I giornali titolano: Sorprese ladro e gli sparò, Salvini lo va a trovare in carcere: “Chiederò la grazia” – Ma la storia è diversa: il ladro era in fuga. Fu preso, fatto inginocchiare, picchiato e poi colpito con una fucilata al petto… Ma il nostro Ministro degli Interni sta dalla parte di questi delinquenti…!

 

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I giornali titolano: Sorprese ladro e gli sparò, Salvini lo va a trovare in carcere: “Chiederò la grazia” – Ma la storia è diversa: il ladro era in fuga. Fu preso, fatto inginocchiare, picchiato e poi colpito con una fucilata al petto… Ma il nostro Ministro degli Interni sta dalla parte di questi delinquenti…!

Da Fanpage:

Sorprese ladro e gli sparò, Salvini lo va a trovare in carcere: “Chiederò la grazia”

L’imprenditore Angelo Peveri è stato condannato nei giorni scorsi in via definiva a quattro anni e mezzo di carcere per tentato omicidio dopo aver sparato ai ladri in fuga e averne ferito uno. Il Ministro dell’Interno è andato a trovarlo in carcere spiegando: “Non è giusto che sia in galera un imprenditore che si è difeso dopo 100 furti e rapine e invece sia a spasso un rapinatore in attesa di un risarcimento dei danni”

“Cercheremo di fare di tutto perché stia in galera il meno possibile, dal mio punto di vista non doveva nemmeno entrarci”, così il Ministro dell’intero Matteo Salvini si è espresso oggi uscendo dal carcere di Piacenza dove ha incontrato l’imprenditore Angelo Peveri, l’uomo condannato in via definiva a quattro anni e mezzo di carcere per aver sparato a un ladro entrato in un suo cantiere senza che sussistesse la legittima difesa, come stabilito anche dalla Cassazione. Fin da primo momento Salvini si era schierato a fianco dell’imprenditore telefonandogli personalmente ma con l’arresto definito dell’uomo ora ha voluto manifestargli la sua solidarietà andandolo a trovare in carcere dicendosi pronto anche a chiedere la grazia.

Ma le cose non sono andate proprio così…

“La legittima difesa in questa storia non c’entra nulla”. A dirlo sono stati il pubblico ministero Ornella Chicca, che otto anni fa coordinò le indagini del Nucleo operativo dei carabinieri di Piacenza, e il procuratore capo Salvatore Cappelleri. In un’intervista a firma di Paolo Marino apparsa sul quotidiano Libertà mercoledì 20 febbraio, il procuratore Cappelleri spiega che “la legittima difesa non è mai entrata nel processo”. Ossia gli avvocati di Peveri e Botezatu non hanno mai sostenuto questa tesi. Ovviamente, il caso, oggi spettacolarizzato, va ricondotto a estrema prudenza e riguardo. “Ora che è stata scritta la parola fine sulla vicenda, tutti dovrebbero accettare la ricostruzione dei fatti per quella che è – ha detto il procuratore – e penso che questo atteggiamento dovrebbe valere a maggior ragione per chi ricopre cariche istituzionali, da cui mi aspetterei parole di grande prudenza”.

Come andarono le cose quella notte di ottobre del 2011?

Un antifurto segnala un tentativo di manomissione a un escavatore della ditta Peveri lasciato sul greto del Tidone. Nel cantiere sul torrente, tre persone fuggono e Peveri esplode colpi di fucile a pompa verso i tre (lui sosterrà di aver sparato in aria, ndc) e una delle tre persone viene ferita al braccio. Dopo qualche tempo, Jucan Dorel, che si era allontanato senza un graffio, torna sul luogo del delitto per recuperare la sua auto. Lì viene riconosciuto da Botezatu che lo immobilizza e, dice il procuratore: “lo costringe a inginocchiarsi e lo immobilizza e a mettere le mani dietro la nuca”, quindi lo colpisce con un corpo contundente mai individuato. Peveri arriva subito dopo, e quando arriva il ladro è a terra, immobile. A quel punto viene afferrato per il collo e gli viene sbattuta la testa più volte sui sassi. La perizia balistica dirà che Peveri in quei frangenti ha esploso un colpo di fucile da una distanza di un metro e mezzo, due al massimo, che colpisce il ladro in pieno petto. LA perizia dirà che il colpo fu sparato “da una persona in piedi verso una persona supina”. Dorel da allora è invalido al 55% e ha avuto lesioni al polmone.

Questi, incensurato, patteggia una pena di 10 mesi per il tentato furto di gasolio. Nei giorni scorsi Dorel ha dichiarato che ai tempi era disoccupato. “Non sono come chi aggredisce le persone o ruba in casa”, ha detto l’uomo, 35enne all’epoca dei fatti, che oggi vive e lavora in provincia di Piacenza con la sua famiglia e si è trovato al centro della polemica per quel che successe sul greto del Tidone quella notte. Il “caso Peveri” è un caso di tentato omicidio che nulla c’azzecca con la legittima difesa. Ma sembra altro, a leggere i comunicati stampa dei partiti, i commenti sui social e ascoltando le prese di posizione dei sindaci che si sonos chierati con l’imprenditore e il suo dipendente.

Fonti:

https://www.fanpage.it/sorprese-ladro-e-gli-sparo-salvini-lo-va-a-trovare-in-carcere-chiedero-la-grazia/

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/02/25/news/angelo_peveri_ladri_gasolio-220145446/?ref=fbpr&fbclid=IwAR2hfU4uXQXHGY89NDKv8xSZszXkehzatPrEt67hU561SjoEDN-pNixXxoU

https://www.articolo21.org/2019/02/caso-peveri-la-legittima-difesa-in-questa-storia-non-centra-nulla/

Oliviero Toscani: “Le divise di Salvini? Ha dei complessi da travestito. Si immedesima in cose che non saprà mai fare”

 

Oliviero Toscani

 

 

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Oliviero Toscani: “Le divise di Salvini? Ha dei complessi da travestito. Si immedesima in cose che non saprà mai fare”

Tra Oliviero Toscani e il vicepremier Matteo Salvini non scorre buon sangue e, proprio nelle ultime ore, si sta consumando l’ultimo astioso episodio. Il fotografo, infatti, è tornato a dire la sua sul ministro dell’Interno Matteo Salvini, in diretta su Tg Zero di Radio Capital. Questa volta l’oggetto della discussione sono state le divise delle forze dell’ordine che ormai caratterizzano le uscite pubbliche di Salvini.

Matteo Salvini indossa le divise. Ha dei complessi da travestito. Si traveste per immedesimarsi in cose che non saprà mai fare. Per lui è più importante apparire che essere. Per lui tutti i giorni è Carnevale.

Queste le parole pronunciate dal fotografo, che poi ha ipotizzato la necessità di “una guerra partigiana contro chi è al governo in questo momento”. E sulle parole di Gino Strada, secondo il quale il governo è fatto “per metà da fascisti e per metà da coglioni”, Toscani ha detto:

Che differenza c’è? Non serve dire questo, la situazione attuale è molto più grave di così. Ormai nel 2019 dobbiamo iniziare a capire cosa è il futuro e questo governo non ha visione del futuro”.

Già nei mesi passati, tra Toscani e Salvini c’era stata maretta. In particolare, ricordiamo la diatriba inerente una campagna pubblicitaria realizzata dal fotografo, in cui comparivano foto di migranti in richiamo al concetto di accoglienza ed integrazione. Salvini aveva definito “squallida” quella scelta artistica, mentre Toscani aveva affermato: “Salvini secondo voi è da prendere sul serio? Ormai ha preso il posto di Crozza. Crozza ormai non ha più lavoro, poveretto, bisognerà fare qualcosa perché c’è Salvini che gli sta portando via lo spazio”.

 

tratto da:

-https://www.huffingtonpost.it/2019/01/24/oliviero-toscani-le-divise-di-salvini-ha-dei-complessi-da-travestito-si-immedesima-in-cose-che-non-sapra-mai-fare_a_23651358/?ncid=other_facebook_eucluwzme5k&utm_campaign=share_facebook&fbclid=IwAR3TcRrsEscHI8fus6Kl6cI9HRAwGYwYMLRK6SoiXznurlc-tPp05VpgXGs

-https://www.youtube.com/watch?v=KTN5C7OpIvg

Emma non sfugge alla regola: se un artista parla di umanità viene insultato, se è donna è peggio

 

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Leggi anche:

Dopo il suo urlo “APRITE I PORTI” che ha fatto innervosire ed ha tirato fuori tutta la putrida bestialità dei leghisti, Emma Marrone chiude la vicenda con un fantastico: “NON SARÒ MAI COME VOI”…!

Emma non sfugge alla regola: se un artista parla di umanità viene insultato, se è donna è peggio

È stata una settimana difficile per Emma Marrone, la cantante che in questi giorni è stata in giro per l’Italia con la seconda parte del suo tour in cui ha portato in giro “Essere qui” nella sua versione estesa, ma una frase sull’accoglienza l’ha resa protagonista anche oltre la musica, confermando la regola per cui se parli di umanità ti riempiono di insulti.

Qualche mese fa scrivemmo un articolo che si intitolava “La musica che parla di umanità e prende posizione sui migranti riceve solo insulti” in cui facevamo un recap, appunto, degli insulti che alcuni artisti si erano beccati sui social nel momento in cui avevano trattato pubblicamente di argomenti come migranti e accoglienza a dimostrazione di come questo sia un Paese in cui chiunque si sente in diritto di poter dire quello che vuole sui social ma guai se a dirlo è un personaggio noto, in cui il dissesno si esprime con l’insulto e non con la cara vecchia ars retorica. Quello che è successo a Emma è solo l’ultimo capitolo di una storia molto brutta, fatta di insulti personali, sessismo, ma è anche la solita Storia che vuole la musica come veicolo di messaggi positivi e di battaglie sociali.

Siamo in un altro mondo rispetto ai “We Shall overcome”, ai John Lennon di “Give peace a chance”, ai Woody Guthrie di “This Machine kills Fascists” o a tanto cantutorato italiano, tanta canzone di protesta, ma stiamo comunque parlando di artisti che si assumono una responsabilità di umanità. La colpa di Emma è stata dire, durante un concerto, quello che esprime da tempo, ovvero un messaggio di apertura verso i migranti, quell'”Aprite i porti” che è diventata una frase simbolo in un Paese sempre più chiuso su se stesso e spaventato.

Eppure, all’improvviso, qualcuno ha deciso che era il caso di insultarla, insultare una cantante che esprimeva un concetto, non solo dimostrando sessismo, come tanti tra i commentatori e, uno su tutti, il consigliere leghista che le chiedeva di aprire le gambe – come se fosse un’offesa che una donna possa aprire le gambe per godimento – ma dimostrando, ancora una volta, come non si conosce nulla di ciò di cui si parla, ma si aspetta che il vento porti alcune parole oltre i muri di un palazzetto.

Emma, infatti, è una di quelle artiste che non ha mai nascosto nulla del suo pensiero, che nel tempo ha parlato e cantati di migranti e femminicidio, e che qualche mese fa a Fanpage.it spiegava: “Io credo che un artista sia prima di tutto una persone, quindi libero di scegliere se parlare di determinati temi o meno, io sono anni che esprimo il mio pensiero su quello che succede, che sposo e abbraccio cause che ritengo importanti e che mi spingono a combattere per i diritti di queste persone. Rispetto gli artisti che non vogliono esporsi in merito, mi dispiace un po’ di più quando alcune cose vengono dette solo in momenti che ritengono opportuni, tutto qui”. Lo hanno già scritto Giulio Cavalli e Saverio Tommasi, lo ribadiamo anche noi: dieci, cento, mille Emma, che l’umanità sia con voi. Gli insulti potete tenerveli cari, insieme al disprezzo e al sessismo, non saremo mai come voi.

fonte Fanpage

Dopo il suo urlo “APRITE I PORTI” che ha fatto innervosire ed ha tirato fuori tutta la putrida bestialità dei leghisti, Emma Marrone chiude la vicenda con un fantastico: “NON SARÒ MAI COME VOI”…!

 

Emma Marrone

 

 

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Dopo il suo urlo “APRITE I PORTI” che ha fatto innervosire ed ha tirato fuori tutta la putrida bestialità dei leghisti, Emma Marrone chiude la vicenda con un fantastico: “NON SARÒ MAI COME VOI”…!

Emma Marrone alla fine di un suo concerto tenutosi qualche giorno fa ad Eboli decide di gridare al microfono il suo pensiero con un semplicissimo «APRITE I PORTI»…

Il suo messaggio ha innervosito non poco il popolo leghista, facendo uscire allo scoperto la loro più marcia, putrida bestialità.

Tanto per fare un esempio, tale sig. Massimiliano Galli, consigliere comunale della Lega di Amelia, in provincia di Terni, ha commentato un post Facebook con un signorile “Faresti bene ad aprire le tue cosce facendoti pagare per esempio”…

Ne è seguita valanga di insulti e minacce si stampo mafio-fascista, come è nel costume leghista. Una valanga di merdate che l’hanno colpita profondamente. Ma lei ha chiuso la vicenda con un fantastico e memorabile “NON SARÒ MAI COME VOI”.

Una grande chiusura. Potremmo dire uno scacco matto… Solo che le persone a cui è rivolto non hanno la né intelletto né dignità per comprendere l’umiliante sconfitta…!

Salvini fa un selfie propagandistico con una ragazza, ma lei lo fredda: “Posso dirti una cosa? Sei una m..da letale”…Chissà come andrà a finire, visto che la ragazza, al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…

 

Salvini

 

 

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Salvini fa un selfie propagandistico con una ragazza, ma lei lo fredda: “Posso dirti una cosa? Sei una m..da letale”…Chissà come andrà a finire, visto che la ragazza, al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…

Dopo il ragazzo che a Ozieri, in provincia di Sassari, si è avvicinato a Matteo Salvini con la scusa del selfie e che poi gli ha detto “più accoglienza, più 49 milioni”, ora al ministro dell’Interno tocca subire lo sfottò di una giovane. In Sardegna, dove il leader della Lega sta tirando la volata a Christian Solinas per le Regionali in programma domenica 24, Salvini compare in compagna di una ragazza. “Io mi fido di voi, io mi fido di lei” dice rivolto verso la telecamera.  A quel punto la ragazza, esibendo un grosso sorriso, chiede: “posso dire anche io una cosa?” e lo fredda con un “Sei una merda letale”.

Che succedetà ora alla ragazza che , al contrario di Salvini, non ha l’immunità parlamentare…?

Per ora la diciannovennte, che aveva pubblicato la storia su Instagram, ha ritirato il video …

Forse però Salvini avrà finalmente capito la lezione e la smetterà di farsi selfie ovunque e con chiunque.

QUI potete vedere il video pubblicato da Il Fatto Quotidiano

“Apriamo i porti”: Papa Franscesco si fa fotografare con la spilla anti-razzista… Un chiarissimo messaggio contro la crudele, disumana, barbara politica di Salvini!

 

Papa Franscesco

 

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“Apriamo i porti”: Papa Franscesco si fa fotografare con la spilla anti-razzista… Un chiarissimo messaggio contro la crudele, disumana, barbara politica di Salvini!

Credo che una notizia del genere debba occupare i primi posti tra quelle dei Tg e le prime pagine di tutti i giornali. Il Papa contro la crudele, disumana barbara politica razzista del capo in pectore di questo governo. Papa Francesco contro Salvini… Perchè il Papa è il Papa e se si lascia fotografare con quella spilla non è un caso. È un messaggio chiaro, c’è la volontà di dire la sua su una politica sudicia e intollerante.

Ma, invece, per i Tg l’approfondimento politico è scoprire il colore delle mutande di Virginia Raffaele… Perchè i nostri media quando si tratta di dare notizie contro i potenti del momento…

Da Globalist:

“Aprite i porti”: Papa Franscesco si fa fotografare con la spilletta anti-razzista

Don Nandino Capovilla, parroco a Marghera e impegnato sul fronte dell’accoglienza ha incontrato Bergoglio a Sacrofano

Lui è don Nandino Capovilla, parroco a Marghera (Venezia), da sempre impegnato in favore degli ultimi, dei poveri e dell’accoglienza.
Così il sacerdote si è avvicinato a Papa Francesco nel corso dell’incontro sulle Migrazioni a Sacrofano e ha raccontato. «Ha visto la spilletta che tenevo in mano e gliene ho spiegato il significato», racconta don Nandino, come riporta l’Avvenire . «Così Francesco l’ha presa e si è fatto scattare una foto tenendola in mano». C’è scritto: “Apriamo i porti!”. Al pontefice, riferisce il sacerdote Veneto, «la spilla deve essere piaciuta perché ha chiesto di tenere per sé quella con cui ci ha regalato l’emozione di questa foto».
Don Capovilla – ha sempre raccontato l’Avvenire – è in prima linea con la sua parrocchia in numerose iniziative d’accoglienza, indistintamente per italiani e stranieri. “non dimentichiamo – dice il sacerdote – che mentre l’attenzione viene spostata sul mare, c’è chi fa finta di non vedere l’altra rotta, quella balcanica, che passa proprio attraverso i nostri territori e ci impegna nel dare assistenza ai tanti profughi che continuano ad arrivare”.
Una settimana fa la rete solidale di cui don Capovilla è uno degli animatori, ha manifestato nel centro di Venezia con oltre tremila persone che hanno voluto esprimere il loro “no” ad ogni forma di odio e discriminazione. “Le parole del Papa – racconta il sacerdote veneto – sono per noi un grande incoraggiamento”.
“Di fronte alle cattiverie e alle brutture del nostro tempo, anche noi, come il popolo d’Israele, siamo tentati di abbandonare il nostro sogno di libertà. Proviamo legittima paura di fronte a situazioni che ci sembrano senza via d’uscita”, ha detto Bergoglio durante l’omelia della Messa celebrata venerdì pomeriggio a Sacrofano, per l’apertura del Meeting “Liberi dalla paura”, promosso e organizzato dalla Fondazione Migrantes della Cei, dalla Caritas Italiana e dal Centro Astalli, dal 15 al 17 febbraio.
L’esortazione è quella a “guardare oltre le avversità del momento, a superare la paura – ha aggiunto Papa Francesco – e riporre piena fiducia nell’azione salvifica e misteriosa del Signore”.

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/02/16/aprite-i-porti-papa-franscesco-si-fa-fotografare-con-la-spilletta-anti-razzista-2037563.html

Camilleri mette in guardia Salvini: “Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero”

 

Camilleri

 

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Camilleri mette in guardia Salvini: “Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero”

Lo scrittore del Commissario Montalbano ha lanciato ancora una volta un monito al leader della Lega “Attenzione ai grandi consensi irrazionali”

Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri torna a parlare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e lo fa in merito al crescente consenso che il leader della Lega sta conquistando.

Secondo gli ultimi sondaggi politici del 7 settembre infatti la Lega avrebbe raddoppiato i propri consensi rispetto alle elezioni del 4 marzo.

 Camilleri è stato ospite nella puntata di apertura della nuova stagione di “Circo Massimo” su Radio Capital dove nel corso del programma ha espresso il suo pensiero sul successo inarrestabile del Carroccio.

Intervistato da Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini lo scrittore ha detto: “Sono vissuto tanto da sentire le acclamazioni al teatro milanese a Benito Mussolini da quelle stesse persone che lo appesero sulla tettoia di un benzinaio. Attenzione ai grandi consensi. I grandi consensi irrazionali sono come le passioni irrazionali. Facile passare dalla grande passione amorosa all’odio”.

Lo scrittore del Commissario Montalbano ha ricordato che il consenso di Mussolini fu acclamato dalle stesse persone che poi lo appesero.

“Da tempo sto pensando di restituire le onorificenze, sono sempre lì lì per farlo. A 90 anni mi sono sentito estraneo alla mia patria come italiani siamo cambiati. Prima ci spacciavamo per italiani brava gente, oggi è molto difficile farlo. Era già un falso allora, figuriamoci oggi”, continua Camilleri.

Da giovane fascista Camilleri ricorda il periodo sotto il regime “Rischiamo di tornarci. Molto spesso vengono a trovarmi ragazzi del liceo e mi chiedono di spiegargli il fascismo. Mi atterrisce che la scuola o chi ne fa le veci non spenda una parola, o la spenda male, sul fascismo. E ho paura che l’araba fenice possa rinascere, non dalle sue ceneri ma dall’ignoranza”.

E parla anche dell’alleanza che il ministro dell’Interno italiano vuole costruire con il premier ungherese Viktor Orban “Anni fa il governo ungherese mi mandò un attestato, che conservo appeso al muro del mio studio, in cui mi ringraziavano per l’aiuto ai profughi ungheresi. Visto quello che sta facendo Orban, vorrei restituire anche questo. Alzare muri non significa solo chiudersi in casa con il proprio nemiconma mettersi dentro una cassa da morto. L’avvenire è per forza di cose un rinnovamento di pensiero. Se rifiutiamo questo, ci chiudiamo in una bara”.

Lo scrittore senza peli sulla lingua non risparmia nemmeno il Movimento 5 Stelle: “Non riesco a provare nessuna simpatia per il M5S. Sono bastati pochi mesi di governo per dimostrare la loro subalternità alla Lega. All’interno non hanno spinta ideale”.

E aggiunge: “Di certo non hanno preso provvedimenti di sinistra… Salvini impera e fa dei diktat, mentre il M5S va a rimorchio: se poteva avere una funzione, non l’ha voluta esplicare. O, peggio ancora, non l’ha potuta esplicare”.

E sulla sinistra? “È problematico dire che esiste ancora”, aggiunge Camilleri, “ma ha ancora ragion d’essere, e per questo sono certo che resisterà”.

Più fiducioso invece nei confronti dell’Europa: “Delusione profonda. Ma delusione profonda non significa totale fallimento, e quindi abolizione. L’Europa deve continuare a esistere, per forza di cose. L’Unità d’Italia era stata fatta perché era naturale che venisse fatta, e lo stesso vale per l’Europa. Ma un’unione non può nascere solo sul denaro: bisogna trovare idee comuni. Il manifesto di Ventotene conteneva idee”.

Camilleri aveva già espresso la sua preoccupazione per l’attuale governo, in un’intervista a Repubblica, lo scrittore siciliano aveva detto: “Il consenso per Salvini mi ricorda quello per Mussolini nel ’37. Italia ripiombata indietro”.

tratto da: https://www.tpi.it/2018/09/11/camilleri-salvini/?fbclid=IwAR3ZsrUKubqksBdWFqDtU_Hrf7LzpNW6GZ9n8ZarF1m2MFrX9lkwz1NN2oY

Abbassare i limiti di età per il processo. Devono andare a processo anche bambini di 12 anni… Lo ha proposto la Lega, il partito di Salvini, quello che a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

 

processo

 

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Abbassare i limiti di età per il processo. Devono andare a processo anche bambini di 12 anni… Lo ha proposto la Lega, il partito di Salvini, quello che a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

Lo strano caso della Lega – Chiedono di abbassare i limiti di età per il processo a 12 anni, ma il loro “capitano” a 45 anni non andrà a processo per il caso Diciotti… Ah, la coerenza…!

La Lega vuole che vadano a processo anche bambini di 12 anni

Arriva una legge targata Carroccio contro le baby gang. Abbassa il limite dell’imputabilità che oggi è 14 anni

Arriva una legge targata Lega contro le baby gang. Firmata da tutti i deputati del partito di via Bellerio presenti nella Commissione Giustizia. Sarà incardinata a breve ed è stata richiesta anche la firma del Movimento 5 stelle.

La Proposta di legge prevede di abbassare il limite dell’imputabilità da 14 a 12 anni. Al momento chi commette un reato sotto i 14 anni non viene considerato ‘punibile’. Ovvero “non assoggettato alla pena”, secondo il codice penale. “Ma” spiega uno dei firmatari del progetto di legge “un minore di 12 anni di oggi è diverso rispetto a quello di qualche anno fa. Bisogna aggiornare il codice e considerare la realtà”.

Il fenomeno delle baby gang

La fotografia è quella dell’aumento del fenomeno delle baby gang (secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza ne fa parte il 6,5% degli adolescenti) in città come Napoli, Milano, Roma, Bologna, Bari, Palermo. Ma è in crescita anche il fenomeno dei ‘baby boss’, ovvero di minori adescati dalla criminalità organizzata (anche dalla camorra e dalla mafia) per fungere da ‘pony express’ della droga o altro. Per non parlare dell’aumento degli episodi di tentativo di stupro, accoltellamenti e di bullismo.

Proprio per stroncare le baby-gang arrivano anche altre misure repressive. La prima: un minore che commette reati in gruppo – secondo la logica del branco – non avrà diritto ad alcuna premialità, ovvero sconti di pena. La seconda: avvalersi della facoltà di non intendere e volere sarà piu’ difficile, occorrerà fornire delle prove più stringenti. Oltre alla repressione la Lega punta sulla prevenzione. Ovvero sull’insegnamento con la reintroduzione dell’educazione civica come materia scolastica.

Resta in ogni caso curiosa la situazione di un pattito che vuole mandare a processo ragazzini di 12 anni, pur avendo un “capitano” di 45 anni che dai processi fugge…!

L’intervista a Padre Zanotelli di un anno fa – attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

 

Zanotelli

 

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L’intervista a Padre Zanotelli di un anno fa – attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

Padre Zanotelli attacca Salvini: “Tira fuori il peggio degli italiani”

Dialogo con il missionario promotore del digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti avviato come risposta di testimonianza per un’altra politica rispetto a quella sostenuta dal ministro italiano. “E’ semplicemente ridicolo parlare di invasione”

Il digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti cui si è giunto a impedire addirittura di scendere dalle navi si rivolge a tutti gli uomini e donne di buona volontà che non si riconoscono nell’attuale politica governativa di Salvini perché manca di umanità ed è basata sulla disinformazione. Lo ricorda a TiscaliNews il padre comboniano Alex Zanotelli animatore e coordinatore di questa manifestazione solidale con i migranti che vuole richiamare non solo le cattive politiche  con cui, a suo parere, Salvini danneggia l’Italia, ma ricordare l’esempio e la parola di papa Francesco diventato tanto popolare proprio per la sua vicinanza ai poveri e agli esclusi. Padre Zanotelli rileva lo stimolo di Francesco alla solidarietà. “Avete mai pianto – ricorda il padre missionario richiamando le parole di Francesco a Lampedusa – quando avete visto affondare un barcone di migranti?”. Si tratta del naufragio dei poveri e disperati – rileva Zanotelli – ma è anche il naufragio dell’Europa e dei suoi ideali di essere la patria dei diritti umani. La Carta della UE afferma: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata”.  Ma è così con le politiche del governo e di Salvini?

Il digiuno di Giustizia a staffetta  in solidarietà con i migranti mi pare rimasta iniziativa di una minoranza . Le politiche di Salvini contro i migranti pare riscuotere invece alto gradimento. Non pensa che la vostra iniziativa sia inutile o velleitaria?

E’ chiaro che l’attenzione della gente e dei media è diffusa nei confronti di un dirigente di primo piano dell’attuale politica italiana che riesce a bucare la tv.

Ma proprio per questo è importante reagire a una politica sbagliata e ingiusta che non condividiamo. Il Digiuno di Giustizia in solidarietà con gli immigrati è per dire che non siamo d’accordo. Ci sono tante comunità di suore e religiosi che lo fanno lontano dai riflettori e altri che lo fanno in piazza come testimonianza pubblica di un dissenso. Mentre digiuniamo è importante aiutare la gente a capire il pericolo che stiamo correndo con le politiche di Salvini. Proprio perché è diffuso un sentimento contrario ai migranti cerchiamo di dare una risposta partendo da una informazione oggettiva e non ideologica verso persone che si trovano in una situazione di grande vulnerabilità a cui non si possono addossare i nostri mali.

Il Governo di Salvini si vanta di aver risvegliato lì Europa alla comune responsabilità di fronte al fenomeno immigratorio. Non le pare un positivo risultato?

Sotto questo aspetto occorre dare ragione a Salvini nonostante non sia né l’unico né il primo a criticare l’Europa. Non è sufficiente criticare l’Europa perché aiuta poco l’Italia a fare fronte agli sbarchi. L’Europa va criticata perché finora è rimasta a guardare  l’enorme problema degli immigrati e non è stata in grado di mettere in campo una politica comune di solidarietà. E’ una vergogna per l’Europa aver tradito i suoi ideali umanistici. Ci sono Paesi che ancora non hanno fatto nulla per rifugiati e immigrati oltre a mettere filo spinato. Paesi cui si ispira anche Salvini.
Ma usare i poveracci che bussano alla nostra porta per ricattare l’Europa non è un modo per aiutare i poveri che arrivano da noi. Si sposta la responsabilità verso altri. Occorre riuscire a mettere insieme accoglienza e politiche condivise, mentre finora i vari Paesi fanno a gara per scaricare i migranti.

Perché secondo lei i migranti sono diventati d’improvviso la causa prima dei mali sociali degli italiani in primo luogo della povertà e della mancanza di lavoro?

Il nostro governo come altri in Europa spostano l’attenzione dei cittadini sugli immigrati per far fronte al momento di grave difficoltà della politica. La politica non fa più politica per la gente ma è prigioniera dei poteri finanziari e delle richieste economiche di chi conta. Pertanto la politica non è in grado di ripartire equamente le risorse che pure non mancano tanto è vero che chi è ricco in questi tempi aumenta la propria ricchezza. Si tratta di avviare politiche di redistribuzione. Si cercano perciò capri espiatori che procurano un facile consenso a politiche che restano parolaie. Salvini si sta dimostrando molto abile a giocare sulla pancia della gente che soffre e addita loro la possibile causa del disagio comune. La gente pensa di risolvere i suoi problemi aggredendo altri poveri mentre gli affari dei benestanti vanno a gonfie vele.
Avveniva così anche negli anni Trenta del secolo scorso in Germania: lo scontento sociale si addossava agli ebrei, fatti apparire come causa di tutti i mali della nazione.

I tanti fans di Salvini sostengono che bisogna resistere all’invasione degli africani. Voi invece non temete l’invasione?

E’ semplicemente ridicolo parlare di invasione. In Europa gli abitanti sono 500 milioni e le persone immigrati sono al massimo 300mila: una goccia nel mare. Eppure ne abbiamo una paura terribile. L’ONU informa che il maggior numero di rifugiati (86%) sono accolti in Paesi  africani e in altri Paesi poveri come il Libano dove sono stati accolti 1,5 mln di profughi siriani. Sono i poveri che accolgono. E’ mai possibile che Paesi che vivono nell’opulenza non accolgano volentieri? La fortezza Europa si manifesta come un sistema egoista dove scoppia il razzismo. Questa gente che viene a noi nel bisogno ci rivela che siamo razzisti. Nei secoli ci siamo sentiti superiori e identificati con la civiltà, la filosofia, il sapere, la scienza, lo sviluppo dopo aver attinto tante risorse ai Paesi che giudicavamo non sviluppati. Adesso che quei popoli arrivano da noi traballiamo e viene a galla il senso di superiorità che abbiamo. Vale per noi come per gli Stati Uniti. Per guarire occorre riconoscere che siamo razzisti non essendo capaci di accoglierli dopo averli dilapidati.

tratto da: https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/zanotelli-attacca-salvini/

Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

 

Zanotelli

 

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Padre Zanotelli: “Come può un cristiano votare Lega?”

Padre Zanotelli dice la sua in occasione della presentazione del suo libro “Prima che gridino le pietre”. Un pamphlet che denuncia le storture del decreto sicurezza e il razzismo di Stato: “Non possiamo girarci dall’altra parte, è nostro obbligo morale e civile resistere a queste politiche”. Basta con l’idea del migrante come capro espiatorio: “Dobbiamo far capire ai cittadini chi sono i responsabili della crisi”. La disobbedienza? “È giusta, come nel caso di Mimmo Lucano”. 

“Questo libro nasce dall’esigenza di un confronto forte e deciso con il razzismo e la xenofobia che ci stanno travolgendo. Dobbiamo farlo insieme, credenti e laici, dobbiamo riappropriarci di quella che il pastore danese Kaj Munk, luterano antinazista, ucciso come un cane nel 1944, definiva santa collera”. È l’incipit dell’ultima fatica di padre Alex Zanotelli, un pamphlet (dal titolo Prima che piovono le pietre. Un manifesto contro il razzismo, edito da Chiarelettereche vuole contrastare quel che definisce “l’imbarbarimento del linguaggio” nel Paese. Di recente, ha sostenuto la candidatura di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace sotto processo, a Nobel per la Pace: “Sono con lui, è un nostro dovere disobbedire alle leggi ingiuste”.

Padre, nel testo lei parla di “razzismo di Stato”. Quali sarebbero i provvedimenti o gli episodi incriminati a tal punto da portare a una tale affermazione? 

Non è un termine da me coniato, già un libro di Piero Basso ha questo nome e in materia ci sono molti contributi internazionali. Viviamo una fase nel quale cresce di giorno in giorno la xenofobia nei confronti del diverso. Ma dobbiamo essere sinceri: parte tutto da lontano, dalla legge Turco-Napolitano sull’immigrazione. Non dobbiamo dimenticarci le responsabilità del centrosinistra che ha preparato il terreno alle peggiori destre inaugurando i Centri di detenzione (CIE) e spianando la strada alla Bossi-Fini, una legge immorale e anticostituzionale perché non riconosceva i migranti come soggetti di diritto ma solo come forza lavoro a basso prezzo. Poi abbiamo avuto Minniti che ha fatto sì che rimanessero imprigionati 700-800mila migranti africani nelle mani dei libici: persone rinchiuse in prigione, torturate e seviziate. Siamo alla palese violazione di ogni diritti umano. Per ultimo è arrivato il “decreto insicurezza” di Salvini. Un testo che, al di là della propaganda, aumenta l’irregolarità nel Paese regalando braccia, e nuovi schiavi, al caporalato sia al Nord per l’edilizia sia al Sud per l’agricoltura.

Sia Minniti che Salvini le risponderebbero che il flusso dei migranti andava gestito in qualche modo e che l’Italia si è trovata sola di fronte a questo problema perché abbandonata dall’Europa. Come replica? 

È evidente che l’Europa non ha fornito nessun ausilio e ciò è gravissimo. Ma qui entriamo nel nodo centrale della questione: i numeri ci vengono in aiuto. Oggi l’Onu riconosce nel mondo come rifugiati e profughi ben 65 milioni di persone. Di questi, l’86% sarebbe accolto da Paesi poveri. Il Libano, che ha sei milioni di abitanti, ha aperto le porte ad un milione e mezzo di siriani. Il Kenya, altra nazione povera, ha accolto un milione e mezzo di somali che scappano dalla guerra. L’Uganda è stata ospitale con un altro milione e mezzo di sud sudanesi. In questo contesto, non è concepibile che 500 milioni di persone che vivono sostanzialmente bene – perché in Europa si sta meglio che in altre parti – non siano in grado di accogliere qualche milione di gente che fugge da carestie, epidemie e guerre terribili come in Siria e Afghanistan.

L’Europa sta attraversando un periodo di crisi economica e il conseguente impoverimento generale ha reso possibile l’avanzata di quella destra populista che foraggia la guerra tra poveri e vede nel migrante il nemico da contrastare. Come si rompe questa narrazione? Qual è la ricetta per uscirne? 

È la mancanza di politica che fa scoppiare le contraddizioni e le bombe sociali, soprattutto nei quartieri periferici e più poveri. Da anni, chiunque vada a governare è succube dei poteri finanziari e delle banche. Si sentono tanti proclami ma la realtà resta questa: persino la “manovra del popolo” è stata scritta a Bruxelles. Dato che i politici non cambiano lo status quo puntano il dito contro il migrante, il perfetto capro espiatorio. Qui, invece, toccherebbe intervenire sulla crescente diseguaglianza: la forbice tra i pochi ricchi e i tanti poveri si allarga a dismisura. I cittadini hanno ragione ad essere arrabbiati, la politica dovrebbe farsene carico e modificare il sistema economico/finanziario mentre non vi è traccia.

In una parte del libro definisce le giornate di Genova 2001 come uno spartiacque. Cosa intende?

A Genova è stato ammazzato un movimento straordinario, popolare e non violento. Un movimento che aveva ragione – oggi si può dire con convinzione – e che ha messo paura al governo e alla destra, per questo è stato brutalmente represso. Dopo il 2001 ci siamo persi per strada. Non siamo più riusciti a costruire un’alternativa possibile e di massa.

Nel pamphlet c’è anche un elogio alla disobbedienza. In termini operativi cosa si può fare per contrastare quei provvedimenti del governo che lei definisce razzisti, incostituzionali ed immorali? 

Nel diritto esiste una gerarchia delle fonti: penso sia legittimo disobbedire ad una legge ordinaria se lo si fa guardando ad una legge superiore, come alla Costituzione. Nella storia ci sono stati uomini, penso a Martin Luther King o Gandhi, che grazie alla disobbedienza hanno ottenuto risultati significativi e sono riusciti a cambiare il corso della storia. Oggi viviamo in una fase in cui è altrettanto importante battersi in prima persona. E allora ben vengano le persone che aiutano i migranti a passare il confine dall’Italia alla Francia sulla neve. O ben venga il modello di accoglienza di Mimmo Lucano nella sua Riace. Si processa il reato di solidarietà quando, in realtà, l’azione è giusta e legittima. Bisogna moltiplicare tali condotte, ovviamente sempre non violente, perché sono un antidoto per sconfiggere politicamente e culturalmente la barbarie xenofoba che avanza.

Immagino avrà seguito la querelle tra il governo e Famiglia Cristiana che ha pubblicato una copertina eloquente con su scritto: “Vade retro Salvini” a proposito della mancata accoglienza dei migranti in mare. In questa fase qual è il ruolo della Chiesa?

Trovo assurdo che un cristiano voti la Lega. Per questo, ritengo che la Chiesa abbia sicuramente un ruolo importante e che, a volte, sia ancora troppo timida. C’è un Papa straordinario che sull’accoglienza ha preso posizione e così esistono decine di vescovi coraggiosi che stanno rilanciando nella società i valori di coesione e solidarietà nei confronti del prossimo. Riflettiamo sulle tante parrocchie in giro per l’Italia che aiutano concretamente i poveri e i migranti. Però non è sufficiente. Molti altri ecclesiastici preferiscono il silenzio o sono addirittura complici. La Lega non esiste da oggi – sono quasi trent’anni che è nelle istituzioni e che propina odio e rancore – eppure nessun episcopato in Piemonte, Veneto o Lombardia ha mai scritto un documento denunciandone il pericolo. Ciò la dice lunga sul comportamento di una parte della Chiesa.

(21 dicembre 2018)
tratto da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/padre-zanotelli-come-puo-un-cristiano-votare-lega/