Lettera ad un Idiota: “Caro John, i soldi non comprano la dignità” – La fantastica risposta di un giovane di Alghero a John Elkann che aveva dichiarato “I giovani italiani non hanno la giusta determinazione a trovare lavoro… perchè stanno bene a casa”.

 

John Elkann

 

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Ci fa piacere riproporVi quest’articolo di due anni fa:

Lettera ad un Idiota: “Caro John, i soldi non comprano la dignità” – La fantastica risposta di un giovane di Alghero a John Elkann che aveva dichiarato “I giovani italiani non hanno la giusta determinazione a trovare lavoro… perchè stanno bene a casa”.

Caro John,
scusami se mi permetto tanta sfrontata confidenza. Vivo in Germania, a Monaco di Baviera, da circa 5 mesi”.
Chi scrive è Giancarlo Balbina, 28 anni, algherese.

La sua lettera è stata pubblicata sul giornale on line Caratteri Liberi (e sta facendo il giro del web) come risposta alle dichiarazioni di John Elkann, rampollo d’oro di casa Agnelli che a 38 anni si è ritrovato a presiedere la Fiat e un bel po’ di altre società miliardarie. Il giovane Elkann pochi giorni fa l’aveva sparata grossa: durante una lezione organizzata dalla Banca Popolare di Sondrio nella città lombarda aveva detto che i giovani italiani “non hanno la giusta determinazione a trovare lavoro” “perchè stanno bene a casa”, ricordando poi che “io e i miei fratelli abbiamo il desiderio di fare, di partecipare e questa è una grande motivazione per avere una vita positiva. Penso che sia più interessante fare una vita in cui sei impegnato e lavori con passione che fare una vita in cui sei in vacanza tutto il tempo, perché dopo un po’ ci si annoia”. Poche ore dopo l’imprenditore Diego Della Valle aveva bollato il giovane John come “Un imbecille”.

Riportiamo per intero la lettera di Balbina, che in poche ore ha avuto migliaia di condivisioni e commenti in tutto il web.°°

“Faccio parte di quella generazione che “vola” da un posto all’altro, con un bagaglio e qualche ricordo da mettere su un mobiletto di un appartamento di 29 mq. Quelli che al mese costano circa 500 euro, se sei fortunato. Hai mai provato l’eccitazione di guadagnare 800 euro e spenderne più della metà per un affitto? Dio, dovresti provarlo John, è come un fungo allucinogeno, da quanto non sembra reale quello che ti capita di vivere.

Voglio dirti una cosa, John. In questo mio soggiorno bavarese ho incontrato decine di italiani laureati e pluri-specializzati, artisti, scrittori, ingegneri, matematici, chimici; quasi tutti trentenni, incazzati e sofferenti. E sai perché? Perché il loro “viaggio” non è una vacanza, ma una ragione di sopravvivenza, indotto da un mondo diseguale dove i ricchi sono molto più ricchi, mille volte più ricchi, del primo dei poveri. Lo sapevi questo, John? Andare lontano dal proprio paese non è mai facile. È un esercizio che richiede forza di volontà, voglia di emergere, fortuna e altre qualità che, senz’altro, un imprenditore sagace e risoluto come te conosce bene. Uno come te che viene dal nulla, che si è fatto da solo; mica come quelli che nascono in famiglie ricche e benestanti, con cognomi importanti, che studiano in Università private pagando rette mensili universitarie, che valgono tanto quanto lo stipendio annuale di un lavoratore qualsiasi. Di mio padre, per esempio. Cazzo John, tu sei diverso. Tu hai faticato, hai lavorato duro, hai rischiato e ci sei riuscito. Tu sei un esempio da seguire. Insegnami come si fanno i soldi partendo dal nulla; come si fa a prendere in giro quei “bamboccioni” che stanno bene solo a casa con la mammina che gli rimbocca le coperte.

Non credere a chi racconta che l’azienda per la quale lavoravano, magari ha chiuso o delocalizzato e sono rimasti con le pive nel sacco da un giorno all’altro; insegnami le magie del jet-set con quella “nonchalance” che dimostri di avere negli ambienti che contano. Anche io voglio essere così, e fanculo la coscienza che mi dice qualcos’altro. Voglio essere un ricco spavaldo. Possedere una Ferrari, una squadra di calcio, avere un Rolex nel polsino, un abito Ferrè e Valentino per tutti i giorni, far parte di una decina di C.d.A., partecipare a quelle feste mondane dove ci sono i giornalisti specializzati nei gossip, che mi chiedono, in mezzo a centinaia di persone: “È una bella festa questa” e io che rispondo: “Certo l’ho organizzata io”. Che soddisfazione!
Sai John, io credo nella teoria del caos. Nessuno ha deciso di nascere in una famiglia povera o ricca, bello o brutto, alto o basso, in Congo o in Svizzera, in Afghanistan o in America. C’è sempre qualche “causa maggiore” che decide per noi. Tu non hai mica deciso volontariamente di far parte di quella èlite italiana del 10%, che detiene più della metà della ricchezza del paese; così come io non ho deciso volontariamente di nascere in una famiglia monoreddito in Sardegna e di far parte, invece, della squadra del 46%, quella dei disoccupati a cui politiche criminali a vantaggio di quelli come te stanno levando il futuro. Sai John, le frasi che hai detto a Sondrio: “i giovani non trovano lavoro perché stanno bene a casa”; e bisogna essere “più ambiziosi” per riuscire nella vita, mi hanno fatto pensare che il più delle volte la ricchezza dà alla testa, impedisce un’analisi razionale degli eventi. In Italia non ci sono più imprenditori, tantomeno capitalisti disposti a rischiare. Il vero imprenditore è quello che investe il proprio capitale, rischia i propri soldi su progetti che reputa validi, investe sugli uomini, sulla conoscenza e sulle idee. Tanti imprenditori, per come li conosciamo ora, non investono i loro capitali; li fanno girare nella finanza creativa, per creare denaro su denaro, senza alcuna ricaduta sociale. Lo ha fatto anche la Fiat, negli anni novanta, ma tu ovviamente non lo sai, forse eri a Cambridge a studiare economia.

La mia lettera, John, per non tediarti troppo, finisce qua; ma vorrei dirti ancora una cosa. Se mai un giorno io dovessi diventare ricco come te e mi chiamassero a dibattere, in qualche università, di economia e sviluppo, di investimenti, di giovani, non direi mai frasi come quelle che hai pronunciato tu, e per un motivo sostanziale. Ci sono valori che i soldi e la ricchezza non possono né comprare né valutare, cioè il rispetto e la dignità delle persone. Ricordati sempre che in un paese di 60 milioni di cervelli, c’è e ci sarà sempre qualcuno più intelligente, capace e preparato di te; purtroppo, forse, non altrettanto fortunato. Ogni mattina, alzandoti dal letto a baldacchino sul quale riposa tutte le notti il tuo plutocratico sedere, ricorda questo non secondario particolare, e ringrazia la teoria del caos alla quale devi tanto, forse tutto. Ti servirà per essere più umile e forse, anche più avveduto di quanto dai l’impressione di essere.

 

fonte: http://zapping2015.altervista.org/xjohn-elkann/

Un deficiente per Ministro – da “La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa” a “Giovani in fuga? meglio non averli tra i piedi” … Tutte le altre cazzate che Giuliano Poletti ha detto veramente!!

Poletti

 

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Un deficiente per Ministro – da “La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa” a “Giovani in fuga? meglio non averli tra i piedi” … Tutte le altre cazzate che Giuliano Poletti ha detto veramente!!

 

 “l’ora di lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione”.

Per meglio far capire a chi lo ascoltava quanto è idiota ha continuato “la storia secondo cui c’è un posto dove si va a lavorare, la fabbrica, è finita” e poi “Dovremo immaginare un contratto di lavoro che non abbia come unico riferimento l’ora di lavoro ma la misura dell’apporto dell’opera. L’ora di lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione”.

In sostanza cari lavoratori, non conta quanto lavorate, conta solo quanto siete produttivi! Se questo non basterà a sfamarvi sono affari vostri. L’ora è superata. Che vuol dire lavorare 8 ore? Che vuol dire riposare? Se non avete prodotto abbastanza inventeremo i turni di 68 ore.

Proponiamo a Poletti una riforma: raddoppiare la durata delle ore! Passiamole da 60 a 120 minuti! Così rivalutate potremo continuare ad usarle come “attrezzo”!

NOTA: Ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato ed IN OGNI CASO sufficiente ad assicurare a SE, ED ALLA SUA FAMIGLIA, UN’ESISTENZA LIBERA E DIGNITOSA.

Questo non lo dice il solito coglione di turno, lo dice la Costituzione della Repubblica italiana ((art. 36). C O S T I T U Z I O N E, capisce la parola Sig. Ministro?

 

 “se i diritti acquisiti dai lavoratori sono privilegi è giusto eliminarli”

…Ma brutta carogna schifosa, pensa a togliere prima a tutti i cazzi di privilegi della vostra rivoltante Casta !!!

…inizia ad eliminare la TUA indennità di ministro, la TUA auto blu, il TUO vitalizio, i TUOI privilegi. Fatto questo comincia a lavorare veramente almeno 8 ore al giorno per 11 mesi l’anno, quindi tagliati lo stipendio da 10.000 Euro al mese, e poi puoi aprire quel cesso di bocca per parlare dei diritti/privilegi dei lavoratori!!

 

“Meglio laurearsi presto che prendere 110 e lode”

 Peccato che il problema del voto sia secondario. Il problema che il lavoro non c’è! Ma che ne sa lui, mica fa il Ministro del Lavoro….

 

“La disoccupazione cresce perché c’è la ripresa”

… che poi sarebbe come dire che il nostro Ministro del Lavoro è un genio purché non fa altro che sparare stronzate !!

 

“Tre mesi di vacanza sono troppi”

Tre mesi di vacanza per gli studenti sono troppi secondo il Ministro. “Un mese di vacanza va bene, anche uno e mezzo può andare. Ma non c’è un obbligo di farne tre, senza fare nulla”

…ma questa volta non è solo idiozia. C’è anche la mala fede, ecco l’inculata:

“Magari un mese potrebbe essere passato a fare formazione“.

Si, insomma a lavorare. Ma come potrebbe una massa di ragazzi trovare lavoro tutta insieme d’estate, in un Paese in cui la disoccupazione giovanile  supera abbondantemente il 40% ??

Semplice, lavorando gratis !!

D’altra parte a quale deficiente non sembra normale, in un Paese afflitto dalla disoccupazione,  togliere altro lavoro ai padri di famiglia?

Deficiente e in mala fede, perché gli amici industriali già sbavano e si fregano le mani…

prendiamo in prestito le parole con cui Fiorella Mannoia a risposto a Poletti: “A lavorare gratis vacci tu”

…il vaffanculo ce lo aggiungiamo noi.

 

“Con 320 euro al mese si può vivere dignitosamente”

Sì, lo ha detto il Ministro Poletti, quello che guadagna 10.000 Euro al mese per sparare cazzate come questa!!

 

“Solo per chi ha perso il lavoro”

…è la geniale risposta di Poletti a Boeri che proponeva il “reddito minimo” per gli over 55 rimasti senza lavoro. Il Mitico Catalano di Quelli della Notte, il filosofo dell’ovvio, la lassù lo guarda con commossa ammirazione.

 

“Giovani in fuga? Alcuni è meglio non averli tra i piedi”

…E qui il nostre Eroe dimostra di non essere solo idiota, ma proprio un emerito stronzo!

 

“Nel lavoro si creano più opportunità giocando a calcetto che a spedire curricula”

L’apoteosi di un Paese in cui il Ministro del lavoro non solo non fa un cazzo per i lavoratori, ma li prende pure per il culo….

Certo che lui a calcetto doveva essere un mostro, una specie di Maradona, visto che con il Q.I. di una cozza è arrivato a fare il Ministro…

 

Insomma, è proprio un deficiente. Certo non ha ancora raggiunto le vette di idiozia di Gasparri, ma è sulla buona strada…

 

By Eles

Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!

 

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spesa pubblica

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Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!

 

Matteo Renzi sostiene di avere utilizzato al massimo possibile le forbici della spending review, e di non avere più spazi a disposizione, perché nel solo 2016 avrebbe già tagliato la spesa pubblica di ben 25 miliardi. Come sempre il premier legge a modo suo cifre che spesso la realtà gli ributta in faccia, e lo fa sia per ragioni propagandistiche (Renzi è perennemente in campagna elettorale) che per la necessità di utilizzare la presunta buona pratica di fronte a quei cagnacci della commissione europea che non vogliono concedergli la flessibilità di finanza pubblica che ha chiesto. Di solito pochi fanno il controcanto alle sparate del premier italiano. La sorpresa è arrivata ieri da il Foglio. Perché a fare un puntuto contraddittorio a Renzi è stata una economista che è anche un’amica di famiglia, comeVeronica De Romanis. Una economista di primissimo piano che è anche la consorte di Lorenzo Bini Smaghi, il banchiere che spesso viene annoverato in cima alla lista dei potenti renziani. La De Romanis ha smentito il premier, ricordando come il taglio di spesa non sia affatto di 25 miliardi di euro, ma addirittura inferiore ai 400 milioni. Per farlo ha utilizzato un documento dello stesso governo Renzi sulla legge di stabilità 2016, scritto dalla Ragioneria generale dello Stato. Ecco quanto scrive la De Romanis: «I risparmi per 25 miliardi di euro realizzati nel 2016 – grazie a iniziative intraprese tra il 2014 e il 2015 e alla legge di Stabilità 2016 – hanno consentito di finanziare alcune delle misure a sostegno della crescita e dell’ occupazione».

I dettagli di queste misure non sono illustrati nella Nota, tuttavia una cosa è chiara: i tagli effettivi non possono essere 25 miliardi di euro dal momento che sono stati utilizzati per coprire incrementi di “altra” spesa pubblica. Per sapere a quanto ammontano i tagli “netti” per il 2016, anche in questo caso, bisogna andare sul sito del Mef. Nella tabella a pagina 4 del documento redatto dalla Ragioneria generale dello stato («La Manovra di Finanza Pubblica per il 2016-2018»), si evince che, per l’anno 2016, la cifra totale della «variazione netta delle spese» è pari a 360 milioni di euro, di cui 41 di spesa corrente e 319 di spesa in conto capitale». Da cosa deriva quella incredibile differenza? Da un particolare che Renzi omette nei suoi comizi: la spesa non è stata tagliata, ma semplicemente spostata da un capitolo all’ altro. La De Romanis è perfino tenera nel sottolinearlo, parlando di «qualificazione della spesa», ossia di un migliore utilizzo delle risorse pubbliche.

Che però escono dalle casse dello Stato, finanziate dalle entrate, esattamente come avveniva prima. «Quello che emerge dai dati è che il governo», scrive la De Romanis, «più che tagliare la spesa pubblica, l’ha spostata da un capitolo a un altro: una linea destinata a proseguire con l’implementazione della riforma della pubblica amministrazione. Del resto, che questo sarebbe stato l’approccio seguito lo aveva precisato lo stesso ministro della Funzione pubblica al momento della presentazione del ddl delega: «Non so quanti risparmi porterà la riforma della Pubblica Amministrazione e sono contenta di non saperlo perché l’ impostazione non è di spending review: non siamo partiti dai risparmi».

Insomma, tagliare non sembra essere una priorità. Ma tagliare la spesa è l’unica via per crescere, spiega l’economista: l’opposto da quanto sostenuto dal premier italiano. Lei cita «i paesi che nell’ultimo quinquennio hanno tagliato la spesa pubblica come l’Inghilterra (dal 48,8 al 43 per cento), la Spagna (dal 46 al 43,3 per cento) o l’Irlanda (dal 47,2 al 35,9 per cento) crescono, rispettivamente, del 2,3 per cento, del 3,2 per cento e del 6,9 per cento. L’Italia, che nello stesso periodo ha incrementato la spesa pubblica dal 49,9 al 50,7 per cento, è ferma allo 0,8 per cento». Un de profundis per le politiche economiche dell’esecutivo. Che fa ancora più male perché nasce in casa. Ma che non è diverso dall’analisi di altri osservatori tecnici.

spesa pubblica

fonte: http://www.grandecocomero.com/questa-donna-smaschera-le-balle-di-matteo-renzi-ecco-cosa-ha-avuto-il-coraggio-di-raccontare/

 

Matteo Renzi si vanta di aver tagliato spesa pubblica di 25 miliardi. Ma un’economista del suo stesso staff lo sputtana: il taglio reale non supera 400 milioni. Ecco quello che i Tg non Vi dicono!