Indignatevi – nella foto: come l’Isis a insegna ai bambini ad amare e poi usare le armi… Ah, no, scusate. Sono solo i figli dei ricchi e democratici americani. Come non detto, niente indignazione!

armi

 

 

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Indignatevi – nella foto: come l’Isis a insegna ai bambini ad amare e poi usare le armi… Ah, no, scusate. Sono solo i figli dei ricchi e democratici americani. Come non detto, niente indignazione!

Non è solo l’Isis a insegnare ai bambini ad amare e poi usare le armi

La convention della lobby delle armi è stata un festival dei muscoli e della morte. Con adoratori di mitra, pistole e pallottole.

Non sono lo fanatici delle armi. Sono dei veri e propri adoratori di questi strumenti di morti dietro le quali c’è un cinico business. La Nra (National rifle association) è potentissima. Ha finanziato generosamente la campagna elettorale di Trump che li ha subito ricompensati togliendo tutti i pochi vincoli a vendite e uso.

Ha pagato scuole, insegnanti perché ai giovani venisse insegnato fin dai piccoli l’amore per le armi.

Ha opinion leader e opinion maker pagati per influenzare l’opinione pubblica sui media, sui social, tra la gente.

Eppure vedere armi (che servono a uccidere o a far male) nelle mani dei bambini fa ribrezzo. Queste cose tanti pensano siano solo prerogativa dell’Isis o di altri gruppi militari di fanatici.
Non è così. Le armi uccidono. Meno ne girano, meno assassini potenziali saranno in mezzo a noi.

fonte: http://www.globalist.it/world/articolo/2018/05/08/non-e-solo-l-isis-a-insegnare-ai-bambini-ad-amare-e-poi-usare-le-armi-2023955.html

Scurdammoce ‘o passato – Salvini e Di Maio vicini all’accordo: “Si può chiudere in 3 giorni” …!

 

Di Maio

 

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Scurdammoce ‘o passato – Salvini e Di Maio vicini all’accordo: “Si può chiudere in 3 giorni” …!

 

Salvini e Di Maio vicini all’accordo: “Passi avanti su composizione del governo e premier”

Dopo l’ok di Silvio Berlusconi al governo tra MoVimento 5 Stelle e Lega, ma senza il sostegno di Forza Italia, i due leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono incontrati per definire i punti di una possibile intesa. Si parla di temi, ma anche di nomi. I due fanno sapere che ci sono stati “significativi passi avanti sulla composizione del governo e sul presidente del Consiglio”.

È terminato l’incontro iniziato intorno alle 9 di questa mattina tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per definire l’eventuale accordo che porterebbe alla nascita di un governo tra Lega e MoVimento 5 Stelle. I due, al termine del colloquio, hanno diffuso un comunicato congiunto: l’incontro è avvenuto in un “clima positivo per definire il programma e le priorità di governo. Già oggi pomeriggio si terrà la prima riunione con i responsabili tecnici dei diversi settori MoVimento 5 Stelle e Lega”. Per quanto riguarda la composizione dell’esecutivo e il nome del presidente del Consiglio “sono stati fatti significativi passi in avanti nell’ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l’obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese”.

Nel pomeriggio si terrà un incontro che verterà sul programma comune: a prendere parte saranno i tecnici dei due partiti. E Salvini e Di Maio, invece, decideranno quando rivedersi, secondo quanto spiegato da Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, ai cronisti alla Camera dei deputati. Giorgetti ha partecipato all’incontro di questa mattina, in cui era presente, per il MoVimento 5 Stelle, anche Vincenzo Spadafora. Giorgetti non risponde invece a chi gli chiede maggiori informazioni sui nomi che circolano per il governo e sui tempi che si danno le due forze politiche prima di andare al Quirinale a riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Lega e MoVimento 5 Stelle avrebbero chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di attendere qualche altro giorno per definire l’accordo di governo e poi riferire gli ultimi sviluppi al Colle. Secondo quanto si apprende, i due partiti avrebbero chiesto tempo almeno fino a domenica, quindi un punto sulla situazione potrebbe arrivare lunedì. Intanto Salvini ritorna alla sua classica metafora della ruspa, stavolta pubblicandola in foto. In un post su Twitter corredato da una sua foto davanti a una ruspa scrive: “Stiamo lavorando per voi”.

 

 

 

 

 

tratto da: https://www.fanpage.it/live/dopo-il-via-libera-di-berlusconi-salvini-e-di-maio-cercano-l-intesa-sul-presidente-del-consiglio/

Per rinfrescarVi la memoria – Il pacato giudizio del grande Pasquale Squitieri su Matteo Salvini: “cialtrone, imbecille, farabutto, razzista”…!!!

 

Pasquale Squitieri

 

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Per rinfrescarVi la memoria – Il pacato giudizio del grande Pasquale Squitieri su Matteo Salvini: “cialtrone, imbecille, farabutto, razzista”…!!!

Risposta Di Pasquale Squitieri agli insulti di Matteo Salvini contro i Napoletani

 

Peppino Impastato, il ricordo di un amico 40 anni dopo – «A Cinisi dava fastidio da vivo e ne dà ancora da morto»

 

Peppino Impastato

 

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Peppino Impastato, il ricordo di un amico 40 anni dopo – «A Cinisi dava fastidio da vivo e ne dà ancora da morto»

Lui è Faro Sclafani, ferramenta del paese e storico compagno di battaglie del militante ucciso da Cosa nostra nel ’78. Mentre racconta di lui, ancora oggi, non riesce a trattenere il mix di emozioni che lo pervade, dalla nostalgia alla rabbia. Ma c’è anche tanta amarezza: «Qui la mentalità mafiosa regna ancora nella quotidianità»

«Era uno che non poteva sopportare le cose storte. Ha dato tutto, per un’idea, per la dignità, per la bellezza. Eppure, anche a 40 anni dalla sua morte, viene ancora bistrattato». Mentre parla gli occhi gli si riempiono di lacrime, ma le trattiene, non vuole interrompere quel ricordo. Quello che Faro Sclafani regala a MeridioNews è un racconto inedito e personale di quello che fu un compagno di militanza e, prima di tutto, un grande amico, Peppino Impastato. «Era una persona fuori dal comune, un giovane che voleva cambiare le cose in questo paese, uno che ci credeva. Aggregava gli ultimi ma anche chi aveva un minimo di sensibilità a quello che succedeva». E i ricordi dell’amico si legano inevitabilmente a quelli di Cinisi, a com’era e a come è diventata. Alle lotte, ai cambiamenti, alla gente. «Il paese è stato letteralmente smembrato per costruire l’aeroporto di Punta Raisi, che ci ha tagliato tutta la costa. Qui un tempo c’erano terreni che producevano ortaggi, pozzi e asinelli che giravano – racconta -. Questo aeroporto per noi è stato una tragedia, anche se non avevamo terreni era comunque come se ci avessero tagliato la faccia».

Un momento di transizione per il paese, vissuto dai più sensibili come un’occasione per aggregarsi e sollevare le proprie voci di protesta insieme, per chi aveva in gioco invece degli interessi personali come l’ennesima scusa per speculare. «Peppino Impastato dà fastidio a Cinisi, sia da vivo che da morto – aggiunge Faro, senza troppi giri di parole -. Ancora oggi che arrivano spesso cinque-sei pullman al giorno di turisti per visitare Casa Memoria, ma anche il paese, e quindi spendono dei soldi qui tra bar e acquisti vari, molta gente si lamenta ed è infastidita che dopo 40 anni se ne parli ancora, le espressioni sui volti sembrano dire tutte “ah, chi camurria!”». Anche se, di contro, è convinto che al suo amico oggi questa sorta di turismo creato attorno al suo nome non piacerebbe granché. Dal ’78 però non si può dire che qualcosa non sia cambiato, anzi. «È cambiato molto qui, non abbiamo più l’oppressione mafiosa che avevamo prima, non ci sono più certi personaggi, però la mentalità di Cinisi resta la stessa. Io sono di Cinisi, sono nato e cresciuto qui e ancora oggi vivo e lavoro qui, ma mi sono sempre sentito un estraneo rispetto a questo paese, una minoranza».

Malgrado l’amarezza che non nasconde quando parla di Cinisi e dei suoi concittadini, quelli di ieri e di oggi, Faro, cinisaro doc, è qui da sempre. Anche nonostante la delusione per quei cambiamenti che non sono mai arrivati. «I boss importanti ormai sono tutti morti, ma la mentalità mafiosa continua a regnare nella quotidianità, lo vedo nell’atteggiamento di chi pretende anziché domandare o di chi vuole sempre venire prima degli altri, e questo fa male considerando quello che abbiamo avuto e che abbiamo vissuto qui, considerando che da quel ’78 sono passati 40 anni. Non c’è la grande partecipazione che speravo di vedere oggi – dice -. Abbiamo avuto Peppino Impastato, e già solo per questo Cinisi avrebbe dovuto cambiare di più, ma non è stato così». Ma quasi fosse una sorta di resistenza personale, lui qui ci rimane malgrado tutto e tutti. «Resisto, sì, ma col fegato che si arrovella. L’importante è non compromettersi mai, non scendere a patti. Ma a giovani di oggi mancano il coraggio e le occasioni per fare aggregazione. Non stanno insieme, non protestano per niente. Ci sono solo episodi sporadici, fuochi di paglia. Mentre mi ricordo di un Peppino che era un vulcano di idee e che sapeva coinvolgere tutti».

Lui quel 9 maggio 1978 se lo ricorda ancora, lo sa a memoria. «Non si può dimenticare, non importa che siano ormai 40 anni. Quel giorno ho perso un amico – fa una pausa, piange, ma è solo un attimo -. Ero militare a Palermo. Quando ho sentito la notizia per me è stato un dramma, mi ricordo che subito dopo sentii anche di Aldo Moro. Una pagina buia. Mi fa piacere che non ci sia oggi un angolo di mondo che non conosca il suo nome, la sua storia, quello che è stato. C’è gente che viene dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Svezia a visitare la casa, per chiedere di lui, però c’è anche il lato brutto di Cinisi, quello fatto dalla gente che lo denigra ancora, che continua a definirlo, quando va bene, uno che rompeva le scatole, per dirla pulita». E quando va meno male, invece, di lui qualcuno dice di non sapere addirittura nulla e a sentire quel nome scuotono la testa, si girano e vanno via in fretta. «Questo esiste ancora a Cinisi, purtroppo. All’ufficio postale non sapevano nemmeno che era uscito un francobollo per i 40 anni dall’omicidio – racconta -. Un dipendente mi ha detto che non ne sapeva niente, un altro che dovevano ancora arrivare e un terzo che erano già finiti tutti».

Uno scomodo, Peppino Impastato, oggi come ieri, forse. Uno che dava fastidio perché, a sentire i ricordi dell’amico e compagno, «rompeva le regole e gli interessi, anche se minimi. Lui e il suo gruppo disturbavano, indifferentemente a destra e a sinistra. Persino il partito comunista dell’epoca ne aveva preso le distanze – racconta ancora -. Pochi giorni prima che lui morisse, sono venuti qui due grossi dirigenti del partito a fare comizi, ma non contro i mafiosi ma contro il gruppo extraparlamentare di Cinisi secondo loro fatto da figli di papà che giocavano a fare la rivoluzione e che davano fastidio. Lo hanno isolato, anzi, a tutti noi, ci hanno isolato moltissimo. E oggi non è molto diverso da allora. Siamo circa 12mila abitanti, ma almeno a diecimila ancora non piace parlare di Peppino Impastato».

 

tratto da: http://palermo.meridionews.it/articolo/65337/peppino-impastato-il-ricordo-di-un-amico-40-anni-dopo-a-cinisi-dava-fastidio-da-vivo-e-ne-da-ancora-da-morto/

L’accusa della Senatrice del M5S Laura Bottici: “Appena si toccano i vitalizi cominciano le anomalie”…!!

 

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L’accusa della Senatrice del M5S Laura Bottici: “Appena si toccano i vitalizi cominciano le anomalie”…!!

 

“Appena si toccano i vitalizi cominciano le anomalie”.

Lo fa sapere la senatrice del M5S Laura Bottici su Facebook.

L’esponente pentastellata in un post pubblicato sul social network scrive che “la relazione informale degli uffici di Palazzo Madama sul ricalcolo dei vitalizi è stata trasmessa alla Camera senza darne avviso al collegio dei questori”.

Inoltre il collegio dei questori non ha neanche esaminato questa relazione, nonostante Bottici lo avesse richiesto “espressamente”.

Ma cè di più, prosegue la senatrice 5 Stelle.

“A me – spiega – è stato sottoposto un documento che riportava la firma dei tecnici del Senato, ebbene il documento che è stato trasmesso all’altro ramo del Parlamento non riporta nessuna firma”.

E a nome del Movimento 5 Stelle denuncia: “Riteniamo grave questo atteggiamento da parte del questore anziano, Antonio De Poli, che va contro le più elementari regole di trasparenza e che non rispetta i membri del collegio dei questori che avrebbero dovuto esaminare e discutere in merito al contenuto del documento”.

La Bottici afferma poi di ritenere “gravi” le motivazioni di tale atteggiamento, che viene condannato fermamente dai 5 Stelle, i quali ribadiscono che la battaglia per l’abolizione dei vitalizi continuerà in entrambi i rami del Parlamento “con la massima celerità possibile”, nonostante si stia cercando di ostacolare i pentastellati al fine di mantenere il privilegio.

E conclude: “Noi non ci fermeremo, non solo per un discorso di giustizia sociale, ma anche per rispetto di tutti i cittadini che faticano ad arrivare a fine mese e che hanno pensioni sotto la soglia di povertà”.

La settimana scorsa il questore anziano della Camera dei Deputati, il pentastellato Riccardo Fraccaro, aveva denunciato che “puntuale come un orologio svizzero” era scattata la “disinformazione” di Repubblica dopo l’inizio della “Operazione Taglia-Privilegi”.

L’obiettivo del quotidiano dei De Benedetti era, secondo Fraccaro, quello di screditare l’azione del M5S.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/05/08/m5s-appena-si-toccano-i-vitalizi-cominciano-le-anomalie/

Caso Casamonica: …e poi ci sono gli opportunisti che si lanciano come avvoltoi a sfruttare la notizia – La Meloni solidarizza con la disabile italiana, ma ignora il barista rumeno che l’ha difesa!

 

Meloni

 

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Caso Casamonica: …e poi ci sono gli opportunisti che si lanciano come avvoltoi a sfruttare la notizia – La Meloni solidarizza con la disabile italiana, ma ignora il barista rumeno che l’ha difesa!

Casamonica: la Meloni solidarizza con la disabile italiana e ignora il barista rumeno

Sia la donne che l’uomo sono stati picchiati. Tutti e due hanno denunciato sfidando i clan. Come mai questoi ‘doppiopesismo’?

Lei Simona, disabile è stata aggredita e picchiata. Ma anche lui, Roman, il rumeno proprietario del bar, è stato picchiato. E gli energumeni gli hanno anche devastato il locale, provocando ingenti danni.
Secondo voi è giusto solidarizzare con tutti e due? O vale il motto: prima gli italiani?
Chiediamolo a Giorgia Meloni, che non perde occasione per dimostrare quella che è, ossia una post-fascista che raccatta voti cavalcando l’intolleranza e l’insofferenza contro gli stranieri.
La capa di Fratelli d’Italia così ha scritto:
Arrestati i responsabili della vergognosa aggressione ai danni della ragazza disabile nel bar alla Romanina. Di questo non possiamo che ringraziare i nostri uomini in divisa che ancora una volta hanno dato il segnale della presenza dello Stato. TOLLERANZA ZERO verso i criminali!
E il barista rumeno? Ignorato. Poi magari darà la colpa a twitter che obbliga alla sintesi.
Eppure Roman aveva detto: “Ora ho paura, sia per me che per i miei bambini, temo che si possano vendicare. Loro quel giorno non volevano aspettare la fila e la signora Simona mi ha difeso, nessun altro si è messo in mezzo. Li conoscevo ma all’inizio pensavo che la signora stesse assieme a loro, solo dopo ho capito che stavano litigando e che lei mi stava difendendo”.
Solidarietà a Simona e a Roman. Due coraggiosi che si sono ribellati. Lasciamo agli altri guardare il passaporto …
Ps: la sindaca di Roma, Virginia Raggi ha citato tutti e due. Ossia, quando c’è la volontà anche pochi caratteri bastano: “Grazie alle forze dell’ordine per i 4 arresti dopo l’aggressione da parte dei Casamonica ad una donna e a un barista alla Romanina. #LeIstituzioniNonAbbassanoLoSguardo”. Lo scrive su twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi.

fonte: http://www.globalist.it/news/articolo/2018/05/08/casamonica-la-meloni-solidarizza-con-la-disabile-italiana-e-ignora-il-barista-rumeno-2023911.html

Dopo 40 anni Maria Fida Moro, la figlia di Aldo Moro, si ribella: “La verità sulla morte di mio padre è diversa, denuncerò lo Stato Italiano”

Moro

 

 

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Dopo 40 anni Maria Fida Moro, la figlia di Aldo Moro, si ribella: “La verità sulla morte di mio padre è diversa, denuncerò lo Stato Italiano”

La figlia di Aldo Moro, 40 anni dopo: “Denuncerò lo Stato Italiano al Tribunale Internazionale”

Maria Fida Moro, primogenita di Aldo Moro, il Presidente della Democrazia Cristiana rapito e assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio del 1978, in occasione del 40esimo anniversario della scomparsa del padre annuncia alle telecamere di Fanpage.it l’intenzione di voler denunciare lo Stato Italiano al Tribunale Internazionale dei Diritti dell’Uomo dell’Aja: “Denuncio lo Stato al Tribunale dell’Aja, insieme a mio figlio abbiamo realizzato il sito  www.salviamoaldomoro.it su cui abbiamo pubblicato un appello-petizione perché sia applicata la legge in favore delle vittime del terrorismo anche nei confronti di Aldo Moro. Ma soprattutto perché papà non deve essere discriminato a sua volta. Molte persone hanno lucrato su di lui ma nessun politico fino ad oggi ha sostenuto il nostro appello. Infine chiediamo che il lavoro della seconda Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro venga divulgato perché contiene moltissime conclusioni che ribaltano le verità ufficiali”.

 

 

fonte: https://youmedia.fanpage.it/video/al/WvDNp-Sw-eWOtjOk

M5s attacca la Casellati che ha insabbiato l’istruttoria per l’abolizione dei vitalizi al Senato… È scandaloso! …Scusate, ma cosa vi aspettavate dalla pupilla di Berlusconi…?

Casellati

 

 

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M5s attacca la Casellati che ha insabbiato l’istruttoria per l’abolizione dei vitalizi al Senato… È scandaloso! …Scusate, ma cosa vi aspettavate dalla pupilla di Berlusconi…?

 

M5s chiede abolizione dei vitalizi a Casellati: “Al Senato istruttoria ferma, è scandaloso”

Danilo Toninelli, capogruppo M5s al Senato, ha inviato una lettera alla presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Casellati per chiederle che fine abbia fatto l’istruttoria per abolire i vitalizi. E poi attacca: “Sembra che l’istruttoria dei questori stia concludendosi in maniera scandalosa”.

Il MoVimento 5 Stelle torna a parlare dell’abolizione dei vitalizi e, dopo aver annunciato l’istruttoria presentata alla Camera dei deputati per dare il via all’iter, si rivolge alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Danilo Toninelli, ha inviato una lettera alla presidente del Senato per sollecitarla a dare vita all’istruttoria anche a Palazzo Madama. E poco dopo Toninelli attacca esplicitamente gli uffici di presidenza del Senato, dove l’istruttoria sarebbe ferma: “Sembra che l’istruttoria dei questori stia concludendosi in maniera scandalosa, sembra che ci siano profili di incostituzionalità sull’abolizione dei vitalizi. In Parlamento vige l’autodichia e loro stanno dicendo che è costituzionale un privilegio e incostituzionale abolirlo”.

“Le scrivo per chiederle lumi sull’istruttoria che il gruppo del M5s vorrebbe vedere il prima possibile all’esame del consiglio di presidenza”, scrive Toninelli nella lettera facendo esplicito riferimento a quello che definisce il “solerte lavoro compiuto” dai questori della Camera dei deputati. I questori di Montecitorio hanno “completato l’istruttoria per la revisione dei vitalizi, compresi i trattati di reversibilità”, ricorda Toninelli nella missiva inviata a Casellati, nella quella parla anche del “suo dichiarato impegno a favorire un percorso parallelo e coordinato tra i due rami del Parlamento” in tema di abolizione dei vitalizi.

Nella lettera inviata dal rappresentante M5s a Casellati si ribadisce che l’auspicio è quello che “si possa lavorare a partire dai criteri metodologici assunti dall’Ufficio di Presidenza di Montecitorio, vista anche la proficua collaborazione avviata tra il presidente Roberto Fico e il presidente dell’Inps Tito Boeri, in modo da recuperare il tanto invocato allineamento tra le due Camere e dare una pronta risposta ai cittadini su un tema molto sentito dall’opinione pubblica”.

Negli scorsi giorni era stato Riccardo Fraccaro, questore anziano di Montecitorio, a far sapere che era stata presentata l’istruttoria sui vitalizi, considerata come “il primo passo per la loro cancellazione”. Il M5s aveva promesso di dare il via all’iter per l’abolizione dei vitalizi entro 15 giorni seguendo un percorso che avrebbe portato all’approvazione di questa misura nell’Ufficio di presidenza della Camera. In attesa di novità da Montecitorio, dove per ora non si hanno notizie certe sulle tempistiche per l’abolizione dei vitalizi, il M5s chiede quindi che si proceda sin da subito con la stessa misura anche al Senato.

Alla richiesta di Toninelli ha risposto in serata Antonio De Poli, questore anziano di Palazzo Madama: “L’impegno del Senato ad un percorso con la Camera sul tema dei vitalizi non può essere messo in discussione. Gli uffici legislativi e amministrativi dei due rami del Parlamento si sono incontrati ieri per valutare in maniera coordinata gli aspetti di diritto e di metodo. Una riunione che fa seguito a quella che come questori del Senato abbiamo avuto una settimana fa con i colleghi della Camera. Vanno valutati rapidamente ma con attenzione tutti gli aspetti che attengono al piano costituzionale, tecnico e fiscale. Per evitare di fare un lavoro che rischierebbe di essere inutile e demagogico, in contrasto con quelli che sono i reali interessi dei cittadini”.

 

fonte: https://www.fanpage.it/m5s-chiede-abolizione-dei-vitalizi-a-casellati-al-senato-istruttoria-ferma-e-scandaloso/

40 anni senza Peppino Impastato: ucciso dalla mafia, vivo per sempre nei nostri cuori

 

Peppino Impastato

 

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40 anni senza Peppino Impastato: ucciso dalla mafia, vivo per sempre nei nostri cuori

 

Peppino Impastato: ucciso dalla mafia, vivo per sempre nei nostri cuori

Quarant’anni fa l’omicidio. Fu il boss Tano Badalamenti e i suoi picciotti a chiudergli la bocca con una carica di tritolo. Ma la lezione civile di quel ribelle comunista non scolora. E resiste

Quarant’anni sono passati. Era il 9 maggio del 1978, lo stesso giorno in cui le Brigate Rosse facevano ritrovare a Roma il corpo di Aldo Moro, quando Peppino Impastato fu ucciso a Cinisi (Palermo) dalla mafia. Uccisero quel ragazzo giovane, sfrontato e coraggioso, militante dell’estrema sinistra con una carica di tritolo posizionata sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Una vera e propria bomba piazzarono per chiudergli la bocca e per accreditare l’idea di un terrorista dilaniato mentre cercava di compiere un attentato. A Peppino Impastato sono state dedicate canzoni e un film bellissimo, I Cento Passi di Marco Tullio Giordana. Questa era la distanza tra la casa del giovane comunista siciliano e quella del boss Gaetano Badalamenti, che Peppino irrideva e attaccava dai microfoni di Radio Aut. “Don Tano” come lo chiamavano i picciotti di mafia, nell’inchiesta del giudice Rocco Chinnici fu indicato come il mandante dell’omicidio, insieme con il suo braccio destro Vito Palazzolo. Il 5 marzo 2001 la corte d’assise di Palermo li condannò all’ergastolo. Entrambi sono morti in carcere.

A Casa Memoria, dove Peppino visse con l’amatissima mamma Felicia e il fratello Giovanni, arrivano persone, soprtattutto ragazzi, da tutto il mondo, 700 visitatori in un solo giorno, più di cinquantamila in un anno Oggi è un luogo simbolico dice Giovanni Impastato, uno spazio per un ideale “passaggio di testimone”.

E questo è anche il senso del messaggio che i familiari e gli amici di Peppino hanno affidato alle iniziative promosse per i 40 anni dal delitto. Incontri, dibattiti, momenti musicali si concluderanno il 9 maggio con una riflessione su mafia e antimafia dagli anni Settanta a oggi e un intervento sul lavoro e i diritti con l’intervento di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. Sempre il 9 maggio gli studenti che hanno partecipato a un progetto antimafia si ritroveranno davanti al casolare dove venne trovato il corpo di Impastato. “In questi anni – dice il fratello Giovanni – abbiamo coinvolto tante scuole e tanti ragazzi perché a loro vogliamo consegnare una grande storia nella quale si ritrovano i valori della legalità e la difesa dei diritti civili”. “Contro le sopraffazioni bisogna tenere la schiena dritta”, ammoniva mamma Felicia sfidando le convenzioni dell’ambiente e i legami di famiglia con la mafia. Per Giovanni Impastato il “passaggio di testimone” dovrà avere anche un significato educativo. “In questi 40 anni – dice – non ci siamo mai persi dietro pratiche retoriche e messaggi rituali. Abbiamo cercato di affermare invece il grande valore della disobbedienza alle ingiustizie e alle sopraffazioni. E in questo modo abbiamo sottratto spazio e consensi alla cultura mafiosa. Era quello che Peppino faceva. Era così che metteva in movimento tanti ragazzi e ragazze della sua generazione. Adesso toccherà a una nuova generazione far sentire la sua voce e la voce di chi si impegna per la giustizia e la libertà”.
Lo ricordiamo come esempio di libertà e giustizia, Peppino. Lo ricordiamo con una delle sue bellissime poesie:
“I miei occhi giacciono
in fondo al mare
nel cuore delle alghe
e dei coralli.
Seduto se ne stava
e silenzioso
stretto a tenaglia
tra il cielo e la terra
e gli occhi
fissi nell’abisso”.

 

 

tratto da: http://www.globalist.it/news/articolo/2018/05/07/peppino-impastato-ucciso-dalla-mafia-vivo-per-sempre-nei-nostri-cuori-2023877.html

Mentre proseguono le consultazioni al Quirinale, agli Italiani forse sfugge che i parlamentari da due mesi percepiscono uno stipendio senza fare una beata minchia! La proposta del Codacons: fermare questo spreco inaccettabile di fondi pubblici dimezzando gli stipendi dei parlamentari!

 

consultazioni

 

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Mentre proseguono le consultazioni al Quirinale, agli Italiani forse sfugge che i parlamentari da due mesi percepiscono uno stipendio senza fare una beata minchia! La proposta del Codacons: fermare questo spreco inaccettabile di fondi pubblici dimezzando gli stipendi dei parlamentari!

 

GOVERNO: CODACONS CHIEDE A CAMERA E SENATO DI DIMEZZARE SUBITO I COMPENSI DEI PARLAMENTARI

BLOCCO LAVORI CAMERE IN ATTESA DI TROVARE MAGGIORANZA DI GOVERNO DETERMINA SPRECHI PER MILIONI DI EURO A DANNO DELLA COLLETTIVITA’ E RISCHIA DI DETERMINARE PECULATO

L’ART. 1460 DEL CODICE CIVILE VIETA DI PAGARE CHI NON ADEMPIE LA PROPRIA OBBLIGAZIONE

Con una istanza inviata ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei vari partiti presenti in Parlamento, il Codacons chiede oggi di dimezzare i compensi percepiti da Deputati e Senatori eletti a seguito delle ultime votazioni del 4 marzo. Alla base della richiesta dell’associazione, il blocco dei lavori parlamentari, con le Commissioni inattive in attesa della formazione del nuovo Governo.
Scrive il Codacons nell’atto:
“Si assiste in maniera surreale e apparentemente illegittima ad una clamorosa “impasse parlamentare” con le Camere ferme da due mesi e l’impossibilità di procedere alla formazione delle Commissioni e alla formazione di un Governo che possa garantire stabilità al paese, con evidente e conseguente danno non solo per la collettività ma per l’economia del paese. Una situazione che deve necessariamente essere accertata poiché in caso di responsabilità degli attuali parlamentari in carica e dei membri del governo in carica potrebbero sorgere fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di Malversazione a danno dello Stato e Omissione di atti d’ufficio, oltre che possibili illeciti fonte di danno erariale”. Considerata inoltre la natura di pubblici ufficiali dei parlamentari, il rischio è anche il realizzarsi del reato di “peculato” in relazione all’appropriazione indebita di soldi pubblici.
“In sostanza i parlamentari italiani percepiscono da due mesi uno stipendio senza lavorare – spiega il presidente Carlo Rienzi – Uno spreco inaccettabile di soldi pubblici e una violazione delle norme vigenti. L’art. 1460 del codice civile stabilisce infatti che si possa rifiutare di adempiere ad una obbligazione se la controparte non adempie la propria; una fattispecie che trova riscontro nella situazione odierna del Parlamento, con gli italiani che pagano i compensi di Deputati e Senatori (e quindi adempiono la propria obbligazione) senza ottenere tuttavia la controprestazione dei lavori parlamentari”.
Per tale motivo il Codacons ha chiesto oggi a Camera e Senato e ai partiti politici di ridurre del 50% gli emolumenti spettanti a Deputati e Senatori, almeno fino al momento in cui il Parlamento non tornerà ad operare in modo regolare attraverso le sue Commissioni.

fonte: https://codacons.it/governo-codacons-chiede-a-camera-e-senato-di-dimezzare-subito-i-compensi-dei-parlamentari/