Torino: muore in sala d’attesa pronto soccorso. La notizia ha avuto poco clamore perché era solo un clochard – Sveglia gente. Veramente si può morire d’indifferenza, dimenticati in un Ospedale?

 

pronto soccorso

 

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Torino: muore in sala d’attesa pronto soccorso. La notizia ha avuto poco clamore perché era solo un clochard – Sveglia gente. Veramente si può morire d’indifferenza, dimenticati in un Ospedale?

Lo ha scoperto il familiare di un paziente dell’ospedale di Moncalieri: quell’uomo seduto su una sedia della sala d’aspetto era morto. Da ore. Ha dato l’allarme, sono arrivati i carabinieri. Addosso nessun documento. In tasca solo un foglio di dimissioni. Proprio dall’ospedale di Moncalieri, firmato il giorno prima. Così è stata ricostruita per sommi capi la storia di questo clochard – che forse si chiamava Beppe – morto nell’indifferenza in una corsia d’ospedale.

Era arrivato al pronto soccorso con un’ambulanza. I passanti lo avevano visto seduto tra i cartoni, spaesato e debole. Avevano chiamato i soccorsi. Ora il direttore sanitario della struttura dice che non presentava alcuna patologia, i medici gli avevano offerto la colazione e poi lui aveva firmato i fogli per poter lasciare l’ospedale senza sottoporsi ad altri controlli.
Poi la sera dopo è tornato li in ospedale. Si è seduto su una delle sedie della sala d’aspetto e lì è spirato.

Il fatto non ha suscitato particolare clamore: il morto era solo clochard, un barbone…

Ma che cazzo siamo diventati. Il morto era un essere umano…!

Un episodio gravissimo che potrebbe essere l’ennesimo caso di malasanità nelle corsie degli ospedali italiani. E comunque, veramente si può morire d’indifferenza, dimenticati in un Ospedale?

La civiltà dei Napoletani vs la barbarie dei leghisti: a Trieste il vicesindaco leghista butta nell’immondizia le coperte del barbone. A Napoli si inventano “scorz” il rifugio di cartone portatile per proteggere i clochard dal freddo… “una carezza per lenire e riscaldare le notti all’addiaccio”…

 

civiltà

 

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La civiltà dei Napoletani vs la barbarie dei leghisti: a Trieste il vicesindaco leghista butta nell’immondizia le coperte del barbone. A Napoli si inventano “scorz” il rifugio di cartone portatile per proteggere i clochard dal freddo… “una carezza per lenire e riscaldare le notti all’addiaccio”…

Parliamo di “Civiltà” da intendersi anche come umanità…

È della settimana scorsa la notizia del vicesindaco leghista di Trieste che prima getta le coperte di un clochard nellʼimmondizia e poi, senza nemmeno pensare di nascondere la sua faccia da pirla vigliacco e infame, se ne vanta allegramente su Facebook…

Più o meno negli stessi giorni a Napoli sono stati distribuiti ai barboni i primi “scorz”…

Che sono? Ecco:

Da una geniale idea di un giovane designer napoletano, ecco “scorz” il rifugio di cartone portatile e monouso per proteggere i clochard dal freddo… “una carezza per lenire e riscaldare le notti all’addiaccio”

Una “scorz” (“scorza” in napoletano) di cartone per proteggere i clochard dal freddo – L’idea di un designer napoletano realizzata in collaborazione con un gruppo di amici e una ditta di Nocera Superiore. I primi rifugi già distribuiti in strada pochi giorni fa…

Qualche commento?

A qualcuno ancora non è chiara la differenza tra civiltà e barbarie? Tra essere umani ed essere bestie? Tra generosità e meschinità?

Fate una passeggiata a Napoli…

By Eles

 

Clochard morto a Milano, chiuso nella bara in un sacco della spazzatura. Nient’altro che una tristissima notizia di cronaca, sennonché un’altrettanta tristissima considerazione: ci pensate come ci avrebbero sguazzato i media se fosse successo nella Roma della Raggi?

 

Clochard

 

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Clochard morto a Milano, chiuso nella bara in un sacco della spazzatura. Nient’altro che una tristissima notizia di cronaca, sennonché un’altrettanta tristissima considerazione: ci pensate come ci avrebbero sguazzato i media se fosse successo nella Roma della Raggi?

Sì, nient’altro che una tristissima notizia di cronaca come tante altre che tutti i giorni leggiamo. E’ accaduto nella Milano di Sala, ma poteva accadere ovunque… Però la consideranzione, altrettanto triste, è che se fosse avvenuto nella Roma di Raggi la Tv avrebbero avuto materiale per aprire almeno una settimana di Tg…

Sì, è sciacallaggio. Ma non dotemi che non sarebbe andata così…

by Eles

Il clochard morto a Milano, chiuso nella bara dentro al sacco della spazzatura

La moglie denuncia l’ignobile gesto compiuto dal Comune di Milano nei confronti dell’ex marito.

Proviamo pena per loro, per i senzatetto, a volte repulsione, quando li vediamo distesi su cartoni che fanno le veci di un letto, rivestiti da stracci sporchi, coperte che han preso l’odore di tutti quelli che han transitato vicino a quei corpi, che di simile a noi han ben poco che resta. I #clochardsono un po’ dappertutto, cercano riparo lungo i corridoi delle stazioni, nelle gallerie del centro delle nostre città, e se è vero che ci sono i centri di ricovero disposti ad offrir loro un poco di cibo, un riparo, il più delle volte non ci vogliono andare. Sono persone che ad un certo punto della loro vita scelgono l’invisibilità, una gabbia dentro un ruolo inesistente, senza responsabilità, né obblighi alcuni, che magari si nutrono di alcool per stordirsi, che non hanno trovato la forza, in se stessi, di reagire a fatti, o dolori.

Così si muore per strada

Succede che la loro morte spesso avvenga per strada. Anche aMassimiliano è accaduto di andarsene al freddo, deceduto il 27 febbraio a Milano, sotto i portici di via Pisani. Era un senzatetto, uno dei tanti, che aveva una moglie, alla quale è stato chiesto di espletare le pratiche per il funerale dell’ex marito, e che ora si è arrabbiata e dispiaciuta per il trattamento riservato a quest’uomo. D’accordo con il Comune di Milano la donna, Katia Ferrati, ha firmato all’obitorio in piazzale Gorini, nella zona Città Studi, un documento che autorizzava il Comune alla vestizione di Max, il clochard, nel momento in cui il suo corpo si trovava lì, da ricomporre.

La moglie scrive al sindaco Sala

La moglie scrive una lettera aperta al Sindaco di Milano, ritenendolo responsabile di quanto accaduto, seppur conscia del fatto che Sala non ne fosse stato neppure a conoscenza.

Lo ritiene responsabile dell’ignobile gesto compiuto dagli addetti alla preparazione del morto nella bara, nei confronti dell’ex marito. Dopo aver portato i suoi abiti da casa e messi a disposizione del Comune, nel tornare all’obitorio il 3 marzo per dare l’estremo saluto, si è trovata davanti ad una immagine penosa e raccapricciante. L’uomo era ancora sporco, svestito, e avvolto nel sacco di plastica nel quale era stato rinchiuso al momento del trasporto. La donna inoltre contesta al Comune le parole spese a favore dei senzatetto e a quanto si faccia per loro, quando lei si è vista costretta a seppellire Massimiliano dentro ad un sacco nero, come un rifiuto umano, senza aver potuto ovviare a quella situazione, dal momento che ormai era troppo tardi, la bara stava per essere chiusa, e si doveva procedere alla sepoltura. Ora Katia si aspetta una risposta. Che comunque sia, arriverà troppo tardi per rimediare all’accaduto.
fonte: https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/03/il-clochard-morto-a-milano-chiuso-nella-bara-dentro-al-sacco-della-spazzatura-002425831.html