È ufficiale: il ministro delle riforme sbagliate Boschi, che aveva dichiarato di lasciare la politica, ha mentito spudoratamente sul suo conflitto di interessi. Si è occupata attivamente di Banca Etruria del Padre, che ha truffato e rovinato la vita a migliaia di risparmiatori. Ma basta cazzeggiare. Avete visto che avevano ragione? Spelacchio è morto, mica vorrete affidare il Paese ai Grillini?

 

Boschi

 

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È ufficiale: il ministro delle riforme sbagliate Boschi, che aveva dichiarato di lasciare la politica, ha mentito spudoratamente sul suo conflitto di interessi. Si è occupata attivamente di Banca Etruria del Padre, che ha truffato e rovinato la vita a migliaia di risparmiatori. Ma basta cazzeggiare. Avete visto che avevano ragione? Spelacchio è morto, mica vorrete affidare il Paese ai Grillini?

 

Ghizzoni conferma che Boschi gli chiese di acquistare Etruria. E dice che ricevette una mail da Carrai (a che titolo?) sulla questione.

La Boschi ha mentito. Ha mentito spudoratamente, prendendo per i fondelli milioni di Italiani, tra cui tutti i truffati e ridotti in miseria da Banca Etruria della “persona perbene” alias Pier Luigi Boschi.

E parliamo di un ministro delle riforme che ogni volta che ha tentato di fare una riforma ha fatto una puttanata.

E parliamo del ministro che dichiarò pubblicamente cge se si perdeva il famoso referendum del 4 dicembre avrebbe abbandonato la politica… per poi attaccarsi con i denti alla poltrona.

Ma il problema è un altro.

Il problema è che “spelacchio” (l’albero di Natale di Roma della Raggi) è morto.

Come cazzo potete pensare di votare i grillini se non sono capèaci di fare un albero di Natale?

Ai posteri l’ardua sentenza, sperando che siano meno coglioni di noi!

 

By Eles

 

Vi siete mai chiesti che fine hanno fatto i superbanchieri dei crac? State senza pensieri. Stanno tutti bene e se la passano molto, ma molto meglio di Voi!

 

superbanchieri

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Vi siete mai chiesti che fine hanno fatto i superbanchieri dei crac? State senza pensieri. Stanno tutti bene e se la passano molto, ma molto meglio di Voi!

Ecco che fine hanno fatto i super banchieri dei crac

Da Mussari a Zonin, dove sono e cosa rischiano i responsabili della grande crisi che hanno tradito i risparmiatori

Giuseppe Mussari va a cavallo con l’amico Aceto e cucina per gli amici nella villa di proprietà della moglie Luisa a due passi da Siena; il suo braccio destro Antonio Vigni fa il coltivatore diretto nella sua tenuta a Castelnuovo Berardenga, sempre sulle colline del Chianti, e la sua ultima apparizione pubblica risale a qualche mese fa a San Gusmè, in occasione della festa del delizioso paesino, nello staff della festa a grigliare bistecche.

Meno ruspanti i pomeriggi del patron – per quasi vent’anni – di Pop Vicenza, Gianni Zonin che proprio nei giorni scorsi è stato fotografato con la moglie in via Montenapoleone a Milano mentre faceva shopping con un tempismo perfetto, ovvero a poche ore dal decreto salva-venete.

Che fine hanno fatto i responsabili dei fallimenti e delle grandi crisi? In generale non se la passano male. Certo, per i «signori del crac» la reputazione è ormai bruciata e per molti di loro non è semplice farsi vedere in giro con il rischio di incrociare i risparmiatori traditi. Alcuni sono stati soltanto pessimi manager, altri hanno anche commesso reati. Hanno distrutto o contribuito a bruciare centinaia di miliardi. Ma nessuno è in prigione. Cause, richieste di danni e processi sono però solo all’inizio e alla fine il conto qualcuno lo dovrà pagare

LA BANCA DELL’ORO

La prossima udienza per la bancarotta di Banca Etruria al tribunale di Arezzo è fissata per il 12 ottobre 2017 e sarà interamente dedicata alle parti civili. Il processo vede tra gli imputati gli ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi e i nomi di ex componenti dei cda sotto inchiesta, di cui non faceva parte Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena. Il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi contesta loro finanziamenti facili, mai rientrati, che avrebbero portato a bilanci fallimentari provocando il crack della banca.

Ma tra le tre banche oggi finite dentro Ubi c’è anche Banca Marche. Sotto la direzione dell’ex ad Massimo Bianconi l’istituto faceva credito a tutti, soprattutto agli amici. Il consiglio approvava fino a 83 pratiche di affido in meno di cinque minuti netti (è successo davvero, il 23 luglio del 2008). Secondo gli avvocati dello studio Bonelli Erede, quello di Banca Marche è il più grave scandalo bancario dai tempi del crac Sindona. Tra i tanti primati, Bianconi detiene anche quello di essersi fatto pagare la buonuscita due volte, facendosi licenziare e assumere lo stesso giorno poco prima che Bankitalia vietasse i «paracaduti d’oro» per i banchieri.

A NORDEST

Quando non fa spese con la moglie nel quadrilatero milanese, Gianni Zonin può restarsene al fresco della villa in provincia di Udine, a Ca’ Vescovo, a due passi dalla laguna di Grado e dal campanile romanico di Aquileia. Una tenuta trasformata in fortezza, con siepi alte tre metri, telecamere, vetri anti sfondamento. Dal 20 gennaio 2016 aziende e vigne della Zonin 1821 appartengono ai tre figli. Nove tenute in Italia, per 2mila ettari coltivati a vite, una in Virginia, negli Usa. Tutto intestato agli eredi con un passaggio generazionale che sicuramente era stato già previsto in tempi non sospetti, ma di certo ha messo al riparo il patrimonio di famiglia dalle tempeste giudiziarie. Zonin è infatti indagato a Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. La stessa banca ha chiesto a lui e ad altri 31 ex dirigenti di risarcire 2,3 miliardi. Ed è stato multato dalla Consob (370mila euro) per illeciti nella vendita di azioni alla clientela. Ma finora l’inchiesta della procura di Vicenza ha procurato al Doge vicentino solo la «seccatura» di un interrogatorio di 5 ore in due anni.

Per il suo «vicino» Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, la richiesta di rinvio a giudizio è arrivata a poche ore dal via libera italiano ed europeo al passaggio delle banche venete a Intesa. A muoversi è stata la procura di Roma, che ha chiesto il processo anche per l’ex presidente Flavio Trinca e altri nove tra amministratori e manager: le ipotesi sono presunte irregolarità nella gestione dell’istituto tra il 2012 ed il 2014 e ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità pubbliche di vigilanza. Consoli si è chiuso in un rigoroso silenzio per due anni poi, lo scorso 3 giugno, ha rilasciato una lunghissima intervista con la sua verità al Gazzettino: «Il dispiacere e il dolore sono per me immensi, verso tutti i soci che hanno perso soldi. Si deve sapere che tra i soci che hanno perso i soldi c’è anche la mia famiglia, c’è mia sorella che faceva l’operaia e aveva investito in banca tutti i suoi risparmi e non li ha più, ci sono i miei figli», ha detto Consoli. Il suo jet Bombardier Learjet 60XR, acquistato nel 2012 da Veneto Banca per assicurare rapidità, comfort e prestigio agli spostamenti dell’allora consigliere delegato, se ne è volato via da Montebelluna lo scorso 23 dicembre per 4,3 milioni di dollari.

SOTTO LA LANTERNA

«Mi aspettavo l’ergastolo. Ci mancava solo mi sparassero». Lo scorso 22 febbraio non ha rinunciato al suo sarcasmo l’ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, nemmeno con una condanna a 8 anni e 2 mesi di reclusione per la maxitruffa al ramo assicurativo dell’istituto bancario sulle spalle. Eppure per lui è stata uno choc, quella sentenza, anche perche’ il pubblico ministero Silvio Franz aveva chiesto 6 anni di reclusione. C’è chi dice che l’ex presidente, uomo libero fino alla pronuncia della Cassazione, se ne stia chiuso nel suo attico genovese e chi invece propende per un ritiro nella sua amata campagna spezzina. Ha una ricca pensione (200 mila euro solo di Inps, più il fondo integrativo della banca) e conta sull’appello, anche perché non è tipo da golf o bridge.

L’AFFAIRE ITALEASE

Il 20 maggio 2015 è stato ribaltato il verdetto per gli ex vertici di Banca Italease, tra cui l’ex ad Massimo Faenza (che comunque in carcere è rimasto per sette mesi, imputati a Milano per false comunicazioni sociali in relazione ad un bilancio del 2008. Condannati in primo grado, sono stati assolti in appello dai giudici che hanno anche prosciolto l’istituto di leasing, che rispondeva in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, e hanno revocato la confisca da oltre 58 milioni che era stata disposta dal Tribunale più di tre anni fa. Il processo – uno dei tanti filoni dell’inchiesta su Italease che aveva portato, tra l’altro, al patteggiamento a 4 anni per truffa e altri reati per Faenza – vedeva al centro l’accusa di false comunicazioni sociali. Il 27 febbraio del 2014, il Tribunale, oltre a condannare i cinque imputati ad un anno, aveva disposto anche la confisca di 58,9 milioni a carico di Banca Italease, poi finita nel gruppo Banco Popolare. Confisca che poi è stata revocata. Che fine ha fatto, invece, l’ex presidente della Bpm, Massimo Ponzellini? Con l’allora sua braccio destro Antonio Cannalire e altre 12 persone è imputato per la vicenda dei presunti finanziamenti illeciti concessi dall’istituto (oggi fuso con il Banco Popolare) tra il 2009 e il 2010. La gran parte dei reati contestati, tra infedeltà patrimoniale e corruzione privata, cadrà in prescrizione entro il 2017, mentre l’associazione per delinquere a metà del 2018. Si ritorna in aula il 10 luglio.

 

 

fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ecco-che-fine-hanno-fatto-i-super-banchieri-dei-crac-1415593.html