Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

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Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

Quella casta del 20% degli italiani che tiene sotto scacco il Paese

 

Dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi, questi governano l’Italia contro gli italiani, per conto della UE. Oggi avranno, sì e no, il 20% dei voti. Ma controllano ancora tutto. Mattarella, ‘capo’ indiscusso della vecchia politica, è stato abilissimo. Ha già guadagnato tre mesi. E altri due mesi  se li prenderà ‘annacandosi’ Carlo Cottarelli. Ad agosto rinvierà tutto ad ottobre. Poi ci sarà l’emergenza IVA e diranno che si voterà a febbraio. Intanto il PD continua a controllare il Governo e, soprattutto, la RAI. Alla faccia della democrazia!  

Facciamo quattro conti. Chi è che, oggi, in Italia, difende le ragioni di un’Unione Europea dell’euro fatta di ingiustizie e di ricatti? Chi è che sta difendendo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha bloccato un Governo voluto dalla maggioranza degli italiani? Proviamo a contare chi sono questi soggetti e chi rappresentano.

In primo luogo, c’è tutta la vecchia politica. E per vecchia politica intendiamo la rappresentanza parlamentare che si identifica nel PD e in Forza Italia di Silvio Berlusconi.

La buona notizia che la ‘Grande informazione’ finora non ha valorizzato è la frantumazione del centrodestra.

Anche se il leader della Lega non ha ancora preso posizione sulla richiesta di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Mattarella, va ormai da sé che non la pensa come Berlusconi.

Il capo di Forza Italia difende a spada tratta Mattarella, Salvini, ovviamente, no. E con Salvini e con il Movimento 5 Stelle si è schierata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Riassumendo, gli unici che difendono Mattarella e l’Unione Europea dell’euro sono il PD e Forza Italia. Non si hanno ancora notizie della sinistra a sinistra del PD (per ora ai minimi termini). Mentre buona parte dei ‘cascami’ della vecchia Democrazia Cristiana, per quello che contano oggi (molto poco, in verità), sembrano schierati con il presidente della Repubblica che, alla fine, è un democristiano come loro.

Quasi tutte le TV sono schierate non con Mattarella, ma contro il Movimento 5 Stelle e contro la Lega. Fa eccezione La 7, con Enrico Mentana che si conferma un grande giornalista e un uomo libero.

Lo stesso discorso vale per i ‘Grandi giornali’ (che in realtà si leggono sempre di meno), con qualche eccezione.

Con Mattarella si stanno schierando i vertici della Chiesa cattolica: e questo rientra nello ‘stile’ di un Pontefice ‘gesuita’ – Papa Francesco – che, a parole, si presenta come paladino degli ultimi, ma che, in realtà, sulle cose che contano, scantona, fa demagogia o si rifugia nell’ambiguità.

E il sindacato? Qui il discorso si complica, anche perché la Triplice ha perso ormai molto terreno in quasi tutti i settori della società italiana.

Di fatto, l’unica a resistere è la CGIL: ma resiste in parte perché ha contrastato – anche senza arrivare alle estreme conseguenze – il PD di Renzi, in parte perché, tra tutte le organizzazioni sindacali classiche, è la più libera.

Non a caso, come ha spiegato Maurizio Landini, ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della stessa CGIL, tantissimi iscritti a questo sindacato oggi votano Movimento 5 Stelle o Lega (COME POTETE LEGGERE QUI).

Diverso è il discorso per la CISL, espressione del centrosinistra, organizzazione sindacale ormai sulla via del tramonto. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma conoscendo di che pasta sono fatti i signori dell’attuale CISL, ebbene, non potranno che difendere Mattarella.

La UIL non è pervenuta, ma ormai è ininfluente. Ciò che rimane di questa organizzazione sindacale sembra comunque espressione della vecchia politica.

Con Mattarella – ma forse, almeno in parte, con qualche dubbio sull’Europa dell’euro – dovrebbe essere schierato il padronato (che dal partito di Mattarella – il PD di Renzi – ha avuto in ‘dono’ il Jobs Act e, in generale, gli attacchi ai diritti dei lavoratori).

Più variegato il mondo delle rappresentanze imprenditoriali di settore. I vertici sono, di solito, governativi, mentre gli iscritti, oggi, sono più liberi.

Anche sul mondo agricolo le generalizzazioni sono rischiose. Forse solo i vertici della Coldiretti  – legati al PD renziano – dovrebbero appoggiare Mattarella.

Se proviamo a contarli, mettendoli tutti assieme – i ‘capi’ del PD e di Forza Italia, il padronato, le TV, la maggioranza degli editori della carta stampata, i vertici della Chiesa (la base del mondo cattolico – cioè le parrocchie – oggi sono libere e, spesso, fanno solo finta di seguire le indicazioni dei Vescovi) ‘pezzi’ del sindacato tradizionale e, in generale, tutto l’armamentario che ruota attorno alla vecchia politica, questi non arrivano nemmeno al 10%.

Però, se guardate le TV e leggete ancora i giornali cartacei, vi accorgerete che la stragrande maggioranza dei protagonisti di questo tipo di informazione è schierata con la vecchia politica.

Se vi volete fare un’idea di cosa sia la carta stampata oggi dovete ascoltare, la mattina, la rassegna stampa di Radio RadicaleStampa e regime: vi accorgerete che, tranne pochissime eccezioni, quasi tutti i giornali sono contro il Movimento 5 Stelle e la Lega: e il primo a fare le ‘bucce’, ogni mattina, a chi contrasta la vecchia politica è proprio Radio Radicale.

E’ in questo scenario che si staglia la natura affaristica di quello che rimane della sinistra italiana che, piaccia o no, controlla ancora l’Italia. E continuerà a controllarla non sappiamo per quanti mesi ancora grazie alle mosse del presidente Mattarella.

Per fermare il Governo Di Maio-Salvini il presidente della Repubblica Mattarella ha operato una forzatura senza precedenti nella storia della Repubblica italiana (COME POTETE LEGGERE QUI).

Il capo dello Stato – questo dobbiamo riconoscerlo – è stato abilissimo. Ha giocato in modo cinico sulla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia. E ha vinto la partita.

I ‘Giornaloni’ e le Tv oggi vi raccontano che Salvini e Di Maio avrebbero potuto accettare di sostituire Savona e bla bla bla.

Dimenticando un piccolo particolare: e cioè che grillini e legisti prendono i voti da un elettorato che non si vende (come avviene regolarmente in Sicilia – ma crediamo non solo in Sicilia) per 50 euro a voto, o con la promessa di entrare nel precariato o, ancora, con la promessa di stabilizzazioni, con la gestione dei centri di accoglienza dei migranti e con altre forme di degenerazioni clientelari.

Gli elettori di grillini e leghisti sono molto politicizzati e vogliono, in primo luogo, eliminare la vecchia politica, rivedere la politica dei migranti e aprire uno scontro con l’Europa dell’euro. 

In altre parole, se Movimento 5 Stelle e Lega avessero accettato di sostituire Savona, dandola vinta a Mattarella, al PD e all’Unione Europea, Di Maio e Salvini avrebbero perso la faccia con tutti i propri elettori.

Di Maio e Salvini non potevano accettare di essere umiliati e di passare per i servi sciocchi dell’Unione Europea dell’euro. Sono stati costretti a dire no alla forzatura del presidente della Repubblica. Tra le comode poltrone e il proprio elettorato, ebbene, hanno optato per il secondo. 

Ma hanno pagato un prezzo alto: almeno per ora non sono riusciti a controllare il Governo dell’Italia.

Il presidente della Repubblica, esponente della vecchia politica (non dimentichiamo che è al Quirinale grazie al PD di Renzi) ha inanellato una vittoria che – al pari della frantumazione del centrodestra – chissà perché, non viene messa in evidenza.

Tutto ruota attorno all’informazione televisiva e al grande affare dei migranti.

Oggi l’informazione passa dalla rete e dalle TV.

La rete è libera è lì Movimento 5 Stelle e Lega hanno lo stesso spazio e le stesse possibilità della vecchia politica.

La rete è libera e grillini e leghisti sono vincenti, perché riescono a raccontare l’Italia per quello che è: un Paese in grande crisi, ormai alla frutta, con agricoltura e mercato agro-alimentare distrutti da una concorrenza sleale fatta in buona parte di prodotti di qualità pessima che arrivano dall’universo mondo.

Con 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti.

Un Paese dove – nonostante lo scandalo di ‘Mafia Capitale’ – continua lo scandalo dei gestori dei centri di accoglienza che lucrano miliardi di euro ogni anno facendo pagare il conto ai cittadini italiani con le tasse.

Ricordatevi che uno dei punti cardine del centrosinistra è la politica sui migranti, oltre 10 miliardi di affari ogni anno, al 90% e forse più a carico delle tasse pagate dagli italiani. Soldi ‘mansi’, erogati dal Ministero dell’Interno direttamente ai gestori dei centri. Una pacchia.

Le dichiarazioni dei dirigenti del PD, in questi tribolati giorni, sono state tutte uguali: “Sui migranti indietro non si torna”.

E, dal loro punto di vista, hanno ragione: se togliete lo ‘sgobbo’ sulla gestione dei migranti – che è intorno al 60% – cosa resta del centrosinistra, a parte le sceneggiate sui diritti civili utilizzate per nascondere i diritti sociali conculcati ai lavoratori?

Ma se la rete è libera, la RAI è ancora oggi ostaggio della politica. Se Mattarella avesse fatto decollare il Governo Di Maio-Salvini nei prossimi dieci giorni sarebbero successe due cose tra loro legate: il cambio ai vertici della RAI (e quindi dei TG) e, di conseguenza, un’informazione diversa sull’Europa dell’euro e sui migranti.

Avete idea di cosa succederebbe se in TV cominciassero a comparire economisti del calibro di Alberto Bagnai e dello stesso Paolo Savona, pronti a spiegare che cosa è, in realtà, l’Europa dell’euro e tutti gli imbrogli che stanno dietro la gestione truffaldina della moneta unica?

Avete idea che cosa succederebbe se la televisione cominciasse a raccontare tutti i giorni tutti gli affari che stanno dietro i centri di accoglienza?

I servizi televisivi strappa-lacrime sui bimbi nati sulle navi ‘ammanniti’ per addolcire la pillola dei continui sbarchi verrebbero sostituiti dagli approfondimenti sui milioni di euro che finiscono nelle tasche dei gestori dei centri.

Si comincerebbero a puntare i riflettori sul giro di prostituzione in danno delle donne che arrivano con le navi. E, magari, si comincerebbe a indagare anche sul mistero dei tanti minori extra comunitari che ogni anno scompaiono nel nulla.

Non solo. Gli italiani saprebbero che chi sta dietro il grande affare dei migranti non lo fa solo per lucrare su centri di accoglienza, prostituzione e altro ancora: lo fa anche per conto del grande capitale che, facendo arrivare il fiume umano di migranti in Europa, abbassa il costo del lavoro e distrugge i diritti dei lavoratori, scatenando una conflittualità sociale ‘orizzontale’, cioè tra i poveri che ci sono in Europa e gli stessi migranti.

Per il grande capitale i migranti che piombano nel vecchio Continente sono una manna dal cielo: distruggono i diritti dei lavoratori, riducono i salari, mentre gli lavoratori, invece di organizzarsi contro il padronato, se la prendono con i migranti. Meglio di così non potrebbe andare.

Attenzione: queste cose non le diciamo solo noi: le spiega il filosofo marxista e commentatore, Diego Fusaro, che gli affaristi del centrosinistra disprezzano perché, con le sue analisi marxiste e gramsciane, mostra il vero volto del PD de, in generale, di una sinistra asservita al “turbocapitalismo”.

Resta da capire, a questo punto, come un sistema che, alla fine, come già accennato, è composto da meno del 10% della popolazione continua, oggi, a governare l’Italia.

Intanto va detto che Renzi era partito bene con il 40% dei voti alle elezioni europee del 2014. Poi, tra inchini all’Europa dell’euro, migranti, banche e via continuando è sprofondato.

Attenzione: pur avendo perso le elezioni i ‘compagni’ del PD sono ancora lì. Hanno confezionato una legge elettorale – il Rosatellum – con l’obiettivo di rendere confuso il quadro politico, provare a governare con un esecutivo Renzi-Berlusconi e, in caso di sconfitta, limitarla al minimo. Il primo obiettivo è riuscito, il secondo e il terzo sono falliti.

Ma, nonostante il naufragio politico ed elettorale del suo partito – il PD – Mattarella si sta dimostrando abilissimo. Ha fatto volare via tre mesi. Ora, con l’incarico a Carlo Cottarelli, che non dovrebbe avere la maggioranza in Parlamento, proverà a far passare altri due mesi.

In questo modo gli appuntamenti internazionali verranno gestiti, di fatto, dal centrosinistra perdente. Un capolavoro!

A luglio Mattarella farà sapere che si voterà a ottobre. E intanto avrà guadagnato altri cinque mesi.

A ottobre si porrà il tema del paventato aumento dell’IVA. E la vecchia politica comincerà a ‘rutuliare’ dicendo che, prima del voto, bisognerà “mettere in sicurezza” i conti italiani.

Gira, firria e bota, come si usa dire in Sicilia, diranno che bisognerà a rimandare il voto a febbraio del prossimo anno. Poi l’Unione Europea si inventerà qualcosa e…

Insomma, dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi questi passano da un imbroglio politico all’altro. E governano. E vorrebbero continuare a governare. Così cercheranno in tutti i modi, con tutti gli imbrogli possibili e immaginabili, di non fare votare gli italiani.

Alle ultime elezioni politiche PD e Forza Italia – che erano alleati prima del voto del marzo marzo e che oggi, non a caso, difendono Mattarella – hanno intercettato, rispettivamente, il 18% e il 14%. Se si andrà alle urne sanno che gli elettori li seppelliranno.

Secondo Massimo D’Alema, andando al voto, la vecchia politica si fermerebbe al 20%: che è la percentuale stimata anche da noi.

Che succederà? Di Maio, ieri, è stato esplicito: messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. Ma già c’è chi dice: tanto se il Parlamento approva la messa in stato di accusa del presidente Mattarella poi c’è la Corte Costituzionale che…

Certo, aprire uno scontro con il capo dello Stato, dopo quello che ha combinato e che continua a combinare, è nelle cose. Ci sta, fa parte della politica, dello scontro politico.

Ma, forse, contro questa gente, la vera arma è lo scontro sociale. Debbono ribellarsi anche i cittadini, sennò questi non li schiodi.

 

 

fonte: http://www.inuovivespri.it/2018/05/28/quella-casta-del-20-degli-italiani-che-tiene-sotto-scacco-il-paese/#_

Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

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Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

Ecco le trappole fiscali del Governo uscente: 27 tasse occulte e stangata da 60 miliardi!

Unimpresa: “Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso”

Altre tasse in arrivo: nei prossimi tre anni è prevista una stangata fiscale superiore ai 60 miliardi di euro. Oltre 30 miliardi in più di tasse corrispondono all’aggravio Iva che farà salire il balzello sui consumi fino al 25% nel 2019-2020. E altri 30 miliardi saranno prelevati dalle tasche dei contribuenti grazie a una lunga lista di misure contenute nella legge di bilancio. Si tratta di trappole fiscali che faranno lievitare il gettito dello Stato: nella manovra sono contenute ben 27 voci, in qualche modo nascoste o comunque poco note, che portano complessivamente a far lievitare le entrate nelle casse dello Stato per complessivi 29,6 miliardi nel triennio 2018-2020. In totale, dunque, i contribuenti italiani, imprese e famiglie, dovranno pagare all’erario 60 miliardi in più.

E’ questo, secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, il conto finale della legge di bilancio approvata dal Parlamento. Il provvedimento sui conti pubblici stabilisce il rinvio dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 2019 ed evita, così, un incremento del carico fiscale a carico di famiglie e imprese, per il 2018, pari a 15,7 miliardi.

Ma si tratta di mancati aumenti tributari e non di tagli. E comunque la stretta fiscale è solo rinviata: secondo i calcoli dell’associazione, nel 2019-2020 l’aumento delle aliquote Iva (quella ordinaria dal 22 al 25% e quella agevolata dal 10 all’11,5%) comporterà complessivamente un aumento del gettito tributario superiore a 30 miliardi di euro. Nel 2019, l’incremento sarà di 11,4 miliardi e nel 2020 di 19,1 miliardi per un totale di 30,5 miliardi.

E poi, prosegue Unimpresa, ci sono le 27 trappole fiscali, grazie alle quali lo Stato incasserà 29,6 miliardi aggiuntivi, cifra che porta il totale della stangata a 60,1 miliardi. Nel dettaglio, per quanto riguarda le trappole, nel 2018 il gettito tributario complessivo salirà di 11,7 miliardi, nel 2019 crescerà di 9,5 miliardi e nel 2020 aumenterà di 8,3 miliardi.

Dalle misure sulla fatturazione elettronica derivano aumenti delle entrate per 202,2 milioni, 1,6 miliardi e 2,3 miliardi per un totale di 4,2 miliardi nel triennio. La stretta sulle frodi nel commercio degli oli minerali “vale” 272,3 milioni, 434,3 milioni e 387 milioni per complessivi 1,09 miliardi. La riduzione della soglia dei pagamenti della pubblica amministrazione a 5.000 euro frutta all’erario 145 milioni, 175 milioni e 175 milioni per complessivi 495 milioni.

Dai nuovi limiti alla compensazione automatica dei versamenti fiscali derivano 239 milioni l’anno per tutto il triennio, con un totale di 717 milioni. L’aumento dal 40 al 55% (per il 2018 e per il 2019) e al 70% (dal 2020) degli anticipi delle imposte sulle assicurazioni porteranno più entrate pari a 480 milioni nel 2018 e nel 2020 per 960 milioni complessivi. Il ridimensionamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale vale 377,9 milioni per il 2018, 377,9 milioni per il 2019 e 507,9 milioni per il 2020 per un totale di 1,2 miliardi. Le nuove disposizioni in materi di giochi valgono in totale 421,2 milioni (rispettivamente 120 milioni 150,6 milioni e 150,6 milioni).

Sono sei, in tutto, le voci che riguardano le detrazioni per spese relative alla ristrutturazione edilizia o alla riqualificazione energetica: un “pacchetto” che porta a un incremento di gettito, rispettivamente, per 145,3 milioni, 703,7 milioni e 4,3 milioni per un totale di 853,3 milioni. I cosiddetti “effetti riflessi” derivanti dai rinnovi contrattuali e dalle nuove assunzioni portano a maggiori entrate per 1,02 miliardi, 1,08 miliardi e 1,1 miliardi per complessivi 3,2 miliardi.

Il differimento al 2018 dell’entrate in vigore della nuova Iri (imposta sui redditi) “vale” 5,3 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 23,2 miliardi nel 2020 per un totale di 6,8 miliardi in più di tasse. Altri 4,04 miliardi complessivi, nel triennio in esame, sono legati all’imposta sostitutiva sui redditi da partecipazione delle persone fisiche: 1,2 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020. Vi sono, poi, altre 11 voci, piccole misure e interventi vari, che comportano 5,4 miliardi aggiuntivi di entrate nel triennio: 2,1 miliardi nel 2018, 1,8 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020.

“Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso, ma la manovra va bocciata per sei motivi”, commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

La manovra, dice il vicepresidente di Unimpresa, “non contiene misure importanti per tagliare le tasse alle imprese, anzi allontana la nuova Iri che potrebbe progressivamente portare a una aliquota unica per le imprese; rimanda il problema della clausole di salvaguardia dell’Iva al 2019, creando ancora una volta incertezza sul prelievo tributario relativo ai consumi, con un aggravio di quasi 20 miliardi di euro che incombe; non interviene sul costo del lavoro, lasciando intatto il cuneo fiscale e il peso dei contributi a carico delle aziende, che ormai non assumono più a tempo indeterminato, ma sono di fatto costrette a creare solo posti a tempo determinato e quindi un esercito di nuovi precari”.

E, ancora, prosegue Pucci, la manovra “ignora le esigenze delle famiglie, alle prese con enormi difficoltà soprattutto a causa dell’occupazione in calo e dei redditi in discesa; dimentica la questione del debito pubblico, che continua a rappresentare la principale zavorra per la ripresa economica; non rilancia gli investimenti dello Stato, indispensabili per favorire la crescita del prodotto interno lordo dopo una lunga fase di recessione”.

 

fonte: http://www.ilpopulista.it/news/30-Dicembre-2017/21941/ecco-le-trappole-fiscali-del-governo-uscente-27-tasse-occulte-e-stangata-da-60-miliardi.html

Padoan ha deciso: preferisce prendere 5 miliardi dalle tasche degli Italiani, aumentando l’Iva, anzichè farseli restituire da Standard & Poors che ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia. Non si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

 

Padoan

 

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Padoan ha deciso: preferisce prendere 5 miliardi dalle tasche degli Italiani, aumentando l’Iva, anzichè farseli restituire da Standard & Poors che ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia. Non si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

 

Standard & Poors ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia.

Ma il Ministero dell’Economia non si costituisce parte civile al processo!

Mica si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

Tanto poi i soldi che ci hanno fregato usciranno dalle tasche degli Italiani!

 

I miliardi di Standard & Poors

di Carla Ruocco

È passato un mese da quando a Trani in solitudine il Pubblico Ministero Michele Ruggiero ha ricevuto la sentenza che Standard & Poors nel declassare l’Italia ha fatto una sciocchezza, ma non l’ha fatto apposta. Quindi non è un’assoluzione perché il fatto non sussiste; il fatto c’è. Standard & Poors ha arrecato danno alla Repubblica Italiana. E allora ci si chiede come mai il Ministero dell’Economia finora assente dal Processo non abbia deciso di costituirsi parte civile e chiedere i danni. Il dubbio è legittimo e quindi abbiamo deciso di chiedere un chiarimento a Padoan. La risposta è che si aspettano le motivazioni. Siamo al tragicomico. Il Ministro è diventato quindi giudice; per decidere se costituirsi o meno vuole ben valutare se vincerà la causa. Peccato che questo lo dovrà decidere il giudice civile. E anzi a ben vedere se il Ministro non si costituisce parte civile, dato che nessun giudice quindi potrà pronunciarsi, sarà passibile di danno erariale di fronte alla Corte dei Conti. Infatti questa sua omissione sta levando una grande opportunità per gli italiani: quella di evitare l’aumento dell’IVA o di altri balzelli che il Governo si dovrà inventare per far fronte all’austerità richiesta da Bruxelles.

Una manovra correttiva di circa 5 miliardi con aumento dell’Iva dal 22 al 25 piuttosto che chiedere i soldi ai responsabili. Standard & Poor’s, infatti, se condannata, dovrà liquidare danni di svariati miliardi di euro allo Stato italiano. Non procedere quindi da parte del Governo non solo vede una confusione di ruoli da parte del Ministero con l’Autorità Giudiziaria ma soprattutto vede il Governo ancora una volta preferire i poteri forti della Finanza agli interessi dei cittadini.

Caro Ministro, caro Presidente del Consiglio non consentiremo che questa “ardua sentenza” vada ai posteri. Come prima cosa suggeriamo per punti cosa lei , prof. Padoan dovrebbe fare:
1. Convochi una riunione con il ragioniere generale Franco, il direttore generale La Via e il Direttore del Debito Pubblico Cannata e si faccia calcolare puntualmente quanto è costato in termini di costo di servizio del debito pubblico e di derivati il declassamento di Standard & Poor’s fino a oggi
2. Convochi quindi il capo di Gabinetto Garofoli e predisponga la costituzione di parte civile presso il Tribunale di Trani utilizzando le stime di cui al punto precedente
3. Attenda serenamente e per il bene del Paese la decisione del giudice civile.

Buon lavoro Signor Ministro e in campana che non aspetteremo i posteri. Vuole leggere le motivazioni? Intanto le suggeriamo di leggere la requisitoria del magistrato Ruggiero e di indignarsi come è capitato a me.

 

fonte: http://www.beppegrillo.it/2017/05/i_miliardi_di_standard_poors.html

Renzi: “Non c’è nessun aumento dell’Iva, ma un bel tesoretto” …E infatti dopo 10 giorni il Governo vara la manovrina aumentando l’Iva! Insomma ancora una volta ci ha preso per il culo. E ci sono ancora idioti che gli darebbero il voto!

 

aumento dell’Iva

 

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Renzi: “Non c’è nessun aumento dell’Iva, ma un bel tesoretto” …E infatti dopo 10 giorni il Governo vara la manovrina aumentando l’Iva! Insomma ancora una volta ci ha preso per il culo. E ci sono ancora idioti che gli darebbero il voto!

 

Da Il Corriere della Sera:

Renzi: «Non c’è nessun aumento dell’Iva, ma un bel tesoretto»

Dopo il Documento di programmazione economica e finanziaria, che punta a trovare quei 20 miliardi per scongiurare l’aumento dell’Iva, Renzi esulta:« Il Pd non è più il partito delle tasse» e «nessun buco di bilancio, ma un bel tesoretto»

«Non c’è nessun aumento di Iva, né della benzina, né dello zucchero. L’ultima volta che in Italia è aumentata l’Iva risale al primo ottobre 2013, un altro governo. Noi le tasse non le aumentiamo»

leggi QUI l’articolo intero

 

Bello no? Forte questo Renzi.

Ma poi uno che ha ancora un paio di neuroni funzionanti (escluso quindi quelli che votano Pd) si chiede: ma se Renzi ci ha lasciato un tesoretto da 47 MILIARDI …a che cazzo serve una manovrina da 3 miliardi? …e il dubbio che ci ha preso ancora una volta per il culo sorge spontaneo…

Il dubbio poi viene del tutto fugato quando leggi il Sole 24 Ore:

Manovra, ecco come aumenterà (gradualmente) l’Iva di qui al 2019

Insomma dubbio fugato:

Sì ci ha preso ancora per il culo!

Sì è un CAZZARO.

Ed in ultimo un pensiero ai coglioni che vorrebbero ancora votarlo. Perchè questi a prenderlo a quel posto, evidentemente, ci godono. E pure molto!

by Eles