No cari amici, non rivedrete Luttazzi in Rai: l’onda lunga dell’editto bulgaro non si è esaurita – Dicono che è un problema di soldi, ma in verità la questione è il controllo della satira!

 

Luttazzi

 

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

No cari amici, non rivedrete Luttazzi in Rai: l’onda lunga dell’editto bulgaro non si è esaurita – Dicono che è un problema di soldi, ma in verità la questione è il controllo della satira!

Luttazzi fuori da Raidue: «Il vero problema è il controllo della satira, altro che soldi»

Daniele Luttazzi vuota il sacco sulla trattativa con Carlo Freccero per il suo ritorno su Raidue. Un ritorno che, vista la sua esclusione dai palinsesti Rai, non si è concretizzata. Ufficialmente, la motivazione è di carattere economico, viste le richieste che il comico aveva fatto in sede di discussione preliminare con il direttore di rete. Ma oggi, in un intervento sul Fatto Quotidiano, Daniele Luttazzi spiega che la trattativa non si è potuta arenare lì, semplicemente perché non c’è mai stata una trattativa economica.

Daniele Luttazzi escluso da Raidue, la sua versione

Il comico ha detto che la sua proposta con i costi era stata visionata da Freccero e da un funzionario della Rai in un incontro che si è svolto nel mese di maggio scorso, alla presenza dell’avvocato del comico. Ma che – dal momento che di budget si sarebbe occupato «l’ufficio preposto» della Rai – non è stata discussa nel dettaglio, rimandando proprio a un successivo incontro con quella branca del servizio pubblico. Incontro che non c’è mai stato.

Invece, secondo Daniele Luttazzi, il problema principale era rappresentato dalla sua satira. Carlo Freccero avrebbe voluto esercitare un controllo sulle sue trasmissioni e il compromesso che Luttazzi aveva trovato era rappresentato dal fatto che, per ogni intervento tagliato, ci sarebbe stato un nero in cui si spiegava la battuta fatta dal comico e l’argomento soggetto al taglio. Tuttavia, anche su questo elemento – su cui sembrava esserci stata un’intesa – nel secondo incontro sono emersi problemi.

La replica di Carlo Freccero a Daniele Luttazzi

Daniele Luttazzi, dunque, attribuisce questa sua esclusione dalla Rai a una battuta fatta dal direttore Carlo Freccero qualche giorno fa: «La satira di Luttazzi si basa su potere e sesso, che mi stanno bene. Ma anche sulla religione: in questa epoca pre-moderna ho ritenuto che quest’ultimo fosse un argomento troppo difficile da affrontare».

Immediata anche la replica di Freccero a questa uscita di Luttazzi sul Fatto Quotidiano. Dalle colonne dello stesso giornale, infatti, il direttore di Raidue parla di «cattiveria» da parte del comico e che spiegherà i suoi rapporti con Daniele Luttazzi soltanto nella pubblicazione del prossimo libro sulla sua ultima esperienza in Rai.

tratto da: https://www.giornalettismo.com/daniele-luttazzi-fuori-raidue/

La Lega censura anche la Chiesa: pressioni tanto forti che il Parroco è costretto ad annullare la messa per Carola Rackete

 

censura

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

La Lega censura anche la Chiesa: pressioni tanto forti che il Parroco è costretto ad annullare la messa per Carola Rackete

Don Roberto Beretta ci aveva provato a ‘sfidare’ il suo paesino, Pieve Porto Morone (in provincia di Pavia), che alle ultime elezioni aveva consacrato la Lega come primo partito con oltre il 60% delle preferenze. Poi, però, è arrivato il passo indietro dopo che – sul bollettino della sua parrocchia di San Vittore Martire – aveva riportato la sua decisione di celebrare una messa per Carola Rackete e «tutte le donne di coraggio che mettono la legge di Dio prima della legge degli uomini».

Il primo a scatenare la polemica era stato il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, leghista e originario di Pavia, che aveva parlato di «pagliacciata» e aveva accusato il parroco di Pieve Porto Morone di non pensare «prima ai parrocchiani». Poche ore dopo era arrivato anche l’immancabile post social di Matteo Salvini che aveva usato ‘ironia’ per criticare la scelta del prelato.

Annullata la messa per Carola Rackete

Tanto rumore, con gogne mediatiche annesse (come al solito). Alla fine, nella tarda serata di ieri – come riporta Il Corriere della Sera – il parroco di Pieve Porto Morone ha deciso di rinunciare alla messa per Carola Rackete, anche dopo un confronto con il vescovo: «Continuerò a pregare per tutti i migranti, per tutti i morti in terra e in mare. Per tutti coloro che in nome dei diritti fondamentali si prestano ad accogliere e ad assistere – ha detto don Roberto Beretta -. Dopo un confronto con il Vescovo, abbiamo ritenuto di sospendere la messa per Carola in programma venerdì 12 luglio».

Pieve Porto Morone, un piccolo fortino della Lega

Evidentemente anche i cittadini di Pieve Porto Morone non avevano preso di buon grado quell’avviso sul bollettino settimanale della parrocchia di San Vittore martire. Alle ultime elezioni europee, infatti, il 60% degli abitanti del piccolo comune del Pavese ha votato in favore della Lega. Numeri altissimi – ma non è una novità in quella zona che ha dato i natali, tra gli altri, anche al ministro del Carroccio Gian Marco Centinaio che per primo aveva ‘denunciato’ la messa per Carola Rackete – che hanno portato, dopo un consulto con il Vescovo, a bloccare la celebrazione.

Messa in onore di Carola e Salvini attacca il prete ma su twitter è rivolta: “lui è un vero cristiano”

Salvini ha provato a scatenare l’odio social verso don Roberto Beretta, che voleva tenere una messa per Carola Rackete. Ma non gli è andata bene

Don Roberto Beretta è il parroco di Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia, ed è l’ultimo bersaglio di Matteo Salvini. Questo perché Beretta ha tenuto una messa per sostenere Carola Rackete e “tutte le donne di coraggio che mettono prima la legge di Dio rispetto alla legge degli uomini”.
Una notizia che è già stata commentata precedentemente dal ministro leghista delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, pavese di origine, che aveva definito la celebrazione “una pagliacciata”, e poi anche da Salvini – o meglio dal suo staff social capitanato da Luca Morisi – che posta un tweet in cui scrive: “Un parroco che celebra una Messa per la valorosa pirata tedesca Carola… Sarà il caldo???”.
Salvini ovviamente si aspettava il linciaggio da parte dei suoi fan, che puntualmente è arrivato, ma è un segno di speranza vedere che molti non sono più disposti a tollerare le sue di pagliacciate: accanto a chi, immancabilmente, ricorda al prete di votare “per gli italiani” o per “i bimbi di Bibbiano” (diventati questi il nuovo santino della destra sovranista da tirarsi fuori in ogni occasione), ce ne sono molti che invece hanno risposto per le rime al ministro:

Matteo Salvini@matteosalvinimi

Un parroco che celebra una Messa per la valorosa pirata tedesca Carola… Sarà il caldo???
</p>
<div style=

Censura da parte dello Stato – La gravissima accusa del sindaco di Lampedusa Totò Martello: “La Rai ha ordinato ai suoi giornalisti di non intervistarmi per non dispiacere qualcuno”

 

Censura

 

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Censura da parte dello Stato – La gravissima accusa del sindaco di Lampedusa Totò Martello: “La Rai ha ordinato ai suoi giornalisti di non intervistarmi per non dispiacere qualcuno”

Il sindaco di Lampedusa denuncia: «La Rai impedisce ai suoi giornalisti di intervistarmi»

La denuncia del sindaco di Lampedusa è molto grave. Totò Martello ha rivelato che alcuni giornalisti della Rai hanno ricevuto l’indicazione da parte dei vertici della televisione pubblica (e dei loro telegiornali) di non intervistarlo per quel che riguarda la questione migranti e i continui sbarchi dei migranti sull’isola italiana. Il primo cittadino parla di atto di censura da parte dello Stato che, con il servizio pubblico, dovrebbe dare voce a tutti e non decidere a tavolino con chi e di cosa parlare nel corso dei servizi tg.

«Alcuni giornalisti Rai mi sono venuti a riferire che hanno ricevuto l’ordine di non intervistare Totò Martello per non dispiacere nessuno, perché disturbo la notizia del giorno – ha detto il sindaco di Lampedusa partecipando a una tavola rotonda nell’ambito del ‘Premio giornalistico Cristiana Matano’ -. In città queste cose si notano di meno. A Lampedusa dove il corpo a corpo è forte, diventa ancora più evidente. Una inaccettabile censura da parte dello Stato».

Totò Martello accusa la Rai di censura di Stato

Parole forti, come è forte l’accusa di Totò Martello che ha deciso di denunciare l’atteggiamento della Rai nei suoi confronti, soprattutto dopo le sue parole degli ultimi giorni sui continui sbarchi di migranti che non arrivano solamente con le navi di soccorso delle Ong, ma soprattutto con in cosiddetti barchini fantasma che sono come gocce cinesi che riempiono il vaso.

L’accusa a Salvini

«È normale che scendono 40 persone: questi hanno avuto la disgrazia di essere salvati dalla Ong, mentre contemporaneamente ci dono decine di sbarchi fantasmi – ha proseguito Totò Martello -. Ma il fatto è che deve passare la notizia che gli sbarchi non ci sono più, mentre io continuo a dire che continuano a esserci. E allora è vero che stampa non dice la verità per non disobbedire al governo. Questo turba la nostra tranquillità perché si ispira e monta una guerra per nulla. C’è tutta una campagna costruita sui tweet del ministro».

 

 

fonte: https://www.giornalettismo.com/toto-martello-lampedusa-rai/

Cos’è il fascismo? Ce lo spiega la prof sospesa: “Ora i ragazzi mi chiedono se possono scrivere ciò che pensano”…!

 

fascismo

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Cos’è il fascismo? Ce lo spiega la prof sospesa: “Ora i ragazzi mi chiedono se possono scrivere ciò che pensano”…!

La prof sospesa: “Ora i ragazzi mi chiedono se possono scrivere ciò che pensano”

Maria Rosa Dell’Aria è intervenuta Una Marina di Libri a Palermo: “Ll web sta veicolando tanto odio, si cercano nemici, con offese gravissime”

Una brutta storia che non è finita e che ha degli strascichi anche psicologici.
“Mi dispiace che ora i miei studenti mi chiedano se possono scrivere o dire cose che pensano. Anche miei colleghi si pongono delle domande. E questo mi dispiace molto”.

Così Maria Rosa Dell’Aria, la docente palermitana sospesa dal Provveditore per un video dei suoi alunni che paragonavano le leggi razziali al decreto sicurezza.

“Il web sta veicolando tanto odio, si cercano nemici, con offese gravissime. Anche questa vicenda nasce da una manifestazione di odio, da un tweet in cui si dice che io avrei paragonato Salvini a Hitler. Con una sottosegretaria che dice che io dovevo essere cacciata ‘con ignominia’. E’ bene che io non le abbia lette, perché non sono sui social. Ma sono stata molto ferita da questa vicenda”.

Ha aggiunto la professoressa Maria Rosa Dell’Aria intervenendo a Una Marina di Libri a Palermo.

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/06/09/la-prof-sospesa-ora-i-ragazzi-mi-chiedono-se-possono-scrivere-cio-che-pensano-2042642.html

Incredibile ma vero: la mostra “Razzismo in cattedra” sulle leggi razziali fasciste organizzata da studenti di un Liceo di Trieste censurata dal sindaco fascista!!

 

leggi razziali

 

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Incredibile ma vero: la mostra “Razzismo in cattedra” sulle leggi razziali fasciste organizzata da studenti di un Liceo di Trieste censurata dal sindaco fascista!!

 

Leggi razziali, a Trieste la mostra degli studenti del Petrarca censurata dal sindaco

La mostra “Razzismo in cattedra” sulle leggi razziali promulgate dal fascismo a cura degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste è sembrata a tutti lodevole, finché non è apparsa la locandina che rappresenta la prima pagina del giornale quotidiano Piccolo del 3 Settembre 1938, censurata dal sindaco di centrodestra della città friulana.

Una mostra sulle leggi razziali a 80 anni esatti dal loro promulgazione in epoca fascista. L’idea della mostra “Razzismo in cattedra”, volta a commemorare uno dei periodi più bui della nostra storia, è degli studenti del Liceo Petrarca di Trieste in collaborazione con lo stesso Comune del capoluogo giuliano, il Museo della Comunità Ebraica e l’Archivio di Stato. L’iniziativa è sembrata a tutti lodevole, fino a quando non è comparsa la locandina della discordia, una locandina che è un pugno allo stomaco e che rappresenta la prima pagina del giornale quotidiano Piccolo del 3 Settembre 1938.

La pagina del giornale selezionata dagli studenti titola “Completa eliminazione dalla scuola fascista degli insegnanti e degli alunni ebrei” indica quando la legge diventa effettiva, il momento in cui tutti gli studenti e gli insegnanti ebrei sono stati cacciati dalla scuola. Il manifesto ci riporta a ricordare i nefasti avvenimenti avvenuti qualche mese prima.  Il 14 luglio 1938 è il  giorno in cui è stato firmato da illustri scienziati dell’epoca il vergognoso Manifesto della Razza. Al titolo granitico sul manifesto è stato accostato in un collage il viso pulito di tre giovani ragazze, che sorridono candidamente.

Il primo a manifestare un disaccordo è stato l’Assessore triestino Giorgio Rossi il quale ha chiesto delle modifiche alla locandina. L’assessore è stato sostenuto dal vicesindaco e dal sindaco Roberto Di Piazza di coalizione del centrodestra che ha giudicato la locandina troppo “forte”. Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri comunali pentastellati i quali hanno commentato come “sconcertante” il tentativo di censura da parte dell’assessore. La polemica si sta svolgendo a ridosso delle celebrazioni di oggi, 18 settembre, che proprio nella città triestine ricordano l’annuncio di Mussolini relativamente al contenuto delle leggi razziali che saranno poi promulgate a novembre del 1938.

Intanto la direttrice dell’istituto Cesira Militello ha sospeso i lavori e la mostra non è stata inaugurata. Ora il liceo è di nuovo alla ricerca di una sede dove il proprio evento non verrà censurato, ma il dibattito è appena aperto.

fonte: https://www.fanpage.it/leggi-razziali-a-trieste-la-mostra-degli-studenti-del-petrarca-censurata-dal-sindaco/
http://www.fanpage.it/

Accadde Oggi – Il 15 maggio di 13 anni fa Giorgio Napolitano inizia il mandato come 11° Presidente della Repubblica Italiana – Sì Napolitano, quello che lanciava moniti e firmava qualunque porcata e che ora non molla i suoi privilegi: 880.000 Euro l’anno solo di pensione!!

 

Giorgio Napolitano

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Accadde Oggi – Il 15 maggio di 13 anni fa Giorgio Napolitano inizia il mandato come 11° Presidente della Repubblica Italiana – Sì Napolitano, quello che lanciava moniti e firmava qualunque porcata e che ora non molla i suoi privilegi: 880.000 Euro l’anno solo di pensione!

16 maggio 2016 – L’inizio del mandato di Giorgio Napolitano come 11° Presidente della Repubblica Italiana. Tra moniti e firme di leggi improbabili, ha fatto la storia del Paese… In negativo.

Da Il Fatto Quotidiano:

Napolitano, pensione dorata: chauffeur, maggiordomo. E ufficio da 100 mq

Nonostante i tagli annunciati nel 2007, per i presidenti emeriti della Repubblica rimane una lunga lista di benefit: una segreteria di almeno una decina di persone, un assistente “alla persona”, una serie di linee telefoniche dedicate. Ridurre i privilegi? Il suo ufficio stampa: “Ha avuto impegni tali da non consentirgli di deliberare sulla materia”

Avrà di che consolarsi con il trattamento straordinario che lo aspetta: segreteria, guardarobiere, scorta. Con le dimissioni e l’uscita anticipata dal Quirinale, Giorgio Napolitano perderà la suprema carica, con un annuncio in arrivo probabilmente il 14 gennaio, ma non certo i servizi e i confort che hanno scandito la sua vita quirinalizia. Per lui, come da regolamenti in vigore, non si lesineranno mezzi e benefit, a cominciare dai telefoni satellitari, i collegamenti televisivi e telematici, lo staff nutritissimo e persino l’«addetto alla persona», sì, avete capito bene, proprio l’assistente-inserviente che alla corte inglese di Buckingam Palace più prosaicamente definirebbero “maggiordomo”. Insomma, un trattamento da vero monarca repubblicano al quale è riservato pure il diritto ad utilizzare un’auto con autista, privilegio che spetta anche alle vedove o ai primogeniti degli ex presidenti. Davvero niente male. E se ne era accorto lo stesso Napolitano che, nel 2007, tra le polemiche per le spese quirinalizie e le rivelazioni dei giornali sul trattamento degli ex annunciò tagli solenni. Ma, come Ilfattoquotidiano.it ha potuto verificare, quelle sforbiciate non sono mai arrivate e anche lui potrà dunque tranquillamente continuare a godere di sorprendenti agi e privilegi tra le compassate stanze di Palazzo Madama.

BENTORNATO, PRESIDENTE – Lasciato il Quirinale, Napolitano assumerà infatti le vesti di senatore a vita, carica che ha già ricoperto per pochi mesi dal 23 settembre 2005, quando fu nominato dal suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi, fino alla sua elezione al Colle il 15 maggio 2006. Al Senato, dove insieme allo stesso Ciampi formerà la gloriosa coppia degli ex capi di Stato, Napolitano si sistemerà in una location diversa da quella che lo aveva ospitato per poco più di sette mesi prima di trasferirsi al Quirinale. Il suo vecchio ufficio, infatti, è stato nel frattempo assegnato ad un altro senatore a vita: quel Mario Monti da lui stesso nominato poco tempo prima di diventare presidente del Consiglio. Così, per Napolitano si sono dovuti tirare a lucido gli oltre cento metri quadrati degli uffici di Palazzo Giustiniani con vista su San Ivo a suo tempo occupati da un altro ex illustre inquilino del Colle, il defunto Oscar Luigi Scalfaro.

BENEFIT A VITA – Un “buen retiro” dorato che, allo stipendio dovuto ai comuni senatori eletti, circa 15mila euro mensili netti, tra indennità, rimborsi e ammennicoli vari, sommerà anche una lunga serie di benefit a carico del bilancio della presidenza della Repubblica. Documenti alla mano, si scopre infatti che in forza di un vecchio decreto del 1998 a ciascun presidente emerito spetta innanzitutto il diritto ad utilizzare un dipendente della carriera di concetto o esecutiva del segretariato generale del Quirinale con funzioni di segretario distaccato nel suo nuovo staff. Altri due dipendenti del Colle possono invece essere trasferiti presso la sua abitazione privata romana di via dei Serpenti, con mansioni l’uno di guardarobiere e l’altro di addetto alla persona. Poi ci sono le cosidette “risorse strumentali”: un telefono cellulare o satellitare, un fax e un’altra connessione urbana ultraprotetta, una linea dedicata per il collegamento con il centralino del Quirinale, un’altra per quello con la batteria del Viminale e un allacciamento diretto con gli uffici dei servizi di sicurezza del ministero degli Interni, predisposti in duplicato presso lo studio e l’appartamento privato dell’ex presidente; quindi, collegamenti telematici (anche in questo caso doppi), consultazione delle agenzie di stampa e banche dati, oltre a connessioni televisive a bassa frequenza per la trasmissione dei lavori di Camera e Senato; per ultima, non poteva mancare, ecco l’auto con telefono e chauffeur riservata, vai a capire perché, pure alla vedova o al primogenito dell’ex capo di Stato. E non è finita.

PAGA IL SENATO – Una volta traslocato dal colle del Quirinale agli uffici del Senato, a Napolitano, come a tutti i presidenti emeriti della Repubblica, spettano altre cospicue dotazioni. Ci sono quelle della presidenza del Consiglio, mobilitata per l’utilizzo di treni, navi e aerei; ma ci sono soprattutto le altre poste a carico di Palazzo Madama. Si tratta di una munitissima segreteria composta da una decina di unità: un capo ufficio, tre funzionari, due addetti ai lavori esecutivi, altri due a quelle ausiliari e, a scelta, addirittura un consigliere diplomatico o militare. Una pletora di persone alla quale obbligatoriamente si aggiungono gli agenti di pubblica sicurezza e i carabinieri addetti alla scorta e alle postazioni previste presso le abitazioni private del presidente. A conti fatti, una trentina di persone che forniranno i loro servizi nell’arco delle 24 ore. Non spetta, invece, agli ex inquilini del Colle alcuna liquidazione, assimilabile al Tfr dei comuni lavoratori o all’assegno previsto per i parlamentari non rieletti. Interpellato dal ilFattoquotidiano.it, l’ufficio stampa del Quirinale spiega che «al momento della cessazione dell’incarico di presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano non riceverà alcuna indennità di fine mandato». L’attuale capo dello Stato, aggiungono dal Colle, «ha maturato 38 anni di contributi ma non ha mai beneficiato né beneficerà del vitalizio previsto per gli ex parlamentari in quanto incompatibile dapprima con l’assegno percepito in qualità di eurodeputato (Napolitano lo è stato dal 1999 al 2004, ndr), poi con quello di presidente della Repubblica e, infine, anche con quello di senatore a vita, carica che tornerà a rivestire una volta lasciato il Quirinale».

CHI SPENDING DI PIU’ – Quanto ai tagli ai privilegi degli ex capi di Stato annunciati qualche anno fa, i comunicatori del Colle spiegano a ilfattoquotidiano.it che «il mandato di Napolitano è stato finora caratterizzato da impegni tali da non consentirgli di deliberare sulla materia, ma qualora dovesse decidere di farlo prima della cessazione del suo incarico non intende fare della sua determinazione oggetto di campagna promozionale». Anche per ragioni di opportunità rispetto all’operato dei suoi predecessori. E, in ogni caso, «non è detto che, una volta esaurito il mandato, Napolitano si avvarrà indiscriminatamente delle prerogative previste per gli ex presidenti della Repubblica».
Insomma, prerogative rinunciabili ma solo se l’avente diritto vorrà.

 

Aprite gli occhi sulle fake news! Sono solo un pretesto per imporre la censura.

 

fake news

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Aprite gli occhi sulle fake news! Sono solo un pretesto per imporre la censura.

Non è un caso. E’ un metodo. Con un pretesto, le fake news, e uno scopo finale: mettere a tacere le voci davvero libere. Attenzione, non si tratta di una questione meramente italiana bensì di quella che definirei una “corale internazionale”. Il là lo hanno dato gli Stati Uniti, dove, dopo la vittoria di Trump, è partita una massiccia campagna ispirata dagli ambienti legati al partito democratico con l’entusiastico consenso di quello repubblicano, nella consapevolezza che la prima grande e inaspettata sconfitta dell’establishment che governa gli Usa da decenni non sarebbe avvenuta senza la spinta decisiva dell’informazione non mainstream. A seguire si sono mobilitati diversi Paesi europei, la Germania in primis, ma anche la Gran Bretagna del post Brexit e, ovviamente, l’Italia, del post referendum.

Sia chiaro: il problema delle fake news esiste; soprattutto quando a diffonderle sono società o singoli a fini di lucro. Gli esempi, anche recenti, abbondano. O quando vengono usate dagli haters, gli odiatori, ovviamente senza mai esporsi in prima persona. Ma le soluzioni vanno trovate nel rispetto della libertà d’opinione e nell’ambito del sistema giudiziario del singolo Paese. La diffusione sistematica di notizie false al solo fine di generare visualizzazioni è semplicemente una truffa e in quanto tale va trattata. Il problema degli haters è più complesso. Io da sempre sostengo che bisogna avere il coraggio di mettere la faccia e che l’anonimato assoluto per chi si esprime pubblicamente non sia salutare in una vera democrazia. Anche in questo ambito si possono trovare soluzioni intelligenti ad hoc.

Le proposte che sono state formulate negli ultimi tempi – e guarda caso tutte su iniziativa del Pd – si caratterizzano, invece, per la tendenza da un lato a delegare il giudizio a organismi extragiudiziali – talvolta anche extraterritoriali – dall’altro per l’intenzione di colpire arbitrariamente le parole e dunque, facilmente, anche le idee.

Non mi credete? Eppure è così. Ricordate il decreto Gentiloni sulla schedatura di massa degli utenti web e telefonici e la misura che autorizzava una censura di fatto e contro cui ho condotto una battaglia furibonda su questo blog? La prima misura è da regime autoritario, senza precedenti in democrazia; la seconda delega all’Agcom la facoltà di valutare se un sito viola il diritto di autore e, un caso affermativo, di oscurarlo. Ovvero appropriandosi di funzioni che spettano normalmente alla magistratura.

E leggete la proposta di legge contro le Fake News annunciata da Renzi. Cito una fonte insospettabile, la Repubblica, che la definisce una legge sulle fake news che non parla di fake news. Scrive Andrea Iannuzzi:

Nel ddl elaborato dai senatori Zanda e Filippin si impone ai social network con oltre un milione di utenti la rimozione di contenuti che configurano reati che vanno dalla diffamazione alla pedopornografia, dallo stalking al terrorismo. La valutazione dei reati viene demandata ai gestori delle piattaforme, che di fatto sostituiscono il giudice: la libertà di espressione potrebbe essere a rischio. Previste sanzioni pesanti per chi non rispetta una serie di adempimenti burocratici

Persino la Repubblica – sì proprio il giornale che ha amplificato le denunce di Renzi contro le Fake News – non ha potuto esimersi dall’ammettere che così i giudici non servirebbero più, violando uno dei principi fondanti della nostra civiltà, e dal riconoscere che la libertà di opinione è in pericolo.

E non finisce qui. Sentite cosa dice Marco Carrai, amico e consigliere di Renzi, che in un’intervista al Corriere della Sera rivela:

Stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un “algoritmo verità”, che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa. L’altra idea è creare una piattaforma di natural language processing che analizzi le fonti giornalistiche e gli articoli correlandoli e, attraverso un grafico, segnali le anomalie. A mio avviso ciò dovrebbe essere fatto anche a livello istituzionale.

Traduco: significa che un algoritmo e meccanismi di analisi semantica stabiliranno se un singolo articolo è vero o è una fake news. Scusate, ma io rabbrividisco. Queste sono tecniche da Grande Fratello, e non solo perché i criteri rimarranno inevitabilmente segreti (per impedire che vengano aggirati), ma soprattutto perché così si potranno discriminare le idee, i concetti, bannando quelli che un’autorità esterna (il gestore dei social!) riterrà inappropriati. D’altronde sta già avvenendo su Facebook e su Twitter, dove opinionisti anche conosciuti si sono visti cancellare gli account da un amministratore che, nel migliore dei casi, si presenta con un nome di battesimo (Marco, Jeff o Bill) e che decide che si sono “violate le regole della comunità”. Oggi sono ancora incidenti episodici, ma domani – sotto la minaccia di sanzioni milionarie già ventilate da Renzi – i gestori sboscheranno con l’accetta. E basterà un’”esuberanza semantica”, ad esempio scrivere zingari anziché rom, o accusare un’istituzione di diffondere dati falsi o incompleti per sparire dalla faccia del web.

Perché per gente come Renzi e Carrai e Gentiloni, tutti veri splendidi progressisti, evidentemente non può che esistere una sola Verità. Quella Ufficiale, quella certificata da loro e difesa dagli implacabili gestori dei social media, novelli guardiani dell’ordine costituito.

Cose che possono esistere solo in una “Fake Democracy”. Quella a cui ci vogliono portare.

 

fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/11/28/aprite-gli-occhi-sulle-fake-news-sono-solo-un-pretesto-per-imporre-la-censura-ve-lo-dimostro-qui/

LA GRANDE CENSURA – Tutti i Tg hanno dato ampio risalto ai 2000 in piazza per la manifestazione animalista della Brambilla. Non una parola invece, niente di niente, per i 40.000 (QUARANTAMILA) in piazza a Pesaro contro i vaccini! QUESTO È FASCISMO!

 

CENSURA

.

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

LA GRANDE CENSURA – Tutti i Tg hanno dato ampio risalto ai 2000 in piazza per la manifestazione animalista della Brambilla. Non una parola invece, niente di niente, per i 40.000 (QUARANTAMILA) in piazza a Pesaro contro i vaccini! QUESTO È FASCISMO!

Non siamo contro i vaccini. Vorremmo solo e solamente informazione corretta. E chi impone i vaccini nasconde troppe cose e spara troppe cazzate. QUESTO È FASCISMO!

Da: giornalettismo.com
FREE-VAX PESARO: 40MILA IN PIAZZA, MA I MEDIA NON SE NE ACCORGONO

Una manifestazione che ha visto una partecipazione enorme, quella dei free-vax a Pesaro. Il Parco Miralfiore era una vera e propria distesa di maglie, bandana e cappellini arancioni. Tantissime le famiglie presenti, provenienti da tutta Italia. Ma l’evento non ha avuto affatto copertura mediatica.

FREE-VAX PESARO, IL SILENZIO DEI PRINCIPALI ORGANI D’INFORMAZIONE

Sul posto erano presenti diverse troupe televisive (come quella di Sky e della Rai) ma, nei principali telegiornali di ieri sera, l’evento di Pesaro non ha trovato spazio. O meglio, il Tg La7 e SkyTg24 hanno garantito la diffusione della notizia, ma c’è da registrare il silenzio delle altre testate. Probabilmente, l’orario della manifestazione (dalle 18 alle 21 circa) non ha permesso, per motivi di carattere logistico, ai notiziari andati in onda in quelle ore di preparare i servizi per la messa in onda.

Ma, oltre ai motivi tecnici che hanno impedito la copertura mediatica dell’evento, potrebbe anche esserci una sorta di pregiudizio nei confronti delle ragioni della manifestazione. Questa mattina, infatti, neanche i principali organi della carta stampata hanno scelto di insistere su quanto successo ieri a Pesaro, né i siti d’informazione hanno deciso di inserire nelle loro home page le immagini di un raduno che – stando ai numeri forniti dall’organizzazione – ha messo insieme circa 40mila persone.

Si può essere o meno d’accordo con le posizioni dei cosiddetti free-vax, ma le ragioni di un movimento così vasto andrebbero comunque illustrate. Lo ha capito, ad esempio, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, Partito Democratico, fervente sostenitore del disegno di legge sui vaccini del ministro Beatrice Lorenzin. Secondo gli organizzatori della manifestazione – elemento ribadito sul palco anche dal portavoce David Gramiccioli -, il primo cittadino ha fatto di tutto perché l’evento si svolgesse regolarmente, in nome della libertà di pensiero e di manifestazione.

FREE-VAX PESARO NO, MOVIMENTO ANIMALISTA DI BRAMBILLA SÌ

Per dare la misura della disparità di trattamento riservata alla carica dei free-vax di Pesaro, basti pensare che il raduno del nuovo Movimento Animalista di Michela Brambilla (che ieri ha raccolto circa duemila persone in un corteo dal Colosseo a Piazza Venezia) ha avuto un’ampia copertura mediatica nei telegiornali e nei principali quotidiani in edicola questa mattina. Le 40mila presenze del Parco Miralfiori, invece, non sono riuscite a entrare nemmeno nei trafiletti.

 

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

Paragone

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

 

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

 

di Gianluigi Paragone (Facebook)

Ora Matteo Renzi spieghi perché il suo Pd (assieme a Forza Italia, Nuovo centrodestra e altri) ha respinto la proposta del Movimento 5 stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari arrestati. Si trattava di una sospensione temporanea. Tra l’altro giustificata dal fatto che se uno non lavora in aula (se è agli arresti…) non è giustificata l’indennità. Non solo.

Bisogna smetterla col fatto che i politici abbiano una busta paga sempre ballerina quando si tratta di rispondere alla domanda: ma quanto guadagni? Perché non basta la remunerazione in senso stretto, ci sono altre voci allegati che compongono l’emolumento totale che vengono sempre sottaciute o balbettate. Basta, no? Nel caso specifico dei parlamentari arrestati già siamo in presenza di un “tradimento politico”, ora si aggiunge la beffa delle indennità corrisposte. Ma corrisposte per fare cosa? Per fare gli interessi della collettività o per fare interessi particolari?

Perché allora questa proposta di buon senso etico – non è una parolaccia, cari politici… – è stata bocciata? Spiegatelo guardando in faccia i vostri elettori. Poteva essere un segnale di rottura rispetto all’idea di casta. Questo non è un pessimo esempio. Un pessimo andazzo.

Il Senatore Razzi lo va dicendo da tempo: “fatevi i cazzi vostri” …Il giornalista Paragone non lo sta a sentire, fa troppe denunce scomode e gli censurano il programma “La Gabbia” …Siamo in Italia, Signori, fatevi i cazzi vostri, soprattutto se siete giornalisti…!!!

 

Paragone

 

.

SEGUICI SULLA PAGINA FACEBOOK Banda Bassotti

.

.

Il Senatore Razzi lo va dicendo da tempo: “fatevi i cazzi vostri” …Il giornalista Paragone non lo sta a sentire, fa troppe denunce scomode e gli censurano il programma “La Gabbia” …Siamo in Italia, Signori, fatevi i cazzi vostri, soprattutto se siete giornalisti…!!!

Clamoroso! La7 chiude La Gabbia di Paragone: troppe denunce scomode?

Il giornalista ha riunito la redazione e spiegato che il programma non avrà un’altra stagione. La decisione a poche settimane dall’arrivo del nuovo direttore della rete di Redazione

Roma. Stasera andrà in onda l’ultima puntata de La Gabbia, il programma condotto su La7 da Gianluigi Paragone. Nel pomeriggio, il giornalista ha riunito la sua redazione e spiegato che la trasmissione non avrà una nuova stagione. La decisione giunge a poche settimane dall’arrivo di Andrea Salerno, ex direttore editoriale di Fandango ed ex autore di Gazebo, alla guida della televisione di proprietà di Urbano Cairo. Il nuovo direttore de La7 non ha mai apprezzato lo stile de La Gabbia.

#La Gabbia’, noto programma su La7, ha chiuso i battenti. L’ultima puntata, però, è stata diversa dalle altre perché il conduttore, Gianluigi Paragone, ha voluto dare spazio a un tema scomodo, ovvero la pornografia ai tempi del web. Sono stati mandati in onda anche parti di filmati a luci rosse. In studio, ad esprimere il loro parere sull’argomento, la presentatrice e giornalista Susanna Messaggio e l’attrice a luci rosse #Malena. Le due hanno visioni differenti e sono state protagoniste di un’animata discussione. L’obiettivo della puntata era mettere in risalto come ai tempi di Internet è semplice reperire contenuti ‘spinti’.

Il battibecco tra Susanna Messaggio e Malena

L’ultima puntata de ‘La Gabbia’ è stata a dir poco vivace per diverse ragioni: il tema trattato e il siparietto tra Susanna Messaggio e Malena.

Quest’ultima ha detto di essere rimasta impressionata quando si è resa conto che ragazzini e bambini la conoscono non tanto per la sua partecipazione all’Isola dei Famosi quanto per la sua nuova professione. Secondo lei, grazie alla Rete, i bimbi di oggi osservano contenuti ‘spinti’ prima rispetto ai giovani del passato. L’attrice ha affermato che ci sono bimbi di otto anni che sanno perfettamente che tipo di lavoro svolge. Sebbene Malena pensi che non ci sia nulla di male nella sua professione, ritiene che i bimbi non debbano vedere filmati a luci rosse. Susanna Messaggio, davanti alle parole di Malena, si è indignata ed ha affermato una donna vera non fa una scelta simile a quella della collaboratrice di Siffredi. La giornalista ritiene che Malena abbia problemi di affettività perché altrimenti non svolgerebbe una professione del genere.

Video ‘piccanti’ diffusi dopo la mezzanotte

Susanna Messaggio si è chiesta, durante l’ultima puntata de ‘La Gabbia’, che tipo di mestiere è quello di Malena, ex dem che ha lasciato la politica per diventare una star del cinema a luci rosse. Terminato il battibecco tra l’attrice e la conduttrice, l’atmosfera in studio si è scaldata perché Paragone ha mandato in onda dapprima un servizio sui centri massaggi cinesi a Milano, poi alcuni spezzoni di video ‘piccanti’, ovviamente pixelati. Quando ha constatato il surriscaldamento del clima in studio, il conduttore de ‘La Gabbia’ ha cercato di ‘alleggerire’ la situazione affermando di aver forse osato un po’ nel trasmettere programmi ‘spinti’. Tali spezzoni sono stati trasmessi dopo la mezzanotte, quindi in fascia protetta. L’ultima puntata de ‘La Gabbia’, indubbiamente, farà parlare di sé per molto tempo. #tv

fonte: http://it.blastingnews.com/tv-gossip/2017/06/la-gabbia-chiude-paragone-manda-in-onda-video-piccanti-001777231.html