Caro sig. Sgarbi, credo di poter parlare anche a nome di tanti, tantissimi Italiani. Essere gay è naturale… È l’essere omofobo e anche molto stronzo che mi fa schifo.

Sgarbi

 

 

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Caro sig. Sgarbi, credo di poter parlare anche a nome di tanti, tantissimi Italiani. Essere gay è naturale… È l’essere omofobo e anche molto stronzo che mi fa schifo.

 

Di Maio è gay? Non credo che sia una cosa rilevante ai fini politici.

Non ritengo l’orientamento sessuale assolutamente rilevante ai fini di giudicare una persona in alcun campo, tantomeno la politica.

Figuratevi che sono quello che ha saputo che Lucio Dalla era gay solo dopo la sua morte, ma solo perchè ne hanno straparlato i media.

Invece mi fanno schifo gli omofobi. Specialmente quando sono degli stronzi.

E mi fanno schifo le testate giornalistiche che hanno riportato le affermazioni di Sgarbi come “nostizia choc”

Perchè choc?

Credevo che delle merde che mandavano al confino gli omosessuali ce ne fossimo liberati una settantina d’anni fa…

No signor nessuno.

Non hai denigrato nessuno.

Hai solo dato (e non ne avevamo oltremodo bisogno) ulteriore lustro alla tua pochezza.

 

By Eles

 

Lettura consigliata:

Fantastico Andrea Scanzi: “Due parole su quel che resta di Sgarbi”

Fantastico Andrea Scanzi: “Due parole su quel che resta di Sgarbi”

Sgarbi

 

 

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Fantastico Andrea Scanzi: “Due parole su quel che resta di Sgarbi”

Due parole su quel che resta di Sgarbi

Devo confidarvi un segreto: c’è Vittorio Sgarbi, o quel che ne resta, che da tre giorni mi manda sms di insulti. Mercoledì notte: “Inutile, inetto”. Ieri: “Coglione e disonesto”. E via così. Senza ovviamente che io me lo sia mai filato di pezza. Già solo questo ci dà contezza di come Basaglia, purtroppo, abbia fallito. Evidentemente il poveruomo non ha ancora metabolizzato la figuraccia raccattata martedì a Cartabianca. Infatti è sempre lì a scrivere (male) di me su Il Giornale, scavando ogni giorno di più.

Non riesce proprio a metabolizzare lo smacco. Anche se non sembra, Sgarbi o quel che ne resta è però un uomo tenero. Per questo voglio dedicargli pensieri saturi di affetto e stima.

1. Sgarbi scrive: “Ricordo (a Scanzi, NdA) che, in quarant’anni, ne ho visti tanti come lui, sparire. Mentre io ci sono ancora. E me lo mangio”. Ohi ohi: è già nella fase terminale in cui si fa i complimenti da solo e si convince allo specchio di avercelo lungo. Sgarbi non si rende conto che, in questi quarant’anni, è lui ad essere scomparso da un pezzo. E’ postumo in vita da anni, ma purtroppo non pare rendersene conto. Voglio però rassicurarlo: non ho mai fatto la corsa su di lui, semplicemente perché non amo vincere facile. E più ancora perché non sono necrofilo.

2. Sgarbi straparla di fascismo e grillismo, dicendo che ogni fascismo ha i giornalisti che si merita e quello del grillismo sarei io.Ciao core. Dirmi che sono “grillino” è come dire a Sgarbi che è bello: una sciocchezza in sé, ontologicamente. E’ poi vero che ogni epoca ha pure i suoi cortigiani. O le sue meretrici di basso rango, nonché malamente avvizzite.

3. Prima di dire che il grillismo fosse fascismo, il flatulente seriale di Ferrara andava a pranzo con Grillo e diceva che in fondo i grillini non erano male. Poi, visto che tra i 5 Stelle non se l’è filato nessuno, ha provato la carta Renzi sfruttando la sponda Farinetti. Niente. Quindi è tornato a fare il giullare moscio del Berlusca, dopo una parentesi tragicomica con Tremonti e uno straparlare afono di Rinascimento. Una prece.

4. Essendo sconnesso da un bel pezzo, Sgarbi mi accusa di avere molti meno spettatori e lettori di lui. Ricordate: quando un vecchietto accusa uno più giovane di non avere pubblico, sta solo provando a ricordare a se stesso di essere ancora vivo. Oltretutto Sgarbi, che ormai non ne indovina una neanche per sbaglio, ha pure scelto il momento peggiore per dirmelo: il mio libro Renzusconi ha raggiunto le sei edizioni ed è in classifica da più di tre mesi, sideralmente davanti al libretto di Sgarbi uscito nell’anonimato. E il mio spettacolo omonimo ha fatto più spettatori e sold out in un mese che i suoi (discreti) show logorroici in un anno.

Caro Vittorio, non sei neanche il passato. Non sei. E basta.

5. Sgarbi non capisce nulla di politica e non ha mai indovinato non solo un’esperienza di governo (Salemi forever), ma nemmeno un’analisi. Cinque anni fa, dopo una puntata a L’Aria che tira, invitò a casa sua sia me che Cuperlo. Ci promise di farci pranzare e se ne dimenticò (o forse costava troppo). In compenso parlò due ore di fila. Ci disse che Cuperlo era il futuro del Pd. Cuperlo si toccò le palle e capì all’istante che era già finito tutto. Dopo il Referendum costituzionale disse che Renzi aveva vinto, perché “quel 40% è tutto suo”. E infatti si è visto. Anche come politologo, per parafrasarlo in amicizia, è una capra stitica.

6. Sgarbi non ha un pubblico “suo”. Ogni volta che ha provato a fare qualcosa da solo in tivù, tipo prime serate sulla Rai, ha avuto meno pubblico di Socci con Excalibur. Funziona, sempre meno, come sciroccato bollito che urla a caso. Va bene come opinionista alla Pupa e il Secchione. O come zimbello virale quando si fa riprendere sulla tazza del cesso, nel tentativo disperato di espellere se stesso. Senza peraltro riuscirci (la stipsi è una brutta bestia).

7. Sgarbi non ha elettori, politicamente vale meno di un Alfano coi capelli e ad Acerra non lo ha votato neanche il gatto. Dopo la figuraccia epocale con Di Maio, nella quale è stato in grado di perdere con 43 (ahahahahaha) punti di distacco, avrebbe dovuto ritirarsi in un eremo. Invece blatera ancora perché si è salvato col paracadute come un Carbone qualsiasi. Politicamente ha il peso di Ferrara e Adinolfi. Senza però averne (più) l’intelligenza.

8. Sgarbi capisce di storia dell’arte, ma non è l’unico a capirne. UnTomaso Montanari gli mangia in testa e lui è il primo a saperlo. Questa cosa che Sgarbi “ha un carattere pessimo però quando parla di quadri è bravo”, ha stancato: sarebbe come dire che quell’idraulico che ti ha bombardato e raso al suolo la casa, in fondo, il rubinetto te l’ha aggiustato benino. Quindi potresti anche richiamarlo. Sveglia ragazzi, dai.

9. Lo Sgarbi “politico” fa più assenze di Salvini al Parlamento Europeo e lo Sgarbi provocatore si dichiara poi coraggiosamente nullatenente quando si becca una querela. Basta farsi un giro in Rete, ma anche solo chiedere di lui, per trovarne tanti che ti raccontano come lui e la sua corte dei miracoli se ne siano andati senza pagare la cena o l’albergo. Forse millantano. E forse no.

10. Sgarbi è ormai una mesta caricatura di se stesso. Un Bufalo Bill esibito nel circo mediatico per il piacere del pubblico che sghignazza guardando il nonnetto che sbrocca o magari scorreggia a Le Iene. Gli unici a difenderlo ancora sono due o tre siti anti-grillini e il poro Cruciani. Lo stesso Cruciani che Sgarbi, a Radio Belva (programma durato come un pensiero forte di Gasparri), battezzò così: “Ti piscio in testa, tazza di merda”. Vamos.

11. Sgarbi è un po’ umorale. E’ capace di venire da me a Reputescion (garbatissimo) e subito dopo andare da Cruciani e urlargli di tutto: è successo davvero, era proprio lo stesso giorno. Idem con Peter Gomez. Prima fece la persona piacevole a la Confessione sul Nove. Poi, pochi giorni dopo, accusò Gomez di ogni nequizia a Piazzapulita. E’ sconnesso da se stesso, dal mondo, da tutto.

12. Prima di caderci come una pera cotta con me, Sgarbi fece una figura persino peggiore con Piero Ricca, che lo demolì perculandolo. Riguardatevi i filmati su YouTube: me-ra-vi-glio-si. Sgarbi, impavido come una prugna secca, minacciò di chiamare la polizia e diede a Ricca della “checca”. L’ha fatto anche con me: quando è in difficoltà ti dà del “finocchietto” e “rotto in culo”. Già il solo fatto di usare (a caso) il tema dell’omosessualità come “insulto” dà la misura del personaggetto, o quel che ne resta. Inutile poi che vi ricordi come quelli che si autoincensano per le proprie doti amatorie siano i primi che, quando se lo cercano, spesso non se lo trovano. E di questo, almeno di questo, non vorrei che Sgarbi s’intendesse sin troppo. (Metaforicamente, s’intende)

13. Durante la sua sclerata a Cartabianca, Sgarbi mi ha gridato anche questo: “Ti attacchi al tram!”. Non lo sentivo dai tempi dell’asilo. Nido.

14. La definizione di “puttana reale” mi ha fatto sorridere, perché in questi anni me l’hanno detto molte donne. Più che altro me lo dicono ancora molte ex. Ognuno ha i suoi punti deboli: io ho le donne, Sgarbi ha Sgarbi.

15. Il solo fatto che uno come Sgarbi sia deputato è umiliante per il nostro paese. E’ avvilente che uno che ha detto quelle cose lì su CaselliDi Pietro e troppi altri, compresi milioni di elettori, sieda dove sieda. Ed è altrettanto triste che uno così sia sempre in tivù, urlando fonemi beceri.

16. Conoscendo la sua dimestichezza con water e flatulenze, quel che resta di Sgarbi potrebbe ipotizzare un’uscita di scena alla sua altezza: sedersi sulla tazza del cesso, premere “push” e farsi inghiottire da esso. Sarebbe sublime.

Un abbraccio, caro Vittorio. Ti sia lieve il crepuscolo.

 

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/10/due-parole-su-quel-che-resta-di-sgarbi/4216911/

Caro italiano che hai votato Salvini – La fantastica lettera di una maestra di prima elementare con un’alunna di colore

 

Salvini

 

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Caro italiano che hai votato Salvini – La fantastica lettera di una maestra di prima elementare con un’alunna di colore

Il problema non è tanto Salvini ma il brodo culturale in cui si è affermato. E allora ricominciamo a cucinare un altro brodo, ad esempio nelle scuole

 

maestra in una prima elementare*

Lei è nera come la notte.

I suoi occhi sono profondi.

Il suo corpo è duro come il marmo. Sembra solido.

Ha sei anni.

Sua madre si alza alle quattro del mattino per lavorare.

Lei si veste da sola.

Mi porta ogni giorno un dono. Un campione di profumo già iniziato. Un ciondolo mezzo rotto.

Due foglie. Una caramella.

“Ti ho portato una cosa” mi dice appena mi vede “come se l’amore per lei non fosse scontato”.

La bacio sulle guance tonde. La sua pelle è di seta.

Io le parlo, lo faccio con i pensieri, lei non lo sa.

Questi cinque anni sono la nostra possibilità.

La mia, di essere una buona insegnante; la sua, di conoscere.

Lei deve imparare di più e in fretta.

È femmina e nera.

Sa già che la sua storia non è uguale agli altri.

La vita glielo ricorda ogni attimo.

Ma non sa ancora che la conoscenza sarà l’unica sua possibilità.

Contro l’ignoranza e la supponenza di chi si crede superiore.

È femmina e nera.

E io farò di tutto perché lei impari. Conosca.

Si difenda.

Gli altri non rimarranno indietro, andranno avanti.

Impareranno che il mondo è di tutti.

Che lo straniero è solo la paura che abbiamo di noi stessi e della nostra cattiveria.

Che la cultura salva.

Sono la sua insegnante, e se perdessi anche solo un bambino per strada non me lo perdonerei.

Mai.

 

* Insegnante e madre di due ragazze adolescenti. Sul sul suo blog sosdonne.com dice di scrivere “per necessità” e che la sua ragazza quindicenne fa i disegni (davvero belli, come quello di questo articolo). Ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi articoli e ha aderito alla campagna Un mondo nuovo comincia da qui scrivendo:
Se c’è una libertà che abbiamo ancora, è quella di poter utilizzare le parole. Le parole sono potenti. Hanno la presunzione di cambiare le cose. Distruggere muri e creare ponti. Comunedona una possibilità alle parole, come quella di avvicinarsi alla verità, anche se scomoda. E lo fa nell’unico modo possibile, mettendo insieme e interrogandosi. Noi possiamo esserci. E farlo insieme in un progetto che unisce. Dicendo no a una società che divide. 
Penny

fonte: https://comune-info.net/2018/03/caro-italiano-votato-salvini/

Licenziata spazzina che prese un giocattolo dai rifiuti per regalarlo al figlio. “È furto!”… Invece se sei condannato per truffa, bancarotta e concorso in corruzione puoi stare tranquillamente in Parlamento e magari riformare anche la Costituzione… Ma proprio non Vi sentite presi per il c…?

 

zzz

 

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Licenziata spazzina che prese un giocattolo dai rifiuti per regalarlo al figlio. “È furto!”… Invece se sei condannato per truffa, bancarotta e concorso in corruzione puoi stare tranquillamente in Parlamento e magari riformare anche la Costituzione… Ma proprio non Vi sentite presi per il c…?

 

Abbiamo preso come esempio il sig. Verdini perché è il primo che ci è venuto in mente… Ce ne sono tanti altri che hanno curriculum anche più vergognosi… C’è persino uno che da interdetto ai pubblici uffici, poco tenpo fa, ha chiesto alla Gente di essere eletto Presidente, figuratevi…

 

“E’ furto”: licenziata la spazzina che prese un giocattolo dai rifiuti per regalarlo al figlio. Applicata la legge Fornero

Il giudice del lavoro ha respinto il ricorso e deciso per il no al reintegro dell’operatrice ecologica licenziata dall’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Torino.

Il giudice del lavoro alla fine ha deciso per il no al reintegro. Non potrà riavere il suo posto, l’operatrice ecologica che l’anno scorso fu licenziata in tronco dalla Cidiu Servizi di Collegno, che si occupa della raccolta dei rifiuti a Torino ovest, per aver portato a casa un monopattino recuperato nella spazzatura e depositato nel mucchio di oggetti della differenziata nel capannone dell’azienda. La donna si chiama Aicha Elizabethe Ounnadi, per tutti Lisa. Ha 41 anni, tre figli, uno di otto anni, lavorava lì dal 2006 e aveva visto quel giocattolo che faceva al caso suo. Era stato abbandonato e aveva pensato che non ci fosse nulla di male a portarlo a casa. Invece l’atto è stato definito “appropriazione indebita di un bene non di sua proprietà”. E la donna, licenziata.

Il ricorso

Lisa aveva subito fatto ricorso, confidando nel buon senso e anche in una immediata catena di solidarietà che si era aggregata sulla vicenda. Sul caso era stata presentata anche una interrogazione parlamentare. E tutti confidavano nel fatto che il giudice del lavoro reintegrasse l’operatrice sul posto di lavoro. L’istruttoria in Tribunale si era aperta lo scorso 13 dicembre, dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, a sua volta andato male per l’ostilità dell’impresa. L’azienda, infatti, non aveva voluto alcuna pacificazione o accordo, richiamando altre vertenze simili con la stessa persona in passato e chiudendo le porte a qualunque ritorno. Il Tribunale ha preso qualche mese di tempo e ieri ha comunicato la decisione. Niente reintegro, addio lavoro.

Solo un indennizzo

Per l’ex operatrice ecologica, il giudice Marco Buzano ha sentenziato solo un indennizzo pari a 18 mensilità ma nessun ritorno. Il licenziamento, per il Tribunale, è stato eccessivo ma il comportamento della donna è stato comunque giudicato scorretto. Equiparabile a un furto, hanno detto i giudici. Quindi, anche se la causa del licenziamento non pare giusta, va considerato impossibile il ritorno sul posto di lavoro mentre a Lisa va riconosciuta una riparazione con 18 mensilità arretrate.

Uno shock

Una sentenza che ha scioccato la donna e il suo legale. “Non capisco, sono senza parole – ha commentato Lisa, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera -. Sono distrutta”. La decisione del Tribunale è stata resa possibile in ragione della riforma della disciplina dei licenziamenti senza giusta causa: anche in presenza di un licenziamento illegittimo e ingiustificato – dice la norma -, come in questo caso, si può non ricorrere al reintegro se sussistono motivi oggettivi, e sostituirlo con un indennizzo. Nella situazione specifica si è ritenuto che il “furto” di quello che va considerato un bene aziendale ci sia effettivamente stato, e che questo abbia minato il rapporto di fiducia, anche se l’episodio è di piccola entità e non avrebbe meritato il licenziamento. Impossibile, quindi, per il giudice ristabilire la relazione di lavoro.

Lo sconcerto

Lo sconcerto, dopo la sentenza, non è solo della ex operatrice ecologica ma anche dei suoi colleghi e dei sindacati, che considerano davvero incredibile privare del posto di lavoro una donna, mamma, per aver preso un giocattolo dai rifiuti, quindi abbandonato, destinato al macero, per regalarlo a uno dei suoi tre figli. Un gesto di bontà, di umanità, che peraltro si inserisce anche nella logica ambientalista del riciclo, che diventa furto e si trasforma in capo d’accusa, fino a privare una persona dello stipendio per quasi un anno e poi farle perdere definitivamente il posto di lavoro.

Troppa durezza

“Questa mattina mio figlio più piccolo mi ha abbracciata – aveva detto la donna il giorno dell’apertura dell’udienza -, voleva venire anche lui in Tribunale. Tutti quanti speravamo che alla fine l’azienda ci ripensasse e mi offrisse la possibilità di tornare al lavoro. Ma la favola non si è avverata”. Non solo non si è avverata ma alla fine si è trasformata in dramma. Ora per lei si fa dura. “Per una donna di 40 anni – racconta -, con tre figli, è davvero difficile. In questo periodo ho ricevuto tanti attestati di stima e solidarietà da parte di colleghi, amici e politici. Ma finora nessuna offerta di lavoro”. Chissà che oggi, dopo il volto duro, a volte incomprensibile della legge, spesso severo con i deboli e mite con i forti, qualcuno non mostri quello solidale di chi capisce la differenza tra donare un giocattolo abbandonato a un figlio e rubare un bene di un’azienda, e restituisca a questa lavoratrice il suo diritto a guadagnarsi da vivere facendo un lavoro che forse le è stato tolto con troppa durezza.

articolo tratto da: http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/operatrice-ecologica-licenziata/

 

I genitori dell’ex premier Renzi ancora indagati a Firenze: questa volta per fatture false …insomma, a questi la famiglia Misseri gli fa un baffo!

Renzi

 

 

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I genitori dell’ex premier Renzi ancora indagati a Firenze: questa volta per fatture false …insomma, a questi la famiglia Misseri gli fa un baffo!

Certo che non si fanno mancare nulla a casa Renzi… Questa volta sono fatture false!

Da Il Fatto Quotidiano:

Renzi, “i genitori dell’ex premier indagati a Firenze: fatture false”

Tiziano Renzi e la signora Bovoli, riportano La Repubblica e La Verità, hanno ricevuto dai pm Luca Turco e Christine von Borries un invito a comparire per chiarire i loro rapporti, e delle loro società, con Luigi Dagostino, imprenditore pugliese degli outlet sotto inchiesta da almeno un anno proprio per fatturazioni false, che il padre dell’ex premier ha accompagnato in giro per l’Italia per sviluppare il business lanciato in provincia di Firenze.

Le consulenze agli sviluppatori degli outlet della moda The Mall nati sotto le insegne di Gucci rischiano di costare care alla famiglia Renzi. Il padre dell’ex premier e la moglie Laura Bovoli, riferiscono indiscrezioni di stampa, sono indagati dalla procura di Firenze per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Proprio nell’ambito degli affari con alcuni esponenti del mondo renziano, come Andrea Bacci, di cui il Fatto Quotidiano si è occupato in diverse inchieste negli anni scorsi. Tanto da ricevere una querela da parte diTiziano Renzi che ha chiesto 300mila euro di danni al direttore del quotidiano Marco Travaglio, al direttore del sito Peter Gomez e a due suoi giornalisti (Pierluigi Giordano Cardone Gaia Scacciavillani) per quella che lui prefigurava come una campagna mediatica ai suoi danni, chiedendo appunto un risarcimento.

Nel mirino del padre dell’allora premier erano finiti proprio gli articoli che si sono occupati del business degli outlet e dei suoi protagonisti (oltre a Renzi senior e Bacci, l’ultimo presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi, la famiglia aretina dei Moretti e il faccendiere pugliese Luigi Dagostino che in Gucci avevano contraltare il top manager Carmine Rotondaro). Ora però Renzi senior, insieme alla signora Bovoli, dovranno obtorto collo tornare sull’argomento visto che, riferiscono Repubblica e la Verità, hanno ricevuto dai pm Luca Turco e Christine von Borries un invito a comparire per chiarire i loro rapporti, e quelli delle loro società, con Luigi Dagostino, imprenditore pugliese degli outlet con attività in Toscana. Quest’ultimo, così come Bacci e i Moretti, è sotto inchiesta da oltre un anno proprio per l’ipotesi di reato di emissione di fatture false per operazioni inesistenti.

E ora gli inquirenti, riporta La Repubblica, vogliono fare luce sui legami che intercorrono tra le società gestite da Dagostino e quelle riconducibili al padre dell’ex presidente del Consiglio, che già dovrà tornare davanti ai pubblici ministeri di Roma nell’ambito del caso Consip. Le fatture venute all’attenzione della Guardia di finanza sono due, una da 20.000 euro e una da 130.000 euro, e sarebbero state riscontrate durante le indagini su Dagostino. Secondo l’ipotesi di reato formulata dal pm le fatture sarebbero state emesse dalle aziende dei Renzi, rispettivamente la Party srl e la Eventi 6, per operazioni inesistenti.

Sempre secondo i due quotidiani, la fattura da 130.000 euro è stata emessa da Eventi 6, che si occupa di marketing ed eventi fieristici ed è distributore di quotidiani come RepubblicaLa NazioneLeggo e Metro. A pagarla la Tramor, società di diritto cipriota originariamente riconducibile alla famiglia Moretti per i quali è stata impegnata nelle attività di sviluppo dell’outlet The Mall a Leccio Reggello (Firenze). I Renzi con la loro azienda avrebbero fornito studi di fattibilità e servizi di accoglienza per l’outlet, (“Tiziano lavora nel campo del marketing da 30 anni. E in questo senso ci ha dato una mano nella pubblicità di alcune iniziative da noi organizzate, come successo tre anni fa per un evento natalizio al The Mall”, aveva per esempio dichiarato Dagostino al Fatto nel 2015) ma per gli inquirenti l’importo della fattura non sarebbe coerente con il valore delle prestazioni erogate e ora vogliono saperne di più. Secondo La Verità, i fascicoli aperti dalla procura fiorentina sarebbero due: oltre a quello sulle presunte fatture false, ci sarebbe un procedimento portato avanti  dal procuratore aggiunto Turco  relativo al fallimento della Delivery Service Italia.

 

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/17/renzi-i-genitori-dellex-premier-indagati-a-firenze-fatture-false/4232647/amp/

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Sgarbi

 

 

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Di Maio è gay? Non credo che sia una cosa rilevante ai fini politici.

Non ritengo l’orientamento sessuale assolutamente rilevante ai fini di giudicare una persona in alcun campo, tantomeno la politica.

Figuratevi che sono quello che ha saputo che Lucio Dalla era gay solo dopo la sua morte, ma solo perchè ne hanno straparlato i media.

Invece mi fanno schifo gli omofobi. Specialmente quando sono degli stronzi.

E mi fanno schifo le testate giornalistiche che hanno riportato le affermazioni di Sgarbi come “nostizia choc”

Perchè choc?

Credevo che delle merde che mandavano al confino gli omosessuali ce ne fossimo liberati una settantina d’anni fa…

No signor nessuno.

Non hai denigrato nessuno.

Hai solo dato (e non ne avevamo oltremodo bisogno) ulteriore lustro alla tua pochezza.

 

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17 marzo 1861, unità d’Italia una beata minchia! Ecco il genocidio dimenticato del popolo duosiciliano!

 

unità d'Italia

 

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17 marzo 1861, unità d’Italia una beata minchia! Ecco il genocidio dimenticato del popolo duosiciliano!

 

11 Maggio 1860 – Mille avanzi di galera sbarcarono a Marsala.

Non erano neanche mille, ma 702 e per di più… Violenti e malfamati!…

Ma non erano affatto soli!…  e neanche isolati!…

Anzi, proprio al contrario, erano molto ben protetti militarmente dalla flotta inglese, finanziati, assistiti e guidati  dalla massoneria mondiale ebraica e il loro mandante era niente di meno che il talmudico e diabolico Rothschild!

Ancora oggi, dopo quasi 160 anni, le cose non sono cambiate,  Rothschild, la massoneria mondiale ebraica, ed oltre a quella inglese, anche la flotta Usa, la  Nato, Israele, etc.  sono i potenissimi mandanti, finanziatori e protettori diretti ed indiretti di terroristi, tagliatori di teste e cannibali come quelli dell’Isis, di Al Qaeda, di Boko Haram ed altri ancora che, seppur apparentemente pochi,  con l’appoggio perfino di portaerei, e delle forze  aere e missilistiche Israele, Usa, Francia, Inghilterra, Italia, etc. hanno invaso, abbattuto e conquistato tutto o parte di Stati come la Libia. la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan, il Mali, etc.

Quegli avventurieri di allora, sostenuti dalle maggiori potenze mondiali di allora, avevano a capo un Criminale di nome Giuseppe Garibaldi, ladro di cavalli, a cui avevano mozzato le orecchie in Argentina perché beccato in flagranza di reato.

Ma allora, oltre ad essi che avanzavano da  sud, subito dopo, a scoccorrerli ulteriormente, un’orda barbarica, dunque, scese dal Piemonte. “Parlavano una strana lingua e bestemmiavano in continuazione! Donne stuprate, uomini e bambini uccisi e trucidati! Interi paesi bruciati e rasi al suolo!

Come oggi negli Stati sopraccennati, allora nell’Italia del Sud, ogni ricchezza venne saccheggiata…” i crimini commessi da detta legione straniera dei massonici ebraici rothschildiani avventurieri provenienti dal Piemonte, dalla Lombardia, ma anche da Inghilterra, Francia, Ungheria, Polonia, Stati Uniti, Canadà e perfino Turchia, contro il popolo meridionale, sono INENARRABILI: e furono talmente EFFERATI che ancora oggi vengono taciuti.

Altro che fratelli d’Itaglia!… Fisicamente e moralmente noi non ervamo e non siamo  nemmeno parenti alla lontana con simili canaglie.

Quante menzogne, quanti massacri, quanto sangue e quante lacrime hanno versato i nostri padri e le nostre madri ed i nostri antenati, e quante abbiamo versato e stiamo versando ancor oggi giorno noi stessi per questa “Italia” falsa, bugiarda e criminale che è completamente all’opposto della vera nostra Italia.

Tu che conosci la verità sei pregato di divulgarla, e di farla conoscere a tutti.

Cerca le verità sepolte e riportale alla luce e falle rivivere nella mente e nel cuore tuoi e di tutti i tuoi cari .

Divulgale a chi le ignora.

Il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco ed avanzato al mondo.

L’Unità massonica ebraica rothschildiana d’Italia distrusse la vera e migliore Italianità ed il buon rapporto fra tutti gli stessi Italiani di buona volontà.

Prima di detta falsa Unità, da noi vi era il miglior tenore di vita del mondo e la migliore qualità di vita del mondo, proprio perchè si abitava in quelle terre che per la dolcezza del loro clima, per l’amenità e bellezza dei paesaggi e per la fertilità dei suoli… ed in quelle incantate città  che per i loro splendidi palazzi, per le loro  magnificenti chiese e per le svariate e meravigliose opere dell’arte: della musica, della pittura, dell’architettura e della cultrura in generale, ed anche dei cibi, dell’ospitalità, dell’equità, moderazione e giustizia delle istituzioni e per il fascino delle usanze popolari… erano di fatto riconosciute come le più belle, salutari, accoglienti ed amabili del mondo in assoluto ed erano conosciute, visitate, ammirate, esaltate ed invidiate da tutta Europa e dal mondo intero!

Francesco II di Borbone profetizzò che non ci sarebbero rimasti neanche gli occhi per piangere. Infatti fu, è e sarà così, con questa maledetta  e falsa Unità nell’interesse di pochissimi che fanno capo alla diabolica  famiglia massonica, talmudica e sionista Rothschild , da ora e per le generazioni a venire, finché essa non sarà finalmente abbattuta e rimpiazzata con una vera e giusta Unità nell’interesse della maggior parte degli Italiani.

Il Regno delle Due Sicilie e la Serenissima Repubblica di Venezia, distrutti nel 1861, insieme alla Sardegna,… la Dalmazia e l’Istria distrutte alla fine del secondo conflitto mondiale, l’italianissima Corsica data in pasto alla ferocia degli aguzzini massonici ebraici rothschildiani francesi, Briga e Tenda e la Contea di Nizza cedute alla stessa Francia rothschildiana, l’isola di Malta assoggettata alla massoneria ebraica inglese, dimostrano che la classe dirigente massonica, ebraica rothschildiana, in Italia, come in Inghilterra, come in Francia e come in tutto il resto del mondo, allora come adesso e come sempre, ha seminato, semina e seminerà solo morte e desolazione,… e fece, fa e farà sempre versare tanto sangue innocente per i suoi lerci e criminali interessi.

A suo tempo, l’Invasione armata distruttrice, la conquista militare violenta e lo sfruttamento coloniale e schiavistico portarono al disastro ed allo sterminio la buona parte del Popolo Duosiciliano:

Infatti, su quasi 7,5 milioni di abitanti di allora:…

– Dal 1860 al 1875, quasi 50’000, giovani e forti, la meglio gioventù del Sud, militari del Regio Esercito del Regno delle Due Scicilie, furono sterminati non soltanto sui campi di battagglia, ma ancor più numerosi nei feroci campi di concentramento e sterminio come Fenestrelle, e tantissimi altri a decine e situati per lo più in Piemonte, ma sparsi anche per tutto il resto d’Italia!

– Inoltre, dal 1860 al 1980, nel giro di 20 anni, con la guerra al brigantaggio furono massacrati, passandoli per le armi e carcerandoli brutalmente altri più di 100.000 civili.

– Poi, complessivamente fu sterminato 1,2 milioni di persone, a causa di fame, freddo, malattie e persecuzioni causate soprattutto con:

– La legge marziale che spesso veniva proclamata per intere regioni, e  impediva alla gente di uscire anche solo per procurarsi da vivere e, o recarsi al lavoro fuori paese o anche solo fuori casa.

– La legge Pica che , tirannica e sanguinaria, istigava ad uccidere anche per semplici sospetti, specie contadini e pastori, anche se vecchi, donne, o bambini, impedendo loro di recarsi liberamente a procurarsi da vivere lavorando nelle campagne o sulle montagne,  perché a causa di essa non si poteva più andare portando armi, anche insignificanti, come coltelli da cucina per tagliare il pane, e falci e tridenti  ed altri arnesi simili da lavoro ed era vietato perfino  portare con sé anche cibo. Chi veniva sorpreso con vivande al seguito, veniva fucilato senza processo, col pretesto che detto cibo fosse per i briganti. I boscaioli ad esempio addirittura non potevano usare neanche l’ascia per i loro soliti lavori

– La coscrizione militare obbligatoria che aveva sottratto, al sostentamento delle famiglie, i giovani che erano indispensabili per i lavori di ogni genere nei campi e nelle officine, costringendoli a 5 e 10 anni di ferma nelle caserme, per poterli controllare praticamente sempre: tenendoli semicarcerati nelle caserme, o impegnati sul terreno nella barbara guerra senza fine contro i propri conterranei che si erano dati al brigantaggio e facendoli morire a decine di migliaia nelle varie guerre e controguerre irredentiste, imperialiste e coloniali in Italia e dappertutto nel resto del mondo.

– La criminale ed affamatrice “tassa sul macinato” che aveva portato i prezzi delle granaglie e delle altre derrate alimentari più popolari come il pane a livelli proibitivi per la popolazione sempre più artificiosamente impoverita e ridotta in miseria ed alla fame vera e propria.

– Tutto l’oro e l’argento del Banco di Stato di Napoli e del Banco di Stato di Sicilia, per un valore di circa 450 milioni di ducati, che fu confiscato, razziato senza rimborso e portato ed utilizzato solo per gli interessi dei boss massoni ebrei rothschildiani nel triangolo industriale di Torino,Milano-Genova,  creato “ex novo” nel nord Italia dove prima non c’era assolutamente nessunissima attività economica industriale ed avanzata

– Le industrie di stato minerarie, estrattive, siderugiche e militari di Mongiana, – Ferdinandea e Bivongi, le industrie di stato meccaniche e ferroviarie di Pietrarsa, i cantieri navali statali di Castellammare di Stabia, che furono chiuse, smontate rubate, rapinate, razziate, portate via e poi… rimontate più a Nord specie a Terni, La Spezia, Genova, Torino, Milano, Brescia e Bergamo sempre nell’interesse dei pochissimi associati a delinquere che se ne erano impossessati e se ne erano fatti, con la prepotenza e l’inganno, signori e padroni assoluti.

– I beni della chiesa che ammontavano allora a  circa due terzi di tutti i beni immobili del paese, furono confiscati e svenduti ad una borghesia avida e senza scrupoli che a differenza della chiesa stessa che si accontentava al massimo di piccole decime, sfruttavano invece i contadini ed i pastori fino al midollo, addirittura e spesso a morte, cioè senza neanche dargli la possibilità di avere di che mangiare per sè e per la propria famiglia.

– La maggior parte del popolo minuto, da quasi proprietaria della terra della chiesa su cui lavorava, divenne del tutto espropriata e senza più alcun diritto, fu trasformata in bracciantato, proletarizzata e schiavizzata a forza dal nuovo dittatoriale Stato, che si chiamava Regno d’Italia, ma che era ed è ancora adesso  il principale nemico del Popolo.Italiano in generale e del Popolo dell’Italia del Sud in particolare.

Per di più, la grande borghesia che aveva approfittato a man bassa  della privatizzazione dei beni della chiesa accaparrando veri e propri latifondi a bassissimo prezzo, per ottenere quelle terre, aveva comunque di fatto consegnato allo Stato buona parte dei suoi capitali per cui essa avevano dovuto chiudere molte attività commerciali, industriali, dei servizi e finanziarie  che prima svolgeva profittevolmente, ma che ora, avendo quasi tutto speso, neanche aveva più capitali da investire nei nuovi terreni acquisiti che quindi essa sfruttava con metodi estremamente primitivi e di rapina, basandosi soprattutto sulla manod’opera a basso prezzo piuttosto che sulla innovazione tecnologica produttiva.

– In sostanza di fronte a tanta miseria, a tante morti e tante persecuzioni ed odiose angherie, la scelta che il nuovo e tirannico Stato massonico ebraico rothschildiano, in accordo criminale con la massoneria ebraica rothschildiana globale, diede allora al Popolo Duosiciliano fu: << Brigante!… o… Emigrante!…>> per cui…

– Dal 1860 fino al 1875 andarono via dalla nostra terra 4 milioni di persone.
– Dal 1860 fino al 1914 ne andarono via 18 milioni.
– Dal 1860 fino ai nostri giorni ne sono andate via 36 milioni. e stanno continuando ad essere costrette da politiche volutamente antipopolari ad emigrare ancora adesso a centinaia di migliaia ogni anno,

Si tenga presente che la popolazione meridionale attuale ammonta a 35 milioni in Italia, di cui una parte notevole vive anche al nord.
In conclusione, questa particolare Unità d’Italia, voluta nell’esclusivo e fazioso interesse di una classe dirigente massonica, ebraica, rothschildiana, criminale, usuraia, estorsiva, razzista, assassina e nemica del Popolo Italiano in generale e del Popolo Italiano Meridionale in particolare, è stata un vero e proprio un crimine contro l’umanità, tale e quale come l’attuale Unione Europea che, guarda caso, viene portata avanti a presente proprio dalle stesse identiche forze massoniche, ebraiche rothschildiane del 1860 e di quasi tutti i periodi successivi che arrivano fino ai nostri giorni ed intrigano e complottano con gli stessi metodi diabolici e criminali suoi caratteristi di ieri, di oggi e di sempre.

La lotta contro l’attuale dittatura e tirannia antipopolare massonica ebraica rothschildiana che adesso si spaccia per “europea”, tale quale come una volta si spacciava per “italiana”, è in realtà una lotta contro lo stesso nemico principale di sempre dei nostri antenati e di tutti i popoli d’Europa e del mondo intero, ad eccezione, ovviamente,  dell’unico e solo “divino popolo eletto” del satanico Rothschild!

Vi è quindi un’importantissima ed essenziale continuità di identità culturale, sociale, etnica e storica tra la classe dirigente che oppresse e sterminò i nostri padri ed i nostri antenati dal 1860 in poi…  e quella classe dirigente attuale contro cui dobbiamo fare i conti ancora adesso proprio noi, perché anche a presente essa di nuovo vuole opprimere e sterminare non solo noi stessi ma anche  i nostri figli, nipoti e pronipoti per tenere il mndo tutto er sé e per la propria “divina eletta progenie”.

Questa cognizione allora, della lotta senza tregua che si è svolta e si svolge e si svolgerà sempre di generazione in generazione tra noi ed i nostri tradizionali talmudici e diabolici nemici principali di sempre, deve spingerci ad essere più preparati idealmente e materialmente per potere resistere e contrattaccare in maniera più adeguata contro il nemico principale di sempre, senza più commettere le ingenuità e gli errori dei nostri pur amatissimi padri ed antenati, onde potere finalmente vincere e ribaltare positivamente e completamente una volta per tutte, o per lo meno per un bel pezzo,  la nostra situazione e quella del nostro popolo nel suo complesso.

Alcuni personaggi
  • Angelina Romano, nata il 5 novembre 1853, morta fucilata il 3 gennaio del 1862 a Castellamare del Golfo, perché accusata di brigantaggio. Vittima innocente della repressione sabauda. Questo è quanto risulta dall’archivio storico militare. Questo e tanto altro ancora la “storia ufficiale” non ha mai raccontato. Angelina era una bambina siciliana, che camminava scalza per le vie del suo paese. Aveva un faccino bello e pulito. La sua vita fu interrotta perché così vollero i predoni di quell’orda barbarica, che scese dal Piemonte per devastare, massacrare, violentare, rapinare, distruggere…  

 

  • La bella Michelina De Cesare fu stuprata, seviziata, violentata dai piemontesi il 30 agosto 1868. Fu tanto impavida quanto bella, con il suo formidabile intuito riuscì più volte a prevenire attacchi ed imboscate dei piemontesi. Il 30 agosto 1868 la banda del Guerra fu massacrata e Michelina ne seguì la stessa sorte. Il suo corpo fu spogliato ed esposto nella piazza del paese suscitando ire, risentimenti e scandalo. Dopo la sconfitta della squadra di cui faceva parte, Michelina De Cesare fu catturata dai piemontesi e sottoposta a tortura. Morta a causa delle atroci sevizie subite, fu spogliata ed esposta nella piazza del paese come monito alle popolazioni “liberate”. Ma l’effetto sulla gente inorridita dall’efferata vendetta fu opposto a quanto sperato dalle truppe d’occupazione: infatti l’accaduto generò nuovi risentimenti che rivitalizzarono l’affievolita reazione armata antiunitaria. Michelina De Cesare nacque a Caspoli, frazione del comune di Mignano, il 28 ottobre 1841.  

 

  • Ninco Nanco, all’anagrafe Giuseppe Nicola Summa, nacque ad Avigliano 12 aprile 1833, fu ammazzato a tradimento dai piemontesi a Frusci il 13 marzo 1864. Dopo essere stato ammazzato fu anche sadicamente fotografato.  

 

– Video: https://www.youtube.com/watch?v=rkSHJfzVBLI

Fenestrelle fu un campo di sterminio molto peggiore di Auschwitz, dove fu fatta atrocemente morìre la meglio gioventù del Sud.

– Video: https://www.youtube.com/watch?v=yKllxcKBAJY

– Evento: https://www.facebook.com/events/1507500006184079/?ref_dashboard_filter=upcoming

– Evento: http://appunti2008.blogspot.it/2015/04/due-giorni-duosiciliani-in-piemonte.html

– Pagina facebook: https://www.facebook.com/1414542788840738/photos/a.1414544505507233.1073741828.1414542788840738/1439678236327193/?type=1
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2,4 miliardi di tagli alle Regioni più povere: lo scherzetto europeo che piace tanto alla Merkel – Ed al quale solo i Cinquestelle si ribellano!

 

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2,4 miliardi di tagli alle Regioni più povere: lo scherzetto europeo che piace tanto alla Merkel – Ed al quale solo i Cinquestelle si ribellano!

 

“L’Europa sta commettendo un grave errore. Lo diciamo senza giri di parole: dirottare ben 21 miliardi di euro (circa 2,4 per l’Italia) destinati alla coesione economica, sociale e territoriale per rivolgerli ad altri obiettivi tipo privatizzazioni o Jobs Act è l’ennesimo schiaffo ai nostri territori che mai come adesso avrebbero bisogno di investimenti per lo sviluppo.

VIDEO. L‘intervento di Rosa D’Amato in difesa dei diritti dei cittadini del Sud Italia.

Sulle riforme strutturali il gruppo Efdd – MoVimento 5 Stelle è assolutamente contrario a tutte quelle misure che intaccano il Welfare State, inclusi gli interventi sul mercato del lavoro, mentre siamo aperti a misure relative al miglioramento sulla capacità amministrativa o alla lotta all’evasione fiscale.

Le elezioni italiane hanno dimostrato che i cittadini NON vogliono queste riforme calate dall’alto che servono solo alle multinazionali per abbassare i diritti dei cittadini. Siamo dunque rimasti francamente sorpresi dalla proposta della Commissione di ‘liberare’ anticipatamente queste risorse per destinarle, tra l’altro, alle riforme strutturali. Non capiamo la fretta, tanto più che le norme attuali prevedono che una verifica avrà luogo soltanto nel 2019.

Le riforme strutturali non hanno nulla a che vedere con la ratio della politica di coesione. Chiediamo alla Commissione di ascoltare le richieste e gli appelli che arrivano dalle autorità regionali e locali di non tagliare i fondi della coesione e di non distorcere gli obiettivi di queste preziose risorse che servono alle regioni più povere. Faremo di tutto – anche grazie alla forza che arriva dai cittadini italiani – per trasformare questa Europa in una terra in cui nessuno rimarrà indietro”.

 

 

fonte: http://www.efdd-m5seuropa.com/2018/03/24-miliardi-di-tagli.html

Sequestro Moro: solo dopo 40 anni qualcuno si accorge del mistero del capo della Digos che “arrivò troppo presto” in via Fani…

Sequestro Moro

 

 

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Sequestro Moro: solo dopo 40 anni qualcuno si accorge del mistero del capo della Digos che “arrivò troppo presto” in via Fani…

 

Sequestro Moro, il capo della Digos che arrivò “troppo presto” in via Fani.

Da Il Fatto Quotidiano del 17 febbraio 2016

L’Alfasud di Domenico Spinella sfrecciava verso il luogo dell’agguato già prima che il centralino della Questura ne desse la comunicazione. La vicenda ripropone il tema degli allarmi che precedettero l’azione delle Brigate rosse. Alcuni parlamentari chiedono l’audizione di di Emidio Biancone, al volante quella mattina.

16 marzo 1978, ore 9.02. Il centralino della Questura di Roma dà l’allarme: “Agguato in via Fani, rapito Moro, ammazzati gli uomini della sua scorta”. Ma in quel momento il capo della Digos della capitale, Domenico Spinella, è già sull’Alfasud targata S88162 che lo porta a tutta velocità nel luogo dell’agguato. E’ andata davvero così? E chi lo avvisò? Sono due pesanti interrogativi ai quali stanno cercando di rispondere gli investigatori della Commissione parlamentare d’inchiesta guidata da Giuseppe Fioroni.

La faccenda è piuttosto seria perché coinvolge uno degli organismi più direttamente impegnati nelle indagini di quelle ore e dei mesi seguenti. L’ipotesi assai consistente è che Spinella – nel frattempo deceduto – si sia precipitato sul luogo della strage perché aveva appreso che stava per scattare l’azione. Forse sperava di arrivare per tempo, di riuscire a bloccarla, sperava di salvare tutti, eroicamente. Invece, arrivò comunque tardi, non deludendo solo le sue intrepide aspettative: se davvero Spinella si mosse prima dell’allarme, c’è da pensare che, dopo il massacro di via Fani, ogni particolare di quei primi momenti sia stato poi coperto, tenuto segreto. Che figura avrebbe fatto la Digos di Roma davanti a quei morti?

L’autista di Spinella, Emidio Biancone, al terzo interrogatorio cui lo hanno sottoposto i collaboratori della Commissione, ha ammesso che partì dall’ufficio centrale alla volta di via Trionfale, e di lì verso via Fani, subito dopo le ore 8,30. “Insisto perché questa storia sia chiarita, chiedo l’audizione di Biancone, che venga a dire come andarono le cose”, ha detto il senatore Federico Fornaro seguito dal collega Gero Grassi: entrambi avevano già avuto modo nei mesi scorsi di affrontare l’argomento, sostenendone l’assoluta rilevanza.

L’audizione di Biancone potrebbe essere dunque molto utile, anche se non è affatto detto che l’ex autista sappia qualcosa dell’eventuale fonte della notizia di Spinella. Ma qui gli elementi investigativi non mancano. Ne ricordiamo solo alcuni. E’ noto che prima del 16 marzo erano giunti vari segnali sull’imminenza di un sequestro di una personalità dello Stato. Lo stesso Domenico Spinella il 22 febbraio 1979 scrisse una relazione per il Questore di Roma spiegando che il 15 marzo 1978 l’allora Capo della Polizia, contattato da un collaboratore di Moro, Nicola Rana, gli disse di recarsi presso lo studio di Aldo Moro per concordare l’istituzione di un servizio di vigilanza dell’ufficio privato del presidente Dc che si trovava in via Savoia: fu deciso anche il giorno della sua attivazione, il 17 marzo. La Commissione ha poi acquisito un documento del 18 febbraio proveniente da Beirut che reca l’intestazione “Ufficio R, reparto D, 1626 segreto”, “fonte 2000”, in base al quale il colonnello Stefano Giovannone riferiva che il suo “abituale interlocutore rappresentante Fplp Habbash” gli aveva parlato di una operazione terroristica di notevole portata che stava per scattare in Italia.

E poi si è tanto parlato dell’annuncio di Radio Città Futura dai cui microfoni il direttore Renzo Rossellini parlò dell’imminente sequestro di Aldo Moro con circa tre quarti d’ora di anticipo rispetto al verificarsi dell’evento: ma la magistratura venne informata della vicenda solo il 27 settembre 1978, quando essa divenne di dominio pubblico grazie al settimanale Famiglia Cristiana. Perché la Polizia mantenne sulla vicenda della trasmissione di Radio Città Futura un così prolungato silenzio, dal 16 marzo al 27 settembre 1978? Eppure il vice questore Umberto Improta conosceva personalmente Rossellini: esisteva da tempo un contatto, un “rapporto privilegiato”, secondo quanto ha riferito alla Commissione l’allora funzionario della Digos Vittorio Fabrizio, fino a oggi mai sentito da nessun inquirente.

E poi le Radio erano attentamente monitorate: è emersa anche l’esistenza di una struttura informale di ascolto, di cui non si è mai saputo nulla, delle trasmissioni di Radio Città Futura e Radio Onda Rossa, le seguitissime emittenti del movimento antagonista romano. Lo stesso questore De Francesco era estremamente sensibile all’ascolto delle Radio, secondo la testimonianza del funzionario Riccardo Infelisi, cugino del magistrato, sentito della Commissione. Davvero impossibile che quella frase di Rossellini non fosse stata raccolta da tante orecchie vigili. E una notizia del genere, ha detto Vittorio Fabrizio, “sarebbe stata portata subito a conoscenza del dirigente dell’ufficio politico”. Cioè Spinella, l’uomo che arrivò troppo presto in via Fani.

 

fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/17/sequestro-moro-il-capo-della-digos-che-arrivo-troppo-presto-in-via-fani-la-commissione-vuole-sentire-lautista/2472466/

14 marzo di due anni fa – Cinque colpi di pistola per uccidere l’attivista Marielle Franco. Ma se l’è cercata: era nera, lesbica, femminista e paladina dei diritti civili…!

 

Marielle Franco

 

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14 marzo di due anni fa – Cinque colpi di pistola per uccidere l’attivista Marielle Franco. Ma se l’è cercata: era nera, lesbica, femminista e paladina dei diritti civili…!

 

Consigliera del Partido Socialismo e Libertade, Marielle è stata uccisa mercoledì mattina. Su twitter accusata di coinvolgimento la Polizia Federale brasiliana.

Mercoledì mattina Rio de Janeiro si è paralizzata, quando lungo il traffico della rua Joaquim Palhares l’auto con a bordo Marielle Franco, notissima militante per i diritti umani in Brasile, consigliera del Partido Socialismo e Libertade eletta con 46mila voti e volto nuovo della politica brasiliana, viene attaccata da tre, forse quattro sicari che sparano cinque colpi contro l’auto, uccidendo Marielle e l’autista, Anderson Pedro Gomes. Non ci sono dubbi: si tratta di un’esecuzione.

Il Brasile si ferma, perché Marielle era nota e molto amata: meticcia, lesbica, madre a soli 19 anni, laureata in pubblica amministrazione e specializzata nelle Upp, le Unità di pacificazione create ai tempi di Lula e la Rousseff all’interno delle favelas di Rio. Le favelas che lei conosceva bene e di cui denunciava le condizioni inumane e gli abusi della polizia. L’ultima accusa pochi giorni prima della morte, quando aveva rivelato che la polizia era entrata nella favela di Acari, a nord di Rio, e aveva freddato cinque ragazzi. “Dobbiamo raccontare al mondo cosa sta accadendo ad Acari” aveva scritto su Facebook la consigliera, “dobbiamo gridare e far sapere a tutti l’azione brutale e selvaggia della polizia”.

Parole pesanti, cui ne erano seguite altre: “la polizia sta terrorizzando e stuprando i residenti delle favela. Hanno ucciso e gettato due uomini in un burrone, la situazione sta peggiorando” aveva scritto Marielle prima di morire.

Marielle si batteva da anni per i diritti dei residenti delle favelas e combatteva per impedire che il controverso decreto che prevede l’affidamento della pubblica sicurezza all’esercito diventasse legge. La sua morte è simile a quella di Patricia Acioly, del 2011, “uccisa sempre dalla polizia militare” scrive su twitter Luiz Eduardo Soares, specialista in sicurezza pubblica.

In Brasile, si respira aria di guerra. L’attentato a Marielle arriva subito dopo quello a Sérgio de Almeida Nascimiento, ambientalista dell’Amazzonia brasiliana, che da anni si batteva per i diritti delle popolazioni indigene, che era diventato famoso per aver denunciato una perdita di rifiuti tossici da una diga della miniera gestita dalla Hydro Alunorte, la multinazionale norvegese più grande produttrice di alluminio al mondo. Secondo i commentatori, anche nell’esecuzione di Nascimiento è implicata la Polizia federale.

fonte: http://www.globalist.it/world/articolo/2018/03/15/cinque-revolverate-hanno-ucciso-marielle-franco-nera-lesbica-e-paladina-dei-diritti-civili-2021080.html