43 morti solo a Genova e 777 milioni di euro di utili nei primi sei mesi del 2019… Ma Luciano Benetton si lamenta “come famiglia ci riteniamo parte lesa” e chiede la fine degli attacchi alla famiglia… Poverini…!

 

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43 morti solo a Genova e 777 milioni di euro di utili nei primi sei mesi del 2019… Ma Luciano Benetton si lamenta “come famiglia ci riteniamo parte lesa” e chiede la fine degli attacchi alla famiglia… Poverini…!

Autostrade, Luciano Benetton chiede la fine della «campagna di odio» contro la famiglia che è «parte lesa»

LEGGI: Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

 Luciano Benetton con una lettera inviata al direttore di Repubblica Carlo Verdelli, chiarisce una questione a lungo dibattuta: «Nessun componente la famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade». Solo ieri il ministro Luigi Di Maio era tornato all’attacco da un punto stampa di Napoli dicendo che «il Governo e il M5s sono compatti sulla revoca delle concessioni autostradali ai Benetton, ricordo invece tanti episodi in cui la Lega e Salvini, anche il viceministro Rixi, si sono opposti alla revoca». Ma l’imprenditore di Treviso non ne può più: «Trovo inaccettabile, è la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt’ora con veemenza».

Luciano Benetton decide di togliersi non pochi sassolini dalle scarpe con una lettera inviata a Repubblica in cui evidenzia che « la famiglia Benetton è azionista al 30 per cento di Atlantia che a sua volta controlla la società Autostrade». Atlantia  a sua volta «è una azienda quotata in borsa che ha il 70 per cento di azionisti terzi nazionali e internazionali, tra cui sono presenti importanti fondi sovrani e investitori a lungo termine, che nulla hanno a che vedere con la famiglia Benetton». Insomma, l’appello di Benetton è di smetterla di associare la famiglia solo ai disastri di Autostrade. «Le notizie di questi giorni su omessi controlli, su sensori guasti non rinnovati o falsi report, ci colpiscono e sorprendono in modo grave, allo stesso modo in cui colpiscono e sorprendono l’opinione pubblica. Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. – scrive Luciano Benetton – Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa. Di sicuro ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avvallare la definizione di un management che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto che per come era abituato a lavorare, di sicuro ha posto la sicurezza e la reputazione dell’azienda davanti a qualunque altro obiettivo».

Lungi da Benetton giustificare Autostrade chiarisce, «chi ha sbagliato deve pagare», ma ad essere unilateralmente condannata è «la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt’ora con veemenza da parte di esponenti del governo», ad esempio «l’onorevole Di Maio, che addita la famiglia come fosse collusa nell’aver deciso scientemente di risparmiare sugli investimenti in manutenzioni. In pratica come fosse malavitosa». Un comportamento «inaccettabile» continua Luciano Benetton ricordando i risultati ottenuto con Autogrill e l’Aeroporto di Roma. «Siamo azionisti di lungo periodo che si sono sempre posti come obiettivo la crescita del valore delle aziende tenuto conto dell’interesse di tutti, utenti, clienti, lavoratori, investitori e azionisti» conclude Benetton Luciano augurandosi, a nome di tutta la famiglia e società, che «la giustizia faccia il suo corso con rapidità» e che «si possano finalmente dare risposte chiare a tante domande». Dal canto suo, Benetton si appella «alle istituzioni e ai media affinché trovino il giusto linguaggio per trattare questi argomenti, la scelta del capro espiatorio da linciare sulla pubblica piazza è la più semplice ma anche la più rischiosa».

Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

 

 

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Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

Aldilà di tutte le giuste polemiche che nell’ultimo anno e mezzo si sono scatenate sopra di lei, Atlantia Spa, anche quest’anno, ha fatto soldi a palate.

Il sito borsainsider.com ha segnalato che “il fatturato della holding è salito, in versione operativa, a quota 5,6 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 2,9 miliardi di euro ottenuti alla fine del primo semestre 2019. Senza considerare l’avvenuto consolidamento del gruppo Abertis, e quindi a parità di perimetro, i ricavi di Atlantia alla fine del primo semestre sarebbero aumentati del 4 per cento”.

“Il dato sul MOL (margine operativo lordo) è passato da 1,82 miliardi di euro a ben 3,55 miliardi di euro facendo registrare una progressione del 95 per cento. Anche in questo caso, senza l’operazione Abertis, l’Ebitda semestrale di Atlantia sarebbe rimasto praticamente uguale. Per finire, l’utile netto di Atlantia al 30 giugno 2019 è stato pari a 777 milioni di euro in forte rialzo dai 531 milioni contabilizzati nel primo semestre del 2018. In rialzo il livello di indebitamento netto di Atlantia che, a fine giugno, era pari a 38,57 miliardi di euro (815 milioni di euro gli investimenti operativi realizzati nel periodo)”.

“Oltre ad aver approvato la semestrale – si legge ancora nel sito -, il consiglio di amministrazione di Atlantia ha fornito anche delle indicazioni sul possibile andamento dell’interno esercizio. Il management ha reso noto che la gestione operativa del gruppo lascia intendere per l’anno in corso un andamento complessivamente positivo”.

I Benetton, nonostante tutto, continuano a fare affari milionari con le autostrade. Autostrade per l’Italia in 5 anni ha realizzato 4,05 miliardi di utili.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2019/11/27/le-autostrade-cadono-a-pezzi-ma-atlantia-spa-continua-a-fare-soldi-a-palate-utile-di-777-milioni-di-euro-nei-primi-sei-mesi-del-2019/?fbclid=IwAR1J_zfhdMcpzpgcj2kwF9jI7x2gw1OJyqF1MqCzTh48P8wT7A36CiKVQFs

Ai Benetton sfuma il regalo: niente raddoppio di Fiumicino …e niente raddoppio degli utili con l’ennesima speculazione di cemento ai danni del territorio e della gente.

 

Benetton

 

 

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Ai Benetton sfuma il regalo: niente raddoppio di Fiumicino …e niente raddoppio degli utili con l’ennesima speculazione di cemento ai danni del territorio e della gente.

Dopo le autostrade l’altra gallina dalle uova d’oro sono gli aeroporti. In particolare quello di Fiumicino, gestito in concessione sempre dalla famiglia Benetton. Anche qui, come potete vedere, i ricavi sono immensi e questo grazie a scelte politiche del passato.

Ora invece lo Stato è tornato ad alzare la testa.

Come donne e uomini del M5S stiamo vivendo il momento più difficile della nostra storia. Ma quella passione e quell’entusiasmo tipico di chi lotta per il bene collettivo c’è eccome. E fatti come questo di Roma sono l’ennesima conferma.

Ora serve tornare noi stessi e costruire la nostra visione del mondo da qui a venti, trent’anni.

È sufficiente schiarirci la gola con un forte colpo di tosse e toglierci le voci che ci hanno fatto sembrare come gli altri, quando invece eravamo semplicemente il M5S.

Danilo Toninelli

 

“Abbiamo fermato l’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino. Sarebbe stata l’ennesima speculazione di cemento in un territorio già martoriato. Per me questa è una vittoria. L’idea dell’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino era in ballo da molti anni e andava a impattare una parte della riserva del litorale romano nonché avrebbe comportato molti espropri per decine di famiglie, solo per aumentare il sedime aeroportuale,” ha fatto sapere il ministro dell’Ambiente Costa.

“Con il parere negativo della commissione VIA-VAS si mette fine ad un’altalena che va avanti da troppo tempo per Fiumicino. C’è stato un continuo contatto con i cittadini per arrivare a questo punto, un lavoro sinergico che ha portato a questo risultato. #AvantiCosì,” ha concluso Costa.

FATE SCHIFO – Lo sfogo di Marco Travaglio in un editoriale di fuoco contro i Benetton che hanno lucrato vergognosamente sulla pelle della gente e la stampa che ancora più vergognosamente li difende.

 

Travaglio

 

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FATE SCHIFO – Lo sfogo di Marco Travaglio in un editoriale di fuoco contro i Benetton che hanno lucrato vergognosamente sulla pelle della gente e la stampa che ancora più vergognosamente li difende.

 

FATE SCHIFO

DI MARCO TRAVAGLIO

ilfattoquotidiano.it

Noi non lo sapevamo, ma ogni volta che passavamo in auto sul ponte Morandi di Genova fungevamo da cavie di Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia della famiglia Benetton, che “utilizzava l’utenza, a sua insaputa, come strumento per il monitoraggio dell’opera”. Cavie peraltro inutili, inclusi i poveri 43 morti del 14 agosto: “pur a conoscenza di un accentuato degrado” delle strutture portanti, la concessionaria “non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino” né “adottato alcuna misura precauzionale a tutela” degli automobilisti. Lo scrive la Commissione ispettiva del ministero, nella relazione pubblicata dal ministro Danilo Toninelli. Autostrade-Atlantia-Benetton “non si è avvalsa… dei poteri limitativi e/o interdittivi regolatori del traffico sul viadotto” e non ha “eseguito gli interventi necessari per evitare il crollo”. Peggio: “minimizzò e celò” allo Stato “gli elementi conoscitivi” che avrebbero permesso all’organo di vigilanza di dare “compiutezza sostanziale ai suoi compiti”. Non aveva neppure “eseguito la valutazione di sicurezza del viadotto”: gl’ispettori l’hanno chiesta e, “contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23.6.2017 della Società alla struttura di vigilanza”, hanno scoperto che “tale documento non esiste”. Le misure preventive di Autostrade “erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema”, malgrado la concessionaria fosse “in grado di cogliere qualitativamente l’evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento… Tale evoluzione, ormai da anni, restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per la sicurezza strutturale rispetto al crollo”.

Eppure si perseverò nella “irresponsabile minimizzazione dei necessari interventi, perfino di manutenzione ordinaria”. Così il ponte è crollato, non tanto per “la rottura di uno o più stralli”, quanto per “quella di uno dei restanti elementi strutturali (travi di bordo degli impalcati tampone) la cui sopravvivenza era condizionata dall’avanzato stato di corrosione negli elementi strutturali”. E la “mancanza di cura” nella posa dei sostegni dei carroponti potrebbe “aver diminuito la sezione resistente dell’armatura delle travi di bordo e aver contribuito al crollo”. Per 20 anni, i Benetton hanno incassato pedaggi e risparmiato in sicurezza: “Nonostante la vetustà dell’opera e l’accertato stato di degrado, i costi degli interventi strutturali negli ultimi 24 anni, sono trascurabili”. Occhio ai dati: “il 98% dell’importo (24.610.500 euro) è stato speso prima del 1999”, quando le Autostrade furono donate ai Benetton, e dopo “solo il 2%”.

Quando c’era lo Stato, l’investimento medio annuo fu di “1,3 milioni di euro nel 1982-1999”; con i Benetton si passò a “23 mila euro circa”. Il resto della relazione, che documenta anche il dolce far nulla dei concessionari, ben consci della marcescenza e persino della rottura di molti tiranti, lo trovate alle pag. 2 e 3. Ora provate a confrontare queste parole devastanti con ciò che avete letto in questi 40 giorni sulla grande stampa. E cioè, nell’ordine, che: per giudicare l’inadempimento di Autostrade (i Benetton era meglio non nominarli neppure) bisogna attendere le sentenze definitive della magistratura (una decina d’anni, se va bene); revocare subito la concessione sarebbe “giustizialismo”, “populismo”, “moralismo”, “giustizia sommaria”, “punizione cieca”, “voglia di ghigliottina” e di “Piazzale Loreto”, “sciacallaggio”, “speculazione politica”, “ansia vendicativa”, “barbarie umana e giuridica”, “cultura anti-impresa” che dice “no a tutto”, “pericolosa deriva autoritaria”, “ossessione del capro espiatorio”, “esplosione emotiva”, “punizione cieca”, “barbarie”, ”pressappochismo”, “improvvisazione”, “avventurismo”, “collettivismo”, “socialismo reale”, “oscurantismo” (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale); l’eventuale revoca senz’attendere i tempi della giustizia costerebbe allo Stato 20 miliardi di penali; è sempre meglio il privato del pubblico, dunque le privatizzazioni non si toccano; il viadotto non sarebbe crollato se il M5S non avesse bloccato la Gronda (bloccata da chi governava, cioè da sinistra e destra, non dal M5S che non ha mai governato; senza contare che la Gronda avrebbe lasciato in funzione il ponte Morandi); e altre cazzate.

Repubblica: “In attesa che la magistratura faccia luce”, guai e fare di Atlantia “il capro espiatorio di processi sommari e riti di piazza”, “tipici del populismo”. Corriere: revocare la concessione sarebbe “una scorciatoia”, “un errore” e “un indizio di debolezza”. La Stampa: il crollo del ponte è “questione complessa” e nessuno deve gettare la croce addosso ai poveri Benetton (peraltro mai nominati), “sacrificati” come “capro espiatorio contro cui l’indignazione possa sfogarsi”, come nei “paesi barbari”. Parole ridicole anche per chi guardava le immagini del ponte crollato con occhi profani: se lo Stato affida un bene pubblico a un privato e questo lo lascia crollare dopo averci lucrato utili favolosi, l’inadempimento è nei fatti, la revoca è un atto dovuto e il concessore non deve nulla al concessionario. O, anche se gli dovesse qualcosa, sarebbero spiccioli (facilmente ammortizzabili con i pedaggi) rispetto al danno che deriverebbe dalla scelta immorale di lasciare quel bene in mani insanguinate. Ora però c’è pure la terrificante relazione ministeriale, che va oltre le peggiori aspettative. In un Paese serio, o almeno decente, i vertici di Autostrade-Atlantia-Benetton, anziché balbettare scuse o chiedere danni in attesa di farne altri, si dimetterebbero in blocco rinunciando alla concessione, per pudore. E i giornaloni si scuserebbero con i familiari dei 43 morti e uscirebbero su carta rossa. Per la vergogna.

Marco Travaglio

www.ilfattoquotidiano.it

28.09.2018

visto su; https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/posts/2163916743618496

 

Nota CdCla relazione può essere scaricata dal sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti :

http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/ponte-crollo-ponte-morandi-commissione-ispettiva-genova/ponte-morandi-online-la

Dal M5S durissimo attacco ad Autostrade ed ai Benetton: “Hanno superato il limite della vergogna”

M5S

 

 

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Dal M5S durissimo attacco ad Autostrade ed ai Benetton: “Hanno superato il limite della vergogna”

Duro attacco da parte del M5S alla società Autostrade di proprietà della famiglia Benetton.

Sul proprio blog ufficiale i pentastellati scrivono:

“Un ponte crolla e fa 43 vittime. Intere famiglie distrutte, vite spezzate e sogni infranti. Tanti genovesi che non hanno più una casa. Centinaia di imprese in ginocchio. Un dolore enorme che ha unito un’intera nazione nel cordoglio per una tragedia che non doveva capitare”.

E aggiungono: “Oggi (ieri, ndr) il cda di Autostrade per l’Italia, a poche settimane da quel giorno, si è riunito per un aggiornamento sul crollo del Ponte Morandi e ha ‘confermato di aver adempiuto in modo puntuale agli obblighi concessori’”.

I vertici di Autostrade – continuano i 5Stelle – “hanno superato il limite della vergogna”.

E spiegano che “l’articolo 3 della Convenzione con Aspi vincola il Concessionario a provvedere alla gestione tecnica delle infrastrutture, al mantenimento della funzionalità attraverso la manutenzione e la riparazione TEMPESTIVA delle stesse”.

Sulla tragedia di Genova invece – aggiungono – “di tempestivo abbiamo visto soltanto Pd, Forza Italia e gran parte della stampa italiana correre in soccorso dei Benetton per provare a salvare loro la faccia”.

Il M5S ricorda quindi che Atlantia, la società di proprietà dei Benetton che controlla Autostra, “ha fatto introiti miliardari grazie al sostegno politico dei Governi di centrodestra e centrosinistra mentre gli italiani, che pagano pedaggi carissimi, sono costretti ad avere paura ogniqualvolta attraversano un ponte sulla rete autostradale costruita dai nostri padri e dai nostri nonni con i soldi pubblici”.

Poi l’affondo:

“Accordi surreali, desecretati solo grazie a questo Governo dopo 10 anni di silenzio, la manutenzione delle nostre strade ridotta all’osso e questi signori si permettono di affermare che hanno adempiuto ai loro obblighi? Nemmeno davanti a 43 MORTI mostrano un minimo di rispetto”.

“La loro indecenza non sorprende: sono anni che combattiamo questo sistema e rimetteremo le cose a posto. Cambieremo tutto: non lasceremo che le vittime del Ponte Morandi muoiano due volte,” conclude la nota dei 5Stelle.

 

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/09/01/il-m5s-contro-autostrade-e-i-benetton-hanno-superato-il-limite-della-vergogna/