L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

Repubblica

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L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane… Il Bonus asilo nido? L’ultima crudele, vergognosa presa per i fondelli!

 

L’Italia, la Repubblica dei bonus e delle banane…

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

Questo lunedì ha preso il via una sorta di demenziale corsa all’oro di Pulcinella, denominata “Bonus asilo nido”. Trattasi dell’ennesimo, surreale, provvedimento con il quale, a mio avviso, l’attuale maggioranza di Governo cerca mi mettere una toppa ad una più che evidente perdita di consensi. Ma lo fa continuando ad inseguire il dilagante populismo, che, notoriamente promette miracoli ben più sostanziosi, elargendo manciate di milioni di euro sempre più a casaccio.

Tanto è vero che, come rileva correttamente in un suo post su Facebook la giornalista televisiva Flavia Fratello, lo stesso bonus non prevede alcun criterio selettivo. Non si fa alcuna distinzione di reddito per i nati dopo il 1° gennaio 2016, tanto che non è richiesta alcuna documentazione al riguardo. Tutto si baserà sulla velocità con la quale i richiedenti presenteranno la relativa domanda all’Inps, secondo il principio italiota del “chi tardi arriva, male alloggia”. Nel senso che data l’esiguità del tetto di spesa previsto per questa incredibile operazione Pulcinella, appena 144 milioni, le domande in esubero verranno immediatamente cestinate nel momento in cui si esaurirà la copertura finanziaria.

Ora, a parte il profondo errore politico di continuare a ricercare consenso a buon mercato a colpi di mancette elettorali, in questo caso il pasticcio appare piuttosto grave, generando una sorta di corsa all’oro tra tutti i ceti sociali, con la prospettiva di emulare il famoso “Superciuk”, popolare personaggio di un diffuso fumetto degli anni Settanta che rubava ai poveri per regalare ai ricchi. Tutto questo, unito alla estenuante questione dei costi della politica, non può che alimentare quella crescente invidia sociale su cui soprattutto il Movimento Cinque Stelle conta molto.

Invidia sociale la quale, in verità, nel Paese dei furbi, dei bonus e delle banane ha una più che fondata ragione di esistere.

(di Claudio Romiti – opinione.it)

Giorgio Cremaschi: “Caro PD, attentare al diritto allo sciopero È FASCISMO. Fascismo autentico!

diritto allo sciopero

 

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Giorgio Cremaschi: “Caro PD, attentare al diritto allo sciopero È FASCISMO. Fascismo autentico!

Caro PD, attentare il diritto allo sciopero è Fascismo. Fascismo autentico.

di Giorgio Cremaschi

In pochi giorni il PD di Renzi, ma anche il sistema politico e mediatico che lo sostiene, hanno innalzato bandiere di segno opposto, sulgli stessi temi, quasi contemporaneamente. Mentre in parlamento i piddini, in realtà senza grande impegno, sostengono lo Ius Soli, Renzi fa suo lo slogan di Salvini: Aiutiamoli a casa loro. Del resto le leggi Minniti nemmeno la Lega le avrebbe potute superare in ferocia.

Il renziano di ferro Fiano presenta una legge contro l’apologia del fascismo e del nazismo, ma intanto il governo Gentiloni intensifica i rapporti col governo Ucraino che con ministri fascisti e la presidente Boldrini esprime solidarietà e condivisione in un incontro con uno dei leader neonazisti di quel paese. E i fascisti venezuelani per il PD sono combattenti per la libertà.

Mentre il governo concorda con la UE la prossima finanziaria lacrime e sangue, magari differite a dopo le elezioni, Renzi chiede di bocciare il fiscal compact, sostenuto da quel partito che il 25 aprile ha sfilato a Milano mascherato da blu UE E che resta fanatico dell’Euro.

Ovviamente i fascisti ed i razzisti dichiarati, così come i fanatici dell’europeismo più ottuso, insorgono nelle rispettive competenze, facendo così pienamente la parte loro assegnata nel teatrino renziano.

La realtà è che nulla di tutto questo dovrebbe essere preso sul serio perché il PD è passato dal culto del bipolarismo elettorale alla politica bipolare cioè alla schizofrenia delle sue posizioni. Nulla è serio e coerente nel PD, tranne l’attacco ai diritti del lavoro. Così c’è un progetto su cui Renzi e il palazzo politico mediatico stanno lavorando alacremente e senza contraddizioni: colpire il diritto di sciopero. Qui Marchionne, Renzi, Berlusconi e la grande stampa si trovano uniti, e sono benedetti dalle istituzioni europee e dai governi che stanno facendo altrettanto. Colpire il diritto di sciopero mentre si scatenano le politiche di austerità è il più autentico atto di fascismo che si possa fare oggi. E lo fanno quelli che vogliono colpire l’apologia del fascismo di ieri.

da: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-caro_pd_attentare_il_diritto_allo_sciopero__fascismo_fascismo_autentico/6121_20817/

L’Italia va a fuoco? Per rinfrescarVi la memoria, ecco la Lettera aperta a Renzi dal Comandante Regionale Umbria del Corpo Forestale: “Renzi sopprime il Corpo Forestale? Ecomafie e OGM ringraziano”…!

Corpo Forestale

 

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L’Italia va a fuoco? Per rinfrescarVi la memoria, ecco la Lettera aperta a Renzi dal Comandante Regionale Umbria del Corpo Forestale: “Renzi sopprime il Corpo Forestale? Ecomafie e OGM ringraziano”…!

 

Lettera aperta a Renzi dal Comandante Regionale Umbria del Corpo Forestale

Pubblichiamo questa lettera scritta dal Comandante Guido Conti, pubblicata sulla sua bacheca Facebook.

Una lettera importante, perchè non solo mette a nudo delle criticità importanti nella scelta del governo di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato, ma evidenzia anche il disaccordo tra i “fratelli” d’Italia. Chi ha orecchie per intendere…

Evidentemente c’è una buona parte di questi “fratelli”, che non si rispecchia nella cessione di sovranità e nella svendita o soppressione delle cose che fanno, di un territorio, uno stato. Forse, magari, c’è un po’ di resistenza anche nella fazione vincente. Chissà che non sia così?

La lettera fa comunque onore al Comandante. Pubblichiamo anche un articolo in cui le questioni evidenziate dal Comandante Conti, possono essere approfondite, e inseriamo anche il link dove potrete firmare la petizione contro la sciagurata soppressione del Corpo Forestale, corpo che, come ci ricorda il Comandante, è in pareggio di bilancio, ovvero, non costa una lira allo Stato.

LETTERA APERTA

Sig. Presidente del Consiglio,

NOI siamo il CORPO FORESTALE DELLO STATO,

Mio Padre era un Ispettore Generale del Corpo Forestale dello Stato. Ed ha dedicato 40 anni della propria vita al CFS. Trasmettendo a me nessuna ricchezza. Ma un testimone morale. Fatto di passione, rettitudine, amore per la natura e il Corpo che la difende. All’epoca ha rimboschito, piantato e fatto piantare milioni di alberi. Srotolava tutto contento progetti su progetti di rimboschimenti di montagne brulle e arse in ufficio e a casa sul tavolo in tinello. Resuscitandole a nuova vita. Ricordo l’energia e l’attenzione che poneva nel percorrere, ispezionare, consigliare, dettare, manco fosse roba Sua. Ma poi capii che lo era. Anche Sua. Nostra. Compresi li osservando, il concetto di Bene Comune. E di sacralita’ del lavoro. Migliaia gli operai impiegati nei cantieri a far buche in montagna. A rinverdire sistemare proteggere. Ero ragazzino, e un giorno mentre eravamo nella faggeta di Val Fondillo in Abruzzo mi permisi di chiedergli come mai andava poco… a messa. Avevo 10 anni. Stette un istante, mi guardo’ sorridendo che ancor mi pare di vederlo, poi serio aggiunse: “Io Nostro Signore lo incontro qui. Queste sono colonne, e guardo’ gli alberi, di una cattedrale talmente potente che mai nessun essere umano potra’ edificare.” Si giro’, e proseguì il collaudo di quel bosco. Come se niente fosse. come se fosse normale, parlare cosi’, ad un ragazzino di dieci anni. Io ho continuato, umilmente, a percorrere le Sue orme. In quello stesso bosco ideale. Districandomi pero’ non tra selve, ma tra leggi, indagini, intercettazioni, fascicoli, che parlano di traffici di rifiuti pericolosissimi, di acque avvelenate, di corruzioni e tanta tanta fatica, per il bene di tutti quei bimbi, di quegli uomini e donne, che lottano ogni giorno contro malattie nuove, Oncologiche le chiamano, senza sapere come l’abbian contratte. Noi , Sig, Presidente, io e i miei soliti quattro gatti, crediamo di saperlo, come. Al sentire Ella, giorni fa decretare con animo lieto e, mi consenta, assoluta misconoscenza, lo scioglimento di una istituzione benemerita bisecolare e carica solo di DIGNITA’ , abnegazione ed efficienza, mio Padre è morto due volte. Ed insieme a lui decine di migliaia di uomini che nella nostra Missione, perche’ tale e’ lo spirito che ci anima, hanno creduto e credono. E questo non posso permetterlo. Senza battermi fino in fondo. Perche’ trionfino equilibrio e buon senso. Me lo chiedono la Sua memoria e la dignita’ di uomini e donne che hanno creduto e credono in quello che fanno. A volte fino al sacrificio della propria vita. Che fosse tra le fiamme o in conflitto a fuoco, a soccorrer sepolti tra le macerie o roteando spericolatamente sulle fiamme alte a bordo di mezzi aerei. Rifletta, Sig. Presidente, unitamente magari a qualche Suo cattivo consigliere. Perché tra l’altro Ella sta tagliando l’unica fdp con il bilancio…in pari. Che non costa nulla. E non ha debiti. Al contrario di infinite e voraci partecipate regionali e statali ad esempio, o dei tanti carrozzoni sacche di sperpero e sottopolitica. Noi non si fa questo mestiere… per un piatto di lenticchie. Ne viceversa per trenta denari. Non si fa per speranza di chissa’ qual premio. Ne per timor di punizioni. Si fa per INTIMO convincimento. Le cose buone non si gettano, soprattutto le poche rimaste. Si migliorano, si accudiscono e fortificano. A maggior lustro della Nazione, ed in amore e in difesa delle cose piu’ belle e sacre del Creato. E dei fratelli Italiani.
Io e i miei collaboratori Le auguriamo tutti di cuore buon lavoro. E migliori consigli.
Viva il Corpo Forestale. Viva l’Italia

Renzi sopprime il Corpo Forestale, ecomafie e OGM ringraziano

L’annunciata intenzione del governo Renzi di sopprimere il Corpo Forestale della Stato è stata ribadita ieri con l’approvazione del DDL del ministro Madia da parte della Commissione Affari Costituzionali.

Nei mesi scorsi sempre il ministro Madia su pressione di Renzi, aveva lavorato alla preparazione di questo Disegno di Legge che ha come oggetto la riforma della Pubblica amministrazione.

Questo disegno di legge oltre ai vari ingiustificati tagli prevede anche la chiusura del Corpo Forestale portando i corpi di polizia da cinque a quattro.

E’ allucinante pensare che un corpo come quello della Forestale sia sopravvissuto per 192 anni, lasciandosi alle spalle grandi successi ed enormi difficoltà, l’unificazione d’Italia, 2 guerre, il passaggio alla Repubblica e svariate crisi, per arrivare ad essere soppresso dal governo di un ex-boyscout quale era Matteo Renzi, una volta cacciatore di piste e adesso a caccia di continui tagli e conseguenti riconoscimenti e medaglie per legittimare l’esistenza del suo governo, tengo a precisare da nessuno eletto.

La soppressione del CFS contenuta nel disegno di legge, sarà l’ennesimo spot elettorale di Renzi che potrà così realizzare nella sua presentazione, una bella slide con su scritto: “Ridotti i corpi di polizia.”

Quel che non dice è che la soppressione del Corpo Forestale non porterà a nessun reale risparmio, benefici in termini economici non ce ne saranno, in quanto i dipendenti del corpo verranno comunque accorpati alla Polizia Statale, ma andranno perse importantissime competenze e conoscenze specifiche legate al territorio e all’ambiente.

Basti pensare che solo l’ufficio per la biodiversità del CFS, una volta chiamato Azienda di Stato per le Foreste demaniali, attualmente gestisce 130 riserve naturali tra le più importanti in Italia. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, la foresta di San Antonio e Vallombrosa, l’Abetone, la Foresta di Tarvisio solo per dirne alcune. Così in cambio di zero risparmio lo smembramento di questo sistema gestito dal CFS avrebbe gravissime conseguenze sulla tutela ambientale.

Ma la conseguenza peggiore che seguirebbe dalla cancellazione del Corpo Forestale Statale, di cui pochissimi parlano, è che verrà fatto un vero proprio regalo alle ecomafie e agli inquinatori ambientali che della distruzione del territorio ne hanno fatto un business e una lucrosissima attività, naturalmente a danno della collettività. La Polizia Forestale in tutti questi anni è stata ed è di particolare aiuto ai magistrati che sono impegnati nelle inchieste sullo smaltimento illecito di rifiuti.

Grazie alla loro presenza e alla profonda conoscenza ambientale del territorio, negli anni si sono impediti danni e veri e proprio disastri ambientali. Sono molteplici le inchieste a cui il CFS ha partecipato a fianco della magistratura.

Così come sono molteplici le attività di prevenzione che compiono gli uomini del CFS come ad esempio il servizio di vigilanza e soccorso alpino, il controllo periodico e capillare dello stato di salute dei nostri corsi e bacini d’acqua dolce, la salvaguardia boschiva, l’insegnamento nell’ambito scolastico e civile delle buone pratiche ambientali, la realizzazione di progetti sperimentali per l’abbattimento delle emissioni gassose di CO2, lo studio e lo sviluppo di sistemi di riscaldamento a biomassa ed ecosostenibili.

In questi anni la Forestale inoltre è stata sempre più spesso impegnata su tutto il territorio nazionale nel verificare l’applicazione della normativa in materia OGM. In particolare nell’ultimo periodo l’attenzione dei forestali si è concentrata per impedire la semina di campi transgenici di mais e prevenire gli illeciti nelle contraffazioni agroalimentari presenti sul nostro territorio.

Il Ministro Madia e Il Primo Ministro Renzi, in vista delle prossime elezioni potranno aggiungere anche questa voce alla loro bella presentazione; naturalmente coi sentiti ringraziamenti delle ecomafie, degli OGM, dei distruttori e degli inquinatori del nostro territorio. (fonte: http://www.pressenza.com/it/2015/03/renzi-sopprime-il-corpo-forestale-ecomafie-e-ogm-ringraziano/)

tratto da: http://www.coscienzeinrete.net/politica/item/2345-lettera-aperta-a-renzi-dal-comandante-regionale-umbira-del-corpo-forestale

 

5 milioni di poveri assoluti, ma il PD regala miliardi alle banche…!

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5 milioni di poveri assoluti, ma il PD regala miliardi alle banche…!

In Italia i poveri assoluti sono quasi 5 milioni, ma il governo Gentiloni, esattamente come quello di Renzi, ha deciso che le banche sono più importanti, che sono loro la vera emergenza a cui far fronte.

Fatalità i dati Istat arrivano proprio nei giorni in cui il governo PD, con il suo vergognoso decreto sulle Banche venete, regala 5 miliardi a Banca Intesa, che si aggiungono ai 12 miliardi a rischio sui crediti deteriorati e i contenziosi degli istituti veneti.

L’anno scorso i poveri assoluti erano 4 milioni e 598 mila, oggi sono 4 milioni 742 mila. E’ il dato più negativo dal 2005 ad oggi e crescono pure le persone in povertà relativa che passano da 8 milioni 307 mila a 8 milioni 465 mila. Sono persone in carne e ossa, ma per il governo sono solo numeri.

Il governo Gentiloni, in linea con Renzi, continua a proporre misure del tutto insufficienti per aiutare le persone e le famiglie che sono in grave difficoltà economica. E’ un dato di fatto che la politica abbia trascurato per troppo tempo l’argomento, nascondendosi dietro la scusa della mancanza di risorse economiche. Poi però per aiutare le banche le risorse si trovano sempre: dal 2011 i governi hanno regalato in totale alle banche 85 miliardi di euro, ai cittadini italiani in condizioni di povertà solo briciole! Eppure una strada diversa è possibile. Bisogna smettere di pensare alla logica dei bonus, ora più che mai bisogna aprire un dibattito serio sulla necessità di introdurre una misura di sostegno al reddito collegata alla formazione e al reinserimento nel mondo del lavoro, come il reddito di cittadinanza del MoVimento 5 Stelle, che giace in Commissione da oltre 2 anni e mezzo proprio per colpa del governo e della maggioranza.

E’ proprio l’ISTAT a certificare che la proposta del MoVimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza costa 14,9 miliardi e che servirebbe ad azzerare la povertà più grave senza dispersione. I soldi non possono essere una scusa. Le famiglie vanno aiutate ora perché non possono più aspettare.

Da beppegrillo.it

Marco Lillo: con la scusa di una denuncia dell’indagato Romeo mi hanno perquisito 4 case, la macchina, l’ufficio, il computer. Hanno perquisito perfino mio padre di 96 anni. Non quello del leader Pd…!!!

 

Marco Lillo

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Marco Lillo: con la scusa di una denuncia dell’indagato Romeo mi hanno perquisito 4 case, la macchina, l’ufficio, il computer. Hanno perquisito perfino mio padre di 96 anni. Non quello del leader Pd…!!!

Marco Lillo: «Hanno perquisito anche mio padre di 96 anni. Non quello del leader pd»

«Sulla base di una denuncia per diffamazione fatta dall’indagato Romeo (per me un pretesto) hanno perquisito 4 case, la mia macchina, l’ufficio, persino il computer del grafico»

«Hanno perquisito me, che non sono indagato, mio padre di 96 anni, la mia compagna e la mia ex. E non hanno perquisito Tiziano Renzi che invece è indagato». Marco Lillo, il giornalista de Il Fatto Quotidiano, autore del libro-inchiesta sulla Consip, Di padre in figlio, si dice «allibito». E chiede: «Vi rendete conto che è grave? Hanno cercato in tutti i modi di carpire le mie fonti».

Molti penseranno: se ne accorge ora che tocca a lui.
«Si, ho letto parole di soddisfazione anche per la perquisizione di Federica Sciarelli, che i pm di Roma accusano di avermi fatto da tramite con il pm Woodcock. E che invece so essere innocente».

Da frasi citate da La verità sembra che la Sciarelli ora ce l’abbia con lei. L’ha risentita?
«Oggi. Ma in quel momento stavo entrando dai finanzieri. Ha detto solo: “Avrai letto. Ma, come sai, io non parlo con nessuno…”».

Il tono era arrabbiato?
«Non mi sembrava. Non credo abbia detto che vuole strozzarmi. Anche se è a causa mia che le hanno preso il cellulare. Ma se avessero avuto le intercettazioni, invece dei tabulati, avrebbero capito di avere sbagliato. Io le ho chiesto se Woodcock era a Roma nel giorno della perquisizione alla Consip e lei mi ha detto no. Invece c’era, e il giorno dopo abbiamo riso».

Dalle celle telefoniche hanno visto che eravate vicini. Vi siete incontrati?
«Io ci abito in Prati, vicino alla Rai. Secondo me, anche la procura sa di avere sbagliato».

Mica se la prenderà con le procure?
«No. Non ho nulla da dire nemmeno sui finanzieri che mi hanno perquisito. Hanno capito la delicatezza di entrare nella stanza di mio padre che dormiva. Sono stati gentili, professionali. Però…».

Però?
«Però noto una disparità».

Quale disparità?
«Tra la famiglia Lillo e la famiglia Renzi».

Ovvero?
«Sulla base di una denuncia per diffamazione fatta dall’indagato Romeo (per me un pretesto) hanno perquisito 4 case, la mia macchina, l’ufficio, persino il computer del grafico. Invece al padre e agli amici di Renzi nessuno ha chiesto chat e telefonini. Non sarebbe stato interessante capire di più sulla fuga di notizie che ha rovinato l’inchiesta Consip, per la quale sono indagati il ministro Lotti e il comandante generale dei Carabinieri Del Sette?».

Le hanno trovato documenti segreti?
«Non ne ho. Le informative le avete pubblicate prima voi del Corriere».

E la telefonata tra Renzi e il babbo che riporta nel libro?
«Ho avuto una “dritta”. E il mio lavoro è raccontare fatti di interesse pubblico. Spero di scrivere un altro libro sul perché non chiedono con la stessa forza a Tiziano ciò che Matteo gli contesta: la “verità che non ha detto a Luca”».

fonte: http://www.corriere.it/politica/17_luglio_06/marco-lillo-hanno-perquisito-anche-mio-padre-96-anni-non-quello-leader-pd-e5443cd8-61c1-11e7-bdfb-e027df3feb8d.shtml

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

Paragone

 

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Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

 

di Gianluigi Paragone (Facebook)

Ora Matteo Renzi spieghi perché il suo Pd (assieme a Forza Italia, Nuovo centrodestra e altri) ha respinto la proposta del Movimento 5 stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari arrestati. Si trattava di una sospensione temporanea. Tra l’altro giustificata dal fatto che se uno non lavora in aula (se è agli arresti…) non è giustificata l’indennità. Non solo.

Bisogna smetterla col fatto che i politici abbiano una busta paga sempre ballerina quando si tratta di rispondere alla domanda: ma quanto guadagni? Perché non basta la remunerazione in senso stretto, ci sono altre voci allegati che compongono l’emolumento totale che vengono sempre sottaciute o balbettate. Basta, no? Nel caso specifico dei parlamentari arrestati già siamo in presenza di un “tradimento politico”, ora si aggiunge la beffa delle indennità corrisposte. Ma corrisposte per fare cosa? Per fare gli interessi della collettività o per fare interessi particolari?

Perché allora questa proposta di buon senso etico – non è una parolaccia, cari politici… – è stata bocciata? Spiegatelo guardando in faccia i vostri elettori. Poteva essere un segnale di rottura rispetto all’idea di casta. Questo non è un pessimo esempio. Un pessimo andazzo.

Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

governo

 

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Come il governo “Gentiloni-Renzi” sta uccidendo l’agricoltura al Sud

Con la forzatura dell’accordo denominato “Ceta”, il governo e il Pd vogliono dare il colpo mortale alla nostra agricoltura. Con l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, infatti, 40 mila posti di lavoro nel comparto rischiano di scomparire.

“il governo di Renzi e Gentiloni sta svendendo gli ultimi lembi di sovranità alle multinazionali della finanza massonica mondiale. Per questo il Parlamento si deve opporre in tutti i modi. Il presidente Grasso rinvii e metta nel cassetto la ratifica di questo colpo di grazia per gli agricoltori, a partire dalla Sicilia di cui lo stesso Grasso si candida ad essere governatore.
Non credo voglia passare alla storia come colui che ha affossato definitivamente l’agricoltura nell’Isola”.

Così il deputato Alessandro Pagano della Lega. ”Entrando nel merito, tutti sanno ad esempio come la concorrenza spietata del grano canadese, di cui l’Italia è il principale Paese di riferimento per l’export, rappresenterà il “de profundis” per la categoria in Italia. Senza considerare la beffa della qualità che è pessima, un rischio per la stessa salute dei consumatori visto che viene preparato con sostanze vietate in Europa, salvo essere poi spesso tagliato con il grano italiano, che ha zero tossine, per aggirare i vincoli europei. In tutto ciò, che fine ha fatto la legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta? Renzi si riempie la bocca sul Sud, ma nei fatti la sta svendendo ai suoi amici delle multinazionali straniere”.

“No al grano importato dal Canada”: Manifestanti e trattori invadono il porto, Giugno 2017.

Al porto di Bari scoppia nuovamente la guerra del grano. Centinaia di agricoltori si sono dati appuntamento questa mattina all’uscita del ‘Varco della Vittoria’ – sul lungomare Starita -, vicino al molo dove ha attraccato la nave – proveniente da Vancouver, in Canada – contenente 50mila tonnellate di grano importato ad un prezzo più basso. L’uso della materia prima estera, come spiegano dal Coldiretti Puglia, ha messo in ginocchio i coltivatori locali, riuscendo a far crollare del 48 percento i prezzi del grano pugliese, colpito da una speculazione da 145 milioni di euro. “A tanto ammontano le perdite subite dagli agricoltori del ‘granaio d’Italia’ – spiega il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele – per il crollo dei prezzi, senza alcun beneficio per i consumatori. Si dovranno incolonnare ben 1600 autoarticolati per svuotare completamente la nave da Vancouver ha impiegato oltre 40 giorni per raggiungere il porto di Bari”.

Da qui la scelta degli agricoltori di far sentire la loro voce con slogan come “Ci vogliono dieci chili di grano per una coca cola”, “No grano, no pane”, “Stop alle speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, sfilando con i trattori sul lungomare bloccato per le restrizioni del Medimex, seguendo i primi camion che hanno raggiunto due stabilimenti a Melfi e a Corato.

Ora dalla Coldiretti si chiede a gran voce di accelerare l’iter di entrata in vigore della legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta, visto che “un pacco di pasta su cinque – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada, dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato”.

“Le importazioni di grano dal Canada – prosegue Cantele – rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. Un accordo che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale”.

Anche su questo fronte la Coldiretti è pronta a dare battaglia: l’approvazione potrebbe portare all’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. A rischio potrebbe esserci anche la salute: “In Canada sono usate 99 sostanze attive – conclude Cantele – vietate nell’Ue e gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’UE da circa 20 anni”.“

Nota: Questi sono i risultati degli accordi internazionali che il Governo italiano si precipita a firmare sempre nell’interesse delle grandi multinazionali e mai nell’interesse della salute dei cittadini e dei produttori nazionali. La stessa cosa era accaduta per l’olio d’oliva e per gli agrumi con impostazione libera dal Marocco  decisa dalla UE e conseguente abbattimento di prezzo e rovina di centinaia di aziende agricole dalla Puglia alla Sicilia ed alla Calabria. Una politica di desertificazione e distruzione di quel  poco di economia rimasta nelle regioni del sud Italia.

tratto da: http://www.stopeuro.org/come-il-governo-gentilrenzi-sta-uccidendo-lagricoltura-al-sud/

I Grandi successi del Governo Renzi – Apple evade tasse per 880 milioni, ma si accorda con Renzi e ne paga solo 318. …Aiutatemi a capire, se io non pago il canone Rai, poi mi posso accordare per 36 Euro? …O forse prima mi mandano a cagare e poi in galera?

Governo Renzi

 

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I Grandi successi del Governo Renzi – Apple evade tasse per 880 milioni, ma si accorda con Renzi e ne paga solo 318. …Aiutatemi a capire, se io non pago il canone Rai, poi mi posso accordare per 36 Euro? …O forse prima mi mandano a cagare e poi in galera?

Accordo tra Apple Italia e Fisco: la Mela ha pagato 318 milioni di euro all’Erario. Il mega pagamento conclude l’inchiesta per omessa dichiarazione dei redditi dal 2008 al 2013 su un fatturato di 880 milioni di euro generati in Italia ma contabilizzati in Irlanda.

Apple Italia ha pagato 318 milioni di euro al Fisco Italiano: si conclude così l’inchiesta per evasione fiscale avviata lo scorso anno per omessa dichiarazione dei redditi per un fatturato complessivo di 880 milioni di euro tra il 2008 e il 2013.

Ricordiamo che nel corso dell’indagine, avviata fin dal 2013, erano stati perquisiti gli uffici Apple Italia di Milano ed emessi tre avvisi di garanzia indirizzati a Enzo Biagini amministratore delegato di Apple Italia, Mauro Cardaio direttore finanziario e anche a Michael O’Sullivan di Apple Sales International. Il meccanismo studiato e colpito dal Fisco italiano è quello ormai noto: vendite e fatturato generati in Italia vengono quasi totalmente attribuiti al bilancio di Apple Sales International in Irlanda dove le multinazionali possono contare su una imposizione prossima allo zero. Una procedura di elusione fiscale attuata da numerose multinazionali tra cui anche quelle hi-tech.

Secondo quanto riporta Repubblica.it nonostante Apple fosse difesa da un pool di fiscalisti e avvocati di primissimo piano, tra cui Paola Severino, ex ministro della Giustizia, l’accordo tra Apple Italia e Fisco è stato raggiunto con il pagamento integrale dell’intera somma richiesta, una trattativa che il quotidiano definisce “estenuante”. In pratica Apple Italia ha accettato tutte le richieste esposte, una formalizzazione che crea un precedente importante in vista di altri procedimenti simili in corso in altri paesi dell’Unione Europea, oltre che di una indagine diretta da parte della Commissione EU.

È certo che Apple non sarà l’unica big colpita da sanzioni di questo tipo da parte del Fisco: da tempo sono in corso trattative con Google per una evasione di circa 1 miliardo di euro di fatturato nel nostro Paese che potrebbe arrivare a un accordo stimato di 150 milioni di euro.

tratto da: http://www.macitynet.it/apple-italia-paga-318-milioni-euro-allerario-evasione-fiscale/

Un altro fantastico successo del Pd di Renzi che forse i media non Vi hanno raccontato – A Trapani il candidato Pd va al ballottaggio senza avversario e riesce a perdere lo stesso!

 

Renzi

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Un altro fantastico successo del Pd di Renzi che forse i media non Vi hanno raccontato – A Trapani il candidato Pd va al ballottaggio senza avversario e riesce a perdere lo stesso!

A Trapani Il PD perde senza un avversario!
BALLOTTAGGIO a Trapani? Una farsa da quasi 400.000 euro di soldi pubblici!!!
Trapani sarà commissariata!
L’astensione é stata del 73.30%.
Questo sancisce, senza se e senza ma, la sconfitta di tutta la vecchia classe dirigente e politica del territorio trapanese, Pd compreso.
Il POPOLO SOVRANO non andando a votare ha deciso, con numeri che non lasciano scampo, che è arrivato il momento di dar spazio al nuovo che avanza.

P.s. questo ballottaggio è costato quasi 400.000 euro di soldi pubblici, che si potevano risparmiare, se il PD avesse ritenuto di non portarlo avanti perchè senza un avversario!

Da La Stampa:

Lo strano caso di Trapani, il candidato unico battuto dal quorum: arriverà il commissario

Il candidato “dem” Pietro Savona al ballottaggio “anomalo” di Trapani è stato battuto dal quorum. Candidato unico al ballottaggio per essere eletto doveva battere il quorum dei votanti, 50 per cento più uno, e ottenere il 25 per cento dei consensi. Gli elettori trapanesi, all’incirca 60 mila, hanno scelto di seguire gli appelli a non andare a votare arrivati innanzitutto dai candidati che all’inizio di queste elezioni sono stati dati per accreditati alla vittoria, e cioè l’ex sindaco Girolamo Fazio e il senatore di Forza Italia Tonino D’Alì, avversari dentro il centro destra.

In piena campagna elettorale Fazio e D’Alì sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari che li hanno azzoppati ma non li hanno indotti a ritirarsi: Fazio super indagato per la tangentopoli sulla gestione dei trasporti marittimi siciliani; D’Alì proposto per la sorveglianza speciale dalla Dda di Palermo per via dei rapporti con i mafiosi Messina Denaro. Fazio non ha acciuffato l’elezione diretta ma l’11 giugno è stato il più votato col 31 per cento, accedendo al ballottaggio assieme a Savona, 28 per cento, riuscito a superare di cinque punti il senatore D’Alì. A 48 ore dal voto Fazio ha deciso di autoescludersi dal ballottaggio, non presentando la lista degli assessori. Ha così lasciato da solo il candidato del Pd Pietro Savona.
Ma il quorum non è stato raggiunto!

Morte di Rodotà – il commento di Laura Cesaretti‏ (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) “Zagrebelsky niente?” …perchè a questi qui la gente perbene dà solo fastidio. Più sono sporchi (Berlusconi, Renzi…) e più ne sono attratti… CHE SCHIFO…!!!

 

Rodotà

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Morte di Rodotà – il commento di Laura Cesaretti‏ (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) “Zagrebelsky niente?” …perchè a questi qui la gente perbene dà solo fastidio. Più sono sporchi (Berlusconi, Renzi…) e più ne sono attratti… CHE SCHIFO…!!!

La morte di Stefano Rodotà ha provocato un coro quasi unanime di cordoglio. Quasi, appunto, perché c’è chi – anche in queste occasioni – riesce a distinguersi, emergere, innalzarsi. È il caso della giornalista de Il Giornale Laura Cesaretti su Twitter (ex radicale, ex Foglio, attualmente, finché conviene, renzista a il Giornale) che con un semplice tweet di sole 2 parole è riuscita a racchiudere l’intero loro mondo, quello dei Berlusconiani-Renziani.

Quel mondo dove l’ero non è né Falcone nè Borsellino, ma il mafioso Mangano.

Solo due parole che andrebbero scolpite agli ingressi di tutti i seggi elettorali a futira memoria

Due semplici parole:

“Zagrebelsky niente?”

Ecco chi sono “loro”…

Quelli che alla morte di Rodotà si chiedono “Zagrebelsky niente?”…

Io, ringraziando il cielo, sto dall’altra parte.

E guardo con schifo, con voltastomaco, la parte opposta festeggiare e aspettare la prossima festa per Zagrebelsky…

CHE SCHIFO…!!

by Eles