Salvini scatena il linciaggio contro padre Alex Zanotelli, reo di aver consacrato la sua vita agli ultimi ed a contrastare le mafie. Noi stiamo con padre Zanotelli e rilanciamo la petizione per la chiusura delle pagine social di Salvini, vere e proprie macchine di odio e paura!

 

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Salvini scatena il linciaggio contro

, reo di aver consacrato la sua vita agli ultimi ed a contrastare le mafie. Noi stiamo con padre Zanotelli e rilanciamo la petizione per la chiusura delle pagine social di Salvini, vere e proprie macchine di odio e paura!

Una vita per gli ultimi, italiani e non.
Una vita a contrastare le organizzazioni mafiose.
Una vita nelle periferie africane ed italiane, dove la miseria si attacca alla vita come la scabbia.
Per questo è giusto esprimere massima solidarietà al missionario comboniano Alex Zanotelli dopo l’ennesimo attacco mediatico subito.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha nuovamente criticato il sacerdote tramite un post sui social, scatenando la furia (gogna) cieca dei sostenitori leghisti.
Non è la prima volta: sono molteplici [1] i post in cui l’ex ministro attacca Padre Alex, consegnandolo di fatto alla cattiveria del web, agli insulti ed alla violenza verbale.

La querelle s’inasprisce all’indomani dei casi Diciotti e Sea Watch: il prete degli ultimi difende la bontà delle operazioni delle imbarcazioni umanitarie e nello specifico prende le difese di Carola Rackete, mentre l’allora ministro dell’Interno apostrofa la donna come “comunista tedesca traghettatrice di immigrati” (Post di Facebook del 5/09/2019).

Cos’era successo?
Carola Rackete si era rifiutata di assecondare gli ordini impartiti da Salvini, prestava quindi soccorso ai migranti nel Mediterraneo e si opponeva alla volontà del Viminale di riportarli in Libia [2]. Rispettava, nonostante le pressioni e minacce di arresto, l’obbligo di salvataggio, il non-refoulement e il successivo sbarco dei naufraghi in un porto sicuro.
Rackete veniva assolta dal GIP da ogni accusa, invece il leader della Lega è ancora indagato per “sequestro di persona” e vedremo se scapperà da un altro processo, come successo con il caso Diciotti, avvalendosi dell’immunità parlamentare.

Il modus operandi per attaccare il missionario comboniano segue un copione ben preciso:
foto e/o articolo di quotidiano appoggiato su uno dei social di Salvini correlato da un commento provocatore per istigare la pioggia di insulti.
Gli ultimi ieri: “sembra si sia fumato tutta la Giamaica”, “non sei un vero cristiano”, “non è un uomo di Chiese e dovrebbe essere processato perché non è degno di far parte della Chiesa cristiana”, “soggiorno forzato in casa di riposo”, “privo di carità”, “falso”, “usi droga scadente”, “ai tempi dei Medici ora sarebbe un cumulo di carbone e cenere. E nessuno se ne dispiacerebbe credo”, “cialtrone” e purtroppo molto altro.

Ma chi è Zanotelli, così odiato dalla gentaglia “salviniana”?

Padre Alex inizia la sua attività di aiuto in Sudan nel 1965 e ci rimane per otto anni fino al 1973: ha sostenuto la popolazione Nuba, perseguitata e falcidiata dalla guerra civile (anche nei tempi recenti: basti pensare ai raid ed alle esecuzioni del 2011).
Per il suo sostegno ai poveri e per le denunce focose contro la corruzione dilagante, viene considerato “indesiderabile” dal Governo locale e gli viene successivamente negato il visto d’ingresso.
Viene anche accusato di sincretismo da esponenti religiosi. Il motivo: le sue celebrazioni avvengono prestando “troppa” attenzione alla tradizione africana, cosa evidentemente mal digerita dal clero. Fa inoltre grande pressione per una maggiore trasparenza dei finanziamenti internazionali e nazionali. Risulta essere personaggio scomodo quanto in terra straniera quanto in terra italiana.
Tornato in Italia, infatti, denuncia le disparità sociali creata dai vertici politici, il business di armi dei Paesi occidentali e l’ingerenza dei paesi europei nelle guerre locali del continente africano per accaparrarsi le risorse.

Nel 1989 lascia nuovamente l’Italia, decidendo di portare conforto ed aiuto concreto nel Kenya falcidiato dall’AIDS, dalla prostituzione, dagli slums, dalla povertà più misera.
Si reca a Nairobi, precisamente nella baraccopoli di Korogocho, che sorge in mezzo ad una discarica radioattiva: è il quarto slum più popoloso del Paese e conta 180.000 persone dimenticate dal governo locale e dall’umanità intera. Vi rimane per undici anni, fino al 2001, rischiando la propria stessa salute.
Rientra in in Italia e sceglie Napoli, il rione Sanità.
Qui, insieme alle associazioni del territorio, presta soccorso alla fascia di popolazione emarginata, a quei ragazzini facili prede della camorra, ai migranti costipati in abitazioni fatiscenti. Si batte per i diritti e la dignità delle minoranze rom, per l’acqua bene comune, per la salvaguardia dell’ambiente contro il biocidio, ed infine al contrasto delle politiche autoritarie contro poveri e migranti dell’ultimo quinquennio.
Questo è Padre Alex.

Pietro Giovanni Panico, redazione Meeting Pot
Rilanciamo la petizione per la chiusura delle pagine social di Matteo Salvini. Non è possibile tollerare un solo giorno in più la macchina dell’odio e della paura
RAIAWADUNIA 

 

fonte: https://raiawadunia.com/salvini-scatena-il-linciaggio-contro-padre-alex-zanotelli/

L’intervista a Padre Zanotelli di un anno fa – attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

 

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L’intervista a Padre Zanotelli di un anno fa – attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

Padre Zanotelli attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

Dialogo con il missionario promotore del digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti avviato come risposta di testimonianza per un’altra politica rispetto a quella sostenuta dal ministro italiano. “E’ semplicemente ridicolo parlare di invasione”

Il digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti cui si è giunto a impedire addirittura di scendere dalle navi si rivolge a tutti gli uomini e donne di buona volontà che non si riconoscono nell’attuale politica governativa di Salvini perché manca di umanità ed è basata sulla disinformazione. Lo ricorda a TiscaliNews il padre comboniano Alex Zanotelli animatore e coordinatore di questa manifestazione solidale con i migranti che vuole richiamare non solo le cattive politiche  con cui, a suo parere, Salvini danneggia l’Italia, ma ricordare l’esempio e la parola di papa Francesco diventato tanto popolare proprio per la sua vicinanza ai poveri e agli esclusi. Padre Zanotelli rileva lo stimolo di Francesco alla solidarietà. “Avete mai pianto – ricorda il padre missionario richiamando le parole di Francesco a Lampedusa – quando avete visto affondare un barcone di migranti?”. Si tratta del naufragio dei poveri e disperati – rileva Zanotelli – ma è anche il naufragio dell’Europa e dei suoi ideali di essere la patria dei diritti umani. La Carta della UE afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata”.  Ma è così con le politiche del governo e di Salvini?

Il digiuno di Giustizia a staffetta  in solidarietà con i migranti mi pare rimasta iniziativa di una minoranza . Le politiche di Salvini contro i migranti pare riscuotere invece alto gradimento. Non pensa che la vostra iniziativa sia inutile o velleitaria?

E’ chiaro che l’attenzione della gente e dei media è diffusa nei confronti di un dirigente di primo piano dell’attuale politica italiana che riesce a bucare la tv.

Ma proprio per questo è importante reagire a una politica sbagliata e ingiusta che non condividiamo. Il Digiuno di Giustizia in solidarietà con gli immigrati è per dire che non siamo d’accordo. Ci sono tante comunità di suore e religiosi che lo fanno lontano dai riflettori e altri che lo fanno in piazza come testimonianza pubblica di un dissenso. Mentre digiuniamo è importante aiutare la gente a capire il pericolo che stiamo correndo con le politiche di Salvini. Proprio perché è diffuso un sentimento contrario ai migranti cerchiamo di dare una risposta partendo da una informazione oggettiva e non ideologica verso persone che si trovano in una situazione di grande vulnerabilità a cui non si possono addossare i nostri mali.

Il Governo di Salvini si vanta di aver risvegliato lì Europa alla comune responsabilità di fronte al fenomeno immigratorio. Non le pare un positivo risultato?

Sotto questo aspetto occorre dare ragione a Salvini nonostante non sia né l’unico né il primo a criticare l’Europa. Non è sufficiente criticare l’Europa perché aiuta poco l’Italia a fare fronte agli sbarchi. L’Europa va criticata perché finora è rimasta a guardare  l’enorme problema degli immigrati e non è stata in grado di mettere in campo una politica comune di solidarietà. E’ una vergogna per l’Europa aver tradito i suoi ideali umanistici. Ci sono Paesi che ancora non hanno fatto nulla per rifugiati e immigrati oltre a mettere filo spinato. Paesi cui si ispira anche Salvini.
Ma usare i poveracci che bussano alla nostra porta per ricattare l’Europa non è un modo per aiutare i poveri che arrivano da noi. Si sposta la responsabilità verso altri. Occorre riuscire a mettere insieme accoglienza e politiche condivise, mentre finora i vari Paesi fanno a gara per scaricare i migranti.

Perché secondo lei i migranti sono diventati d’improvviso la causa prima dei mali sociali degli italiani in primo luogo della povertà e della mancanza di lavoro?

Il nostro governo come altri in Europa spostano l’attenzione dei cittadini sugli immigrati per far fronte al momento di grave difficoltà della politica. La politica non fa più politica per la gente ma è prigioniera dei poteri finanziari e delle richieste economiche di chi conta. Pertanto la politica non è in grado di ripartire equamente le risorse che pure non mancano tanto è vero che chi è ricco in questi tempi aumenta la propria ricchezza. Si tratta di avviare politiche di redistribuzione. Si cercano perciò capri espiatori che procurano un facile consenso a politiche che restano parolaie. Salvini si sta dimostrando molto abile a giocare sulla pancia della gente che soffre e addita loro la possibile causa del disagio comune. La gente pensa di risolvere i suoi problemi aggredendo altri poveri mentre gli affari dei benestanti vanno a gonfie vele.
Avveniva così anche negli anni Trenta del secolo scorso in Germania: lo scontento sociale si addossava agli ebrei, fatti apparire come causa di tutti i mali della nazione.

I tanti fans di Salvini sostengono che bisogna resistere all’invasione degli africani. Voi invece non temete l’invasione?

E’ semplicemente ridicolo parlare di invasione. In Europa gli abitanti sono 500 milioni e le persone immigrati sono al massimo 300mila: una goccia nel mare. Eppure ne abbiamo una paura terribile. L’ONU informa che il maggior numero di rifugiati (86%) sono accolti in Paesi  africani e in altri Paesi poveri come il Libano dove sono stati accolti 1,5 mln di profughi siriani. Sono i poveri che accolgono. E’ mai possibile che Paesi che vivono nell’opulenza non accolgano volentieri? La fortezza Europa si manifesta come un sistema egoista dove scoppia il razzismo. Questa gente che viene a noi nel bisogno ci rivela che siamo razzisti. Nei secoli ci siamo sentiti superiori e identificati con la civiltà, la filosofia, il sapere, la scienza, lo sviluppo dopo aver attinto tante risorse ai Paesi che giudicavamo non sviluppati. Adesso che quei popoli arrivano da noi traballiamo e viene a galla il senso di superiorità che abbiamo. Vale per noi come per gli Stati Uniti. Per guarire occorre riconoscere che siamo razzisti non essendo capaci di accoglierli dopo averli dilapidati.

tratto da: https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/zanotelli-attacca-salvini/

Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

 

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Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

Padre Zanotelli dice la sua in occasione della presentazione del suo libro “Prima che gridino le pietre”. Un pamphlet che denuncia le storture del decreto sicurezza e il razzismo di Stato: “Non possiamo girarci dall’altra parte, è nostro obbligo morale e civile resistere a queste politiche”. Basta con l’idea del migrante come capro espiatorio: “Dobbiamo far capire ai cittadini chi sono i responsabili della crisi”. La disobbedienza? “È giusta, come nel caso di Mimmo Lucano”. 

“Questo libro nasce dall’esigenza di un confronto forte e deciso con il razzismo e la xenofobia che ci stanno travolgendo. Dobbiamo farlo insieme, credenti e laici, dobbiamo riappropriarci di quella che il pastore danese Kaj Munk, luterano antinazista, ucciso come un cane nel 1944, definiva santa collera”. È l’incipit dell’ultima fatica di padre Alex Zanotelli, un pamphlet (dal titolo Prima che piovono le pietre. Un manifesto contro il razzismo, edito da Chiarelettereche vuole contrastare quel che definisce “l’imbarbarimento del linguaggio” nel Paese. Di recente, ha sostenuto la candidatura di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace sotto processo, a Nobel per la Pace: “Sono con lui, è un nostro dovere disobbedire alle leggi ingiuste”.

Padre, nel testo lei parla di “razzismo di Stato”. Quali sarebbero i provvedimenti o gli episodi incriminati a tal punto da portare a una tale affermazione? 

Non è un termine da me coniato, già un libro di Piero Basso ha questo nome e in materia ci sono molti contributi internazionali. Viviamo una fase nel quale cresce di giorno in giorno la xenofobia nei confronti del diverso. Ma dobbiamo essere sinceri: parte tutto da lontano, dalla legge Turco-Napolitano sull’immigrazione. Non dobbiamo dimenticarci le responsabilità del centrosinistra che ha preparato il terreno alle peggiori destre inaugurando i Centri di detenzione (CIE) e spianando la strada alla Bossi-Fini, una legge immorale e anticostituzionale perché non riconosceva i migranti come soggetti di diritto ma solo come forza lavoro a basso prezzo. Poi abbiamo avuto Minniti che ha fatto sì che rimanessero imprigionati 700-800mila migranti africani nelle mani dei libici: persone rinchiuse in prigione, torturate e seviziate. Siamo alla palese violazione di ogni diritti umano. Per ultimo è arrivato il “decreto insicurezza” di Salvini. Un testo che, al di là della propaganda, aumenta l’irregolarità nel Paese regalando braccia, e nuovi schiavi, al caporalato sia al Nord per l’edilizia sia al Sud per l’agricoltura.

Sia Minniti che Salvini le risponderebbero che il flusso dei migranti andava gestito in qualche modo e che l’Italia si è trovata sola di fronte a questo problema perché abbandonata dall’Europa. Come replica? 

È evidente che l’Europa non ha fornito nessun ausilio e ciò è gravissimo. Ma qui entriamo nel nodo centrale della questione: i numeri ci vengono in aiuto. Oggi l’Onu riconosce nel mondo come rifugiati e profughi ben 65 milioni di persone. Di questi, l’86% sarebbe accolto da Paesi poveri. Il Libano, che ha sei milioni di abitanti, ha aperto le porte ad un milione e mezzo di siriani. Il Kenya, altra nazione povera, ha accolto un milione e mezzo di somali che scappano dalla guerra. L’Uganda è stata ospitale con un altro milione e mezzo di sud sudanesi. In questo contesto, non è concepibile che 500 milioni di persone che vivono sostanzialmente bene – perché in Europa si sta meglio che in altre parti – non siano in grado di accogliere qualche milione di gente che fugge da carestie, epidemie e guerre terribili come in Siria e Afghanistan.

L’Europa sta attraversando un periodo di crisi economica e il conseguente impoverimento generale ha reso possibile l’avanzata di quella destra populista che foraggia la guerra tra poveri e vede nel migrante il nemico da contrastare. Come si rompe questa narrazione? Qual è la ricetta per uscirne? 

È la mancanza di politica che fa scoppiare le contraddizioni e le bombe sociali, soprattutto nei quartieri periferici e più poveri. Da anni, chiunque vada a governare è succube dei poteri finanziari e delle banche. Si sentono tanti proclami ma la realtà resta questa: persino la “manovra del popolo” è stata scritta a Bruxelles. Dato che i politici non cambiano lo status quo puntano il dito contro il migrante, il perfetto capro espiatorio. Qui, invece, toccherebbe intervenire sulla crescente diseguaglianza: la forbice tra i pochi ricchi e i tanti poveri si allarga a dismisura. I cittadini hanno ragione ad essere arrabbiati, la politica dovrebbe farsene carico e modificare il sistema economico/finanziario mentre non vi è traccia.

In una parte del libro definisce le giornate di Genova 2001 come uno spartiacque. Cosa intende?

A Genova è stato ammazzato un movimento straordinario, popolare e non violento. Un movimento che aveva ragione – oggi si può dire con convinzione – e che ha messo paura al governo e alla destra, per questo è stato brutalmente represso. Dopo il 2001 ci siamo persi per strada. Non siamo più riusciti a costruire un’alternativa possibile e di massa.

Nel pamphlet c’è anche un elogio alla disobbedienza. In termini operativi cosa si può fare per contrastare quei provvedimenti del governo che lei definisce razzisti, incostituzionali ed immorali? 

Nel diritto esiste una gerarchia delle fonti: penso sia legittimo disobbedire ad una legge ordinaria se lo si fa guardando ad una legge superiore, come alla Costituzione. Nella storia ci sono stati uomini, penso a Martin Luther King o Gandhi, che grazie alla disobbedienza hanno ottenuto risultati significativi e sono riusciti a cambiare il corso della storia. Oggi viviamo in una fase in cui è altrettanto importante battersi in prima persona. E allora ben vengano le persone che aiutano i migranti a passare il confine dall’Italia alla Francia sulla neve. O ben venga il modello di accoglienza di Mimmo Lucano nella sua Riace. Si processa il reato di solidarietà quando, in realtà, l’azione è giusta e legittima. Bisogna moltiplicare tali condotte, ovviamente sempre non violente, perché sono un antidoto per sconfiggere politicamente e culturalmente la barbarie xenofoba che avanza.

Immagino avrà seguito la querelle tra il governo e Famiglia Cristiana che ha pubblicato una copertina eloquente con su scritto: “Vade retro Salvini” a proposito della mancata accoglienza dei migranti in mare. In questa fase qual è il ruolo della Chiesa?

Trovo assurdo che un cristiano voti la Lega. Per questo, ritengo che la Chiesa abbia sicuramente un ruolo importante e che, a volte, sia ancora troppo timida. C’è un Papa straordinario che sull’accoglienza ha preso posizione e così esistono decine di vescovi coraggiosi che stanno rilanciando nella società i valori di coesione e solidarietà nei confronti del prossimo. Riflettiamo sulle tante parrocchie in giro per l’Italia che aiutano concretamente i poveri e i migranti. Però non è sufficiente. Molti altri ecclesiastici preferiscono il silenzio o sono addirittura complici. La Lega non esiste da oggi – sono quasi trent’anni che è nelle istituzioni e che propina odio e rancore – eppure nessun episcopato in Piemonte, Veneto o Lombardia ha mai scritto un documento denunciandone il pericolo. Ciò la dice lunga sul comportamento di una parte della Chiesa.

(21 dicembre 2018)
tratto da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/padre-zanotelli-come-puo-un-cristiano-votare-lega/

Padre Alex Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

 

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Padre Alex Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

Padre Zanotelli: “Salvini non è al di sopra della legge, va processato”

Il missionario: “se M5s negasse l’autorizzazione rinnegherebbe la sua storia. Il ministro ha usato poveri stremati per i suoi fini politici”.

Lui, il missionario pacifista, sente odore di inciucio e non ci sta: “Il discorso è chiarissimo: Salvini ha violato leggi nazionali e internazionali, utilizzando persone stremate per un suo scopo politico. E un ministro non è sopra la legge, per questo va processato”. E’ quanto afferma all’AdnKronos il padre missionario Alex Zanotelli, per il quale “il consenso popolare in forte crescita, di cui indubbiamente gode in questa fase il leader della Lega, non può cancellare i fatti e neanche la realtà sociale del nostro Paese, dove il problema non sono affatto i migranti, ma la povertà e la disoccupazione nonché l’incapacità dei politici di mettere mano alla situazione economica che sfugge ai loro interventi perché viene determinata dai grandi potentati economici e finanziari mondiali”.
Osserva il religioso comboniano: “Salvini ha voluto forzare l’Europa affinché cedesse al progetto di equa distribuzione dei migranti, che in sé e per sé è una cosa giusta, ma che non si può e non si deve ottenere sulla pelle degli stessi migranti, infliggendo a chi ha già tanto sofferto delle ulteriori sofferenze – accusa – Se la magistratura si è mossa, l’azione giudiziaria deve fare il suo corso, altrimenti la conseguenza è stabilire che chi è eletto può fare quel che cavolo vuole, senza rispondere delle sue azioni in base alle leggi ma soltanto all’elettorato”.
Questo, sottolinea padre Zanotelli, “in uno Stato democratico non è possibile, va contro la stessa Costituzione”. E a questo proposito, “se i Cinquestelle negassero l’autorizzazione a procedere, andrebbero in contraddizione con quanto hanno sempre predicato finora: M5s rinnegherebbe sé stesso e cancellerebbe tutto il percorso politico e di consenso elettorale costruito contro la ‘casta’, soprattuto quella politica, perdendo totalmente la faccia come persone e la stessa identità del movimento”.

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/02/04/padre-zanotelli-salvini-non-e-al-di-sopra-della-legge-va-processato-2036949.html

“È pieno di odio”… Lo ha detto Salvini, quello che lascia affogare i migranti, rivolgendosi a padre Zanotelli, una vita in aiuto della gente in Sudan e Kenia e sempre dalla parte dei più deboli… Non trovate anche voi che c’è qualcosa che proprio non quadra…?

 

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“È pieno di odio”… Lo ha detto Salvini, quello che lascia affogare i migranti, rivolgendosi a padre Zanotelli, una vita in aiuto della gente in Sudan e Kenia e sempre dalla parte dei più deboli… Non trovate anche voi che c’è qualcosa che proprio non quadra…?

l ministro dell’Interno Matteo Salvini ha postato su facebook una foto dove compare padre Alex Zanotelli insieme a una citazione attribuita al missionario pacifista: “Salvini va processato anche per la Sea Watch”.
Il vicepremier commenta: “Dopo avermi definito razzista, ‘genio malefico’, criminale (e altri complimenti che al momento mi sfuggono), questo prete sostiene che dovrebbero processarmi non solo per la Diciotti ma anche per la Sea Watch. Olè!”.

Nel post scriptum, il vicepremier conclude: “Ma, mi chiedo, un uomo di chiesa può essere sempre così pieno di risentimento e di odio?”.

Lasciaci indovinare, caro Matteo… Sarà forse perché ti fai i selfie mangiando pane e Nutella, mentre per colpa tua la gente crepa in mare…? Pensaci, Mattei, pensaci…