Maltempo in Padania, Lombardia in ginocchio, Milano allagata, esonda il Seveso… Salvini parla! Dicci qualcosa… Sono sempre i migranti?

 

Salvini

 

 

 

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Maltempo in Padania, Lombardia in ginocchio, Milano allagata, esonda il Seveso… Salvini parla! Dicci qualcosa… Sono sempre i migranti?

Nubifragio Palermo, Matteo Salvini ci pensa due volte e come uno sciacallo si avventa contro Orlando: “Pensa solo a immigrati”.

Un modo vergognoso di fare politica. Se ne frega che ci sono stati anche dei morti. Tutto va bene per essere strumentalizzato… Qualcuno ha usato il termine “sciacallo”, come dargli torto?

Ma quando la Padanissima Lombardia è messa in ginocchio dal maltempo si gira dall’altra parte.

Salvini parla! Dicci qualcosa… Sono sempre i migranti?

Forse le eccelse menti leghiste-lonbarde sono troppo impegnate a preoccuparsi di come difendersi dall’invasione dei migranti (sicuramente anche infetti) per preoccuparsi del territorio?

Dicci qualcosa, avevi tanta voglia di parlare quando il maltempo colpiva Palermo!

by Eles

 

La barzelletta dell’ospedale Covid in Fiera di Milano, inaugurato in pompa magna come “il più grande centro di terapia intensiva d’Italia”… doveva avere 600 posti, poi i posti sono scesi prima a 400 poi a 205 e infine a 24… I ricoverati sono solo 3, ma la struttura non funziona….

 

ospedale

 

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La barzelletta dell’ospedale Covid in Fiera di Milano, inaugurato in pompa magna come “il più grande centro di terapia intensiva d’Italia”… doveva avere 600 posti, poi i posti sono scesi prima a 400 poi a 205 e infine a 24… I ricoverati sono solo 3, ma la struttura non funziona….

Inaugurato in pompa magna come “il più grande centro di terapia intensiva in Italia“, l’ospedale Covid in Fiera di Milano è davvero il “miracolo” che tutti stavano aspettando? Sembrerebbe proprio di no!

Ricordate l’inaugurazione in pompa magna dell’ospedale alla Fiera di Milano da parte del governatore Fontana, con tanto di maxi-assembramento?

Bene.

A distanza di 13 giorni.

L’ospedale avrebbe dovuto ospitare, all’inizio, 600 pazienti. Poi sono diventati 400. Poi 205.

Doveva essere realizzato, secondo le dichiarazioni, in 6 giorni. Ma per farlo i giorni sono stati 20…

I posti in realtà da 600, da 400, da 205 in realtà sono stati solo 24…

Ah, una volta inaugurata la struttura, solo dopo l’inaugurazione, si sono accorti che mancava il personale!!!

In tutto questo casino, in questo momento, i pazienti Covid in Fiera sono 3. Tre!

Della mirabolante cifra di 1000 assunzioni a pieno regime, tra medici, infermieri e operatori sanitari, oggi sono operativi in 50. Cinquanta!

L’ospedale è isolato da qualunque altro centro o reparto, rendendo impossibile qualunque diagnosi multipla e integrata da parte di figure professionali diverse, fondamentale anche per pazienti Covid.

L’intero centro è costato nel complesso 21 milioni di euro – circa 7 milioni di euro a malato – e, finita l’emergenza, sarà smantellato senza lasciare traccia, se non il fumo della propaganda leghista.

Mentre in Campania e in Emilia-Romagna sorgono ospedali da campo e Covid center da centinaia di posti in dieci giorni, senza annunci, né proclami, in Fiera finora sono riusciti a mettere insieme più persone in conferenza stampa che pazienti e medici (sommati insieme) in corsia.

Eccolo lo sbandierato modello sanitario lombardo.

Un giorno, quando tutto sarà finito, qualcuno ne dovrà rispondere.

Ma sarà sempre troppo tardi.

 

 

 

L’eccellenza sanitaria leghista – Prima la propaganda: Milano come Wuham: in 6 giorni un ospedale da 600 posti in Fiera …I giorni sono stati 20, ma i posti sono solo 24… Ah, ma non funziona, hanno dimenticato un particolare: i medici… NON CI SONO…!

 

ospedale

 

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L’eccellenza sanitaria leghista – Prima la propaganda: Milano come Wuham: in 6 giorni un ospedale da 600 posti in Fiera …I giorni sono stati 20, ma i posti sono solo 24… Ah, ma non funziona, hanno dimenticato un particolare: i medici… NON CI SONO…!

Scrivevamo qualche giorno fa:

Alla Fiera di Milano si doveva aprire un ospedale da 600 posti in sei giorni il 12 marzo scorso. Cinquecento posti in terapia intensiva in meno di una settimana, annunciava l’assessore Giulio Gallera. Di più: ai 500 posti di terapia intensiva si aggiunge il recupero «anche nei sottoscala – proseguiva il responsabile del Welfare – di altri 200 letti» in modo da arrivare alla massima “capacità” di copertura assistenziale.

Fiera di Milano: l’ospedale della Regione Lombardia ha 24 letti

Il 31 marzo l’assessore Gallera e il presidente Attilio Fontana hanno presentato l’ospedale. Di giorni ne sono passati 20, ma non è certo questo il problema. Il problema è che le cifre annunciate sono completamente sballate rispetto a quello che i responsabili del Pirellone hanno detto all’inaugurazione: “apriranno tra i 12 e i 24 posti”, ha detto l’assessore. “Potenzialmente saranno 350 posti, abbiamo acquistato ventilatori per quel numero. Inizieremo ad aprire i primi moduli anche perché c’è il tema della formazione del personale”, ha concluso facendo quindi capire che ci vorrà tempo affinché sia pienamente operativo. All’Ospedale Fiera di Milano, una volta a regime (quando?), ci saranno 200 posti di terapia intensiva e altrettanti medici anestesisti, che dovrebbero arrivare a 220, con circa 500 infermieri, secondo quanto emerge dalla conferenza stampa per l’inaugurazione della struttura a Milano. “Credo sia la terapia intensiva più grande d’Italia”, afferma il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali (ma non c’è, cazzo!).

Ma le capriole spaziali del governo regionale leghista mica finiscono qui… Anzi, ora arriva il bello:

Oggi il Fatto Quotidiano ci racconta in un articolo a firma di Marco Palombi che il dinamico duo Fontana – Gallera ha dimenticato qualcosa nell’ospedale Fiera di Milano… Un piccolo particolare; per far funzionare un ospedale occorrerebbero i medici. S’, i geni della Lega si sono del tutto dimenticati questo piccolo, insignificante particolare…

E allora la giunta della Regione Lombardia ha proposto uno scambio a quella del Piemonte:

Se la situazione dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi) inizia a farsi meno drammatica, al momento nelle regioni più colpite – e quindi soprattutto in Lombardia – quel che manca sono i medici, nonostante il centinaio già arrivato grazie alla Protezione civile: sarà difficile, ad esempio, aumentare i letti dell’ospedale “gioiello” creato in Fiera e affidato al Policlinico di Milano dai 30-35 attuali agli oltre duecento teorici se non arriveranno medici e infermieri.

Curiosamente, la difficoltà di Fontana e soci è venuta fuori grazie a un’offerta avanzata al presidente del Piemonte, Alberto Cirio, centrodestra anche lui: in sostanza, giovedì la Lombardia ha messo a disposizione del Piemonte 53 posti nel nuovo ospedale (che ancora non ci sono, ma che – dicono – dovrebbero essere pronti nel giro di 10-15 giorni) per sgravare le terapie intensive, a patto però che medici e infermieri per gestirli fossero trovati dai piemontesi. Giusto, ha pensato Cirio, che s’è subito rivolto al governo per avere il personale dalla task forcedi volontari dalle altre regioni (domani, per dire, arrivano altri 100 infermieri nelle aree più colpite). Qui, però, la faccenda s’è complicata.

In una riunione ieri mattina, infatti, i lombardi hanno preteso – per consentire alla cosa – uno staff composto anche da sei anestesisti ogni 7 letti: un numero enorme e per una categoria difficilissima da reperire in questo momento (ad oggi in Regione ne sono stati inviati una quindicina). Il governo s’è detto disposto a fornire al Piemonte circa 30 medici e 50 infermieri: insomma, sei o sette anestesisti per 53 posti, non certo cinquanta. Basti dire che l’ospedale della Fiera di Bergamo (quello degli Alpini) aprirà lunedì i primi 35 posti gestiti da 14 medici e 45 tra infermieri, Oss e fisioterapisti.

Il risultato è arrivato in serata: Cirio s’è sentito preso in giro e ha risposto un perfido “no, grazie per il bel pensiero”, ma ce la facciamo da soli; medici e infermieri in più andranno direttamente in Piemonte e si troverà il modo, nel caso, di aumentare i letti direttamente lì.

Fontana dovrà trovare altrove i professionisti necessari a far funzionare il suo ospedale spot: non fa prima a chiederli anche lui al governo o il problema è che poi non può più lamentarsi?

 

Liliana Segre alla piazza: “Parliamo d’amore, l’odio lasciamolo ad anonimi da tastiera”

 

Liliana Segre

 

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Liliana Segre alla piazza: “Parliamo d’amore, l’odio lasciamolo ad anonimi da tastiera”

Liliana Segre tra gli applausi al termine della marcia dei sindaci:

“È nell’oblio della nostra storia che passa il messaggio dell’indifferenza. Stasera non c’è indifferenza, ma c’è un’atmosfera di festa”

“Cancelliamo tutti insieme le parole odio e indifferenza”, ha dichiarato ancora Segre.

“Odio si combatte tenendo viva la memoria”

“Parliamo d’amore, l’odio lasciamolo ad anonimi da tastiera”

Niente bandiere o simboli di partito solo tante fasce tricolori. In marcia a Milano ‘L’odio non ha futuro’, la manifestazione di solidarietà indetta all’indomani delle minacce contro la senatrice a vita Liliana Segre. Una marcia da piazza Mercanti a piazza del Duomo che ha ottenuto 600 adesioni e 400 presenze certe. La marcia lanciata dal primo cittadino di Milano Giuseppe Sala e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, sposata da Anci con il presidente e sindaco di Bari Antonio Decaro, Upi e Lega autonomie, vede fianco a fianco primi cittadini di diversi colori. Ad attenderli in Galleria la senatrice, l’unica a parlare dal palco allestito in piazza della Scala. La presenza dei sindaci di centrosinistra è la maggioranza, ma l’adesione è trasversale. Tra i presenti il sindaco di Firenze Dario Nardella e quello di Palermo Leoluca Orlando.

Liliana Segre ha poi stretto la mano al sindaco di Milano in rappresentanza dei primi cittadini. Segre li ha attesi circondata dalla scorta e da decine di cittadini. ‘Liliana’ è il grido che si è alzato più volte insieme a lunghi applausi. Il presidente dell’Anci ha quindi consegnato alla senatrice a vita una fascia tricolore. “In questi ultimi anni quando parlo alle scuole parlo a braccio ma stasera non volevo dimenticare niente e nessuno, ringrazio il sindaco di Milano Sala, quello di Pesaro Matteo Ricci, il presidente dell’Anci Antonio Decaro e tutti i più di seicento forse mille sindaci che hanno risposto all’appello. Sono qui con le fasce tricolori a rappresentare non un partito, ma un sentimento civico condiviso da più amministrazioni in un’alleanza trasversale”, ha commentato Segre intervenendo dal palco di piazza Scala. “Siamo qui – ha aggiunto – a parlare di amore non di odio, lasciamolo agli anonimi da tastiera”. E ancora: “L’odio si combatte anche tenendo viva una memoria condivisa delle tragedie che le generazioni passate hanno patito proprio per la predicazione dell’odio” che passa dall’indifferenza. “Stasera non c’è indifferenza, cancelliamo tutti insieme le parole odio e indifferenza e abbracciamoci in una catena umana di empatia. Grazie dal profondo del cuore”.

“Voi sindaci, con la vostra carica, avete una missione molto difficile e apprezzo molto che abbiate voluto lasciare per qualche ora i vostri compiti per questa stupenda occasione: il vostro impegno può essere decisivo per la memoria”, ha continuato Segre rivolta ai sindaci. “Nell’Italia degli 8 mila Comuni c’è un giacimento straordinario di storia che può essere tramandata alla comunità. Una storia che resta relegata a musei, istituti, vie, pietre di inciampo. Sta alla sensibilità delle amministrazioni comunali fare in modo che questo giacimento non venga abbandonato. Fare sì che quelle fredde lastre di pietra dei trasformino in occasioni antiretoriche per rinnovare un patto tra generazioni”, ha chiuso dal palco Segre.

La manifestazione si è conclusa con piazza Scala gremita che ha intonato l’Inno di Mameli e poi ”Bella Ciao”.

 

Clochard morto a Milano, chiuso nella bara in un sacco della spazzatura. Nient’altro che una tristissima notizia di cronaca, sennonché un’altrettanta tristissima considerazione: ci pensate come ci avrebbero sguazzato i media se fosse successo nella Roma della Raggi?

 

Clochard

 

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Clochard morto a Milano, chiuso nella bara in un sacco della spazzatura. Nient’altro che una tristissima notizia di cronaca, sennonché un’altrettanta tristissima considerazione: ci pensate come ci avrebbero sguazzato i media se fosse successo nella Roma della Raggi?

Sì, nient’altro che una tristissima notizia di cronaca come tante altre che tutti i giorni leggiamo. E’ accaduto nella Milano di Sala, ma poteva accadere ovunque… Però la consideranzione, altrettanto triste, è che se fosse avvenuto nella Roma di Raggi la Tv avrebbero avuto materiale per aprire almeno una settimana di Tg…

Sì, è sciacallaggio. Ma non dotemi che non sarebbe andata così…

by Eles

Il clochard morto a Milano, chiuso nella bara dentro al sacco della spazzatura

La moglie denuncia l’ignobile gesto compiuto dal Comune di Milano nei confronti dell’ex marito.

Proviamo pena per loro, per i senzatetto, a volte repulsione, quando li vediamo distesi su cartoni che fanno le veci di un letto, rivestiti da stracci sporchi, coperte che han preso l’odore di tutti quelli che han transitato vicino a quei corpi, che di simile a noi han ben poco che resta. I #clochardsono un po’ dappertutto, cercano riparo lungo i corridoi delle stazioni, nelle gallerie del centro delle nostre città, e se è vero che ci sono i centri di ricovero disposti ad offrir loro un poco di cibo, un riparo, il più delle volte non ci vogliono andare. Sono persone che ad un certo punto della loro vita scelgono l’invisibilità, una gabbia dentro un ruolo inesistente, senza responsabilità, né obblighi alcuni, che magari si nutrono di alcool per stordirsi, che non hanno trovato la forza, in se stessi, di reagire a fatti, o dolori.

Così si muore per strada

Succede che la loro morte spesso avvenga per strada. Anche aMassimiliano è accaduto di andarsene al freddo, deceduto il 27 febbraio a Milano, sotto i portici di via Pisani. Era un senzatetto, uno dei tanti, che aveva una moglie, alla quale è stato chiesto di espletare le pratiche per il funerale dell’ex marito, e che ora si è arrabbiata e dispiaciuta per il trattamento riservato a quest’uomo. D’accordo con il Comune di Milano la donna, Katia Ferrati, ha firmato all’obitorio in piazzale Gorini, nella zona Città Studi, un documento che autorizzava il Comune alla vestizione di Max, il clochard, nel momento in cui il suo corpo si trovava lì, da ricomporre.

La moglie scrive al sindaco Sala

La moglie scrive una lettera aperta al Sindaco di Milano, ritenendolo responsabile di quanto accaduto, seppur conscia del fatto che Sala non ne fosse stato neppure a conoscenza.

Lo ritiene responsabile dell’ignobile gesto compiuto dagli addetti alla preparazione del morto nella bara, nei confronti dell’ex marito. Dopo aver portato i suoi abiti da casa e messi a disposizione del Comune, nel tornare all’obitorio il 3 marzo per dare l’estremo saluto, si è trovata davanti ad una immagine penosa e raccapricciante. L’uomo era ancora sporco, svestito, e avvolto nel sacco di plastica nel quale era stato rinchiuso al momento del trasporto. La donna inoltre contesta al Comune le parole spese a favore dei senzatetto e a quanto si faccia per loro, quando lei si è vista costretta a seppellire Massimiliano dentro ad un sacco nero, come un rifiuto umano, senza aver potuto ovviare a quella situazione, dal momento che ormai era troppo tardi, la bara stava per essere chiusa, e si doveva procedere alla sepoltura. Ora Katia si aspetta una risposta. Che comunque sia, arriverà troppo tardi per rimediare all’accaduto.
fonte: https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/03/il-clochard-morto-a-milano-chiuso-nella-bara-dentro-al-sacco-della-spazzatura-002425831.html

Il sindaco Sala verrà processato, ma nessuno ne chiede le dimissioni… Strano vero? Fosse successo alla Raggi…

Sala

 

 

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Il sindaco Sala verrà processato, ma nessuno ne chiede le dimissioni… Strano vero? Fosse successo alla Raggi…

Clamoroso a Milano: inchiesta “Expo”, il sindaco Sala verrà processato per falso

L’accusa di falso ideologico e materiale nell’inchiesta sul maxiappalto per la “piastra dei servizi” getta un’ombra pesante sull’attività del primo cittadino

La notizia era nell’aria da tempo, ma adesso è ufficiale: l’attuale sindaco di Milano andrà a processo. Nell’inchiesta sul maxiappalto per la “piastra dei servizi” di Expo, la procura generale di Milano ha infatti chiesto martedì il rinvio a giudizio per il primo cittadino Pd del capoluogo lombardo Giuseppe Sala, che all’epoca dei fatti era commissario dell’Esposizione generale.

La decisione del Tribunale meneghino riguarda in particolare l’accusa di falso ideologico e materiale, per la presunta retrodatazione della nomina di due membri delle commissioni di gara. Cade invece l’ipotesi di turbativa d’asta per l’appalto del verde – la fornitura di seimila alberi per il sito espositivo – che venne scorporato da quello principale. Posizione, quest’ultima, che la procura generale chiede di archiviare.

Il processo per falso sia ideologico che materiale getta un’ombra pesantissima sull’attività del primo cittadino del capoluogo lombardo. Dalle opposizioni in consiglio comunale si attendono ancora reazioni ufficiali, ma i rumors indicano come certa la richiesta di dimissioni, per questa clamorosa vicenda che investe una giunta già palesemente spaccata e nella bufera per numerose altre vicende.

fonte: http://www.ilpopulista.it/news/19-Settembre-2017/18600/clamoroso-a-milano-inchiesta-expo-il-sindaco-sala-verra-processato-per-falso.html

VERGOGNA – La Roma di Virginia Raggi sprofonda sempre di più nel degrado: un topo morde una donna al parco Sempione di MILANO e nessuno dice niente!!!

 

Virginia Raggi

 

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VERGOGNA – La Roma di Virginia Raggi sprofonda sempre di più nel degrado: un topo morde una donna al parco Sempione di MILANO e nessuno dice niente!!!

Scusate, ma con un titolo così al TG1 ci assumono si sicuro. Però proprio non abbiamo resistito a prendere ancora una volta per il culo la Moretti, è più forte di noi…

 

Abbandonata pertanto ogni nostra “speranza” di salto di qualità, ecco l’articolo de Il Fatto Quotidiano del 29 luglio 2016

Milano, topo morde una donna al parco Sempione. Il neo sindaco Sala intervenga

Milano, una calda sera di fine luglio vicino al parco Sempione dal lato dell’Arco della Pace. Pieno centro, in una delle zone della movida milanese. Amici e colleghi che si incontrano per mitigare il caldo e bere una bevanda fresca in piacevole compagnia. Parole, voci, sguardi e incontri. A volte scontri, inaspettati. Proprio in mezzo a tanti cittadini attoniti passa e lascia il suo segno su una gamba un grosso ratto. I dati del 2015 (smentiti dal Comune) dell’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) dicono che Milano sia popolata da più di 5 milioni di ratti nel sottosuolo. Molti più dei cittadini che risiedono nella città (secondo l’ultima stima dell’Istat 1 347 036 abitanti).

Ci dicono che la sera “vengono a pasteggiare” con i rifiuti che la città lascia incustoditi nei cassonetti o in attesa di essere recuperati e smaltiti. Qualunque sia la causa ci si meraviglia come negli anni 2000, nella città dell’Expo, nella città che vuole prendere potere in Europa sia possibile essere morsi da un grosso ratto. Siamo nella città capoluogo della regione migliore per assistenza sanitaria, come spesso si dice, la cui sanità è gestita economicamente dal centrodestra e la salute dovrebbe essere protetta dalla giunta comunale di centrosinistra con un equilibrio contrapposto da cui il cittadino dovrebbe trarne beneficio.

Invece no, nel centro di Milano si fanno incontri non salubri che portano a un accesso al Pronto Soccorso per le cure e vaccinazioni del caso, a una denuncia ai carabinieri, un esposto in questura e una lettera di lamentela alle autorità competenti. E intorno, a parte le persone vicine alla cittadina, un silenzio assordante di tutti.

Essere morsi da un ratto, con le possibili conseguenze importanti che si possono avere, interessa al nuovo sindaco di Milano Giuseppe Sala e alla giunta che lo appoggia quale garante della salute dei cittadini? Quali sono gli interventi immediati di derattizzazione e di smaltimento di rifiuti che possono contrastare questo pericolo? Aria più pulita, sottosuolo e suolo ripulito non possono che essere solo alcune delle emergenze del welfare della nuova città metropolitana che vuole avere un ruolo sempre più primario.

 

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/29/milano-topo-morde-una-donna-a-parco-sempione-il-neo-sindaco-sala-intervenga/2941945/

ARRESTI AL COMUNE DI MILANO dell’amico di Renzi SALA – Arrestati due funzionari e un dirigente per corruzione e concussione. Giornali e Tg MUTI – Pensate un po’ se fosse successo a Roma…!!

 

ARRESTI

 

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ARRESTI AL COMUNE DI MILANO dell’amico di Renzi SALA – Arrestati due funzionari e un dirigente per corruzione e concussione. Giornali e Tg MUTI – Pensate un po’ se fosse successo a Roma…!!

 

Corruzione al Comune di Milano, tre arresti per tangenti.

La Guardia di finanza di Milano ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due dirigenti e un funzionario del Comune di Milano, accusati di corruzione e tangenti su alcune gare d’appalto bandite da Palazzo Marino – scrive la Procura della Repubblica in una nota – “a favore del Consorzio Milanese scarl e delle imprese sue associate”. Gli arrestati sono i dirigenti Armando Lotumolo e Virgilio Innocenti, e il funzionario di posizione organizzativa Massimiliano Ascione. Le ordinanze, disposte dal Gip Alfonsa Maria Ferraro, sono collegate all’inchiesta che già nel 2015 aveva messo in imbarazzo il Comune di Milano guidato dal sindaco Pisapia. Sia Lotumolo sia Innocenzi erano già stati coinvolti nelle indagini negli anni passati, riferite a fatti avvenuti tra il 2005 e il 2012.

C’e’ anche il bando per l’ottenimento dei certificati, che attestano le condizioni di sicurezza degli edifici scolastici milanesi, al centro dell’inchiesta, che ha portato all’arresto di 2 dirigenti e un funzionario del Comune di Milano. “Il bando ‘Interventi per l’ottenimento del certificato di idoneità statica presso gli edifici scolastici del Comune di Milano – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei dirigenti Stanislao Virginio Innocenti e Armando Lotumolo – e’ stato oggetto di una vera e propria pianificazione a tavolino tra gli imprenditori interessati e i dirigenti comunali”. Una pianificazione che emergerebbe da una conversazione telefonica del 23 febbraio 2012 (all’epoca il sindaco era Giuliano Pisapia) riportata dal gio Maria Alfonsa Ferraro.
“Guarda, a me interessa…sono 5 lotti, a me interessa prendere il mio, tu prendi il tuo – dice uno degli imprenditori interessati – Fenini prende il suo e gli altri poi vediamo”. “Eh vabbe’, vediamo un attimo – ribatte un altro – Vediamo, se son rose fioriranno…”