Matteo Salvini insiste che la Libia è un porto sicuro. Per la Commissione Onu è lo stupro quotidiano di donne, uomini e bambini… Coscienza tranquilla? …Si può prendere per il culo l’elettore, non Dio…!

 

Matteo Salvini

 

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Matteo Salvini insiste che la Libia è un porto sicuro. Per la Commissione Onu è lo stupro quotidiano di donne, uomini e bambini… Coscienza tranquilla? …Si può prendere per il culo l’elettore, non Dio…!

 

Per il ministero dell’Interno la Libia è un porto sicuro, un paese perfettamente in grado di operare e gestire il soccorso in mare dei migranti.

l ministero dell’Interno ha provveduto ad aggiornare la già molto controversa direttiva “per il coordinamento unificato dell’attività di sorveglianza delle frontiere marittime e il contrasto all’immigrazione illegale”, mettendo nero su bianco che il governo italiano considera la Libia un porto sicuro, un paese pienamente legittimato a operare nella search and rescue dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.

Di tutt’altro avviso la Commissione Onu.

Violenze sessuali orribili e di routine. Violenze cui sono sottoposti praticamente tutti i migranti in transito per la Libia: uomini, donne, bambini e bambine. Violenze che spesso vengono filmate e girate via Skype ai parenti delle vittime per spingerli a pagare ingenti somme di denaro come riscatto.

Lo afferma un report presentato lunedì dalla Commissione Onu per le Donne rifugiate che ha intervistato centinaia di sopravvissute all’inferno libico.

La violenza sessuale più crudele e brutale, oltre alla tortura, è consumata come una prassi consolidata tanto nelle carceri clandestine quanto nei centri di detenzione ufficiali del Governo libico. Ma gli stupri sono perpetrati di routine anche durante gli arresti casuali e nell’ambito del lavori forzati, che possiamo anche chiamare ‘schiavitù’, ai quali sono costrette le donne e gli uomini migranti” ha spiegato Sarah Chynoweth, portavoce dalla Commissione che cha subito sottolineato come sia “assolutamente insostenibile che i rifugiati che riescono a fuggire attraverso il Mediterraneo vengano intercettati, riconsegnati alla Libia e costretti ancora a subire queste violenze”. La Commissione cita esplicitamente l’accordo firmato dal nostro Paese nel 2017, quando, con il sostegno dell’Unione Europea, ha finanziato con decine di milioni di euro la Guardia Costiera libica che opera in un clima di assoluta impunità, fornendogli anche i mezzi per catturare i migranti e riportarli nei centri di tortura.

Nel complesso, l’Ue ha speso 338 milioni di euro, dal 2014 ad oggi, in questa politica sulle migrazioni che si è rivelata non soltanto fallimentare ma anche delinquenziale.

Sono storie orribili e racconti da farti venire il voltastomaco, quelli che – a fatica – gli psicologi e gli operatori specializzati riescono a cavar fuori dai sopravvissuti. Storie di stupri di una violenza inaudita, di torture indicibili, di mutilazioni genitali di massa, di fratelli costretti a violentare le sorelle o la stessa madre. Alcuni rifugiati hanno raccontato di fosse comuni riempite di cadaveri con i genitali tagliati e lasciati fuori a marcire. Storie quasi impossibili da raccontare. Per vergogna, incredulità, e anche per paura. “Ci minacciano di fare delle cose orribili ai nostri fratelli e alle nostre sorelle rimasti laggiù, se raccontiamo in Europa quello che accade in Libia” ha detto un ragazzino ai soccorritori dell’Aquarius.

Orrori che vengono filmati e mostrati ai parenti rimasti in patria per estorcere denaro. Quando alle famiglie è stato rubato tutto quello che si poteva rubare, i carcerieri permettono ai migranti ancora vivi di continuare il viaggio. I centri di detenzione libici non servono a impedire o a limitare le migrazioni. Aggiungono solo dolore al dolore con l’unico risultato quello di far sbarcare in Europa persone pesantemente traumatizzate e che, nel caso dell’Italia, come sottolinea il report della Commissione Onu, ricevono pure un sostegno psicologico del tutto inadeguato o addirittura assente.

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fonti:

https://www.fanpage.it/per-matteo-salvini-ma-non-per-lonu-ora-la-libia-e-un-porto-sicuro/

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/03/29/news/salvini_libia_porto_sicuro_aggiornata_direttiva-222772993/

https://raiawadunia.com/libia-lo-stupro-quotidiano-di-donne-uomini-e-bambini-migranti-con-i-nostri-soldi/

 

 

Papa Francesco rifiuta di incontrare Salvini: “cambi la sua politica sui migranti” …Come mai una notizia tanto eclatante non l’abbiamo sentita dai Tg di regime?

 

Papa Francesco

 

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Papa Francesco rifiuta di incontrare Salvini: “cambi la sua politica sui migranti” …Come mai una notizia tanto eclatante non l’abbiamo sentita dai Tg di regime?

Come ami ai Tg Parlano dei “troni gay” di Maria De Filippi, della patata di Belen e delle corna di Riccardo Fogli, ma non una paroila dei continui, duri attacchi di Papa Francesco a Salvini ed alla sua dittatura dell’odio?

Il no del Papa arriva dopo le considerazioni di ieri sulla nave Open Arms bloccata a Barcellona: “è un’ingiustizia, li tengono fermi per far annegare le persone”

No fermo di Papa Francesco a Matteo Salvini: nessuna udienza privata se non cambia la politica sui migranti. Salvini ci ha provato, più volte, a incontrare il Pontefice, ma dal Vaticano riceve porte chiuse. E la cosa, conoscendolo, non deve fargli molto piacere, specie dopo gli sproloqui con il Vangelo e il Rosario in mano.

I rapporti tra la Santa Sede e il Viminale sono molto freddi sin da quando Salvini si è insediato come Ministro. Già dalla sua prima visita ufficiale in Vaticano, in occasione della festa di san Michele Arcangelo in cui hanno festeggiato insieme Gendarmeria Vatinacana e polizia italiana, Salvini aveva avanzato la sua prima richiesta. Che era rimasta in sospeso e, tra l’altro, la presenza del Ministro tra le mura vaticane era stata accuratamente celata, tanto da non essere riportata da nessuno dei media del Vaticano.

Ma oggi è arrivato il No fermo, e motivato: se la linea del governo sui migranti non cambia, niente colloquio.

A quanto pare se l’atteggiamento di Salvini nei confronti dei migranti non cambierà, il Papa potrebbe non dargli udienza. Perché lasciare le persone in mezzo al mare o a una strada è disumano”. Lo dice la senatrice Vanna Iori, capogruppo del Pd nella commissione Istruzione, aggiungendo: “Non basta agitare un rosario per essere buoni cristiani. Non bastano ritualismi formali ma azioni concrete. Dal Papa un’iniziativa di coraggiosa coerenza con il messaggio evangelico”.

 

tratto da: https://www.globalist.it/news/2019/03/28/il-papa-rifiuta-di-incontrare-salvini-cambi-la-sua-politica-sui-migranti-2039372.html

Alcuni migranti salvati in mare da un mercantile avrebbero dirottato la nave che li stava riportando nei lager Libici – Salvini parla di atto di pirateria… A noi ricorda tanto la storia dell’Amistad – Noi siamo dalla parte dei ribelli!

 

pirateria

 

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Alcuni migranti salvati in mare da un mercantile avrebbero dirottato la nave che li stava riportando nei lager Libici – Salvini parla di atto di pirateria… A noi ricorda tanto la storia dell’Amistad – Noi siamo dalla parte dei ribelli!

“Sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare, lʼItalia la vedranno col cannocchiale”, ha tuonato il nostro ministro… Che tradotto suona pressappoco “se gente crepa di fame, di guerra, di cambiamenti climatici, se fugge da morte certa, a noi bianchi, ariani, italioti non ce ne frega un cazzo, che crepino pure, ma lontano perchè altrimenti ci disturbano”

I migranti presunti dirottatori avrebbero l’intenzione di dirigersi verso Malta o Lampedusa.

Il mercantile Elhiblu I con un gruppo di migranti (forse 120) a bordo, salvati da un naufragio in acque libiche, ha fatto rotta verso nord. Il Viminale ha parlato di “un cambio di rotta repentino”.

A noi ricorda tanto la storia dell’Amistad – Noi siamo dalla parte dei ribelli!

La storia dell’Amistad

Nella notte tra il 30 giugno e il 1º luglio, gli schiavi trasportati dall’Amistad si ammutinarono, guidati dal nero Sengbe Pieh, poi noto negli Stati Uniti d’America come Joseph Cinque. I prigionieri riuscirono a impadronirsi della nave. Alcuni membri dell’equipaggio rimasero uccisi, due riuscirono a fuggire su una lancia con la quale raggiunsero l’Avana dando l’allarme.  Degli altri membri dell’equipaggio rimasero Ruiz, Montes e lo schiavo del capitano, Antonio, che fece da interprete. Gli schiavi ordinarono agli spagnoli di cambiare rotta per dirigersi verso l’Africa, ma essi finsero di obbedire ingannandoli, navigando invece di notte verso nord-ovest e solo di giorno verso est. La Amistad fu quindi abbordata il 26 agosto 1839 dal guardacoste USRC Washington del servizio navale della finanza statunitense (la United States Revenue Cutter Service), comandato dal tenente di vascello Thomas Gadney, e da questi presa in custodia poco al largo di Culloden Point, Long Island, New York, dove gli ammutinati avevano fatto gettare l’àncora per recarsi sulla costa e procacciarsi acqua e cibo.

Per poterne reclamare la relativa ricompensa dovuta al salvataggio della nave secondo le prassi del diritto marittimo, gli schiavi ribelli (considerati merce) furono catturati e condotti in porto a New London nel Connecticut, dove, a differenza dello Stato di New York, la schiavitù era ancora tecnicamente legale.

Il 7 gennaio 1840 i prigionieri furono processati per ammutinamento: il giudice ritenne non rilevante il motivo per cui si trovassero sulla nave, cioè essere schiavi, rispetto al fatto che ne avessero assunto il controllo con la forza. Parte dell’opinione pubblica statunitense non accettò il verdetto e nacque un movimento di dissenso, nel quale si distinse il Comitato della Amistad, che già durante il processo si era battuto per ottenere la libertà dei prigionieri e l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti.

Tra i più attivi all’interno del gruppo figurò l’avvocato Roger Baldwin.

Per poter comunicare con gli schiavi un membro del comitato, il professore Josiah Willard Gibbs, Sr., imparò a contare fino a dieci nella lingua mende e si recò al porto di New York, contando ad alta voce. Si fece così notare da James Covey, un marinaio africano della HMS Buzzard (un brigantino appartenente alla Marina britannica) in grado di comprendere e parlare la lingua mende, che divenne il tramite tra il comitato e gli schiavi.

Grazie al dialogo che finalmente si riuscì a instaurare tra difensori e difesi, il comitato riuscì a dimostrare che gli africani erano stati catturati illegalmente, che l’ammutinamento era stato compiuto per rivendicare il loro diritto alla libertà e che pertanto tale azione non poteva essere considerata un reato. La nuova sentenza, emessa nel gennaio 1840, accolse la tesi della difesa, conferì agli schiavi lo status di uomini liberi e rigettò la rivendicazione della Spagna di Isabella II, che ne chiedeva la restituzione come merce in base al Trattato di Pinckney del 1795.

La sentenza contrastava con la politica del presidente Martin Van Buren, tesa a mantenere buone relazioni con la Spagna e, sul piano interno, a non opporsi direttamente alla schiavitù, evitando uno scontro con gli Stati del sud favorevoli allo schiavismo onde favorire una sua rielezione a presidente. Egli sostenne dunque la decisione dell’accusa di proporre appello alla sentenza, portando il caso dinanzi alla Corte Suprema il 23 febbraio 1841. In difesa degli schiavi si schierò l’ex presidente John Quincy Adams: il 24 febbraio, supportato da Baldwin, tenne la sua arringa, riuscendo a convincere la Corte a decretare il 9 marzo 1841 lo stato di libertà degli imputati.

Poiché il governo degli Stati Uniti rifiutò di sobbarcarsi le spese per il ritorno in Africa dei Mendi sopravvissuti, un gruppo di abolizionisti e gli stessi africani raccolsero i fondi necessari a noleggiare la nave Gentleman, che partì per la Sierra Leone nel novembre del 1841. Giunti in patria nel gennaio del 1842, trovarono le loro dimore distrutte e le loro famiglie scomparse, probabilmente in seguito ad altre razzie di commercianti di schiavi.

La Spagna per molti anni chiese un indennizzo agli Stati Uniti per il danno dovuto alla perdita degli schiavi.

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Migranti – Ricordiamoci di quello che diceva Gino Strada solo poco tempo fa: “Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, senza che questo avesse delle ricadute sull’Europa e sul nostro Paese. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società” !!

 

Gino Strada

 

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Migranti – Ricordiamoci di quello che diceva Gino Strada solo poco tempo fa: “Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, senza che questo avesse delle ricadute sull’Europa e sul nostro Paese. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società” !!

MIGRANTI, STRADA: ‘GUERRE HANNO RICADUTE SU ITALIA? SOLO I CRETINI PENSANO IL CONTRARIO’

 

 

“Soltanto dei cretini potevano pensare di continuare a fare guerre in giro per il mondo, pensando che questo non avesse delle ricadute sull’Europa e sull’Italia. Purtroppo i cretini ci sono e sono spesso in posizioni molto alte della società”. Così Gino Strada, fondatore diEmergency, a margine del 15° incontro nazionale che si sta tenendo a Genova dal 30 giugno al 3 luglio 2016. L’organizzazione non governativa offre cure medico-chirurgiche gratuite alle vittime della guerra e della povertà, da dieci anni è presente in Italia, oggi con sei poliambulatori, ambulatori mobili, salvataggio e assistenza in mare con il Migrant Offshore Aid Station (MOAS). “La logica è la stessa che ci porta a intervenire dal 1994negli scenari di guerra, inoltre la povertà e la miseria di certe situazioni che vediamo in Italia – afferma Strada – sono conseguenze di guerre che siamo andati a portare in altri paesi. Il problema della mancanza di assistenza medica non riguarda solo i migranti: oggi ci sono circa 11 milioni di italiani che non si curano più come dovrebbero per questioni economiche”. Nessuna richiesta in particolare al Governo italiano: “Certo, mi piacerebbe vivere in un Paese che non esporta armi perché non ne produce, che decide davvero di ripudiare la guerra, che non partecipa a operazioni militari di occupazione o di guerra. Purtroppo non è così, ma sono convinto che gli italiani abbiano ancora la coscienza e la morale per far rimangiare tutte queste scelte assurde alla politica, e sono convinto che andremo incontro a un periodo di grandi cambiamenti, anche abbastanza veloci”

Mare Jonio, Il Comandante De Falco dà una lezione di diritto a Salvini: “Crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato – Il sospetto non è la nostra legge. Un ministro di polizia prima porta le prove alla Magistratura, poi parla…!

 

De Falco

 

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Mare Jonio, Il Comandante De Falco dà una lezione di diritto a Salvini: “Crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato – Il sospetto non è la nostra legge. Un ministro di polizia prima porta le prove alla Magistratura, poi parla…!

Mare Jonio, De Falco: “Salvini crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato”

Il senatore Gregorio De Falco M5s espulso lo scorso dicembre dal Movimento e membro della giunta per le immunità, affronta la questione della Mare Jonio, la nave italiana che ha salvato 49 migranti.

“Al di là dei casi di flagranza di reato l’arresto è disposto dalla magistratura” spiega De Falco “una direttiva di Salvini non può essere superiore a una legge né alle convenzioni internazionali che impongono di effettuare l’operazione di soccorso, e quindi far sbarcare chi è a bordo”. Poi commenta un passaggio della direttiva anti-ONG: “Il comandante che non faccia il soccorso deve andare in galera. Salvini sospetta che ci siano a bordo terroristi e che le ONGviolino le norme sulla sorveglianza delle frontiere? Questo è uno Stato di diritto, non uno stato di polizia. Salvini deve portare le prove e poi parlare”.

 Mare Jonio: l’intervento della procura di Agrigento

La Mare Jonio è la nave italiana del progetto Mediterranea che ieri ha salvato 49 migranti a largo della Libia, è a ridosso di Lampedusa. La Gdf è salita a bordo per acquisire documentazione. La Procura di Agrigento, di Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta –  al momento contro ignoti – per favoreggiamento dell’immigrazione clandestinasul caso della nave “Mare Jonio“, della Ong Mediterranea. La nave è stata poi sequestrata.

 

Guarda QUI il video

 

 

 

 

L’agghiacciante reportage di Piazza Pulita sull’inferno dei lager libici – Ora non possiamo più dire che non sapevamo – Ecco il prezzo dei VOSTRI porti chiusi! Ecco il prezzo della VOSTRA tranquillità!

 

lager libici

 

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L’agghiacciante reportage di Piazza Pulita sull’inferno dei lager libici – Ora non possiamo più dire che non sapevamo – Ecco il prezzo dei VOSTRI porti chiusi! Ecco il prezzo della VOSTRA tranquillità!

Le telecamere di La7 l’interno dei campi di schiavitù libici: poche immagini, scorci d’inferno di cui siamo tutti complici.

È difficile far uscire delle immagini dai lager libici. E quelle poche che riusciamo a vedere, come giustamente spiega Gad Lerner ospite a Piazza Pulita, sono quelle che gli schiavisti vogliono far vedere. Perché il messaggio sia chiaro: chi non lavora verrà torturato, stuprato e ucciso.
Le poche immagini che riusciamo a recuperare, però, sono sufficienti. E non ci potranno assolvere, perché noi sappiamo cosa sta succedendo al di là del Mediterraneo. Non solo lo sappiamo, ma ne siamo complici: perché grazie agli accordi con la Libia, le tasse degli italiani vanno a riempire le tasche di chi finanzia queste carceri, questi campi di sterminio.

Nel servizio di Piazza Pulita viene specificato: “schiavi non è un errrore di traduzione”. Le telecamere di la7 riescono a intervistare, a volto copertissimo, due di questi trafficanti che spiegano con atroce schiettezza: “finché il loro debito non è estinto, noi li facciamo lavorare. Se sbagliano, saranno torturati. Alcuni li uccidiamo, per dare un esempio agli altri. Le donne le facciamo prostituire”.

Proprio le donne sono la merce di scambio più preziosa ed è per questo che su quei barconi che vediamo, ormai inerti, nei telegiornali vediamo quasi sempre solo uomini: perché non le fanno partire facilmente. Molte di loro rimangono incinte a causa delle violenze subite, ma nessuno si occupa di loro: coloro che riescono a partorire vedono morire i loro figli di fame.

“Questo Governo ha aggiunto a questa narrazione un’atrocità” continua Gad Lerner, “l’atrocità di dire che i migranti che vengono qui sono ‘alti, belli, palestrati e vaccinati’ quando non è palesemente vero. L’atrocità di dire che chi li andava a salvare, le Ong, erano ‘taxi del mare’. E ci si mettono anche i governi precedenti: le Ong sono andate a riempire un vuoto della Marina Militare, che il governo Renzi ha deciso non potevamo più sostentare, perché nove milioni di euro al mese erano troppi”.

Siamo tutti colpevoli, insomma. E davanti a queste immagini, non riusciamo a fare altro che rimanere in silenzio.

QUI il servizio di Piazzapilita: dentro la Libia

 

Fonti:

https://www.globalist.it/world/2019/03/07/non-possiamo-dire-che-non-sapevamo-mostrato-l-inferno-dei-lager-libici-2038418.html

http://www.la7.it/piazzapulita/video/esclusivo-dentro-la-libia-07-03-2019-265343

“Prima gli Italiani è scritto nel Vangelo – ‘ama il prossimo tuo’ significa amare chi ti è più vicino, per una questione di prossimità” …E purtroppo non c’è niente da ridere, l’ha detto il leghista Lorenzo Fontana, Ministro della Repubblica Italiana. Hai capito sig. Bergoglio? Stai zitto e impara!

 

Prima gli Italiani

 

 

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“Prima gli Italiani è scritto nel Vangelo – ‘ama il prossimo tuo’ significa amare chi ti è più vicino, per una questione di prossimità” …E purtroppo non c’è niente da ridere, l’ha detto il leghista Lorenzo Fontana, Ministro della Repubblica Italiana. Hai capito sig. Bergoglio? Stai zitto e impara!

 

Per il ministro Lorenzo Fontana il “prima gli italiani” è scritto nel Vangelo

Ancora una volta è il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana a rilasciare una dichiarazione che entra di diritto nei capolavori della politica contemporanea: “Ci dicono che siamo cattivi cristiani, ma se guardiamo il catechismo capiamo che ‘ama il prossimo tuo’ significa amare chi ti è più vicino, per una questione di prossimità. Prima di tutto dobbiamo far star bene la nostra comunità”.

È Il Fatto Quotidiano a riportare l’ultima prodezza del ministro per la Famiglia ed esponente della Lega Lorenzo Fontana, questa volta nel corso di una iniziativa elettorale a Pisa. Un breve intervento in cui, sostanzialmente, il ministro utilizza il “comandamento dell’amore cristiano” (spesso riassunto nelle parole “ama il prossimo tuo come te stesso”, che compaiono in forme diverse in tutti i Vangeli) per giustificare la politica in tema di immigrazione del governo Conte e del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sì, so cosa state pensando. Credete sia un errore e avete riletto due volte per accertarvi di aver capito bene. Però davvero per Fontana la linea della Lega, il “prima gli italiani” e i porti chiusi, trova fondamento nell’amare il nostro prossimo come noi stessi, base della dottrina cristiana.

“Ci dicono che siamo cattivi cristiani e descrivono Salvini come il demonio”, argomenta Fontana prima del colpo di genio: “Però bisognerebbe guardare anche il catechismo, dove ci sono due passaggi di cui bisognerebbe tener conto”. Quali? Lo spiega (si fa per dire) sempre il ministro: “Ama il prossimo tuo, quello in tua prossimità. Quindi se io amo le persone che stanno dall’altra parte del mondo e poi mi dimentico della persona del difficoltà e non parlo nemmeno al mio vicino di casa, allora sono un ipocrita”. Cioè, il prossimo nel senso di “quello vicino”, quello che ti somiglia, intende Fontana. Immaginiamo a questo punto che prima o poi ci parlerà del grande comandamento di Gesù Cristo che recita “prima gli italiani”.

Ma non è finita, perché poi Fontana passa al grande classico dell’aiuto “a chi scappa davvero dalla guerra”, per i quali evidentemente si può derogare alla regola della prossimità. Argomenta il ministro: “Come ha detto sempre Salvini, le persone che effettivamente scappano dalla guerra, in particolare le donne e i bambini […] Quando vediamo le pubblicità  (sì, ha detto che li vede nelle pubblicità, ndr) di chi veramente muore di fame in Africa, allora capiamo che non sono quelli che vengono qui”. La chiosa è magistrale: “Quindi ‘ama il prossimo tuo’, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità. Perché se abbiamo 4 milioni di poveri non possiamo aiutare gli altri e […] dobbiamo stare attenti a cosa c’è dietro prima di aiutare qualcuno”.

A questo punto è il caso che il nostro buon Fontana incontri quel fesso del sig. Bergoglio e gli spieghi come stanno ralmente le cose… Se non altro per evitargli altre brutte figure la domenica  mattina quando si affaccia alla finestra e si mette a dire fregnacce tipo “solidarietà verso i migranti”

 

 

 

Francesco Guccini: “In Italia c’è odore di regime, Salvini è un furbo comiziante…

 

Guccini

 

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Francesco Guccini: “In Italia c’è odore di regime, Salvini è un furbo comiziante…

 

In un’intervista al Corriere della Sera, il cantautore è tornato a commentare l’attualità politica italiana.

“Sì, c’è odore di regime quando si inizia a parlare a nome di tutti gli italiani. Guardi Salvini, quando qualcuno a uno dei suoi trentamila comizi dissente, lui lo addita dandogli del compagno (anche se potrebbe essere un liberale), intimandogli di portare tot migranti a casa sua: facevo anch’io così ai concerti con i contestatori e se il giochino mi riusciva, il resto del pubblico li metteva a tacere. Sì, è furbo Salvini…”. A dirlo è Francesco Guccini che, in un’intervista al Corriere della Sera è tornato a commentare l’attualità politica italiana. Solo qualche settimana fa infatti, aveva evocato  il disfacimento della Germania democratica prima dell’avvento del nazismo, paragonando poi il Movimento 5 Stelleai Testimoni di Geova, cosa che ora ribadisce: “Hanno verità assolute, come quegli altri che non credono nell’evoluzionismo. Io ho sempre praticato il beneficio del dubbio, loro mi pare di no. Oltre a essere dei faciloni su tutto, con queste frasi apodittiche tipo ‘abbiamo abolito la povertà’, come se, chessò, si potessero eliminare i borseggiatori”.

In passato, il vicepremier Salvini aveva detto di apprezzare le canzoni di Guccini: “Ah sì? Piacevo anche alla Meloni se è per questo, mi invitò a una festa dell’allora Msi e declinai – ha detto il cantautore -. Siccome sembro un anarchico rivoluzionario pensano di potermi ascrivere alle loro idee rivoluzionarie. Sempre che ne abbiano, si sbagliano. E comunque piacevo anche ai cattolici, io che non credo”.

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/02/16/francesco-guccini-in-italia-ce-odore-di-regime-salvini-e-un-furbo-comiziante-sanremo-baglioni-ha-cantato-male-la-mia-canzone-non-gliene-fregava-nulla/4976422/

Ancora un raid della polizia francese ai nostri confini – Irrompono sul treno Ventimiglia-Nizza a caccia di migranti, armati di spray urticante. La testimonianza di una passeggera: “Dal bagno urla disumane”… Però non vi dimenticate che i “vomitevoli” siamo noi…!

 

 

polizia francese

 

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Ancora un raid della polizia francese ai nostri confini – Irrompono sul treno Ventimiglia-Nizza a caccia di migranti, armati di spray urticante. La testimonianza di una passeggera: “Dal bagno urla disumane”… Però non vi dimenticate che i “vomitevoli” siamo noi…!

Migranti, polizia francese spruzza spray urticante sul treno Ventimiglia-Nizza | Una passeggera a Tgcom24: “Dal bagno urla disumane”

La sostanza ha raggiunto anche i viaggiatori in carrozza provocando tosse e bruciori. “Non è la prima volta, ma mai così tanta violenza”, il racconto a Tgcom24

Nuove polemiche sul comportamento della polizia francese al confine con l’Italia: gli agenti avrebbero spruzzato spray urticante giovedì mattina intorno alle 7 sul treno partito da Ventimiglia e diretto a Nizza. L’obiettivo era per far uscire alcunimigranti nascosti in un bagno, ma la sostanza urticante ha raggiunto anche i viaggiatori in carrozza provocando tosse e bruciori. L’episodio si è verificato alla stazione di Mentone. “Dal bagno dove si erano chiusi i tre giovani africani arrivavano urla disumane – è il racconto di una testimone a Tgcom24. – Un fatto del genere era già accaduto la settimana scorsa, ma nessuno aveva visto tanta violenza. Siamo rimasti tutti increduli e scioccati. Tutto ciò è legale?”.

La testimonianza di una passeggera a Tgcom24La stazione di Mentone è la prima in territorio francese una volta oltrepassato il confine arrivando dall’Italia. Secondo quanto hanno riferito alcuni passeggeri, gli agenti, saliti a bordo alla sosta delle 7.10 per l’abitudinario controllo dei documenti, hanno dapprima cercato di forzare la porta della toilette nella quale si erano chiusi i migranti utilizzando una sorta di grossa tronchese e hanno poi spruzzato la sostanza urticante per farli uscire.

“Dal bagno arrivavano urla disumane – racconta una testimone a Tgcom24 – e dopo mezz’ora di tensione abbiamo visto come quei tre ragazzi sono usciti da lì, non si reggevano in piedi. E anche i gendarmi erano stremati. Ma tutta questa aggressività è lecita? E’ stata una situazione sconvolgente”.

Come hanno reagito i presenti? “Eravamo tutti scioccati, nessuno è intervenuto direttamente contro i gendarmi, ma in tanti si sono alzati per vedere da vicino cosa stesse accadendo e per filmare con gli smartphone. Nessuno provava simpatia per questa azione. A quell’ora sul treno eravamo per lo più italiani”.

“Vorrei ci fosse consapevolezza nell’opionone pubblica di quello che accade in quella tratta: i controlli sono mirati in base al colore della pelle – aggiunge la testimone a Tgcom24; – chi prova a scappare viene bloccato e preso platealmente a schiaffi. Quei tre ragazzi sicuramente parlavano francese, perché gli agenti non hanno provato a trattare con loro? O perché non hanno semplicemente atteso che uscissero per intervenire? Alla fine tutti ci siamo chiesti: Chissà dove li portano? Cosa faranno loro?”.

 

fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/migranti-polizia-francese-spruzza-spray-urticante-sul-treno-ventimiglia-nizza-una-passeggera-a-tgcom24-dal-bagno-urla-disumane-_3191724-201902a.shtml

Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

 

Zanotelli

 

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Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

Padre Zanotelli dice la sua in occasione della presentazione del suo libro “Prima che gridino le pietre”. Un pamphlet che denuncia le storture del decreto sicurezza e il razzismo di Stato: “Non possiamo girarci dall’altra parte, è nostro obbligo morale e civile resistere a queste politiche”. Basta con l’idea del migrante come capro espiatorio: “Dobbiamo far capire ai cittadini chi sono i responsabili della crisi”. La disobbedienza? “È giusta, come nel caso di Mimmo Lucano”. 

“Questo libro nasce dall’esigenza di un confronto forte e deciso con il razzismo e la xenofobia che ci stanno travolgendo. Dobbiamo farlo insieme, credenti e laici, dobbiamo riappropriarci di quella che il pastore danese Kaj Munk, luterano antinazista, ucciso come un cane nel 1944, definiva santa collera”. È l’incipit dell’ultima fatica di padre Alex Zanotelli, un pamphlet (dal titolo Prima che piovono le pietre. Un manifesto contro il razzismo, edito da Chiarelettereche vuole contrastare quel che definisce “l’imbarbarimento del linguaggio” nel Paese. Di recente, ha sostenuto la candidatura di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace sotto processo, a Nobel per la Pace: “Sono con lui, è un nostro dovere disobbedire alle leggi ingiuste”.

Padre, nel testo lei parla di “razzismo di Stato”. Quali sarebbero i provvedimenti o gli episodi incriminati a tal punto da portare a una tale affermazione? 

Non è un termine da me coniato, già un libro di Piero Basso ha questo nome e in materia ci sono molti contributi internazionali. Viviamo una fase nel quale cresce di giorno in giorno la xenofobia nei confronti del diverso. Ma dobbiamo essere sinceri: parte tutto da lontano, dalla legge Turco-Napolitano sull’immigrazione. Non dobbiamo dimenticarci le responsabilità del centrosinistra che ha preparato il terreno alle peggiori destre inaugurando i Centri di detenzione (CIE) e spianando la strada alla Bossi-Fini, una legge immorale e anticostituzionale perché non riconosceva i migranti come soggetti di diritto ma solo come forza lavoro a basso prezzo. Poi abbiamo avuto Minniti che ha fatto sì che rimanessero imprigionati 700-800mila migranti africani nelle mani dei libici: persone rinchiuse in prigione, torturate e seviziate. Siamo alla palese violazione di ogni diritti umano. Per ultimo è arrivato il “decreto insicurezza” di Salvini. Un testo che, al di là della propaganda, aumenta l’irregolarità nel Paese regalando braccia, e nuovi schiavi, al caporalato sia al Nord per l’edilizia sia al Sud per l’agricoltura.

Sia Minniti che Salvini le risponderebbero che il flusso dei migranti andava gestito in qualche modo e che l’Italia si è trovata sola di fronte a questo problema perché abbandonata dall’Europa. Come replica? 

È evidente che l’Europa non ha fornito nessun ausilio e ciò è gravissimo. Ma qui entriamo nel nodo centrale della questione: i numeri ci vengono in aiuto. Oggi l’Onu riconosce nel mondo come rifugiati e profughi ben 65 milioni di persone. Di questi, l’86% sarebbe accolto da Paesi poveri. Il Libano, che ha sei milioni di abitanti, ha aperto le porte ad un milione e mezzo di siriani. Il Kenya, altra nazione povera, ha accolto un milione e mezzo di somali che scappano dalla guerra. L’Uganda è stata ospitale con un altro milione e mezzo di sud sudanesi. In questo contesto, non è concepibile che 500 milioni di persone che vivono sostanzialmente bene – perché in Europa si sta meglio che in altre parti – non siano in grado di accogliere qualche milione di gente che fugge da carestie, epidemie e guerre terribili come in Siria e Afghanistan.

L’Europa sta attraversando un periodo di crisi economica e il conseguente impoverimento generale ha reso possibile l’avanzata di quella destra populista che foraggia la guerra tra poveri e vede nel migrante il nemico da contrastare. Come si rompe questa narrazione? Qual è la ricetta per uscirne? 

È la mancanza di politica che fa scoppiare le contraddizioni e le bombe sociali, soprattutto nei quartieri periferici e più poveri. Da anni, chiunque vada a governare è succube dei poteri finanziari e delle banche. Si sentono tanti proclami ma la realtà resta questa: persino la “manovra del popolo” è stata scritta a Bruxelles. Dato che i politici non cambiano lo status quo puntano il dito contro il migrante, il perfetto capro espiatorio. Qui, invece, toccherebbe intervenire sulla crescente diseguaglianza: la forbice tra i pochi ricchi e i tanti poveri si allarga a dismisura. I cittadini hanno ragione ad essere arrabbiati, la politica dovrebbe farsene carico e modificare il sistema economico/finanziario mentre non vi è traccia.

In una parte del libro definisce le giornate di Genova 2001 come uno spartiacque. Cosa intende?

A Genova è stato ammazzato un movimento straordinario, popolare e non violento. Un movimento che aveva ragione – oggi si può dire con convinzione – e che ha messo paura al governo e alla destra, per questo è stato brutalmente represso. Dopo il 2001 ci siamo persi per strada. Non siamo più riusciti a costruire un’alternativa possibile e di massa.

Nel pamphlet c’è anche un elogio alla disobbedienza. In termini operativi cosa si può fare per contrastare quei provvedimenti del governo che lei definisce razzisti, incostituzionali ed immorali? 

Nel diritto esiste una gerarchia delle fonti: penso sia legittimo disobbedire ad una legge ordinaria se lo si fa guardando ad una legge superiore, come alla Costituzione. Nella storia ci sono stati uomini, penso a Martin Luther King o Gandhi, che grazie alla disobbedienza hanno ottenuto risultati significativi e sono riusciti a cambiare il corso della storia. Oggi viviamo in una fase in cui è altrettanto importante battersi in prima persona. E allora ben vengano le persone che aiutano i migranti a passare il confine dall’Italia alla Francia sulla neve. O ben venga il modello di accoglienza di Mimmo Lucano nella sua Riace. Si processa il reato di solidarietà quando, in realtà, l’azione è giusta e legittima. Bisogna moltiplicare tali condotte, ovviamente sempre non violente, perché sono un antidoto per sconfiggere politicamente e culturalmente la barbarie xenofoba che avanza.

Immagino avrà seguito la querelle tra il governo e Famiglia Cristiana che ha pubblicato una copertina eloquente con su scritto: “Vade retro Salvini” a proposito della mancata accoglienza dei migranti in mare. In questa fase qual è il ruolo della Chiesa?

Trovo assurdo che un cristiano voti la Lega. Per questo, ritengo che la Chiesa abbia sicuramente un ruolo importante e che, a volte, sia ancora troppo timida. C’è un Papa straordinario che sull’accoglienza ha preso posizione e così esistono decine di vescovi coraggiosi che stanno rilanciando nella società i valori di coesione e solidarietà nei confronti del prossimo. Riflettiamo sulle tante parrocchie in giro per l’Italia che aiutano concretamente i poveri e i migranti. Però non è sufficiente. Molti altri ecclesiastici preferiscono il silenzio o sono addirittura complici. La Lega non esiste da oggi – sono quasi trent’anni che è nelle istituzioni e che propina odio e rancore – eppure nessun episcopato in Piemonte, Veneto o Lombardia ha mai scritto un documento denunciandone il pericolo. Ciò la dice lunga sul comportamento di una parte della Chiesa.

(21 dicembre 2018)
tratto da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/padre-zanotelli-come-puo-un-cristiano-votare-lega/