Vi auguriamo buona Befana con la filostrocca dell’assessore leghista. Leggetela ai vostri bambini, che capiscano da subito in che Paese di ….. sono nati!

 

Befana

 

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Vi auguriamo buona Befana con la filostrocca dell’assessore leghista. Leggetela ai vostri bambini, che capiscano da subito in che Paese di …..* sono nati!

 

Questa è la filastrocca razzista dell’assessore leghista Massimo Asquini: il migrante vien di notte…

 

 

Il migrante vien di notte

con le scarpe tutte rotte;

vien dall’Africa il barcone

per rubarvi la pensione;

nell’hotel la vita è bella

nel frattempo ti accoltella;

poi verrà forse arrestato

e l’indomani rilasciato.

 

Ancora infamia razzista che – in un paese serio – sarebbe punita penalmente: dopo il gesto vigliacco del vicesindaco leghista di Trieste, Paolo Polidori, che ieri via social si vantava di avere gettato “con soddisfazione nel cassonetto” le coperte di un clochard come avrebbe fatto “un normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città”, ecco un altro spregevole caso, questa volta a Monfalcone (Gorizia).

A pubblicare sempre su Facebook, nelle stesse ore, una filastrocca che denigra i migranti   è stato l’assessore comunale alla Sicurezza di Monfalcone, il leghista Massimo Asquini.

“Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall’Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell’hotel la vita è bella nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l’indomani rilasciato”.

Parole che hanno provocato la reazione dell’opposizione, che chiede le dimissioni dell’esponente leghista e “la convocazione di un Consiglio comunale urgente, con la presenza del Questore e del Prefetto”.

Massimo Asquini si difende così: “è quello che tutti gli italiani pensano”…

Ora Vi chiedo di condividere quest’articolo di protesta per dimostrare a questo miserabile che gli Italiani (quelli con la I maiuscola) non la pensano così… non siamo tutti così stronzi…

*E’ vilipendio alla nazione italiana dire «Italia paese di m…» – Cass. Pen. 28730/2013 – E noi, quindi, non l’abbiamo detto…

By Eles

Al comizio di Salvini con un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”: picchiato e portato via a forza… Questi sono fortunati che quel fesso che andava dicendo queste stupidaggini è morto 2000 anni fa…

 

Salvini

 

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Al comizio di Salvini con un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”: picchiato e portato via a forza… Questi sono fortunati che quel fesso che andava dicendo queste stupidaggini è morto 2000 anni fa…

Un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”: picchiato e portato via a forza dal comizio di Salvini

Su Propaganda Liva un video girato nel giorno della manifestazione leghista a piazza del Popolo. Una scena da regime

Perquisizioni contro chi va ai cortei anti-Salvini, con la polizia che controlla gli striscioni e fa ‘melina’ per far arrivare in ritardo le persone.

Ma anche il ‘divieto’ di usare slogan cristiani in una manifestazione del leader xenofobo che giura sul Vangelo, difende i presepi e parla della tradizione cristiana, salvo poi rinnegare Cristo in ogni sua azione.

Ora la polizia molto zelante verso il nuovo ministro dell’Interno si è resa responsabile di una scena vergognosa verso un ragazzo picchiato e portato via dal comizio di Salvini a Roma perché portava un cartello con scritto “Ama il prossimo tuo”.

Persone non identificate (forse agenti in borghese) lo hanno preso di peso e portato fuori da piazza del Popolo per consegnarlo a poliziotti in divisa che l’hanno identificato e poi lasciato andare.

Risultato: un labbro rotto e tolleranza zero.

tratto da: https://www.globalist.it/media/2018/12/15/un-cartello-con-scritto-ama-il-prossimo-tuo-picchiato-e-portato-via-a-forza-dal-comizio-di-salvini-2034955.html

QUI potete vedere il video

La famiglia di Rino Gaetano contro la Lega: “siamo stufi, la politica non usi più le sue canzoni”

 

Rino Gaetano

 

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La famiglia di Rino Gaetano contro la Lega: “siamo stufi, la politica non usi più le sue canzoni”

Le parole della sorella e del nipote del cantautore calabrese dopo la manifestazione di sabato scorso con Salvini in piazza del Popolo a Roma dove è stato usato il brano ‘Ma il cielo è sempre più blu’

Dopo la manifestazione della Lega di sabato scorso a piazza del Popolo a Roma, la famiglia di Rino Gaetano ha chiesto che le sue canzoni non vengano più utilizzate dalla politica.
“Siamo stufi: le canzoni di Rino Gaetano non vengano più utilizzate dalla politica”. Sono le parole di Anna Gaetano e suo figlio Alessandro, sorella e nipote del cantautore, che hanno criticato la decisione del Carroccio di usare il brano Ma il cielo è sempre più blu.
“Non voglio che la musica di Rino – ha affermato Anna Gaetano – sia mischiata alla politica. Non mi piace che venga utilizzato così, mi dissocio. Sono la sorella, posso dire la mia?”.
“Non ce l’abbiamo – ha aggiunto Alessandro – né con la Lega né con Matteo Salvini. Nel corso degli anni è capitato più volte che le canzoni e l’immagine di Rino venissero usate da parte di diversi schieramenti. Questo è solo stato l’ennesimo episodio che ci viene segnalato in questi anni e di cui siamo stufi”.
“Fosse stato chiunque altro – hanno aggiunto i familiari di Rino Gaetano – l’avremmo pensata allo stesso modo. Rino non è di destra né di sinistra, non ha colori politici. Perché devono farsi forza usando lui e la sua musica? Non ci è mai piaciuto. Anzi, ogni volta che ci hanno invitato a parlare o cantare su un palco abbiamo chiesto di togliere le bandiere del partito di turno”.
“Non critichiamo nessun messaggio – hanno aggiunto – semplicemente ci sembra scorretto politicizzare la sua musica. Rino non era d’accordo neanche allora. Ha suonato alcune volte alla Festa dell’Unità, ma lui era solo a favore del popolo e contro chi tradiva i suoi ideali”.
La famiglia ha precisato che non ci sarà alcuna azione legale nei confronti di nessuno, ma ha contattato la Sony Music, con cui detiene i diritti dei brani, “per sapere se lo possono fare, se possono usare le sue canzoni così. Ci hanno risposto che avrebbero controllato circa l’uso delle sue canzoni. E che comunque nelle manifestazioni si compila il borderò. Ma la nostra non è una questione di diritti, non è quello che ci interessa”.

 

tratto da: https://www.globalist.it/news/2018/12/11/la-famiglia-di-rino-gaetano-contro-la-lega-siamo-stufi-la-politica-non-usi-piu-le-sue-canzoni-2034782.html

Un parroco di Genova, Don Paolo Farinella, si schiera con Salvini: niente messa a Natale, Gesù era un clandestino…!

 

Salvini

 

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Un parroco di Genova, Don Paolo Farinella, si schiera con Salvini: niente messa a Natale, Gesù era un clandestino…!

La provocazione di Don Paolo Farinella: niente messa a Natale “Per Salvini Gesù era un clandestino”
La resistenza di un parroco a Genova: niente messa a Natale “Per Salvini Gesù era un clandestino”

Ad annunciarlo con un post su Facebook è il prete Paolo Farinella che, nel suo blog, dice di aver fatto questa scelta per “obiezione di coscienza al Decreto Sicurezza”.

Non ci sarà la tradizionale messa di Natale nella parrocchia di San Torpete nel cuore di Genova: la chiesa sarà chiusa per protesta durante le festività.

Ad annunciarlo con un post su Facebook è il prete Paolo Farinella che, nel suo blog, dice di aver fatto questa scelta per “obiezione di coscienza al Decreto Legge numero 113/2018”, più “conosciuto come Decreto Sicurezza”. “Dietro parole roboanti, confuse e immorali, si nasconde la volontà determinata di colpire ‘i Migranti’ – denuncia il parroco -, proprio alla vigilia di quel Natale che celebra la nascita di Gesù, emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nàzaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del Neghev”.
L’attacco ai migranti, sostiene don Farinella, “avviene nel silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il Rosario in mano, senza suscitare un rigurgito di vomito dei cosiddetti cattolici da salotto”. Gli stessi che, aggiunge, “Papa Francesco chiama “‘cristiani da pasticceria’”.
“In questo anno 2018, se Gesù , con Maria e Giuseppe , si presentasse da noi per celebrare la sua nascita, col decreto immondo di Salvini, sarebbe fermato alla frontiera e rimandato indietro perché migrante economico, senza permesso di soggiorno e perché in Palestina non c’è una guerra ‘vecchia’ dal 1948”. Come ultimo “gesto di dignità, quindi, conclude il parroco, “la chiesa di San Torpete in Genova resterà chiusa”.

tratto da: https://www.globalist.it/news/2018/12/07/la-resistenza-di-un-parroco-a-genova-niente-messa-a-natale-per-salvini-gesu-era-un-clandestino-2034637.html

…E finalmente Salvini smentisce Paolo Villaggio che gli diceva: “sui migranti non avete la personalità dei nazisti…”

 

Paolo Villaggio

 

 

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…E finalmente Salvini smentisce Paolo Villaggio che gli diceva: “sui migranti non avete la personalità dei nazisti…”

In una trasmissione del 2011 Paolo Villaggio con l’arma dei paradosso replicava al razzismo di Borghezio e di uno sbarbato Salvini, ridicolizzandoli…

Ecco alcuni passaggi di una trasmissione de La7, Tetris, del 2011 nella quale Paolo Villaggio si confrontava con Borghezio e un giovane Salvini proprio sui temi dell’immigrazione.
Già allora i leghisti (ancora padani) martellavano sugli stranieri.
E Villaggio aveva usato l’arma dell’ironia e del paradosso per controbattere alla solita retorica leghista. Parlando della necessità di buttare fuori gli immigrati l’autore di Fantozzi aveva detto: “allora liberiamoci di dare di tutto quello che dà fastidio. Gli anziani si potrebbero eliminare facilmente, i mutilati, i ciechi, gli storpi, i malati di mente, tutto quello che dà fastidio alla nostra cultura”.
E aveva aggiunto: “Il timore che abbiamo noi Fantozzi è che voi leghisti non avete la personalità che avevano una volta i nazisti. E quindi sarebbe il caso di appaltare l’eliminazione degli extracomunitari (…) a un’associazione tedesca. Vi do un’indicazione: ci sono i pronipoti di quelli di Auschwitz e Belsen. Quelli sono bravi a eliminare il problema”.

Ricapitoliamo… FRANCIA: migliaia di persone in piazza per protestare contro il Governo. ITALIA: il partito che ha fregato 49 milioni al suo popolo continua a salire nei sondaggi…

 

Governo

 

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Ricapitoliamo… FRANCIA: migliaia di persone in piazza per protestare contro il Governo. ITALIA: il partito che ha fregato 49 milioni al suo popolo continua a salire nei sondaggi…

 

Il movimento dei gilet gialli, che ha spinto per le strade francesi milioni di manifestanti,  adesso dilaga anche oltre i confini della Francia.

In Belgio , i giubbotti gialli hanno bloccato rotatorie e depositi di carburante, soprattutto in Vallonia , bloccando il traffico.

In Bulgaria, migliaia di gilet gialli hanno bloccato le principali strade e le frontiere per protestare contro l’impennata dei prezzi del carburante in un contesto di malcontento generale causato dal basso tenore di vita nel paese, il più povero dell’Unione europea.

In Germania, il simbolo del giubbotto giallo è stato “adottato” dai tedeschi arrabbiati e delusi dalla politica fiscale e di immigrazione di Angela Merkel.

Comunque, in Francia migliaia di persone in piazza per protestare contro il Governo per qualche centesimo in più sulla benzina, mentre in Italia il partito che ha fregato 49 milioni al suo popolo continua a salire nei sondaggi…

C’è altro da dire?

La decisa presa di posizione della rivista Rolling Stone: “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.” – “Una battaglia di civiltà”…!

 

Rolling Stone

 

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La decisa presa di posizione della rivista Rolling Stone: “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.” – “Una battaglia di civiltà”…!

 

“Noi non stiamo con Salvini” titola in copertina Rolling Stone nel nuovo numero. “Da adesso chi tace è complice” si legge in calce. “Una battaglia di civiltà”, la definisce la rivista musicale che ha chiesto a musicisti, attori, scrittori e figure legate al mondo dello spettacolo e alla tv se volevano “prendere una posizione per una società aperta, moderna, libera e solidale”. Non vengono mai scritte chiaramente le parole “razzismo” e “immigrazione” ma dagli interventi dei firmatari si capisce che quella dev’essere stata la comunicazione per l’eventuale coinvolgimento. “Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito”, si legge nell’editoriale.

Tra i firmatari di interventi a sostegno della campagna ci sono Daria Bignardi, Vasco Brondi, Caparezza, Pierpaolo Capovilla, Elisa, Fabio Fazio, Gemitaiz, Vinicio Marchioni, Emma, Ermal Meta, Mauro Pagani, Michele Serra, Sandro Veronesi e Zerocalcare…

 

Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice.

A musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv Rolling Stone ha chiesto se volevano prendere una posizione. Per una società aperta, moderna, libera e solidale.

Fa male vedere, giorno dopo giorno, un’Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro. Un’Italia rabbiosa e infelice. Fa ancora più male prendere atto che questa rabbia si è fatta potere. Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere.

I valori sui quali abbiamo costruito la civiltà, la convivenza, sono messi in discussione. Ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia, su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile. I sedicenti “nuovi” sono in realtà antichi e pericolosi, cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali. Dobbiamo opporci a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome. Questo dev’essere chiaro, da subito. Così com’è chiaro che solo provando a stare insieme possiamo tornare ad avere un presente, e immaginare il futuro.

Rolling Stone, sin dalla sua fondazione, 50 anni fa, significa impegno nella vita politica e sociale, lotta al fianco degli ultimi e coraggio nel dire sempre da che parte sta. Caratteristiche vitali e per noi irrinunciabili. Crediamo che oggi in Italia sia fondamentale prendere una posizione chiara, crediamo che volgere lo sguardo dall’altra parte e aspettare che passi la bufera equivalga a essere complici, crediamo, una volta di più, nel soft power della cultura pop, nella sua capacità di unire, condividere, accogliere.

Perciò abbiamo chiesto ad artisti e protagonisti della vita culturale italiana, che tante volte in questi anni abbiamo incrociato e raccontato. Di seguito i pensieri di quelli che condividono la necessità di lottare insieme perché l’Italia rimanga una società aperta, moderna, libera e solidale.

Rolling Stone

Daria Bignardi (scrittrice), Vasco Brondi (cantante), Caparezza (cantante), Ennio Capasa (stilista), Pierpaolo Capovilla (cantante), Chef Rubio (conduttore tv), Max Collini (cantante), Carolina Crescentini (attrice), Marco D’Amore (attore), Costantino della Gherardesca (conduttore tv), Erri de Luca (scrittore), Diodato (cantante), Elisa (cantante), Ernia (rapper), Fandango di Domenico Procacci (casa di produzione), Fabio Fazio (conduttore tv), Anna Foglietta (attrice), Marcello Fonte (attore), Gazzelle (cantante), Gemitaiz (rapper), Gipi (fumettista), Linus (Radio Deejay), Lo Stato Sociale (band), Makkox (illustratore), Fiorella Mannoia (cantante), Vinicio Marchioni (attore), Emma Marrone (cantante), Enrico Mentana (giornalista), Ermal Meta (cantante), Francesca Michielin (cantante), Motta (cantante), Gabriele Muccino (regista), Negramaro (band), Andrea Occhipinti (produttore e distributore cinematografico), Roy Paci (cantante), Mauro Pagani (musicista), Tommaso Paradiso (cantante), Valentina Petrini (giornalista), Alessandro Robecchi (scrittore), Lele Sacchi (dj), Selton (band), Barbara Serra (giornalista), Michele Serra (giornalista), Shablo (produttore musicale), Subsonica (band), Tedua (rapper), Tre Allegri Ragazzi Morti (band), Sandro Veronesi (scrittore), Daniele Vicari (regista), Zerocalcare (fumettista).

fonte: https://www.rollingstone.it/rolling-affairs/news-affairs/noi-non-stiamo-con-salvini-da-adesso-chi-tace-e-complice/419240/

Signore e Signori, ecco chi siamo riuscito a portare al Governo – Zaia: “si, siamo razzisti e alle forze dell’ordine vanno ridati i manganelli”…!

 

Zaia

 

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Signore e Signori, ecco chi siamo riuscito a portare al Governo – Zaia: “si, siamo razzisti e alle forze dell’ordine vanno ridati i manganelli”…!

Il comizio di Zaia: siamo razzisti e alle forze dell’ordine vanno ridati i manganelli

Nel piccolo comune di Recoaro il governatore si lascia andare a toni incredibili. Ma ci sono veneti che si sentono umiliati per queste parole

Il prossimo 10 giugno si vota anche al mio paese di origine, Recoaro Terme, in provincia di Vicenza. Oggi mi trovo qui e ho assistito al comizio elettorale lampo del presidente della regione Luca Zaia. Ha parlato rigorosamente in dialetto veneto, ma il suo accento è diverso da quello di questa valle, era un accento “della bassa” e ha fatto uno strano effetto perché qui nel profondo Veneto montano, quelli “della bassa” non ci piacciono tanto.

Per fortuna ha rassicurato subito tutti i presenti e mentre il Presidente del Consiglio meno di due ore fa ha dichiarato che il governo non è razzista, Zaia ha tenuto a precisare che se “razzisti” sono coloro che vogliono tenere lontani coloro che non ci permettono di “vivere come prima”, che vogliono entrare nelle nostre case, allora siamo razzisti”, e guardando i giornalisti ha tenuto a precisare: “scrivetelo pure”.

Ha poi sottolineato di sapere quanti immigrati sono partiti da questo piccolo paese ma sottolinea “i nostri veneti non sono andati a riempire le galere e non hanno mai fatto come questi che pretendono di essere padroni ancora prima di arrivare” […] “Noi non siamo convinti che il delinquente abbia avuto un’infanzia difficile”.

Cita poi quattro punti del programma della Lega a costo zero (strettamente legati al tema immigrazione”, quindi immediatamente applicabili:(strettamente legati al tema “immigrazione”):

1 -inasprire le pene per violenti e stupratori,

2 -promuovere la legittima difesa,

3 -riaprire le carceri

4 – togliere il galateo alle forze dell’ordine e riconsegnare loro il manganello e le manette.

Da cittadina di questo paesello mi sono sentita molto umiliata. Ma davvero pensa che il livello degli interlocutori sia questo? Davvero questo linguaggio dovrebbe rassicurare? Lo chiedo alla neo ministra delle autonomie regionali Erika Stefani che viene da questa valle e sono sicuro ne conosce sia la bellezza che la ricchezza sia produttiva che umana.
Come so che Luca Zaia sa essere molto più garbato e civile. Solo linguaggio da comizio?

Mi guardavo attorno, i boschi e la bellezza del territorio. Nonostante il degrado del paese mi stupisce ogni giorno, da quando sono nata. Un po’ di inquietudine la provo e l’ho sempre provata pensando ai tempi in cui le belle ville (oggi quasi ruderi) di mezza montagna erano occupate dai gerarchi nazisti ma oggi la pace di questa valle splendida mi nutre sempre di vita e forza. Quando posso vengo qui a rigenerarmi dalla città e dai viaggi. Non ho mai avuto paura qui, n’è mai mi sono sentita minacciata. Perché dovrei sentirmi rassicurata da queste parole violente?
Il voto elettorale non è un clic sul “mi piace” di un social network, non dura quanto un’imprecazione o una frase, esprime una delega a qualcuno che ti rappresenta, che decide per te, decide e scrive per te le leggi della società in cui si vive, ciò che chi decide per te fa diventare realtà dura nel tempo, talvolta nello spazio.

Restiamo consapevoli.

 

 

fonte: http://www.globalist.it/politics/articolo/2018/06/05/il-comizio-di-zaia-siamo-razzisti-e-alle-forze-dell-ordine-vanno-ridati-i-manganelli-2025631.html

Marcello Foa denuncia il piano europeo: massacrare l’Italia per annientare Lega e 5 Stelle…”

 

Marcello Foa

 

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Marcello Foa denuncia il piano europeo: massacrare l’Italia per annientare Lega e 5 Stelle…”

 

A questo punto il disegno è chiaro: l’establishment europeo ha deciso di impedire ad ogni costo la nascita di un governo formato da Lega e 5 Stelle. E ha scelto la strada dell’oppressione assoluta, definitiva.

Riepiloghiamo: Mattarella nega al governo Conte il diritto di presentarsi alle Camere sebbene abbia la maggioranza, per le ragioni che ben conosciamo. Ufficialmente perché la persona di Savona non è gradita, in realtà, come spiega l’ex ministro delle Finanze Padoan, “il problema non è Savona, ma le idee di Lega e M5s sull’Europa“. Quella di Mattarella sembra una scelta azzardata, perché, come osservano in molti e come confermato dai sondaggi, alle prossime elezioni Salvini e Di Maio potrebbero ottenerte ognuno il 30% dei consensi e dunque ripresentarsi al Quirinale molto più forti di oggi.

Davvero strana è anche la nomina di Cottarelli: perché varare un governo tecnico che non ha una maggioranza? Non sarebbe stato più logico confermare Gentiloni per il disbrigo degli affari correnti?

 

Ora, invece, appare tutto terribilmente chiaro e a svelare il gioco è il commissario europeo al Bilancio Oettinger, che, come capita a molti tedeschi di potere, non riesce a trattenere la propria arroganza, e dichiara pubblicamente:   “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto”.

E allora tutto diventa chiaro: l’establishment europeista ha deciso di spezzare le reni all’Italia, come hanno già fatto con la Grecia. Lo scenario che si profila è il seguente: scatenare una crisi paurosa del debito pubblico italiano, spingendo lo spread a livelli mai visti, provocare il panico, fino al momento in cui l’Italia verrà commissariata e Mattarella invocherà per il bene supremo del Paese la fiducia a Cottarelli (già in carica) e/o l’introduzione di misure straordinarie, come il rinvio sine die delle elezioni e la conseguente distruzione della reputazione e della popolarità di Salvini e di Di Maio, che verranno indicati come i responsabili di questa crisi.

Se il piano avrà successo, servirà da monito a tutti i Paesi europei dove i movimenti “populisti” sono in ascesa e comporterà la definitiva sottomissione dei popoli europei alle oligarchie europee. Come le Brigate Rosse: colpirne uno per educarne cento.

Perché queste sono le logiche: terroristiche. E’ una manovra indegna, autoritaria, eversiva, che non deve passare. Non lasciatevi ingannare, non lasciatevi intimidire: ne va della vostra libertà, della vostra dignità di uomini liberi.

Dal Blog di Marcello Foa

Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

casta

 

 

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Quella casta del 20% che tiene sotto scacco il Paese e governa l’Italia contro gli italiani, per conto dell’Unione Europea

Quella casta del 20% degli italiani che tiene sotto scacco il Paese

 

Dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi, questi governano l’Italia contro gli italiani, per conto della UE. Oggi avranno, sì e no, il 20% dei voti. Ma controllano ancora tutto. Mattarella, ‘capo’ indiscusso della vecchia politica, è stato abilissimo. Ha già guadagnato tre mesi. E altri due mesi  se li prenderà ‘annacandosi’ Carlo Cottarelli. Ad agosto rinvierà tutto ad ottobre. Poi ci sarà l’emergenza IVA e diranno che si voterà a febbraio. Intanto il PD continua a controllare il Governo e, soprattutto, la RAI. Alla faccia della democrazia!  

Facciamo quattro conti. Chi è che, oggi, in Italia, difende le ragioni di un’Unione Europea dell’euro fatta di ingiustizie e di ricatti? Chi è che sta difendendo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha bloccato un Governo voluto dalla maggioranza degli italiani? Proviamo a contare chi sono questi soggetti e chi rappresentano.

In primo luogo, c’è tutta la vecchia politica. E per vecchia politica intendiamo la rappresentanza parlamentare che si identifica nel PD e in Forza Italia di Silvio Berlusconi.

La buona notizia che la ‘Grande informazione’ finora non ha valorizzato è la frantumazione del centrodestra.

Anche se il leader della Lega non ha ancora preso posizione sulla richiesta di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Mattarella, va ormai da sé che non la pensa come Berlusconi.

Il capo di Forza Italia difende a spada tratta Mattarella, Salvini, ovviamente, no. E con Salvini e con il Movimento 5 Stelle si è schierata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Riassumendo, gli unici che difendono Mattarella e l’Unione Europea dell’euro sono il PD e Forza Italia. Non si hanno ancora notizie della sinistra a sinistra del PD (per ora ai minimi termini). Mentre buona parte dei ‘cascami’ della vecchia Democrazia Cristiana, per quello che contano oggi (molto poco, in verità), sembrano schierati con il presidente della Repubblica che, alla fine, è un democristiano come loro.

Quasi tutte le TV sono schierate non con Mattarella, ma contro il Movimento 5 Stelle e contro la Lega. Fa eccezione La 7, con Enrico Mentana che si conferma un grande giornalista e un uomo libero.

Lo stesso discorso vale per i ‘Grandi giornali’ (che in realtà si leggono sempre di meno), con qualche eccezione.

Con Mattarella si stanno schierando i vertici della Chiesa cattolica: e questo rientra nello ‘stile’ di un Pontefice ‘gesuita’ – Papa Francesco – che, a parole, si presenta come paladino degli ultimi, ma che, in realtà, sulle cose che contano, scantona, fa demagogia o si rifugia nell’ambiguità.

E il sindacato? Qui il discorso si complica, anche perché la Triplice ha perso ormai molto terreno in quasi tutti i settori della società italiana.

Di fatto, l’unica a resistere è la CGIL: ma resiste in parte perché ha contrastato – anche senza arrivare alle estreme conseguenze – il PD di Renzi, in parte perché, tra tutte le organizzazioni sindacali classiche, è la più libera.

Non a caso, come ha spiegato Maurizio Landini, ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della stessa CGIL, tantissimi iscritti a questo sindacato oggi votano Movimento 5 Stelle o Lega (COME POTETE LEGGERE QUI).

Diverso è il discorso per la CISL, espressione del centrosinistra, organizzazione sindacale ormai sulla via del tramonto. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma conoscendo di che pasta sono fatti i signori dell’attuale CISL, ebbene, non potranno che difendere Mattarella.

La UIL non è pervenuta, ma ormai è ininfluente. Ciò che rimane di questa organizzazione sindacale sembra comunque espressione della vecchia politica.

Con Mattarella – ma forse, almeno in parte, con qualche dubbio sull’Europa dell’euro – dovrebbe essere schierato il padronato (che dal partito di Mattarella – il PD di Renzi – ha avuto in ‘dono’ il Jobs Act e, in generale, gli attacchi ai diritti dei lavoratori).

Più variegato il mondo delle rappresentanze imprenditoriali di settore. I vertici sono, di solito, governativi, mentre gli iscritti, oggi, sono più liberi.

Anche sul mondo agricolo le generalizzazioni sono rischiose. Forse solo i vertici della Coldiretti  – legati al PD renziano – dovrebbero appoggiare Mattarella.

Se proviamo a contarli, mettendoli tutti assieme – i ‘capi’ del PD e di Forza Italia, il padronato, le TV, la maggioranza degli editori della carta stampata, i vertici della Chiesa (la base del mondo cattolico – cioè le parrocchie – oggi sono libere e, spesso, fanno solo finta di seguire le indicazioni dei Vescovi) ‘pezzi’ del sindacato tradizionale e, in generale, tutto l’armamentario che ruota attorno alla vecchia politica, questi non arrivano nemmeno al 10%.

Però, se guardate le TV e leggete ancora i giornali cartacei, vi accorgerete che la stragrande maggioranza dei protagonisti di questo tipo di informazione è schierata con la vecchia politica.

Se vi volete fare un’idea di cosa sia la carta stampata oggi dovete ascoltare, la mattina, la rassegna stampa di Radio RadicaleStampa e regime: vi accorgerete che, tranne pochissime eccezioni, quasi tutti i giornali sono contro il Movimento 5 Stelle e la Lega: e il primo a fare le ‘bucce’, ogni mattina, a chi contrasta la vecchia politica è proprio Radio Radicale.

E’ in questo scenario che si staglia la natura affaristica di quello che rimane della sinistra italiana che, piaccia o no, controlla ancora l’Italia. E continuerà a controllarla non sappiamo per quanti mesi ancora grazie alle mosse del presidente Mattarella.

Per fermare il Governo Di Maio-Salvini il presidente della Repubblica Mattarella ha operato una forzatura senza precedenti nella storia della Repubblica italiana (COME POTETE LEGGERE QUI).

Il capo dello Stato – questo dobbiamo riconoscerlo – è stato abilissimo. Ha giocato in modo cinico sulla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia. E ha vinto la partita.

I ‘Giornaloni’ e le Tv oggi vi raccontano che Salvini e Di Maio avrebbero potuto accettare di sostituire Savona e bla bla bla.

Dimenticando un piccolo particolare: e cioè che grillini e legisti prendono i voti da un elettorato che non si vende (come avviene regolarmente in Sicilia – ma crediamo non solo in Sicilia) per 50 euro a voto, o con la promessa di entrare nel precariato o, ancora, con la promessa di stabilizzazioni, con la gestione dei centri di accoglienza dei migranti e con altre forme di degenerazioni clientelari.

Gli elettori di grillini e leghisti sono molto politicizzati e vogliono, in primo luogo, eliminare la vecchia politica, rivedere la politica dei migranti e aprire uno scontro con l’Europa dell’euro. 

In altre parole, se Movimento 5 Stelle e Lega avessero accettato di sostituire Savona, dandola vinta a Mattarella, al PD e all’Unione Europea, Di Maio e Salvini avrebbero perso la faccia con tutti i propri elettori.

Di Maio e Salvini non potevano accettare di essere umiliati e di passare per i servi sciocchi dell’Unione Europea dell’euro. Sono stati costretti a dire no alla forzatura del presidente della Repubblica. Tra le comode poltrone e il proprio elettorato, ebbene, hanno optato per il secondo. 

Ma hanno pagato un prezzo alto: almeno per ora non sono riusciti a controllare il Governo dell’Italia.

Il presidente della Repubblica, esponente della vecchia politica (non dimentichiamo che è al Quirinale grazie al PD di Renzi) ha inanellato una vittoria che – al pari della frantumazione del centrodestra – chissà perché, non viene messa in evidenza.

Tutto ruota attorno all’informazione televisiva e al grande affare dei migranti.

Oggi l’informazione passa dalla rete e dalle TV.

La rete è libera è lì Movimento 5 Stelle e Lega hanno lo stesso spazio e le stesse possibilità della vecchia politica.

La rete è libera e grillini e leghisti sono vincenti, perché riescono a raccontare l’Italia per quello che è: un Paese in grande crisi, ormai alla frutta, con agricoltura e mercato agro-alimentare distrutti da una concorrenza sleale fatta in buona parte di prodotti di qualità pessima che arrivano dall’universo mondo.

Con 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti.

Un Paese dove – nonostante lo scandalo di ‘Mafia Capitale’ – continua lo scandalo dei gestori dei centri di accoglienza che lucrano miliardi di euro ogni anno facendo pagare il conto ai cittadini italiani con le tasse.

Ricordatevi che uno dei punti cardine del centrosinistra è la politica sui migranti, oltre 10 miliardi di affari ogni anno, al 90% e forse più a carico delle tasse pagate dagli italiani. Soldi ‘mansi’, erogati dal Ministero dell’Interno direttamente ai gestori dei centri. Una pacchia.

Le dichiarazioni dei dirigenti del PD, in questi tribolati giorni, sono state tutte uguali: “Sui migranti indietro non si torna”.

E, dal loro punto di vista, hanno ragione: se togliete lo ‘sgobbo’ sulla gestione dei migranti – che è intorno al 60% – cosa resta del centrosinistra, a parte le sceneggiate sui diritti civili utilizzate per nascondere i diritti sociali conculcati ai lavoratori?

Ma se la rete è libera, la RAI è ancora oggi ostaggio della politica. Se Mattarella avesse fatto decollare il Governo Di Maio-Salvini nei prossimi dieci giorni sarebbero successe due cose tra loro legate: il cambio ai vertici della RAI (e quindi dei TG) e, di conseguenza, un’informazione diversa sull’Europa dell’euro e sui migranti.

Avete idea di cosa succederebbe se in TV cominciassero a comparire economisti del calibro di Alberto Bagnai e dello stesso Paolo Savona, pronti a spiegare che cosa è, in realtà, l’Europa dell’euro e tutti gli imbrogli che stanno dietro la gestione truffaldina della moneta unica?

Avete idea che cosa succederebbe se la televisione cominciasse a raccontare tutti i giorni tutti gli affari che stanno dietro i centri di accoglienza?

I servizi televisivi strappa-lacrime sui bimbi nati sulle navi ‘ammanniti’ per addolcire la pillola dei continui sbarchi verrebbero sostituiti dagli approfondimenti sui milioni di euro che finiscono nelle tasche dei gestori dei centri.

Si comincerebbero a puntare i riflettori sul giro di prostituzione in danno delle donne che arrivano con le navi. E, magari, si comincerebbe a indagare anche sul mistero dei tanti minori extra comunitari che ogni anno scompaiono nel nulla.

Non solo. Gli italiani saprebbero che chi sta dietro il grande affare dei migranti non lo fa solo per lucrare su centri di accoglienza, prostituzione e altro ancora: lo fa anche per conto del grande capitale che, facendo arrivare il fiume umano di migranti in Europa, abbassa il costo del lavoro e distrugge i diritti dei lavoratori, scatenando una conflittualità sociale ‘orizzontale’, cioè tra i poveri che ci sono in Europa e gli stessi migranti.

Per il grande capitale i migranti che piombano nel vecchio Continente sono una manna dal cielo: distruggono i diritti dei lavoratori, riducono i salari, mentre gli lavoratori, invece di organizzarsi contro il padronato, se la prendono con i migranti. Meglio di così non potrebbe andare.

Attenzione: queste cose non le diciamo solo noi: le spiega il filosofo marxista e commentatore, Diego Fusaro, che gli affaristi del centrosinistra disprezzano perché, con le sue analisi marxiste e gramsciane, mostra il vero volto del PD de, in generale, di una sinistra asservita al “turbocapitalismo”.

Resta da capire, a questo punto, come un sistema che, alla fine, come già accennato, è composto da meno del 10% della popolazione continua, oggi, a governare l’Italia.

Intanto va detto che Renzi era partito bene con il 40% dei voti alle elezioni europee del 2014. Poi, tra inchini all’Europa dell’euro, migranti, banche e via continuando è sprofondato.

Attenzione: pur avendo perso le elezioni i ‘compagni’ del PD sono ancora lì. Hanno confezionato una legge elettorale – il Rosatellum – con l’obiettivo di rendere confuso il quadro politico, provare a governare con un esecutivo Renzi-Berlusconi e, in caso di sconfitta, limitarla al minimo. Il primo obiettivo è riuscito, il secondo e il terzo sono falliti.

Ma, nonostante il naufragio politico ed elettorale del suo partito – il PD – Mattarella si sta dimostrando abilissimo. Ha fatto volare via tre mesi. Ora, con l’incarico a Carlo Cottarelli, che non dovrebbe avere la maggioranza in Parlamento, proverà a far passare altri due mesi.

In questo modo gli appuntamenti internazionali verranno gestiti, di fatto, dal centrosinistra perdente. Un capolavoro!

A luglio Mattarella farà sapere che si voterà a ottobre. E intanto avrà guadagnato altri cinque mesi.

A ottobre si porrà il tema del paventato aumento dell’IVA. E la vecchia politica comincerà a ‘rutuliare’ dicendo che, prima del voto, bisognerà “mettere in sicurezza” i conti italiani.

Gira, firria e bota, come si usa dire in Sicilia, diranno che bisognerà a rimandare il voto a febbraio del prossimo anno. Poi l’Unione Europea si inventerà qualcosa e…

Insomma, dal ‘tradimento’ di Angelino Alfano ad oggi questi passano da un imbroglio politico all’altro. E governano. E vorrebbero continuare a governare. Così cercheranno in tutti i modi, con tutti gli imbrogli possibili e immaginabili, di non fare votare gli italiani.

Alle ultime elezioni politiche PD e Forza Italia – che erano alleati prima del voto del marzo marzo e che oggi, non a caso, difendono Mattarella – hanno intercettato, rispettivamente, il 18% e il 14%. Se si andrà alle urne sanno che gli elettori li seppelliranno.

Secondo Massimo D’Alema, andando al voto, la vecchia politica si fermerebbe al 20%: che è la percentuale stimata anche da noi.

Che succederà? Di Maio, ieri, è stato esplicito: messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. Ma già c’è chi dice: tanto se il Parlamento approva la messa in stato di accusa del presidente Mattarella poi c’è la Corte Costituzionale che…

Certo, aprire uno scontro con il capo dello Stato, dopo quello che ha combinato e che continua a combinare, è nelle cose. Ci sta, fa parte della politica, dello scontro politico.

Ma, forse, contro questa gente, la vera arma è lo scontro sociale. Debbono ribellarsi anche i cittadini, sennò questi non li schiodi.

 

 

fonte: http://www.inuovivespri.it/2018/05/28/quella-casta-del-20-degli-italiani-che-tiene-sotto-scacco-il-paese/#_