteo Renzi: ha ereditato da Bersani un partito al 40%. Ora è al 24,1%… E non finisce qui…!

Matteo Renzi

 

 

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Un solo dato per capire chi è il “grande” Matteo Renzi: ha ereditato da Bersani un partito al 40%. Ora è al 24,1%… E non finisce qui…!

 

Il Pd continua a perdere consensi: si ferma al 24,1%, il peggior dato dell’anno

Il Partito Democratico continua a calare nei sondaggi e tocca quota 24,1%, il peggior dato dell’anno. Secondo Youtrend, sulle intenzioni di voto pesano non solo la crescita di Liberi e Uguali e il calo di Ap, ma anche la strategia costantemente sulla difensiva adottata dal Pd in relazione al caso Boschi.

Ma com’è che nessuno lo dice? Com’è che nessuno se ne accorge?

Basta un dato per sancire l’ineluttabile tragico fallimento di Renzi: Bersani gli ha lasciato un Partito Democratico al 40% (un 40% che più volte Renzi ha spacciato per “suo”. No, non era suo, era di Bersani).

Con lui a Capo il 40% ereditato si è sgretolato fono ad arrivare al 24% odierno.

Ma non finosce qui…

Ormai siamo in caduta libera…

By Eles

In Italia più poveri che in Romania – Ecco il grande risultato di 20 anni di alternanza Berlusconi-Pd… Però gli incapaci (dicono loro in coro) sono i grillini…!

 

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In Italia più poveri che in Romania – Ecco il grande risultato di 20 anni di alternanza Berlusconi-Pd… Però gli incapaci (dicono loro in coro) sono i grillini…!

IN ITALIA PIU’ POVERI CHE IN ROMANIA (GRAZIE, SINISTRI AL GOVERNO)

Di  Federico Conti

L’Italia è il Paese che ha più poveri in Europa e rappresentano il 20% degli 80 milioni di quelli residenti nell’Unione Europea.

I dati Eurostat diffusi oggi e relativi al 2016 indicano il tasso di privazioni sociali che vedono l’Italia undicesima in questa graduatoria e segnalano la presenza di 10 milioni di persone che, da definizione , non si possono permettere almeno cinque cose necessarie per una vita dignitosa, come un pasto proteico ogni due giorni, abiti decorosi, due paia di scarpe, una settimana di vacanze all’anno e una connessione a internet.

La Penisola è undicesima tra i 28 Stati membri con un 17,2% di indigenti sul totale. Nemmeno i francesi se la passano bene, contando circa 8,4 milioni. Il poco invidiabile primato non stupisce se si pensa che, stando ai dati Istat, negli ultimi dieci anni i “poveri assoluti” – chi non è in grado di acquistare nemmeno beni e servizi essenziali – sono triplicati. Nel 2006 erano 1,66 milioni, l’anno scorso l’istituto di statistica ne ha contati 4,7 milioni. Tra cui 1,3 milioni di bambini.

Letti in quest’altro modo i numeri mostrano un’altra Europa, con l’Italia, sempre pronta a rivendicare la sua grandezze economica, a fare più fatica di tutti. Gli italiani soffrono anche più dei romeni (9,8 milioni) che pure in termini percentuali si trovano davanti a tutti quanto a privazioni.

di Federico Conti

da Oltre la Linea.

tramite: http://www.stopeuro.news/in-italia-piu-poveri-che-in-romania-grazie-sinistri-al-governo/

Travaglio vs Boschi: “Ha mentito – in un Paese serio la sua carriera politica finirebbe oggi!” …Ma a Travaglio sfugge un piccolo dettaglio: NON SIAMO IN UN PAESE SERIO…!

 

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Travaglio vs Boschi: “Ha mentito – in un Paese serio la sua carriera politica finirebbe oggi!” …Ma a Travaglio sfugge un piccolo dettaglio: NON SIAMO IN UN PAESE SERIO…!

Boschi vs Travaglio: “Lei mi odia”. “Ha mentito e in un Paese serio la sua carriera politica finirebbe oggi”

Polemica rovente a Otto e Mezzo (La7) tra la sottosegretaria Maria Elena Boschi e il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in merito alla vicenda della Banca Etruria. Boschi accusa: “Il dottor Travaglio non contesta nel merito quello che faccio e non faccio per la mia attività politica, che a lui non piace. E’ noto, lo scrive sul suo giornale ogni due giorni e lo ha detto anche qui, dove spesso è ospite. Non può trasformare l’odio verso di me in una battaglia politica. Lui mi odia? Va bene, ma cerchi almeno di rispettare la verità dei fatti”. Gruber chiede a Travaglio se vuole chiarire i suoi “sentimenti” di antipatia, come ha denunciato Boschi. Travaglio ride e puntualizza: “Dei miei sentimenti non frega nulla a nessuno. Io faccio il giornalista, critico i politici quando penso che facciano male, li elogio quando penso che facciano bene. Era Berlusconi ad aver introdotto le categorie dell’amore e dell’odio in politica. A me dei politici non importa niente né in un senso, né nell’altro. Li giudico per quello che fanno”. Travaglio poi elenca i motivi per cui l’ex ministro Boschi ha mentito. E chiosa: “La Boschi sulla vicenda Etruria non avrebbe dovuto mettere becco. In un Paese serio la sua carriera politica finirebbe oggi

 

fonte: Il Fatto Quotidiano

Altro che aumento dell’aspettativa di vita: in miseria, senza sanità e schiacciati dal lavoro schiavista, gli italiani muoiono sempre più. Renzi e i suoi complici ci stanno uccidendo!

 

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Altro che aumento dell’aspettativa di vita: in miseria, senza sanità e schiacciati dal lavoro schiavista, gli italiani muoiono sempre più. Renzi e i suoi complici ci stanno uccidendo!

 

Analisi. Picco di decessi nel 2017, sfida per il welfare e la società.
Sotto accusa i sistemi sanitario e di welfare, incapaci di garantire adeguata assistenza.

A fine 2015 si è attirata l’attenzione, proprio da queste colonne (Avvenire 11 dicembre 2015), sul sorprendente incremento del numero di morti che andava concretizzandosi nel corso dell’anno, fornendo anticipazioni su una realtà allarmante che avrebbe poi trovato conferma ufficiale nel bilancio demografico diffuso dall’Istat all’inizio del 2016. ‘Attenti ai morti’, titolava il fondo di allora, e chiudeva invitando a una riflessione sulle cause dell’inatteso picco di mortalità sia la comunità scientifica, sia il mondo della politica, della pubblica amministrazione e del welfare. «Diamo ascolto a questo rialzo, accogliendolo come evento straordinario» – si scriveva allora – «perché vorremmo tanto che restasse tale».

A distanza di due anni, e alla luce dei nuovi dati che vanno emergendo, non ci sembra tuttavia di poter affermare che quel nostro auspicio abbia avuto realmente seguito. Dopo aver assistito a un 2016 caratterizzato da un confortante ribasso del numero dei decessi, ma semplicemente per via di quello che gli esperti definiscono un ‘rimbalzo tecnico’ – dopo una stagione in cui cadono in abbondanza le foglie più secche, l’albero ne ha meno da perdere nella stagione successiva – ecco che il rialzo della mortalità si ripresenta puntualmente. Dalle statistiche dei morti nei primi sette mesi del 2017 (secondo quanto già disponibile da fonte Istat) prende corpo la convinzione che l’anno che sta per concludersi ci chiederà ragione del non aver sufficientemente affrontato quei segnali di debolezza, già evidenti due anni fa, relativi a un sistema sanitario che tende sempre più a far pagare il prezzo della sfida sulla sostenibilità dei costi soprattutto a chi è più fragile, economicamente e sul fronte delle reti sociali e familiari.

Tra gennaio e luglio del corrente anno le statistiche segnalano 389.133 decessi, un valore che supera di 28.174 unità quanto registrato nei primi sette mesi del 2016. Su base annua, qualora l’aumento sin qui osservato (+8%) dovesse trovare conferma nel bilancio demografico finale, in tutto il 2017 si conterebbero 663.284 morti, con un incremento di ben 48 mila casi rispetto allo scorso anno e circa 16 mila in più rispetto al dato del 2015, a suo tempo indicato come il valore più alto mai riscontrato dal secondo dopoguerra. Tra l’altro, si tratta di un livello di mortalità che, combinandosi con l’ulteriore verosimile caduta del numero di nati (stimati in circa 4 mila in meno rispetto al record di minimo dello scorso anno), porterebbe l’Italia ad avere nel 2017 un saldo naturale negativo – più morti che nati – che giunge a sfiorare la soglia simbolica delle 200 mila unità.

È ben vero che nel determinare la crescita dei decessi gioca un ruolo importante il continuo invecchiamento demografico, tuttavia valutando nel 2017 l’ipotetico aumento del numero di morti dovuto al solo cambiamento nella struttura per sesso ed età della popolazione si arriva a spiegarne poco meno della metà (circa 21 mila casi). Che dire degli altri 27 mila in più? D’altra parte, se è indubbio che negli ultimi anni si è assistito a un generale miglioramento dello stato di salute della popolazione italiana – con un aumento dell’aspettativa di vita, una minor incidenza della morbosità e un impatto positivo sulla qualità degli anni vissuti – è anche vero che non tutti i cittadini hanno beneficiato e beneficiano tuttora allo stesso modo di questi progressi. Continuano infatti a persistere importanti differenze in termini di salute e di mortalità entro i diversi gruppi sociali. Mentre chi dispone di buone condizioni economiche, possiede un elevato livello di istruzione, risiede in aree non deprivate si caratterizza per un profilo generalmente più sano e vede ridursi, anche nelle età più avanzate, il rischio di morte, sul fronte opposto si collocano milioni di soggetti che vivono in condizioni di fragilità. Una fragilità che va spesso formandosi e accentuandosi col progredire dell’età e che, se non adeguatamente contrastata, finisce col risultare letale.

In ultima analisi, si ha l’impressione che i 27 mila morti in più – quelli non giustificabili con l’invecchiamento della popolazione – contabilizzati nel corso del 2017, siano la logica conseguenza di un atteggiamento e di una cultura (anche politica) distratta dall’illusione che sul piano sanitario tutto possa andare sempre e comunque nel segno del progresso. Ma il picco di mortalità del 2015 non è stato un fatto episodico. È stato solo un primo segnale, inascoltato, del nuovo corso di una sanità alle prese con la crescente difficoltà nel sostenere, purtroppo con risorse limitate, una popolazione sempre più anziana, entro cui i soggetti fragili si riformano instancabilmente. I dati statistici del 2017 confermano l’avvio di una sfida impegnativa e dall’esito incerto. Una sfida che potremo vincere solo chiamando all’appello il contributo di tutte le componenti della nostra società e solo se sapremo dare priorità e valore al principio e agli attori della solidarietà.

tratto da: https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/un-nuovo-record-di-morti-lallarme-va-preso-sul-serio