Trattato di Caen – La Farnesina precisa: nessuna cessione di acque territoriali ai Francesi. Il trattato non è stato ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico. Ok, ma perchè non ci spiegano com’è che Gentiloni, quale Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi, LO HA SOTTOSCRITTO?

Trattato di Caen

 

 

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Trattato di Caen – La Farnesina precisa: nessuna cessione di acque territoriali ai Francesi. Il trattato non è stato ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico. Ok, ma perchè non ci spiegano com’è che Gentiloni, quale Ministro degli Affari Esteri del Governo Renzi, LO HA SOTTOSCRITTO?

Ve ne abbiamo già parlato:

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

 

Lo scontro su Trattato di Caen

Italia-Francia. Farnesina: nessuna cessione di acque territoriali.

L’accordo (sottoscritto nel 2015) prevede che dal prossimo 25 marzo decine di miglia marittime ci verranno sottratte per passare sotto il controllo della Francia.

Il Ministero degli esteri insiste: il nostro Paese non lo ha ratificato, dunque non ha alcun effetto giuridico

La notizia di possibili cessioni di acque territoriali alla Francia è priva di ogni fondamento. Lo precisa la Farnesina, “relativamente alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici”. Nella nota non è fatto alcun nome, ma appare evidente il riferimento al Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che sul suo profilo Facebook aveva postato: “In assenza di un intervento del governo italiano, il 25 marzo entrerà in vigore il Trattato di Caen con il quale verranno scandalosamente sottratti al Mare di Sardegna e al Mar Ligure alcune zone molto pescose e il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato”, ha scritto Meloni.  “Per questo Fratelli d’Italia intima il governo in carica ad agire immediatamente per interrompere la procedura unilaterale di ratifica attivata dalla Francia presso Bruxelles, che in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure i tratti di mare in questione alla Francia arrecando un gravissimo danno ai nostri interessi nazionali”. “Chiediamo, inoltre, l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella affinché questo trattato, che comporta variazioni del territorio italiano”, ha aggiunto la leader di FdI, “sia sottoposto al voto di ratifica del Parlamento come previsto dall’articolo 80 della nostra Costituzione”. Meloni annuncia anche di aver presentato con Guido Crosetto “un esposto alla Procura di Roma contro Paolo Gentiloni per fare piena luce su questa storia dai contorni torbidi”. La Farnesina spiega che “l’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici”.

L’ambasciata – dice ancora la Farnesina – riconosce che ‘le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)‘ e aggiunge che ‘esse saranno corrette al più presto possibile’”.

Infine, dal ministero degli Esteri italiano sottolineano che “a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente”.

Insomma… Il trattato c’è ma non sarà ratificato.

Ma qualcuno ci spiega perchè Gentiloni lo ha firmato?

L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

 

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L’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi ci spiega la colossale truffa ai danni degli Italiani della cessione alla Francia di ricchissime porzioni di mare voluta da Renzi e sottoscritta da Gentiloni, con la complicità dell’omertà dei media…

Ve ne abbiamo già parlato:

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

Cessioni alla Francia, ammiraglio De Giorgi: l’Italia ha rinunciato a porzioni di mare

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Non tutti lo sanno ma con un accordo firmato a Caen nel marzo 2015 tra Italia e Francia, erano stati revisionati i nostri confini marittimi. L’accordo, derivante da un negoziato cominciato nel 2006 e terminato 6 anni più tardi secondo il ministero degli Esteri sarebbe stato “necessario al fine di definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico”.

L’Italia avrebbe quindi rinunciato ad alcune porzioni di mare del mar Ligure ed al tratto compreso tra nord Sardegna ed arcipelago toscanoL’accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l’accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo con il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque quelli che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi.

L’episodio dunque fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia. Piuttosto indispettito dalla vicenda l’assessore regionale alla pesca della Liguria Stefano Mai aveva dichiarato: “il sequestro del peschereccio Mina ha posto l’attenzione sull’urgenza di arrivare all’elaborazione di un piano di gestione della pesca al gambero rosso condiviso tra Italia e Francia, sul modello di quanto abbiamo elaborato con successo sul rossetto. Lo strumento più praticabile e che porterebbe a una soluzione definitiva di un annoso problema di pesca nelle acque al confine è la stesura di un piano delle risorse condivise, previsto dal regolamento mediterraneo. La pesca al gambero rosso è un target strategico per la Liguria che vogliamo tutelare arrivando a una soluzione definitiva che faccia uscire i nostri pescatori da un’incertezza normativa che dura ormai da troppi anni. Il trattato sul nuovo confine marino si è rivelato fortemente penalizzante per l’Italia”.

Secondo i giornali della Corsica l’accordo di Caen prevedeva una sorta di scambio territoriale: l’Italia avrebbe ceduto la “Fossa del cimitero” nelle acque di Ospedaletti in provincia di Imperia ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi. Mentre in Italia l’accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l’accordo fermando il peschereccio Mina. Due mesi dopo il fermo del peschereccio erano però arrivate le scuse: la dogana francese aveva contestato per errore il mancato rispetto del trattato del 21 marzo 2015, visto che non era mai stato ratificato dal Parlamento italiano.

La Farnesina, pressata da interrogazioni parlamentari e dagli allarmi lanciati sulla cessione di mare da parte dell’Italia, nel febbraio 2016 aveva provato a fare chiarezza: “Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’Accordo, il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall’UNCLOS, primo fra tutti il principio della linea mediana di equidistanza. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell’Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS”. Un accordo non solo non ratificato ma che sembrava aver suggerito ad Italia e Francia di aprire un nuovo negoziato per rivederne in contenuti.

Ad oggi i confini tra acque italiane e francesi rimangono incerti. Una recente sentenza del tribunale di Imperia ha assolto un pescatore dall’accusa di avere sconfinato in acque francesi. Il tribunale ha infatti dichiarato non valido anche il trattato di Mentone del 1892 che regolava i confini tra riviera ligure e Costa Azzurra, anche in questo caso per la mancata ratifica del Parlamento. Un precedente che farà giurisprudenza viste le numerose contestazioni rivolte dalla gendarmeria marittima francese ai pescherecci sanremesi. Certo è che il tema della territorializzazione dell’alto mare da parte degli stati rivieraschi è di fondamentale importanza per l’Italia sia sotto l’aspetto della sua valorizzazione economica sia della sua protezione dallo sfruttamento eccessivo e indiscriminato.

L’Italia è stata sinora assente nell’area internazionale per quanto riguarda la politica marittima, non solo in ottica Difesa, ambito paradossalmente sempre più esercitocentrico a dispetto degli accadimenti mediterranei, ma in tutte le sue più ampie declinazioni. Il mutilateralismo come sempre rifugio anestetico dalle nostre repsonsabilità si traduce nel piegarsi alla volontà non solo della Francia, ma anche della Grecia e dei paesi della riva opposta dell’Adriatico che si avvantaggiano della nostra pavidità e indifferenza.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

 

Tratto da: http://www.imolaoggi.it/2018/03/19/cessioni-alla-francia-ammiraglio-de-giorgi-litalia-ha-rinunciato-a-porzioni-di-mare/

 

Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

 

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Quello sporco trattato – accuratamente nascosto dai media – firmato da Gentiloni con cui il Governo Renzi ha REGALATO alla Francia, porzioni del nostro mare, giacimenti di petrolio e miliardi di Euro. Si potrebbe ancora annullare, ma nessuno se ne frega!

 

Quel trattato tra Italia e Francia che regala miliardi di euro a Parigi

Il prossimo 25 marzo dovrebbe entrare in vigore il Trattato di Caensottoscritto nel 2015 dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ed il suo omologo francese, con il quale diverse decine di miglia marittime passeranno alle acque territoriali francesi.

Secondo gli estremi del trattato, infatti, alcune porzioni di mare verranno sottratte al Mare di Sardegna e al Mar Ligure, per passare sotto la competenza economica della Francia, che gioverà di acque costiere in Corsica da 12 a 40 miglia, mentre la Zes (Zona Economica Speciale) in prossimità delle acque territoriali sarde, estenderà la competenza francese per le 200 migliamarittime in questione.

Il trattato è passato in sordina rispetto all’opinione pubblica nazionale, i cui risvolti sono potenzialmente economicamente molto dannosi per il nostro Paese. Si perde, infatti, un tratto di mare molto pescoso, che danneggerà notevolmente l’industria ittica delle zone italiane interessate, senza considerare il fatto che l’Italia rinuncia, per un cavillo, allo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi individuato al largo della Sardegna, e che dunque passerà in mano francese.

Per un Paese importatore netto di risorse minerarie, rinunciare ad un giacimento del genere non pare molto lungimirante. Si parla infatti di 1.400 miliardi di metri cubi di gas, nonché 420 milioni di barili di petrolio. Le dimensioni non sono impressionanti, è vero, ma non comunque trascurabili: azzardando un paragone con il giacimento Zohr, considerato il più grande del mondo, al largo delle coste egiziane, di cui Eni è proprietario per la quasi totalità, parliamo di un giacimento che è circa un decimo.

L’articolo 4 del Trattato di Caen, dunque, agevola lo Stato francese all’accesso al giacimento qualora le trivellazioni fossero effettuate in acque francesi, e con l’entrata in vigore di questo trattato ciò è particolarmente facilitato. A ciò, inoltre, si somma una sospetta azione da parte del governo italiano, che ha bloccato due anni fa la compagnia norvegese Statoil che aveva richiesto formalmente l’autorizzazione ad effettuare dei carotaggi del fondale. La gravità dell’azione, in senso meramente pratico, risiede anche nel fatto che non sembrano previste alcune royalties da corrispondere al governo italiano, visto lo sfruttamento di un giacimento completamente in acque italiane, ma che con le modifiche dei confini marittimi attuati, lascerebbero alla Francia l’assoluta libertà di azione, senza obblighi, lasciando all’Italia soltanto eventuali, sebbene marginali, danni ambientali.

Il tutto sembra condito da un alone di totale apatia che il governo italiano al momento sembra voler mantenere nei confronti di questo accordo: dal momento che non vi è stata ratifica formale via legge del trattato, la Francia ha attivato presso Bruxelles una procedura unilaterale di ratifica, che il 25 marzo, in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure tali tratti di mare alla Francia.

L’unico a poter porre un freno a tale procedura è il presidente del Consiglio in pectore, lo stesso Paolo Gentiloni che ha sottoscritto il trattato; il quale, tuttavia, non sembra muoversi in tal senso.

La polemica e le preoccupazioni sono state sollevate dagli esponenti del centrodestra italiano, tra i quali Giorgia Meloni, Daniela Santanché e Roberto Calderoli, i quali hanno espresso il loro dissenso verso il trattato e hanno chiesto ufficialmente a Gentiloni di provvedere ad annullare l’accordo. In particolare, il senatore della Lega ha sostenuto quanto segue: “Non possiamo regalare alla Francia, sulla base di un trattato mai ratificato dal Parlamento italiano, un’importante porzione di acque territoriali in Liguria e Sardegna, tratti di mari ricchissimi di fauna ittica, fondamentali per la nostra pesca, e fondali marini ricchissimi di idrocarburi con giacimenti molto promettenti, capaci di fornire nel giro di pochi anni decine di miliardi di metri cubi di gas e centinaia di milioni di barili di petrolio. […] Gentiloni  intervenga subito con Parigi, diversamente considereremo anche l’ipotesi di farlo rispondere del danno erariale causato all’Italia regalando alla Francia decine di miliardi tra fauna ittica e idrocarburi”.

 

fonte: http://www.occhidellaguerra.it/trattato-caen-regala-miliardi-risorse-alla-francia/