Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

 

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Fanno ironia idiota su Di Maio ed i 5stelle, ma ecco quello che tutti pensavano solo qualche mese fa: “Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti”…!

Vi riproponiamo questo articolo pubblicato solo qualche mese fa…

Impreparati, incompetenti, immaturi: non abbiamo mai avuto politici tanto ignoranti!

Non si è mai visto un ceto politico così ignorante. Laureati compresi. Colpa della scuola? O di una selezione al contrario? La democrazia rischia di non funzionare se conferisce responsabilità di comando a persone palesemente impreparate.

Nel governo Gentiloni più di un ministero è presidiato da non laureati e non laureate: istruzione e salute, lavoro e giustizia. Se questa non è forse la “prevalenza del cretino” preconizzata da Fruttero e Lucentini, è di certo la prevalenza dell’ignorante.

Infatti la legislatura attuale ha una percentuale di laureati tra le più basse della storia: di poco sopra il 68 per cento, un dato che mette tristezza a confronto col 91 per cento del primo Parlamento repubblicano… Qualche settimana fa la Repubblica ha offerto lo sfondo a questo spettacolo, mostrando con tanto di tabelle che la riforma universitaria detta “del 3+2”, testardamente voluta nel 2000 dai non rimpianti ministri Berlinguer e Zecchino al grido di “l’Europa ce lo chiede!”, è stata un fiasco. I laureati sono pochi, non solo nel ceto politico ma nel paese, in calo perfino rispetto a quelli del 2000, ultimo anno prima della riforma. L’età media del laureato italiano è superiore ai 27 anni e la laurea triennale non serve (salvo che per gli infermieri) a nulla. I giovani che concludono il ciclo di 5 anni (il “3 + 2”) sono addirittura meno del totale di quelli che vent’anni fa si laureavano coi vecchi ordinamenti (durata degli studi 4, 5 o 6 anni). Per giunta, per completare la laurea triennale ci vogliono 4,9 anni, per quella quinquennale più di 7,4! Quindi, l’obiettivo principale della riforma, che era quello di aumentare il tasso di laureati, è mancato.

Le cause? Certamente non sono quelle che ha suggerito, nel suo intervento a Cernobbio agli inizi di settembre, la non laureata ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: la colpa dei pochi laureati, ha suggerito (lei ex sindacalista!), è delle «famiglie a basso reddito», che non trovano più buoni motivi per spingere i figli a laurearsi. Non ha pensato, non avendolo frequentato, che invece è tutto il sistema universitario che andrebbe, come le case abusive, abbattuto e riprogettato. Quindi, se il paese è conciato così, come possiamo pretendere che il personale politico sia meglio?

Ma non è finita. Un altro guaio, più serio, sta nel fatto che il ceto politico attuale, e ancor più (si suppone) quello che gli subentrerà al prossimo turno, ha un record unico nella storia d’Italia, di quelli che fanno venire i brividi: i suoi componenti, avendo un’età media di 45,8 anni (nati dunque attorno al 1970), sono il primo campione in grandezza naturale di una fase speciale della nostra scuola, che solo ora comincia a mostrare davvero di cosa è capace. Perché dico che la scuola che hanno frequentato è speciale? Perché è quella in cui, per la prima volta, hanno convissuto due generazioni di persone preparate male o per niente: da una parte, gli insegnanti nati attorno al 1950, formati nella scassatissima scuola post-1968; dall’altra, quella degli alunni a cui dagli anni Ottanta i device digitali prima e poi gli smartphone hanno cotto il cervello sin dall’infanzia.

I primi sono cresciuti in una scuola costruita attorno al cadavere dell’autorità (culturale e di ogni altro tipo) e della disciplina e all’insofferenza verso gli studi seri e al fastidio verso il passato; i secondi sono nati in un mondo in cui lo studio e la cultura in genere (vocabolario italiano incluso) contano meno di un viaggio a Santorini o di una notte in discoteca.

Prodotta da una scuola come questa, era forse inevitabile che la classe politica che governa oggi il paese fosse non solo una delle più ignoranti e incompetenti della storia della Repubblica, ma anche delle più sorde a temi come la preparazione specifica, la lungimiranza, la ricerca e il pensiero astratto, per non parlare della mentalità scientifica. La loro ignoranza è diventata ormai un tema da spot e da imitazioni alla Crozza. I due fattori (scarsità di studi, provenienza da una scuola deteriorata), mescolati tra loro, producono la seguente sintesi: non si è mai visto un ceto politico così incompetente, ignorante e immaturo.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nelle parole, le opere e le omissioni. Si dirà, come al solito, che il grande Max Weber lo aveva profetizzato già nel famoso saggio sulla Politica come professione (1919): «lo Stato moderno, creato dalla Rivoluzione» spiega «mette il potere nelle mani di dilettanti assoluti […] e vorrebbe utilizzare i funzionari dotati di preparazione specialistica solo come braccia operative per compiti esecutivi». Ma il povero Max non poteva prevedere le novità cool dei nostri tempi: per dirne una, la rabbiosa spinta che il movimento di Beppe Grillo avrebbe dato alla prevalenza dell’incompetente.

tratto da: http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2017/09/27/news/impreparati-incompetenti-immaturi-il-ceto-politico-non-e-mai-stato-cosi-ignorante-1.310776?ref=RHRR-B

Intercettazioni: “Pd come Berlusconi, si accanisce con chi indaga e non colpisce i corrotti”…!

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Intercettazioni: “Pd come Berlusconi, si accanisce con chi indaga e non colpisce i corrotti”…!

 

Intercettazioni, M5s: “Pd come Berlusconi, si accanisce con chi indaga e non colpisce i corrotti”. Il silenzio dei dem

Il Movimento 5 stelle sulle anticipazioni al decreto sulle intercettazioni che vieta ai pm i virgolettati e limita l’uso dei virus spia: “Renzi vuole portare a casa una norma che impedirebbe ai magistrati di perseguire i corrotti. Ci aveva provato, a suo tempo, Silvio Berlusconi”. Di Pietro contrario all’uso dei riassunti: “Controproducente e sbagliato”. Dal Pd nessuna reazione

Il Partito democratico in “affinità e continuità con i precedenti governi Berlusconi” sta preparando “un decreto-bavaglio” sulle intercettazioni. Per il Movimento 5 stelle “anziché andare a colpire corrotti e corruttori, il decreto messo a punto dal Pd e dal ministro Andrea Orlando rappresenta un vero e proprio accanimento nei confronti di coloro che ogni giorno cercano di combattere la corruzione e il malaffare”. Sono le parole di Enrico Cappelletti, capogruppo M5s al Senato, che commenta le anticipazioni sulla bozza del ddl intercettazioni. Sette pagine inviate dal ministro Orlando ai procuratori italiani, in cui viene vietata la pubblicazione integrale di telefonate e ambientali e viene limitato l’uso dei trojan, i captatori informatici che permettono di ‘entrare’ nei cellulari. Sette pagine che il Pd evita di commentare, almeno per il momento, e che non piacciono anche all’ex pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, che ha definito quanto emerso “controproducente e sbagliato”.

Renzi vuole portare a casa una norma che impedirebbe di fatto ai magistrati di fare il proprio mestiere nel perseguire i corrotti e di avere un importante strumento per condannare coloro che si macchiano di gravi reati”, si legge in una nota del gruppo M5S alla Camera. “Ci aveva provato, a suo tempo, Silvio Berlusconi, per salvarsi dai processi, ed ora – rimarcano – ci prova l’avatar di Renzi, il governo Gentiloni“. Questa norma salverebbe gente come “Buzzi, Carminati, chi rideva del terremoto a L’Aquila e i cosiddetti ‘furbetti del quartierino’”, sottolineano i pentastellati, ma cancellerebbe anche con “un colpo di spugna” l’inchiesta Consip, “per salvare Tiziano RenziLuca Lotti e il cerchio magico”, conclude il gruppo M5s a Montecitorio.

“Le indiscrezioni riportate da Repubblica confermano i timori manifestati dal M5s sin dalla discussione della delega sul processo penale”, dichiara invece Cappelletti.  “Queste limitazioni – insiste il senatore – appaiono assurde e pericolose, se si considera che in un Paese come il nostro la corruzione rappresenta un fenomeno ormai incontrollabile“. “Il decreto mette definitivamente fine alla pubblicazione delle intercettazioni anche laddove queste ultime coinvolgono personaggi di rilevanza pubblica o politici che potranno apparire agli occhi dei cittadini immacolati – sottolinea ancora Cappelletti – anche quando sono coinvolti in inchieste giudiziarie di mazzette e appalti“. “Un comportamento decisamente vergognoso ed irresponsabile che rende di tutta evidenza affinità e continuità con i precedenti governi Berlusconi”, conclude il senatore M5s.

Contro il divieto di riproduzione integrale nelle richieste dei pm di comunicazioni e conversazioni intercettate, sostituite da un riassunto del contenuto, si schiera invece Di Pietro. Secondo l’ex pm di Mani Pulite, “una cosa è la pubblicazione extragiudiziaria, altra la motivazione contenuta nel provvedimento giudiziario che non può essere sintetica. Quindi, non sono d’accordo sulla sintesi giudiziaria, mentre lo sono sui limiti di pubblicazione di intercettazioni che con l’inchiesta non c’entrano”. “Innanzitutto – sottolinea l’ex magistrato – non va limitata per gli uffici inquirenti la possibilità di utilizzare le intercettazioni per accertare chi commette reati: questo strumento è necessario. Quanto ai contenuti, non v’è dubbio che mettendo sotto intercettazione un’utenza telefonica, da lì si ascolta di tutto: ciò che ha rilevanza penale e ciò che potrebbe fare notizia sotto il profilo del gossip“. Ma “i limiti non devono essere posti all’interno del processo: tutte le parti devono poter avere acceso all’integralità“.

L’altro commento politico arriva da Enrico Costa, ex viceministro della Giustizia nel governo Renzi, ex Ncd e neo-entrato nel gruppo misto “Fare! – Pri – Liberali”, dopo aver lasciato l’incarico da ministro agli Affari regionali. “C’è il metodo e il merito. Quanto al primo, sarebbe interessante capire quali siano i soggetti ‘legittimati’ a conoscere il testo e a formulare osservazioni ed in base a quale logica siano stati individuati”, afferma. “Quanto al merito – aggiunge Costa – mi pare una interessante base di discussione, sulla quale le Commissioni parlamentari potranno esprimersi. L’auspicio è che non intervengano repentini dietrofront“.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/08/intercettazioni-m5s-pd-come-berlusconi-si-accanisce-con-chi-indaga-e-non-colpisce-i-corrotti-il-silenzio-dei-dem/3845059/

Asti – Il candidato M5s perde il ballottaggio a favore della candidata Pd per soli 13 voti. Ma non è così! Su richiesta del M5s i voti vengono ricontati e – ma tu guarda un po’ – “qualcuno” aveva “dimenticato” 63 voti per i Cinquestelle… W l’Italia. W la Democrazia…!!

 

Asti

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Asti – Il candidato M5s perde il ballottaggio a favore della candidata Pd per soli 13 voti. Ma non è così! Su richiesta del M5s i voti vengono ricontati e – ma tu guarda un po’ – “qualcuno” aveva “dimenticato” 63 voti per i Cinquestelle… W l’Italia. W la Democrazia…!!

Amministrative Asti 2017, errori di trascrizione nei verbali: “Al ballottaggio va il M5s e non il Pd”

In un primo momento il candidato pentastellato Massimo Cerruti era finito terzo in classifica, a soli 13 voti da Angela Motta, consigliere regionale Pd e candidata sindaco del centrosinistra. Le verifiche della commissione elettorale del tribunale, però, hanno fatto emergere le discrepanze tra i verbali delle sezioni e la comunicazione stilata dall’ufficio centrale elettorale del comune

Il Movimento 5 Stelle raggiunge il ballottaggio ad Asti. E lo fa soltanto dopo le verifiche della commissione elettorale del tribunale. In un primo momento, infatti, il candidato pentastellato Massimo Cerruti era finito terzo in classifica, a soli 13 voti da Angela Motta, consigliere regionale Pd e candidata sindaco del centrosinistra. Un divario minimo che aveva spinto i grillini a chiedere l’accesso ai verbali dei seggi. Stamattina quindi i grillini, accompagnati dall’avvocato Alberto Pasta, sono andati al comitato centrale elettorale per verificare i verbali dei seggi e da un semplice riconteggio fatto dai funzionari pubblici è emerso che nella comunicazione stilata dall’ufficio centrale elettorale del comune di Asti c’erano degli errori di trascrizione. Alcuni numeri in pratica non corrispondono ai verbali dei seggi. In questo modo i 5 Stelle hanno guadagnato 63 preferenze, superando di 50 voti l’esponente dal Pd. al ballottaggio del 25 giugno sfideranno il candidato del centrodestra, Maurizio Rasero, che ha preso circa undicimila voti in più. Ad annunciarlo è il candidato sindaco Cerruti. “Il comitato centrale elettorale – spiega – ha riscontrato un errore sulla sommatoria dei voti di ciascun verbale: rifacendo la somma abbiamo un vantaggio di 50 rispetto ad Angela Motta del Pd”. Nel primo conteggio Motta aveva 5.093 preferenze, Cerruti 5.080. Una situazione che si capovolge ben 36 ore dopo la chiusura dei seggi.

Asti è l’unico capoluogo di provincia in cui i pentastellati accedono al secondo turno: Luigi Di Maio, dunque, esulta su facebook.  “Arriva un’altra buona notizia: anche ad Asti – capoluogo di provincia – il Movimento 5 Stelle va al ballottaggio. Dal riconteggio, 50 voti in più. Sono 10 i comuni del Movimento 5 Stelle che vanno al ballottaggio. Forza!”,  scrive il vicepresidente della Camera. Entusiasta anche il candidato sindaco Cerruti, che si prepara già al ballottaggio.  “Giocheremo fino in fondo per ottenere i voti di chi non ci ha votato e degli astenuti – spiega  -. Alcune persone mi hanno già detto che, dopo non aver votato al primo turno, al ballottaggio voteranno per me”.  La candidata dem Angela Motta ovviamente è molto amareggiata: “Nel pomeriggio vedrò l’avvocato e capirò se ci sono i margini per fare qualcosa, altrimenti ci prepariamo a fare opposizione per i prossimi cinque anni”. Potrebbe esserci un ricorso che, dalle prime informazioni raccolte, potrà essere fatto dopo l’insediamento del nuovo sindaco. Ieri tra l’altro l’esponente del Pd si era detta comprensiva nei confronti degli avversari sconfitti per soli 13 voti. “A parti inverse – diceva – anche noi avremmo chiesto il riconteggio visto l’esiguo scarto di voti”. La situazione adesso si è ribaltata.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/13/amministrative-asti-2017-errori-di-trascrizione-nei-verbali-al-ballottaggio-va-il-m5s-e-non-il-pd/3656202/

In 18 Stati europei i politici non hanno vitalizi d’oro, ma una normale Pensione come tutti. Ce lo chiede l’Europa, solo quando conviene a loro!

 

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In 18 Stati europei i politici non hanno vitalizi d’oro, ma una normale Pensione come tutti. Ce lo chiede l’Europa, solo quando conviene a loro!

 

In 18 Stati europei i politici hanno #PensioneComeTutti

L’Europa dei cittadini non ha il privilegio. In 18 Paesi europei (Austria, Croazia, Danimarca, Estonia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) i deputati dei Parlamenti nazionali versano i contributi come tutti gli altri cittadini e percepiscono una pensione in base ai contributi che hanno versato nella loro vita lavorativa. Questi Paesi sono un modello da seguire.

VIDEO. In Italia dopo 4 anni, sei mesi e un giorno i parlamentari hanno diritto a una pensione speciale. In 18 Stati europei i vitalizi non esistono! Questa è l’Europa che ci piace! Condividi questo video. Fai sapere a tutti come stanno le cose

il video QUI

PAESI SENZA PRIVILEGI
In Austria la pensione speciale per i parlamentari è stata abolita nel 1997, in Estonia nel 2003, in Portogallo nel 2005, in Grecia nel 2012 in piena crisi economica. È stato un segnale di rispetto verso chi subiva tagli a pensioni e salari. In Croazia la riforma è arrivata nel 2012 e oggi non esistono privilegi. In Repubblica ceca e in Ungheria i deputati sono liberi di versare una parte del loro salario in un fondo pensionistico privato e comunque vengono trattati come tutti gli altri dipendenti pubblici. Il sistema pensionistico danese è costruito in modo che si possa ottenere la pensione da diverse fonti perché in quel Paese c’è una alta mobilità professionale. In Lituania, Lettonia, Malta, Olanda, Slovacchia, Slovenia e Svezia non è previsto un sistema pensionistico separato per i deputati. In Polonia questo privilegio è riservato solo al Presidente della Repubblica, una volta raggiunta l’età pensionistica. In Spagna la riforma è stata fatta nel 2011 ma non tocca i privilegi già acquisiti dei vecchi parlamentari. In Irlanda i politici non hanno un assegno pensionistico più alto dei cittadini, ma raggiungono il massimo della pensione dopo 20 anni di mandato (tutti gli altri dipendenti statali devono aspettare invece 40 anni).

PAESI CON PRIVILEGI
In Italia i parlamentari dopo 4 anni, sei mesi e un giorno hanno diritto a una pensione speciale che viene erogata a prescindere da quanti contributi hanno versato nella loro vita lavorativa. Viene erogata a partire dai 65 anni e ammonta a 918,18 euro al mese. Uno scandalo che, tuttavia, esiste anche in altri Paesi europei: a Cipro dopo appena un mandato il deputato riceve 1.352 euro al mese, con due o più mandati l’assegno sale fino a 3.718 euro. L’età pensionabile scatta a 60 anni. In Finlandia il sistema è complesso: la pensione decresce se il deputato ha diritto a un altro pilastro pensionistico, per esempio per contributi versati durante un altro periodo professionale. L’assegno è calcolato sulla base della lunghezza della carriera politica e, in ogni caso, il tetto massimo è del 60% della media guadagnata negli ultimi 15 anni. Lo stipendio mensile di un deputato finlandese è di 6.407 euro. L’età pensionabile dei politici è la stessa di tutti gli altri cittadini, 65 anni. In Francia il vitalizio è di 2.700 euro netti al mese e scatta al 65 anni del parlamentare. È possibile accumulare vitalizio e pensione. In Germania il vitalizio scatta ai 67 anni di età, in Gran Bretagna a 55 anni. Politici e Ministri di Sua Maestà hanno un regime diverso rispetto a quello di tutti gli altri cittadini: versano i contributi in un fondo ma hanno rendimenti certi più favorevoli rispetto a quelli degli altri cittadini. In Lussemburgo il vitalizio è di 2.001,33 euro ma scatta solo dopo 15 anni di mandato. In Romania ammonta a 1.540 euro e viene erogato anche se la legislatura si interrompe prima. Non c’è differenza fra l’età pensionabile di politici e cittadini: 60 anni per le donne, 65 per gli uomini. In Belgio i parlamentari hanno diritto a una pensione sui generis che scatta a 62 anni di età e dipende dagli anni di mandato. Il calcolo è semplice: 1.114,81 euro l’anno moltiplicato per il numero di anni di legislatura completati. Un mandato di 5 anni, dunque, frutta 5.574 euro l’anno di vitalizio, 464,5 euro al mese.

Non è stato possibile analizzare il sistema della Bulgaria perché i dati relativi alle pensioni dei parlamentari bulgari non sono pubblici.

QUANDO SAREMO AL GOVERNO ELIMINEREMO I VITALIZI E TUTTI I PRIVILEGI. L’Italia farà parte di quell’Europa che non assegna privilegi ai politici e che mette i cittadini al primo posto. L’Europa è composta da tanti Stati diversi fra loro. Noi vogliamo portare i valori, le battaglie e il metodo 5 Stelle dentro le Istituzioni europee, denunciando le ingiustizie e imitando le buone pratiche. E’ una promessa!

fonte: tutti i dati presenti nel post sono stati raccolti con il supporto del servizio di ricerca del Parlamento europeo, in cooperazione con i Parlamenti nazionali dei 28 Stati membri. Dati aggiornati al 31 marzo 2017.

tratto da: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/06/in-18-stati-europei.html

Il ritorno di Berlusconi: “Il M5S preleverà la metà dei vostri patrimoni” …Ormai è rincoglionito e bisogna capirlo… ma rendetevi conto che c’è gente che lo vota!!

Berlusconi

 

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Il ritorno di Berlusconi: “Il M5S preleverà la metà dei vostri patrimoni” …Ormai è rincoglionito e bisogna capirlo… ma rendetevi conto che c’è gente che lo vota!!

 

Alla cena per il compleanno di Renata Polverini, ex governatrice del Lazio e deputata di Forza Italia, lo speudo-Cavaliere (non doveva decadere dalla carica? boh…) è tornato alla carica, facendo presagire una entrata in scena clamorosa per le prossime elezioni politiche.

In forma smagliante, secondo gli invitati alla festa (non ci fate caso, i soliti leccaculo), Berlusconi ha tenuto un vero e proprio monologo che ha catalizzato l’interessamento di tutti i partecipanti:

Dove sono quelli del Pd?“, ha esordito “Voglio raccontare un pò di storielle su Renzi. Non vedo l’ora di cominciare la campagna elettorale. Anche se sarà il mese di agosto: in vita mia non ne ho mai sbagliato una”

Ed e a questo punto che Berlusconi spiazza tutti:

La mia campagna elettorale sarà tutta contro i Cinquestelle. Voi volete mantenere i grillini al potere? Sappiate che vi porteranno via il 50 per cento del patrimonio. I vostri figli erediteranno la metà di quello che avete costruito con le vostre fatiche”.

I bene informati sotengono che, dopo la rottura del patto del Nazareno, Renzi e B. sono tornati a sentirsi, conferma delle parole trapelate riguardo il Nazareno bis. Parole che registrano non solo ottimismo ma addirittura entusiasmo.

Da decidere solo la data: Renzi vorrebbe incontrare Berlusconi prima della direzione del 30 maggio, subito all’inizio della settimana prossima.

Berlusconi, dunque, prepara la sfida alle prossime politiche.

Con un solo diktat, vincerle a tutti i costi.

Casualmente Obama in Italia incontra Renzi, subito dopo il New York Times (mai neanche un rigo su Mafia Capitale) attacca la Raggi: “Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite” …il M5S fa paura anche agli USA? Una volta al governo sapete dove se li possono mettere i loro F35 e le loro armi nucleari?

 

Obama

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Casualmente Obama in Italia incontra Renzi, subito dopo il New York Times (mai neanche un rigo su Mafia Capitale) attacca la Raggi: “Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite” …il M5S fa paura anche agli USA? Una volta al governo sapete dove se li possono mettere i loro F35 e le loro armi nucleari?

 

La macchina del fango allestita da Renzi & C. arranca per screditare il M5s.

Ora all’attacco dei rifiuti di Roma.

Peraltro un attacco già sputtanato, leggi per esempio:

Franco Bechis dimostra che non esiste nessuna emergenza rifiuti a Roma. Gira 4 ore per tutta la città. Solo 4-5 cassonetti sono strabordanti. UN’ALTRA MENZOGNA DI RENZI E DEI SUOI COMPLICI…!!

Le magliette gialle del Pd sono già in marcia per ripulire le strada di Roma (mentre, già da tempo, ne hanno ripulito le casse). Ed ecco un nuovo alleato, il New York Times che chissà come si accorge della monnezza di Roma.

Il New York Times, che non ha mai scritto un rigo su Mafia Capitale, ora è scandalizzato dalla gestione Raggi! E questo poco dopo che Obana ha parlato con Renzi…

Che Renzi gli abbia spiegato, con dovizia di dettagli, dove se li possono infilare gli Americani i loro F25 e le loro armi nucleari in caso di vittoria del M5s…??

 

Da Il Secolo XIX

Il New York Times torna a criticare Roma: «Rifiuti quasi ovunque, promesse politiche fallite»

Roma – «A Roma ci sono rifiuti quasi ovunque» e i politici «continuano a promettere – e falliscono – di tenere il problema sotto controllo». Lo afferma un editoriale del New York Times firmato da Frank Bruni.

«La situazione» dei rifiuti «è peggiore del solito e più deprimente che mai, perché i romani hanno eletto lo scorso anno un giovane sindaco di un nuovo e giovane partito politico che si era impegnato a cambiare le cose. Quasi 11 mesi dopo, non ha fatto quasi nulla del genere» si legge nell’editoriale.

Nell’editoriale dal titolo la «sporca metafora di Roma», Bruni mette in evidenza il contrasto della città, con i monumenti tirati a lustro e la spazzatura. I rifiuti «sono la prima cosa che i romani nominano a chi gli chiede della loro città in questi giorni. Ma anche la seconda e la terza» si legge nell’editoriale, dove viene citato Massimiliano Tonelli che descrive la situazione come «tragica. Nessun altro paese europeo ha la sua capitale in queste condizioni». Tonelli insieme ad altri romani fa la cronaca dei rifiuti sul «sito tristemente popolare ROma Fa Schifo», che ha contribuito a fondare.

Tonelli si lamenta del contrasto fra i monumenti splendenti per turisti mentre Roma puzza per i cittadini. Una contraddizione che ricorda costantemente agli italiani che «il settore pubblico è inefficiente e disorganizzato mentre quello privato funziona meglio».

Il New York Times si spinge anche oltre. «Non sono solo i rifiuti. È la profusione di venditori ambulanti senza licenza nelle strade. Gli irregolari trasporti pubblici. La corsa a ostacolo delle auto parcheggiate dove non dovrebbero essere parcheggiate».

Di Maio: “Sui Migranti non cerco voti, ma chiarezza su chi ci mangia”

 

Di Maio

 

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Di Maio: “Sui Migranti non cerco voti, ma chiarezza su chi ci mangia”

Luigi Di Maio – Il vicepresidente della Camera: “Bisogna fare luce sulle Ong. Saviano ci accusa, ma è disinformato sul tema”

Gli ipocriti sono loro, la verità è che del business dell’immigrazione non si deve parlare perché ci mangiano in tanti. Ma noi cerchiamo chiarimenti, non voti”. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e candidato premier in pectore dei Cinque Stelle, accusa e rilancia. Da giorni, lui e il blog di Grillo tuonano contro “i taxi del Mediterraneo”, ovvero le imbarcazioni delle Ong che lucrerebbero sul traffico di migranti. E ieri proprio Di Maio e Roberto Saviano hanno ingaggiato un lungo corpo a corpo su Facebook, con lo scrittore che morde: “È da irresponsabili lanciare accuse vaghe e schizzi di fango su chi ogni giorno salva vite”.

Perché questo accanirsi sulle Ong?

Nessun accanimento. Abbiamo sollevato il tema per i tanti allarmi ricevuti sui morti in mare e sull’aumento degli sbarchi. Vogliamo fare chiarezza su certe disfunzioni, come la vogliono fare la procura di Catania, che ha aperto un’inchiesta, e come Frontex, l’agenzia europea che si occupa del tema.

Quali sono i problemi?

Due rapporti di Frontex, pubblicati dal Financial Times, raccontano che tra i finanziatori di queste organizzazioni ci sarebbe gente come il magnate americano George Soros. E oggi (ieri, ndr) su La Stampa il procuratore di Catania parla “di contatti tra le ong e gli scafisti” e di “gruppi finanziati da personaggi discutibili”.

Sono accuse, non certezze. E lo stesso procuratore parla di “Ong buone e cattive”.

Io non ho mai detto che tutte queste organizzazioni sono cattive, e non le voglio certo cancellare. Voglio fare luce.

L’espressione “taxi del Mediterraneo” è orrenda.

Ma non l’abbiamo mica inventata noi, sta nel rapporto del 2017 di Frontex. Basta conoscerlo, e leggerlo. Io non ho nulla contro Saviano, ma è chiaramente disinformato sul tema.

Potevate precisare meglio.

Ci si perde sulla forma, ma a contare è la sostanza.

Saviano vi accusa di cercare “i voti di chi i migranti li vuole in fondo al mare”.

Lui e altri non sanno di cosa parlano, e strumentalizzano. Questa è la levata di scudi degli ipocriti. Sono gli stessi che si indignavano quando si metteva in dubbio il lavoro di certe cooperative. E poi si è visto con Mafia Capitale cosa c’era in quel mondo.

Queste polemiche sono rischiose: se le Ong perdono i fondi privati che le alimentano lavoreranno molto di meno, e in mare morirà molta più gente.

Nessuno vuole generalizzare. Però proprio le buone Ong ci devono dare una mano. Noi non sappiamo quali siano sotto inchiesta a Catania, o sotto osservazione da parte di Frontex. Vengano allo scoperto, ci aiutino a capire.

Le navi ora si avvicinano molto di più alle coste libiche. Ma è anche un’esigenza operativa, talvolta.

Innanzitutto c’è un numero, quello fornito dalla Procura di Catania. E ci spiega che la percentuale di vittime in questi anni non è calata, nonostante l’intervento di queste organizzazioni. Qui il punto è un altro: è capire se davvero queste imbarcazioni talvolta vadano in acque libiche, e se si mettono d’accordo con gli scafisti, addirittura prestando loro le navi. E questo crea un indubbio incentivo ai flussi verso l’Europa.

Secondo organizzazioni come Medici senza Frontiere il vero incentivo sono i guai sui territori africani. E il richiamo dell’Europa.

Sono elementi che pesano. Ma il tema rimane sempre quello: capire se e chi fa business. Chiederemo chiarimenti anche al ministro dell’Interno Minniti, con un’interrogazione in Parlamento.

Se andaste al governo, cosa fareste?

Il problema non lo risolvi solo presidiando il Mediterraneo. Innanzitutto, bisogna stabilizzare la Libia. Minniti la deve smettere di andare a parlare solo con un premier fantasma come Al Sarraj, non ricosciuto dalle comunità locali. Sulla Libia serve una conferenza internazionale di pace.

Soluzione a medio termine.

Ma è un processo da avviare, fondamentale. E poi è prioritaria la creazione di agenzie dell’Unione europea nei Paesi più stabili del Nordafrica, che facciano da vero filtro ai flussi migratori.

Il M5S sente aria di Politiche, e vuole i voti della Lega e della destra.

Sciocchezze. La verità è che in Italia in questi ultimi 20 anni ci sono stati due generi di sfruttamento dell’immigrazione. Il primo è quella della Lega, che ha lucrato elettoralmente sul problema, senza mai risolverlo. L’altro invece è quello del centrosinistra, che ha anche preso soldi dalle cooperative che sfruttavano il business dei migranti. Non a caso Salvatore Buzzi finanziò una cena elettorale di Matteo Renzi. Destra e sinistra hanno già fallito.

 

di

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/sui-migranti-non-cerco-voti-ma-chiarezza-su-chi-ci-mangia/

Per non dimenticare: Negano la sfiducua a Lotti – E Bruno Vespa apre Porta a Porta annunciando la “sconfitta dei Grillini” …NO, mio caro lecchino, la sconfitta non è dei Grillini, ma della dignità! …Ma lei cosa ne può sapere di dignità…!!

Bruno Vespa

 

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Per non dimenticare: Negano la sfiducua a Lotti – E Bruno Vespa apre Porta a Porta annunciando la “sconfitta dei Grillini” …NO, mio caro lecchino, la sconfitta non è dei Grillini, ma della dignità! …Ma lei cosa ne può sapere di dignità…!!

 

Ho sentito l’anteprima di Porta a Porta.

Non ci crederete, ma il lecchino di Stato ha annunciato, sul caso Lotti, “la sconfitta dei Grillini”…!!

Sì cari amici: il Parlamento nega la sfiducia ad un inquisito e gli sconfitti sono i Grillini e non la gente onesta…

Ma non dimenticate che il sig. Vespa (che paghiamo NOI. Che dovrebbe fare sevizio pubblico) fino a ieri ha leccato il nobile deretano di chi aveva eletto il condannato Verdini a nostro Padre Costituente…

Povero Cristo ‘sto Vespa, che ne sa lui di Onestà… che ne sa di dignità…

By Eles

 

tratto da: http://zapping2017.myblog.it/2017/03/15/negata-la-sfiducua-a-lotti-e-bruno-vespa-apre-porta-a-porta-annunciando-la-sconfitta-dei-grillini-no-mio-caro-lecchino-la-sconfitta-non-e-dei-grillini-ma-dellonesta-ma-lei-cosa-ne-pu/

L’informazione in Italia? Il Messaggero pubblica la notizia (?) che Di Battista è andato allo stadio a vedere il derby, con tanto di foto (falsa). Di Battista era a La7 intervistato da Floris davanti a milioni di italiani!! …Rendetevi un po’ conto come siamo ridotti!

Il Messaggero

 

 

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L’informazione in Italia? Il Messaggero pubblica la notizia (?) che Di Battista è andato allo stadio a vedere il derby, con tanto di foto (falsa). Di Battista era a La7 intervistato da Floris davanti a milioni di italiani!! …Rendetevi un po’ conto come siamo ridotti!

 

Fake News: Ma vi rendete conto?

Secondo Il Messaggero di Caltagirone martedì sera io sarei andato allo stadio a vedere il derby. E pubblicano anche una foto. Peccato che quella foto sia stata scattata almeno 2 anni e mezzo fa e peccato che la sera della partita ero in diretta su La7 a DiMartedì (Floris e milioni di italiani sono testimoni).

 

Martedì sera sono uscito dalla Camera intorno alle 20.45, ho preso un taxi per gli studi di La7 sulla Tiburtina dove, dalle 21.30 fino alle 22.30 sono stato intervistato in diretta da 3 giornalisti e ho portato avanti le nostre battaglie come faccio sempre in aula o tutti i fine settimana in piazza.


Potevano verificare questa “soffiata” arrivata dal PD, non è questo un dovere dei giornalisti? Mi dite di querelare ma non lo farò. Non me ne frega nulla. Leggo i commenti sotto al loro articolo e mi basta questo oltre ai dati delle loro vendite. Mi dispiace solo per i bravi giornalisti che lavorano al Messaggero. Sono loro le principali vittime delle fakenews che pubblica questo giornale, non certo io!

P.S. Allo stadio non vado ormai da un paio di anni ma quando andavo (ed ero già parlamentare) andavo in curva e mi pagavo ovviamente il biglietto di tasca mia. Sarebbe bello leggere un’inchiesta sui politici che usano le auto blu per andare a vedere la partita ed entrano gratis!

 

(da Alessandro Di Battista FB)

Berlusconi: “I grillini non hanno mai fatto nulla di buono” …bene, detto da un pagliaccio, noto puttaniere condannato per frode fiscale e falso in bilancio, credo possa considerarsi un complimento!

 

Berlusconi

 

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Berlusconi: “I grillini non hanno mai fatto nulla di buono” …bene, detto da un pagliaccio, noto puttaniere condannato per frode fiscale e falso in bilancio, credo possa considerarsi un complimento!

 

Berlusconi attacca i 5 stelle: “I grillini non hanno mai fatto nulla di buono”
“C’è ignoranza nella classe politica su certi temi. Oltre il 70% dei parlamentari di Grillo non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi in vita sua. Non hanno mai fatto nulla di buono per sé o per gli altri”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, al Salone del Mobile di Milano che ha anche respinto la proposta del Movimento 5 Stelle di introdurre un reddito di cittadinanza “che indurrebbe tutti a non lavorare”. “Poi – ha aggiunto – non si può fare perché costa 90 miliardi di euro”.

E si, lo ha detto Silvio Berlusconi. Quello che di cose buone ne ha fatte tante…

… ve ne vogliamo ricordare solo qualcuna:

  • LEGGI AD PERSONAM (circa una trentina)
  • QUELLA VOLTA CHE DISSE AI TERREMOTATI DELL’AQUILA DI “PRENDERLA COME UNA VACANZA”
  • I “RISTORANTI SEMPRE PIENI” DETTA NEL BEL MEZZO DELLA PEGGIORE CRISI ECONOMICA DELLA STORIA
  • LE MAGLIETTE DELL’ITALIA CON SCRITTO BUNGA-BUNGA CHE HO VISTO LA PRIMA VOLTA CHE SONO ANDATO AD AMSTERDAM
  • AVER PORTATO IN POLITICA NICOLE MINETTI
  • LA BARZELLETTA SU ROSY BINDI CON BESTEMMIA FINALE
  • AVERCI SPINTO A METTERE I BANNER “BERLUSCONI NON È IL MIO PRESIDENTE” SUI BLOG NEL 2007
  • AVER DATO RILEVANZA POLITICA A DUE SOGGETTI COME SCILIPOTI E RAZZI
  • AVER FATTO MINISTRO CALDEROLI
  • L’EDITTO BULGARO
  • IL CONFLITTO D’INTERESSI
  • AVER CONVINTO BEN 314 PARLAMENTARI ITALIANI CHE RUBY ERA EFFETTIVAMENTE LA NIPOTE DI HOSNI MUBARAK
  • LE POLEMICHE CONTRO LA MAGISTRATURA
  • AVER PREPARATO IL CAMPO AL RENZISMO
  • MARIANO APICELLA
  • LA LEGGE FINI-GIOVANARDI
  • AVER RESO “ARCORE” SINONIMO DI “SODOMA”
  • PAGARE I FAGIOLINI 80 EURO AL CHILO
  • LA BOSSI-FINI
  • AVER UCCISO OGNI FORMA DI VITA NEL CENTRODESTRA
  • ESSERSI FATTO DERIDERE PERSINO DA GEORGE BUSH
  • IL VULCANO FINTO COSTRUITO NEL GIARDINO DI VILLA CERTOSA CHE LA SERA DI FERRAGOSTO 2006, DURANTE UNA FESTA CON CONCERTO PRIVATO DI GIGI D’ALESSIO, CAUSA L’INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCOCHIAMATI DAI VICINI SPAVENTATI
  • LA RIFORMA MORATTI E LA RIFORMA GELMINI
  • LA FRASE “IN TUTTI NOI C’È UNA PARTE GAY. LA MIA È LESBICA”
  • LA FRASE “MUSSOLINI NON HA MAI AMMAZZATO NESSUNO, MANDAVA LA GENTE IN VACANZA AL CONFINO”
  • LA FRASE “OBAMA MI PIACE PERCHÉ È GIOVANE, È BELLO ED È ANCHE ABBRONZATO”
  • QUELLA VOLTA CHE SI È PARAGONATO A BATMAN
  • QUELLA VOLTA CHE HA DETTO DI AVER GIOCATO NEL MILAN
  • AVER PORTATO A UN LIVELLO DI PERFEZIONE MAI VISTO L’ARTE DI FARE PROMESSE IRREALIZZABILI IN CAMPAGNA ELETTORALE
  • IL LIVELLO DI SCHIFO RAGGIUNTO DA IL GIORNALE SOTTO LA SUA PROPRIETÀ
  • AVER FATTO SEMBRARE FINI UNA PERSONA PERBENE, MODERATA E DI SANI PRINCIPI
  • AVER CREATO EMILIO FEDE
  • AVER RESO VESPA UNO DEI GIORNALISTI PIÙ IMPORTANTI D’ITALIA E UN AUTORE DI BESTSELLER
  • AVER DIFFUSO IN TUTTI GLI STRATI SOCIALI LA SUA OSSESSIONE PER I COMUNISTI
  • AVER ISPIRATO “L’ESERCITO DI SILVIO”
  • AVER FATTO PERDERE ALL’ITALIA LA SUA GIÀ SCARSA CREDIBILITA INTERNAZIONALE
  • AVER CREATO LA SANTANCHÈ
  • LA FIGURA DI MERDA CHE HA FATTO CON LA REGINA ELISABETTA CHE L’HA RIPRESO PERCHÉ FACEVA CASINO AL G20
  • AVER FATTO SÌ CHE AD ANNI DI DISTANZA ALL’ESTERO CI DICANO ANCORA “AHAHAH ITALY BERLUSCONI”
  • AVER RESO ACCETTABILI GOVERNI FORMATI CON L’AIUTO DI PARTITI POST-FASCISTI, PROTO-FASCISTI O PROPRIO FASCISTI
  • LE SUE STRATEGIE PATETICHE PER CERCARE DI RITORNARE IN AUGE, TIPO QUANDO È DIVENTATO VEGETARIANO
  • IL CANE DUDÙ
  • IL SUO SESSISMO ONNIPRESENTE, ANCHE IN PUNTO DI MORTE, ANCHE QUANDO SI È RISVEGLIATO ALL’OSPEDALE DOPO UN’OPERAZIONE A CUORE APERTO E LA PRIMA COSA CHE HA FATTO È STATA PROVARCI CON L’INFERMIERA
  • STUDIO APERTO
  • LE 10 DOMANDE DI REPUBBLICA CHE ATTENDONO ANCORA UNA RISPOSTA
  • AVER FATTO ENTRARE IN POLITICA IVA ZANICCHI
  • L’AVER SPINTO A TUTTA FORZA LA COMPRAVENDITA DI PARLAMENTARI E SENATORI