Salvini, un mese da senatore senza mai vedere il Senato – Mai un voto, mai una riunione della sua commissione: dal 10 settembre non ha partecipato ad alcun lavoro parlamentare. Sempre in “missione”: cioè in campagna elettorale per le Regionali …Ovviamente il tutto a spese nostre!

 

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Salvini, un mese da senatore senza mai vedere il Senato – Mai un voto, mai una riunione della sua commissione: dal 10 settembre non ha partecipato ad alcun lavoro parlamentare. Sempre in “missione”: cioè in campagna elettorale per le Regionali …Ovviamente il tutto a spese nostre!

Salvini doveva fare «dura opposizione in Aula». Ma dal voto di fiducia non si è più visto in Senato

Perennemente in missione, nonostante la ‘minaccia’ al nuovo Esecutivo: «Faremo una dura opposizione in Aula». Una dichiarazione che, confrontata con il registro delle presenze al Senato ha il sapore del motto «Armiamoci e partite». Si parla, come storia politica nazionale ed europea insegna, dell’allergia del leader della Lega a partecipare attivamente al percorso decisionale di una democrazia: da quando si è insediato il nuovo governo Conte, il segretario del Carroccio (ora senatore) ha partecipato ai lavori parlamentari solo per il voto di fiducia (sfiducia, per lui) alla maggioranza giallorossa. Le assenze Salvini, dunque, tornano a fare notizia.

Come riporta il sito online del settimanale L’Espresso (che trova anche conferma sui numeri riportati dal portale OpenParlamento), il leader della Lega non ha partecipato a nessuna votazione (oltre a quella di fiducia) di quelle che si sono tenute al Senato dal giorno in cui si è insediato il nuovo Esecutivo. Sempre assente, sempre in missione. Non solo il suo scranno a Palazzo Madama è rimasto perennemente vuoto, ma anche la sua poltrona nella Terza Commissione ‘Affari esteri ed emigrazione’ (di cui fa parte) è rimasta deserta. E l’unica riunione si è tenuta il 2 ottobre e quel giorno Salvini era al Senato ma solamente per una conferenza stampa sulla proposta del 5Xmille alle Forze dell’Ordine e non per partecipare ai lavori.

Le assenze Salvini anche da quando è “solo” senatore

E in questo mese le assenze Salvini si sono moltiplicate anche durante i voti al Senato: mai presente, sempre in missione. Ma cosa si intende per parlamentare in missione? «I Senatori assenti per incarico avuto dal Senato, i quali pertanto non vengono computati ai fini della determinazione del numero legale», è scritto sul regolamento di Palazzo Madama. Insomma, la missione dovrebbe racchiudere solamente impegni istituzionali nel proprio ruolo di senatore della Repubblica o membro di una commissione. E, tra l’altro, un parlamentare che si dichiara in missione (oltre a non rientrare nel numero legale in Aula) non perdono neanche la diaria di quel giorno perché in realtà non risultano assenti.

Ma basta fare un salto sulla bacheca Facebook del leader della Lega per capire come nei giorni in cui a Palazzo Madama sono state effettuate una sessantina di votazioni, lui fosse in giro per l’Italia per portare avanti la sua campagna elettorale in vista delle Regionali in Umbria, Calabria ed Emilia Romagna. Si tratta del 24 e 25 settembre: mentre al Senato si votano diversi provvedimenti all’ordine del giorno, le assenze Salvini crescono per via della sue ‘missioni’ elettorali a Cosenza e in varie cittadine del centro-Italia.

La pagina Facebook che annuncia le sue ‘missioni’

E il copione si ripeterà già oggi, quando la sua Commissione (secondo calendario) si riunirà. Ma la bacheca Facebook di Salvini già annuncia la sua assenza dai lavori parlamentari per via della tripletta umbra: prima la visita al Carcere di Sabbione (ore 9), poi l’incontro con i cittadini di Terni (ore 11) e alle 12.30 il comizio di Ferentillo. Tu chiamale se vuoi, missioni.

 

tratto: https://www.giornalettismo.com/assenze-salvini-senato/

La ong che si prende gioco di Salvini: a Lampedusa spunta la barca Matteo S. che salva i migranti!

 

 

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La ong che si prende gioco di Salvini: a Lampedusa spunta la barca Matteo S. che salva i migranti!

Non si tratta di un mero e banale caso di omonimia: da qualche giorno a Lampedusa sta circolando un’imbarcazione che porta il nome di Matteo S. Si tratta di veliero di supporto della Ong tedesca Lifeline che ha scelto quel nome proprio per prendersi gioco di Matteo Salvini. Il natante è stato ripreso dalle telecamere di Repubblica che ha spiegato la genesi di quel nome scelto dall’Organizzazione non Governativa per protestare contro le politiche anti-migranti del leader della Lega nel corso del suo mandato (che sta andando a esaurirsi) al Ministero dell’Interno.

L’intento è derisorio anche per via delle continue diatribe a distanza – fatte di divieti e provocazioni da parte di Matteo Salvini – tra l’attuale capo del Viminale e le Ong per via della questione migranti. Nel video pubblicato da Repubblica, si vede precisamente il nome di quella imbarcazione: la Matteo S.

A Lampedusa spunta la Matteo S.

Ma cosa c’entra la Lifeline con Matteo Salvini? La lite a distanza tra le due parti è sorta, nelle ultime settimane, dopo il divieto di accesso e transito firmato dal ministro dell’Interno (e controfirmato dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, e da quello della Difesa, Elisabetta Trenta) nei confronti della nave Eleonore che, adesso, si trova ancora bloccata a largo di Malta in attesa di una soluzione a livello europeo per la redistribuzione.

I divieti e i decreti di Salvini

Inoltre, la scelta di chiamare la nave Matteo S., è un chiaro segno di polemica contro la politica anti-migranti portata avanti dal governo gialloverde e ha visto grande protagonista Salvini con il suo decreto sicurezza bis che, da mesi, impedisce una rapida soluzione per le persone soccorse in mare dalle Ong. Una diatriba che si è dimostrata sterile dato che, da tempo, mentre le navi delle Organizzazioni non Governative vengono bloccate e lasciate in stallo nel Mediterraneo, i barchini fantasma continuano ad arrivare sulle coste italiane. Come questa notte, quando a Gallipoli sono sbarcati 62 persone provenienti dal Pakistan.

 

tratto da: https://www.giornalettismo.com/matteo-s-ong-salvini/

Caro Matteo, mi presento: sono la Beata Vergine Maria, e ora ti spiego un paio di cose…

 

 

Beata Vergine Maria

 

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Caro Matteo, mi presento: sono la Beata Vergine Maria, e ora ti spiego un paio di cose…

Caro Matteo,
mi presento: sono la Beata Vergine Maria, colei che ieri hai ringraziato in un tweet. Di solito non mi scomodo a rispondere ai tanti che mi invocano, ma visto che Papa Francesco mi ha definita l’influencer di Dio e tu sei l’influencer di una buona fetta di italiani che credono nel tuo verbo (nello specifico il verbo ruspare), scendo momentaneamente sulla Terra e ti spiego un paio di cose.

Io ne ho sopportate tante nella vita, compreso Paolo Brosio. Avevo fatto la gnorri anche quando in piazza, a Milano, hai baciato il rosario e hai affidato il paese “all’Immacolato cuore di Maria”. Ho sperato ti rivolgessi alla De Filippi, magari aspirando a un falò di confronto con la Isoardi.

Adesso però non riesco più a tacere.
Ti sei definito felice che il decreto sicurezza bis sia passato proprio “il 5 agosto che per chi è stato a Medjugorie rappresenta il compleanno della Vergine Maria”. Tanto per cominciare grazie per il pensiero Matteo, ma come certi mariti distratti hai toppato la data. Io sono nata l’8 settembre. Il 5 agosto è nata la Madonna di Medjugorie, nello specifico una collega che non esiste, una che definirei la Mark Caltagirone delle apparizioni mariane, per fare un esempio alla tua portata. Guarda, te la faccio più semplice ancora: l’apparizione della Madonna di Medjugorie non è mai avvenuta, la sparizione dei 49 milioni della Lega sì.

E siccome il mio superiore è pure spiritoso, ti chiami Matteo come San Matteo, il santo protettore della Guardia di finanza, pensa che graziosa boutade che ti ha dedicato. Detto ciò, visto che ti piace credere a un legame simbolico tra date e avvenimenti, te ne rivelo uno io: tu sei nato il 9 marzo e sai chi è nato il 9 marzo come te a parte l’Inter (e tu sei milanista, che soave giubilo): la Barbie! Vedi, il 9 marzo sono nati due dei pupazzi più famosi della storia! Non trovi che questo, sì, sia un preciso segno dell’esistenza di Dio? Un disegno divino?

E ora passiamo a qualche lezione di mariologia. No Matteo, non ti stai confrontando con una giornalista, non mi rispondere con strafottenza che la biografia dell’amico Mario Giordano la conosci benissimo. La mariologia è la branca della teologia che studia me, Maria. Vedi, tu ti sei definito “padre di 60 milioni di italiani”. Ecco, io sono modestamente madre di un solo figlio, ma m’è uscito decisamente meglio dei tuoi. E credimi, tirarlo su non è stato facile. Tanto per cominciare il suo arrivo mi venne annunciato da un giorno all’altro, con Giuseppe che all’inizio non ha capito né come sia stato concepito nè il proprio ruolo in questo vicenda.

Sì, lo so che anche il tuo di Giuseppe, Giuseppe Conte, non ha capito come sia stato concepito ‘sto governo e il suo ruolo in questa vicenda, ma noi avevamo qualche problema in più. Giuseppe doveva partecipare a un censimento tipo quello che vuoi tu per i rom, quindi eravamo in viaggio. Mio figlio è nato e siamo dovuti scappare in Egitto perché Erode lo voleva uccidere.
Ecco, se ci fossero stati i tuoi decreti sicurezza, l’egiziano alla frontiera ci avrebbe detto: “Tornate indietro in Giudea, è un posto sicuro!” e oggi ai tuoi comizi ringrazieresti, al massimo, la madre di un altro Cristo, Krzysztof Piątek.
Non avevamo moto d’acqua per fuggire via mare, non avevamo cibo con cui fare selfie e a dirla proprio tutta Giuseppe era pure un bellimbusto che sembrava scappare da tutto tranne che dalla fame e dalla guerra. Gli mancava giusto l’phone ed è un vero peccato perché almeno avremmo potuto twittare “Amici se voi ci siete noi andiamo avanti! Le minacce non ci spaventano. E al ricco e viziato Erode diciamo: bacioni!”.

Poi vabbè, mio figlio è diventato quello che è diventato, ma pensa, nonostante abbia camminato sulle acque anziché avanzare con le ruspe, nonostante abbia trasformato l’ acqua in vino davanti al popolo anziché in mojito davanti a una consolle, nonostante sia stato capace di guarire i ciechi anziché di rendere ciechi i suoi discepoli come te, non si è mai fatto chiamare “capitano”. Anche perché sono piena di grazia ma il battipanni, se dovesse avere la tua deriva narcisistica, lo so usare anche io.

E a proposito di soprannomi, i miei sono Beata Vergine Maria del Soccorso, Ausiliatrice, Nostra Signora della Misericordia e anche Stella Maris, ovvero stella polare e guida per chi viaggia per mare. Ora, capisci bene caro Matteo che ringraziare ME per un decreto che stabilisce che gli ultimi della Terra possono pure essere ingoiati dai flutti, mi ha fatto drizzare il velo. Ringrazia Schettino, se proprio cerchi un modello ispiratore.

Infine, prima che suoni l’Ave Maria di Schubert al Papeete, ti chiedo di riporre i rosari e di lasciarmi fuori dalla tua propaganda.
Prova, piuttosto, a seguire un consiglio cristiano che sembra fatto apposta per te: ama il prossimo tuo come te stesso. Cioè tantissimo.
Ah. Solo un’ultima cosa: sai la storia che avrei pianto sangue, di tanto in tanto? Ecco. Era una bufala pure quella. Ovviamente fino a ieri, quando ho letto il tuo tweet.

Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano

fonte: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10156488960060983&set=a.10150212984905983&type=3&theater

 

Gravissima accusa del giornalista Silvestro Montanaro: sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte!

 

Silvestro Montanaro

 

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Gravissima accusa del giornalista Silvestro Montanaro: sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte

Silvestro Montanaro dal suo blog  lancia una pesantissima accusa contro Salvini che non puuò essere ignorata:

Sulla pagina facebook di Salvini si organizzano gli squadroni della morte

” Mi sa che il lavoro sporco dobbiamo farlo noi per cambiare e ripulire le città. Si fan tante belle parole ma pochi fatti…”

” E’ ora che ci difendiamo…iniziamo a portare un’arma con noi. Hanno dichiarato guerra? E guerra sia! ”

” Difesa personale e sotto due metri di terra. E’ l’unica soluzione”

” A Roma abbiamo già cominciato…”

” Basterebbe organizzare un bel gruppetto…”

” Fatemi sapere che vi do una mano…”

” Qua i giudici non servono. Dobbiamo fare noi. Guarda Il giustiziere della notte con Charles Bronson. ”

” squadroni di italiani stufi ”

” Ammazziamoli tutti sti bastardi. L’Italia è nostra”

” Io ci sono”

” Presente! ”

Sono solo alcuni dei tanti commenti folli, razzisti e preoccupanti, a seguito di un  post di Matteo Salvini su un atto di violenza commesso da immigrati. Senza che nessuno degli amministratori della pagina prendesse come minimo le distanze da questa barbarie.

Sulla pagina del Ministro degli Interni, gestita dai suoi “comunicatori” pagati con i soldi degli italiani, si incita all’assassinio e ci si organizza per questi fini.

Salvini denunci gli autori di questi e altri infami commenti.

Altrimenti, il suo silenzio sarà considerato assenso. E sarà complice di questa feccia e delle sue possibili azioni violente.

silvestro montanaro

Che dire? Ogni commento è superfluo. Vediamo se qualcuno interverrà… Il silenzio è complicità. Quindi facciamoci sentire: condividiamo tutti le accuse di Montanaro.

Fonte: https://raiawadunia.com/sulla-pagina-facebook-di-salvini-si-organizzano-gli-squadroni-della-morte/

Per qualche rublo in più – Vietato lo sciopero agli operai dello stabilimento petrolchimico Russo in Italia. Il Prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

 

Salvini

 

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Per qualche rublo in più – Vietato lo sciopero agli operai dello stabilimento petrolchimico Russo in Italia. Il Prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

Lukoil, divieto sciopero operai Priolo per pressioni russe, prefetto conferma: “Ordine di Salvini”

“Non vorremmo trovarci un giorno a vedere la nostra libertà democratica messa in discussione non solo dal nostro governo, ma a causa dell’intromissione di un Paese straniero”: così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, commenta a Fanpage.it il divieto di sciopero di fronte ai cancelli dello stabilimento petrolchimico russo a Priolo, in provincia di Siracusa, ricostruendo passo per passo la vicenda, fino alla pubblicazione delle lettere fra l’ambasciatore Razov e il ministro Salvini.

Il caso degli scioperi operai di fronte ai cancelli della raffineria di Priolo Gargallo, appartenente al gruppo petrolifero russo Lukoil, è finito sotto l’attenzione mediatica nazionale in seguito alla pubblicazione di alcune lettere, scambiate fra l’ambasciatore russo in Italia, il ministero dell’Interno e la prefettura di Siracusa, che hanno alimentato le polemiche sui rapporti tra la Lega e Mosca. Infatti, il prefetto Luigi Pizzi, che ha vietato per motivi di “ordine pubblico e pubblica sicurezza” gli assembramenti operai contro il taglio dei posti di lavoro nei pressi dello stabilimento, avrebbe agito dietro richiesta del Viminale. Che a sua volta ha ricevuto pressioni da parte dell’ambasciatore Sergey Razov, per motivi che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza. Infatti, nella lettera del diplomatico russo indirizzata direttamente a Matteo Salvini (che si apre con un amichevole “Caro Matteo”), in cui si richiede di bloccare le manifestazione, ci sono riferimenti a perdite finanziarie e interessi economici della compagnia russa in Italia. Nessun accenno a questioni di ordine pubblico. Tuttavia il 9 maggio scorso il prefetto di Siracusa ha vietato le manifestazioni davanti ai 12 ingressi del polo petrolchimico.

La questione è diventata un caso mediatico a causa del coinvolgimento del ministero dell’Interno e dell’ambasciata russa, ma si tratta di una vicenda nata ben prima del 24 luglio, giorno in cui sono state pubblicate le lettere. Abbiamo provato a ricostruirla passo per passo con Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, che ha raccontato a Fanpage.it la lotta dei sindacati contro il divieto di sciopero ai danni degli operai di Priolo Gargallo. La Cgil aveva infatti provato a bloccare l’ordinanza con un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, denunciando come l’ordinanza rappresentasse un oltraggio “ai principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione e dei principi costituzionali”. Tuttavia, secondo il Tribunale, “il provvedimento impugnato non recideva la possibilità di esercizio dei diritti di riunione e di sciopero, né delle libertà sindacali, limitandosi a enucleare alcuni siti in cui viene introdotto il divieto di assembramento”. Una spiegazione che non aveva placato le proteste. “La pronuncia data provvisoriamente dal Tar non ci convince. Continuiamo a pensare che siano stati lesi diritti di libertà”, aveva affermato il sindacato annunciando un nuovo ricorso al Cga, il Consiglio di Giustizia Amministrativo.

Pressioni politiche
“Come si può palesemente notare l’ordinanza del prefetto non è dettata da motivi di ordine pubblico o da particolari esigenze produttive. Piuttosto quell’ordinanza nasce in virtù di pressioni politiche che calpestano i principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione e dei principi costituzionali. Ci sono inoltre aspetti di natura giuridica che lasciano assai perplessi come ad esempio il fatto che le attività produttive in questione non sono e non possono essere riconducibili alla natura di servizio pubblico, che come è noto viene regolamentato da particolari e specifiche norme, anche esse, tuttavia, garantiste del diritto inalienabile delle libertà sindacali e dello sciopero”, aveva proseguito la nota della Cgil firmata da Massafra.

Il segretario nazionale ci ha quindi spiegato che i sindacati sono venuti a conoscenza delle lettere, e delle sollecitazioni dal governo russo per impedire le proteste sindacali, solamente in sede di ricorso. La questione sarebbe stata infatti resa nota dallo stesso prefetto che, giustificando al Tribunale il provvedimento, avrebbe affermato di adempiere semplicemente ad un’ordinanza arrivata dal ministero. “Non si tratta allora di un provvedimento per garantire l’ordine pubblico, ma di una chiara e pesante ingerenza politica rispetto ad un tema fondamentale quale il diritto di mobilitazione”, ci ha spiegato Massafra. Il segretario della Cgil, inoltre, ha definito l’intervento del Viminale come “un’anomalia”, in quanto normalmente i rapporti diplomatici dovrebbero verificarsi attraverso gli uffici del ministero degli Esteri.

Diritto allo sciopero
“È stato scavalcato il diritto costituzionale”, continua Massafra descrivendo la decisione del prefetto come un anticipo del nuovo quadro giuridico introdotto dal decreto sicurezza bis, che “limita in modo inaccettabile il diritto di mobilitazione”. Il provvedimento, sottolinea il segretario della Confederazione, è stato aggravato dal caso delle ingerenze, “ma è di per sé un fatto gravissimo”, in quanto “limita la libertà di manifestazione” e compromette il futuro dei lavoratori. Quindi spiega: “Era in corso un tavolo di lavoro in prefettura dove si stava discutendo, nella possibilità del cambio di appalti, su come evitare una crisi occupazionale. Era un confronto costruttivo che andava avanti da un anno e mezzo, ma poi quando è cambiato il prefetto si è bloccato tutto quanto”. Luigi Pizzi è stato nominato prefetto di Siracusa lo scorso 29 novembre 2018 al posto di Giuseppe Castaldo, e si è insediato il 18 dicembre. “Ci siamo trovati di fronte a un muro, di cui l’apice è stata l’ordinanza del 9 maggio”, ha affermato Massafra.

Sottolineando che la priorità del sindacato ora sia la “tutela dei lavoratori da un punto di vista occupazionale e per quanto riguarda il loro diritto di sciopero”, Massafra ha concluso augurandosi che la vicenda rimanga sotto i riflettori della politica nazionale: “Si tratta di un episodio inquietante e pericoloso di ingerenza diplomatica che ha minacciato il diritto dei nostri lavoratori. Non vorremmo trovarci un giorno a vedere la nostra libertà democratica messa in discussione non solo dal nostro governo, ma a causa dell’intromissione di un Paese straniero “.

Tratto da: https://www.fanpage.it/politica/lukoil-cgil-denuncia-ingerenza-politica-salvini-calpestato-diritto-sciopero-operai-di-priolo/

Cambiare l’Europa dalla poltrona di casa. L’ambizioso programma di Matteo Salvini, sempre assente ai vertici UE sui migranti

 

Matteo Salvini

 

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Cambiare l’Europa dalla poltrona di casa. L’ambizioso programma di Matteo Salvini, sempre assente ai vertici UE sui migranti

 

Cambiare l’Europa dalla poltrona di casa: anche oggi Salvini è assente al vertice UE sui migranti

Cambia la tua vita con un click’ è il titolo di un film del 2006 con protagonista l’attore americano Adam Sandler. La trama racconta di un uomo a cui viene donato un telecomando universale in grado di modificare la realtà con la sola pressione di un tasto. Forse proprio da quel film – ma con gli effetti prodotti ben diversi – ha preso ispirazione Matteo Salviniche ha deciso, ancora una volta, di non partecipare al vertice UE sui migranti tra i 28 ministri dell’Interno dell’Unione Europea. La sua decisione era stata comunicata nei giorni scorsi al suo parigrado transalpino (la riunione si tiene oggi in Francia) nei giorni scorsi con una lettera in cui si accusava l’asse franco-tedesco di fare fronte comune contro l’Italia.

Eppure si voleva cambiare l’Europa, ma è meglio farlo dal più confortevole salotto di casa propria (intesa come l’Italia), piuttosto che mettere il naso oltreconfine dove l’opinione che i suoi colleghi hanno di lui non è la stessa che hanno i suoi elettori in Italia. Al posto di Matteo Salvini, come di consueto, il Viminale ha inviato una delegazione tecnica che porterà avanti la linea guida del ministro dell’Interno. Ma è l’assenza che pesa più dell’idea che si vuole portare avanti.

Matteo Salvini assente (di nuovo) al vertice UE sui migranti

Matteo Salvini, infatti, sembra sfuggire sempre dal dibattito europeo sui migranti, sugli sbarchi, sulle espulsioni e sui ricollocamenti. Questa è l’ottava volta consecutiva che il leader della Lega, dopo aver alzato (e continuato ad alzare) continui polveroni in Italia, decide che sia meglio non partecipare a questi vertici UE. Chiede di superare il trattato di Dublino, senza però andare nelle sedi opportune e portare le proprie rimostranze. Si limita a scrivere tweet, post su Facebook indicando la luna e facendo credere di star combattendola.

Dire di risolvere i problemi, non facendo nulla per trovare soluzioni

In realtà quando si tratta di affrontare de visu la questione, c’è sempre un buon motivo per non varcare il confine italiano. Oggi si dice si stato assente per protesta: la bozza d’accordo Italia-Malta sembra non piacere agli altri Paesi Europei. Ma la politica, in special modo quella sovranazionale, non può sopravvivere con la storia «il pallone è mio e se non mi piacete non gioca nessuno», perché alla fine questo atteggiamento porta gli altri a decidere per noi. Ma l’importante è far credere di voler veramente risolvere la questione migranti e sbarchi in Italia.

 

 

fonte: https://www.giornalettismo.com/matteo-salvini-no-vertice-migranti/

Auguri Matteo Salvini. La sua promessa elettorale “NON MI ALZO DAL TAVOLO FINO A QUANDO IL LATTE DI PECORA NON PASSA DA 60 CENTESIMI AD 1 EURO AL LITRO!” compie oggi 5 mesi.

 

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Auguri Matteo Salvini. La sua promessa elettorale “NON MI ALZO DAL TAVOLO FINO A QUANDO IL LATTE DI PECORA NON PASSA DA 60 CENTESIMI AD 1 EURO AL LITRO!” compie oggi 5 mesi.

Per rinfrescarVi la memoria – 14 febbraio 2019, Matteo Salvini: Latte, Salvini: non mi alzo da tavolo se prezzo non è un euro

Le promesse elettorali fatte ai pastori sardi non sono state mantenute

L’aumento del prezzo del latte a un euro al litro non c’è stato, e ora le proteste potrebbero ricominciare

Sono passati cinque mesi dalle proteste degli allevatori sardi contro il crollo del prezzo del latte di capra e di pecora: se ne era parlato molto, lo scorso febbraio, perché in alcuni casi le proteste erano state particolarmente aggressive e vistose, con blocchi stradali, manifestazioni e minacce verso chi non protestava, e perché la questione del latte era diventata centrale anche per le elezioni regionali, poi vinte da Christian Solinas, di centrodestra e sostenuto dalla Lega.

Durante la campagna elettorale, a seguito delle proteste, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, entrambi leghisti, avevano incontrato a Roma una delegazione di pastori insieme a rappresentanti di consorzi, imprenditori, cooperative e industriali. Salvini aveva promesso che avrebbe trovato «una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi», e che non si sarebbe alzato dal tavolo delle trattative finché il prezzo del latte non fosse passato da 60 centesimi a 1 euro al litro. Non è successo.

Poiché le promesse non sono state mantenute, i pastori hanno fatto sapere di essere pronti a riprendere la protesta.

Dopo le manifestazioni dello scorso febbraio e l’incontro con Salvini, in prefettura a Sassari era stata avviata una trattativa tra pastori e industriali ed era stato trovato un accordo sul prezzo del latte: 74 centesimi al litro come forma di acconto, con l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del Pecorino.

 

Amnesty International: così Salvini e i suoi diffondono odio in rete…!

 

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Amnesty International: così Salvini e i suoi diffondono odio in rete…!

La signora Lia, casalinga della provincia di Caserta, si sveglia ogni mattina verso le otto e prima ancora di alzarsi dal letto e di infilare le sue pantofole bianche con piume rosa in acrilico prende il suo smartphone, apre l’applicazione di Facebook e condivide una tenera foto di gattini dalla pagina “cuccioli & cuccioli”. Poco dopo, indossate le pantofole bianche con piume rosa in acrilico, la signora Lia va in cucina, prende il caffè e condivide nell’ordine: l’ultima diretta Facebook di Matteo Salvini, un post dell’eurodeputato Matteo Ciocca contro i “criminali ROM” e una fake news sulle “tendopoli di Amatrice” sotto 6 metri di neve nel mese di agosto dalla pagina “Figli di Putin”. La stessa bufala era già stata condivisa due ore prima dal marito Salvatore, uomo sovrappeso sulla cinquantina con una calvizie in stato avanzato, che dal suo Fiorino bianco, tra una consegna e l’altra, si divide tra la pagina “donne a cui piace mostrarsi”, quella di Matteo Salvini dove scrive ogni giorno sei commenti “forza Capitano siamo tutti con te!” e quella di Laura Boldrini dove lascia quattro righe di insulti sgrammaticati rivolti all’ex Presidente della Camera e ai “finti rifugiati palesrtrati con vestiti firmati cellulari di ultima generazione” portati in Italia dai “comunisti radical chic col Rolex” per farla invadere.

La signora Lia e suo marito Salvatore sono due esempi neanche troppo di fantasia di quel pezzo di popolo italiano oggi inglobato in una sorta di “macchina dell’odio” che agisce ormai da anni sui social network, persone inconsapevoli usate per il costante “volantinaggio virtuale” di una propaganda violenta che fomenta i bassi istinti e trasforma le delusioni, le frustrazioni e le invidie di tanti in un odio che indirizza verso dei bersagli facili: migranti, donne, minoranze religiose, rom, Ong, politici e giornalisti. Il più grande istigatore di odio d’Italia, in questo momento storico, è il vicepremier e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Lui e molti esponenti del suo partito e del satellite Fratelli d’Italia sono i più attivi nel diffondere contenuti che diventano virali perché mettono in cattiva luce alcune categorie di persone individuate come “nemici”. Accade così che un meme o una notizia di cronaca spesso presa da fonte incerta, diventino un pezzo di comunicazione post-politica che viene diffuso su pagine ufficiali, non ufficiali e profili falsi di twitter e facebook. Al resto pensano la signora Lia e suo marito Salvatore.

Dal 2016 Amnesty International Italia lavora sulla piaga dell’odio che si diffonde sui social network, monitorando profili e pagine di politici, specie in occasione delle campagne elettorali. L’ultimo “barometro dell’odio” è stato presentato subito dopo le ultime elezioni europee ed ha coinvolto 180 attivisti che nell’arco di 6 settimane hanno seguito le campagne social di 416 candidati, valutando 100.000 contenuti. Uno su dieci è risultato offensivo e/o discriminatorio o hate speech. Lo scopo di Amnesty è quello di far luce sul problema e proporre delle soluzioni di contrasto all’hate speech in sinergia con centri di ricerca accademici e osservatori accreditati come Carta di Roma, Osservatorio di Pavia, Unar, Fondazione Bruno Kessler e altri.

Il rapporto di Amnesty è un’istantanea a tratti inquietante della degenerazione umana, morale e culturale di un pezzo di paese e sul modo con cui esso viene istigato. Il leader incontrastato della “macchina dell’odio” è, come detto in precedenza, il Ministro dell’Interno. Nel periodo della rilevazione, sui suoi canali social ci sono state 2.188.168 interazioni, più di tre volte e mezzo quelle del leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio. Il “lavoro” social del costoso staff della comunicazione di Salvini si concentra sull’individuazione di alcuni argomenti particolarmente divisivi, sulla produzione di contenuti (post, tweet) che possano istigare le reazioni del pubblico e sulla loro diffusione su canali ufficiali e non. Il tema più presente nelle 6 settimane di monitoraggio è stato ovviamente quello dei rifugiati con il 12,2% di incidenza sul totale. Il 41,6% dei contenuti sull’argomento è risultato offensivo e/o discriminatorio come il 52,6% dei commenti degli utenti. Nello stesso periodo il capo della Lega ha speso 128.782 euro di sponsorizzate su Facebook, l’equivalente di 9.163.991,54 rubli. Di Salvini anche i tre post più commentati, mentre a dominare le classifiche di quelli che hanno generato più commenti offensivi e hate speech è l’eurodeputato del suo partito Angelo Ciocca.

La diffusione pianificata dell’odio tramite i social network è sempre più un’emergenza e continuare a prenderla sotto gamba potrebbe indebolire ulteriormente la tenuta democratica degli Stati, ancor più in un paese come l’Italia dove la democrazia è fragile e da sempre milioni di persone tendono ad affidarsi al pifferaio magico di turno. L’odio cova sulle frustrazioni, sulle invidie e sulle delusioni, cammina sulle pantofole bianche con piume rosa in acrilico della signora Lia, quelle che il marito Salvatore guarda con disprezzo mentre sogna corpi perfetti di modelle russe e una vita che non vivrà mai.

 

fonte: https://www.glistatigenerali.com/partiti-politici/cosi-salvini-e-i-suoi-diffondono-odio-in-rete-il-rapporto-di-amnesty/?fbclid=IwAR39IgFzfRvmjqo4D4IdwYSnxBU6vFhl9cJHc3wSvlimLVRaKUvCDHdTxXw

La politica di Salvini? Saltare l’85% dei vertici UE per andare dalla D’Urso. Perchè è lì che prende i voti. Per votare Salvini bisogna essere stolti. Di poco intelligenti in Italia ce ne sono tanti e questo lui lo ha capito ed ha creato il più grande partito del Paese: quello degli stupidi…

 

Salvini

 

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La politica di Salvini? Saltare l’85% dei vertici UE per andare dalla D’Urso. Perchè è lì che prende i voti. Per votare Salvini bisogna essere stolti. Di poco intelligenti in Italia ce ne sono tanti e questo lui lo ha capito ed ha creato il più grande partito del Paese: quello degli stupidi…

Il 6 giugno si è tenuto in Lussemburgo il vertice di due giorni riservato ai ministri dell’Interno dei 28 Paesi dell’Unione europea. L’incontro aveva come tema il futuro della politica comunitaria in materia di sicurezza e si è occupato di rimpatri, norme antiterrorismo, gestione dei flussi migratori: tutti temi che il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, ha sempre usato durante la campagna elettorale, promettendo di difendere l’interesse del Paese in Europa. Salvini ha però preferito disertare a causa di altri fondamentali impegni: un’ospitata nel salotto di Pomeriggio 5 da Barbara D’Urso…!

L’assenteismo di Salvini non è una novità in sede europea, ma una consuetudine ben nota ai suoi omologhi. Da quando è ministro ha saltato sei vertici su sette.

Salvini da mesi promette ai suoi sostenitori di cambiare le regole in Europa, proprio mentre i suoi colleghi europei si riuniscono per discuterne, quasi sempre senza di lui.

Anche prima di diventare ministro Salvini era uno dei grandi assenti del Parlamento europeo, come dimostra la votazione del 2016 per lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro a favore dei terremotati italiani. Salvini in quei mesi basava la sua propaganda politica sui terremotati italiani dimenticati dal governo in favore degli immigrati, seguendo la logica del “fuori i migranti, aiutiamo prima i terremotati”. Ma durante le votazioni europee per aiutare concretamente gli italiani colpiti dal terremoto, Salvini NON C’ERA! Era in Tv a raccontare che i guai dei terremotati Italiani erano i migranti!

La strategia di Salvini di dire e non fare funziona perché l’impatto di una diretta Facebook o di un’ospitata nella Tv spazzatura è più potente della notizia delle sue assenze alle riunioni.

La strategia di Salvini funziona perché di webeti su Facebook ce ne sono a bizeffa, per non parlare del livello culturale e intellettivo di chi si sollazza con i programmi della D’Urso…

In buona sostanza il successo di Salvini è semplice e geniale: irretire la massa di Italioti stupidi, ignoranti e dal quoziente intellettivo pari o inferiore a quello di un ippopotamo con tante, tante chiacchiere. Dargli un nemico da odiare e magari un po’ di promesse che menti tanto idiote facilmente dimenticheranno…

Una cosa Salvini l’ha capita: in Italia di stupidi ne abbiamo tanti e lui, un’ospitata alla volta, una cazzata alla volta, una promessa alla volta, ne ha creato il più grande partito del Paese.

In altre parole: per votare uno come Salvini bisogna avere un QI molto basso. In Italia di stupidi ne siamo pieni e tutto questo Salvini l’ha capito.

Ma non disperate amici. Siamo nella cacca fino al collo, ma presto ricomincerà il Grande Fratello e L’Isola dei famosi per tirare un po’ su le sorti del nostro stupido Paese.

By Eles

Quando le cose ce le deve spiegare una pornostar – Valentina Nappi: “Se Matteo Salvini è cristiano io sono vergine”

 

Valentina Nappi

 

 

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Quando le cose ce le deve spiegare una pornostar – Valentina Nappi: “Se Matteo Salvini è cristiano io sono vergine”

Nuovo capitolo dello scontro a distanza tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’attrice a luci rosse Valentina Nappi.

La caliente interprete napoletana classe 1990, scoperta dal mitico Rocco Siffredi, torna a pubblicare un cinguettio sul suo profilo Twitter per contro il Ministro dell’Interno.

Stavolta, l’oggetto della sua critica è la presunta, super-ostentata religiosità del capitano leghista.

Ebbene, la Nappi non ci crede affatto e afferma che, se Salvini può dirsi tranquillamente “cristiano”, allora lei sarebbe addirittura “vergine”.

Un concetto già espresso da Preti, Cardinali ed anche, in modo neanche tanto velatamente, dal Papa. Chi semina odio, chi fa morire gente in mare, chi, con la bava alla bocc,a aizza la gente contro i propri simili NON SI PUÒ DEFINIRE CRISTIANO…

Ma forse, detto in questo modo, è più chiaro: “Se Matteo Salvini è cristiano io sono vergine”

E intanto i giornali filo-fascisti come Libero ed Il Giornale parlano di insulti a Salvini… Ci vuole una bella faccia tosta…