Chiudere tutto? La lega ed i presidenti delle regioni leghiste lo hanno sempre chiesto? Le sporche bugie di Salvini mentre la gente muore… Leggete questo per rendervi conto con chi abbiamo a che fare…

 

Salvini

 

 

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Chiudere tutto? La lega ed i presidenti delle regioni leghiste lo hanno sempre chiesto? Le sporche bugie di Salvini mentre la gente muore… Leggete questo per rendervi conto con chi abbiamo a che fare…

Ormai la pazienza è finita. possibile che con 5000 morti ci sia ancora chi specula sul virus per qualche voto?

Possibile che ci sia gente che lo sta ancora a sentire?

Per qualcuno forse è solo una questione di memoria, e allo ra ve la vogliamo rinfrescare.

Salvini e la lega volevano chiudere tutto?

La verità che dalle prime avvisaglie del coronavirus le uniche battaglie della lega erano contro i barconi di immigrati che portavano in Italia gli “africati appestati” (???) e la quarantena prima del rientro a scuola dei bambini provenienti dalla Cina…

E questo è dire tutto su come Salvini & C. abbiano centrato dal primo momento il problema…

Ad esempio il 21 febbraio Salvini invitava ad ascoltare medici e scienziati (improvvisamente non più “professoroni”, detto con aria di scherno) che a suo dire avvertivano del pericolo imminente dell’arrivo di Covid-19 in Italia sui barconi.

Nota: All’epoca il Governo (primo al mondo) aveva già bloccato i voli da e per la Cina. Pochi giorni dopo sarebbero stati individuati in primi casi di trasmissione locale di coronavirus. Ma non nei centri di accoglienza dei migranti ma in Lombardia.

Il 24 febbraio Salvini su Twitter rincara la dose: «non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali, serve l’ascolto dei virologi e degli scienziati, servono trasparenza, verità e un’informazione corretta, servono controlli ferrei ai confini su chi entra nel nostro Paese». Peccato che i virologi chiedessero altro: isolamento volontario e un invito ai cittadini italiani (non ai migranti) di evitare assembramenti e limitare i contatti sociali…

È durata poco la ferrea fermezza della Lega. Il 27 febbraio Salvini compie il triplo salto mortale. Che era successo? Niente, il Governo stava attuando i primi provvedimenti di blocco, e lui sentiva l’esigenza di aprire nuovamente la bocca (tanto poi quello che ne esce, esce…)… Il tutto in un celeberrimo video

Quando Salvini lo scorso 27 Febbraio , dopo la visita da Mattarella , chiede al popolo di sollevarsi e chiedere al Governo di aprire tutto…

Un concetto ribadito anche il 29 febbraio durante un’intervista mandata in onda da Porta a Porta dove Salvini disse: «il mondo deve sapere che venire in Italia è sicuro, perché siamo un Paese bello, sano e accogliente, altro che “lazzaretto d’Europa”, come qualcuno sta cercando di farci passare».

Nota: ad oggi i positivi al coronavirus in Italia sono oltre 50.000 con 5.000 decessi…

Salvini ha sempre detto di voler chiudere tutto? 29 febbraio, in un altro tweet se la prende con la proposta di rinviare Juventus-Inter a maggio. Che senso ha?? si chiede, «porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli italiani qualche ora di serenità e al mondo un’immagine di tranquillità».

Che volete che sia, solo 40.000 persone tra piemontesi e lombardi assembrate… Una sciocchezza… E questo vorrebbe chiudere tutto?

Ma intanto il 24 febbraio Salvini aveva detto: “Superati i 100 contagi in Italia. Ma per qualche genio al governo fino a pochi giorni fa il problema erano Salvini e la Lega, odiatori e razzisti, che lanciavano allarmi senza motivo… Vergogna”.

Rincoglionimento? Schizzofrenia? Sciacallaggio? A voi l’ardua sentenza…

Oggi Salvini va dicendo che sin dal primo momento Lui e le Regioni a guida leghista lo hanno sempre detto che bisognava chiudere tutto…

Quello che diceva Salvini lo abbiamo visto, e i suoi compari?…

E Zaia? E Fontana?

Rassegna stampa per gli smemorati (e per chi ci sta ancora una volta prendendo per il culo)…

LUCA ZAIA

Luca Zaia lo vogliamo anche ricordare per le sue note posizioni ‘no vax’ che lo avevano portato a fare ricorso alla Consulta contro l’obbligo vaccinale nelle scuole del ministro Lorenzin.

1 febbraio

Coronavirus, Zaia: non è giustificata la chiusura delle scuole

3 febbraio

Coronavirus, Zaia: “Siamo pronti, ma nessun allarmismo”

24 febbraio

La Lega strilla sul coronavirus ma Zaia ha fermato il Carnevale troppo tardi

27 febbraio e la pandemia mediatica

Coronavirus, Zaia: “Penso di riaprire le scuole da lunedì 2 marzo”

Coronavirus, Zaia: «Revocare l’ordinanza, emergenza passata. Da lunedì riapro le scuole in Veneto».

Coronavirus, Zaia al governo: «Revocare l’ordinanza, emergenza passata. Da lunedì riapro le scuole in Veneto»

«Oggi in Veneto – ha aggiunto Zaia – abbiamo un incremento dei contagiati che è minimale, una decina di casi in più, di cui più della metà asintomatici e gli altri non sono gravi». Per Zaia «non c’è quindi questo picco esponenziale che giustifichi» il mantenimento delle misure previste nell’ordinanza in vigore fino all’1 marzo. «Spero che a livello nazionale si decida di revocare quel minimo di ordinanze che è stato fatto» ha proseguito Zaia. «Si tratta – ha concluso – di una pandemia mediatica che vive sui social. E ricordo che in Veneto nessuna attività commerciale è stata bloccata. Il Veneto non è bloccato»

28 febbraio

Coronavirus: Zaia,Veneto sotto controllo

29 febbraio

Coronavirus in Veneto, dal “siamo in guerra” alla “pandemia mediatica”: la marcia indietro di Zaia sotto le pressioni degli imprenditori

Dall’allerta massima per l’emergenza coronavirus alla retromarcia, nel giro di pochi giorni, sotto le pressioni del mondo produttivo del Nord-Est. Anche il presidente leghista del Veneto Luca Zaia si è affrettato a cambiare strategia per evitare l’effetto “boomerang”, preoccupato dalle accuse di decisioni depressive da un punto di vista economico e sociale. E allora ha attaccato quella che ha definito “pandemia mediatica” e “psicosi internazionale”, parlando di un’epidemia amplificata se non addirittura inventata dai mezzi di comunicazione di massa…

Coronavirus, Zaia: “Si tratta di un virus a bassa mortalità”

… del video dell’agenzia Vista, però, nessuna traccia: sparito!

1 marzo

Coronavirus, Zaia: «Chiesta la riapertura di cinema, teatri e chiese. Nei bar serviti solo i clienti seduti»

Coronavirus, Zaia al governo: “Riaprire cinema, teatri e chiese con distanze fra le persone”

8 marzo

Zaia: «Il Veneto non deve essere isolato, ecco i dati che lo dimostrano»

Coronavirus, la ribellione di Zaia: “Sbagliato isolare anche noi: lo dicono gli scienziati

Coronavirus, Zaia: “Decreto del governo è sproporzionato, fuori province venete da zone rosse”

Coronavirus, il Veneto si oppone alla creazione delle tre zone rosse a Venezia, Padova e Treviso. A dirlo a chiare lettere è il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

9 marzo

Coronavirus, Zaia non ci sta e scrive al governo: “Misure sproporzionate per la regione Veneto”

 

ATTILIO FONTANA

29 gennaio

Coronavirus, Fontana: “La Lombardia è pronta, ma niente allarmismi”

31 gennaio

«Niente panico, in Lombardia nessun caso» Coronavirus, Fontana rassicura

24 febbraio

Coronavirus, Fontana: “Misure sono giuste. Massima collaborazione con governo. Credo che in pochi giorni si ridurrà diffusione virus”

25 febbraio

Coronavirus, 240 positivi in Lombardia. Fontana: “Situazione stabile”

Fontana: “Il coronavirus è poco più di una normale influenza”

 

Questo avevamo da dirvi…

E se qualche leghista ora Vi dirà che il Capitano e i Presidenti delle Regioni Leghiste lo avevano sempre detto, siete autorizzati a sputargli in faccia.

 

By Eles

Barbara Palombelli e la sua uscita sui meridionali: “Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”… La puntuale risposta di un meridionale…

 

Barbara Palombelli

 

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Barbara Palombelli e la sua uscita sui meridionali: “Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”… La puntuale risposta di un meridionale…

Riportiamo la risposta a Barbara Palombelli inviataci da L. S., che riportiamo integralmente

Barbara Palombelli durante “Stasera Italia” di Rete4, ieri sera ancora una volta ha aperto la bocca per dare sfogo alla merda di cui ha la testa piena…

Ha detto la Barbara, anzi si è chiesta:

“Come mai il 90 per cento delle morti avviene sempre al Nord, forse sono persone ligie, che vanno tutte a lavorare?”.

Come se, in questi giorni di paura, al Sud l’unico pensiero fosse stato quello di non andare a lavorare.

Come se il dramma fosse solo del nord. Al sud è una festa… E i morti del sud, morti di serie B, niente di importante…

Ma la Palombelli è tanto cretina che probabilmente non si è proprio resa conto di quello che ha detto.

La domanda con risposta incorporata della Palombelli, figlia di ignoranza, stupidità, idiota malvagità, di malcelata invidia non ha bisogno di risposte, ma permettetemi una considerazione…

Diciamocelo: pure in questo momento così difficile vedi in giro tante teste di cazzo che cercano solo di dividere il Paese…

E spesso, anzi sempre sono voci che vengono dal nord…

Ai meridionali ne hanno dette di tutti i colori.

Pensate che i Napoletani sono ancora i “colerosi”… Per un epidemia di 50 anni fa, venuta da fuori, dall’estero, che i napoletani (istituzione, medici e popolo) hanno affrontato con scrupolosità e coscienza portando avanti una battaglia vinta brillantemente nel giro di sole tre settimane, con un numero di vittime contenuto (una quindicina).

Di contro in oltre un mese di emergenza non ho sentito mai parlare un meridionale di “lombardi appestati”.

Non ho sentito definire i settentrionali “untori”, sebbene la loro a dir poco ridicola gestione dell’emergenza ha provocato la fuga di decine di migliaia di persone potenzialmente infette verso il sud.

Non ho sentito nessun abitante di Napoli (dove, e se la Palonbelli non ci crede venga a vedere, le regole vengono rispettate con coscienza) aizzarsi contro l’idiozia di molti milanesi che ancora affollano tram, bus e metropolitane. Gli idioti ci sono ovunque, ma non si fa di tutta l’erba un fascio.

E non ho sentito commenti divisivi contro i settentrionali su presidenti di regione che minacciano di far curare negli ospedali solo i conterranei, su aziende che per lucro vendono presidi medici essenziali all’estero mentre gli ospedali arrancano, su capi politici che non si vergognano di sciacallare neanche dopo 4.000 morti, su una classe dirigente demente che, in piena crisi, ha fatto assembrare 45.000 persone in uno stadio per una partita di calcio…

Non è il momento di dividere il paese. Ma mentre i meridionali non lo fanno…

Mentre scrivo, sento che al bando per la richiesta di 300 medici appena emanato, hanno già risposto in 7.000, buona parte del sud… È il più bel vaffanculo che si potesse dedicare alla Palombelli, per cui non ho altro da dire…

L.S.

 

“È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia”, così Zaia ha presentato gli inutili straccetti che qualcuno con molta fantasia ha chiamato “mascherine” …Ma è proprio idiota o crede che lo sia la gente?

 

Zaia

 

 

 

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“È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia”, così Zaia ha presentato gli inutili straccetti che qualcuno con molta fantasia ha chiamato “mascherine” …Ma è proprio idiota o crede che lo sia la gente?

«È la soluzione alla veneta per un problema cruciale in tutta Italia», così il Presidente del Veneto Luca Zaia ieri ha presentato in conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera le mascherine “contro” il coronavirus SARS-CoV2. Contro è tra virgolette perché le mascherine made in Veneto non sono dispositivi di protezione individuale. A scanso di equivoci è scritto proprio sulla mascherina, dove c’è stato il tempo anche di stampare il logo della Regione Veneto, giusto per ribadire chi ha avuto l’idea.

Cosa sono le “mascherine” di Luca Zaia

A stampare e donare le mascherine è la ditta Grafica Veneta di Trebaseleghe (PD) di proprietà di Fabio Franceschi. L’azienda è una società famosa per essere quella che stampa – tra gli altri – i libri della saga di Harry Potter. Franceschi invece è noto alle cronache per essere stato socio (con il 4%) della Società Editoriale il Fatto Quotidiano, per essersi candidato alle politiche 2018 con Forza Italia (non eletto) e per una spassosa polemica circa il fatto che non riusciva a trovare operai da assumere alimentando la saga

Sulla pagina Facebook di Grafica Veneta non si parla di mascherine ma di “schermi filtranti” realizzati in base all’articolo 16 comma 2 del decreto del 17 marzo che autorizza «l’utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull’immissione in commercio». Zaia su Facebook spiega che la mascherina è realizzata con un “tessuto non tessuto” e che «ha tutte le caratteristiche per fornire un’ottima protezione per circa l’80% della popolazione, ad esclusione dell’uso prettamente sanitario e chirurgico».

Perché non c’è dubbio che le 800 mila mascherine già prodotte (ma si conta di arrivare ad 1,5 milioni di pezzi al giorno entro una decina di giorni) non servono per medici, infermieri, operatori sanitari. Non sono infatti del tipo FFP2 o FFP3. E non sono nemmeno mascherine chirurgiche propriamente dette. Servono, pare di capire, per andare a fare la spesa o per le attività quotidiane che richiedono di uscire di casa. Due milioni di pezzi saranno forniti gratuitamente, per tutti gli altri non è ancora stato fissato un prezzo di vendita.

Ma che differenza c’è tra gli “schermi filtranti” di Zaia, le mascherine che non piacevano a Gallera e le bandane di stoffa?

Impossibile non notare però che quella che Zaia definisce «una mascherina dall’aspetto inedito» è molto simile come concetto e realizzazione (sui materiali non è possibile dirlo perché ad oggi non sono ancora state distribuite) a quelle fatte arrivare in Lombardia dalla Protezione Civile che fecero infuriare l’assessore al Welfare Giulio Gallera che le definì  «un fazzoletto o un foglio di carta igienica che viene unito» paragonandole al noto panno cattura-polvere.

Mascherine, quelle lombarde, destinate al personale sanitario e quindi assolutamente non idonee perché oltre alle necessarie certificazioni – scriveva il Sole 24 Ore –  «mancano gli elastici intorno alla bocca, si attaccano alle orecchie non con dei lacci ma grazie a dei fori, si spostano facilmente, devono essere tenute vicino alla bocca».

Dal punto di vista del design le innovative mascherine alla veneta sono identiche: non hanno elastici o lacci ma si attaccano alle orecchie tramite dei tagli verticali. In questo modo però non aderiscono bene al volto e c’è sempre il rischio che si possano levare accidentalmente. Se si pensa di usarle per far visita alle persone in ospedale (non ai pazienti ricoverati per Covid-19) sono completamente inutili: immaginate che il paziente è steso a letto e voi state in piedi.

Non è chiaro nemmeno che differenza ci sia tra utilizzare questo genere di mascherine e una semplice bandana o un fazzoletto di tessuto ripiegato un paio di volte. Se lo scopo è quello di impedire che le famigerate droplet potenzialmente infette raggiungano la persona che vi sta vicino allora non è necessario ricorrere agli schermi filtranti di Zaia.

Tanto più che non essendo certificate per uso sanitario non sono sicuramente in grado di fare da barriera contro il coronavirus. E ci sarebbero pure delle domande da fare sul confezionamento – visto che viene utilizzata una linea di produzione non sterile e non è chiaro quali precauzioni abbiano adottato gli addetti alla stampa (Padova è pur sempre la provincia del Veneto con il maggior numero di casi positivi di Covid-19) – e sull’utilizzo degli inchiostri su un prodotto che va indossato sulla bocca.  Un vademecum diffuso dall’Associazione Asso.Forma invita ad esempio la cittadinanza ad utilizzare “quelle fatte in casa con tessuti pesanti che assorbano l’esalazione e l’umidità trattenendola e non rilasciandola”. La soluzione fatta in casa ha anche il vantaggio di non essere monouso e di essere lavabile e disinfettabile tutte le volte che si vuole.

Mentre Zaia si faceva pubblicità con le mascherine ai comuni non era stata data alcuna indicazione

La “soluzione cruciale” non sembra poi tale insomma. E allora a cosa servono? Un indizio ce lo dà il fatto che Luca Zaia si è premurato di fare la conferenza stampa e gli annunci sui social prima di aver avviato la distribuzione delle mascherine con il logo della sua regione. Come riporta il Gazzettino di oggi infatti mentre il Presidente faceva il suo annuncio in diretta Web i sindaci della regione sono stati immediatamente assediati dalle domande dei cittadini che volevano le mascherine usa e getta made in Veneto.

 

 

 

fonte: https://www.nextquotidiano.it/mascherine-venete-contro-il-coronavirus-di-luca-zaia-non-sono-quelle-giuste/?fbclid=IwAR04Uf-ANFXa-1x3Q9C370o2s5cALEF9ynsO-dmkeMJ6cljYgLnpQl_NGoA