Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

 

Codacons

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Può succedere solo in Italia: il Codacons denuncia il Governo per “abuso della credulità popolare” per le promesse ai terremotati mai mantenute!

(Fonte: Ufficio stampa Codacons) – Codacons su terremoto Centro Italia e denuncia Gentiloni. Promesse non mantenute del governo: Gentiloni sarà denunciato dal Codacons alla Procura della Repubblica per abuso della credulità popolare e della fiducia dei cittadini terremotati.

Nel Centro Italia le macerie sono rimaste esattamente dov’erano e tutte le promesse fatte per acquisire consenso non sono state mantenute.

All’indomani del primo anniversario dalla scossa che seminò il panico e la distruzione nel Centro Italia, il Codacons denuncia il governo per omissione di atti dovuti e abuso della fiducia popolare in relazione alle promesse non mantenute circa la soluzione dei problemi connessi al sisma.

La situazione infatti è rimasta assolutamente critica: nonostante un cronoprogramma (teoricamente) serrato e nonostante le promesse contrarie diffuse da diversi esponenti istituzionali, la gran parte delle macerie rimane dov’era. Proprio per aver promesso interventi risolutivi, di fatto mai avviati, il governo quindi si guadagna la denuncia dell’Associazione.

Inoltre, il Codacons interviene ulteriormente a tutela dei cittadini colpiti dal sisma nel Centro Italia.

L’Associazione infatti mette a loro disposizione la nomina di persona offesa, così da permettergli di intervenire nel procedimento contro i responsabili del crollo del campanile di Accumoli e delle due palazzine di edilizia popolare di piazza Sagnotti ad Amatrice.

In caso di rinvio a giudizio, di fatto già annunciato, sarà così possibile costituirsi parte civile e richiedere un risarcimento danni. Per pre-aderire all’iniziativa è sufficiente visitare il sito www.codacons.it.

fonte: http://codacons.it/promesse-non-mantenute-del-governo-gentiloni-sara-denunciato-dal-codacons-alla-procura-della-repubblica-abuso-della-credulita-popolare-della-fiducia-dei-cittadini-terremotati/

Assiste la figlia terminale, il datore la licenzia! Un altro grande successo del Jobs Act di Matteo Renzi!

Jobs Act

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Assiste la figlia terminale, il datore la licenzia! Un altro grande successo del Jobs Act di Matteo Renzi!

 

Assiste la figlia terminale, il datore la licenzia

Limite di assenze dal lavoro superato, scatta il licenziamento immediato.

E’ accaduto a Fossò, provincia di Padova, dove una madre ha rinunciato a tutto pur di donare un ultimo sorriso alla piccola Aurora di 8 anni, malata terminale. La famiglia, che sta passando un momento davvero difficile, cerca di affrontare come può i giorni a venire. Però quando la madre di Aurora pensava di tornare a lavoro, ha fatto una scoperta incredibile: alla pasticceria dove lavorava da ben 7 anni, per lei non c’era più posto. Il limite di assenza dal lavoro previsto per legge è stato superato, la donna era stata licenziata. Lei racconta ai microfoni di diversi quotidiani, quello che ha passato negli ultimi tempi della malattia della piccola Aurora, spiegando come la bambina abbia sempre affrontato tutto con grande coraggio e con il sorriso sulle labbra, Loro hanno fatto davvero tutto il possibile per farla sempre stare bene, per farla sorridere ogni giorno, tanto che hanno avverato uno dei suoi più grandi sogni, quello di vedere i propri genitori sposarsi.

‘Era molto felice’ spiega la madre ‘Siamo davvero contenti di aver fatto questa scelta, era il suo sogno, e noi abbiamo voluto fare in modo che fosse esaudito.’

‘Un esempio per tutti noi’

La madre di Aurora parla di come la bambina ha affrontato la malattia: ‘Aurora era una bambina molto coraggiosa non si è mai lamentata. Diceva di stare bene in qualunque situazione: è stata un esempio per tutti noi.’ Poi la doccia fredda del lavoro, Una storia che ha sconvolto tutto il paese in cui vive la famiglia della piccola Aurora. E’ vero che la legge prevede questo, ma in determinate situazioni dovrebbe scattare la comprensione per gli eventi, e cercare di glissare e smussare determinati cavilli. Non è stato il caso della madre di Aurora, che adesso dovrà affrontare il futuro come disoccupata, alla ricerca di un nuovo impiego in un momento difficile per i contratti di lavoro.

Il licenziamento

A far discutere è la storia dell’inaspettato licenziamento [VIDEO]. ‘Dovendo assistere da vicino Aurora, e in maniera decisamente costante, mi sono dovuta assentare dal lavoro per un periodo di tempo molto lungo, superando i limiti di assenza che sono previsti dalla legge vigente’. ‘Nei giorni scorsi mi è arrivata una comunicazione da parte della pasticceria dove lavoravo, nella quale mi veniva comunicato il licenziamento. Non è certo niente in confronto alla morte di Aurora, ma non posso nascondere che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, considerando anche quello che abbiamo passato e quello che anche adesso stiamo affrontando’. #Cronaca Padova #lavoro 2017

 

fonte: http://it.blastingnews.com/cronaca/2017/08/assiste-la-figlia-terminale-il-datore-la-licenzia-001924963.html?sbdht=_rk5QfBPYUPyTyE12xxM6GZzwKDnqotNDBBtW1Kc7l8sZOLwxmPnMOc-s9j5xb3Uv0_

Ancora una notizia che i Tg hanno “dimenticato” di dare: Il Ddl Concorrenza approvato con la fiducia? È solo un colpo di mano del Governo per fare un regalo alle aziende amiche, ai danni della Gente.

Ddl Concorrenza

 

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Ancora una notizia che i Tg hanno “dimenticato” di dare: Il Ddl Concorrenza approvato con la fiducia? È solo un colpo di mano del Governo per fare un regalo alle aziende amiche, ai danni della Gente.

Da Il Salvagente:
Ddl Concorrenza, colpo di mano del governo e regalo alle aziende

Il governo, con un colpo di mano dopo mesi di rinvii, ha posto per oggi al Senato la questione di fiduciasul maxiemendamento al Ddl Concorrenza che ricalca il testo uscito dalla Commissione Industria. Poche norme a favore dei cittadini (qualche timido segnale per la Rc-auto ma insufficiente per far abbassare le tariffe) e tante “norme Pro-Aziende“, attaccano duri Federconsumatori e Adusbef, a cominciare dalla fine del sistema della maggiore tutela (amministrata dall’Aeegsi) nel settore elettrico con la “deportazione” di milioni di utenti nel mercato libero più oneroso per i consumatori.

Ecco cosa abbiamo scritto nell’editoriale che trovate nel numero in edicola:

“Non sono bastate le critiche e le proteste dei consumatori. Il governo non intende fare retromarcia e va avanti come nulla fosse. E il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda non molla nell’obiettivo di far approvare il disegno di legge concorrenza. Unico segnale (assolutamente insufficiente, lo diciamo subito) è lo slittamento di un anno della fine del mercato tutelato dell’energia. Il Salvagente lo ha scritto da subito: una delle parti più scandalose di quella che sarebbe stato meglio chiamare la legge delle lobby è la deportazione (ci perdonerete il termine forte) di 24 milioni di utenti verso il mercato liberodell’elettricità. Un regalo per i big, soprattutto quei tre o quattro che possono disporre di milioni di contratti (nel mercato tutelato), e una stangata inevitabile per i consumatori.

I dati non ammettono illusioni: già oggi i clienti che hanno avuto la sfortuna (o sono stati convinti con l’inganno) di passare al mercato libero si trovano a spendere di più di quelli rimasti nel tutelato, tanto nel settore elettrico (+16,7%) che in quello del gas (+7,9%). E sono numeri dell’Autorità per l’energia, non nostri. Così come sono provvedimenti delle Authority le tante, troppe condanne per un sistema di vendita di contratti che assai spesso rasenta il reato penale di raggiro e truffa. E che di certo non accenna a diventare più sano, come possono testimoniare tutti coloro che hanno avuto l’esperienza di essere trasferiti da un fornitore all’altro senza che lo chiedessero.

Se così stanno le cose, perché dovremmo aspettarci che da giugno 2019 (è questa la data fissata per la fine del mercato tutelato, dopo la modica delle ultime ore del decreto che fissava al 2018 il passaggio) le compagnie dovrebbero diventare più buone e trasparenti?
Se oggi non riescono a far concorrenza alle tariffe del mercato tutelato e sono più care quale logica distorta suggerisce che senza il competitor di Stato dovrebbero praticare prezzi più bassi?
Eppure è così che il ministro Calenda ci sta vendendo questa spiacevole imposizione: le tariffe caleranno con l’aumento della concorrenza. Così ripetono i campioni della liberalizzazione. Gli stessi che rifiutano ostinatamente di considerare la possibilità di vendere e acquistare i farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie, sotto la pressione delle farmacie. Gli stessi che di fronte alla protesta (anche violenta) dei tassisti, bloccano qualunque elaborazione di regole sui servizi come Uber e lasciano che siano i tribunali a decidere per loro.

Non giochiamo coi termini, la concorrenza non c’entra nulla con il disegno di legge di cui parliamo. E non facciamoci prendere in giro, cari lettori, è vero proprio il contrario di quanto ci ripetono gli slogan governativi: le tariffe elettriche e del gas non diminuiranno con la fine del mercato tutelato. Aumenteranno. Non per tutti, ovviamente. Non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere che gli operatori si faranno concorrenza sui clienti che spendono di più (e che rendono di più) ma di certo non sulle famiglie, sui pensionati, sui “single” insomma su quanti stanno attenti ai propri consumi per limitare la bolletta.

PS. Non stupisce certo che Calenda sposi una linea del genere. Stupisce un po’ di più che a sostenere il superamento del mercato tutelato sia una sola associazione dei consumatori italiana, Altroconsumo. Mentre tutte le altre organizzazioni hanno rmato appelli per chiedere un passo indietro al governo, l’emanazione italiana del Beuc sostiene che “Eliminare il servizio di tutela, dando vita a un mercato davvero libero, potrebbe offrire reali opportunità di risparmio e di migliore qualità nel servizio per i cittadini”.

fonte: https://ilsalvagente.it/2017/05/03/ddl-concorrenza-colpo-di-mano-del-governo-e-regalo-alle-aziende/22201/

Da Business Insider:
“Il ddl Concorrenza è un regalo a Enel”: Mucchetti contro il governo

Il ddl Concorrenza vede la luce: dopo una gestazione di quasi mille giorni, martedì il provvedimento approderà in aula al Senato in cerca del via libera definitivo.All’interno del Pd, però, volano gli stracci: Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria che aveva in carico l’analisi del disegno di legge, attacca il governo per aver promosso un “disegno di legge che èintitolato alla promozione della concorrenza ma che invece, accanto a norme positive, contiene anche norme a favore di interessi organizzati o di monopoli”.

Tradotto: è un peccato che in tutta la legislatura si riesca – forse – ad adottato un solo provvedimento del genere (nelle intenzioni del legislatore dovrebbe essere una legge annuale collegata alla manovra di Bilancio, ndr) e non riesca a farlo nel pieno interesse dei consumatori. In particolare, nel mirino di Mucchetti ci sono le modalità di addio al servizio di maggior tutela del mercato energetico: la Camera, infatti, ha soppresso, il provvedimento con il quale si chiariva come gli utenti del servizio fossero ancora clienti dell’acquirente unico e non degli operatori che forniscono il servizio di vendita (Enel, A2a, Acea, etc etc).

“Non a caso – ha attacca il senatore del Pd nel suo intervento in commissione – Enel, A2a, Acea e gli altri operatori hanno costituito società distinte per i clienti in libero mercato e per quelli dell’Acquirente Unico. La modifica apportata dalla Camera, espungendo quel riferimento ai soggetti che non abbiano scelto il proprio fornitore, fa quindi un doppio regalo ai fornitori del servizio di vendita all’Acquirente Unico: il primo consiste nell’acquisizione di questi clienti, senza alcun costo commerciale, ma in forza di una legge; il secondo nella possibilità di aumentare i prezzi come l’esperienza del libero mercato di questi anni fa prevedere”.

Se in un primo momento i prezzi potrebbero essere bassi per attrarre nuovi clienti in questa fase di passaggio del mercato, in seguito sono destinati ad aumentare “con una tecnica non diversa da quella praticata dai pusherche regalano la prima dose” commenta Mucchetti.

D’altra parte durante la presentazione del suo piano industriale, Enel ha promesso, ai proprio investitori, nonostante il calo dei prezzi dell’energia, un aumento dell’Ebitda del 20% a 3 miliardi nel 2019 con “i clienti sul libero mercato che dovrebbero quasi raddoppiare a seguito della fine del mercato tutelato in Italia e della ulteriore liberalizzazione attesa in America Latina”.

“È contraddittorio – prosegue Mucchetti – che una legge di promozione della concorrenza si riveli così marcatamente a favore dell’incumbent, che oggi serve l’85 per cento dei clienti dell’Acquirente Unico” inoltre “a chi teme che il servizio di salvaguardia risulti più oneroso di quello di maggior tutela risponde che ciò è vero, ma che il servizio di salvaguardia è riservato per legge alle imprese che abbiano consumi oltre una certa soglia e non alle famiglie e alle piccole imprese”. Di conseguenza la salvaguardia si rivolge a circa l’1 per cento del mercato. Insomma secondo Mucchetti sarebbe stato più saggio ritardare ancora l’approvazione “visti i tempi complessivi dell’iter, correggendo un’evidente stortura che diversamente è destinata a restare e a produrre i suoi effetti”.

fonte: https://it.businessinsider.com/il-pd-a-pezzi-mucchetti-contro-il-governo-il-ddl-concorrenza-e-un-regalo-a-enel/

Non ti rendi conto di perchè il Governo prenda misure a dir poco scioccanti in materia di Sanità? Forse se sapessi dei finanziamenti segreti degli ospedali privati al partito del Ministro della Salute Lorenzin, Ti spiegheresti tante cose…!

 

Sanità

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Non ti rendi conto di perchè il Governo prenda misure a dir poco scioccanti in materia di Sanità? Forse se sapessi dei finanziamenti segreti degli ospedali privati al partito del Ministro della Salute Lorenzin, Ti spiegheresti tante cose…!

 

I finanziamenti (nascosti) degli ospedali privati al partito del ministro della Salute Lorenzin

di Ulisse Spinnato Vega, giornalista

Con 60mila euro gentilmente regalati tra il 2014 e il 2015, le cliniche private affiliate all’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) di Lazio, Toscana e Lombardia rappresentano il primo donatore del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Sì, avete capito bene: i centri medici privati e il partito che occupa il dicastero responsabile del sistema sanitario.

Il MoVimento 5 Stelle lo ha scoperto analizzando le tabelle sulle erogazioni liberali superiori a 5mila euro da parte di persone fisiche e giuridiche alle formazioni politiche. Dati in teoria pubblici, ma che, almeno nel caso di Ncd, non appaiono in dettaglio nel rendiconto 2014, mentre nella relazione del tesoriere sul 2015 vengono sì riportati in elenco, ma con gli opportuni omissis, giustificati da esigenze di privacy del donatore. E vengono esposti in modo parziale pure nella relazione del tesoriere al bilancio 2016, con Aiop che non compare affatto (malgrado i contributi dell’associazione siano stati registrati a Montecitorio proprio l’anno scorso). Insomma, si tratta di informazioni formalmente disponibili, eppure spesso difficilissime da reperire in concreto.

Inoltre Aiop, raggiunta al telefono sotto mentite spoglie (un cronista freelance) per non destare sospetti, a domanda esplicita ha negato di aver mai rigirato fondi ad alcun partito. Dunque, gli ospedali privati hanno finanziato la formazione politica del ministro della Salute con ben 60mila euro sugli 810mila incassati complessivamente da Ncd nel biennio 2014-2015 (e protocollati in Parlamento nel 2016). Una cifra importante, se si considera che gran parte degli altri fondi arriva dagli stessi esponenti del partito di Alfano. Ne deriva che le cliniche private fanno molto affidamento su un partito che naturalmente non amministra in solitudine nessuna regione (è nelle coalizioni di governatori importanti come Maroni o Toti), quindi non ha le mani in modo diretto su pezzi del Servizio sanitario nazionale. Tuttavia ha posti importanti di governo, a partire proprio dal ministero della Salute.

Peraltro, i legami tra Ncd e Aiop sono vari e ramificati, dato che, per dirne una, la presidente dell’associazione in Sicilia e vicepresidente nazionale, Barbara Cittadini, “regina” delle cliniche private nell’Isola, è sposata con il deputato alfaniano Dore Misuraca. Aiop, che aderisce a Confindustria, è la più importante sigla di settore. Rappresenta circa 500 case di cura sparse in tutta Italia, con oltre 53mila posti letto di cui 45mila immancabilmente accreditati presso il Ssn. I 60mila euro erogati in due anni a Ncd non sono esattamente “argent de poche”, visto che i consuntivi associativi 2015 e 2016 della sede nazionale riportano avanzi cumulati inferiori a 27mila euro. Però sono soldi ben spesi, data la tendenza degli ultimi governi (Lorenzin è al dicastero della Salute già dai tempi di Enrico Letta) a depauperare la sanità pubblica in favore di quella convenzionata e privata tout court.

Si potrebbe parlare a lungo, ad esempio, delle prestazioni considerate “inappropriate” dal ministero e dunque a rischio tagli per far cassa. Ma restando all’attualità, l’inquilina centrista di Lungotevere Ripa, spalleggiata fortemente dal Bomba, ha lanciato la crociata sulla vaccinazione a tappeto con un decreto che adesso prevede dieci trattamenti obbligatori dal prossimo settembre. Gli stanziamenti sono previsti dal nuovo Piano di prevenzione vaccinale 2017-19 e ammontano a 413 milioni per il triennio. Nel dettaglio: 100 milioni quest’anno, 127 milioni nel 2018 e 186 milioni a partire dal 2019. Secondo le stime delle Regioni, il piano dovrebbe raggiungere circa 800mila under 16 non vaccinati per 6-7 milioni di certificati e un primo impatto di spesa pari a 150 milioni per l’acquisto dei vaccini necessari.

Le strutture pubbliche ce la faranno da sole a rispondere all’enorme domanda che verosimilmente scaturirà dalle nuove norme? Oppure, oltre al ruolo delle farmacie, la sanità privata accreditata sarà chiamata a supporto dalle Asl, magari con convenzioni ad hoc? Secondo Vittorio Demicheli, epidemiologo di fama ed ex direttore della sanità piemontese, “sui destinatari in età da obbligo scolastico l’impatto maggiore del provvedimento riguarda la parte organizzativa degli ambulatori, con la gestione dell’anagrafe vaccinale, delle informazioni sugli inadempienti e delle chiamate per gli appuntamenti. Un’incombenza che ricade sul pubblico, sulle Asl”. “Mentre in merito alla immunizzazione degli adulti – spiega Demicheli – il piano introduce due vaccini negli over 65, pneumococco ed herpes zoster, che andranno a ricadere soprattutto sulla medicina convenzionata. E oltre ai costi di acquisto, ci saranno, a parità di accordi, circa 6 euro per ogni vaccino. Il conto è facile se si considera che avremo grossomodo un milione di vaccinazioni aggiuntive sugli adulti, facendo una previsione un po’ a spanne”, dice il manager della sanità piemontese.

E’ chiaro che siamo di fronte a mere stime predittive. E in linea generale, ovviamente, non tutta la sanità convenzionata fa capo ad Aiop. Tuttavia, quest’ultima rimane l’associazione più rappresentativa del comparto. L’interesse delle cliniche private per il dossier immunizzazioni è comunque evidente e l’offerta è già sul mercato. Bisogna allora cavalcare il clima di presunta emergenza sanitaria creatosi attorno al tema. Una delle tante strutture associate Aiop, la romana Villa Mafalda, parla sul suo blog di “rischio alto per il morbillo e la rosolia” e aggiunge: “Nel nostro Paese i bambini vengono vaccinati sempre meno: riguardo a molte patologie siamo sotto la soglia di sicurezza, quella che assicura la protezione anche di coloro che non possono vaccinarsi per motivi sanitari. Di conseguenza salterebbe l’immunità della popolazione riguardo le stesse malattie”. Mentre la stessa Aiop Lazio, presente tra i finanziatori di Ncd, aveva preso posizione contro la trasmissione Rai Report per la sua recente inchiesta sulle immunizzazioni.

Naturalmente, non c’è nulla di illegale. Si tratta di erogazioni regolarmente registrate, benché stranamente negate dal donatore e ignote al grande pubblico. Né si evince la prova di un “do ut des” diretto. Tuttavia, è chiaro che imprese private non fanno nulla per nulla. I cittadini, comunque, possono mettere in fila i fatti per farsi un’idea su cosa muova davvero i partiti che scrivono le leggi in questo Paese.

 

fonte: http://www.beppegrillo.it/m/2017/07/i_finanziamenti_nascosti_degli_ospedali_privati_al_partito_del_ministro_della_salute_lorenzin.html

…Se ne sono accorti pure in Svezia:“Vaccini obbligatori? Il governo italiano viola le leggi internazionali. Questo accade quando i governi lavorano fianco a fianco con le lobby dei farmaci, come la Glaxo”…!!!

Vaccini obbligatori

 

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…Se ne sono accorti pure in Svezia:“Vaccini obbligatori? Il governo italiano viola le leggi internazionali. Questo accade quando i governi lavorano fianco a fianco con le lobby dei farmaci, come la Glaxo”…!!!

 

Da I Nuovi Vestri

Diktat vaccini: cresce la protesta in Sicilia. E dalla Svezia una pesante denuncia contro l’Italia

“Abbiamo accettato le violenze sull’ambiente, i veleni nel cibo, ma non consentiremo ai politici del nostro Paese di mettere a rischio la salute dei nostri figli per il loro tornaconto”. Nella nostra regione si annuncia battaglia contro il decreto vaccini. E, intanto,  la National Health Fundation Svezia minaccia azioni legali contro l’Italia…

Cresce anche in Sicilia la mobilitazione contro il decreto che introduce l’obbligatorietà di 10 vaccini e che ha già ottenuto il sì del Senato. Tante le famiglie pronte a dare battaglia non contro i vaccini in sé, ma contro questo specifico provvedimento sia per il numero di vaccini che prevede, sia per la tipologia degli stessi: “Abbiamo accettato mugugnando le violenze sull’ambiente, i veleni nel cibo, ma non consentiremo ai politici del nostro Paese di mettere a rischio la salute dei nostri figli per il loro tornaconto. C’è un grande risveglio di coscienze su questa tema”, dice una mamma palermitana. Che aggiunge: “I genitori devono essere liberi di scegliere, insieme col pediatra, caso per caso”. 

Famiglie che si stanno organizzando in veri e propri movimenti che stanno sorgendo come funghi: c’è il Movimento consapevole Palermo, Genitori No obbligo Sicilia, Libertà di scelta Messina, Movimento Palermo Libera Scelta Vaccinale, Movimento per la libera scelta vaccinale Sicilia, Vaccini: Genitori per la libertà di scelta Sicilia, Vaccipiano Sicilia. E sono solo alcuni.

Si definiscono movimenti free-vax a differenza di chi con la definizione ‘no-vax’ vorrebbe farli passare come ciechi oppositori della vaccinazione in sé.

Peggio della riforma della scuola o del referendum costituzionale, questo diktat rischia di costare carissimo al Governo nazionale e ai partiti che lo appoggiano. Nessun genitore, infatti, è disposto a dare in pasto ai politici il proprio figlio. Si sta scherzando col fuoco.

I dubbi sono tantissimi e sono stati espressi anche in Aula al Senato, dove, comunque, alla fine, con 171 sì (63 no e 19 astenuti) è arrivato il via libera. 

Dubbi pesantissimi.

Bartolomeo Pepe del gruppo GAL ha parlato di “metodo nazista del Governo“.

Vincenzo D’Anna, del gruppo ALA, ha puntato il dito contro le “fetenzie contenute nei vaccini” e si è chiesto perché c’è  questa fretta di approvare il provvedimento, parlando anche di allarmismo ingiustificato da parte del Ministero della Salute.

Stesse considerazioni dalla Lega Nord e dal M5S:

“Non sussiste nessuna emergenza nazionale come ha ricordato lo stesso Gentiloni, nessuna epidemia. Eppure il Governo agisce come un elefante in una cristalleria” ha detto il senatore pentastellato, Sergio Endrizzi. Potete ascoltarli qui. 

In alcuni casi solo parole, perché alla fine, le ragioni della loro politica, evidentemente, prevalgono sulla sicurezza dei bambini: oltre alla maggioranza, tra gli altri hanno votato a favore anche Forza Italia, Scelta civica-Ala e Mdp, seppur riconoscendo la “piena libertà” ai propri senatori di “votare in dissenso contro il decreto”. ll provvedimento passa ora all’esame della Camera, che dovrà approvarlo in tempi rapidi e senza modifiche, per evitare un nuovo passaggio al Senato che ne metterebbe a rischio la conversione in legge, visto che il decreto scade il 6 agosto.

Una gran fretta e in piena estate su un affare che è di quelli grossi: si stima che le case farmaceutiche, con 12 vaccini obbligatori, riceverebbero 1 miliardo di euro l’anno. 10 o 12, la differenza è poca.

Contro il decreto si è schierato anche il Codacons che non è contro i vaccini:

“La nostra battaglia è per poterli avere disponibili singoli in commercio e per avere dei vaccini sicuri”. Il Codacons ha dovuto denunciare l’ente agenzia italiana del farmaco  e ha dovuto aspettare 2 anni per avere i dati richiesti. Che sono questi:

“In sostanza AIFA evidenzia, negli anni 2014, 2015, 2016:

– un totale di 21.658 reazioni avverse (8182, 7892, 5584)
– di cui 3.351 solo da esavalente (infanrix hexa) (1857, 992, 702)
– di cui 454 gravi (danni neurologici)
– di cui 5 decessi (neonati prematuri vaccinati a 2 mesi e mezzo/3 con infanrix e prevnar, due dei quali anche rotavirus) due in Piemonte, 1 in Lombardia, 1 in Sicilia, 1 Basilicata. Dal 2005 al 2015 + 40% aumento di bambini con deficit del neurosviluppo in Italia”.

“L’alluminio contenuto nei vaccini è neurotossico e facendo più vaccini insieme ravvicinati si supera la soglia facilmente (i 5 morti hanno subito vaccini in simultanea). I dati sono comunque sottostimati (si rifanno solo alle segnalazioni) e c’è da pensare che l’AIFA stia occultando documentazioni in merito alla farmacovigilanza (dichiarazioni on. Zaccagnini)”.

“La ministra Lorenzin è stata denunciata alla Procura della Repubblica in quanto, PUR ESSENDO A CONOSCENZA DI QUESTI DATI dal 10 maggio, non li ha resi noti al Parlamento, ed ha comunque emesso il decreto il 19 maggio IGNORANDO I DATI di portata di gran lunga superiore al famoso “1 su un milione”.

E contro la Ministra, contro tutto il Governo e il Parlamento italiano, si scaglia anche la NHF, National Health Fundation Svezia, una organizzazione che si occupa di diritti, specialmente riguardo alla salute:

“Il governo italiano violerà leggi internazionali se questo decretò passerà”. 

“Siamo organizzazioni di cittadini di molti Paesi: ci siamo uniti per contrastare per via legale ogni governo dell’Unione europea che tenti di far passare leggi del genere, leggi totalmente anticostituzionali. In Svezia abbiamo lottato duramente contro decreti che cercavano di imporre vaccinazioni obbligatorie. In Svezia non abbiamo vaccini obbligatori. Questa ‘agenda vaccinale’ è la semplice causa del fatto che i governi lavorano fianco a fianco con le multinazionali farmaceutiche come la GSK, GlaxoSmithKline”.

Potete ascoltare in questo VIDEO la denuncia che arriva dalla Svezia. E’ in inglese con i sottotitoli in italiano. Continueremo a tenervi informati con altri ‘dettagli’ che sui ‘giornaloni’ non trovano spazio adeguato…

 

FONTE: http://www.inuovivespri.it/2017/07/21/diktat-vaccini-cresce-la-protesta-in-sicilia-e-dalla-svezia-una-pesante-denuncia-contro-litalia/

 

L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

Repubblica

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L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane…

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

(di Claudio Romiti – opinione.it)

Il governo Pd-Gentiloni-Renzi depenalizza lo Stalking, i colpevoli saranno colpiti con una multa… E quei bastardi già tremano…

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Il governo Pd-Gentiloni-Renzi depenalizza lo Stalking, i colpevoli saranno colpiti con una multa… E quei bastardi già tremano…

Roma – Infuria la polemica sulla nuova legge sulla riforma penale che prevede che chi è colpevole di stalking, se paga una somma adeguata, può vedersi estinto il reato. Una batosta per le donne vittime di minacce e molestie. «Lo Stato non può tradire le donne due volte, prima esortandole a denunciare e poi archiviando le denunce, o peggio, a depenalizzare il reato di stalking». La denuncia arriva da Loredana Tadde i, Responsabile nazionale delle Politiche di Genere di Cgil, Liliana Ocmin, Responsabile del coordinamento nazionale donne Cisl e da Alessandra Menelao, Responsabile nazionale dei centri di ascolto della Uil.

Le tre sindacaliste segnalano di avere scoperto che «nella legge di riforma del codice penale, approvata il 14 giugno 2017, si prevede l’introduzione di un nuovo articolo: il 162 ter, che prevede l’estinzione dei reati a seguito di condotte riparatorie. Uno di questi reati è lo stalking. Senza il consenso della vittima l’imputato potrà estinguere il reato pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate». «Si presume – aggiungono – che la legge sia estesa a tutti i reati contro la persona che prevedono una pena di 4 anni di condanna. Un’assurdità di una gravità assoluta, peraltro, in totale contrasto anche con la Convenzione di Istanbul».

«Quante donne uccise o perseguitate dobbiamo contare dopo che questa nuova norma verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale? Indipendentemente dalla volontà della vittima basterà al reo presentare un’offerta risarcitoria che sia congrua per il giudice, e magia delle magie, il reato verrà estinto. Il reato di stalking – concludono – non può essere depenalizzato in un paese come l’Italia dove ogni due giorni viene uccisa una donna e che ha registrato nel 2016 120 femminicidi. E dove evidentemente non c’è la volontà politica di combattere questa mattanza».

Sulla necessità di un intervento correttivo interviene anche Eugenio Albamonte, segretario dell’Associazione nazionale magistrati: «Al di là della gravità della possibile estinzione del reato introdotta dall’articolo 162 ter per lo stalking, c’è una forte sperequazione tra i termini di custodia cautelare e quelli della pena. Perché con la nuova norma lo stalker può essere arrestato, ma poi attraverso una sanzione pecuniaria può ottenere l’estinzione del reato».

«Si tratta di un grave errore contenuto nella legge di riforma del codice penale da poco approvata in Parlamento cui occorre porre prontamente rimedio. Un arretramento ingiustificato e ingiustificabile, che permette una indebita interferenza del giudice sulla percezione della persona offesa, lesa nella sua dignità» aggiunge Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista al Senato. «Se non immediatamente corretta questa norma non farà che amplificare il senso di solitudine e sfiducia nella possibilità di trovare aiuto nelle istituzioni da parte delle donne vittima di stalking e violenza», conclude Guerra.

fonte: http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017/06/28/ASPWkQ7H-stalking_polemica_depenalizzazione.shtml

Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

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Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

Con la forzatura dell’accordo denominato “Ceta”, il governo e il Pd vogliono dare il colpo mortale alla nostra agricoltura. Con l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, infatti, 40 mila posti di lavoro nel comparto rischiano di scomparire.

“il governo di Renzi e Gentiloni sta svendendo gli ultimi lembi di sovranità alle multinazionali della finanza massonica mondiale. Per questo il Parlamento si deve opporre in tutti i modi. Il presidente Grasso rinvii e metta nel cassetto la ratifica di questo colpo di grazia per gli agricoltori, a partire dalla Sicilia di cui lo stesso Grasso si candida ad essere governatore.
Non credo voglia passare alla storia come colui che ha affossato definitivamente l’agricoltura nell’Isola”.

Così il deputato Alessandro Pagano della Lega. ”Entrando nel merito, tutti sanno ad esempio come la concorrenza spietata del grano canadese, di cui l’Italia è il principale Paese di riferimento per l’export, rappresenterà il “de profundis” per la categoria in Italia. Senza considerare la beffa della qualità che è pessima, un rischio per la stessa salute dei consumatori visto che viene preparato con sostanze vietate in Europa, salvo essere poi spesso tagliato con il grano italiano, che ha zero tossine, per aggirare i vincoli europei. In tutto ciò, che fine ha fatto la legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta? Renzi si riempie la bocca sul Sud, ma nei fatti la sta svendendo ai suoi amici delle multinazionali straniere”.

“No al grano importato dal Canada”: Manifestanti e trattori invadono il porto, Giugno 2017.

Al porto di Bari scoppia nuovamente la guerra del grano. Centinaia di agricoltori si sono dati appuntamento questa mattina all’uscita del ‘Varco della Vittoria’ – sul lungomare Starita -, vicino al molo dove ha attraccato la nave – proveniente da Vancouver, in Canada – contenente 50mila tonnellate di grano importato ad un prezzo più basso. L’uso della materia prima estera, come spiegano dal Coldiretti Puglia, ha messo in ginocchio i coltivatori locali, riuscendo a far crollare del 48 percento i prezzi del grano pugliese, colpito da una speculazione da 145 milioni di euro. “A tanto ammontano le perdite subite dagli agricoltori del ‘granaio d’Italia’ – spiega il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele – per il crollo dei prezzi, senza alcun beneficio per i consumatori. Si dovranno incolonnare ben 1600 autoarticolati per svuotare completamente la nave da Vancouver ha impiegato oltre 40 giorni per raggiungere il porto di Bari”.

Da qui la scelta degli agricoltori di far sentire la loro voce con slogan come “Ci vogliono dieci chili di grano per una coca cola”, “No grano, no pane”, “Stop alle speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, sfilando con i trattori sul lungomare bloccato per le restrizioni del Medimex, seguendo i primi camion che hanno raggiunto due stabilimenti a Melfi e a Corato.

Ora dalla Coldiretti si chiede a gran voce di accelerare l’iter di entrata in vigore della legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta, visto che “un pacco di pasta su cinque – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada, dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato”.

“Le importazioni di grano dal Canada – prosegue Cantele – rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. Un accordo che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale”.

Anche su questo fronte la Coldiretti è pronta a dare battaglia: l’approvazione potrebbe portare all’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. A rischio potrebbe esserci anche la salute: “In Canada sono usate 99 sostanze attive – conclude Cantele – vietate nell’Ue e gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’UE da circa 20 anni”.“

Nota: Questi sono i risultati degli accordi internazionali che il Governo italiano si precipita a firmare sempre nell’interesse delle grandi multinazionali e mai nell’interesse della salute dei cittadini e dei produttori nazionali. La stessa cosa era accaduta per l’olio d’oliva e per gli agrumi con impostazione libera dal Marocco  decisa dalla UE e conseguente abbattimento di prezzo e rovina di centinaia di aziende agricole dalla Puglia alla Sicilia ed alla Calabria. Una politica di desertificazione e distruzione di quel  poco di economia rimasta nelle regioni del sud Italia.

tratto da: http://www.stopeuro.org/come-il-governo-gentilrenzi-sta-uccidendo-lagricoltura-al-sud/

La ratifica del Ceta affonda il Popolo italiano, ma a “loro” del Popolo italiano non glie ne frega un cazzo e, per tenersi buoni i loro “finanziatori”, lo approvano lo stesso

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La ratifica del Ceta affonda il Popolo italiano, ma a “loro” del Popolo italiano non glie ne frega un cazzo e, per tenersi buoni i loro “finanziatori”, lo approvano lo stesso

CETA, il governo italiano approva la ratifica

CETA, il governo italiano approva la ratifica e il recepimento dell’accordo transatlantico di libero scambio. Con effetti nefasti.

Manovre silenziose

Tra le righe del copioso comunicato stampa governativo del 24 maggio 2017 (1) si annida la notizia che ‘il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Angelino Alfano, ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione (…) dell’Accordo economico e commerciale globale tra il Canada, da una parte, e l’Unione europea e i suoi Stati membri, dall’altra, con allegati, definito a Bruxelles il 30 ottobre 2016, e il relativo strumento interpretativo comune.

Sotto il silenzio assordante dei quotidiani di regime – che distraevano i lettori coi dibattiti sui vaccini obbligatori e la riforma elettorale – il governo italiano ha dato il via libera al CETA. Un trattato onnicomprensivo che, come abbiamo già denunciato , tradisce ogni tutela finora riconosciuta alle produzioni alimentari Made in Italy.

CETA, valanga sul Made in Italy

A partire dalla Convenzione di Stresa del 1951, su ‘l’uso delle designazioni d’origine e delle denominazioni dei formaggi‘ (2) – passando per l’Organizzazione Comune dei Mercati e i regimi di tutela delle Indicazioni Geografiche (3) – i Paesi del vecchio continente si sono cimentati nella salvaguardia delle produzioni agroalimentari caratteristiche. Mediante definizione di appositi disciplinari produttivi, vincolati a territori e tradizioni, e riconoscimento di diritti esclusivi di utilizzo delle rispettive Indicazioni Geografiche.

In nome del ‘partenariato’ transatlantico, coloro che asseriscono di rappresentare gli interessi dell’Europa hanno rinunciato a proteggere i suoi prodotti tradizionali. Al punto di accontentarsi di un riconoscimento parziale e velleitario di 41 DOP e IGP su 291, per quanto attiene all’Italia. Ma non è tutto.

Rischi per sicurezza alimentare e benessere animale

La sicurezza alimentare e il benessere animale, oltreché la salute dei cittadini, la tutela dei lavoratori e dell’ambiente, hanno raggiunto in Europa i più elevati standard di garanzia. Grazie a enormi sforzi e investimenti per parte pubblica e privata, i quali oggi vengono a loro volta sacrificati sull’altare del neoliberismo.

Si prenda l’esempio delle carni. La zootecnia italiana 4.0 , con la Carta di Padova , propone all’Europa di allineare i registri digitali al proprio livello. Per garantire la disponibilità in tempo reale di anagrafica e cartella clinica elettronica, condizioni di salute e trattamenti, benessere dei singoli capi. Promuovendo l’uso corretto dei medicinali, nel già ristretto ambito dei principi attivi autorizzati, e la farmaco-vigilanza.

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L’esempio delle carni, cloro ormoni e clonazione

Al di là dell’Atlantico la situazione è, per così dire, ‘un po’ diversa’:

– le carenze igieniche negli allevamenti di pollame trovano estremo rimedio nel lavaggio delle carcasse con soluzioni a base di cloro

– gli ormoni di sintesi sono sistematicamente applicati ai c.d. animali da reddito, i quali vengono altresì ‘dopati’ con farmaci il cui impiego in Europa è vietato da decenni, (4)

– la clonazione è priva di regole su registrazione ed etichettatura, così che le carni derivate dalla progenie di animali clonati possono venire liberamente immesse sul mercato senza che nessuno ne possa venire a conoscenza.

Il dumping sanitario – oltreché ambientale e sui diritti dei lavoratori – colpirà dunque non solo le nostre filiere, ma anche la salute dei consumatori che il legislatore europeo si era fino ad ora premurata di assicurare.

In attesa di vedere cosa faranno coloro che occupano le poltrone di Montecitorio e Palazzo Madama, cui il disegno di legge per l’approvazione del CETA è stato inoltrato, prepariamoci a resistere.

Dario Dongo

Note

(1) Cfr. http://www.governo.it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-31/7447

(2) V. https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19510137/200503290000/0.817.142.1.pdf

(3) L’Italia è il primo Stato europeo per riconoscimenti di prodotti agroalimentari tradizionali (con 291 tra DOPIGP, STG) e vini tipici (con 523 DOCG, DOC, IGT)

(4) Sostanze anabolizzanti come i farmaci cortisonici e i ‘β-agonisti’, es. ractopamina. Il consumo di carni da animali trattati con ormoni steroidei anabolizzanti è associato ad alterazioni del sistema riproduttivo degli individui che le consumano e della loro progenie. Come documentato in diversi studi scientifici. V. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4180710/#!po=79.2683https://www.urmc.rochester.edu/news/story/1416/maternal-beef-diet-could-impact-sperm-counts-ur-study-suggests.aspx

Voucher, ok all’emendamento del Governo con i voti di Forza Italia e Lega. Ricordiamo che solo qualche mese fa li avevano aboliti per evitare che li cancellassimo noi col Referendum! In altre parole: CI STANNO PRENDENDO PER IL CULO – Ricordatevi anche di questo quando andrete a votare!

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Voucher, ok all’emendamento del Governo con i voti di Forza Italia e Lega. Ricordiamo che solo qualche mese fa li avevano aboliti per evitare che li cancellassimo noi col Referendum! In altre parole: CI STANNO PRENDENDO PER IL CULO – Ricordatevi anche di questo quando andrete a votare!

Da Il Fatto Quotidiano

Voucher, ok all’emendamento del governo. Orlandiani non votano. Mdp contro: “Rapporto con governo a rischio”

Il testo passa con i voti di Forza Italia e Lega. Fuori dall’aula la corrente del Guardasigilli. E gli scissionisti minacciano di togliere la fiducia all’esecutivo

Forza Italia che vota con il Pd. Il Pd che perde altri pezzi. Cuperlo che cita Euripide. Mdp che minaccia di non votare la fiducia al governo. Mentre Gentiloni è impegnato a rappezzare un G7 con molti disaccordi e pochissime intese, il via libera della commissione Bilancio della Camera alle nuove norme sul lavoro accessorio, lacera ulteriormente il Partito democratico e allarga la crepa con gli scissionisti di Mdp, scandendo rumorosamente il conto alla rovescia del suo governo. In commissione il testo del Pd Mauro Guerra che istituisce i nuovi buoni lavoro ottiene 19 sì e 6 no. Ma pesa il voto contrario di Mdp e il non voto degli orlandiani. L’ala vicina al ministro della Giustizia, rappresentata in commissione Bilancio da Susanna Cenni, Carlo Dell’Aringa e Antonio Misiani, ha preferito abbandonare i lavori, non partecipando al voto. Contrario fin dall’inizio Mdp, che si è schierato contro l’emendamento insieme a M5S e Sinistra italiana. A favore invece si sono espressi Ap, Scelta Civica, Lega e Forza Italia.

L’emendamento approvato, una riformulazione di quello presentato da Titti Di Salvo (Pd), prevede l’introduzione di un libretto famiglia per i lavori domestici, contratto di prestazione occasionale per le piccole imprese. Ciascun lavoratore non potrà ricevere compensi superiori a 5mila euro e non più di 2.500 euro dal medesimo datore di lavoro. A sua volta, l’utilizzatore non potrà superare i 5mila euro di compensi. Per quanto riguarda il nuovo contratto di prestazione occasionale, potrà essere utilizzato da micro imprese fino a 5 dipendenti, escluse quelle del settore agricolo, fatto salvo per pensionati, disoccupati e studenti. Escluse anche le imprese edilizie e quelle coinvolte in appalti di opere o servizi. Se si supera il limite dei cinquemila euro o di durata della prestazione pari a 280 ore nell’anno civile, scatta l’assunzione a tempo pieno e indeterminato.

Fin qui la sostanza del testo. Ma è il sottotesto politico ad agitare la già concitata vita della maggioranza di governo. Questo emendamento “incrina in maniera fortissima e forse definitiva il nostro rapporto con maggioranza e forse con il governo”, dice il deputato Mdp Arturo Scotto. In aula prima di uscire inoltre Scotto ha detto che la discussione è stata “influenzata fortemente dai capricci di chi ha messo una gigantesca mina sull’esito della legislatura e delinea scenari politici di larghe intese”. Non è da meno il capogruppo Francesco Laforgia: “Il Pd – commenta – ha scelto di consumare l’ennesimo strappo. In barba a milioni di Italiani che volevano esprimersi in un referendum, ha prima fatto saltare quel passaggio democratico e poi ha reintrodotto, con una forzatura inaccettabile, i voucher anche per le imprese. Non voteremo la fiducia e il Pd dovrà spiegare a milioni di italiani le ragioni di una scelta irresponsabile sul merito e sul piano del funzionamento democratico delle istituzioni. Dovrà anche spiegare perché ha deciso di sabotare questa legislatura”.

Nel rimpallo delle responsabilità si butta anche il Partito democratico. “Maggioranza a rischio? No, prendiamo atto che c’è una situazione di questo tipo, valuteremo quello che succederà nei passaggi successivi e speriamo che al Senato Mdp manterrà fede agli impegni presi con i suoi elettori dicendo che avrebbe sostenuto con lealtà il governo, dopodiché ognuno si assumerà la sua responsabilità”. Così il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. Alla domanda se si aprirà alle larghe intese in caso Mdp non cambi la sua posizione a Palazzo Madama, Rosato ha risposto: “Assolutamente no, c’è la Costituzione che prevede cosa succede nel caso non ci siano i numeri”.

E meno male che a elevare i toni rissosi tra gli ex compagni di partito ci sia Gianni Cuperlo. A metà tra Nanni Moretti ed Euripide, l’ex candidato alla segreteria dem commenta: “Così ci si fa del male. Non è ragionevole evitare un referendum chiesto da oltre un milione di cittadini e introdurre due mesi dopo una norma sulla stessa materia senza discuterne per tempo con chi quel referendum aveva promosso. Non sono annebbiato dalla faziosità”. “E’ evidente che affrontare il tema in un modo che divide, con un emendamento alla manovrina e senza aver condiviso nulla di tutto ciò coi lavoratori e chi li rappresenta è uno sgarbo al buon senso. Per questo – spiega – sono contrario. Presentare quell’emendamento nella parte sulle imprese è stato un errore come un errore serio ha compiuto il governo nell’ispirarlo e nel sostenerlo. Quos vult Iupiter perdere, dementat prius“, conclude Cuperlo citando in latino un motto attribuito a Euripide, che letteralmente significa “a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione”.

 

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/27/voucher-ok-in-commissione-allemendamento-del-governo-orlandiani-non-votano-mdp-contro-rapporto-con-governo-a-rischio/3618571/