Dedicato a tutti quelli che dicono “ha fatto anche cose buone”: 10 giugno, anniversario della guerra folle di Mussolini a Francia e Inghilterra – Risultato 472.000 morti!

 

 

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Dedicato a tutti quelli che dicono “ha fatto anche cose buone”: 10 giugno, anniversario della guerra folle di Mussolini a Francia e Inghilterra – Risultato 472.000 morti!

A coloro i quali, ancora oggi, vanno dietro al ‘mito’ del pettoruto Cesare di cartapesta bisognerebbe raccontare come sono andate veramente le cose. Mussolini sbagliò e portò l’Italia allo sbaraglio. Ed è incredibile che ci siano ancora persone – serie ma disinformate – che si ispirino a un politico che si lasciò convincere dalla propaganda del Fuhrer

Oggi è il 10 giugno. Per tutti, o quasi, un giorno come un altro. E invece no. Oggi ricorre il 77 anniversario della dichiarazione di guerra da parte di Mussolini a Francia e Inghilterra, le “democrazie plutocratiche”. Piazza Venezia, a Roma, 77 anni fa, traboccava di gente, di italiani che ascoltavano esaltati il discorso di un esaltato.

“Italiani …!”. Un’eco lontana giunge fino a noi, figli e nipoti di quella tragedia che ha segnato la nostra storia e definito per sempre la minorità politica del nostro Paese nei confronti degli antichi vincitori che usano il nostro Paese come una loro appendice militare.

Come è stato possibile, si chiedono storici e gente comune. Non solo è stato possibile, ma non è stato evitato benché si potesse evitare. L’Italia non era pronta alla guerra, e il primo a saperlo era chi la dichiarò. E sarebbe bene che quanti, troppi, hanno fatto visita, in occasione dell’anniversario della morte di Mussolini alla sua tomba almeno conoscessero la storia. Forse alcuni di loro arretrerebbero inorriditi, e già sarebbe qualcosa. I mentecatti e gli esaltati non li puoi convincere, devi solo sperare che si contentino di fare sceneggiate.

Eppure, il 25 agosto del 1939, quando Hitler aveva ormai deciso di invadere la Polonia, Mussolini, pur legato a doppio filo con il Fuhrer, si tirò indietro. Ecco che cosa scrisse al sua alleato:

“Se la Germania attaccherà la Polonia e gli alleati di questa nazione inizieranno un contrattacco verso la Germania, Vi informo d’anticipo che sarà opportuno per me non prendere l’iniziativa in operazioni militari, dato l’attuale stato della preparazione bellica italiana. Nondimeno il nostro intervento può aver luogo senza indugio se la Germania ci invierà immediatamente le forniture militari e le materie prime necessarie per resistere all’attacco che la Francia e la Gran Bretagna dirigerebbero principalmente contro di noi… Nei nostri incontri la guerra era stata prevista per il 1942 e per quell’epoca io sarei stato pronto in terra, in mare e in cielo…”.

Che cosa fece cambiare idea nel giro di soli nove mesi al nostro pettoruto Cesare di cartapesta?
Le travolgenti vittorie militari tedesche, ovviamente, che lo accecarono e perdettero Mussolini con una decisione scellerata, frutto di cinismo e di stupidità, il 25 maggio del 1939 affermò testualmente davanti a testimoni:

“Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative” (di una pace che credette imminente).

Ebbene, nel nostro Paese c’è ancora gente tanto immorale e disonesta intellettualmente da spingere un branco di mentecatti e purtroppo un certo numero persone serie ma disinformate e disavvedute ad onorare questo miserabile e a votare per formazioni politiche che si ispirano ancora alla sua trista figura.

 

fonte: https://bandabassotti.myblog.it/2017/06/10/dedicato-a-berlusconi-ed-a-tutti-quelli-che-dicono-ha-fatto-anche-cose-buone-10-giugno-anniversario-della-guerra-folle-di-mussolini-a-francia-e-inghilterra-risultato-472-000-morti/

Senatori assenteisti in Parlamento? In Francia ecco le multe fino a 4.400 euro! E noi cosa aspettiamo?.

 

Parlamento

 

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Senatori assenteisti in Parlamento? In Francia ecco le multe fino a 4.400 euro! E noi cosa aspettiamo?

Anche in Francia senatori e deputati hanno la brutta abitudine di assentarsi ripetutamente alla sedute in Parlamento, cosa che negli anni ha aumentato il grado di disaffezione dei cittadini alla categoria.

Adesso però le cose stanno per cambiare: il nuovo regolamento entrato in vigore prevede che i senatori che si assentano troppo devono pagare una multa molto salata, fino a 4.400 euro al mese. In questo modo il Governo francese pone un freno.

Il problema dell’assenteismo non riguarda solo i francesi, anzi i parlamentari italiani non sono da meno. Ecco qualche numero: Giorgia Meloni raggiunge il 75,22% di assenza in aula, Antonio Angelucci (FI) il 91,3%, Paolo Gentiloni (PD) assente al 69.37% delle votazioni, Erasmo Palazzotto (tesoriere di Leu) assente al 61.32%. Insomma, non si salva nessun partito. Non sarebbe forse il caso di copiare l’iniziativa francese?

Senatori assenti: in Francia multe superiori a 4mila euro

Per molti senatori del Parlamento francese, l’assenteismo è quasi un’abitudine quasi come per i colleghi italiani. Ma i Francesi sono meno fessi di noi – Per questo si è deciso di passare alle misure forti: è appena entrata in vigore una regola che impone il pagamento di una multa di 4.400 euro a tutti i senatori che si assentano ripetutamente alle sedute e alle votazioni.

Riuscirà una multa a risolvere il problema? Staremo a vedere… E magari a copiare…

Assenteismo in Parlamento, nessuna multa per senatori e deputati italiani

Non solo in Francia, ma anche in Italia, l’assenteismo di senatori e deputati alle sedute del Parlamento è un fenomeno tutt’altro che trascurabile. Capita spesso di vedere delle immagini di Montecitorio dove è evidente che molte poltrone sono vuote; e che dire del fenomeno dei cosiddetti “pianisti”, parlamentari che con un agile gioco di mani premono i tasti degli altri deputati/senatori facendoli risultare presenti. Insomma, anche il Parlamento italiano conosce i suoi “furbetti del cartellino”.

I numeri non sono affatto incoraggianti: storicamente tra i più assenti alle sedute in Parlamento troviamo – tra gli altri – anche nomi molto importanti come Giorgia Meloni, Daniela Santanchè, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Michela Vittoria Brambilla, Niccolò Ghedini, Tommaso Cerno, ma l’elenco è lunghissimo. Silvio Berlusconi nei molti anni al potere ha totalizzato un record: la sua percentuale di assenze in Parlamento è del 98,5%.

 

Rinfreschiamo la memoria alle carogne d’oltralpe: 17 Ottobre 1961, il massacro di Parigi – La nuit oubliée – la notte che i francesi cercano di nascondere… rastrellamento e violenza su 15.000 persone, in 300 furono assassinati e gettati nella Senna. La loro colpa? Erano Algerini!

 

Parigi

 

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Rinfreschiamo la memoria alle carogne d’oltralpe: 17 Ottobre 1961, il massacro di Parigi – La nuit oubliée – la notte che i francesi cercano di nascondere… rastrellamento e violenza su 15.000 persone, in 300 furono assassinati e gettati nella Senna. La loro colpa? Erano Algerini!

 

Vomitevole? A noi? Rinfreschiamo un po’ la memoria alle carogne d’oltralpe con uno dei tanti episodi che tentano di nascondere e che forse dimenticano quando aprono bocca per offendere gli altri…

Gli stessi francesi la chiamano La nuit oubliée –Si tratta del massacro di centinaia di Algerini che volevano manifestare pacificamente per il centro di Parigi chiedendo l’indipendenza del loro Paese.
Siamo nel 1961, in piena guerra d’Algeria e la risposta della Francia colonialista è terribile: centinaia di morti, molti scomparsi, corpi gettati dai flics nella Senna… E poi il silenzio, l’oblio e la rimozione.

Si tratta della più grande mattanza consumatasi nella Francia metropolitana dal 1945 in poi. In Francia pochi sanno cosa è accaduto quel giorno.

Una breve sintesi dei fatti: in Francia nel ’61 la crisi della guerra d’Algeria scuoteva il governo di De Gaulle, nello stesso periodo avvenivano massacri e torture sistematici in Algeria mentre si avviavano i primi contatti per la negozazione tra la Francia e FLN dell’indipendenza algerina.

A Parigi ci sono stati diversi attentati conto poliziotti che organizzavano rafles (termine per indicare brutali retate in stile di quelle contro gli ebrei durante il regime di Vichy) selvagge contro i nordafricani, maltrattati e che subivano un pesante razzismo.

Nello stesso tempo si è attivata un’organizzazione di esterma destra armata, l’OAS (Organisation Armée Sècrete) apertamente ostile ad ogni forma di negoziato sull’Algeria, che è arrivata a fare un attentato a De Gaulle, un tentato colpo di stato e diversi omicidi. Questa formazione nazionalista (l’Algeria fa parte della Francia, è Francia all’epoca) è apertamente razzista e conta su un forte appoggio tra le forze armate e quelle di polizia.

In questo clima estremamente teso alcuni flics, certi dell’impunità, compiono dei sequestri e uccisioni di Algerini. Nei mesi di settembre e ottobre 1961 i casi di cadaveri massacrati sconoscuiti ritrovati nella Senna o nei boschi vicino Parigi aumenta in maniera esponenziale.

La situazione è esplosiva e il prefetto di Parigi, tal Maurice Papon, prefetto di Lille e collaboratore dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, ordina il 5 ottobre il coprifuoco per tutti gli Algerini. E’ solo l’ultimo di atti razzisti e criminali contro la popolazione Algerina. L’ Fln, profondamente radicato nel territorio, (un’organizzazione militare che esigeva il pagamento di contributi da tutti gli Algerini in Francia) per dimostrare la propria forza e il proprio seguito in un momento cruciale dei negoziati lancia una manifestazione di tutti gli Algerini (tutti nel senso che chi non andava era considerato un disertore, sebbene la gran parte fosse d’accordo con loro) in centro a Parigi contro il coprifuoco. Una manifestazione imponente e pacifica per mostrare la tenacia della lotta per l’indipendenza e contro il colonialismo Francese. Per il governo Francese la manifestazione era un atto di guerra di un gruppo terroristico sul suolo della capitale della Francia metropolitana.

Viene data carta bianca al prefetto Papon per reprimere la manifestazione che deve essere impedita.

Quella sera oltre 15.000 Algerini vengono arrestati in rastrellamenti su tutta Parigi e portati in centri di detenzione che diventano macellerie. Laddove si forma un abbozzo di corteo la polizia apre il fuoco su manifestanti disarmati e spacca teste con i suoi manici di piccone lunghi oltre 1 metro. I morti sono immediatamente moltissimi. In centro a Parigi vicino a Ponte Saint Michel, nel quartiere dove vivono centinaia di Algerini si forma un corteo che viene attaccato dai flics.

La scena, descritta da testimoni, è raccappriciante: sotto le finestre della Prefettura di Parigi, gli Algerini vengono massacrati, decine di corpi di morti o moribondi vengono lanciati nella Senna dal Ponte, i rimanenti vengono portati nella corte della Prefettura e picchiati ancora e ancora (alcuni dicono di 50 morti solo in quel luogo). Nei centri di concentramento le botte vanno avanti per oltre 2 giorni senza la presenza di occhi indiscreti, poi ci sono le espulsioni di massa in Algeria.

Decine e decine di Algerini “sono scomparsi”, cadaveri riaffiorano a decine dalla Senna nei giorni successivi.

La polizia comunica alla stampa di essere stata attaccata da persone armate e che si è difesa causando 2 morti (poi diventati 3) e diversi feriti. La stampa salvo rarissime eccezzioni (la rivista di Sartre e Testimonianza Cristiana) ci crede, su quella giornata cade il silenzio e l’oblio.

Per apptofondire:

 

Olivier Lambert, réalisateur: “Le 17 octobre 1961 reste un épisode méconnu en Algérie”

 

In Niger strage continua per malaria, fame e colera …È tra i 10 paesi più poveri al mondo, ma solo perché il loro Uranio, i loro Diamanti ed il loro Oro arricchiscono solo i Francesi che “controllano” la loro economia…

 

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In Niger strage continua per malaria, fame e colera …È tra i 10 paesi più poveri al mondo, ma solo perché il loro Uranio, i loro Diamanti ed il loro Oro arricchiscono solo i Francesi che “controllano” la loro economia…

 

In Niger, strage continua per malaria, fame e colera

Il colera sta colpendo duramente il Niger, il cui ministro della Sanità, Idi Illiassou, ha aggiornato ieri il numero di morti da luglio, salito ad almeno 68. Sono invece oltre 3.690 i casi di contagio della malattia, causata da ingestione di cibo o acqua contaminati. Altre fonti, soprattutto Medici Senza Frontiere, sostengono che i morti siano molti di più.
L’epidemia, diffusa inizialmente nella regione meridionale di Maradi, si è diffusa poi anche nelle regioni limitrofe di Tahoua, Zinder e Dosso.
Nella regione di Maradi, l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno stimato che solo il 37% della popolazione ha accesso all’acqua potabile e solo il 10% ha accesso a strutture igienico-sanitarie di base.
Oltre al colera, la forte stagione delle piogge che va da giugno a settembre, ha consentito anche la diffusione della malaria, diventata in alcune zone una vera emergenza. A livello nazionale ci sono stati 1.360.000 casi di malaria, con 1.584 morti. Poi, la malnutrizione che come ogni anno fa strage di bambini sotto i 5 anni.
Il Niger è considerato uno dei paesi più poveri del mondo. Le statistiche lo raccontano così. E mentono!
Il Niger è il quarto produttore mondiale di uranio, una delle risorse strategiche del nostro mondo. Dovrebbe essere la piccola Svizzera africana, ma invece è dilaniato dalla miseria.
L’uranio è divenuta una maledizione. La guerra tra potenze per accaparrarselo ha provocato una lunga scia di colpi di stato e guerre civili. Un continuo bagno di sangue.
Oggi a detenere il controllo reale di questa risorsa è l’Areva, la multinazionale francese dell’energia. La Francia ha sempre mantenuto un controllo ferreo di questa “ex” colonia le cui materie prime le consentono di essere potenza nucleare e illuminare le sue strade e le sue case.
Il Niger,in cambio, riceve royalties da rapina. Un eterno 5% che costringe un intero popolo alla fame.

 

fonte: https://raiawadunia.com/in-niger-strage-continua-per-malaria-fame-e-colera/

La Francia solo negli ultimi 12 mesi ha ributtato in Italia qualcosa come 18.125 immigrati. Se avessimo un Ministro degli Interni serio, uno che non perde tempo a fare la guerra ad una ragazzina con 40 migranti, forse tutto questo non succederebbe…! …E forse ne parlerebbe anche qualcuno dei Tg ora “obbligati” a parlare solo delle Ong

 

Francia

 

 

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La Francia solo negli ultimi 12 mesi ha ributtato in Italia qualcosa come 18.125 immigrati. Se avessimo un Ministro degli Interni serio, uno che non perde tempo a fare la guerra ad una ragazzina con 40 migranti, forse tutto questo non succederebbe…! …E forse ne parlerebbe anche qualcuno dei Tg ora “obbligati” a parlare solo delle Ong

Le procedure sono procedure. E se un paese amico fa la cose per bene, non ci sarebbe motivo di dubitarne. Tuttavia i saggi sanno che in politica fidarsi è bene, ma non farlo è pure meglio. Anche se di mezzo c’è la Francia. Già, perché a quanto pare pur di respingere quanti più migranti possibili in Italia, i nostri cugini non si fanno problemi ad aggirare le norme o a taroccare i documenti. Dal lontano 2015 Parigi gestisce una sorta di “muro invisibile” al confine tra Ventimiglia e Mentone. Solo negli ultimi dodici mesi ha rispedito nel Belpaese qualcosa come 18.125 immigrati. E ogni giorno continua a mettere in atto riammissioni e respingimenti facendo leva sulla sospensione dell’accordo di Schengen prorogata (nel silenzio dell’Ue) ben oltre il limite dei due anni. Niente di assurdo, per carità. Anzi: la Francia fa quello che – a giudicare dalle elezioni – anche gli italiani desiderano. Ovvero sbarrare i luoghi d’ingresso ai clandestini. Solo che mentre i “porti chiusi” di Salvini indignano l’Europa intera, nessuno s’infiamma per le saracinesche calate da Macron o per i trucchetti della polizia d’Oltralpe.

Vediamo cosa accade. Quando Parigi trova un irregolare alla frontiera può “respingerlo” in Italia. Si tratta di una procedura molto rapida: i gendarmi pizzicano i clandestini sui treni e li portano a Ponte San Luigi. Qui li trattengono in container senza cibo né acqua, gli danno un foglio chiamato “refus d’entré” e poi li rimandano indietro. Tutto nella norma. O quasi. L’obiettivo della polizia francese, infatti, è quello di cacciare oltre confine i migranti prima possibile. E per riuscirci svolgono le pratiche in maniera più che sbrigativa, a volte calpestando i diritti degli stranieri. Facciamo qualche esempio. Per identificare gli immigrati si basano su un paio di domande su nome, cognome ed età senza approfondire le indagini. E se fosse un profugo? Se fosse in fuga dalla guerra? Pace. E ancora: i “refus d’entré” dovrebbero essere firmati dagli agenti specificando nome e grado, ma in quasi tutti i documenti appaiono solo scarabocchi e poco più. Infine, molti migranti hanno denunciato l’impossibilità di presentare richiesta di asilo: i poliziotti li ignorerebbero, evitando così di doversi far carico della domanda di protezione. Bel vantaggio.

«Alla maggior parte delle persone – spiega Emilie Pesselier, di Anafè – viene solo consegnato il “refus d’entre” e vengono rimandate in Italia». Di aneddoti su espedienti poco ortodossi ne esistono a bizzeffe. Capita pure che fermino gli stranieri ben oltre la frontiera e, violando gli accordi, provino a rispedirli a Ventimiglia. Le norme affermano che per giustificare il respingimento debbano beccare il clandestino al confine e presentare una “prova” della sua provenienza dall’Italia. Cosa fanno invece i transalpini? «A volte prendono un biglietto del treno Venitimiglia-Mentone e lo danno in mano al migrante», ci rivela un poliziotto italiano impegnato al confine. Poi ovviamente i nostri agenti domandano loro se sono davvero stati presi sul convoglio (come scritto sui documenti francesi) e «rispondono che erano già a Marsiglia». Cioè a tre ore d’auto dalla frontiera. Un piccolo trucco con cui «si stanno ripulendo la Francia». A discapito del Belpaese.

L’inventiva francese non ha limiti. «Quando ci presentano i documenti – aggiunge il poliziotto – sui fogli scrivono nome, cognome, data di nascita e provenienza del migrante. Ma spesso li compilano loro stessi». Sui “refus d’entré” gli agenti nostrani trovano «nomi o storie inventate» e «minori che diventano maggiorenni» per magia. L’artificio dei finti over 18 è stato per lungo tempo motivo di scontro: «Su quelli palesemente minori dicono: “Ha dichiarato di essere maggiorenne”. Ma poi quando verifichiamo le impronte digitali scopriamo che non ha 18 anni». A quel punto la polizia li riporta in Francia e i gendarmi “fanno gli stupidi”. «Ci dicono: “Ah, scusami, non me ne ero accorto”. Insomma, “ci provano”».

Secondo il regolamento di Dublino, i minori non accompagnati non potrebbero essere respinti. E così per evitare di farsene carico, nel tempo Parigi ne ha inventate di ogni: alcuni sono stati rimessi direttamente sul treno per Ventimiglia senza passare dagli uffici, altri sono stati “affidati” ad altri migranti maggiorenni anche se non erano parenti. E si sono verificate pure modifiche arbitrarie alle date di nascita pur di farli risultare maggiorenni. «Diverse missioni di osservazione – si legge nel rapporto di Anafé – hanno trovato prove del fatto che il cambio della data di nascita sarebbe avvenuta allo scopo di ingannare la polizia italiana». Non proprio quella che si può definire “correttezza istituzionale”. Perché respingere i clandestini sarà pure un diritto. Ma taroccare le carte no.

(Giuseppe De Lorenzo e Costanza Tosi, “La Francia falsifica i documenti per rimandare i migranti in Italia”, dal “Giornale” del 20 luglio 2019).

tratto da: https://www.libreidee.org/2019/07/la-francia-respinge-migranti-imbrogliando-la-polizia-italiana/

Che fine hanno fatto i Gilet Gialli? Sono ancora lì a protestare. È dai nostri Tg che sono spariti… Sarebbe un brutto esempio per un popolo di pecoroni come noi… potrebbero risvegliare le coscienze di qualcuno.

 

Gilet Gialli

 

 

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Che fine hanno fatto i Gilet Gialli? Sono ancora lì a protestare. È dai nostri Tg che sono spariti… Sarebbe un brutto esempio per un popolo di pecoroni come noi… potrebbero risvegliare le coscienze di qualcuno.

“Gilet Gialli” – 33ma settimana di protesta – 200 delegazioni a Saône-et-Loire: “Come resistere vittoriosamente alla repressione politica che assume forme giudiziarie e di polizia”

Queste domande saranno al centro degli scambi previsti per il raduno di 200 delegazioni di Giubbotti gialli, che si terranno in questo fine settimana a Montceau-les-Mines, Saone-et-Loire.

Una manifestazione di è tenuta oggi a Parigi, partita alle 12:30 Porte de Clichy ed a cui hanno partecipato dai 15 ai 20.000 manifestanti.

Certo, sono numeri che non reggono il confronto con i circa 250mila che parteciparono ai cortei nelle prime settimane della protesta, scatenata da un aumento delle imposte sul carburante nell’ambito del programma del governo per ridurre l’inquinamento, ma la Gente in Francia, dopo 9 mesi, ancora scende in piazza…

Signori, 9 mesi!

Ma cosa ne vogliamo sapere noi, stravaccati sul nostro divano di casa con le palette in mano a dare i voti alle proteste degli altri…

by Eles

Forse non ci avete fatto caso, ma in Francia i gilet gialli sono scesi in piazza a protestare quando la benzina è arrivata a € 1,50 al litro. Da noi ha raggiunto i 2 €, ma il massimo dell’incazzatura ce la prendiamo per l’eliminazione del nostro vip dal Grande Fratello…! – AGGIORNAMENTO: LA BENZINA HA TOCCATO € 2,20, MA QUI ANCORA TUTTO TACE…

 

benzina

 

 

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Forse non ci avete fatto caso, ma in Francia i gilet gialli sono scesi in piazza a protestare quando la benzina è arrivata a € 1,50 al litro. Da noi ha raggiunto i 2 €, ma il massimo dell’incazzatura ce la prendiamo per l’eliminazione del nostro vip dal Grande Fratello…! – AGGIORNAMENTO: LA BENZINA HA TOCCATO € 2,20, MA QUI ANCORA TUTTO TACE…

 

Aggiornamento: abboamo pubblicato questo articolo 2 giorni fa. Nel frattempo la benzina è salita ancora, toccando in autostrada quaota € 2,20. Ma qui in Italia ancora tutto tace… Sarà perché in Tv stanno passando la replica di Ballando con le stelle…?

La benzina 2 euro al litro, per il reddito di cittadinanza se va bene prendi 40 Euro, la disoccupazione è più che raddoppiata dal 2006, ci sono fascisti e mafiosi ovunque, i politici non hanno smesso di rubare, ma ora lo fanno senza neanche vergognarsene. E poi il debito pubblico, la sanità che non funziona, le scuole peggio, lo spread che saltella, l’industria ferma, i negozi che chiudono…

Ma non vi preoccupate, state sereni, hanno tolto i termini Genitore 1 e Genitore 2…

E poi tutti a guardare il Grande Fratello, Amici e Ballando con le stelle… Siamo Italiani, o no?

Da un articolo del novembre dell’anno scorso:

Caro benzina, esplode la protesta dei gilet gialli: “In 81mila nelle strade”

Barricate sugli Champs Elysees a Parigi dove 8mila manifestanti stanno prendendo parte alle proteste contro il rialzo dei prezzi dei carburanti

Sono 81mila le persone che stanno manifestando in tutta la Francia nell’ambito della mobilitazione dei gilet gialli. A Parigi i manifestanti sono 8mila, 5mila dei quali sugli Champs Elysees. Il dato è stato fornito dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner.

Alcuni gruppi di gilet gialli hanno anche costruito delle barricate sugli Champs Elysees a Parigi, utilizzando gli arredi delle terrazze dei caffè, pezzi di pavimentazione e barriere di cantiere. Ma le barricate non hanno tenuto a lungo, come dimostrano le immagini sui siti francesi, con mucchi di sedie di caffè rovesciati.

La polizia ha lanciato lacrimogeni e usato gli idranti contro i dimostranti che tentavano di marciare verso Place de la Concorde e verso l’Eliseo intonando la Marsigliese: i gilet gialli urlano slogan come “Macron dimettiti” e “La Francia in collera”.

Chi sono i gilet gialli e perché protestano

Una settimana fa – in occasione delle precedenti mobilitazioni dei gilet gialli – alla stessa ora i manifestanti erano 244mila, ricordano i media francesi.

Perché protestano? Al centro della protesta dei gilet gialli, spiega ancora Le Figaro, l’aumento dei prezzi del carburante deciso dal governo francese, con l’abolizione della riduzione delle tasse sul gasolio non stradale e il conseguente aumento di 6,5 centesimi per litro del gasolio e 2,9 centesimi per la benzina a partire dal 1 °gennaio 2019. Tra le altre istanze, inoltre, i pedaggi autostradali, controlli tecnici e potere d’acquisto.”
…Ma noi siamo Italiani, mica ci incazziamo se la benzina arriva a 2 Euro o se il politico di turno ci prende per i fondelli in campagna elettorale sventolando il suo “elimineremo tutte le accise”…

By Eles

Incendio Notre Dame de Paris – Loro ridono dei nostri morti e noi dovremmo piangere per la loro chiesa? Permettetemi di infischiarmene!

 

Notre Dame de Paris

 

 

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Incendio Notre Dame de Paris – Loro ridono dei nostri morti e noi dovremmo piangere per la loro chiesa? Permettetemi di infischiarmene!

La ricordate la vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto del Centro Italia? (“Sisma all’italiana, penne in salsa tomato, penne gratinate e lasagne”), nient’altro che una disgustosa, squallida, schifosa ironia sui morti…

A qualcuno di voi ha fatto ridere? Forse porcate del genere fanno ridere solo ai francesi…

Perdonare sì, tanto sono coglioni (i francesi), ma dimenticare mai!

Ed io, visto che non ho dimenticato, chiedo il permesso di infischiarmene altamente della loro chiesa.

Nb. se fossi francese, ci potrei fare qualche battuta di cattivo gusto…

By Eles

Forse a quelli che attaccano i Cinquestelle per la loro battaglia contro il Tav non hanno ancora detto niente… Sapere che alla Francia non interessa affatto? Non hanno cacciato un solo Euro ed i fondi sono congelati fino al 2038?

 

 

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Forse a quelli che attaccano i Cinquestelle per la loro battaglia contro il Tav non hanno ancora detto niente… Sapere che alla Francia non interessa affatto? Non hanno cacciato un solo Euro ed i fondi sono congelati fino al 2038?

Da Il Fatto Quotidiano del 5 marzo 2019

Emmanuel Macron s’appella all’“amore”. È “l’amour” che può superare i conflitti tra Italia e Francia. Ma nell’intervista a Fabio Fazio, a dispetto dei titoli dei giornali italiani, il presidente francese non pronuncia parole nette sul Tav: “È una cosa molto importante per le regioni transfrontaliere. È una cosa molto attesa, ed è la scelta che è stata fatta dai nostri predecessori che hanno sottoscritto quegli accordi che noi abbiamo confermato”. Le parole si moltiplicano, ma senza mai dire: si faccia, e si faccia subito. Anzi: “Quando si va troppo veloci, si fanno errori, io ne ho fatti in passato”.

Non stupisce, questa cautela di Macron. Perché a dispetto della leggenda secondo cui la Francia vuole il Tav e l’Italia frena, Parigi ha da tempo mostrato molto scetticismo sulla Torino-Lione. Nei fatti: non ha ancora stanziato nemmeno un euro per il tunnel di base; e ha rinviato addirittura a dopo il 2038 la realizzazione del tratto francese. Ma si sa: quando c’è “l’amour” è brutto parlare di soldi.

Il cerino di Macron. Il nodo è l’articolo 16 dell’Accordo tra Italia e Francia del 30 gennaio 2012 che stabilisce le regole per la realizzazione della Torino-Lione ed è stato ratificato dal Parlamento italiano e da quello francese. Dice che “La disponibilità del finanziamento sarà una condizione preliminare per l’avvio dei lavori delle varie fasi della parte comune italo-francese della sezione internazionale”. Orbene, questa “condizione preliminare” non è soddisfatta, perché la Francia non ha reso finora disponibile neppure un centesimo per la fase che dovrebbe iniziare l’11 marzo a Parigi, con il lancio dei primi due bandi per il tunnel da parte del cda di Telt (la società italo-francese che deve realizzare la Torino-Lione).

Ne discutono oggi, 5 marzo 2019, in un vertice del governo italiano, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Danilo Toninelli. I due bandi riguardano l’intero tratto francese del traforo, i tre quarti dell’opera, 45 dei 57,5 chilometri totali, del valore di 2,3 miliardi di euro. Senza “disponibilità del finanziamento”, dice l’Accordo tra Italia e Francia del 2012, non può esserci “l’avvio dei lavori”. L’Italia ha stanziato, per questa fase della realizzazione del tunnel (costo 9,63 miliardi di euro), 2,63 miliardi, il 27 per cento della spesa totale, assegnati dalla legge di stabilità 2013 (governo Monti) e approvvigionati in quote annuali nel bilancio dello Stato tra il 2015 e il 2027. L’Unione europea, dopo i finanziamenti per gli studi e i lavori preliminari, per il tunnel ha messo a disposizione 0,57 miliardi, il 6 per cento.

La Francia zero: non ha ancora deciso alcuna programmazione futura su base pluriennale per i finanziamenti del traforo, neppure attraverso l’agenzia pubblica Afitf (Agence de financement des infrastructures de transport de France) che ha pagato i lavori preparatori realizzati finora. Il Fatto Quotidiano ha chiesto al ministero dei trasporti francese se, quando e quanto vorrà finanziare l’opera. Al momento non ha ricevuto risposta. In queste condizioni, a dar retta all’articolo 16 dell’Accordo, l’11 marzo il cda di Telt dovrebbe dunque fermarsi e chiedere a Macron che cosa vuol fare del Tav. Gliel’hanno già chiesto i rappresentanti della regione Auvergne-Rhone-Alpes, guidata dai Repubblicani, che accusano il presidente di scarso amore per la Torino-Lione. La spiegazione che gira in Francia è questa: Macron non lo vorrebbe fare, il Tav, giudicato troppo costoso e poco utile; ma tira in lungo, lasciando che sia l’Italia a restare con il cerino della decisione in mano.

Le calende francesi. Il tunnel di base di 57,5 chilometri è per il 21 per cento (12,5 chilometri) in territorio italiano, per il 79 per cento (45 chilometri) in territorio francese. Nella ripartizioni dei costi, però, l’Italia paga di più (il 58 per cento del totale), con il risultato che l’esborso per l’Italia è di 280 milioni a chilometro, per la Francia 60 milioni a chilometro. Questa asimmetria è giustificata dal fatto che i francesi hanno però molte più spese per il loro tratto nazionale, dallo sbocco del tunnel di base fino a Lione, che comprende anche due tunnel a due canne, quello di Belledonne e quello di Glandon.

Ma nel gennaio 2018 è stata presa in Francia una decisione che ribalta gli accordi: il Coi (Conseil d’orientation des infrastructures) presieduto dal deputato socialista Philippe Duron, decide di rimandare le opere del tratto francese a dopo il 2038. Lo scrive il Coi a pagina 77 del suo rapporto sulla mobilità francese: “Ritiene che non sia stata dimostrata l’urgenza di intraprendere questi interventi, le cui caratteristiche socioeconomiche appaiono chiaramente sfavorevoli in questa fase. Sembra improbabile che prima di dieci anni non vi sia alcun motivo per continuare gli studi relativi a questi lavori che, nel migliore dei casi, saranno intrapresi dopo il 2038”.

Un rinvio alle idi di marzo, o alle calende francesi. Intanto l’Italia paga di più il tunnel di base, finanziando di fatto la Francia in cambio di lavori che la Francia forse farà, “nel migliore dei casi”, dopo il 2038. Ci vuole davvero molto “amour” per fare da banca a Macron.

Ancora un raid della polizia francese ai nostri confini – Irrompono sul treno Ventimiglia-Nizza a caccia di migranti, armati di spray urticante. La testimonianza di una passeggera: “Dal bagno urla disumane”… Però non vi dimenticate che i “vomitevoli” siamo noi…!

 

 

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Ancora un raid della polizia francese ai nostri confini – Irrompono sul treno Ventimiglia-Nizza a caccia di migranti, armati di spray urticante. La testimonianza di una passeggera: “Dal bagno urla disumane”… Però non vi dimenticate che i “vomitevoli” siamo noi…!

Migranti, polizia francese spruzza spray urticante sul treno Ventimiglia-Nizza | Una passeggera a Tgcom24: “Dal bagno urla disumane”

La sostanza ha raggiunto anche i viaggiatori in carrozza provocando tosse e bruciori. “Non è la prima volta, ma mai così tanta violenza”, il racconto a Tgcom24

Nuove polemiche sul comportamento della polizia francese al confine con l’Italia: gli agenti avrebbero spruzzato spray urticante giovedì mattina intorno alle 7 sul treno partito da Ventimiglia e diretto a Nizza. L’obiettivo era per far uscire alcunimigranti nascosti in un bagno, ma la sostanza urticante ha raggiunto anche i viaggiatori in carrozza provocando tosse e bruciori. L’episodio si è verificato alla stazione di Mentone. “Dal bagno dove si erano chiusi i tre giovani africani arrivavano urla disumane – è il racconto di una testimone a Tgcom24. – Un fatto del genere era già accaduto la settimana scorsa, ma nessuno aveva visto tanta violenza. Siamo rimasti tutti increduli e scioccati. Tutto ciò è legale?”.

La testimonianza di una passeggera a Tgcom24La stazione di Mentone è la prima in territorio francese una volta oltrepassato il confine arrivando dall’Italia. Secondo quanto hanno riferito alcuni passeggeri, gli agenti, saliti a bordo alla sosta delle 7.10 per l’abitudinario controllo dei documenti, hanno dapprima cercato di forzare la porta della toilette nella quale si erano chiusi i migranti utilizzando una sorta di grossa tronchese e hanno poi spruzzato la sostanza urticante per farli uscire.

“Dal bagno arrivavano urla disumane – racconta una testimone a Tgcom24 – e dopo mezz’ora di tensione abbiamo visto come quei tre ragazzi sono usciti da lì, non si reggevano in piedi. E anche i gendarmi erano stremati. Ma tutta questa aggressività è lecita? E’ stata una situazione sconvolgente”.

Come hanno reagito i presenti? “Eravamo tutti scioccati, nessuno è intervenuto direttamente contro i gendarmi, ma in tanti si sono alzati per vedere da vicino cosa stesse accadendo e per filmare con gli smartphone. Nessuno provava simpatia per questa azione. A quell’ora sul treno eravamo per lo più italiani”.

“Vorrei ci fosse consapevolezza nell’opionone pubblica di quello che accade in quella tratta: i controlli sono mirati in base al colore della pelle – aggiunge la testimone a Tgcom24; – chi prova a scappare viene bloccato e preso platealmente a schiaffi. Quei tre ragazzi sicuramente parlavano francese, perché gli agenti non hanno provato a trattare con loro? O perché non hanno semplicemente atteso che uscissero per intervenire? Alla fine tutti ci siamo chiesti: Chissà dove li portano? Cosa faranno loro?”.

 

fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/migranti-polizia-francese-spruzza-spray-urticante-sul-treno-ventimiglia-nizza-una-passeggera-a-tgcom24-dal-bagno-urla-disumane-_3191724-201902a.shtml