E POI CHE È SUCCESSO? 10 aprile scorso. Servizio di fuoco di Report contro Renzi: “scambio tra salvataggio Unità e appalti in Kazakistan”. Il Fatto rincara la dose. Di Maio ha pronto un dossier per arrestare Renzi. Renzi minaccia querele a destra e a manca. E poi cosa è successo?

 

Renzi

 

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E POI CHE È SUCCESSO? 10 aprile scorso. Servizio di fuoco di Report contro Renzi: “scambio tra salvataggio Unità e appalti in Kazakistan”. Il Fatto rincara la dose. Di Maio ha pronto un dossier per arrestare Renzi. Renzi minaccia querele a destra e a manca. E poi cosa è successo?

Ve ne avevamo già parlato: La querela di Di Maio sull’acquisto dell’Unità. Ed ora Renzi rischia seriamente 10 anni di carcere…!

Non è una domanda retorica. Veramente non lo sappiamo. E poi cosa è successo?

Sembrava lo scandalo del secolo. Per dieci giorni sono volate accuse minacce e controminacce. Poi il silenzio generale.

Cosa è successo?

Ci nascondono qualcosa? Tutto è finito a tarallucci e vino?

Se qualcuno ha notizie, informateci… grazie.

Per rinfrescarVi la memoria:

Il Fatto Quotidiano

L’Unità, “scambio tra salvataggio e appalti in Kazakistan”. E Renzi minaccia Report

Report, guerra Pd dopo la puntata su L’Unità: ‘Chiederemo danni al programma Rai e al Fatto. Brutta pagina giornalismo’

Il Giornale

“Scambio Unità-appalti Eni”: report incastra Renzi. L’ex Premier minaccia querele

Metodo Di Maio: un dossier per fare arrestare Renzi

Libero

La querela di Di Maio sull’acquisto dell’Unità: “Renzi rischia 10 anni di carcere”

Huffpost 

Pd contro Report e M5S. Pronti esposti contro la trasmissione e il blog di Grillo

Corriere della Sera

La festa all’Unità: l’inchiesta di Report e lo scontro con Renzi

…E poi cosa è successo?

by Eles

Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. Invece l’indagato Lotti resta al suo posto… Ora però non cominciate a pensare a male. Che ci azzecca se è del Pd ed amico di Renzi…?!?

Consip

 

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Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. Invece l’indagato Lotti resta al suo posto… Ora però non cominciate a pensare a male. Che ci azzecca se è del Pd ed amico di Renzi…?!?

 

Consip, Marroni accerchiato e annientato. Si dimettono Ferrara e Ferrigno, decade il cda. L’indagato Lotti resta al suo posto

Prima del dibattito in aula (imbarazzante per Pd e governo) della mozione per chiedere l’azzeramento dei vertici, il presidente e una consigliera lasciano. Così l’accusatore non indagato salta e il ministro resta

“Hanno deciso di farmi fuori. Io che in questa vicenda sono l’unico non indagato”. Luigi Marroni l’aveva capito venerdì, alla presentazione della mozione Pd che chiedeva l’azzeramento dei vertici Consip, ma forse non pensava che la questione si sarebbe risolta automaticamente nel giro di 24 ore. Si sono dimessi i consiglieri del Tesoro nel consiglio di amministrazione: il presidente Luigi Ferrara e la consigliera Marialaura Ferrigno. Di conseguenza, essendo formato da tre componenti (l’altro è appunto l’ad) decade l’intero board della società controllata dal Mef al centro dello scandalo che vede indagato, tra gli altri, il ministro dello Sport Luca Lotti. Marroni, accerchiato dai partiti e annientato dai colleghi, resta in carica con il solo compito di convocare, entro otto giorni, l’assemblea dei soci che dovrà nominare il nuovo cda. E’ dunque questa la “soluzione” al caso Consip, al centro di un fitto lavorio nelle ultime ore mentre per martedì era stata messa in calendario al Senato la discussione sulle mozioni, compresa quella del Pd che avrebbe chiesto l’azzeramento dei vertici.

La decisione dei due consiglieri, di fatto, si rivela un provvidenziale favore al Pd che si è trovato a rincorrere l’opposizione nella richiesta di rimuovere i vertici “in tempi celeri” e che a questo punto potrà evitare l’imbarazzante prova dell’aula. Il gruppo dem a Palazzo Madama ha firmato venerdì una mozione-fotocopia di quella presentata a marzo dai senatori di Idea Augello e Quagliariello cui sono arrivate ben 73 sottoscrizioni provenienti praticamente da tutti i gruppi parlamentari: Forza Italia, Lega, M5s, Gal, Ala, Alternativa Popolare, gruppo per le Autonomie, gruppo Misto. Mancava giusto il Partito Democratico che, per evitare la trappola della mozione, aveva depositato la propria al fine di neutralizzare quelle altrui. Ma la maggioranza risicata al Senato non escludeva affato il rischio di andare allo scontro parlamentare e di finire sotto, con conseguenti, prevedibili, polemiche.

Così a togliere le castagne dal fuoco al segretario del Pd Matteo Renzi– il cui padre Tiziano è indagato dallo scorso febbraio – ci hanno pensato gli altri due consiglieri chiamandosi fuori: con l’addio di due membri su tre decade l’intero consiglio di amministrazione e l’oggetto del contendere. Le dimissioni non cancellano ovviamente lo scontro politico cresciuto intorno alla società dopo l’emergere dell’inchiesta sulle pressioni intorno al maxi-appalto da 2,7 miliardi per il Facility management, vale a dire la gestione e la manutenzione, degli immobili pubblici.

In questa inchiesta Marroni è stato sentito più volte come testimone, diventando il “grande accusatore” del ministro dello Sport Luca Lotti sulla rivelazione del segreto d’ufficio. Lotti, indagato insieme al generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, ha sempre respinto ogni addebito. Ad aggravare l’intreccio è intervenuto poi il caso-Scafarto, il vicecomandante del Noe che ha seguito l’inchiesta della Procura di Napoli ed è ora indagato per depistaggio con l’accusa di falsi nell’informativa sui presunti incontri tra l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e Tiziano Renzi.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/17/consip-marroni-accerchiato-e-annientato-si-dimettono-ferrara-e-ferrigno-decade-il-cda-lindagato-lotti-resta-al-suo-posto/3666837/

La querela di Di Maio sull’acquisto dell’Unità. Ed ora Renzi rischia seriamente 10 anni di carcere…!

 

querela

 

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La querela di Di Maio sull’acquisto dell’Unità. Ed ora Renzi rischia seriamente 10 anni di carcere…!

 

La querela di Di Maio sull’acquisto dell’Unità: “Renzi rischia 10 anni di carcere”

Un dossier che potrebbe mandare in galera Matteo Renzi. Ipotesi estrema, ma non campata in aria perché la querela di decine di pagine presentata da Luigi Di Maio alla Procura di Napoli sui presunti appalti facili finiti all’imprenditore Massimo Pessina dopo l’acquisto del quotidiano del Pd L’Unità, sottolineava il Giornale, si basa su accuse pesantissime che chiamano in causa direttamente l’ex premier e segretario democratico.

Il vicepresidente della Camera nonché candidato premier del Movimento 5 Stelle individua reati come istigazione alla corruzione, corruzione internazionale, induzione indebita, turbativa della libertà degli incanti e traffico di influenze illecite. Il conto se accolte? Una decina di anni di carcere. La “segnalazione” di Di Maio rientra nell’inchiesta napoletana (e romana) sull’imprenditore Alfredo Romeo e Consip (con Tiziano Renzi, padre di Matteo, formalmente indagato insieme all’attuale ministro dello Sport ed ex sottosegretario Luca Lotti), ed è stata girata anche all’Anac del commissario Cantone.

 

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/12364838/consip-querela-di-maio-m5s-matteo-renzi-acquisto-unita-pessina-.html

Sempre più vergognosi – Ryder Cup, Lotti & C. ce l’hanno fatta! 3 volte hanno provato a far passare la norma ben nascosta in altre leggi e 3 volte scoperti, non si sono arresi. Ed al quarto tentativo, con la manovrina, sono riusciti a far pagare a NOI la gara di golf sul campo della famiglia Biagiotti!!

 

Ryder Cup

 

 

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Sempre più vergognosi – Ryder Cup, Lotti & C. ce l’hanno fatta! 3 volte hanno provato a far passare la norma ben nascosta in altre leggi e 3 volte scoperti, non si sono arresi. Ed al quarto tentativo, con la manovrina, sono riusciti a far pagare a NOI la gara di golf sul campo della famiglia Biagiotti!!

 

Ryder Cup di golf, Lotti ha mantenuto la promessa: garanzia statale inserita nella manovrina (ma senza la cifra)

Doveva arrivare entro Pasqua e così è stato: la fidejussione, già tre volte proposta e altrettante respinta, è stata inserita nel provvedimento approvato dal consiglio dei ministri. Ancora una volta in una legge di natura generale e non dedicato allo sport. Mistero sulle cifre: probabile che alla fine la garanzia sia di poco più di 50 milioni e non più 97, visto che nel frattempo la FederGolf ha chiuso l’accordo da 40 milioni con Infront per la copertura mediatica dell’evento che si terrà (ormai è quasi sicuro) a Roma nel 2022

 

Alla fine Luca Lotti ha mantenuto la promessa: la Ryder Cup 2022 ha avuto la sua garanzia. Doveva arrivare entro Pasqua e così è stato: la fidejussione, già tre volte proposta e respinta dal governo, è stata inserita nella cosiddetta “manovrina” approvata dal consiglio dei ministri. Ancora una volta un provvedimento di natura generale e non dedicato allo sport, come alcuni avevano auspicato: le coperture economiche per la FederGolf trovano posto accanto ai fondi per i terremotati e alle misure per gli enti locali. Ma anche di recente il ministro dello Sport aveva lasciato intendere ai suoi confidenti di ritenere che questa fosse la strada migliore. Forse per non mettere la firma su un provvedimento non troppo ben visto dall’opinione pubblica, o per evitare una discussione parlamentare pericolosa di questi tempi agitati per il Pd. E anche se a Palazzo Chigi non c’è più Matteo Renzi (che per primo aveva sposato la causa della manifestazione), al governo si augurano che questa sia davvero “la volta buona” per la Ryder.

Le voci si erano rincorse già negli ultimi giorni, rinvigorite anche dall’improvvida intervista della sottosegretaria ai Beni Culturali, Dorina Bianchi: l’affare della garanzia stava per andare in porto. La conferma è arrivata dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri, che ha approvato il Def 2017 (Documento di economia e finanza) e la manovra correttiva imposta dall’Europa. Il decreto, ufficialmente “misure in favore degli enti locali e dei territori colpiti dal sisma”, è in realtà una vera e propria “finanziaria bis” da circa 3,4 miliardi di euro, con provvedimenti di ogni tipo. E nel capitolo delle “misure per lo sviluppo” ricompare la garanzia: si parla in generale di “disposizioni per la realizzazione del progetto sportivo Ryder Cup 2022”, ma si tratta chiaramente della fidejussione statale mancante alla Federazione del presidente Franco Chimenti e pretesa dalla società organizzatrice inglese. Proprio il rischio di perdere la manifestazione riconoscerebbe al provvedimento il carattere di “urgenza” necessario a rientrare in un decreto legge.

Per i dettagli bisogna aspettare il testo, dove potrebbe esserci un’altra sorpresa: la garanzia potrebbe anche ridursi, passando dai famosi 97 milioni di euro a circa 56 milioni. Intanto, infatti, il direttore generale del Comitato organizzatore, Gian Paolo Montali, ha firmato un accordo con l’advisor Infront per la cessione di tutti i diritti marketing, commerciali e televisivi della manifestazione, dal valore complessivo di 41 milioni di euro. Una cifra che va scalata dalla fidejussione, non si sa ancora se solo virtualmente o proprio nero su bianco, così da diminuire l’esposizione dello Stato, che comunque ha già stanziato 60 milioni (di soldi cash, però, non solo virtuali) per l’organizzazione del torneo fino al 2027. Il documento precisa anche che “l’escussione deve ritenersi a basso rischio” e che la garanzia “non potrà in ogni caso coprire i costi relativi agli interventi su infrastrutture private, né alcun altro costo sostenuto da soggetti diversi dalla Federazione Golf”; una clausola che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe servire ad attutire le polemiche.

In tutti questi mesi la Ryder è sempre rimasta in cima alle priorità del governo, Renzi o Gentiloni che fosse. A Palazzo Chigi c’era l’ex premier oggi candidato alla segreteria del Partito Democratico, quando nell’ultima legge di bilancio furono approvati (di nascosto) i finanziamenti alla FederGolf. E fu lui a tentare per due volte di far passare anche la garanzia, l’ultimo tassello necessario per il progetto, salvo rimbalzare contro l’opposizione del presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Francesco Boccia. Così la patata bollente era passata al governo Gentiloni, affidata alle mani del ministro Lotti, uomo di raccordo fra i due esecutivi, che si era impegnato personalmente sulla vicenda. A lui si può imputare lo scivolone di febbraio, quando il governo aveva provato ad infilare la garanzia nel Decreto Salva-Banche con un improbabile emendamento firmato da un senatore italo-americano, anche questo respinto per inammissibilità dal presidente del Senato, Pietro Grasso.

Adesso siamo al quarto tentativo, quasi un record per una semplice fidejussione che il ministro giura essere “a basso rischio”: certo, nonostante Infront in ballo restano comunque una trentina di milioni, che il Comitato organizzatore conta di ricavare dall’incremento dei tesserati e che sono tutt’altro che scontati. Ma a questo si penserà in futuro. Il governo ci riprova con un provvedimento diverso ma molto simile al primo con cui già aveva fatto flop: la “manovrina” di aprile, dopo la manovra di novembre. Allora era saltato per questioni tecniche, ora evidentemente al Ministero sono convinti che questa sia la strada normativamente giusta da seguire. O almeno così hanno garantito alla Federazione, che aspetta con ansia la copertura che avrebbe dovuto arrivare molti mesi fa e che per poco non costava la revoca dell’assegnazione. Il decreto ha ricevuto il via libera del Consiglio dei Ministri, ma dovrà comunque approdare in Aula dopo Pasqua ed essere votata. Dopo mesi di polemiche e figuracce, però, in FederGolf e al Ministero dello Sport hanno tirato un sospiro di sollievo: la Ryder Cup è (quasi) salva.

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/12/ryder-cup-di-golf-lotti-ha-mantenuto-la-promessa-garanzia-statale-inserita-nella-manovrina-ma-senza-la-cifra/3517405/