L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

Repubblica

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L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane…

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

(di Claudio Romiti – opinione.it)