Forse avete sentito che con la manovra economica di Salvini sono stati tagliati 4 miliardi alla Scuola. Quello che però nessuno dice è che sono stati stanziati ben 7 miliardi per le armi… quando si dice “le priorità”…!

 

 

manovra economica

 

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Forse avete sentito che con la manovra economica di Salvini sono stati tagliati 4 miliardi alla Scuola. Quello che però nessuno dice è che sono stati stanziati ben 7 miliardi per le armi… quando si dice “le priorità”…!

 

Da Antimafia 2000:

Leghista perfetto

Le cose non devono andare poi così male, se nella nuova manovra sono stati previsti oltre 7 miliardi per l’acquisto di armamenti.
Un bel mazzo di eurozzi fruscianti che però, se andate a spulciare i documenti ufficiali, non troverete là dove logica vorrebbe, ovvero nel bilancio della Difesa, ma in quello del MiSE, il ministero dello sviluppo economico.
Come mai, si chiederanno i più ingenui?
Beh, intanto, non c’è niente di meglio delle armi, per dare una bella botta di sviluppo all’economia, fregandosene dell’Ilva e di tante altre imprese a rischio di chiusura.
Inoltre, le cose prodotte sotto l’egida MiSE godono del magico appellativo di “dual use”. Roba utilizzabile, cioè, anche per catastrofi, slavine, inondazioni, pestilenze, piaghe egizie ed emergenze umanitarie.
Si tratta quindi di armi buone, simpatiche, caritatevoli, che non vengono dipinte di rosa per mera concessione a un militaresco machismo e non vengono messe in quota alla Sanità o al Welfare, solo per colpa dell’ottusa burocrazia partitocratica.
Infatti, i 7 miliardi serviranno per: un nuovo tipo di elicottero d’attacco, una vasta gamma di veicoli blindati e corazzati, l’ammodernamento del caccia eurofighter, l’acquisto di altri F-35, lo sviluppo del missile Teseo mk2, 7 fregate e 4 sottomarini.
Dulcis in fundo, è prevista la progettazione di 2 nuovi cacciatorpediniere da 10.000 tonnellate cadauno. Che forse, in un paese con radici meno cristiane delle nostre, verrebbero chiamati, con una certa brutalità, incrociatori lanciamissili.
Tutta roba che, nell’infausta evenienza di catastrofi o emergenze umanitarie, è una mano santa.
In caso di inondazione, per esempio, chi potrebbe negare l’ovvia necessità di un sommergibile?
Tranquilli insomma, che tutto va a gonfie vele e qualche volta anche a remi.
Ah, dimenticavo! Per colpa dell’Europa brutta e cattiva, si son dovuti tagliare 4 miliardi alla scuola. Cose che capitano, quando si è guidati dal capitano. Qualche sacrificio bisogna pur farlo, d’altronde.
“Libro e moschetto, fascista perfetto” cantavano le camicie nere di Mussolini.
Quelle di oggi fanno a meno del libro.

 

fonte QUI

 

L’economista Prof. Antonio Maria Rinaldi: “La Germania non ha mai dato una lira all’Italia, mentre gli italiani hanno sanato i buchi delle banche tedesche e francesi”

Rinaldi

 

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L’economista Prof. Antonio Maria Rinaldi: “La Germania non ha mai dato una lira all’Italia, mentre gli italiani hanno sanato i buchi delle banche tedesche e francesi”

“Posso fare un commento alla stampa tedesca? Io sarei molto più preoccupato non tanto come italiano, quanto come tedesco, della situazione ad esempio della Deutsche Bank ma perché lo dicono loro”.

Così l’economista Antonio Maria Rinaldi intervenendo ad “Agorà”, su Raitre, giovedì scorso.

“Poi vorrei anche sottolineare una cosa – ha proseguito – è stato detto, per l’ennesima volta, che i tedeschi hanno paura di perdere soldi per l’Italia, vorrei tranquillizzare gli amici tedeschi che la Germania, nell’ambito dell’Unione Europea, non ha mai speso e mai dato una sola lira all’Italia”.

“Hanno paura di perdere soldi per darli all’Italia, non hanno dato neanche una lira, lo posso garantire” ha ribadito l’economista.

“Il problema è un altro, perché i soldi nel caso li hanno dati gli italiani per sanare i buchi delle banche tedesche e francesi con i fondi ‘salva stati’ e questo è un dato di fatto e lo dice anche D’Alema giustamente” ha spiegato.

“Quindi nel caso, siamo preoccupati noi del loro sistema bancario, perché fino ad adesso chi ha tirato fuori i soldi siamo stati noi e quindi i tedeschi non hanno tirato fuori una lira, si sappia, si documenti” ha concluso.

Qui il video

 

 

 

La lezione di economia dell’Europa: se sfori il deficit del 2,9% per comprare armi (governo Letta) va tutto bene, se sfori del 2,4% per salvare le banche (Gentiloni) ancora meglio. Se sfori del 2,4% per dare un reddito alla Gente ti massacrano…

 

deficit

 

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La lezione di economia dell’Europa: se sfori il deficit del 2,9% per comprare armi (governo Letta) va tutto bene, se sfori del 2,4% per salvare le banche (Gentiloni) ancora meglio. Se sfori del 2,4% per dare un reddito alla Gente ti massacrano…

 

Manovra, Maniero (M5S): ‘Vergogna Ue: ecco cosa hanno approvato prima di noi’

Vergogna Ue: ecco cosa hanno approvato prima di noi”.

Lo si legge in un’immagine condivisa su Facebook dal deputato 5Stelle Alvise Maniero, che ha riportato i provvedimenti dei governi precedenti approvati dall’Unione europea.

L’esponente pentastellato ricorda che Bruxelles diede l’OK per per la riforma Fornero e l’IMU sulla prima casa al governo Monti, al quale aveva consentito un rapporto deficit/PIl del 2,9 per cento.

Il governo Letta, sempre con uno sforamento del deficit al 2,9 per cento, si distinse per un aumento record della spesa per le armi.

Il rapporto deficit/PIl del governo Renzi, che varò il Jobs Act, salì al 3 percento, mentre quello dell’esecutivo Gentiloni, che diede 20 miliardi alle banche, fu del 2,4 per cento, proprio come lo sforamento previsto dalla Manovra del Popolo.

Il deputato del M5S ha commentato:

“Visto che da Bruxelles veniamo richiamati al ‘rispetto delle regole’, ed alla ‘correzione della manovra’, abbiam deciso di fare gioiosamente una verifica: iniziamo a mettere bene in chiaro chi e quanto le regole le rispetta e le ha rispettate, e facciamolo sapere a tutti. Un bello schema al giorno, sintetico e chiaro, per qualche giorno da oggi.

“A chi ha la coscienza pulita” ha spiegato “questo riassunto a puntate dovrebbe fare un gran piacere, ne siamo certi. Partiamo in piccolo, prima puntata: Il deficit del 2,4% della nostra manovra è poco, tanto, è “una deviazione senza precedenti”, come dice la Commissione Europea?”

“La tabellina di oggi possiamo chiamarla: deficit italiani a confronto. Nei prossimi giorni inizieremo anche ad allargare la visuale 

Per la serie “Facce di bronzo da Record” – Elsa Fornero contro il governo: “Manovra contro il popolo” …Sì, lo ha detto proprio la Fornero, quella che ha buttato in mezzo alla strada 200.000 persone e ci ha tolto la speranza di andare in pensione…

Elsa Fornero

 

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Per la serie “Facce di bronzo da Record” – Elsa Fornero contro il governo: “Manovra contro il popolo” …Sì, lo ha detto proprio la Fornero, quella che ha buttato in mezzo alla strada 200.000 persone e ci ha tolto la speranza di andare in pensione…

 

Oltre al danno la beffa: Elsa Fornero ha ancora il coraggio di parlare.

Nonostante la sua riforma abbia prodotto circa 200mila esodati, e abbia costretto i cittadini ad andare in pensione a 67 anni, l’ex ministro sostiene che la Manovra del Popolo, che prevede tra le altre cose il superamento della legge che porta il suo nome, sia una “Manovra contro il Popolo”.

Oggi in un editoriale per Il Foglio, quotidiano per pochi intimi costato più di 50 milioni di euro ai contribuenti in 17 anni, Fornero, con riferimento all’introduzione della “quota 100” scrive:

“Questa è, a ben vedere, una vera e propria dichiarazioni d’impotenza: poiché non siamo in grado di creare nuovo lavoro, redistribuiamo quello che c’è. Logica perversa, contraria a quella promessa di cambiamento finora millantata del governo gialloverde”.

“Infatti” continua l’economista “il ricorso al pensionamento anticipato – sostanziale reintroduzione della pensione di anzianità – è stato alla base delle politiche di prepensionamento del passato che hanno deresponsabilizzato il governo e le imprese dal compito principale di promuovere il lavoro per tutti: giovani, donne, e lavoratori non più giovani ma in buona salute e disponibili a lavorare”.

“Anche stavolta” aggiunge “ci si avvita in una spirale negativa che incoraggia il pensionamento invece del lavoro, o che incentiva il sommerso”.

Non si sa se nella manovra – conclude Fornero – ci sia “coerenza tra strumenti e obiettivi” e “sotto questo profilo non può che ritenersi inadeguata”.

Leggi l’articolo di Elsa Fornerno sul Foglio…

 

Tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/10/19/elsa-fornero-attacca-il-governo-manovra-contro-il-popolo/

 

 

Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

tasse

 

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Renzi promette che se il Pd vincerà le elezioni abbasserà ancora le tasse… Bello. Bello veramente. Peccato che come ultimo colpo di coda questo governo del Pd di Renzi ci ha lasciato 27 tasse occulte e una stangata da 60 miliardi!

 

Ecco le trappole fiscali del Governo uscente: 27 tasse occulte e stangata da 60 miliardi!

Unimpresa: “Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso”

Altre tasse in arrivo: nei prossimi tre anni è prevista una stangata fiscale superiore ai 60 miliardi di euro. Oltre 30 miliardi in più di tasse corrispondono all’aggravio Iva che farà salire il balzello sui consumi fino al 25% nel 2019-2020. E altri 30 miliardi saranno prelevati dalle tasche dei contribuenti grazie a una lunga lista di misure contenute nella legge di bilancio. Si tratta di trappole fiscali che faranno lievitare il gettito dello Stato: nella manovra sono contenute ben 27 voci, in qualche modo nascoste o comunque poco note, che portano complessivamente a far lievitare le entrate nelle casse dello Stato per complessivi 29,6 miliardi nel triennio 2018-2020. In totale, dunque, i contribuenti italiani, imprese e famiglie, dovranno pagare all’erario 60 miliardi in più.

E’ questo, secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, il conto finale della legge di bilancio approvata dal Parlamento. Il provvedimento sui conti pubblici stabilisce il rinvio dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 2019 ed evita, così, un incremento del carico fiscale a carico di famiglie e imprese, per il 2018, pari a 15,7 miliardi.

Ma si tratta di mancati aumenti tributari e non di tagli. E comunque la stretta fiscale è solo rinviata: secondo i calcoli dell’associazione, nel 2019-2020 l’aumento delle aliquote Iva (quella ordinaria dal 22 al 25% e quella agevolata dal 10 all’11,5%) comporterà complessivamente un aumento del gettito tributario superiore a 30 miliardi di euro. Nel 2019, l’incremento sarà di 11,4 miliardi e nel 2020 di 19,1 miliardi per un totale di 30,5 miliardi.

E poi, prosegue Unimpresa, ci sono le 27 trappole fiscali, grazie alle quali lo Stato incasserà 29,6 miliardi aggiuntivi, cifra che porta il totale della stangata a 60,1 miliardi. Nel dettaglio, per quanto riguarda le trappole, nel 2018 il gettito tributario complessivo salirà di 11,7 miliardi, nel 2019 crescerà di 9,5 miliardi e nel 2020 aumenterà di 8,3 miliardi.

Dalle misure sulla fatturazione elettronica derivano aumenti delle entrate per 202,2 milioni, 1,6 miliardi e 2,3 miliardi per un totale di 4,2 miliardi nel triennio. La stretta sulle frodi nel commercio degli oli minerali “vale” 272,3 milioni, 434,3 milioni e 387 milioni per complessivi 1,09 miliardi. La riduzione della soglia dei pagamenti della pubblica amministrazione a 5.000 euro frutta all’erario 145 milioni, 175 milioni e 175 milioni per complessivi 495 milioni.

Dai nuovi limiti alla compensazione automatica dei versamenti fiscali derivano 239 milioni l’anno per tutto il triennio, con un totale di 717 milioni. L’aumento dal 40 al 55% (per il 2018 e per il 2019) e al 70% (dal 2020) degli anticipi delle imposte sulle assicurazioni porteranno più entrate pari a 480 milioni nel 2018 e nel 2020 per 960 milioni complessivi. Il ridimensionamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale vale 377,9 milioni per il 2018, 377,9 milioni per il 2019 e 507,9 milioni per il 2020 per un totale di 1,2 miliardi. Le nuove disposizioni in materi di giochi valgono in totale 421,2 milioni (rispettivamente 120 milioni 150,6 milioni e 150,6 milioni).

Sono sei, in tutto, le voci che riguardano le detrazioni per spese relative alla ristrutturazione edilizia o alla riqualificazione energetica: un “pacchetto” che porta a un incremento di gettito, rispettivamente, per 145,3 milioni, 703,7 milioni e 4,3 milioni per un totale di 853,3 milioni. I cosiddetti “effetti riflessi” derivanti dai rinnovi contrattuali e dalle nuove assunzioni portano a maggiori entrate per 1,02 miliardi, 1,08 miliardi e 1,1 miliardi per complessivi 3,2 miliardi.

Il differimento al 2018 dell’entrate in vigore della nuova Iri (imposta sui redditi) “vale” 5,3 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 23,2 miliardi nel 2020 per un totale di 6,8 miliardi in più di tasse. Altri 4,04 miliardi complessivi, nel triennio in esame, sono legati all’imposta sostitutiva sui redditi da partecipazione delle persone fisiche: 1,2 miliardi nel 2018, 1,4 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020. Vi sono, poi, altre 11 voci, piccole misure e interventi vari, che comportano 5,4 miliardi aggiuntivi di entrate nel triennio: 2,1 miliardi nel 2018, 1,8 miliardi nel 2019 e 1,4 miliardi nel 2020.

“Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso, ma la manovra va bocciata per sei motivi”, commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

La manovra, dice il vicepresidente di Unimpresa, “non contiene misure importanti per tagliare le tasse alle imprese, anzi allontana la nuova Iri che potrebbe progressivamente portare a una aliquota unica per le imprese; rimanda il problema della clausole di salvaguardia dell’Iva al 2019, creando ancora una volta incertezza sul prelievo tributario relativo ai consumi, con un aggravio di quasi 20 miliardi di euro che incombe; non interviene sul costo del lavoro, lasciando intatto il cuneo fiscale e il peso dei contributi a carico delle aziende, che ormai non assumono più a tempo indeterminato, ma sono di fatto costrette a creare solo posti a tempo determinato e quindi un esercito di nuovi precari”.

E, ancora, prosegue Pucci, la manovra “ignora le esigenze delle famiglie, alle prese con enormi difficoltà soprattutto a causa dell’occupazione in calo e dei redditi in discesa; dimentica la questione del debito pubblico, che continua a rappresentare la principale zavorra per la ripresa economica; non rilancia gli investimenti dello Stato, indispensabili per favorire la crescita del prodotto interno lordo dopo una lunga fase di recessione”.

 

fonte: http://www.ilpopulista.it/news/30-Dicembre-2017/21941/ecco-le-trappole-fiscali-del-governo-uscente-27-tasse-occulte-e-stangata-da-60-miliardi.html