Ci vuole coraggio, ma soprattutto tanta, proprio tanta faccia tosta: la Regione Lombardia pubblicizza i successi della sua sanità privata. Con 11mila morti sulla coscienza!

 

Regione Lombardia

 

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Ci vuole coraggio, ma soprattutto tanta, proprio tanta faccia tosta: la Regione Lombardia pubblicizza i successi della sua sanità privata. Con 11mila morti sulla coscienza!

Quindi la Lombardia si vanta del disastro. La regione che da sola conta più della metà dei morti in tutto il Paese, la regione in cui fioccano le testimonianze di persone che sono mancate senza avere nessun tipo di assistenza sole nelle proprie abitazioni, la regione in cui nessuno sa esattamente se ha o se ha avuto o se è guarito dal Covid-19, la regione che è arrivata in ritardo sull’incendio di vite umane che è scoppiato in Val Seriana, la regione in cui i contagi non sembrano rallentare, la regione in cui le case di riposo sono state usate come parcheggio per i malati di Covid creando un disastro, la regione in cui (lo dice Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano) c’è stato “un clamoroso fallimento della medicina territoriale e della diagnostica”, la regione che in tutto il mondo viene osservata come caso-scuola di quello che non bisogna fare insiste nel vantarsi.

Tutti i giorni l’assessore Gallera, in una conferenza stampa che ha il sapore di un comizio infarcito di qualche numeretto, ci racconta che sono stati bravissimi, che sono i migliori, che non hanno sbagliato nemmeno una mossa e nei giorni scorsi addirittura ha comprato pagine dei quotidiani per vantarsi delle vite salvate con il suo sistema pubblico-privato con una scritta a tutta pagina che recita “28.224 vite salvate in Lombardia” e con la precisazione che è tutto merito della “sanità privata insieme alla sanità pubblica” e anche un bel hashtag #unasolasanità.

Siamo all’apoteosi: ieri l’assessore Gallera ha addirittura dichiarato di essere contento che l’ospedale Covid in zona Fiera “non sia servito” (21 milioni di euro spesi per qualche manciata di pazienti in una struttura che non ha medici e infermieri a disposizione) dimenticando che il ruolo della politica dovrebbe essere quello di fortificare le realtà ospedaliere esistenti: quanti tamponi vengono fuori da 21 milioni di euro? Quanti investimenti si sarebbero potuti fare sulla telemedicina con quei soldi? Niente.

Nessuna autocritica, nessuna risposta. La sistematica privatizzazione della sanità, la riduzione dei posti letto, lo sgretolamento del ruolo dei medici di famiglia sono tra le cause che hanno reso la Lombardia così debole. È il fallimento politico e culturale di una stagione che in Lombardia dura da vent’anni, eppure nessuno si permette nemmeno di aprire una riflessione. Se chiedete a Gallera perché la Lombardia è stata straziata dalle morti vi risponderà sardonico che c’è troppa gente che si sposta, nonostante i dati dicano tutt’altro. Dimentica anche di dirci che in Lombardia ci si sposta perché molte fabbriche in deroga (circa 15mila) sono rimaste aperte. Ma non sentono, non vedono, non parlano. Eppure i numeri raccontano, ed è un’ecatombe.
E loro si vantano del disastro.
fonte: https://www.tpi.it/opinioni/lombardia-regione-pubblicita-sanita-privata-disastro-20200415585844/?fbclid=IwAR2wrTiUDMXlcG6hWYo6bNx_JbuAskvlsGThB_uhk4jCWPR7p7DYTmY222E

Coronavirus, vietata la libertà di stampa e di espressione… Corea del Nord? Zimbabwe? Siria? No, è la Regione Lombardia…!

 

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Coronavirus, vietata la libertà di stampa e di espressione… Corea del Nord? Zimbabwe? Siria? No, è la Regione Lombardia…!

Regione Lombardia vieta la libertà di stampa e di espressione

Se vogliamo vincere questa “guerra sanitaria” contro il Coronavirus non dobbiamo permettere che venga messo il bavaglio alla libera informazione. Purtroppo sta accadendo.

In questi giorni, l’ASST di Mantova ha spedito alla Gazzetta di Mantova la seguente comunicazione: “Gentilissimi, sulla base di una nota odierna inviata dall’assessorato al welfare alle ASST e alle ATS, non sono ammesse conferenze stampa sull’emergenza coronavirus. La conferenza stampa convocata per oggi è quindi annullata. Sempre su indicazioni dell’assessorato, non sono consentite interviste e interventi delle direzioni strategiche, dei medici e degli operatori sanitari, se non preventivamente autorizzati. Sarà possibile solo la diffusione di eventuali comunicati stampa concordati con Regione Lombardia. Cordialmente”.

Questo diktat sa più di regime totalitario che di nazione democratica e impedisce, attraverso l’esercizio della libera informazione, che le notizie circolino, che i cittadini vengano informati, che l’emergenza venga raccontata così com’è, dalla prima linea, dal fronte dei sanitari impegnati nella lotta all’epidemia.

Non dimentichiamoci che la diffusione del virus a Wuhan è stata favorita proprio dalla censura del Governo cinese: le notizie hanno cominciato a circolare solo quando ormai l’epidemia ha cominciato a dilagare. Se i medici e gli infermieri avessero potuto dare prima l’allarme e i mezzi di informazione cinesi avessero potuto divulgare le notizie, forse si sarebbero potuti limitare i danni.

In Egitto, la corrispondente dal Cairo del quotidiano britannico “The Guardian”Ruth Michaelson è stata costretta a lasciare l’Egitto dopo aver citato uno studio scientifico secondo cui il numero di casi di coronavirus nel paese era fortemente sottostimato. Il 15 marzo l’Egitto dichiarava solo tre casi di contagio ma, dopo la morte, a causa del COVID-19, di due generali vicini al presidente Al Sisi, il governo non ha più potuto tacere sui dati reali dell’epidemia.

Anche in Turchia sono stati arrestati alcuni giornalisti colpevoli di aver rivelato alcuni casi di contagio che non erano stati resi pubblici. Nel paese, che ha il record mondiale di giornalisti incarcerati, il governo vuole controllare i termini del dibattito pubblico sull’epidemia. I rari giornalisti indipendenti ne pagano le conseguenze.

In Ungheria, il primo ministro Viktor Orbán approfitta dell’epidemia per rafforzare il suo controllo autoritario sulla nazione. Orbán ha criminalizzato qualsiasi informazione “allarmista” sull’epidemia.

E ora Regione Lombardia che tenta di mettere il bavaglio a mediciinfermieri e a tutti i giornalisti impegnati sul fronte, ognuno a fare la propria parte: i sanitari a combattere il nemico e i giornalisti a raccontare, a chi è forzatamente recluso a casa, le cronache di questa assurda guerra.

Il NurSind, in questo clima di censura, cerca di dare voce agli “imbavagliati”, facendo parlare i propri rappresentanti sindacali i quali, in nome di una libertà sindacale di espressione non ancora vietata, cercano di riportare fatticronache ed emozioni dalla prima linea.

 

fonte: http://www.infermieristicamente.it/articolo/11748/regione-lombardia-vieta-la-liberta-di-stampa-e-di-espressione?fbclid=IwAR0O4bkuZbnQNfMak65gtR6bxm1cShhPWyH36qfJI3g-eecLrgF1leLRhQQ

…Quando uno è impresentabile pure come essere umano: De Luca chiama “chiattona” la consigliera Cinque Stelle…!

 

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…Quando uno è impresentabile pure come essere umano: De Luca chiama “chiattona” la consigliera Cinque Stelle…!

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De Luca chiama “chiattona” consigliera Cinque Stelle

Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, definisce “chiattona” la capogruppo del M5s in consiglio regionale, Valeria Ciarambino.

Parlando con i giornalisti a margine del consiglio regionale, il presidente ha parlato di una “signora che disturba anche quando sta a cento metri di distanza”.

Poco prima, il gruppo M5s aveva esposto dei cartelli con la scritta “siamo in delucrazia”

Poco da fare… Quando uno è impresentabile anche come essere umano…

By Eles