#SENZADIME …sono giorni che mi chiedo: ma dove cazzo erano gli eroi del #senzadime quando al Nazareno si pianificava il futuro del Paese con un delinquente incandidabile o quando si governava con Verdini e Alfano o quando si distruggeva il Paese…

 

#senzadime

 

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#SENZADIME …sono giorni che mi chiedo: ma dove cazzo erano gli eroi del #senzadime quando al Nazareno si pianificava il futuro del Paese con un delinquente incandidabile o quando si governava con Verdini e Alfano o quando si distruggeva il Paese…

 

Dove erano i #senzadime quando Renzi umiliava il Pd con la feccia della politica italiana?

Non ne ha fatta una giusta il leader del Pd-#senzadime… Se ne è accorta anche la Gente. Parliamo di uno che ha ereditato un Partito al 40% e lo ha portato al 18%…

Come è possibile dare fiducia ad un incapace del genere?

E non dimenticate che se oggi non è possibile fare un governo è perché il Pd di Renzi-Gentiloni, con la complicità del Berlusca hanno varato una legge elettorale del cazzo che aveva l’unico scopo di non dare una vittoria scontata ai Cinquestelle.

Insomma, come gli Unni di Attila spargevano il sale sui territori che devastavano perché “non crescesse più l’erba”, così i Pidioti si sono inventati una legge elettorale fatta apposta per non far vincere il M5s, ma soprattutto per rendere il Paese ingovernabile…

E per farla passare sono stati necessari ben otto voti di fiducia

Cari #senzadime, ci avete messo nella merda Voi ed i vostri complici impresentabili. E con questa legge elettorale avete fatto in modo che anche dopo di voi da questa merda non se ne potesse più uscire.

Siete solo dei criminali che scientemente avete messo in ginocchio l’Italia. Dei criminali nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli…

Da un Ex Comunista. Nauseato da questa lordura che qualcuno chiama ancora “sinistra”. Simpatizzante 5stelle finché non hanno dichiarato di voler fare un governo con la feccia degli altri partiti. Da un nauseato: andateveaffaculo!

 

by Eles

 

 

Leggo una dopo l’altra 3 notizie: “Ricchezza, Fmi: gli spagnoli sorpassano gli italiani” – “Disoccupazione, Eurostat: peggio dell’Italia solo la Grecia” – “Renzi: nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta” …Com’è che mi viene una gran voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

 

Renzi

 

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Leggo una dopo l’altra 3 notizie: “Ricchezza, Fmi: gli spagnoli sorpassano gli italiani” – “Disoccupazione, Eurostat: peggio dell’Italia solo la Grecia” – “Renzi: nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta” …Com’è che mi viene una gran voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

 

DISOCCUPAZIONE, EUROSTAT: PEGGIO DELL’ITALIA SOLO LA GRECIA

BRUXELLES, 20 APR – L’Italia è penultima in Ue per il livello di occupazione, con il 62,3% nel 2017 nella fascia tra i 20 e i 64 anni. Fa peggio solo la Grecia con il 57,8%. Lo si legge nei dati Eurostat riferiti al 2017.

L’Italia è anche il penultimo Paese in Ue per donne occupate (con il 52,5%). Resta molto ampio il divario tra l’occupazione degli uomini e delle donne con l’Italia che registra 19,8 punti di differenza, lo scarto peggiore dopo Malta. Mentre l’occupazione complessiva è cresciuta in Europa di 1,1 punti percentuali (arrivando al 72,2% nella fascia di età considerata) in Italia è avanzata solo di 0,7 punti rispetto al 2016, molto meno degli altri Paesi in fondo alla classifica (+1,6 punti rispettivamente per la Grecia e la Spagna).

E’ cresciuta nel nostro Paese in modo significativo l’occupazione delle persone tra i 55 e i 64 anni con il passaggio dal 50,3% al 52,2% in linea con l’andamento complessivo e in avvicinamento con la media Ue per la fascia più anziana al lavoro (57,1%).

via: ImolaOggi

 

Fmi, spagnoli più ricchi degli italiani: sorpasso nel 2017

La Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d’acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dell’Italia. E nei prossimi anni andrà peggio. I dati sul reddito pubblicati dal World Economic Outlook e rielaborati dal Financial Times

La Spagna sorpassa l’Italia per Pil procapite. Lo schiaffo di Madrid a Roma è arrivato lo scorso anno, nel 2017. Lo indicano i dati sul reddito pubblicati dal World economic Outlook dell’Fmi e rielaborati ieri dal Financial Times. La tabella del Fondo dà soltanto l’indicazione del ritmo di crescita del Pil pro capite che tuttavia non lascia spazio a dubbi: dal 2015 in Spagna ha segnato tassi di incremento superiori al 3 per cento, più del doppio rispetto all’Italia. Così nel 2017, dopo tre anni di incrementi più forti, è avvenuto il sorpasso: la Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d’acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dollari dell’Italia. Dunque una differenza di oltre 140 dollari.

continua a leggere su: LaRepubblica.it

 

Renzi fa ancora lo spavaldo: “Nel 2014 in 45 giorni avevamo già dato svolta”

“Nel 2014, quando siamo andati al Governo, non avevamo tempo. Avevamo l’acqua alla gola. Nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto dare la svolta. Nei primi 45 giorni – gli stessi che ci separano dal voto del 4 marzo – avevamo già approvato le misure di urgenza: gli 80 euro, il tetto ai dirigenti pubblici, la diminuzione dell’Irap per le aziende, i primi decreti legge su PA e Lavoro”

tratto da: Il Giornale

 

Ovviamente quelle di Renzi sono solo palle… La verità che hanno fallito miseramente qualunque cosa hanno fatto. Hanno affossato e distrutto il Paese e le conseguenze le paghiamo NOI

…E questo fa pure lo spavaldo…

Com’è che mi viene un’irrefrenabile voglia di andarlo a prendere a calci in culo?

Salvini esibisce la sua fedeltà: “niente governo senza Berlusconi” …ovviamente avrà già pensato a come giustificare ai Kamerati leghisti perché fare un Governo con un Condannato…!

 

Salvini

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Salvini esibisce la sua fedeltà: “niente governo senza Berlusconi” …ovviamente avrà già pensato a come giustificare ai Kamerati leghisti perché fare un Governo con un Condannato…!

Lo ha confermato oggi.

Salvini, pur senza chiudere la porta ai Cinquestelle, ha confermato la sua fedeltà a Berlusconi.

Sì ad ogni intesa, ma con il buon Silvio.

Ovviamente, ancora una volta, calpestando quella che una volta si chiamava “coerenza”

Adesso siamo noi curiosi di sentire come faranno i Kamerati della lega, sia in Parlamento che su Facebook, a giustificare il fatto che vogliono un Governo con un Condannato…

 

by Eles

Dedicato a quel 18% che ancora ha lo stomaco di votare Pd: Il costo del salvataggio delle banche degli amici di Renzi costa caro agli Italiani: solo per le banche Venete parliamo di 662 euro a famiglia! Ma non vi preoccupare, ora che sono all’opposizione…

 

banche

 

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Dedicato a quel 18% che ancora ha lo stomaco di votare Pd: Il costo del salvataggio delle banche degli amici di Renzi costa caro agli Italiani: solo per le banche Venete parliamo di 662 euro a famiglia! Ma non vi preoccupare, ora che sono all’opposizione…

 

EUROSTAT, DA BANCHE VENETE IMPATTO DEFICIT 4,7 MLD, DEBITO PER 11,2 MILIARDI

CODACONS: SALVATAGGIO VENETO BANCA E BPVI COSTATO 662 EURO A FAMIGLIA. VERGOGNA! ANCORA UNA VOLTA COLLETTIVITA’ PAGA CRISI BANCARIE

Il salvataggio delle banche venete da parte dello Stato avrà un impatto sul deficit e sul debito pubblico, e il costo totale dell’operazione sarà pari a 662 euro per ogni singola famiglia italiana.
Lo afferma il Codacons, commentando i dati dell’Eurostat secondo cui l’impatto sul deficit delle operazioni Veneto Banca e Popolare di Vicenza è stato di 4,7 miliardi sul deficit e 11,2 miliardi sul debito.
“In parole povere è come se ogni famiglia sia stata costretta a pagare 662 euro ciascuna per finanziare il salvataggio delle due banche – afferma il presidente Carlo Rienzi – E’ una vergogna che ancora una volta il Governo abbia messo le mani in tasca agli italiani per salvare le banche ridotte al fallimento da una mala-gestione i cui costi vengono scaricati sulla collettività. I cittadini si ritrovano doppiamente danneggiati dalla crisi di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza: una prima volta attraverso il crollo delle azioni delle due banche, già costato 19 miliardi di euro ai risparmiatori assieme agli aumenti di capitale e alle perdite degli ultimi anni, la seconda volta attraverso le risorse pubbliche che il Governo mette a disposizione del salvataggio, soldi che impattano su debito e deficit e che potrebbero essere destinati a ridurre le tasse o completare le opere da: incompiute” – conclude Rienzi.

da: https://codacons.it/eurostat-da-banche-venete-impatto-deficit-47-mld-debito-per-112-miliardi/

Banche salvate dallo Stato: l’impatto sui conti è disastroso. Il Governo ha mentito: il deficit sale al 2,3% del Pil

Il Governo può esibire un’argomentazione, semplice e incontrovertibile: far fallire le banche finite tecnicamente in default negli anni scorsi avrebbe presentato al Paese un conto molto di più salato rispetto a quello che alla fine andremo a pagare. Qui il futuro è d’obbligo, perché la montagna di soldi impegnata dallo Stato, in aggiunta a quelli fatti spintaneamente buttar via a Fondazioni e altri privati, andranno ad aumentare il nostro già poderoso debito pubblico, oltre al deficit. Un finale mica tanto difficile da prevedere, ma di fronte al quale sempre lo stesso Governo ha mentito a tutti: agli italiani e a chi ci controlla i conti in Europa. Un giochetto che ieri l’Istat ha dovuto scoprire, confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi. Proprio per l’effetto dei salvataggio delle banche in difficoltà, il rapporto deficit Pil nel 2017 è salito dall’1,9% previsto nella precedente stima al 2,3%. A confronto con il 2016 l’incidenza dell’indebitamento sul Pil migliora (era 2,5%), ma questo è effetto essenzialmente delle politiche monetarie accomodanti della Bce e di altri fattori di politica economica espansiva esterni al nostro Paese e del tutto irripetibili. Resta perciò una piena responsabilità di chi ha legittimamente utilizzato il denaro pubblico per salvare le banche, ben attento non solo nel tacere il reale impatto di questa operazione finanziaria sui conti pubblici, ma anche nel sottostimare gli effetti di tanta spesa nelle informazioni ufficiali al Parlamento, all’Unione europea e ai mercati.

Fatte passare le urne – Un gioco del silenzio al quale adesso non appare estranea pure l’Eurostat, cioè l’istituto di statistica Ue, al quale la nostra Istat aveva chiesto il 4 agosto 2017, attraverso l’apposita procedura, un parere sulle modalità di registrazione delle operazioni sulle banche. Parere che è arrivato solo qualche giorno fa, manco fosse stato spedito con la diligenza al tempo di indiani e cowboy. Otto mesi di attesa, durante i quali è stata sottratta un’informazione tanto rilevante anche rispetto all’orientamento degli elettori chiamati nel frattempo alle urne. Complessivamente le operazioni sulle banche in difficoltà hanno impattato per circa 6,3 miliardi sull’indebitamento 2017. L’Istat ha spiegato che la contabilizzazione del salvataggio delle banche venete corrisponde a un trasferimento in conto capitale di 4,756 miliardi, secondo le indicazioni di Eurostat. A ciò vanno aggiunti 1,6 miliardi delle operazioni relative a Monte dei Paschi di Siena (ricapitalizzazione e ristoro dei “junior bondholders”). Cifra, questa, rivista (era stata calcolata in 1,1 miliardi). Parallelamente è salito anche il debito pubblico, che nel 2017 è arrivato alla cifra astronomica di 2.263 miliardi, ossia il 131,8% del Pil (la precedente stima basata anche sui dati del Governo era al 131,5%). Il valore totale risulta pure qui in calo rispetto al 2016, quando era del 132,0%, ma vale lo stesso discorso del deficit per quanto riguarda l’effetto di fattori esterni e in ogni caso il dato è superiore all’indicazione contenuta nella nota di aggiornamento al Def (131,6%). Ora che i dati sono tutti sul tavolo si possono fare tanti discorsi, persino sulla ineludibilità delle scelte fatte dal Governo impegnando una barca di soldi per salvare le banche, ma tutto questo doveva essere detto a chi alla fine dovrà scucire questi miliardi. Una comunicazione non facile, certo, soprattutto in tempi di campagna elettorale, ma qui è accaduto qualcosa di politicamente incredibile, per non dire disgustoso. Il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, che ha taciuto l’impatto dei quattrini dati alla banche sui nostri deficit e debito poi si è candidato per il Parlamento a Siena, cioè l’epicentro con il Veneto di quel sistema finanziario marcio beneficiato dai soldi pubblici, oltre che dal suo silenzio.

da: http://www.lanotiziagiornale.it/banche-salvate-dallo-stato-limpatto-sui-conti-e-disastroso-il-governo-ha-mentito-il-deficit-sale-al-23-del-pil/

Il Pd è quel dove una come la Morani si straccia le vesti perché Fico spende ben 8 Euro al giorno di Taxi, ma scodinzola intorno a Renzi che si è “regalato”, a spese della Gente, un aereo che costa 40.000 Euro al giorno…!

 

Morani

 

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Il Pd è quel dove una come la Morani si straccia le vesti perché Fico spende ben 8 Euro al giorno di Taxi, ma scodinzola intorno a Renzi che si è “regalato”, a spese della Gente, un aereo che costa 40.000 Euro al giorno…!

 

L’anima del Pd di Renzi è sintetizzata nella figura della Morani. Una che di sinistra non ha neanche la faccia. Una che come apre bocca già sai che ti sta prendendo per il culo. Un volto da snob, ma quando ce l’hai vicina una controllatina al portafogli, se c’è ancora, la dai…

Già sai che, come Renzi e tutti i suoi lacché, ogni sua dichiarazione, ogni parola che le esce di bocca è falsa o una cazzata.

Ecco il suo disperato sfogo su Twitter:

Una domanda per il Presidente Fico: se non ha cambiato abitudini e ha continuato a venire a Montecitorio con l’autobus, in questi 5 anni come ha fatto a spendere 15.180,60 euro di taxi e solo 314 di bus e Metro? Ci potrebbe spiegare? Grazie

Fico non si è degnato a rispondere…

Neo commenti qualcuno ha cercato di farle capire che in 5 anni 8 Euro al giorno non sono poi così tanti… I più hanno evitato di infierire…

Questi sono quelli del Pd: 8 Euro al giorno di Taxi sono tanti. Lo sfizio del cazzo che Renzi si è concesso, a spese nostre è normale…

Bersani kasciò un partito al 40% …Renzi ed i suoi lacché lo hanno portato al 18% …Perché? …Ecco quale domanda si dovrebbe fare questa ebete…

 

by Eles

Avete fatto caso che in Italia nessuno si suicida più? Ma forse è solo perché il regime di Renzi ha ordinato a Tg e giornali di non parlarne… Ecco la lettera lasciata da un imprenditore, uno dei 6 ogni mese, nel solo Veneto, si ammazza… Leggete e rabbrividite…

 

regime

 

 

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Avete fatto caso che in Italia nessuno si suicida più? Ma forse è solo perché il regime di Renzi ha ordinato a Tg e giornali di non parlarne… Ecco la lettera lasciata da un imprenditore, uno dei 6 ogni mese, nel solo Veneto, si ammazza… Leggete e rabbrividite…

 

6 IMPRENDITORI SUICIDI OGNI MESE SOLO IN VENETO.

“Io sono un lavoratore che da lavoro ad altri 10 padri di famiglia per anni ho dovuto lavorare con tariffe imposte da società che stanno creando povertà. 11,75 euro per ogni ora di lavoro e con cui avrei dovuto pagare le buste paghe, gli f24, la banca, le materie prime e ricavarci anche un minimo di guadagno per sostenere la mia famiglia.

Non ce l’ho più fatta e in questi giorni l’Agenzia delle Entrate mi ha pignorato il conto corrente, storia chiusa, non posso più lavorare, dare lavoro, pagare né tasse e né lavoratori. Ho parlato con avvocati, con i sindacalisti ho tentato di denunciare il ”cartello”, ma niente. Per tutti loro il cretino sono io.

So che la notizia di un imprenditore che si è ammazzato perché strozzato non fa più clamore, ma non farò calpestare anche la mia dignità, per questo tolgo il disturbo.

Chiedo scusa ai miei lavoratori, chiedo scusa ai miei familiari e a Gesù Cristo, che mi possano perdonare. E’ da giorni che rifletto, e per difendere la mia dignità la conclusione più ovvia è quella di togliere il disturbo.

– Un imprenditore scemo e stupido Padovano.”

Questo testo è una parte della lettera ricevuta e ricondivisa dalla Federcontribuenti, nel tentativo di risalire all’imprenditore ed evitare il gesto. Il presidente Marco Paccagnella ha dichiarato:

“Aiutateci a trovare questo imprenditore che ci ha affidato la sua intenzione di farla finita. Magari qualcuno leggendo potrà riconoscere il dramma del propriò papà, marito, amico. A lui dico di contattarmi subito perchè non si è mai soli e perchè questa battaglia possiamo vincerla insieme.”

Solitamente alla Federcontribuenti giungono richieste di aiuto, ”ma questa lettera sembra più una macabra confessione, l’annuncio di un gesto che dobbiamo evitare”.

Secondo Federcontribuenti i suicidi in Veneto sono ”almeno sei al mese, quelli che contiamo tra imprenditori in difficoltà.”

Queste persone non muoiono a caso. Queste persone, che hanno nomi, volti, storie… sono tutte vittime di un sistema politico malato chiamato euro, austerity e Unione Europea, creato per distruggere la nostra economia nazionale, e con essa, le nostre vite.

Dobbiamo dire basta a questo massacro.
Non possiamo più continuare così.

 

tratto da: https://www.facebook.com/PIIGSTheMovie/photos/a.1677732565880218.1073741829.1677725249214283/1999740757012729/?type=3&theater

Rifletteteci. Al Pd di Renzi non è bastato distruggere il Paese. Hanno sparso sale come gli Unni di Attila, facendo passare, con ben otto voti di fiducia, l’attuale legge elettorale affinchè dopo il loro schifo, l’Italia rimanesse ingovernabile. Rendetevi conto, sono solo degli sporchi criminali.

 

Renzi

 

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Rifletteteci. Al Pd di Renzi non è bastato distruggere il Paese. Hanno sparso sale come gli Unni di Attila, facendo passare, con ben otto voti di fiducia, l’attuale legge elettorale affinchè dopo il loro schifo, l’Italia rimanesse ingovernabile. Rendetevi conto, sono solo degli sporchi criminali.

Non una riforma, non un’azione politica, non una legge, non un provvedimento, non una sola idea che non si sia poi rilevata un disastro.

Dove si è potuto, in qualche modo si è cercati di arginarli (vedi il Referendum del 4 dicembre 2016, quando gli Italiani si sono mobilitati in massa per urlare in faccia a questi delinquenti quanto la loro riforma della Costituzione facesse cagare).

In altri casi il disastro è stato epocale (vedi il jobs Act e le conseguenze che stiamo pagando, soprattutto con i nostri giovani).

L’ultima che in ordine cronologico è venuta fuori è il disastro del trattato di Trattato di Caen a firma di Gentiloni. Uno sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – con cui il Governo Renzi regalava alla Francia porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro.

La Farnesina si è affrettata a precisare: “nessuna cessione di acque territoriali ai Francesi. Il trattato non è stato ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico”

Ok, non ha effetto perchè non è stato ratificato, ma perchè Gentiloni, quale Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi, LO HA SOTTOSCRITTO?

E dopo tutto questo? Quando hanno capito che la gente non li avrebbe mai votati cosa hanno fatto? L’atto più spregevole che potessero compiere.

Come gli Unni di Attila spargevano il sale sui territori che devastavano perché “non crescesse più l’erba”, così si sono inventati una legge elettorale fatta apposta per non far vincere il M5s, ma soprattutto per rendere il Paese ingovernabile…

Per farla passare sono stati necessari ben otto voti di fiducia, ed i risultati li vediamo tutti…

Ci hanno messo nella merda e con quest’ultima porcata hanno fatto in modo che anche dopo di loro non ne potessimo più uscire.

Sono dei criminali che scientemente hanno messo in ginocchio l’Italia.

Dei criminali nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli…

Vi prego di ricordarlo e soprattutto di ricordare, uno per uno, i loro nomi…!

 

by Eles

Il Jobs Act ha ucciso il lavoro stabile. I numeri

Jobs Act

 

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Il Jobs Act ha ucciso il lavoro stabile. I numeri

I dati del nuovo rapporto sulla qualità del lavoro della Fondazione Giuseppe di Vittorio, Fdv Cgil

Per il Jobs Act, la riforma del lavoro divenuta uno dei cavalli di battaglia dell’esperienza governativa di Matteo Renzi, è tempo di bilanci. Dopo i numeri dell’Istat negli scorsi mesi, ecco il rapporto sulla qualità del lavoro della Fondazione Giuseppe di Vittorio, Fdv Cgil, che sottolinea fra l’altro come gli ultimi quattro anni, dall’inizio del 2014 alla fine del 2017, abbiano visto una crescita dell’occupazione, ma solo un recupero parziale delle ore lavorate. Per le politiche del lavoro in Italia c’è ancora tanto da fare.

“Questo – si legge nello studio – è strettamente collegato al carattere dell’occupazione: a dispetto dei proclami che hanno accompagnato il Jobs Act e l’introduzione del contratto a tutele crescenti, infatti, dal 2015 al 2017 il numero di assunzioni a tempo indeterminato è crollato dai 2 milioni del 2015 (anno dell’esonero contributivo per 36 mesi), ad 1 milione 176mila del 2017 (-41,5%) a fronte di un notevole incremento delle assunzioni a termine (da 3 milioni 463mila del 2015 a 4 milioni 812mila del 2017, pari a +38,9%). La variazione netta totale (attivazioni-cessazioni) nei 12 mesi (gennaio-dicembre) del numero di rapporti di lavoro a tempo indeterminato è passata così da +887mila del 2015 a -117mila del 2017; contestualmente, la variazione netta dei rapporti a termine, negativa nel 2015 (-216mila) è tornata positiva nel 2016 (+248mila) ed è arrivata nel 2017 a +537mila”.

Nel rapporto si rileva come il rapporto a termine non sia, “nella grandissima maggioranza dei casi, una scelta del lavoratore, ma una soluzione imposta”. La nuova occupazione a termine, peraltro, è sempre più part-time. Circa la metà dell’incremento delle assunzioni a termine registrato tra il 2015 e il 2017 (+1 milione 349mila), infatti, è imputabile a rapporti a tempo parziale (+689mila): nel 2015 le assunzioni con contratti a termine part-time sono state 1 milione 248mila e nel 2017 sono salite a 1 milione 937mila (+55,2%).

IL LAVORO NELL’AREA DI DISAGIO – L’area del disagio – quell’area costituita dagli occupati in età compresa tra 15 e 64 anni che svolgono un’attività di carattere temporaneo (dipendenti o collaboratori) perché non hanno trovato un’occupazione stabile (temporanei involontari), oppure sono impegnati a tempo parziale (anche autonomi) perché non hanno trovato un’occupazione a tempo pieno (part-time involontari) – continua a crescere e conta nei primi nove mesi del 2017 il numero record di 4 milioni e 571mila persone (di cui 2 milioni 784mila temporanei involontari e 1 milione 787mila part-time involontari). Rispetto ai primi nove mesi del 2013, nell’arco degli ultimi 4 anni, l’aumento dell’area è stimato nell’ordine di +465mila persone, pari a +10,2%.

ORE LAVORATE – Il numero di ore lavorate, rispetto al primo trimestre 2008, risulta ancora nettamente sotto il picco pre-crisi (-5,8%) pari a 667 milioni di ore lavorate in meno, come anche il numero di unità di lavoro (-4,7%), pari a quasi 1,2 milioni di Ula in meno rispetto al primo trimestre 2008 e occupati -1,2%.

Il tasso di occupazione, che risente anche del contestuale aumento della popolazione in età lavorativa, si attesta nel quarto trimestre 2017 al 58,1%, sette decimi di punto sotto il livello raggiunto nella prima metà del 2008. Ma nonostante il recupero in termini di occupati, la quantità di lavoro – espressa in termini di ore lavorate e di unità di lavoro a tempo pieno – è nettamente inferiore al livello pre-crisi.

Di Qui Finanza – in collaborazione con Adnkronos

Trattato di Caen – La Farnesina precisa: nessuna cessione di acque territoriali ai Francesi. Il trattato non è stato ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico. Ok, ma perchè non ci spiegano com’è che Gentiloni, quale Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi, LO HA SOTTOSCRITTO?

Trattato di Caen

 

 

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Trattato di Caen – La Farnesina precisa: nessuna cessione di acque territoriali ai Francesi. Il trattato non è stato ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico. Ok, ma perchè non ci spiegano com’è che Gentiloni, quale Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi, LO HA SOTTOSCRITTO?

Ve ne abbiamo già parlato:

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

 

Lo scontro su Trattato di Caen

Italia-Francia. Farnesina: nessuna cessione di acque territoriali.

L’accordo (sottoscritto nel 2015) prevede che dal prossimo 25 marzo decine di miglia marittime ci verranno sottratte per passare sotto il controllo della Francia.

Il Ministero degli esteri insiste: il nostro Paese non lo ha ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico

La notizia di possibili cessioni di acque territoriali alla Francia è priva di ogni fondamento. Lo precisa la Farnesina, “relativamente alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici”. Nella nota non è fatto alcun nome, ma appare evidente il riferimento al Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che sul suo profilo Facebook aveva postato: “In assenza di un intervento del governo italiano, il 25 marzo entrerà in vigore il Trattato di Caen con il quale verranno scandalosamente sottratti al Mare di Sardegna e al Mar Ligure alcune zone molto pescose e il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato”, ha scritto Meloni.  “Per questo Fratelli d’Italia intima il governo in carica ad agire immediatamente per interrompere la procedura unilaterale di ratifica attivata dalla Francia presso Bruxelles, che in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure i tratti di mare in questione alla Francia arrecando un gravissimo danno ai nostri interessi nazionali”. “Chiediamo, inoltre, l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella affinché questo trattato, che comporta variazioni del territorio italiano”, ha aggiunto la leader di FdI, “sia sottoposto al voto di ratifica del Parlamento come previsto dall’articolo 80 della nostra Costituzione”. Meloni annuncia anche di aver presentato con Guido Crosetto “un esposto alla Procura di Roma contro Paolo Gentiloni per fare piena luce su questa storia dai contorni torbidi”. La Farnesina spiega che “l’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici”.

L’ambasciata – dice ancora la Farnesina – riconosce che ‘le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)‘ e aggiunge che ‘esse saranno corrette al più presto possibile’”.

Infine, dal ministero degli Esteri italiano sottolineano che “a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente”.

Insomma… Il trattato c’è ma non sarà ratificato.

Ma qualcuno ci spiega perchè Gentiloni lo ha firmato?

L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

 

mare

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L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

Ve ne abbiamo già parlato:

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

Cessioni alla Francia, ammiraglio De Giorgi: l’Italia ha rinunciato a porzioni di mare

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Non tutti lo sanno ma con un accordo firmato a Caen nel marzo 2015 tra Italia e Francia, erano stati revisionati i nostri confini marittimi. L’accordo, derivante da un negoziato cominciato nel 2006 e terminato 6 anni più tardi secondo il ministero degli Esteri sarebbe stato “necessario al fine di definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico”.

L’Italia avrebbe quindi rinunciato ad alcune porzioni di mare del mar Ligure ed al tratto compreso tra nord Sardegna ed arcipelago toscanoL’accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l’accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo con il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque quelli che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi.

L’episodio dunque fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia. Piuttosto indispettito dalla vicenda l’assessore regionale alla pesca della Liguria Stefano Mai aveva dichiarato: “il sequestro del peschereccio Mina ha posto l’attenzione sull’urgenza di arrivare all’elaborazione di un piano di gestione della pesca al gambero rosso condiviso tra Italia e Francia, sul modello di quanto abbiamo elaborato con successo sul rossetto. Lo strumento più praticabile e che porterebbe a una soluzione definitiva di un annoso problema di pesca nelle acque al confine è la stesura di un piano delle risorse condivise, previsto dal regolamento mediterraneo. La pesca al gambero rosso è un target strategico per la Liguria che vogliamo tutelare arrivando a una soluzione definitiva che faccia uscire i nostri pescatori da un’incertezza normativa che dura ormai da troppi anni. Il trattato sul nuovo confine marino si è rivelato fortemente penalizzante per l’Italia”.

Secondo i giornali della Corsica l’accordo di Caen prevedeva una sorta di scambio territoriale: l’Italia avrebbe ceduto la “Fossa del cimitero” nelle acque di Ospedaletti in provincia di Imperia ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi. Mentre in Italia l’accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l’accordo fermando il peschereccio Mina. Due mesi dopo il fermo del peschereccio erano però arrivate le scuse: la dogana francese aveva contestato per errore il mancato rispetto del trattato del 21 marzo 2015, visto che non era mai stato ratificato dal Parlamento italiano.

La Farnesina, pressata da interrogazioni parlamentari e dagli allarmi lanciati sulla cessione di mare da parte dell’Italia, nel febbraio 2016 aveva provato a fare chiarezza: “Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’Accordo, il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall’UNCLOS, primo fra tutti il principio della linea mediana di equidistanza. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell’Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS”. Un accordo non solo non ratificato ma che sembrava aver suggerito ad Italia e Francia di aprire un nuovo negoziato per rivederne in contenuti.

Ad oggi i confini tra acque italiane e francesi rimangono incerti. Una recente sentenza del tribunale di Imperia ha assolto un pescatore dall’accusa di avere sconfinato in acque francesi. Il tribunale ha infatti dichiarato non valido anche il trattato di Mentone del 1892 che regolava i confini tra riviera ligure e Costa Azzurra, anche in questo caso per la mancata ratifica del Parlamento. Un precedente che farà giurisprudenza viste le numerose contestazioni rivolte dalla gendarmeria marittima francese ai pescherecci sanremesi. Certo è che il tema della territorializzazione dell’alto mare da parte degli stati rivieraschi è di fondamentale importanza per l’Italia sia sotto l’aspetto della sua valorizzazione economica sia della sua protezione dallo sfruttamento eccessivo e indiscriminato.

L’Italia è stata sinora assente nell’area internazionale per quanto riguarda la politica marittima, non solo in ottica Difesa, ambito paradossalmente sempre più esercitocentrico a dispetto degli accadimenti mediterranei, ma in tutte le sue più ampie declinazioni. Il mutilateralismo come sempre rifugio anestetico dalle nostre repsonsabilità si traduce nel piegarsi alla volontà non solo della Francia, ma anche della Grecia e dei paesi della riva opposta dell’Adriatico che si avvantaggiano della nostra pavidità e indifferenza.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

 

Tratto da: http://www.imolaoggi.it/2018/03/19/cessioni-alla-francia-ammiraglio-de-giorgi-litalia-ha-rinunciato-a-porzioni-di-mare/