Processo Ruby: tre morti strane nell’arco di tre mesi e quelle accuse di satanismo che Imane non potrà più portare avanti…

Processo Ruby

 

 

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Processo Ruby: tre morti strane nell’arco di tre mesi e quelle accuse di satanismo che Imane non potrà più portare avanti…

Imane Fadil, terza morte sul caso Ruby. Evocò il satanismo

È morta Imane Fadil, giovane modella e testimone-chiave nei processi Ruby, che vedono Berlusconi tra gli imputati. Trentatreenne, marocchina, era stata la prima a far aprire il caso nel 2011, e poche settimane fa aveva chiesto di costituirsi parte civile al processo Ruby ter. Ma il 29 gennaio è stata ricoverata in ospedale, dove è morta il 1° marzo dopo un mese di agonia. «Prima di morire – scrive Stefania Nicoletti, sul blog “Petali di Loto” – ha telefonato al fratello e all’avvocato, dicendo loro di essere stata avvelenata». Dall’esito dell’esame tossicologico è emersa la morte per avvelenamento (da metalli, probabilmente). Secondo Gianfranco Carpeoro, avvocato e saggista, quella delle “sostanze radioattive” rintracciate nel corpo della ragazza sarebbe una voce solo giornalistica: la stranezza, semmai – dice Carpeoro – sta nel fatto che Imane Fadil avrebbe agonizzato per un mese, senza diagnosi né cure, in un centro sanitario di assoluta eccellenza come l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, a Milano Sud. Quella di Imane Fadil, osserva Stefania Nicoletti, è la terza strana morte collegata al caso Ruby, dopo quelle di Egidio Verzini, ex legale di “Ruby Rubacuori”, e del giornalista Emilio Randacio, che si stava occupando del caso. Altro dettaglio: la ragazza stava per pubblicare, in un libro, la sua versione – decisamente horror – sulle famose “notti di Arcore”.

Impossibile, scrive Stefania Nicoletti, non richiamare alla memoria l’intervista che la Fadil aveva rilasciato l’anno scorso al “Fatto Quotidiano”. «Parlò di una sorta di “setta satanica” che praticava riti». Ovvero, fatti molto più gravi di qualche cena a sfondo sessuale. Facile screditarla, la ragazza, anche perché aveva detto di essere “una sensitiva” e di aver “sentito e visto presenze ed entità negative e malefiche”. «Quando uscì quell’articolo, molti commentarono che non era credibile, che queste cose non esistono, che lei era solo una in cerca di visibilità, eccetera. Ma chi dice questo – obietta Stefania Nicoletti – non sa che queste organizzazioni esoteriche ai piani alti del potere esistono eccome, e che parlarne pubblicamente non ti dà fama, anzi: ti espone a dei rischi notevoli». Infatti, continua Stefania Nicoletti, «leggendo quell’intervista pensai che la ragazza rischiava di essere fatta fuori: anche perché annunciò che stava scrivendo un libro su tutta la vicenda, dove avrebbe raccontato tutto questo e molto di più». Un libro che a quanto pare stava ormai finendo di scrivere, prima di morire avvelenata.

Raccontò la ragazza, nell’intervista pubblicata dal “Fatto” il 24 aprile 2018: «La cosa non si limita a un uomo potente che aveva delle ragazze: c’è molto di più in questa storia, cose molto più gravi». Un’accusa esplicita: satanismo. «Questo signore – disse Imane di Berlusconi – fa parte di una setta che invoca il demonio». Ammise: «Sì, lo so che sto dicendo una cosa forte, ma è così. E non lo so solo io, lo sanno tanti altri». Una sorta di setta, dunque, «fatta di sole donne». Tante: «Decine e decine di femmine complici». In quella saletta «dove si faceva il Bunga Bunga», racconta Imane, «c’era uno stanzino con degli abiti, tutti uguali, come delle tuniche, circa venti o trenta: a cosa servivano?». Poi, continua la ragazza, «c’era un’altra stanzetta sotterranea con una piscina, con a fianco un’altra saletta, totalmente buia, senza nessuna luce». Una piscina sotterranea e una stanza senza luci: perché? Aggiunge Imane: «Ho visto presenze strane, sinistre. Io sono sensitiva fin da bambina: da parte di mio padre discendo da una persona che è stata santificata». Insiste Imane, parlando con Luca Sommi del “Fatto”: «Le dico che in quella casa ci sono presenze inquietanti. Là dentro c’è il Male, io l’ho visto, c’è Lucifero».

Da parte sua, Carpeoro – che non crede all’esistenza del demonio, anche se non si nasconde la realtà del satanismo – ritiene che quelle dell’allora giovanissima Imane Fadil fossero essenzialmente suggestioni. Il che non migliora il giudizio su Berlusconi, che allora era primo ministro. Le notti brave di Arcore? «Non credo che abbia commesso reati – dice Carpeoro, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights” – ma a me non piace un premier che si comporta in quel modo: come la prenderebbe, Berlusconi, se a partecipare a feste di quel tipo fossero le sue figlie?». Stefania Nicoletti, intanto, sottolinea la presenza delle altre due morti «inquietanti e anomale», legate al caso in questione. Verzini, ex avvocato di “Ruby”, il 4 dicembre 2018 aveva dichiarato pubblicamente che Berlusconi avrebbe versato 5 milioni di euro alla sua assistita. «Il giorno dopo è morto, tramite eutanasia, in una clinica svizzera». Randacio invece si stava occupando del caso, seguendo il processo, ed è morto improvvisamente il 13 febbraio per un “malore” (forse un infarto), «ma pare che i risultati dell’autopsia non siano mai stati comunicati». Insomma: Egidio Verzini, Emilio Randacio, Imane Fadil: «Tre morti strane nell’arco di tre mesi, e tutte legate al processo Ruby. Un po’ troppe per essere un caso».

 

fonte: http://www.libreidee.org/2019/03/imane-fadil-terza-morte-sul-caso-ruby-evoco-il-satanismo/

Abbassare i limiti di età per il processo. Devono andare a processo anche bambini di 12 anni… Lo ha proposto la Lega, il partito di Salvini, quello che a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

 

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Abbassare i limiti di età per il processo. Devono andare a processo anche bambini di 12 anni… Lo ha proposto la Lega, il partito di Salvini, quello che a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

Lo strano caso della Lega – Chiedono di abbassare i limiti di età per il processo a 12 anni, ma il loro “capitano” a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

La Lega vuole che vadano a processo anche bambini di 12 anni

Arriva una legge targata Carroccio contro le baby gang. Abbassa il limite dell’imputabilità che oggi è 14 anni

Arriva una legge targata Lega contro le baby gang. Firmata da tutti i deputati del partito di via Bellerio presenti nella Commissione Giustizia. Sarà incardinata a breve ed è stata richiesta anche la firma del Movimento 5 stelle.

La Proposta di legge prevede di abbassare il limite dell’imputabilità da 14 a 12 anni. Al momento chi commette un reato sotto i 14 anni non viene considerato ‘punibile’. Ovvero “non assoggettato alla pena”, secondo il codice penale. “Ma” spiega uno dei firmatari del progetto di legge “un minore di 12 anni di oggi è diverso rispetto a quello di qualche anno fa. Bisogna aggiornare il codice e considerare la realtà”.

Il fenomeno delle baby gang

La fotografia è quella dell’aumento del fenomeno delle baby gang (secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza ne fa parte il 6,5% degli adolescenti) in città come Napoli, Milano, Roma, Bologna, Bari, Palermo. Ma è in crescita anche il fenomeno dei ‘baby boss’, ovvero di minori adescati dalla criminalità organizzata (anche dalla camorra e dalla mafia) per fungere da ‘pony express’ della droga o altro. Per non parlare dell’aumento degli episodi di tentativo di stupro, accoltellamenti e di bullismo.

Proprio per stroncare le baby-gang arrivano anche altre misure repressive. La prima: un minore che commette reati in gruppo – secondo la logica del branco – non avrà diritto ad alcuna premialità, ovvero sconti di pena. La seconda: avvalersi della facoltà di non intendere e volere sarà piu’ difficile, occorrerà fornire delle prove più stringenti. Oltre alla repressione la Lega punta sulla prevenzione. Ovvero sull’insegnamento con la reintroduzione dell’educazione civica come materia scolastica.

Resta in ogni caso curiosa la situazione di un pattito che vuole mandare a processo ragazzini di 12 anni, pur avendo un “capitano” di 45 anni che dai processi fugge…!

Padre Alex Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

 

Zanotelli

 

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Padre Alex Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

Padre Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

Il missionario: “se M5s negasse l’autorizzazione rinnegherebbe la sua storia. Il ministro ha usato poveri stremati per i suoi fini politici”.

Lui, il missionario pacifista, sente odore di inciucio e non ci sta: “Il discorso è chiarissimo: Salvini ha violato leggi nazionali e internazionali, utilizzando persone stremate per un suo scopo politico. E un ministro non è sopra la legge, per questo va processato”. E’ quanto afferma all’AdnKronos il padre missionario Alex Zanotelli, per il quale “il consenso popolare in forte crescita, di cui indubbiamente gode in questa fase il leader della Lega, non può cancellare i fatti e neanche la realtà sociale del nostro Paese, dove il problema non sono affatto i migranti, ma la povertà e la disoccupazione nonché l’incapacità dei politici di mettere mano alla situazione economica che sfugge ai loro interventi perché viene determinata dai grandi potentati economici e finanziari mondiali”.
Osserva il religioso comboniano: “Salvini ha voluto forzare l’Europa affinché cedesse al progetto di equa distribuzione dei migranti, che in sé e per sé è una cosa giusta, ma che non si può e non si deve ottenere sulla pelle degli stessi migranti, infliggendo a chi ha già tanto sofferto delle ulteriori sofferenze – accusa – Se la magistratura si è mossa, l’azione giudiziaria deve fare il suo corso, altrimenti la conseguenza è stabilire che chi è eletto può fare quel che cavolo vuole, senza rispondere delle sue azioni in base alle leggi ma soltanto all’elettorato”.
Questo, sottolinea padre Zanotelli, “in uno Stato democratico non è possibile, va contro la stessa Costituzione”. E a questo proposito, “se i Cinquestelle negassero l’autorizzazione a procedere, andrebbero in contraddizione con quanto hanno sempre predicato finora: M5s rinnegherebbe sé stesso e cancellerebbe tutto il percorso politico e di consenso elettorale costruito contro la ‘casta’, soprattuto quella politica, perdendo totalmente la faccia come persone e la stessa identità del movimento”.

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/02/04/padre-zanotelli-salvini-non-e-al-di-sopra-della-legge-va-processato-2036949.html

Può succedere solo in Italia – Il Carabiniere Casamassima dice finalmente la verità sul caso Cucchi: trasferito, demansionato e minacciato… Per l’Arma diventa “poco esemplare inadeguato al senso della disciplina” …Allora hanno ragione quelli che si fanno “i cazzi loro”? È questa l’Italia che vogliono?

Carabiniere

 

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Può succedere solo in Italia – Il Carabiniere Casamassima dice finalmente la verità sul caso Cucchi: trasferito, demansionato e minacciato… Per l’Arma diventa “poco esemplare inadeguato al senso della disciplina” …Allora hanno ragione quelli che si fanno “i cazzi loro”? È questa l’Italia che vogliono?

Trasferito per aver detto la verità su Stefano Cucchi.

Lo ha denunciato in un video (vedi alla fine dell’articolo) pubblicato su Facebook Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza ha fatto riaprire l’inchiesta sul caso.

Casamassima si è rivolto “ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino,” ha detto.

“Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, – ha affermato – mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze”.

“Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio – ha spiegato – paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali”.

“Sarò allontanato e demansionato – ha aggiunto – e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. E’ scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato”.

Poi l’appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: “E’ giusto – ha domandato – che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo. Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale”.

“Se non mi verranno date delle spiegazioni – ha continuato – sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere”.

“Per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi ‘poco esemplare e inadeguato al senso della disciplina’,” ha concluso.

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha scritto su Facebook di aver ascoltato il carabiniere Casamassima su Facebook e di aver “già discusso con il comandante generale dell’Arma”. “Sono disponibile a parlare con lui,” ha fatto sapere la ministra, che ha aggiunto: “ha chiesto di parlare con alcuni ministri, non ha citato il mio nome, ma sono io il ministro di riferimento e quindi lo farò volentieri”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/06/20/trasferito-per-aver-detto-la-verita-su-stefano-cucchi-il-carabiniere-casamassima-si-appella-al-governo-conte/

Può succedere solo in un Tribunale Italiano e quando c’è Berlusconi di mezzo – La Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo…!

 

Minetti

 

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Può succedere solo in un Tribunale Italiano e quando c’è Berlusconi di mezzo – La Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo…!

Minetti: porta prostitute possibilmente minorenni per soldi = Ceppato: rischia in proprio per dare una morte dignitosa a Dj Fabo – Per questi sciacalli senza vergogna sono la stessa cosa!

Difesa senza vergogna: Minetti favorì solo la libertà come Cappato con Dj Fabo

L’incredibile arringa al processo Ruby, Berlusconi e Olgettine. “Come è stato aiutato Fabo a esercitare il diritto a essere libero di morire, così Nicole ha agevolato il diritto sessuale delle ragazze”

Una arringa che definire spericolata è poco. Leggete. Nel chiedere l’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’, uno dei legali di Nicole Minetti, l’avvocato Pasquale Pantano, ha espresso un “parallelismo” tra il leader radicale Marco Cappato e la sua assistita. “Come Cappato ha aiutato Dj Fabo a esercitare il suo diritto a essere libero di morire, così Minetti ha agevolato il diritto delle ragazze all’esercizio della liberta’ sessuale”.
Un “parallelismo” oltre ogni regola di buon senso ma che va inquadrato anche nella richiesta da parte della difesa dell’ex consigliera regionale lombarda e di Emilio Fede di sollevare una questione di legittimità costituzionale (se non dovesse esserci l’assoluzione) relativa al reato di favoreggiamento, che limiterebbe la libertà di autodeterminazione nella sfera sessuale. Pantano, come il collega Salvatore Pino nella sua arringa per Emilio Fede, ha anche sottolineato che “giustamente” non è stato indagato il ragionier Giuseppe Spinelli “da cui tutto passava, anche i pagamenti”. L’avvocato Pino ha chiesto l’assoluzione di Fede ‘perche’ il fatto non sussiste’ sia per il reato di tentata induzione alla prostituzione di Ambra Battilana, Imane Fadil e Chiara Danese (tutte parti civili) che per quello di favoreggiamento alla prostituzione di Roberta Bonasia e Ruby. E relativamente a quest’ultima, la “famosa nipote di Mubarak”, c’è un “rapporto di predilezione con Berlusconi. Non risulta che Fede l’abbia favorita in alcun modo, dopo averla accompagnata ad Arcore per il primo incontro, il 14 febbraio 2010, circostanza che non reato come ha detto anche il pg”.

Nonostante questo l’ex direttore del Tg 4 è stato condannato a 4 anni e 7 mesi e l’ex consigliera regionale della Lombardia a 2 anni e 10 mesi. Il Pg Daniela Meliota aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado che aveva comminato pene rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 3 anni.

 

tratto da: http://www.globalist.it/news/articolo/2018/05/07/difesa-senza-vergogna-minetti-favori-solo-la-liberta-come-cappato-con-dj-fabo-2023872.html

La storia di Cyntoia Brown: Nel 2004 sparò all’uomo che la stuprava e la costringeva a prostituirsi. Aveva 16 anni ma, invece di avere una medaglia, fu condannata come un’adulta. Solo ora, sull’onda dello scandalo Weinstein, le Star si mobilitano per la revisione del suo processo.

 

Cyntoia Brown

 

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La storia di Cyntoia Brown: Nel 2004 sparò all’uomo che la stuprava e la costringeva a prostituirsi. Aveva 16 anni ma, invece di avere una medaglia, fu condannata come un’adulta. Solo ora, sull’onda dello scandalo Weinstein, le Star si mobilitano per la revisione del suo processo.

 

Usa, star in campo per liberare Cyntoia Brown: sconta ergastolo per l’uccisione del suo aguzzino.

Nel 2004 sparò all’uomo che la stuprava e costringeva a prostituirsi. Aveva 16 anni ma fu condannata come un’adulta. Ora, sull’onda dello scandalo Weinstein, cantanti e attrici si mobilitano per la revisione del suo processo.

LIBERATE Cyntoia Brown, la ragazzina che uccise il suo aguzzino. Sull’onda lunga dello scandalo Weinstein decine di star – da Rihanna a Kim Karadashian – sono scese in campo per chiedere la revisione del processo che nel 2004 condannò all’ergastolo la ragazza minorenne che, costretta alla prostituzione da un uomo di 43 anni chiamato Johhny Mitchell Allen, detto significativamente “cut throat”, il tagliagole, durante l’ennesima violenza sessuale subita riuscì ad ucciderlo impossessandosi della sua pistola.

Nonostante il fatto che Cyntoia avesse alle spalle una storia di soprusi sessuali lunga tre generazioni e fosse caduta giovanissima nelle mani dei trafficanti di sesso, lo stato del Tennessee l’aveva ugualmente condannata al massimo della pena per l’assassinio del suo aguzzino, giudicandola come un’adulta e aggiungendo l’aggravante della prostituzione.

C’è voluta la serie di denunce legate al caso Weinstein per riportare la storia della giovane, che oggi ha 29 anni ed ha già trascorso in carcere quasi metà della sua vita, sulle prime pagine dei giornali. Grazie a una serie di post su Twitter e Instagram subito diventati virali con le immagini di un documentario girato nel 2011 dal filmaker Daniel Birman.

Un film durissimo che raccontava attraverso la testimonianza in prima persona della ragazza gli abusi fisici e sessuali subiti: “Non aveva scappatoie” ha spiegato Birman in una recente intervista alla rete locale Fox17 Nashville. “Nata e cresciuta in una famiglia dove le violenze sessuali si sono ripetute per tre generazioni”.

Durante il processo del 2004 Cyntoia aveva raccontato nei dettagli ai giudici come il suo aguzzino la picchiasse, soffocasse e stuprasse regolarmente anche con una pistola. E i suoi avvocati avevano cercato invano di spiegare che erano stati proprio quei traumi a farle impugnare la pistola. Non c’era stato nulla da fare: la sentenza era stata durissima, ergastolo con la possibilità di ottenere la libertà su parola solo dopo aver scontato 51 anni in carcere.

Quando nel 2011 Birman presentò il suo documentario la vicenda fece molto scalpore: al punto che i legislatori del Tennessee cambiarono la legge stabilendo che l’imputazione di prostituzione potesse essere formulata solo per ragazze maggiorenni. Le altre andavano considerate come vittime. Peccato, però, che non si volle dare validità retroattiva: Brown rimase in carcere. Qui la ragazza ha studiato: si è diplomata e ora sta scrivendo la sua tesi di laurea.

Ora, dopo che si è tornati a parlare del suo caso, una petizione è stata lanciata online affinché si faccia presto una revisione del processo. Le star del mondo del cinema e della musica si stanno mobilitando in suo aiuto: l’hashtag #freeCyntoiaBrown è già diventato virale. E chissà che qualcosa, per la ragazzina nera che voleva solo vivere una vita normale, non possa finalmente cambiare.

fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/23/news/usa_star_in_campo_per_liberare_cyntoia_brown_la_ragazzina_condannata_all_ergastolo_per_l_uccisione_del_suo_aguzzino-181899794/

Il sindaco Sala verrà processato, ma nessuno ne chiede le dimissioni… Strano vero? Fosse successo alla Raggi…

Sala

 

 

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Il sindaco Sala verrà processato, ma nessuno ne chiede le dimissioni… Strano vero? Fosse successo alla Raggi…

Clamoroso a Milano: inchiesta “Expo”, il sindaco Sala verrà processato per falso

L’accusa di falso ideologico e materiale nell’inchiesta sul maxiappalto per la “piastra dei servizi” getta un’ombra pesante sull’attività del primo cittadino

La notizia era nell’aria da tempo, ma adesso è ufficiale: l’attuale sindaco di Milano andrà a processo. Nell’inchiesta sul maxiappalto per la “piastra dei servizi” di Expo, la procura generale di Milano ha infatti chiesto martedì il rinvio a giudizio per il primo cittadino Pd del capoluogo lombardo Giuseppe Sala, che all’epoca dei fatti era commissario dell’Esposizione generale.

La decisione del Tribunale meneghino riguarda in particolare l’accusa di falso ideologico e materiale, per la presunta retrodatazione della nomina di due membri delle commissioni di gara. Cade invece l’ipotesi di turbativa d’asta per l’appalto del verde – la fornitura di seimila alberi per il sito espositivo – che venne scorporato da quello principale. Posizione, quest’ultima, che la procura generale chiede di archiviare.

Il processo per falso sia ideologico che materiale getta un’ombra pesantissima sull’attività del primo cittadino del capoluogo lombardo. Dalle opposizioni in consiglio comunale si attendono ancora reazioni ufficiali, ma i rumors indicano come certa la richiesta di dimissioni, per questa clamorosa vicenda che investe una giunta già palesemente spaccata e nella bufera per numerose altre vicende.

fonte: http://www.ilpopulista.it/news/19-Settembre-2017/18600/clamoroso-a-milano-inchiesta-expo-il-sindaco-sala-verra-processato-per-falso.html

Padoan ha deciso: preferisce prendere 5 miliardi dalle tasche degli Italiani, aumentando l’Iva, anzichè farseli restituire da Standard & Poors che ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia. Non si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

 

Padoan

 

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Padoan ha deciso: preferisce prendere 5 miliardi dalle tasche degli Italiani, aumentando l’Iva, anzichè farseli restituire da Standard & Poors che ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia. Non si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

 

Standard & Poors ci ha danneggiato declassando ingiustificatamente l’Italia.

Ma il Ministero dell’Economia non si costituisce parte civile al processo!

Mica si possono dare dispiaceri del genere agli amici!

Tanto poi i soldi che ci hanno fregato usciranno dalle tasche degli Italiani!

 

I miliardi di Standard & Poors

di Carla Ruocco

È passato un mese da quando a Trani in solitudine il Pubblico Ministero Michele Ruggiero ha ricevuto la sentenza che Standard & Poors nel declassare l’Italia ha fatto una sciocchezza, ma non l’ha fatto apposta. Quindi non è un’assoluzione perché il fatto non sussiste; il fatto c’è. Standard & Poors ha arrecato danno alla Repubblica Italiana. E allora ci si chiede come mai il Ministero dell’Economia finora assente dal Processo non abbia deciso di costituirsi parte civile e chiedere i danni. Il dubbio è legittimo e quindi abbiamo deciso di chiedere un chiarimento a Padoan. La risposta è che si aspettano le motivazioni. Siamo al tragicomico. Il Ministro è diventato quindi giudice; per decidere se costituirsi o meno vuole ben valutare se vincerà la causa. Peccato che questo lo dovrà decidere il giudice civile. E anzi a ben vedere se il Ministro non si costituisce parte civile, dato che nessun giudice quindi potrà pronunciarsi, sarà passibile di danno erariale di fronte alla Corte dei Conti. Infatti questa sua omissione sta levando una grande opportunità per gli italiani: quella di evitare l’aumento dell’IVA o di altri balzelli che il Governo si dovrà inventare per far fronte all’austerità richiesta da Bruxelles.

Una manovra correttiva di circa 5 miliardi con aumento dell’Iva dal 22 al 25 piuttosto che chiedere i soldi ai responsabili. Standard & Poor’s, infatti, se condannata, dovrà liquidare danni di svariati miliardi di euro allo Stato italiano. Non procedere quindi da parte del Governo non solo vede una confusione di ruoli da parte del Ministero con l’Autorità Giudiziaria ma soprattutto vede il Governo ancora una volta preferire i poteri forti della Finanza agli interessi dei cittadini.

Caro Ministro, caro Presidente del Consiglio non consentiremo che questa “ardua sentenza” vada ai posteri. Come prima cosa suggeriamo per punti cosa lei , prof. Padoan dovrebbe fare:
1. Convochi una riunione con il ragioniere generale Franco, il direttore generale La Via e il Direttore del Debito Pubblico Cannata e si faccia calcolare puntualmente quanto è costato in termini di costo di servizio del debito pubblico e di derivati il declassamento di Standard & Poor’s fino a oggi
2. Convochi quindi il capo di Gabinetto Garofoli e predisponga la costituzione di parte civile presso il Tribunale di Trani utilizzando le stime di cui al punto precedente
3. Attenda serenamente e per il bene del Paese la decisione del giudice civile.

Buon lavoro Signor Ministro e in campana che non aspetteremo i posteri. Vuole leggere le motivazioni? Intanto le suggeriamo di leggere la requisitoria del magistrato Ruggiero e di indignarsi come è capitato a me.

 

fonte: http://www.beppegrillo.it/2017/05/i_miliardi_di_standard_poors.html