Nuovo scoop di Libero: Carola sotto la maglietta non porta il reggiseno… Non è uno scherzo. E questo è quello che succede quando recluti i giornalisti tra quelli che scrivono sui muri dei gabinetti degli autogrill…

 

Libero

 

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Nuovo scoop di Libero: Carola sotto la maglietta non porta il reggiseno… Non è uno scherzo. E questo è quello che succede quando recluti i giornalisti tra quelli che scrivono sui muri dei gabinetti degli autogrill…

Testuale da Libero:

Sea Watch, Carola Rackete senza reggiseno in Procura: sfrontatezza senza limiti, il dettaglio sfuggito a molti

Sfrontatezza politica e sfrontatezza personale. Carola Rackete, che fonti tedesche riferiscono essere tornata in Germania subito dopo l’interrogatorio ad Agrigento, giovedì si è presentata in Procura con il sorriso stampato sul volto, accompagnati dai suoi legali. Non paga di nuove sprezzanti dichiarazioni contro Matteo Salvini (che ha querelato) e il governo italiano, la 31enne capitana della Sea Watch indagata per favoreggiamento di immigrazione clandestina per lo sbarco effettuato a fine giugno a Lampedusa ha sfoggiato una maglietta aderente nera a metà tra il marinaretto e il kombat, in perfetto stile Ong.

Sobria sì, ma con un dettaglio decisamente fuori luogo: niente reggiseno. Un po’ di decenza in più in un luogo pubblico non avrebbe guastato, anche se per chi venera il concetto di libertà anche in spregio alla legge o l’autorità militare, in fondo, quella del seno è l’ultimo dei pensieri.

Ogni commento è superfluo. questo è quello che succede quando recluti i giornalisti tra quelli che scrivono sui muri dei cessi degli autogrill…

La moralità leghista: …e poi scopri che Angela Maraventano, la leghista che urlava contro Carole perché aveva infranto le leggi Italiane, è un evasore fiscale con una condanna a 3 anni – Per questa gente le leggi si possono infrangere per fottersi i nostri soldi, non per salvare vite umane…!

 

Angela Maraventano

 

 

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La moralità leghista: …e poi scopri che Angela Maraventano, la leghista che urlava contro Carole perché aveva infranto le leggi Italiane, è un evasore fiscale con una condanna a 3 anni – Per questa gente le leggi si possono infrangere per fottersi i nostri soldi, non per salvare vite umane…!

Chi no ricorda lo Spot Governo anti evasione fiscale di qualche anno fa: evasore fiscale = parassita della società…

Ha gridato davanti alla nave Sea Watch appena attraccata parlando di legalità, portando dietro di sé tutti i suoi sostenitori della Lega a Lampedusa. Il suo nome è Angela Maraventano, ristoratrice e politica di professione, ex senatrice del Carroccio ed ex vicesindaco dell’isola e di Linosa.

Le sue urla chiedevano legalità in una terra che – secondo lei – non ne ha più per colpa dei migranti.

Peccato che nel 2012 fu proprio lei a esser condannata per non aver versato quanto dovuto all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Si trattava dei contributi di un dipendente che lavorava nel suo ristorante. La condanna ammontava a tre mesi di carcere e 300 euro di multa, qualcosina in meno di quanto chiesto dal pm. Il pubblico ministero aveva proposto la condanna a 4 mesi e 400 euro di multa.

Legalità a giorni alterni, perché dalla politica – lo sappiamo – non ci si può attendere coerenza. Soprattutto per i leghisti, per i quale la legalità vale finché non si devono fottere i soldi nostri (Vedi 49 milioni).

Ed è così che il parassita della società Angela Maraventano ha deciso di mettersi in mostra gridando la propria ribellione contro i migranti e la Sea Watch: «Non fate scendere nessuno perché stasera ci scappa il morto»

Ma voi votatele questa gente, state sereni e votatela…!

 

Salvini: “Non darò l’autorizzazione di sbarco a quella comandante sbruffoncella, mi sono rotto le palle” – Meloni: “Adesso affondiamo la Sea Watch” …ma veramente Vi sentiti rappresentati da questa gente? …Sveglia, questi stanno parlando di esseri umani!

 

Sea Watch

 

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Salvini: “Non darò l’autorizzazione di sbarco a quella comandante sbruffoncella, mi sono rotto le palle” – Meloni: “Adesso affondiamo la Sea Watch” …ma veramente Vi sentiti rappresentati da questa gente? …Sveglia, questi stanno parlando di esseri umani!

La Sea Watch è a Lampedusa, Carabinieri sul molo: Salvini vuole arrestare tutti. La nave della Ong è davanti Lampedusa e i Carabinieri sono in attesa sul molo. Salvini: “venga emesso subito un ordine d’arresto”

Aveva appena detto “Non darò l’autorizzazione di sbarco a quella comandante sbruffoncella, mi sono rotto le palle” (v. video a fine articolo)

Nel suo intervento ha detto pure “chi sbaglia paga” (ha dimenticato di dire “se non hai l’immunità”, perchè poi lui dal processo è scappato) e poi la chiosa “fa politica (la comandante di Sea Watch) sulla pelle degli immigrati… E lo ha detto senza neanche ridere!

Gli fa eco quella ridicola parodia si una fascista che risponde al nome di Meloni “Adesso affondiamo la Sea Watch”…

In tutta questa farsa, però, sembra sfuggire che questi stanno parlando di esseri umani…

…ma veramente Vi sentiti rappresentati da queste nullità umane e politiche?

by Eles

 

La Sea Watch 3 è entrata in acque italiane, Carola Rackete da vero capitano: “So cosa rischio, ma non ho scelta” …mica come certi quaquaraquà che si fanno chiamare “capitano”, ma poi davanti al processo se la fanno sotto e si appellano all’immunità…!

 

Sea Watch

 

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La Sea Watch 3 è entrata in acque italiane, Carola Rackete da vero capitano: “So cosa rischio, ma non ho scelta” …mica come certi quaquaraquà che si fanno chiamare “capitano”, ma poi davanti al processo se la fanno sotto e si appellano all’immunità…!

La capitana della Sea Watch 3 annuncia di aver deciso di forzare il blocco: la nave è ora in acque territoriali italiane, diretta verso Lampedusa. Solo poche ore fa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva ribadito la linea dura del governo italiano, attaccando duramente proprio il comandante della Sea Watch 3.

La Sea Watch naviga da ormai 14 giorni con a bordo 42 migranti, soccorsi nel Mediterraneo. Non avendo ricevuto il permesso per sbarcare in un porto italiano, dopo aver violato la direttiva del Viminale, l’imbarcazione ha deciso di dirigersi ugualmente verso Lampedusa.

La situazione a bordo è drammatica. Molti sono esausti, sfiniti, con lo sguardo perso nel vuoto. In tanti sono buttati a terra, si muovono il meno possibile. E tutti attendono un segnale, con la speranza di poter sbarcare a Lampedusa. L’imbarcazione dovrebbe attraccare nel porto italiano in serata, ma il trasferimento dei migranti potrebbe avvenire già prima attraverso le motovedette della capitaneria.

Intanto il capitano della nave Carola Rackete, da vero capitano, si assume le proprie responsabilità: “So cosa rischio, ma non ho scelta”

…vorremmo solo ricordate a taluni elettori che quando uno vuole essere chiamato “capitano”, se ne deve assumere onori e oneri. Deve avere le palle di affrontare le conseguenze delle proprie scelte e non fare prima lo sbruffone “non ho paura del processo” per poi farsela sotto e nascondersi piagnucolante dietro all’immunità…!

by Eles

Sanno tutto dei lager libici e se ne fregano lo stesso: i sovranisti sono peggio dei nazisti

 

lager libici

 

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Sanno tutto dei lager libici e se ne fregano lo stesso: i sovranisti sono peggio dei nazisti

La Sea Watch pubblica le foto dei migranti a bordo della Sea Watch e ai sovranisti viene l’ulcera: “sono in forma, non sono scappati dai lager”

Da Globalist:

Succede oggi, in una mattina di questi roventi giorni di inizio estate. Mentre l’Italia si sveglia, la Sea Watch pendola davanti Lampedusa, con 53 migranti a bordo. Salvini da terra sbraita che in Italia non entreranno: è una sensazione di deja-vu perenne, che viviamo ormai da un anno e passa. Un’altra estate, altre navi, altri morti. La propaganda leghista ha necessariamente dovuto cambiare strategia: non si dice più che gli sbarchi sono diminuiti, perché era evidente quanto fosse falso. Ora si dice altro: si distorcono le accuse di inumanità fatte alla Lega e si rispediscono al mittente, ora le Ong sono ‘pirati’, trafficanti, assassini. I cattivi di questa storia di mare e sangue sono loro. E non c’è niente, davvero niente di più insopportabile che vedere chi fino a ieri li chiamava ‘scimmie’ ora mettersi dalla parte dei migranti, ostaggio dei malvagi volontari della Sea Watch. Ma la loro coscienza sporca non riesce a non emergere; d’altronde il ‘buonismo’, come loro chiamano la solidarietà, è come un muscolo, va addestrato. Non ci si improvvisa esseri umani.

Mentre quindi ci si prepara a una nuova giornata di deragliamenti politici e umani, l’account twitter della Sea Watch International pubblica delle foto: sono alcune immagini dei migranti a bordo della nave. Sono ragazzi sorridenti, in salute. C’è una donna con un bambino. Sembrano felici. E chi voleva le lacrime come prova della sofferenza non si accontenta dei sorrisi di sollievo di chi è stato salvato dal mare. I negri devono piangere, devono supplicare per la misericordia dell’italico uomo bianco. Altrimenti non c’è gusto.

E quindi sotto il tweet si scatena il peggio dell’infamità sovranista. Al di là degli insulti razzisti, cui abbiamo fatto tristemente il callo, la maggior parte asserisce di non credere a quelle storie che sono raccontate ogni giorno sulle atrocità dei lager libici. Eppure i video ci sono, le foto anche. Ma non crederci è più semplice. È sempre più semplice non lasciare che la coscienza adombri le nostre giornate di sole. È più facile credere ai complotti per la conquista dell’Europa che al fatto che dall’altro lato del mare in migliaia sono detenuti in campi di concentramento. Quali lager, si chiedono, ti permettono di avere una chitarra, come quella tenuta in mano da uno dei migranti in foto. E si ripete la stessa storiaccia dello smalto di Josefa, da cui è passato un anno. L’idea che quella chitarra potesse trovarsi già a bordo della nave, proprio per momenti come questi, in cui si pendola davanti a un porto per giorni, in attesa di un segno umano dalla terraferma, non li sfiora nemmeno i sovranisti. Perché, ripeto, l’umanità non è qualcosa di innato. E per chi non l’ha mai praticata al di là dell’orticello di casa propria, può apparire inconcepibile un gesto di gentilezza. Deve esserci sotto qualcosa.

È lì che ho pensato che ormai il livello cui siamo arrivati è più basso di quello dei nazisti tedeschi: dopo la diffusione delle immagini dei lager libici, in molti hanno detto ‘non potremo dire che non sapevamo’. Il punto è che non lo vogliamo dire. Il punto è che ce ne freghiamo proprio. Non c’è foto di torture, di sporcizia, di inumanità, non c’è racconto di violenza o di stupri che scalfisca il nostro animo di piombo. Siamo immersi nella rabbia, una rabbia nociva che offusca la mente, siamo incapaci di provare la minima compassione. Siamo regrediti, subumani, peggio del peggio di qualunque sputazzante e sbeffeggiante popolino delle piazze medievali. Questo cancro di disumanità infetterà la nostra estate per i mesi a venire e regalerà sempre più potere a chi insiste nel risolvere i problemi dando la colpa a qualcun altro, qualcuno di indefinito, che non può difendersi, parafulmine per la nostra frustrazione, per il nostro odio, per i nostri incubi di occidentali falliti.

fonte: https://www.globalist.it/news/2019/06/15/sanno-tutto-dei-lager-libici-e-se-ne-fregano-lo-stesso-i-sovranisti-sono-peggio-dei-nazisti-2042934.html

Sea Watch querela Salvini per diffamazione. Il Ministro ironizza: “Che paura” …Per la cronaca: ironizzò con “Che paura” anche per il caso Diciotti (sequestro di persona), poi però se la fece sotto e piagnucolò l’aiuto del Senato per evitare il processo.

 

Salvini

 

 

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Sea Watch querela Salvini per diffamazione. Il Ministro ironizza: “Che paura” …Per la cronaca: ironizzò con “Che paura” anche per il caso Diciotti (sequestro di persona), poi però se la fece sotto e piagnucolò l’aiuto del Senato per evitare il processo.

 

Dopo l’annuncio della querela per diffamazione a mezzo stampa fatta da Sea Watchnei confronti di Matteo Salvini, lo stesso ministro dell’interno ha voluto ironizzare, mostrando i muscoli, sui social rispondendo alla notizia della denuncia da parte della ong. L’ultima volta che disse di «non avere paura», però, fu per il caso della nave Diciotti. Le sue spalle larghe, alla fine, vennero coperte dal parere della Giunta per le Immunità al Senato (prima) e dal voto di Palazzo Madama (poi) che gli evitarono il processo davanti al Tribunale dei ministri.

«Gli abusivi della Ong mi querelano??? Uuuhh, che paura (con tanto di emoticon sorridente) – ha scritto Matteo Salvini sul suo profilo Twitter -. Per gli scafisti e i loro complici, i porti italiani sono e rimangono chiusi». Al netto della solita e atavica polemica contro le Ong, appare evidente come il modo scanzonato di comunicare di Matteo Salvini prosegua sempre sulla stessa linea, anche dopo la querela Sea Watch.

Il precedente della Diciotti

Anche lì fece il duro. Sfidò, a caldo, la magistratura e il pm di Agrigento Luigi Patronaggio. Disse di non aver alcuna paura di affrontare questo processo perché lui aveva «agito nell’interesse degli italiani». Poi la strategica ritirata: prima con il coinvolgimento di Conte, Di Maio e Toninelli che presentarono le loro memorie in cui si auto-accusavano di aver fatto una scelta in quanto governo; poi con la richiesta di immunità avanzata (e ottenuta) alla Giunta del Senato, prima del voto di Palazzo Madama che gli ha fatto evitare il processo.

Chissà come andrà a finire con la querela Sea Watch.

Il capitano è un guappo di cartone… Vedrete che se le cose si faranno serie, troverà il modo di nascondersi da qualche parte e in qualche modo…!

 

tratto da: https://www.giornalettismo.com/querela-sea-watch-salvini/?fbclid=IwAR14xslokkf15-dOLaXvgB6M2UDNAPHgxLA0xBOqf7RFdF4laWeNKXhnMS4