Decreto sicurezza bis, il Comandate De Falco: “Non potrei guardare miei figli se votassi condanna a morte bambini”

 

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Decreto sicurezza bis, il Comandate De Falco: “Non potrei guardare miei figli se votassi condanna a morte bambini”

Gregorio De Falco, senatore ex M5s, lancia una nuova critica al decreto sicurezza bis: “Non riuscirei più a guardare negli occhi i miei figli se un mio voto, un mio atteggiamento, un mio ‘click’, decretasse, consapevolmente, di condannare alla morte altri bambini, con i loro stessi occhi, ma colpevoli solamente di non avere un posto sicuro dove stare”.

Gregorio De Falco, senatore ex Movimento 5 Stelle, è un noto oppositore del decreto sicurezza bis. E anche oggi, in occasione del voto di fiducia al Senato sul provvedimento voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha voluto far sentire la sua voce. Con un messaggio forte e chiaro: “Non riuscirei più a guardare negli occhi i miei figli se un mio voto, un mio atteggiamento, un mio ‘click’, decretasse, consapevolmente, di condannare alla morte altri bambini, con i loro stessi occhi, ma colpevoli solamente di non avere un posto sicuro dove stare”. De Falco affida ai social network i suoi messaggi, rivolti soprattutto alla maggioranza che a breve approverà il dl sicurezza bis. Il suo messaggio si chiude con una sola parola, semplice ma allo stesso tempo durissima: “Vergogna!”.

Gregorio De Falco da Twitter:

Non riuscirei più a guardare negli occhi i miei figli se un mio voto, un mio atteggiamento, un mio “click”, decretasse, consapevolmente, di condannare alla morte altri bambini, con i loro stessi occhi, ma colpevoli solamente di non avere un posto sicuro dove stare.

Vergogna!

De Falco ha rivolto un appello a tutti i senatori già in mattinata, rivolgendosi soprattutto “ai colleghi che più mi sono stati vicino in questo anno e mezzo e che sono i senatori del MoVimento 5 Stelle, ma anche a tutti gli altri. È chiaro che le pregiudiziali presentate sono tutte ben motivate e quindi chiedo che non si passi alla votazione, ma qualora le pregiudiziali fossero respinte, noi avremmo sempre la possibilità di evitare questa nefandezza”. Il suo discorso è stato pronunciato durante la discussione delle due pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd e Leu sul decreto.

“Faccio appello alla coscienza dei colleghi, affinché votino con il coraggio che non hanno avuto finora, consapevoli del fatto che non è una regola criminogena come questa che frena gli sbarchi, ma è la morte: questo è l’unico vero motivo – prosegue De Falco –. È la morte di centinaia e centinaia di persone che loro stanno provocando con questi decreti, tra cui bambini come i miei e i vostri, così come padri e madri. Allora chiedo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle di votare questa volta, una sola volta almeno, secondo coscienza e non secondo ordine di scuderia, perché questa volta potete farlo. Non c’è più niente da attendersi. Avete e dovete avere la schiena dritta. Dovete votare secondo coscienza e tutti voi sapete che cos’è questa roba qui: questa è una norma criminogena e mortifera”.

fonte: https://www.fanpage.it/politica/dl-sicurezza-bis-de-falco-non-potrei-guardare-miei-figli-se-votassi-condanna-a-morte-bambini/

 

 

Mare Jonio, Il Comandante De Falco dà una lezione di diritto a Salvini: “Crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato – Il sospetto non è la nostra legge. Un ministro di polizia prima porta le prove alla Magistratura, poi parla…!

 

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Mare Jonio, Il Comandante De Falco dà una lezione di diritto a Salvini: “Crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato – Il sospetto non è la nostra legge. Un ministro di polizia prima porta le prove alla Magistratura, poi parla…!

Mare Jonio, De Falco: “Salvini crede a uno Stato di polizia, non di diritto. Solo chi non soccorre va arrestato”

Il senatore Gregorio De Falco M5s espulso lo scorso dicembre dal Movimento e membro della giunta per le immunità, affronta la questione della Mare Jonio, la nave italiana che ha salvato 49 migranti.

“Al di là dei casi di flagranza di reato l’arresto è disposto dalla magistratura” spiega De Falco “una direttiva di Salvini non può essere superiore a una legge né alle convenzioni internazionali che impongono di effettuare l’operazione di soccorso, e quindi far sbarcare chi è a bordo”. Poi commenta un passaggio della direttiva anti-ONG: “Il comandante che non faccia il soccorso deve andare in galera. Salvini sospetta che ci siano a bordo terroristi e che le ONGviolino le norme sulla sorveglianza delle frontiere? Questo è uno Stato di diritto, non uno stato di polizia. Salvini deve portare le prove e poi parlare”.

 Mare Jonio: l’intervento della procura di Agrigento

La Mare Jonio è la nave italiana del progetto Mediterranea che ieri ha salvato 49 migranti a largo della Libia, è a ridosso di Lampedusa. La Gdf è salita a bordo per acquisire documentazione. La Procura di Agrigento, di Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta –  al momento contro ignoti – per favoreggiamento dell’immigrazione clandestinasul caso della nave “Mare Jonio“, della Ong Mediterranea. La nave è stata poi sequestrata.

 

Guarda QUI il video

 

 

 

 

…Volevamo solo ricordare che grazie al ripescaggio entrano lo stesso in Parlamento gente che col voto avevamo mandato a cagare tipo: Minniti, Franceschini, Boldrini, Fratoianni, Carfagna, Crosetto, Prestigiacomo, Serracchiani, Fassina, Bersani, Epifani e Sgarbi. Contenti?

 

ripescaggio

 

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…Volevamo solo ricordare che grazie al ripescaggio entrano lo stesso in Parlamento gente che col voto avevamo mandato a cagare tipo: Minniti, Franceschini, Boldrini, Fratoianni, Carfagna, Crosetto, Prestigiacomo, Serracchiani, Fassina, Bersani, Epifani e Sgarbi. Contenti?

 

Elezioni 2018: trombati all’uninominale, salvati dai listini. Eletti De Luca, Fedeli, Pinotti, Orfini, Schifani, Pittella, De Falco.

Mezzo governo uscente, i presidenti di Camera e Senato, dirigenti di lungo corso: il proporzionale salva gli sconfitti nei collegi uninominali. Tra questi: Bersani, Boldrini, Grasso, Franceschini, Minniti, Pinotti, ecc

Bocciati dagli elettori, salvati dalla legge elettorale. Il Rosatellum funziona: da destra a sinistra, moltissimi candidati sconfitti nei collegi uninominali rientreranno in Parlamento dalla porta di servizio del proporzionale. La pattuglia dei ripescati è folta e di prestigio: ministri uscenti, dirigenti di partito, governatori, ex segretari, presidenti di Camera e Senato, politici di lunghissimo corso. Beffati, invece, coloro che per temerarietà o troppa sicurezza in se stessi hanno preferito non avere il paracadute. Un nome su tutti: Massimo D’Alema. L’ex premier non ha voluto un posto nel listino bloccato ed è fuori, a differenza di tutto lo stato maggiore di Liberi e Uguali. Sono stati eletti al proporzionale, infatti, sia il leader Pietro Grasso (presidente uscente del Senato), sia Laura Boldrini (presidente uscente della Camera), sia Pier Luigi Bersani, una delle menti della scissione dal Pd nonché ex segretario democratico. Identico discorso per Roberto Speranza, sconfitto all’uninominale in Basilicata ed eletto alla Camera grazie al recupero del collegio plurinominale toscano, dove era capolista in tre collegi su 4. Eletto anche Nicola Fratoianni, sconfitto a Pisa, ma salvato dal listino in Piemonte.

Il ripescaggio al proporzionale, del resto, mostra le conseguenze più evidenti proprio nel partito che ha conseguito i risultati peggiori. Grazie ai listini bloccati, infatti, il Pd può ripescare buona parte dei suoi pezzi da novanta. E pazienza se gli elettori li hanno sonoramente bocciati nei collegi uninominali. Così possono sorridere (seppur amaramente) i vari Dario Franceschini, Marco Minniti, Valeria Fedeli e Roberta Pinotti (ministri uscenti), il presidente del partito Matteo Orfini, la governatrice del Friuli Deborah Serracchiani. Stessa sorte per altri esponenti dem di peso: rientrano dalla porta di servizio Sandra Lonardo (moglie di Clemente Mastella), il figlio del governatore campano Piero De Luca, il socialista Gianni Pittella, fratello del governatore della Basilicata. Anche nomi pescati dalla società civile rientrano in lizza: eletti sia Paolo Siani (fratello del giornalista del Mattino ucciso dalla camorra) e Lucia Annibali, sconfitta all’uninominale a Parma. Va a Montecitorio anche il sindaco di Calcinaia Lucia Ciampi (che era stata sconfitta all’uninominale a Pisa dal leghistaEdoardo Ziello) e il sottosegretario all’Interno, Cosimo Maria Ferri, che era uscito perdente nel confronto al collegio uninominale a Massa contro l’azzurra Deborah Bergamini. A Palazzo Madama anche il renziano Andrea Marcucci, che ha perso a Lucca contro il forzista Massimo Mallegni, e Caterina Bini(che a Pistoia ha perso contro Patrizio la Pietra di Fratelli d’Italia).

Per quanto riguarda gli altri partiti, Michaela Biancofiore, sconfitta nel duello con Maria Elena Boschi nell’uninominale a Bolzano, risulta invece eletta per Forza Italia nel proporzionale nel collegio di Piacenza-Parma-Reggio Emilia. Sempre in Forza Italia, salvati dal paracadute anche Vittorio Sgarbi (surclassato da Luigi Di Maio ad Acerra) e l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Per quanto riguarda M5s, eletti il capitano Gregorio De Falco e il giornalista Gianluigi Paragone. La Lega di Salvini, invece, recupera l’economista Alberto Bagnai (sconfitto a Firenze da Matteo Renzi) e Claudio Borghi (battuto dal ministro Padoan a Siena).

tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/06/elezioni-2018-trombati-alluninominale-salvati-dai-listini-eletti-de-luca-fedeli-pinotti-orfini-schifani-pittella-de-falco/4207257/