Manovrina, non c’è traccia dei 250 milioni tagliati a poveri e disabili che il governo s’era impegnato a restituire. Ma non vi preoccupate! 97 milioni per la gara di golf sul campo della famiglia Biagiotti e i fondi per lo sci per quei poveracci di Cortina d’Ampezzo li hanno trovati…!

 

Manovrina

 

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Manovrina, non c’è traccia dei 250 milioni tagliati a poveri e disabili che il governo s’era impegnato a restituire. Ma non vi preoccupate! 97 milioni per la gara di golf sul campo della famiglia Biagiotti e i fondi per lo sci per quei poveracci di Cortina d’Ampezzo li hanno trovati…!

 

Dietrofront – Nelle bozze del decreto non c’è traccia dei 250 milioni tagliati ai fondi per il sociale trasferiti alle Regioni che il governo s’era impegnato a restituire.

Di tutto di più, tranne i fondi per le categorie più a rischio, in barba alle promesse. La rassicurazione era arrivata il 17 marzo scorso: quel giorno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, accompagnato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini aveva promesso di ripristinare le risorse destinate al fondo per le non autosufficienze e alle politiche sociali appena tagliate tra polemiche feroci. Nel primo provvedimento utile, però, della misura non c’è traccia: nelle bozze della manovrina del governo, il cui testo ufficiale dovrebbe uscire oggi, lo stanziamento infatti non compare.

E le speranze che possa spuntare all’improvviso sono poche. Tra i governatori – da quanto filtra – c’è molta preoccupazione, e per questo ne hanno discusso nell’ultima conferenza delle Regioni tenutasi giovedì scorso. Al termine è toccato a Massimo Garavaglia, assessore in Lombardia e coordinatore per gli affari finanziari della Conferenza lanciare l’allarme: “C’era l’impegno del governo, ma da quanto risulta dalla versione fantomatica del decreto non c’è nulla. È opportuno che venissero messe le risorse e venisse mantenuta la parola, anche perché a farne le spese sono le categorie sensibili”.

Breve riassunto. Il 23 febbraio scorso, per effetto di un’intesa nella Conferenza Stato-Regioni è stato deciso un maxi-taglio di 485 milioni ai fondi sociali che vengono trasferiti dal governo centrale ai governatori. Tra questi: 50 milioni al fondo per la non autosufficienza (disabili, malati gravi e familiari che li assistono), che è tornato così ai 450 stanziati solo nell’ottobre scorso e 211 milioni a quello per le politiche speciali, che passa così da 311 a 99 milioni (-67%). Soldi che finanziano asili nido, misure di sostegno alle famiglie più povere, assistenza domiciliare e centri anti-violenza. Il fondo per le non autosufficienze, peraltro, era appena stato incrementato di 50 milioni dal “decreto Mezzogiorno” come promesso dal governo alle associazioni che seguono i malati di Sla.

La scure calata il 23 febbraio viene da lontano: le Regioni, infatti, dovevano ripartire i 2,7 miliardi di tagli sul 2017 imposti dalle manovre finanziarie del governo Renzi. Di questi, 2,2 miliardi per effetto del decreto sul “bonus Irpef” del 2014, i famosi 80 euro in busta paga (finanziati in buona parte con questa partita di giro a danno degli Enti locali). Una volta resa pubblica l’intesa, è arrivata la rivolta delle associazioni, in primis la Federazione italiana per il superamento dell’handicap. I 5Stelle, ma anche Sinistra italiana e parte del Pd hanno chiesto lumi al governo, che ha fatto finta di scoprirlo in quel momento (le trattative, però, erano state fatte con Palazzo Chigi).

Per spegnere le polemiche, il governo ha così promesso di tornare sui suoi passi riportando il fondo politiche sociali a 311 milioni e incrementando quello per la non autosufficienza di 37 milioni (destinati al capitolo del trasporto dei disabili). Dal canto loro, le Regioni s’erano impegnate a trovare altri 50 milioni. Il tagli erano a valere sui fondi 2017, c’era quindi una certa urgenza. La manovrina era la destinazione perfetta per lo stanziamento, anche perché il decreto, nato per correggere di 3,4 miliardi il deficit pubblico come chiesto dalla Commissione europea, nel frattempo è diventato un provvedimento “omnibus” di 68 articoli. “È quasi una finanziaria”, ha ammesso ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Nella bozza del testo, però, i fondi promessi non compaiono.

In compenso, c’è la garanzia pubblica da 97 milioni per la Ryder cup, la gara internazionale di golf che l’Italia ospiterà nel 2022 e i fondi per permettere a Cortina d’Ampezzo di ospitare le finali di Coppa del mondo e dei Campionati mondiali di sci alpino nel 2020 e 2021. Nel testo ci sono anche risorse (poche, per la verità) per i Comuni e le Province, oltreché per il trasporto pubblico locale.

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 22/04/2017.

leggi anche:

Sempre più vergognosi – Ryder Cup, Lotti & C. ce l’hanno fatta! 3 volte hanno provato a far passare la norma ben nascosta in altre leggi e 3 volte scoperti, non si sono arresi. Ed al quarto tentativo, con la manovrina, sono riusciti a far pagare a NOI la gara di golf sul campo della famiglia Biagiotti!!

Un deficiente per Ministro – da “La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa” a “Giovani in fuga? meglio non averli tra i piedi” … Tutte le altre cazzate che Giuliano Poletti ha detto veramente!!

Poletti

 

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Un deficiente per Ministro – da “La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa” a “Giovani in fuga? meglio non averli tra i piedi” … Tutte le altre cazzate che Giuliano Poletti ha detto veramente!!

 

 “l’ora di lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione”.

Per meglio far capire a chi lo ascoltava quanto è idiota ha continuato “la storia secondo cui c’è un posto dove si va a lavorare, la fabbrica, è finita” e poi “Dovremo immaginare un contratto di lavoro che non abbia come unico riferimento l’ora di lavoro ma la misura dell’apporto dell’opera. L’ora di lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione”.

In sostanza cari lavoratori, non conta quanto lavorate, conta solo quanto siete produttivi! Se questo non basterà a sfamarvi sono affari vostri. L’ora è superata. Che vuol dire lavorare 8 ore? Che vuol dire riposare? Se non avete prodotto abbastanza inventeremo i turni di 68 ore.

Proponiamo a Poletti una riforma: raddoppiare la durata delle ore! Passiamole da 60 a 120 minuti! Così rivalutate potremo continuare ad usarle come “attrezzo”!

NOTA: Ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato ed IN OGNI CASO sufficiente ad assicurare a SE, ED ALLA SUA FAMIGLIA, UN’ESISTENZA LIBERA E DIGNITOSA.

Questo non lo dice il solito coglione di turno, lo dice la Costituzione della Repubblica italiana ((art. 36). C O S T I T U Z I O N E, capisce la parola Sig. Ministro?

 

 “se i diritti acquisiti dai lavoratori sono privilegi è giusto eliminarli”

…Ma brutta carogna schifosa, pensa a togliere prima a tutti i cazzi di privilegi della vostra rivoltante Casta !!!

…inizia ad eliminare la TUA indennità di ministro, la TUA auto blu, il TUO vitalizio, i TUOI privilegi. Fatto questo comincia a lavorare veramente almeno 8 ore al giorno per 11 mesi l’anno, quindi tagliati lo stipendio da 10.000 Euro al mese, e poi puoi aprire quel cesso di bocca per parlare dei diritti/privilegi dei lavoratori!!

 

“Meglio laurearsi presto che prendere 110 e lode”

 Peccato che il problema del voto sia secondario. Il problema che il lavoro non c’è! Ma che ne sa lui, mica fa il Ministro del Lavoro….

 

“La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa”

… che poi sarebbe come dire che il nostro Ministro del Lavoro è un genio purché non fa altro che sparare stronzate !!

 

“Tre mesi di vacanza sono troppi”

Tre mesi di vacanza per gli studenti sono troppi secondo il Ministro. “Un mese di vacanza va bene, anche uno e mezzo può andare. Ma non c’è un obbligo di farne tre, senza fare nulla”

…ma questa volta non è solo idiozia. C’è anche la mala fede, ecco l’inculata:

“Magari un mese potrebbe essere passato a fare formazione“.

Si, insomma a lavorare. Ma come potrebbe una massa di ragazzi trovare lavoro tutta insieme d’estate, in un Paese in cui la disoccupazione giovanile  supera abbondantemente il 40% ??

Semplice, lavorando gratis !!

D’altra parte a quale deficiente non sembra normale, in un Paese afflitto dalla disoccupazione,  togliere altro lavoro ai padri di famiglia?

Deficiente e in mala fede, perché gli amici industriali già sbavano e si fregano le mani…

prendiamo in prestito le parole con cui Fiorella Mannoia a risposto a Poletti: “A lavorare gratis vacci tu”

…il vaffanculo ce lo aggiungiamo noi.

 

“Con 320 euro al mese si può vivere dignitosamente”

Sì, lo ha detto il Ministro Poletti, quello che guadagna 10.000 Euro al mese per sparare cazzate come questa!!

 

“Solo per chi ha perso il lavoro”

…è la geniale risposta di Poletti a Boeri che proponeva il “reddito minimo” per gli over 55 rimasti senza lavoro. Il Mitico Catalano di Quelli della Notte, il filosofo dell’ovvio, la lassù lo guarda con commossa ammirazione.

 

“Giovani in fuga? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”

…E qui il nostre Eroe dimostra di non essere solo idiota, ma proprio un emerito stronzo!

 

“Nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula”

L’apoteosi di un Paese in cui il Ministro del lavoro non solo non fa un cazzo per i lavoratori, ma li prende pure per il culo….

Certo che lui a calcetto doveva essere un mostro, una specie di Maradona, visto che con il Q.I. di una cozza è arrivato a fare il Ministro…

 

Insomma, è proprio un deficiente. Certo non ha ancora raggiunto le vette di idiozia di Gasparri, ma è sulla buona strada…

 

By Eles

Il figlio di Poletti: 500.000 Euro di contributi pubblici per copiare gli articoli di Repubblica …Ma a calcetto era un mostro…!!

Poletti

 

 

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Il figlio di Poletti: 500.000 Euro di contributi pubblici per copiare gli articoli di Repubblica …Ma a calcetto era un mostro…!!

 

Un settimanale “che sappia creare quella chimica arcana con cui il giornale dà quotidianamente forma a se stesso, dal primo abbozzo del mattino all’urto pieno e aperto con i fatti”. Così il 10 gennaio 2009 Manuel Poletti, figlio del ministro del Lavoro Giuliano, presentava ai lettori del settimanale Sette Sere il grande cambiamento in atto. Nel suo editoriale da direttore Poletti jr annunciava la fusione tra due giornali locali che sarebbe avvenuta di lì a un mese: dal 7 febbraio successivo Sette Sere si sarebbe fuso con un altro settimanale, Sabato Sera Bassa Romagna, esperimento editoriale poco fortunato nato qualche anno prima.

Parole che però suonano come già sentite. Perché identiche a quelle usate dall’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro nel suo articolo del 16 dicembre 2008 sulla morte dell’imprenditore Carlo Caracciolo, fondatore della Società Editoriale La Repubblica che ha dato il via alle pubblicazioni del quotidiano di Largo Fochetti. Scriveva Ezio Mauro:

Perché (Carlo Caracciolo, ndr) conosceva […] quella chimica arcana con cui il giornale dà quotidianamente forma a se stesso, dal primo abbozzo del mattino all’urto pieno e aperto con i fatti, infine al momento in cui gli avvenimenti esterni e la cultura interna si fondono in una selezione, creano una gerarchia, diventano un disegno, formano un’idea: e danno vita non a un fascio di notizie stampate, ma ad una ricostruzione organizzata e a una reinterpretazione appassionata della giornata che abbiamo attraversato, della fase che stiamo vivendo.

ezio mauro

 

Nel suo articolo Manuel Poletti copia l’intero passaggio, riferendolo non a Caracciolo (morto il mese prima) ma alla sua nuova esperienza editoriale. E infatti l’unica differenza sta in “giornata” che nell’editoriale del figlio dell’attuale ministro del Lavoro si trasforma in “settimana” (dal momento che si tratta di un settimanale).

 

poletti

 

È solo uno dei casi che avrebbero fatto guadagnare, secondo chi ha avuto modo di lavorare con lui, la fama di “Mr Copia e Incolla” a Manuel Poletti, figlio del ministro finito nell’occhio del ciclone per le sue frasi su quei giovani andati all’estero alla ricerca di opportunità che a volte “è meglio togliersi dai piedi” . Frase poi definita “infelice” dallo stesso ministro che si è scusato per aver usato quell’espressione.

Poletti jr, prima di diventare direttore dei settimanali delle Coop, ha fatto la “gavetta” come tanti altri giornalisti. Nel 2004 era in forze alla redazione di Bologna dell’Unità. Il 22 ottobre di quell’anno al suo caporedattore arrivò una lettera (di cui l’Huffington Post è in possesso) in cui veniva segnalato un plagio a firma Manuel Poletti. La segnalazione era stata inviata da un giornalista di un settimanale locale e denunciava un copia e incolla pressoché integrale di un suo articolo pubblicato il 16 ottobre 2004 e apparso quasi identico su L’Unità tre giorni dopo, il 19 ottobre. Non solo: veniva fatto notare come lo spiacevole inconveniente si fosse ripetuto più volte in passato.

È accaduto a Massimiliano Boschi, per esempio. Anche lui, giornalista nel 2004 per il settimanale legato al mondo rosso delle coop Sabato Sera, ha pubblicato un articolo il 14 febbraio 2004 quasi integralmente “ricopiato” su L’Unità di Bologna quattro giorni dopo, il 18 febbraio. E anche questo portava la firma di Manuel Poletti. Contattato dall’Huffington Post, Boschi ha confermato la paternità dell’articolo e i “copia e incolla” operati dal figlio dell’attuale ministro.

Nel 2009 Manuel Poletti è diventato direttore del nuovo SetteSere, nato dalla fusione con Sabato Sera Bassa Romagna che pure aveva guidato fino a quel giorno. La decisione dell’editore, la cooperativa Bacchilega, di designare il figlio dell’attuale ministro e all’epoca presidente nazionale di LegaCoop, indusse una decina di giornalisti a fare armi e bagagli e a lasciare il settimanale nel quale avevano lavorato molti anni.

Andarono via dal giornale il direttore, quattro caporedattori e diversi collaboratori, sbattendo la porta. Nella lettera di commiato ai lettori scrissero:

“La fusione è stata decisa senza neppure presentare un progetto editoriale e un piano di fattibilità economica, forzando il voto dell’assemblea dei soci con tempi, modalità e scenari propri più di un blitz che non di una discussione serena. È stata una decisione presa rifiutando a priori, e spesso irridendo, qualsiasi tentativo della redazione faentina di formulare eventuali controproposte che salvaguardassero la qualità e la territorialità del giornale”.

ARTICOLO DI MANUEL POLETTI DEL 18 FEBBRAIO 2004
poletti

 

Articolo di Massimiliano Boschi
Imola. Il restauro delle pellicole dei film che verranno proiettati il prossimo 19 febbraio al Teatro dell’Osservanza, “I solenni funerali dell’Onorevole Andrea Costa” ed “Il convegno dei ciclisti rossi a Imola”, è stato curato da Fausto Pullano, del laboratorio Home Movies, che già si era occupato delle videocassette pubblicate dalla Coop Bacchilega riguardanti la storia della Cogne e della Camera del Lavoro.

Un lavoro di restauro particolarmente complesso. “Il restauro di questo tipo di pellicole, risalenti ad inizio novecento – spiega Pullano – deve essere, per ovvie ragioni, sempre molto accurato. Le pellicole originali, consegnateci dal Cidra, erano su nitrato e quindi deteriorabili e particolarmente infiammabili.

Per il restauro ci siamo, quindi, affidati al laboratorio “immagine ritrovata” che si occupa anche dei restauri per conto della cineteca di Bologna. La pellicola originale è stata controllata fotogramma per fotogramma e quindi copiata su pellicola a 35 mm. Successivamente siamo passati dalla pellicola al digitale con la procedura definita telecinema. Con questa tecnica abbiamo uniformato le luci e restaurato nel miglior modo possibile le pellicole originali che, ricordiamolo, risalgono al 1910 e al 1913”. Al di là del valore storico delle pellicola, il film “I solenni funerali dell’Onorevole Andrea Costa” sembra essere un’opera pregevole anche dal punto di vista cinematografico. “Sì, dalle riprese è facile intuire che il film è opera di un professionista, lo si capisce dal tipo di inquadrature scelte e dall’uso delle cinepresa. D’altra parte è stato girato da Luca Comerio, padre del cinema documentario italiano, fotografo della Real Casa Sono immagini eccezionali che potrebbero essere anche le prime girate a Bologna giunte fino a noi. Non siamo sicuri, ma secondo i testi più attendibili e rigorosi sono sicuramente le prime girate a Imola”.

Alla pellicola originale è stato aggiunto qualcosa?

“Noi abbiamo restaurato la pellicola originale, ora a disposizione del Cidra, ma per la proiezione del 19 febbraio e per la vendita in videocassetta, abbiamo aggiunto un commento audio, utilizzando i giornali dell’epoca e le musiche del gruppo “Terre di mezzo”, che sembrano prodotte apposta per il film. In coda abbiamo aggiunto 5 minuti di immagini selezionate da noi, che abbiamo chiamato “sguardi svelati”. L’idea ci è venuta dall’osservazione di un quadro di Bruegel “giornata buia” che mostrava la simultaneità d’azione in una giornata. Allo stesso modo nelle due pellicole vi sono tante situazioni simultanee che sfuggono al telespettatore. Così abbiamo selezionato alcune di quelle azioni, svelando gli sguardi delle persone riprese e, allo stesso tempo, le abbiamo svelate allo spettatore. Azioni banali che, decontestualizzate, si sono dimostrate molto divertenti e originali. D’altra parte i due film sono pieni di “sguardi in macchina”, le persone riprese non erano certo abituate alla cinepresa. Il risultato ci sembra molto buono, sono state restaurate delle pellicole, di grande valore storico e cinematografico, che rischiavano il deterioramento”.

fonte: http://www.huffingtonpost.it/2016/12/22/poletti-copia-incolla_n_13787194.html