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Clochard morto a Milano, chiuso nella bara in un sacco della spazzatura. Nient’altro che una tristissima notizia di cronaca, sennonché un’altrettanta tristissima considerazione: ci pensate come ci avrebbero sguazzato i media se fosse successo nella Roma della Raggi?
Sì, nient’altro che una tristissima notizia di cronaca come tante altre che tutti i giorni leggiamo. E’ accaduto nella Milano di Sala, ma poteva accadere ovunque… Però la consideranzione, altrettanto triste, è che se fosse avvenuto nella Roma di Raggi la Tv avrebbero avuto materiale per aprire almeno una settimana di Tg…
Sì, è sciacallaggio. Ma non dotemi che non sarebbe andata così…
by Eles
Il clochard morto a Milano, chiuso nella bara dentro al sacco della spazzatura
La moglie denuncia l’ignobile gesto compiuto dal Comune di Milano nei confronti dell’ex marito.
Proviamo pena per loro, per i senzatetto, a volte repulsione, quando li vediamo distesi su cartoni che fanno le veci di un letto, rivestiti da stracci sporchi, coperte che han preso l’odore di tutti quelli che han transitato vicino a quei corpi, che di simile a noi han ben poco che resta. I #clochardsono un po’ dappertutto, cercano riparo lungo i corridoi delle stazioni, nelle gallerie del centro delle nostre città, e se è vero che ci sono i centri di ricovero disposti ad offrir loro un poco di cibo, un riparo, il più delle volte non ci vogliono andare. Sono persone che ad un certo punto della loro vita scelgono l’invisibilità, una gabbia dentro un ruolo inesistente, senza responsabilità, né obblighi alcuni, che magari si nutrono di alcool per stordirsi, che non hanno trovato la forza, in se stessi, di reagire a fatti, o dolori.
Così si muore per strada
Succede che la loro morte spesso avvenga per strada. Anche aMassimiliano è accaduto di andarsene al freddo, deceduto il 27 febbraio a Milano, sotto i portici di via Pisani. Era un senzatetto, uno dei tanti, che aveva una moglie, alla quale è stato chiesto di espletare le pratiche per il funerale dell’ex marito, e che ora si è arrabbiata e dispiaciuta per il trattamento riservato a quest’uomo. D’accordo con il Comune di Milano la donna, Katia Ferrati, ha firmato all’obitorio in piazzale Gorini, nella zona Città Studi, un documento che autorizzava il Comune alla vestizione di Max, il clochard, nel momento in cui il suo corpo si trovava lì, da ricomporre.
La moglie scrive al sindaco Sala
La moglie scrive una lettera aperta al Sindaco di Milano, ritenendolo responsabile di quanto accaduto, seppur conscia del fatto che Sala non ne fosse stato neppure a conoscenza.