Luigi Paragone alza la voce in aula: ‘Non esiste la dignità del lavoro senza la dignità dei lavoratori’

 

Paragone

 

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Luigi Paragone alza la voce in aula: ‘Non esiste la dignità del lavoro senza la dignità dei lavoratori’

“Non pensavo onestamente che la parola ‘dignità’ creasse il panico e che addirittura scatenasse terrore l’espressione ‘dignità dei lavoratori’, e invece a quanto pare siamo a questi livelli”.

Così il senatore del M5S Gianluigi Paragone intervenendo ieri in aula.

“È vero” ha proseguito “il lavoro non si crea attraverso una legge, non si crea attraverso un decreto, ma pessime leggi hanno cancellato la dignità dei lavoratori, questo è accaduto. Pessime leggi hanno di fatto reso invisibile il lavoratore, come se si dovesse piegare ogni volta ad un modello low-cost anche del lavoro, e quindi anche il lavoratore diventa un soggetto interscambiabile”.

Paragone ha poi spiegato che “la potenza del decreto dignità è che per la prima volta proprio attraverso la parola dignità il lavoratore ricompare. Perché è impossibile pensare di poter rimettere a fuoco il concetto del lavoro quando è fuori fuoco il concetto di lavoratore, ma è il lavoratore che è agganciato al lavoro. È il lavoratore che è carico di diritti. E quando si parla di diritti del lavoratore non si può pensare che il contratto a tempo indeterminato sia un colpo di fortuna che capita nella vita, ecco perché è importante cominciare a rimasticare il concetto di un contratto solido, di un contratto che dà prospettiva”.

“E invece” ha proseguito Paragone “devo registrare delle frasi incredibili, come quelle di Zoppas, il presidente di Confindustria Veneto, che evidentemente parla lo stesso linguaggio di alcuni senatori appartenenti a quest’aula. Ma lui è andato oltre, ha detto: ‘Il Decreto Dignità per noi imprenditori è un cappio al collo’. Cioè il presidente di Confindustria sta citando una drammatica situazione che imprenditori del Veneto hanno purtroppo vissuto. E quegli imprenditori del Veneto si sono suicidati perché non volevano licenziare”.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2018/08/07/paragone-non-esiste-la-dignita-del-lavoro-senza-la-dignita-dei-lavoratori/

 

Paragone contro il Pd: “è imbarazzante che da sinistra arrivino critiche sul reddito di cittadinanza. Perdete perché avete tradito i lavoratori”

 

Paragone

 

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Paragone contro il Pd: “è imbarazzante che da sinistra arrivino critiche sul reddito di cittadinanza. Perdete perché avete tradito i lavoratori”

“Provo un certo imbarazzo nel sentire che proprio dai banchi di sinistra arrivano le critiche sul reddito di cittadinanza, che spazza via il ricatto di quegli imprenditori che continuano a dire ‘o prendete questo contratto, o vi adeguate a questa paga, oppure fuori c’è la fila di disoccupati pronti a fare quello che tu oggi neghi’. Magari stranieri illegali che sono così più facili da minacciare”.

Lo ha detto Gianluigi Paragone intervenendo giovedì al Senato.

“Il neoliberismo accettato dal centrosinistra, o come primo attore o come sostegno di governi tecnici – ha proseguito l’esponente pentastellato – ha fatto sì che il lavoro diventasse sinonimo di occupazione. Ma lavoro e occupazione non sono la stessa cosa, assolutamente. Il lavoro che diventa lavoretto, com’è un po’ nel predicato della frontiera della gig economy, che se non normata rischia di produrre un moderno feudalesimo”.

“Bene quindi ha fatto il ministro Di Maio – ha aggiunto Paragone – un segno evidente e marcato sui riders, cioè sui fattorini che consegnano il cibo a domicilio”.

Secondo il senatore del M5S non servono nuove leggi, ma “quelle che ci sono vanno rispettate per onorare la legge e onorare il lavoro. Investendo in sicurezza si rispetta la legge e si onora il lavoro”. “Per questo – ha continuato – premiare anche fiscalmente chi investe in sicurezza serve anche di più che intervenire con altre norme”.

“La sicurezza – ha affermato l’ex conduttore de La Gabbia rivolgendosi ai senatori di sinistra – è un fatto culturale, i cittadini e i lavoratori sono centrali. Lo dico ai banchi di sinistra: se avete perso anche nelle regioni rosse è perché forse avete tradito i lavoratori. Questo è l’insegnamento che arriva”.

Paragone ha poi invitato a fermare la pubblicità del gioco d’azzardo e ha concluso: “La sicurezza parte dai diritti e dalla dignità.”

 

Gianluigi Paragone vs Pd: “Avete tradito i lavoratori!”

Gianluigi Paragone senza peli sulla lingua: “Hanno paura del voto dei cittadini, ecco perché…”

 

Gianluigi Paragone

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Gianluigi Paragone senza peli sulla lingua: “Hanno paura del voto dei cittadini, ecco perché…”

Con la caduta di Marine Le Pen la casta ha portato a casa una importante vittoria, ma non ha vinto la guerra.

Il risultato delle elezioni in Germania ne è la dimostrazione: la Merkel non avrà la maggioranza, mentre i “populisti” dell’AFD hanno ottenuto ben 80 (partendo da zero).

Le prossime votazioni saranno, preparatevi, in Italia e l’establishment ha paura del voto dei cittadiniperché potrebbe riservarci grandi sorprese: “Ne vedremo delle belle”, commenta Gianluigi Paragone nel suo videocommento di oggi su Facebook, che riportiamo di seguito:

“Quando non hanno voglia di ascoltare è inutile parlare perché i commenti del giorno dopo sono inutili, tanto loro sanno già che cosa vogliono, sanno tutto, sono i retori illuminati, sono coloro che detengono le verità.

E poi si stupiscono ‘ah ma cos’è successo in Germania’. E’ successo quello che era già successo altrove, poi però come la coperta di Linus hanno utilizzato le elezioni francesi per dire ‘scampato pericolo, la Le Pen non c’è più’.

Peccato che in Francia non avevano preso in considerazione il vero dato politico, che era l’astensionismo, cosa che non si è verificata in Germania.

E non si verificherà in Italia, se lo mettano bene in testa.

Al netto di tutti i voti delle primarie o di come scegliere il candidato, conteremo i voti al momento delle elezioni. Ecco perché hanno paura di farci votare, hanno paura che il popolo si possa esprimere liberamente.

Allora io penso che in Italia ci sia una gran voglia di partecipazione, non ci sarà un astensionismo alto, ecco perché hanno paura di queste elezioni. Ecco perché hanno anche paura di coloro che si pongono anche al di fuori di questo verbo dominante. Non faccio riferimenti a partiti, movimenti, tanto chi vuole sapere già sa.

Io so che ci sono tanti cittadini che hanno voglia di votare, hanno voglia di far vedere, di far pesare la loro idea diversa di paese, la loro idea diversa di politica.

Ecco perché non vedo l’ora di andare a votare, ecco perché non vedo l’ora di vedere realmente una campagna elettorale in cui da una parte ci saranno i burattini delle élite e dall’altra parte ci saranno coloro che, con un pensiero politico diverso, si oppongono alle élite.

Ne vedremo delle belle.”

Ecco il video QUI

 

Gianluigi Paragone, l’accusa durissima a Mattarella: “Parla dei migranti, dimentica Marco e Gloria”

 

Paragone

 

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Gianluigi Paragone, l’accusa durissima a Mattarella: “Parla dei migranti, dimentica Marco e Gloria”

Purtroppo la retorica ha colpito ancora. L’ anniversario della tragedia di Marcinelle è stato il pretesto per reiterare la ormai consumata lezioncina morale sull’ immigrazione verso l’ Italia. Purtroppo ci sono cascati tutti. Compreso il capo dello Stato. Nessuno lo esclude, a Marcinelle gli immigrati eravamo noi, noi che speravamo di trovare un lavoro in un Paese diverso dove l’ economia reale era – con tutte le sue dinamiche, anche di sfruttamento – il pistone in progressivo movimento.

L’ immigrazione era la ricerca di un posto di lavoro non difficile da trovare, anche a costo di lavorare in miniera. (Faccio sommessamente notare che anche in Italia ci sono miniere e minatori che pur di tenersi quello schifoso lavoro hanno persino occupato il loro presidio: ne ho conosciuti nel Sulcis.

Alla faccia di chi continua a raccontare che gli italiani e specificamente i giovani non vogliono più fare certi lavori. Come in tutte le cose, ci sono giovani lavativi esattamente come ci sono imprenditori parassiti; e di contro ci sono giovani che accettano lunghe gavette perché vedono imprenditori maestri che spengono la luce per ultimi. Aggiungerei che se i giovani non vogliono più fare certi lavori è perché i loro genitori li hanno viziati scansandoli da fatiche e responsabilità).

Marcinelle era una dura terra di riscatto. Come tante città estere oggi, non meno dura alba del terzo millennio, sono un eldorado di speranza. Due giovani architetti di nome Gloria e Marco, lo scorso giugno, morivano intrappolati dentro una miniera sociale – perché all’ incirca così hanno definito il Grenfell Tower gli stessi inglesi – nella periferia di Londra, metropoli dove avevano trovato quella dignità professionale che l’ Italia non aveva saputo dare loro.

Nella memoria di Marcinelle, il Capo dello Stato avrebbe dovuto rimarcare il ricordo ormai spento di Gloria e di Marco: ha preferito invece la facile retorica sull’ immigrazione. Lo ha fatto per distrazione e per leggerezza, perché questa classe politica è la stessa che consente la permanenza al ministero del Lavoro il signor Giuliano Poletti che si permise di offendere una massa di giovani, per lo più con diplomi specializzati o lauree pesanti, costretta a lasciare l’ Italia perché i recenti governi (Poletti è ministro di Gentiloni tanto quanto lo è stato di Matteo Renzi) non sblocca il lavoro. La permanenza di Poletti al ministero offende la memoria di Gloria, di Marco e indirettamente dei minatori di Marcinelle.
Ecco perché è più facile far suonare nel jukebox i soliti dischi. Solo retorica, null’ altro. Una retorica finalizzata a sminuire le tesi politiche degli altri, tesi improntate sul rigore e sulla fermezza.

Una retorica incapace di produrre alcun risultato politico reale e il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Una retorica che ha prodotto un saldo di scolarizzazione tutto a svantaggio dell’ Italia, visto che nell’ intero arco dell’ anno 2016 ben 285mila italiani, prevalentemente giovani, sono partiti per l’ estero in cerca di opportunità, e di contro – sempre dati ufficiali alla mano – migliaia di giovani immigrati sono arrivati sulle nostre coste, di cui la metà ha una scolarizzazione medio-bassa. Mi direte: anche sessant’ anni fa e passa emigravano italiani con bassa scolarizzazione, ma quell’ emigrazione si agganciava a una economia reale che girava. In Italia, l’ emigrazione dei nostri giovani (dati da immediato dopoguerra, quando erano circa 300mila l’ anno) dimostra che l’ economia reale non gira più, che il lavoro è bloccato.
Ed è per questo che prima salta il sistema sociale e poi alla gente comune… saltano i nervi. di Gianluigi Paragone

via L’Onesto

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

Paragone

 

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Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …E qualcuno si meraviglia che hanno chiuso La Gabbia?

 

di Gianluigi Paragone (Facebook)

Ora Matteo Renzi spieghi perché il suo Pd (assieme a Forza Italia, Nuovo centrodestra e altri) ha respinto la proposta del Movimento 5 stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari arrestati. Si trattava di una sospensione temporanea. Tra l’altro giustificata dal fatto che se uno non lavora in aula (se è agli arresti…) non è giustificata l’indennità. Non solo.

Bisogna smetterla col fatto che i politici abbiano una busta paga sempre ballerina quando si tratta di rispondere alla domanda: ma quanto guadagni? Perché non basta la remunerazione in senso stretto, ci sono altre voci allegati che compongono l’emolumento totale che vengono sempre sottaciute o balbettate. Basta, no? Nel caso specifico dei parlamentari arrestati già siamo in presenza di un “tradimento politico”, ora si aggiunge la beffa delle indennità corrisposte. Ma corrisposte per fare cosa? Per fare gli interessi della collettività o per fare interessi particolari?

Perché allora questa proposta di buon senso etico – non è una parolaccia, cari politici… – è stata bocciata? Spiegatelo guardando in faccia i vostri elettori. Poteva essere un segnale di rottura rispetto all’idea di casta. Questo non è un pessimo esempio. Un pessimo andazzo.

Il Senatore Razzi lo va dicendo da tempo: “fatevi i cazzi vostri” …Il giornalista Paragone non lo sta a sentire, fa troppe denunce scomode e gli censurano il programma “La Gabbia” …Siamo in Italia, Signori, fatevi i cazzi vostri, soprattutto se siete giornalisti…!!!

 

Paragone

 

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Il Senatore Razzi lo va dicendo da tempo: “fatevi i cazzi vostri” …Il giornalista Paragone non lo sta a sentire, fa troppe denunce scomode e gli censurano il programma “La Gabbia” …Siamo in Italia, Signori, fatevi i cazzi vostri, soprattutto se siete giornalisti…!!!

Clamoroso! La7 chiude La Gabbia di Paragone: troppe denunce scomode?

Il giornalista ha riunito la redazione e spiegato che il programma non avrà un’altra stagione. La decisione a poche settimane dall’arrivo del nuovo direttore della rete di Redazione

Roma. Stasera andrà in onda l’ultima puntata de La Gabbia, il programma condotto su La7 da Gianluigi Paragone. Nel pomeriggio, il giornalista ha riunito la sua redazione e spiegato che la trasmissione non avrà una nuova stagione. La decisione giunge a poche settimane dall’arrivo di Andrea Salerno, ex direttore editoriale di Fandango ed ex autore di Gazebo, alla guida della televisione di proprietà di Urbano Cairo. Il nuovo direttore de La7 non ha mai apprezzato lo stile de La Gabbia.

#La Gabbia’, noto programma su La7, ha chiuso i battenti. L’ultima puntata, però, è stata diversa dalle altre perché il conduttore, Gianluigi Paragone, ha voluto dare spazio a un tema scomodo, ovvero la pornografia ai tempi del web. Sono stati mandati in onda anche parti di filmati a luci rosse. In studio, ad esprimere il loro parere sull’argomento, la presentatrice e giornalista Susanna Messaggio e l’attrice a luci rosse #Malena. Le due hanno visioni differenti e sono state protagoniste di un’animata discussione. L’obiettivo della puntata era mettere in risalto come ai tempi di Internet è semplice reperire contenuti ‘spinti’.

Il battibecco tra Susanna Messaggio e Malena

L’ultima puntata de ‘La Gabbia’ è stata a dir poco vivace per diverse ragioni: il tema trattato e il siparietto tra Susanna Messaggio e Malena.

Quest’ultima ha detto di essere rimasta impressionata quando si è resa conto che ragazzini e bambini la conoscono non tanto per la sua partecipazione all’Isola dei Famosi quanto per la sua nuova professione. Secondo lei, grazie alla Rete, i bimbi di oggi osservano contenuti ‘spinti’ prima rispetto ai giovani del passato. L’attrice ha affermato che ci sono bimbi di otto anni che sanno perfettamente che tipo di lavoro svolge. Sebbene Malena pensi che non ci sia nulla di male nella sua professione, ritiene che i bimbi non debbano vedere filmati a luci rosse. Susanna Messaggio, davanti alle parole di Malena, si è indignata ed ha affermato una donna vera non fa una scelta simile a quella della collaboratrice di Siffredi. La giornalista ritiene che Malena abbia problemi di affettività perché altrimenti non svolgerebbe una professione del genere.

Video ‘piccanti’ diffusi dopo la mezzanotte

Susanna Messaggio si è chiesta, durante l’ultima puntata de ‘La Gabbia’, che tipo di mestiere è quello di Malena, ex dem che ha lasciato la politica per diventare una star del cinema a luci rosse. Terminato il battibecco tra l’attrice e la conduttrice, l’atmosfera in studio si è scaldata perché Paragone ha mandato in onda dapprima un servizio sui centri massaggi cinesi a Milano, poi alcuni spezzoni di video ‘piccanti’, ovviamente pixelati. Quando ha constatato il surriscaldamento del clima in studio, il conduttore de ‘La Gabbia’ ha cercato di ‘alleggerire’ la situazione affermando di aver forse osato un po’ nel trasmettere programmi ‘spinti’. Tali spezzoni sono stati trasmessi dopo la mezzanotte, quindi in fascia protetta. L’ultima puntata de ‘La Gabbia’, indubbiamente, farà parlare di sé per molto tempo. #tv

fonte: http://it.blastingnews.com/tv-gossip/2017/06/la-gabbia-chiude-paragone-manda-in-onda-video-piccanti-001777231.html

Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …Per la cronaca: Renzi non c’è mai andato…!!

Paragone

 

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Quando Paragone sfidò Renzi: “Vieni in tv e spiegaci perché il tuo Pd ha respinto la proposta M5s di sospendere l’indennità ai parlamentari arrestati. SPIEGACI PERCHÈ GLI ONOREVOLI IN GALERA DEVONO GUADAGNARE 18MILA EURO AL MESE” !! …Per la cronaca: Renzi non c’è mai andato…!!

 

di Gianluigi Paragone (Facebook)

Ora Matteo Renzi spieghi perché il suo Pd (assieme a Forza Italia, Nuovo centrodestra e altri) ha respinto la proposta del Movimento 5 stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari arrestati. Si trattava di una sospensione temporanea. Tra l’altro giustificata dal fatto che se uno non lavora in aula (se è agli arresti…) non è giustificata l’indennità. Non solo.

Bisogna smetterla col fatto che i politici abbiano una busta paga sempre ballerina quando si tratta di rispondere alla domanda: ma quanto guadagni? Perché non basta la remunerazione in senso stretto, ci sono altre voci allegati che compongono l’emolumento totale che vengono sempre sottaciute o balbettate. Basta, no? Nel caso specifico dei parlamentari arrestati già siamo in presenza di un “tradimento politico”, ora si aggiunge la beffa delle indennità corrisposte. Ma corrisposte per fare cosa? Per fare gli interessi della collettività o per fare interessi particolari?

Perché allora questa proposta di buon senso etico – non è una parolaccia, cari politici… – è stata bocciata? Spiegatelo guardando in faccia i vostri elettori. Poteva essere un segnale di rottura rispetto all’idea di casta. Questo non è un pessimo esempio. Un pessimo andazzo.