Hanno vinto loro! – Dopo l’indignazione di qualche anno fa, è caduto il silenzio sui privilegi della casta. Ed alla Camera un idraulico continua a guadagnare 154mila euro…

 

privilegi della casta

 

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Hanno vinto loro! – Dopo l’indignazione di qualche anno fa, è caduto il silenzio sui privilegi della casta. Ed alla Camera un idraulico continua a guadagnare 154mila euro…

 

La casta della Camera? Gli idraulici,stipendi fino a 154mila euro | Montecitorio costa come lʼEuroparlamento di Strasburgo

“Il Giornale” fa le pulci al bilancio della Camera dei Deputati. E tornano alla luce i famosi stipendi dʼoro di tecnici, baristi e barbieri

Le elezioni europee si avvicinano e il M5s affila le armi. E tra i cavalli di battaglia del pentastellati c’è sempre il taglio agli sprechi della politica. Obiettivo? La sede francese dell’Europarlamento. Il palazzo di Strasburgo arriva a costare fino a 200 milioni l’anno. Ma forse, prima di arrivare a Strasburgo, bisognerebbe lavorare su Roma. E’ l’invito che arriva da Il Giornale che pubblica una scheda sugli stipendi d’oro non dei politici ma dei tecnici che “gestiscono” Montecitorio. Un esercito di dirigenti, commessi, tecnici documentaristi, interpreti e tecnici (dall’elettricista al barbiere) che arrivano a pesare fino a 179 milioni di euro l’anno.

Un’altra casta (termine tanto amato ai sovranisti) che sembra intoccabile. L’unico intervento riuscito negli scorsi anni è stato il tetto agli stipendi che però, il 1° gennaio del 2018, è decaduto facendo alzare nuovamente i limiti. E c’è da dire che stiamo parlando di “signori” stipendi anche di figure tecniche. Compensi, arriva a scrivere il quotidiano, “ben al di fuori del mercato”.

Ma andiamo con un po’ di numeri. Il totale dei dipendenti della Camera parla di 1.083 persone assunte a tempo indeterminato. Ed eccoli qui:

Operatore tecnico: sono i centralinisti, i baristi, i commessi e i famigerati barbieri (rimasti in quattro dopo la “sforbiciata” degli anni passati). Per loro lo stipendio massimo può arrivare a 137.368,28 euro

Assistente parlamentare: più volgarmente detto portaborse. Sono in 309 e arrivano a uno stipendio annuo di 137.368,28 euro

Collaboratore tecnico: stiamo parlando di elettricisti, idraulici, falegnami, insomma tutte quelle figure che in un palazzo sono necessari per i piccoli interventi di manutenzione. Qui lo stipendio massimo per i 93 artigiani è fissato a 154.071,42 euro

Segretario parlamentare: sono 276 i deputati che ne hanno almeno uno e per queste figure lo stipendio massimo è poco più alto di quello degli elettricisti, 157.628,73 euro

Documentarista tecnico ragioniere: qui la figura è un po’ più qualificata, sono tecnici (parliamo di 241 persone) che si occupano di molte “scartoffie” e di conseguenza il loro stipendio vola a 240.221,91 euro

Consigliere parlamentare: anche qui, stando alle carte, si tratta di figure molto selezionate. Sono 132 i consiglieri parlamentari a Montecitorio che dovrebbero avere grandi competenze giuridiche ma anche amministrative. Un posto a cui si arriva tramite concorso e che però porta in dote uno stipendio molto interessante, 361.389,92 euro

Tutte queste figure poi, hanno diverse rappresentanze sindacali (undici!) con cui la presidenza si deve interfacciare ogni volta che si parla di ipotetici tagli. Insomma, se dovessimo riportare in auge la metafora della “scatoletta di tonno” con cui veniva descritto il Parlamento al primo ingresso dei 5s, dovremmo dire ai grillini che il loro apriscatole in questo caso sembra un po’ inceppato.

fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/la-casta-della-camera-gli-idraulici-stipendi-fino-a-154mila-euro-montecitorio-costa-come-l-europarlamento-di-strasburgo_3188667-201902a.shtml

#CambiamolaInsieme – I Cinquestelle all’attacco dei privilegi della casta europea: tagliare gli stipendi faraonici dei Commissari e azzerare i fondi a partiti e fondazioni europee. In Europa basta sprechi…!

 

privilegi della casta

 

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#CambiamolaInsieme – I Cinquestelle all’attacco dei privilegi della casta europea: tagliare gli stipendi faraonici dei Commissari e azzerare i fondi a partiti e fondazioni europee. In Europa basta sprechi…!

 

Tagliamo gli stipendi dei Commissari europei: basta privilegi a Bruxelles (2) #CambiamolaInsieme

L’Europa da cambiare al più presto concede assurdi privilegi ai politici, mentre ai cittadini impone sacrifici nel nome dei vincoli di bilancio. In un precedente post abbiamo raccontato gli sprechi da tagliare: la pensione degli europarlamentari e la tripla sede del Parlamento europeo. La nostra inchiesta continua con gli stipendi dei Commissari europei. Guardate questi dati e scoprirete quanto Bruxelles è distante dai cittadini. #CambiamolaInsieme

STIPENDI COMMISSARI EUROPEI 
Gli stipendi dei Commissari europei sono uno schiaffo agli oltre 100 milioni di poveri in tutta l’Unione europea. Il Presidente della Commissione Juncker percepisce il 138% dello stipendio del funzionario con più alto grado della Commissione e cioè 27.436,90 euro al mese. L’alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini 25.845,35, i i vicepresidenti 24.852,26 euro al mese, mentre tutti gli altri Commissari 22.852,26 euro al mese. A queste esorbitanti cifre vanno aggiunte alcune indennità variabili, come l’indennità di residenza , di espatrio e dei figli. I Commissari hanno inoltre a disposizione 1.500 euro al mese per le spese di rappresentanza. In totale nel 2019 i contribuenti spenderanno per mantenere il collegio del Commissari una cifra pari a 12.6 milioni di euro. Rispetto al 2018 la spesa aumenta di quasi 2,5 milioni perché nel 2019 i Commissari (entranti e uscenti) avranno diritto a rimborsi per le spese di viaggio dei membri della Commissione (compresi i familiari), per le indennità di prima sistemazione e di nuova sistemazione, e per le spese di trasloco dovute ai membri della Commissione in occasione della loro entrata in servizio o della loro cessazione dal servizio. (fonte)

LIQUIDAZIONE VECCHI COMMISSARI

Nel 2019 sono stati messi a bilancio anche 682.000 euro previsti per le indennità transitorie, ovvero una sorta di sussidio che i Commissari ricevono alla fine del loro mandato per una durata di due anni.

Azzeriamo i fondi a partiti e fondazioni europee. In Europa basta sprechi (3) #CambiamolaInsieme

I cittadini pagano, i partiti spendono. In Europa c’è un sistema ben oleato di finanziamento pubblico a partiti e fondazioni che in pochi conoscono: tutte le delegazioni, presenti al Parlamento europeo, hanno dei fondi messi a disposizione per costituire dei partiti politici europei e delle fondazioni europee. Basta 1 europarlamentare che si iscriva a un partito con rappresentanti in almeno 1/4 degli Stati membri e il gioco è fatto.

COME SPENDONO I SOLDI?
I partiti e le fondazioni europee devono giustificare le loro spese. Ecco quali sono quelle rimborsabili:
– per riunioni e di rappresentanza
– per pubblicazioni
– spese amministrative
– per il personale e di viaggio
– tutti i costi relativi alle campagne per le elezioni europee

Per il 2019 sono stati previsti 50 milioni per i partiti politici europei e 19.7 milioni per le fondazioni politiche.

I PARTITI ITALIANI E I FONDI EUROPEI DA SPARTIRSI
Avete mai sentito parlare dell’Alleanza per la pace e la libertà? O della Coalizione per la vita e la famiglia? Ecco l’elenco di tutti gli improbabili partiti europei che si spartiscono una torta di 50 milioni l’anno. Il Partito democratico, per esempio, è parte della famiglia del PES che ha raccolto oltre 43 milioni di euro dal 2008 al 2018. La parte del leone la fa il Partito popolare europeo che ha racimolato in 10 anni quasi 54 milioni di euro. Sono ben sei i partiti italiani che fanno parte del PPE: Forza Italia, Udc, Alternativa popolare, Popolari per l’Italia, Svp e il Partito autonomista tirolese. Non rinunciano ai rimborsi anche i Verdi e molti partiti di destra.

Fra i partiti beneficiari di questi fondi c’è anche un fantomatico Partito democratico europeo: ha sede a Bruxelles e ha raccolto oltre 6 milioni di euro negli ultimi 10 anni. Peccato che il link del sito web pubblicato dal Parlamento europeo è fantasma. Sparito! Non si conoscono, dunque, i beneficiari.

Oltre ai fondi ai partiti, una stessa famiglia politica può ottenere fondi attraverso anche delle fondazioni. Ecco il link a tutte quelle che ricevano finanziamenti. Con 5,8 milioni erogati nel 2018, il centro di studi europei Wilfried Martens (collegato al PPE) è quello che ha ricevuto più fondi pubblici.

IL MOVIMENTO 5 STELLE RINUNCIA A QUESTI FONDI
Il Movimento 5 Stelle è diverso da tutti i partiti. La delegazione del MoVimento 5 Stelle ha rinunciato totalmente alla possibilità di usufruire di questi fondi perché non ha aderito a nessun partito europeo o ne ha creato uno nuovo. Rinunciamo a circa 3 milioni di euro. Noi siamo la dimostrazione concreta che si può fare politica senza pesare sulle tasche dei cittadini. In questi anni al Parlamento europeo, i grandi gruppi politici hanno bocciato tutti i nostri emendamenti al bilancio per azzerare questi fondi e restituirli ai cittadini. Dopo le elezioni di maggio, saremo l’ago della bilancia del prossimo Parlamento europeo e la lotta a questi sprechi sarà la nostra priorità. La nostra idea di democrazia è: i cittadini partecipano, le forze politiche scelgono. E cambiano.

 

fonte:

http://www.efdd-m5seuropa.com/2019/01/tagliamo-gli-stipend.html

http://www.efdd-m5seuropa.com/2019/01/azzeriamo-i-fondi-a.html

Fiorella Mannoia ancora contro i privilegi della Casta – Tanto vivete in un universo parallelo da non rendervi conto neanche di quello che dite, avete perso il contatto con la realtà.

Fiorella Mannoia

 

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Fiorella Mannoia ancora contro i privilegi della Casta – Tanto vivete in un universo parallelo da non rendervi conto neanche di quello che dite, avete perso il contatto con la realtà.

 

Fiorella Mannoia contro l’emendamento che aumenta la pensione di reversibilità per i congiunti dei parlamentari – Durissimo posto su Facebook: “Vivono con arroganza in un mondo parallelo in sprezzo ai bisognosi”

Fiorella Mannoia condivide sul suo profilo Facebook l’articolo del Il Fatto Quotidiano relativo all’ennesima porcata della Casta a suo favore e sulla pelle della gente.

Vedi: Vitalizi, dicono addio al privilegio ma si aumentano la reversibilità: “I congiunti di deputati non possono fare le sguattere”

Pronta la lapidaria risposta:

Tanto vivete in un universo parallelo da non rendervi conto neanche di quello che dite, avete perso il contatto con la realtà.
Signora lei è senza rispetto, in un Paese normale per queste parole chiederebbero le dimissioni, ma non si preoccupi, non accadrà.
Magari i congiunti dei comuni mortali potranno venire a fare le “sguattere” i “giardinieri”…. a casa sua.

“…l’autrice dell’emendamento, manco a dirlo, difende l’eccezione come una misura di “equità”. “Ho pensato che era sacrosanto – dice la Gasparini al fattoquotidiano.it – mettere fine a trattamenti insostenibili attraverso il ricalcolo contributivo dell’importo pensionistico ma anche che non fosse giusto che i congiunti di un parlamentare, che magari non hanno altro reddito, finissero a fare la sguattera o il giardiniere. Ecco perché ho pensato a un riconteggio aumentato del 20%.” .
P.S.
Per il parlamentari la reversibilità è estesa anche ai conviventi. Lo sapevate?

 

…c’è bisogno di dire altro?

Grande Fiorella, governo ladro!

by Eles

Lorenzin: chi può pagarsi l’antibiotico lo faccia, “Questione di civiltà” – Avete capito bene, questa parla di “Civiltà”. Ma lei e tutta la sua casta parassita si sono fatti un’assistenza sanitaria da favola che permette loro di curarsi senza spendere un centesimo, facendosi rimborsare anche i kleenex se hanno il raffreddore. E il tutto a spese nostre. E VIENE A PARLARE A NOI DI CIVILTÀ…?!?

 

Lorenzin

 

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Lorenzin: chi può pagarsi l’antibiotico lo faccia, “Questione di civiltà” – Avete capito bene, questa parla di “Civiltà”. Ma lei e tutta la sua casta parassita si sono fatti un’assistenza sanitaria da favola che permette loro di curarsi senza spendere un centesimo, facendosi rimborsare anche i kleenex se hanno il raffreddore. E il tutto a spese nostre. E VIENE A PARLARE A NOI DI CIVILTÀ…?!?

 

‘Le persone che possono pagarsi l’antibiotico, dovrebbero farlo. E’ una questione di civiltà”. L’invito arriva dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenuta stamattina a Rainews24. Un appello ”culturale”, non certo una indicazione formale (che per altro puo’ arrivare solo dalle Regioni). Ma è abbastanza per riaprire il dibattito su un tema sentito e temuto: la paventata necessita’ di aumentare la compartecipazione del cittadino alle spese sanitarie.

“Stiamo facendo di tutto per non far aumentare i ticket. Anzi stiamo dicendo alle Regioni ‘non aumentate i ticket’, perché c’è stato un momento di grande difficoltà nella popolazione”, ha per altro tenuto a precisare il ministro. La dichiarazione provoca reazioni, come quella del Tribunale dei Diritti del Malato: ricorda che i 4 miliardi che le Regioni non hanno ottenuto per il Fondo Sanitario nazionale, corrispondano esattamente alla cifra che lo stato intasca ogni anno per tutti i ticket. Ed intanto continua ad aumentare, anno dopo anno, il volume della spesa che i cittadini fanno di tasca propria, compresi i farmaci. Chi decide di andare lo stesso dal medico o di sottoporsi a esami specialistici piu’ o meno costosi spesso paga ‘di tasca propria’ “il 18% della spesa sanitaria totale”.

Una percentuale molto piu’ alta rispetto al 7% della Francia e al 9% dell’Inghilterra e che si traduce in una spesa pro capite annua di circa 500 euro. E il quadro si complica, ha spiegato Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva alla luce del livello gia’ troppo alto raggiunto dalla ‘giungla’ di ticket regionali che hanno gia’ avviato lo spostamento di una quota di persone nella sanita’ privata. Nessun notizia intanto sul fronte dei tavoli avviati ormai piu’ di un anno fa per riscrivere la riforma del sistema dei ticket. ”Intanto come associazione dei cittadini vorremmo condividere le scelte che verranno fatte” ha precisato Aceti.

Il punto, ha aggiunto, e’ che il margine di manovra e’ sempre piu’ stretto: ”se puo’ essere corretto rivedere lo compartecipazione in modo progressivo sulla base del reddito, e’ necessario in realta’ abbassare i ticket per rendere davvero competitivo il servizio pubblico. In sostanza bisogna salvaguardare il servizio sanitario nazionale ma anche i malati, in particolare i cronici ed chi soffre di malattie rare, per evitare che siano soprattutto loro a pagare”.

fonte: https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2015/11/09/sanita-lorenzin-chi-puo-pagarsi-lantibiotico-lo-faccia_2d7995af-d10b-4583-baa5-b6667e13519f.html

Il nostro vaffanculo già lo abbiamo espresso.

Chi vuole saperne di più del paradiso sanitario in cui sguazza quella che ci invita “per Civiltà” a pagarci l’antibiotico, legga questo nostro vecchio articolo (sconsigliato a chi soffre di fegato):

LA CASTA? Beccatevi quest’altra: Parlamentari, ex parlamentari e anche i loro familiari hanno un’assistenza sanitaria da favola, sempre a SPESE NOSTRE !!