Formigodi – L’editoriale di Marco Travaglio sul vergognoso regalo dei domiciliari a Formigoni, uno che si è fottuto centinaia di milioni (mai ritrovati) creando uno spaventoso giro di tangenti sulla pelle dei malati…

 

Formigoni

 

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Formigodi – L’editoriale di Marco Travaglio sul vergognoso regalo dei domiciliari a Formigoni, uno che si è fottuto centinaia di milioni (mai ritrovati) creando uno spaventoso giro di tangenti sulla pelle dei malati…

 

di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 24 luglio 2019

Formigodi

L’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano che scarcera Roberto Formigoni, condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione, dopo ben 5 mesi di galera e lo spedisce ai domiciliari a casa di un amico che lo manterrà per i restanti 65 mesi, inaugura un nuovo filone della letteratura umoristica: la satira giudiziaria. Com’è noto, da quest’anno vige la legge Spazzacorrotti, che estende ai reati di corruzione il divieto di concedere ai pregiudicati le misure alternative al carcere (già previsto per i delitti di mafia, terrorismo, droga, contrabbando, sequestro di persona, violenza sessuale, pedofilia, riduzione in schiavitù): cioè i servizi sociali e i domiciliari, previsti per i condannati a meno di 4 anni, ma anche a pene superiori per chi ha compiuto 70 anni. A meno che – precisa la legge Bonafede – uno non collabori con la giustizia per far scoprire altri reati. Ora, Formigoni ha 72 anni e non ha mai collaborato con la giustizia. S’è addirittura rifiutato regolarmente di farsi interrogare da pm e giudici. Non ha mai ammesso i suoi reati, nemmeno dopo la condanna definitiva. Infatti la Procura di Milano ha dato parere negativo ai domiciliari perché “non si può escludere l’utilità di sue dichiarazioni sull’ingente patrimonio transitato per i paradisi fiscali e mai recuperato”. Il processo ha accertato che, per dirottare 200 milioni pubblici alle cliniche Maugeri e San Raffaele, il trio Formigoni (per 18 anni presidente ciellino della Regione Lombardia)- Daccò (faccendiere ciellino suo amico)-Simone (ex assessore regionale ciellino alla Sanità) aveva movimentato uno spaventoso giro di tangenti sulla pelle dei malati: almeno 61 milioni, di 6,6 finiti al Celeste. In gran parte mai trovati.

Ma i giudici, col via libera del Pg, l’han mandato a casa anche se non ha mai collaborato. Motivo: anche volendo, “il presupposto della collaborazione è impossibile” perchè ormai il processo s’è chiuso e ha ricostruito i fatti “con pignoleria”. Sì, è vero, il pm ipotizza che Formigoni sappia in quali paradisi fiscali è nascosto il resto del bottino e l’ “associazione criminale” sia ancora in piedi per custodire quello e altri segreti. Ma queste sono “ipotesi” e “presunzioni”, mica di certezze. E per forza: se non parlano né lui, nè Daccò, né Simone, come si fa ad avere certezze? Bisognerebbe interrogare Formigoni, che però rifiuta da sempre. Com’è suo diritto. Ma allora lo Stato avrebbe il dovere di tenerlo dentro, come prevede la legge per chi non collabora. Invece lo mettono fuori dopo 5 mesi (su 70) perchè non collabora ma pensano che non possa più farlo (a proposito di “ipotesi” e “presunzioni”).

Ragionamento (si fa per dire) che ora dovrebbe valere per tutti i condannati: visto che il processo è finito, non possono più collaborare. Quindi solo un fesso, d’ora in poi, collaborerà con la giustizia: perchè mai confessare tutti i propri delitti, e pure quelli altrui, e restituire il maltolto, quando si possono nascondere tanti bei soldini tacendo al processo e poi, una volta condannati, andarsene subito a casa (di un amico) a godersi un’agiata vecchiaia? Se lo sragionamento vale pure per i mafiosi, siamo a cavallo: finora era proprio il carcere senza benefici a indurne alcuni a pentirsi. Ma ora basterà la condanna definitiva per tappare loro la bocca: anche se vogliono parlare, il giudice farà notare che il processo ha già ricostruito i fatti “con pignoleria”, ergo si stiano zitti e non rompano i coglioni. Il meglio però arriva a proposito del “percorso di recupero” che San Roberto, in soli 5 mesi, ha compiuto in cella riconoscendo “sbagli”, “atteggiamenti superficiali” e “disvalore delle sue condotte” (i colori delle giacche e delle cravatte erano troppo sgargianti), come “l’amicizia con Daccò e le vacanze sugli yacht ai Caraibi” (prossimo giro, solo Maldive).

E poi “non riveste più alcun ruolo pubblico” (essendo detenuto, sarebbe complicato persino in Italia), ragion per cui la pena fissata in sentenza sarebbe “afflittiva”. Povera stella. Tra l’altro, in carcere, il Celeste ha tenuto “uno stile di vita riservato”. Si temeva che desse dei party a ostriche, caviale e champagne nell’ora d’aria, o invitasse in cella ballerine dell’obaoba, o sfoggiasse anche lì giacche color salmone/aragosta. Invece niente: il detenuto modello teneva “basso profilo” e addirittura respingeva le richieste di favori degli altri detenuti, rispondendo lodevolmente “di non poter intervenire”. Quindi basta non continuare a delinquere in carcere per scontare la pena per i delitti precedenti fuori dal carcere. Eppoi il nostro ha mostrato “uno sforzo di adattamento, consolidato da elementi tra cui la fede” (se era ateo, erano cazzi) e “dal volontariato in biblioteca”. Decisiva l’ “accettazione delle sentenze”: l’altroieri i suoi avvocati gli han suggerito di fare il bravo e lui ha magnanimanente dichiarato in udienza: “Mi conformo alla condanna e comprendo il disvalore dei miei comportamenti”. Perbacco, che gentile: si conforma, anche perché se non si conformasse sarebbe esattamente lo stesso. Ma, se ti chiami Formigoni, basta accettare una pena di 70 mesi per uscire dopo 5. Già che c’era, Formigoni ha pure detto ai giudici: “Solo oggi comprendo che sarebbe stato meglio rispondere alle domande” (tanto non possono più fargliene). E s’è pure vantato di aver “deciso di costituirmi spontaneamente” dopo la condanna” e non -badate bene- perché altrimenti i carabinieri andavano a prelevarlo a casa, ma “per le mie convinzioni personali e culturali e per rispetto dello Stato”. La cosa deve aver commosso i giudici: anche evitare di darsi alla latitanza diventa un titolo di merito. É un nuovo principio giuridico: se vieni dentro, ti metto fuori. Si spera almeno che valga solo per lui e non per tutti gli altri delinquenti.

Dico a te, povero fesso. Ho fatto la bella vita con i soldi che ti ho rubato. Mi hanno beccato e sto in galera. Ma se firmi la petizione torno libero e posso continuare a godermela alla faccia tua. Che aspetti? Firma! – Sostieni anche tu la Petizione per la grazia a Roberto Formigoni!

Formigoni

 

 

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Pagina creata per sostenere che a Formigoni NON può essere concessa la grazia: I Delinquenti devono stare in galera

Una raccolta di firme per chiedere che venga concessa la grazia all’ex governatore lombardo e senatore di Ncd Roberto Formigoni, che da fine febbraio sta scontando nel carcere di Bollate una condanna per corruzione. A lanciare l’iniziativa è stato l’imprenditore Angelo Cenicola, amico personale di Formigoni. Al momento la richiesta è stata sottoscritta da 3.500 persone. E su Facebook è stata aperta anche la pagina ‘Roberto Formigoni libero’.

L’ex governatore è finito in carcere, nonostante abbia superato i 70 anni, per effetto della legge ‘spazzacorrotti’ che non prevede pene alternative al carcere per i reati contro la pubblica amministrazione. I legali del ‘Celeste’, gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni hanno tentato nel corso di un incidente di esecuzione davanti alla Corte d’Appello di Milano di far ottenere gli arresti domiciliari al loro assistito ma i giudici hanno respinto l’istanza.

Cosa aspetti? Firma anche TU la petizione!

QUI la petizione per chiedere la grazia al Presidente

QUI, invece, la petizione No, alla concessione della “Grazia” a Roberto Formigoni.

 

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I Delinquenti devono stare in galera

L’appello di Feltri a Mattarella “Liberi Formigoni” …Ora, bisognerebbe chiedere a questo deficiente: se in Italia ci sono 60.000 delinquenti in galera, perchè proprio Formigoni? Per consentirgli di continuare a rubare e godersela alla faccia nostra?

 

Feltri

 

 

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L’appello di Feltri a Mattarella “Liberi Formigoni” …Ora, bisognerebbe chiedere a questo deficiente: se in Italia ci sono 60.000 delinquenti in galera, perchè proprio Formigoni? Per consentirgli di continuare a rubare e godersela alla faccia nostra?

“Caro Mattarella, liberi Formigoni”. E’ l’appello lanciato dal direttore di ‘Libero’, Vittorio Feltri, al presidente della Repubblica perché conceda la grazia all’ex governatore e leader di Cl, che, scrive Feltri, “se ne sta in cella, a 72 anni suonati”, condannato a 7 anni di reclusione “dopo aver gestito alla grande per quattro lustri la Regione Lombardia, merito non da poco”. “Sono quaranta giorni che fatico a prendere sonno”, scrive Feltri, che, rivolgendosi a Mattarella e parlando della “tribolata vicenda” di Formigoni, sottolinea: “Lo hanno incarcerato per reati bagatellari, compreso un tuffo goffo dalla barca di un amico. Una punizione eccessiva e direi immotivata. Mi auguro che lei esamini la opportunità di concedere la grazia a un uomo che al petto ha parecchie medaglie. Solo lei, dall’alto della sua autorità, può compiere un gesto riparatorio di tanta ingiustizia”.

Ora, che il fatto che Formigoni sia andato in galera a 72 anni suonati significa solo che è rimasto troppo tenpo fuori a fare la bella vita con i soldi nostri ed alla faccia nostra. Quanto alle medaglie, glie le avrà “regalate” qualche amico in cambio di favori o le avrà rubate.

Che poi il sig. Feltri non dorma da 40 giorni è un problema suo. Ed è un problema suo soprattutto perchè invece di pensare alla gente che tutti i giorni muore nel Mediterraneo e che lui disprezza acidamente, pensa ad un delinquente…

Nessuna pietà per Formigoni. Grande nausea ogni volta che questo deficiente con tesserino da giornalista parla…

By Eles

 

VERGOGNOSO! La casta ancora una volta fa quadrato intorno ai loro più miserabili esponenti: con i voti di Lega, Forza Italia e PD bocciata la mozione M5S per chiedere risarcimento danni a Formigoni. Dalla vecchia politica un altro schiaffo alla gente!

 

Formigoni

 

 

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VERGOGNOSO! La casta ancora una volta fa quadrato intorno ai loro più miserabili esponenti: con i voti di Lega, Forza Italia e PD bocciata la mozione M5S per chiedere risarcimento danni a Formigoni. Dalla vecchia politica un altro schiaffo alla gente!

VERGOGNA! Risarcimento danni a Formigoni, l’aula boccia la mozione M5S. Schiaffo ai lombardi da Lega, Forza Italia e PD

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato una mozione del M5S Lombardia che avrebbe impegnato la regione a chiedere i danni in sede civile all’ex Presidente Roberto Formigoni.

Questo voto è uno schiaffo agli italiani e ai lombardi onesti. In Consiglio regionale la casta ha mostrato il suo vero volto e ha difeso un ex presidente condannato in via definitiva rifiutandosi di chiedere i danni in sede civile.

Chi ha difeso e continua a difendere Formigoni è complice di un sistema che per vent’anni ha danneggiato i lombardi.
Non c’è nessuna dignità nel corrompere e nel togliere risorse pubbliche ai cittadini e alla sanità. Un amministratore che si macchia di gravissimi reati contro la pubblica amministrazione non merita elogi, difese d’ufficio o manifestazioni di rimpianto.

Ci attendevamo che la nostra richiesta di danni fosse approvata all’unanimità, al contrario i partiti hanno espresso nostalgia per Formigoni piagnucolando sui bei tempi andati dell’eccellenza lombarda. Non esiste eccellenza dove c’è corruzione. Non c’è politica dove si intascano i soldi pubblici. Non c’è onestà nell’incapacità di prendere le distanze dall’amministrazione Formigoni che ha trascinato nel fango la nostra regione.

La Lombardia ha funzionato nonostante i Formigoni e i partiti che l’hanno amministrata che hanno perso l’ennesima occasione per fare gli interessi dei lombardi e cioè quello per cui sono stati votati.

fonte: https://www.facebook.com/Ni.DiMarco/photos/a.740120522843754/1047290928793377/?type=3&theater

Tutti fumo e niente arresto – Il grande editoriale di Marco Travaglio sull’arresto di Formigoni…

 

Marco Travaglio

 

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Tutti fumo e niente arresto – Il grande editoriale di Marco Travaglio sull’arresto di Formigoni…

Tutti fumo e niente arresto

A leggere le dolenti e lacrimanti dichiarazioni di politici e intellettuali di destra, centro e sinistra per l’arresto di Roberto Formigoni, condannato definitivamente dalla Cassazione a 5 anni e 10 mesi, cui farà seguito il consueto pellegrinaggio di vedove e orfani inconsolabili nella cella del nuovo Silvio Pellico, una domanda sorge spontanea. Ma che deve fare un politico italiano, per 18 anni governatore della Lombardia, per guadagnarsi un minimo di riprovazione sociale, se non bastano nemmeno 6,6 milioni di tangenti (su un totale di 80) sotto forma di ville in Costa Smeralda, yacht in Costa Azzurra, vacanze ai Caraibi e in Sardegna, banchetti a base di champagne in ristoranti stellati, benefit vari e finanziamenti elettorali illeciti rubati al sistema sanitario nazionale, cioè sulla pelle dei malati?

L’altroieri il Pg della Cassazione, chiedendo la conferma della condanna d’appello a 7 mesi e mezzo (poi un po’ ridotta per la solita prescrizione), ricordava “l’imponente baratto corruttivo… tenuto conto del suo ruolo e con riferimento all’entità e alla mole della corruzione, che fanno ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità”. Siccome una sentenza irrevocabile, non il teorema della solita Procura di Milano, ha accertato che tra il 2001 e il 2011, dalle casse della Fondazione Maugeri e del San Raffaele (cliniche private convenzionate e foraggiate dalla Regione, con l’aggiunta di favori indebiti per 200 milioni di denaro pubblico), sono usciti rispettivamente 70 milioni e 8-9 milioni, poi transitati su conti di società estere “schermate” e finiti nelle tasche dell’imprenditore Pierangelo Daccò, dell’ex assessore Antonio Simone, di Formigoni e di suoi prestanome, tutti ciellini di provata fede, la classe dirigente di un Paese serio si congratulerebbe con i magistrati per aver neutralizzato e assicurato alla giustizia un pericoloso focolaio d’infezione che per quattro lustri ha depredato la sanità pubblica di una delle regioni più prospere d’Italia. Invece chi candidò questo bell’esemplare di nababbo a spese nostre col voto di povertà, chi lo sostenne (da FI ai centristi Udc alla Lega), chi finse di fargli l’opposizione (il Pd) e chi lo votò si vergognerebbe come un ladro. E tutti ringrazierebbero i 5Stelle per due meriti indiscutibili, acquisiti prima della cura Salvini: aver costretto i partiti a dare una mezza ripulita alle liste del 4 marzo 2018, cancellando almeno i più impresentabili fra gli impresentabili (senza i famigerati “grillini”, FI avrebbe ricandidato Formigoni per la sesta volta); e aver approvato la Spazzacorrotti che equipara la corruzione ai reati di mafia.

Cioè la rende “ostativa” ai benefici penitenziari, pene alternative e altre scappatoie. E ci risparmia per il futuro il consueto spettacolo del potente di turno che “sconta” la pena ai domiciliari o ai servizi sociali senza un giorno di galera. Invece siamo un popolo che, non avendo conosciuto la Riforma protestante, non sa cosa sia l’etica della responsabilità. Infatti, all’ennesimo arresto di “uno del giro”, il coro delle prefiche ha ripreso a lacrimare, passando senza soluzione di continuità da casa Renzi alla cella di Forchettoni. Il messaggio classista di queste lamentazioni è che i “signori” non si arrestano mai, neppure quando ce la mettono tutta per finire in galera nel Paese che li respinge sulla soglia, e alla fine ci riescono. In fondo, la nostra infima “classe dirigente” rimpiange quei tempi e quei figuri. E anche nella presunta sinistra fioccano le riabilitazioni di B. purché ci (anzi li) salvi dal “populismo”.

Cominciarono Scalfari e De Benedetti (“Meglio B. di Di Maio”), proseguì Renzi (“Chiediamo scusa a B.”), poi arrivò lo scrittore Veronesi (“Firmerei col sangue per il ritorno di B.”). E ora Augias, su Repubblica, per poter sostenere restando serio che “questo governo è il peggiore della storia repubblicana”, deve scrivere che i governi B. furono acqua fresca: “B. badava ai suoi affari e a scansare la galera” con qualche “legge su misura”, che sarà mai, “ma non ha danneggiato struttura ed equilibri dello Stato come rischiano di fare questi”. In effetti B. si limitò a consegnare la democrazia e le istituzioni a un’associazione per delinquere che ha rapinato l’Italia, in miliardi e in diritti, per un quarto di secolo. Basta ricordare la lista dei condannati, imputati e indagati di quello che chiamiamo spiritosamente “centrodestra”.

Due dei tre leader fondatori, B. e Bossi, sono pregiudicati passati dai servizi sociali. L’altro, Fini, è imputato per riciclaggio. I creatori di FI, Dell’Utri e Previti, sono pregiudicati l’uno per mafia e l’altro per corruzione giudiziaria. Il leader della Campania, Cosentino, ha già totalizzato 25 anni di carcere per camorra. Quello della Calabria, Matacena, è latitante a Dubai. E prima di Formigoni erano stati indagati, o arrestati, o condannati in vari gradi di giudizio o prescritti i governatori di centrodestra di quasi tutte le Regioni: Cota (Piemonte), Biasotti (Liguria), Maroni (Lombardia), Galan (Veneto), Polverini (Lazio), Pace (Abruzzo), Iorio (Molise), Fitto (Puglia), Scopelliti (Calabria), Drago, Cuffaro e Lombardo (Sicilia), Cappellacci (Sardegna). En plein. Per non parlare dei membri di Parlamenti e governi: Verdini, Scajola, Brancher, Papa, Luigi Grillo, Frigerio, Alfredo Vito, Matteoli, Sirchia, Romani, Angelucci, Sgarbi, Belsito, Sciascia, Minzolini, Farina per citare solo i migliori.

Un esercito di perseguitati politici, un battaglione di vittime della malagiustizia.

Prima c’erano quelli che “un avviso di garanzia non è una condanna” e “aspettiamo la sentenza definitiva”. Ora piangono anche dopo le condanne in Cassazione. Formigoni non è ancora entrato in galera e già lo vogliono fuori. Con tutta la fatica che ha fatto per meritarsela.

“TUTTI FUMO E NIENTE ARRESTO” di Marco Travaglio sul Il Fatto Quotidiano del 23 febbraio 2019

Questa notizia Vi spezzerà il cuore: Roberto Formigoni, quello che si è fottuto milioni, faceva la bella vita alla faccia nostra e ci prendeva pure per i fondelli: “Vivo senza pensione e sono costretto a prendere i mezzi pubblici”… A questo pensiero, dormirete stanotte?

 

Roberto Formigoni

 

 

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Questa notizia Vi spezzerà il cuore: Roberto Formigoni, quello che si è fottuto milioni, faceva la bella vita alla faccia nostra e ci prendeva pure per i fondelli: “Vivo senza pensione e sono costretto a prendere i mezzi pubblici”… A questo pensiero, dormirete stanotte?

Roberto Formigoni: “Vivo senza pensione e sono costretto a prendere i mezzi pubblici”

Ha perso tutto Roberto Formigoni, anche la pensione, e per questo è costretto a lavorare come consulente e a utilizzare anche i mezzi pubblici. Lo confessa lo stesso ex governatore della Lombardia in un’intervista a Il Giornale, dove sostiene la propria innocenza nel caso Maugeri, anche dopo la condanna in appello a sette anni e mezzo. E spiega come trascorre le proprie giornate.

Delle cene stellate, dei viaggi oltreoceano e degli yacht di lusso non vi è più traccia nella vita di Roberto Formigoni. L’ex presidente della Regione Lombardia, conduce una vita umile (o quasi) che riempie con un doppio lavoro da consulente, del volontariato e gli spostamenti nei mezzi pubblici. Almeno stando a quanto racconta (non per la prima volta) a Il Giornale. L’ex governatore è stato condannato in appello a sette anni e mezzo con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, nell’ambito del processo Maugeri con l’accusa di corruzione: avrebbe beneficiato di “privilegi” per un valore di oltre 6,6 milioni di euro, in cambio di delibere e rimborsi non dovuti alla Fondazione Maugeri di Pavia e all’ospedale San Raffaele quantificati in circa 200 milioni di euro. Ma Formigoni non ci sta e per l’ennesima volta grida la sua innocenza: “La mia colpa è aver trascorso qualche week-end, una decina in tutto nell’arco di tre anni, più due vacanze natalizie ai Caraibi, ospite di un amico danaroso: Pierangelo Daccò – spiega – per essere salito qualche volta su quelle barche, mi attribuiscono il prezzo di quegli yacht, per un totale di 4 milioni di euro. È incredibile”. Smentisce tutto dunque, anzi per lui si tratta di una vera e propria persecuzione nei suoi confronti che va avanti dal 2011. “Non vogliono affondare il modello che ho creato. Pensi solo alla sanità, alla rivoluzione che ho compiuto aprendo i grandi ospedali privati anche ai poveri. Era ed un modello innovativo e vincente, cristiano e liberale”. E quando gli viene chiesto dei 200 milioni di euro donati ai due enti risponde così: “Sono il frutto di delibere. Di scelte condivise con la giunta e i miei tecnici. Tutto regolare, tutto alla luce del sole e tutti i soldi per i malati”.

“La mia vita oggi? Non ho più segretaria né autista”
“Nel 2014 mi hanno sequestrato tutti i beni: sei appartamenti, in comproprietà con mio fratello e mia sorella, e tre utilitarie. Ma non basta. A maggio la Corte dei conti mi ha portato via pure la pensione: circa 4mila euro al mese. Non ho più la segretaria e l’autista l’avevo già perso lasciando la presidenza del Pirellone”, spiega Formigoni, così costretto a ributtarsi nel mondo del lavoro: “Oggi sono consulente di due gruppi imprenditoriali: uno cinese e uno arabo. Non guadagno molto, ma mi basta per vivere. Seguo anche la comunicazione di due onlus, consiglio i giovani che vogliono candidarsi, faccio scuola di formazione politica. Tutto gratis”.  “La mia non è la giornata di un pensionato al parco – spiega – faccio sei o sette chilometri al giorno a piedi. E prendo i mezzi pubblici, anche nell’ora di punta”. Ed è lungo questo tragitto che spesso, dice, incontra qualcuno che gli chiede: “Formigoni perché non torna? Quando c’era lei la Lombardia funzionava meglio”. Chissà.

 

fonte: https://milano.fanpage.it/roberto-formigoni-vivo-senza-pensione-e-sono-costretto-a-prendere-i-mezzi-pubblici/

La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni, …ma la notizia non è questa. La notizia è “Come cazzo ce i ha uno, che per lavoro fa il politico, 5 milioni da farsi sequestrare?”…!

 

Formigoni

 

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La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni, …ma la notizia non è questa. La notizia è “Come cazzo ce i ha uno, che per lavoro fa il politico, 5 milioni da farsi sequestrare?”…!

Ha fatto e continua a fare la bella vita con i soldi dei malati . Nessuna cifra potrà ripagare quei cittadini lombardi e italiani che lui ha frodato. Poi pensateci, la Lega ha truffato lo Stato per 49 milioni di euro. Formigoni, eletto con i voti della Lega, ha causato danni alla Regione Lombardia per 60 milioni di euro. Quanto fa in stipendi alla scorta di Saviano…?

La Corte dei Conti sequestra 5 milioni a Formigoni: “ha manipolato il pubblico a fini privati”

Il provvedimento per la vicenda Maugeri, per cui l’ex presidente della regione Lombardia è stato condannato in primo grado a sei anni per corruzione. Danno alla regione da 60 milioni.

La Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia ha eseguito un sequestro conservativo per un valore di 5 milioni di euro a carico di Roberto Formigoni, ex governatore della regione ed ex senatore, per la vicenda Maugeri, per il quale è già stato condannato in primo grado 6 anni per corruzione.
Il provvedimento cautelare disposto dai magistrati è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili. I pm contabili hanno eseguito anche sequestri conservativi a carico di altri, tra cui l’ex faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone, già condannati in sede penale. I sequestri riguardano “beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio e conti correnti bancariper un ammontare che supera i 30 milioni.
L’ex governatore della Lombardia Formigoni, spiegano i magistrati contabili, “si è adoperato per ‘deviare’ la funzione pubblica a fini privati, avvalendosi dei ‘mediatori/agevolatori’ Pierangelo Daccò e Antonio Simone, con interventi e pressioni sugli uffici regionali, mirati alla precisa finalità di drenare illecitamente una ingentissima quantità di risorse pubbliche, assegnate a copertura dei fondi destinati alle cosiddette funzioni non tariffabili”.
Al termine di “una complessa ed articolata attività istruttoria – ha detto la Procura contabile, diretta da Salvatore Pilato – e con la fondamentale collaborazione della Guardia di Finanza di Milano, delegata ad eseguire i sequestri, i magistrati hanno definito gli accertamenti relativi al finanziamento da parte della Regione Lombardia della Fondazione Salvatore Maugeri, ente ospedaliero accreditato con il sistema sanitario regionale”.
Per i pm contabili, anche sulla base degli atti penali, è “emersa la distrazione dal finanziamento delle cosiddette funzioni non tariffabili, dei contributi regionali a finalità vincolata per l’importo stimato nell’invito a dedurre nella misura di euro 59.383.107”.
Contestato dunque un danno erariale di quasi 60 milioni nei confronti della Regione Lombardia. Ed è emersa l’esistenza di “un sistema illecito composto da soggetti interni all’amministrazione regionale”, tra cui proprio l’ex Governatore, “e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalità pubbliche”.
Il “provvedimento cautelare” disposto dai magistrati “è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili”: 5 milioni a Formigoni, 4 milioni all’ex presidente della Fondazione Umberto Maugeri, 4 milioni all’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e 10 milioni a testa a Daccò e Simone. I sequestri conservativi, la cui udienza per la convalida è stata fissata all’11 luglio, riguardano “beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio, conti correnti bancari” nei limiti “delle quote di arricchimento personale”.

Roberto Formigoni è candidato al Senato per il centrodestra: capolista in tre collegi lombardi …perché a questa gente candidare uno onesto fa un po’ schifo

Roberto Formigoni

 

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Roberto Formigoni è candidato al Senato per il centrodestra: capolista in tre collegi lombardi …perché a questa gente candidare uno onesto fa un po’ schifo

 

Roberto Formigoni è candidato al Senato per il centrodestra: capolista in tre collegi lombardi

L’ex governatore Roberto Formigoni è candidato al Senato per Noi con l’Italia come capolista di tre collegi plurinominali della Lombardia: Milano, Monza-Brianza e Bergamo-Brescia. Formigoni è stato condannato a sei anni in primo grado per il caso Maugeri e attualmente è rinviato a giudizio nell’ambito di un procedimento per corruzione e turbativa d’asta.

Roberto Formigoni tornerà in Parlamento anche nella prossima legislatura. L’ex governatore della Lombardia, che ha presieduto la regione dal 1995 al 2013, è candidato al Senato per Noi con l’Italia, il partito che forma la cosiddetta “quarta gamba” della coalizione di centrodestra. Per “Noi con l’Italia”, Formigoni sarà candidato capolista in tre collegi plurinominali lombardi su cinque totali: l’ex governatore correrà nei collegi di Milano, Monza-Brianza e Bergamo-Brescia. Finita l’esperienza da governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni venne eletto senatore nel 2013 nelle file dell’allora Popolo della Libertà, secondo in lista dopo il presidente Silvio Berlusconi. Nel novembre del 2013 passò però al Nuovo Centrodestra, la formazione politica fondata dall’ex delfino di Berlusconi, Angelino Alfano.

Formigoni dunque si trovò in Ncd a sostegno del governo di centrosinistra di Matteo Renzi insieme, tra gli altri, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e allo stesso Alfano. Nuovo Centrodestra si è recentemente scisso in due pezzi: da una parte Noi con l’Italia guidato da Maurizio Lupi e alleato della coalizione di centrodestra, dall’altro Civica Popolare, lista fondata dal ministro Lorenzin e alleata della coalizione di centrosinistra. Formigoni è stato condannato in primo grado a sei anni per il caso Maugeri ed è attualmente rinviato a giudizio per corruzione e turbativa d’asta.

“Il Tribunale di Milano ritiene che le utilità corrisposte a Formigoni in esecuzione dell’accordo corruttivo, tra il 2006 ed il 2011, siano stimabili nell’ordine di almeno sei milioni di euro, a fronte di circa 120 milioni di euro e di circa 180 milioni di euro che, nello stesso periodo, vengono erogati dalla Regione rispettivamente a Fondazione Salvatore Maugeri e Ospedale San Raffaele […] Non possono riconoscersi le circostanze attenuanti generiche, non essendo emerso, all’esito del dibattimento, alcun elemento di positiva valutazione dai gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia sotto il profilo del dolo, con palese abuso delle sue funzioni, con l’ausilio di intermediari, in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la Regione e per il buon andamento della pubblica amministrazione”, scrissero i giudici nelle motivazioni della sentenza di condanna per il caso Maugeri.

fonte:https://www.fanpage.it/roberto-formigoni-e-candidato-al-senato-per-il-centrodestra-capolista-in-tre-collegi-lombardi/

Diceva Piercamillo Davigo: “dopo tangentopoli i politici non hanno smesso di rubare, ma solo di vergognarsi” …E infatti questo ce lo ritroviamo puntualmente in Tv a darci le sue lezioni di morale…!!!

Formigoni

 

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Diceva Piercamillo Davigo: “dopo tangentopoli i politici non hanno smesso di rubare, ma solo di vergognarsi” …E infatti questo ce lo ritroviamo puntualmente in Tv a darci le sue lezioni di morale…!!!

Caso Maugeri, per i giudici Formigoni “corrotto con almeno 6 milioni di euro”
Le motivazione della sentenza con cui, tra gli altri, l’ex governatore è stato condannato a 6 anni

«Almeno sei milioni di euro». E’ la cifra, secondo il Tribunale di Milano, corrisposta all’ex governatore Roberto Formigoni tra il 2006 e il 2011 per l’accordo corruttivo, che vide l’erogazione da parte della Regione Lombardia «di 120 milioni di euro e di circa 180 milioni di euro che, nello stesso periodo, venivano erogati alla Fondazione Salvatore Maugeri e all’Ospedale San Raffaele». Un passaggio del provvedimento con cui i giudici hanno motivato la sentenza con cui il politico è stato condannato a sei anni per corruzione per il caso Maugeri.

Formigoni, scrivono, non ha goduto delle attenuanti generiche perché «non è emerso all’esito del dibattimento, alcun elemento di positiva valutazione dei gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia sotto il profilo del dolo».

L’ex governatore, proseguono i giudici della decima penale, avrebbe agito «con palese abuso delle sue funzioni, con l’ausilio di intermediari, in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la Regione e per il buon andamento della pubblica amministrazione».

Secondo i giudici, l’uomo d’affari Pierangelo Daccò e l’ex assessore Antonio Simone, suoi coimputati nel processo, gli avrebbero pagato viaggi di lusso ai Caraibi, vacanze in barca, cene da gran gourmet. «Ingenti capitali», quelli spesi da Daccò e Simone per garantirgli «vacanze in località esclusive, disponibilità di imbarcazioni di lusso, uso di dimore di pregio, un altissimo tenore di vita, cene di rappresentanza e viaggi su aerei privati». Spese giustificate dal governatore come “omaggi e regali” da parte di amici di vecchia data. Ma ritenute dal collegio di giudici presieduto da Gaetano La Rocca «esorbitanti in un qualsiasi normale rapporto di amicizia (sia pure con persone molto facoltose)».

fonte: http://www.lastampa.it/2017/06/20/italia/cronache/maugeri-per-i-giudici-formigoni-corrotto-con-almeno-milioni-di-euro-U3TBHMlHVJ22Inx9pyiHEK/pagina.html