43 morti solo a Genova e 777 milioni di euro di utili nei primi sei mesi del 2019… Ma Luciano Benetton si lamenta “come famiglia ci riteniamo parte lesa” e chiede la fine degli attacchi alla famiglia… Poverini…!

 

Benetton

 

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43 morti solo a Genova e 777 milioni di euro di utili nei primi sei mesi del 2019… Ma Luciano Benetton si lamenta “come famiglia ci riteniamo parte lesa” e chiede la fine degli attacchi alla famiglia… Poverini…!

Autostrade, Luciano Benetton chiede la fine della «campagna di odio» contro la famiglia che è «parte lesa»

LEGGI: Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

 Luciano Benetton con una lettera inviata al direttore di Repubblica Carlo Verdelli, chiarisce una questione a lungo dibattuta: «Nessun componente la famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade». Solo ieri il ministro Luigi Di Maio era tornato all’attacco da un punto stampa di Napoli dicendo che «il Governo e il M5s sono compatti sulla revoca delle concessioni autostradali ai Benetton, ricordo invece tanti episodi in cui la Lega e Salvini, anche il viceministro Rixi, si sono opposti alla revoca». Ma l’imprenditore di Treviso non ne può più: «Trovo inaccettabile, è la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt’ora con veemenza».

Luciano Benetton decide di togliersi non pochi sassolini dalle scarpe con una lettera inviata a Repubblica in cui evidenzia che « la famiglia Benetton è azionista al 30 per cento di Atlantia che a sua volta controlla la società Autostrade». Atlantia  a sua volta «è una azienda quotata in borsa che ha il 70 per cento di azionisti terzi nazionali e internazionali, tra cui sono presenti importanti fondi sovrani e investitori a lungo termine, che nulla hanno a che vedere con la famiglia Benetton». Insomma, l’appello di Benetton è di smetterla di associare la famiglia solo ai disastri di Autostrade. «Le notizie di questi giorni su omessi controlli, su sensori guasti non rinnovati o falsi report, ci colpiscono e sorprendono in modo grave, allo stesso modo in cui colpiscono e sorprendono l’opinione pubblica. Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. – scrive Luciano Benetton – Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa. Di sicuro ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avvallare la definizione di un management che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto che per come era abituato a lavorare, di sicuro ha posto la sicurezza e la reputazione dell’azienda davanti a qualunque altro obiettivo».

Lungi da Benetton giustificare Autostrade chiarisce, «chi ha sbagliato deve pagare», ma ad essere unilateralmente condannata è «la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt’ora con veemenza da parte di esponenti del governo», ad esempio «l’onorevole Di Maio, che addita la famiglia come fosse collusa nell’aver deciso scientemente di risparmiare sugli investimenti in manutenzioni. In pratica come fosse malavitosa». Un comportamento «inaccettabile» continua Luciano Benetton ricordando i risultati ottenuto con Autogrill e l’Aeroporto di Roma. «Siamo azionisti di lungo periodo che si sono sempre posti come obiettivo la crescita del valore delle aziende tenuto conto dell’interesse di tutti, utenti, clienti, lavoratori, investitori e azionisti» conclude Benetton Luciano augurandosi, a nome di tutta la famiglia e società, che «la giustizia faccia il suo corso con rapidità» e che «si possano finalmente dare risposte chiare a tante domande». Dal canto suo, Benetton si appella «alle istituzioni e ai media affinché trovino il giusto linguaggio per trattare questi argomenti, la scelta del capro espiatorio da linciare sulla pubblica piazza è la più semplice ma anche la più rischiosa».

Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

 

 

Benetton

 

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Le autostrade cadono a pezzi, la gente ci crepa, ma i Benetton continuano a fare soldi a palate: utile di 777 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019…!

Aldilà di tutte le giuste polemiche che nell’ultimo anno e mezzo si sono scatenate sopra di lei, Atlantia Spa, anche quest’anno, ha fatto soldi a palate.

Il sito borsainsider.com ha segnalato che “il fatturato della holding è salito, in versione operativa, a quota 5,6 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 2,9 miliardi di euro ottenuti alla fine del primo semestre 2019. Senza considerare l’avvenuto consolidamento del gruppo Abertis, e quindi a parità di perimetro, i ricavi di Atlantia alla fine del primo semestre sarebbero aumentati del 4 per cento”.

“Il dato sul MOL (margine operativo lordo) è passato da 1,82 miliardi di euro a ben 3,55 miliardi di euro facendo registrare una progressione del 95 per cento. Anche in questo caso, senza l’operazione Abertis, l’Ebitda semestrale di Atlantia sarebbe rimasto praticamente uguale. Per finire, l’utile netto di Atlantia al 30 giugno 2019 è stato pari a 777 milioni di euro in forte rialzo dai 531 milioni contabilizzati nel primo semestre del 2018. In rialzo il livello di indebitamento netto di Atlantia che, a fine giugno, era pari a 38,57 miliardi di euro (815 milioni di euro gli investimenti operativi realizzati nel periodo)”.

“Oltre ad aver approvato la semestrale – si legge ancora nel sito -, il consiglio di amministrazione di Atlantia ha fornito anche delle indicazioni sul possibile andamento dell’interno esercizio. Il management ha reso noto che la gestione operativa del gruppo lascia intendere per l’anno in corso un andamento complessivamente positivo”.

I Benetton, nonostante tutto, continuano a fare affari milionari con le autostrade. Autostrade per l’Italia in 5 anni ha realizzato 4,05 miliardi di utili.

 

tratto da: https://www.silenziefalsita.it/2019/11/27/le-autostrade-cadono-a-pezzi-ma-atlantia-spa-continua-a-fare-soldi-a-palate-utile-di-777-milioni-di-euro-nei-primi-sei-mesi-del-2019/?fbclid=IwAR1J_zfhdMcpzpgcj2kwF9jI7x2gw1OJyqF1MqCzTh48P8wT7A36CiKVQFs

Toninelli, scacco matto a PD e Forza Italia che ora devono stare solo zitti – Dopo il crollo di Genova ecco la corsa alle manutenzioni da parte dei gestori privati delle, che però avrebbero voluto far pagare alla Gente aumentando i pedaggi. E ora PD e berlusconiani debbono solo stare zitti!

Toninelli

 

 

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Toninelli, scacco matto a PD e Forza Italia che ora devono stare solo zitti – Dopo il crollo di Genova ecco la corsa alle manutenzioni da parte dei gestori privati delle, che però avrebbero voluto far pagare alla Gente aumentando i pedaggi. E ora PD e berlusconiani debbono solo stare zitti!

 

Con il blocco degli aumenti nelle autostrade il Ministro Toninelli ha dato scacco matto al PD e a Forza Italia

Dopo il crollo del ponte di Genova i privati che gestiscono le autostrade hanno effettuato di corsa le manutenzioni. Che avrebbero voluto far pagare a imprese e famiglie aumentando i pedaggi. Ma il Ministro Toninelli ha bloccato gli aumenti. Facendo risparmiare imprese e comuni cittadini. Una ‘botta’ per PD e berlusconiani che debbono pure stare zitti!

D’accordo, ci sono tante cose che non funzionano nel Governo dei grillini. La prima è l’alleanza con la Lega di Salvini, imposta – questo va detto per onestà intellettuale – dalla brutta legge elettorale voluta, nella passata legislatura, da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Non a caso, non si parla di alleanza politica tra Movimento 5 Stelle e leghisti, ma di inconsueto “contratto di governo”. Ci sono, poi, altre cose che non vanno, come la mancata chiusura dell’ILVA di Taranto e il mancato no alla TAP nel Salento. E l’abbandono dell’agricoltura meridionale. C’è, però, una cosa che va a merito del Governo giallo-verde: il blocco degli aumenti dei pedaggi nelle autostrade. 

Visto dalla Sicilia significa poco, sia perché in alcune autostrade dell’Isola i pedaggi non si pagano (Palermo-Catania e Palermo-Trapani-Mazara del Vallo), sia perché dove si pagano (autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e il tratto aperto della Siracusa-Gela) non si dovrebbero pagare, visto il degrado in cui versano tali autostrade a pagamento.

Però nel resto d’Italia il blocco degli aumenti dei pedaggi è un fatto importantissimo. Nel nostro Paese le merci, nella grande maggioranza dei casi, viaggiano sul trasporto gommato e non via mare o su ferrovia.

Ciò significa che il blocco degli aumenti dei pedaggi farà risparmiare un sacco di soldi alle imprese. 

I mezzi d’informazione di regime (deve per regime s’intende la vecchia politica di centrosinistra e centrodestra), e gli esponenti di PD e Forza Italia in particolare, cercano di denigrare la manovra economica e finanziaria 2019 approvata nei giorni scorsi da Senato e Camera dicendo che è una manovra che aumenterà le tasse.

Dimenticando di precisare che la pressione fiscale aumenterà sì per le banche, per le assicurazioni, per i titolari dei giochi (ai quali, nella passata legislatura, sono stati regalati un sacco di soldi!), mentre diminuirà per molte altre imprese.

Tutte le imprese che trasportano i propri prodotti da Nord a Sud dell’Italia e viceversa, grazie al blocco degli aumenti dei pedaggi nelle autostrade, risparmieranno un sacco di soldi. Mentre i gestori delle autostrade – che grazie alla ‘presunta’ sinistra italiana sono quasi tutte gestite dai privati (privatizzazione che risale al Governo di Massimo D’Alema, fine anni ’90 del secolo passato) – guadagneranno meno!

Con il blocco degli aumenti dei pedaggi nelle autostrade a guadagnarci, oltre alle imprese, saranno pure milioni di comuni cittadini italiani. Perché tutti i cittadini italiani usufruiranno dei mancati aumenti dei citati pedaggi. Ne trarranno beneficio soprattutto i pendolari che viaggiano in auto, che sono tantissimi. 

Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova tutti i gestori hanno dovuto effettuare di corsa le manutenzioni nelle autostrade. I privati che le gestiscono pensavano di fare pagare ai cittadini le manutenzioni effettuate. Ma sono rimasti fregati, perché gli aumenti non ci saranno.

Di fatto, il Governo giallo-verde, con questo provvedimento, ha fatto una cosa che Berlusconi promette dal 1994, ma che non ha mi attuato: la riduzione della pressione fiscale alle imprese; e, contemporaneamente, ha fatto una cosa in favore dei cittadini che, come gli imprenditori, usufruiranno del mancato aumento dei pedaggi: quindi fatto una cosa ‘di sinistra’ che il PD non ha mai fatto.

Anche questo spiega perché gli esponenti del PD e di Forza Italia sono schiumanti di rabbia: perché il Governo giallo-verde sta adottando provvedimenti che avrebbero dovuto adottare loro!   

Con molta probabilità, il blocco degli aumenti dei pedaggi nelle autostrade spiega il perché, da qualche tempo a questa parte, la vecchia politica e le sue fanfare dell’informazione hanno cercato, in tutti i modi, di appannare l’immagine del Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. C’è chi ha anche scritto che dovrebbe essere sostituito.

E’ evidente che sapevano che l’attuale Ministro Toninelli stava lavorando per bloccare l’aumento dei pedaggi nelle autostrade e, a propria volta, avrebbero voluto bloccarlo. Ma gli è andata male.

Per concludere, provate a ricordare quali mezzi d’informazione, all’indomani del crollo del ponte Morandi di Genova, si precipitarono ad informarci che i privati che gestivano lo stesso Ponte di Genova non potevano essere messi da parte perché lo Stato avrebbe pagato chissà quali penali.

Ebbene, se rifletterete su tutte queste cose avrete il quadro della situazione chiaro. E, con molta probabilità, vi sarete fatti un’idea, altrettanto chiara, del perché, in Italia, la cosiddetta ‘sinistra’, invece di difendere i cittadini meno abbienti difende gli im(prenditori) e, alla fine, fa solo ridere!

tratto da: http://www.inuovivespri.it/2019/01/01/con-il-blocco-degli-aumenti-nelle-autostrade-il-ministro-toninelli-ha-dato-scacco-matto-al-pd-e-a-forza-italia/?fbclid=IwAR0y-Wmgj4okhDOPKnSlRkQSR7hc2LuPydUkXUq316NZij9noJnLEDtYS5U#_

FATE SCHIFO – Lo sfogo di Marco Travaglio in un editoriale di fuoco contro i Benetton che hanno lucrato vergognosamente sulla pelle della gente e la stampa che ancora più vergognosamente li difende.

 

Travaglio

 

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FATE SCHIFO – Lo sfogo di Marco Travaglio in un editoriale di fuoco contro i Benetton che hanno lucrato vergognosamente sulla pelle della gente e la stampa che ancora più vergognosamente li difende.

 

FATE SCHIFO

DI MARCO TRAVAGLIO

ilfattoquotidiano.it

Noi non lo sapevamo, ma ogni volta che passavamo in auto sul ponte Morandi di Genova fungevamo da cavie di Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia della famiglia Benetton, che “utilizzava l’utenza, a sua insaputa, come strumento per il monitoraggio dell’opera”. Cavie peraltro inutili, inclusi i poveri 43 morti del 14 agosto: “pur a conoscenza di un accentuato degrado” delle strutture portanti, la concessionaria “non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino” né “adottato alcuna misura precauzionale a tutela” degli automobilisti. Lo scrive la Commissione ispettiva del ministero, nella relazione pubblicata dal ministro Danilo Toninelli. Autostrade-Atlantia-Benetton “non si è avvalsa… dei poteri limitativi e/o interdittivi regolatori del traffico sul viadotto” e non ha “eseguito gli interventi necessari per evitare il crollo”. Peggio: “minimizzò e celò” allo Stato “gli elementi conoscitivi” che avrebbero permesso all’organo di vigilanza di dare “compiutezza sostanziale ai suoi compiti”. Non aveva neppure “eseguito la valutazione di sicurezza del viadotto”: gl’ispettori l’hanno chiesta e, “contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23.6.2017 della Società alla struttura di vigilanza”, hanno scoperto che “tale documento non esiste”. Le misure preventive di Autostrade “erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema”, malgrado la concessionaria fosse “in grado di cogliere qualitativamente l’evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento… Tale evoluzione, ormai da anni, restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per la sicurezza strutturale rispetto al crollo”.

Eppure si perseverò nella “irresponsabile minimizzazione dei necessari interventi, perfino di manutenzione ordinaria”. Così il ponte è crollato, non tanto per “la rottura di uno o più stralli”, quanto per “quella di uno dei restanti elementi strutturali (travi di bordo degli impalcati tampone) la cui sopravvivenza era condizionata dall’avanzato stato di corrosione negli elementi strutturali”. E la “mancanza di cura” nella posa dei sostegni dei carroponti potrebbe “aver diminuito la sezione resistente dell’armatura delle travi di bordo e aver contribuito al crollo”. Per 20 anni, i Benetton hanno incassato pedaggi e risparmiato in sicurezza: “Nonostante la vetustà dell’opera e l’accertato stato di degrado, i costi degli interventi strutturali negli ultimi 24 anni, sono trascurabili”. Occhio ai dati: “il 98% dell’importo (24.610.500 euro) è stato speso prima del 1999”, quando le Autostrade furono donate ai Benetton, e dopo “solo il 2%”.

Quando c’era lo Stato, l’investimento medio annuo fu di “1,3 milioni di euro nel 1982-1999”; con i Benetton si passò a “23 mila euro circa”. Il resto della relazione, che documenta anche il dolce far nulla dei concessionari, ben consci della marcescenza e persino della rottura di molti tiranti, lo trovate alle pag. 2 e 3. Ora provate a confrontare queste parole devastanti con ciò che avete letto in questi 40 giorni sulla grande stampa. E cioè, nell’ordine, che: per giudicare l’inadempimento di Autostrade (i Benetton era meglio non nominarli neppure) bisogna attendere le sentenze definitive della magistratura (una decina d’anni, se va bene); revocare subito la concessione sarebbe “giustizialismo”, “populismo”, “moralismo”, “giustizia sommaria”, “punizione cieca”, “voglia di ghigliottina” e di “Piazzale Loreto”, “sciacallaggio”, “speculazione politica”, “ansia vendicativa”, “barbarie umana e giuridica”, “cultura anti-impresa” che dice “no a tutto”, “pericolosa deriva autoritaria”, “ossessione del capro espiatorio”, “esplosione emotiva”, “punizione cieca”, “barbarie”, ”pressappochismo”, “improvvisazione”, “avventurismo”, “collettivismo”, “socialismo reale”, “oscurantismo” (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale); l’eventuale revoca senz’attendere i tempi della giustizia costerebbe allo Stato 20 miliardi di penali; è sempre meglio il privato del pubblico, dunque le privatizzazioni non si toccano; il viadotto non sarebbe crollato se il M5S non avesse bloccato la Gronda (bloccata da chi governava, cioè da sinistra e destra, non dal M5S che non ha mai governato; senza contare che la Gronda avrebbe lasciato in funzione il ponte Morandi); e altre cazzate.

Repubblica: “In attesa che la magistratura faccia luce”, guai e fare di Atlantia “il capro espiatorio di processi sommari e riti di piazza”, “tipici del populismo”. Corriere: revocare la concessione sarebbe “una scorciatoia”, “un errore” e “un indizio di debolezza”. La Stampa: il crollo del ponte è “questione complessa” e nessuno deve gettare la croce addosso ai poveri Benetton (peraltro mai nominati), “sacrificati” come “capro espiatorio contro cui l’indignazione possa sfogarsi”, come nei “paesi barbari”. Parole ridicole anche per chi guardava le immagini del ponte crollato con occhi profani: se lo Stato affida un bene pubblico a un privato e questo lo lascia crollare dopo averci lucrato utili favolosi, l’inadempimento è nei fatti, la revoca è un atto dovuto e il concessore non deve nulla al concessionario. O, anche se gli dovesse qualcosa, sarebbero spiccioli (facilmente ammortizzabili con i pedaggi) rispetto al danno che deriverebbe dalla scelta immorale di lasciare quel bene in mani insanguinate. Ora però c’è pure la terrificante relazione ministeriale, che va oltre le peggiori aspettative. In un Paese serio, o almeno decente, i vertici di Autostrade-Atlantia-Benetton, anziché balbettare scuse o chiedere danni in attesa di farne altri, si dimetterebbero in blocco rinunciando alla concessione, per pudore. E i giornaloni si scuserebbero con i familiari dei 43 morti e uscirebbero su carta rossa. Per la vergogna.

Marco Travaglio

www.ilfattoquotidiano.it

28.09.2018

visto su; https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/posts/2163916743618496

 

Nota CdCla relazione può essere scaricata dal sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti :

http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/ponte-crollo-ponte-morandi-commissione-ispettiva-genova/ponte-morandi-online-la

L’accusa di Di Battista: “I giornali hanno mangiato con Autostrade ed ora provano a delegittimare il Governo”

 

Di Battista

 

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L’accusa di Di Battista: “I giornali hanno mangiato con Autostrade ed ora provano a delegittimare il Governo”

 

Di Battista a Otto e Mezzo: ‘I giornali hanno mangiato con Autostrade e provano a delegittimare il governo’

Collegato con lo studio di “Otto e Mezzo” dal Guatemale, Alessandro Di Battista ha affrontato la questione del concorso universitario per il quale aveva fatto domanda Giuseppe Conte nel febbraio scorso, prima delle elezioni, quando ancora non sapeva che sarebbe diventato premier.

“Mi sembra risibile – ha commentato l’ex deputato 5Stelle – che tutti i giornaloni diano tutto questo spazio a questa vicenda”.

“Per me – ha aggiunto – non deve fare il concorso adesso, deve fare il presidente del Consiglio, ma così sarà. C’è un tentativo incredibile, per me… legato alla nazionalizzazione di Autostrade, perché con Autostrade, con le pubblicità ci hanno mangiato anche un sacco di giornali, per cui è evidente che provano a legittimare questo governo, per me su str**zate”.

Alla domanda se il governo durerà cinque anni, Di Battista ha risposto:

“Non so, mi auguro che faccia cose buone. E, onestamente, nei primi cento giorni si è fatto tanto. E per me, ahimè, con il Partito Democratico non si sarebbe cancellato il vitalizio alla Camera, non sarebbe stato approvato il Decreto Dignità, in particolare proibire le pubblicità sul gioco d’azzardo (e mi sembra qualcosa di particolarmente importante perché il gioco d’azzardo uccide la vita sociale, economica e fisica di tanti italiani), non si sarebbe intervenuti sull’aereo di Stato di Renzi e non si sarebbe parlato della nazionalizzazione di Autostrade”.

La Gruber ha fatto notare a Di Battista che dopo cento giorni non è stata ancora fatta la legge sul reddito di cittadinanza e che sul taglio dei vitalizi pendono ricorsi. L’esponente pentastellato ha ribattuto:

“Per me il fatto che ci siano 700 ex deputati che facciano ricorso per riottenere il vitalizio è già un segnale di cambiamento, non erano mai stati colpiti gli ex deputati, sempre i cittadini nei governi precedenti”.

Quanto al reddito di cittadinanza, Di Battista ha detto: “Per me è fondamentale, io sono stato in Silicon Valley a fare delle inchieste: la piena occupazione con l’automatismo non ci sarà mai, per cui o garantiamo un reddito o ci saranno delle guerre sociali da qui ai prossimi cinquant’anni. Vedremo nelle prossime settimane”.

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/09/11/di-battista-a-otto-e-mezzo-i-giornali-hanno-mangiato-con-autostrade-e-provano-a-delegittimare-il-governo/

Dal M5S durissimo attacco ad Autostrade ed ai Benetton: “Hanno superato il limite della vergogna”

M5S

 

 

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Dal M5S durissimo attacco ad Autostrade ed ai Benetton: “Hanno superato il limite della vergogna”

Duro attacco da parte del M5S alla società Autostrade di proprietà della famiglia Benetton.

Sul proprio blog ufficiale i pentastellati scrivono:

“Un ponte crolla e fa 43 vittime. Intere famiglie distrutte, vite spezzate e sogni infranti. Tanti genovesi che non hanno più una casa. Centinaia di imprese in ginocchio. Un dolore enorme che ha unito un’intera nazione nel cordoglio per una tragedia che non doveva capitare”.

E aggiungono: “Oggi (ieri, ndr) il cda di Autostrade per l’Italia, a poche settimane da quel giorno, si è riunito per un aggiornamento sul crollo del Ponte Morandi e ha ‘confermato di aver adempiuto in modo puntuale agli obblighi concessori’”.

I vertici di Autostrade – continuano i 5Stelle – “hanno superato il limite della vergogna”.

E spiegano che “l’articolo 3 della Convenzione con Aspi vincola il Concessionario a provvedere alla gestione tecnica delle infrastrutture, al mantenimento della funzionalità attraverso la manutenzione e la riparazione TEMPESTIVA delle stesse”.

Sulla tragedia di Genova invece – aggiungono – “di tempestivo abbiamo visto soltanto Pd, Forza Italia e gran parte della stampa italiana correre in soccorso dei Benetton per provare a salvare loro la faccia”.

Il M5S ricorda quindi che Atlantia, la società di proprietà dei Benetton che controlla Autostra, “ha fatto introiti miliardari grazie al sostegno politico dei Governi di centrodestra e centrosinistra mentre gli italiani, che pagano pedaggi carissimi, sono costretti ad avere paura ogniqualvolta attraversano un ponte sulla rete autostradale costruita dai nostri padri e dai nostri nonni con i soldi pubblici”.

Poi l’affondo:

“Accordi surreali, desecretati solo grazie a questo Governo dopo 10 anni di silenzio, la manutenzione delle nostre strade ridotta all’osso e questi signori si permettono di affermare che hanno adempiuto ai loro obblighi? Nemmeno davanti a 43 MORTI mostrano un minimo di rispetto”.

“La loro indecenza non sorprende: sono anni che combattiamo questo sistema e rimetteremo le cose a posto. Cambieremo tutto: non lasceremo che le vittime del Ponte Morandi muoiano due volte,” conclude la nota dei 5Stelle.

 

fonte: https://www.silenziefalsita.it/2018/09/01/il-m5s-contro-autostrade-e-i-benetton-hanno-superato-il-limite-della-vergogna/

Autostrade: ma perché regalare ai privati tutti quei miliardi?

 

Autostrade

 

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Autostrade: ma perché regalare ai privati tutti quei miliardi?

 

Autostrade: ma perché cedere ai privati tutti quei miliardi?

Lo Stato italiano incassa il 2,4 per cento netto dei pedaggi autostradali, che peraltro sono in costante aumento e da tempo i più cari d’Europa. Come vengono utilizzati quei soldi di automobilisti e autotrasportatori? La maggior parte dei ricavi al casello, come è noto, vanno a finanziare i guadagni delle società concessionarie (per la maggior parte gruppi privati). Non è un caso che i due principali concessionari (i Benetton e i Gavio) figurino regolarmente tra i Paperoni della Borsa e che stiano facendo, proprio in questi mesi, shopping di società all’estero. Semplificando, potremmo dire che i pedaggi (che ormai sono diventata una vera e proprio tassa occulta e salatissima a carico degli automobilisti) finiscono per finanziare l’espansione dei gruppi privati, le loro acquisizioni, oltre che l’arricchimento personale dei principali azionisti attraverso la distribuzione dei dividendi. Chi deve stabilire se un concessionario come Autostrade per l’Italia, che fa acquisizioni all’estero e distribuisce dividendi molto elevati, gestisce in maniera corretta i soldi dei pedaggi e investe abbastanza per la manutenzione? Spetta al ministero delle infrastrutture e dei trasporti. E’ quest’ultimo, infatti, che gestisce le concessioni dello Stato.

Ed è inspiegabile l’ostinazione con cui negli ultimi anni, sotto la gestione dei precedenti governi, il ministero delle infrastrutture abbia autorizzato aumenti delle tariffe a volte davvero esorbitanti, a tutto vantaggio dei privati, e insieme il prolungamento delle concessioni, anche a fronte di investimenti – da parte dei concessionari – inferiori a quelli previsti dal piano economico e finanziario. Perché permettere di aumentare le tariffe e insieme prolungare la durata della concessione, se il concessionario non fa tutto quello che deve? In alcuni casi (si veda per esempio quello che è successo sulla Livorno-Civitavecchia) il ministero ha sfidato l’Europa, incappando in un deferimento alla Corte di giustizia per violazione del diritto Ue, pur di prolungare, ostinatamente, la concessione al gruppo dei Benetton… Come si è arrivati ad affidare la gestione di questo monopolio a privati come le imprese dei Benetton? Che risultati ha prodotto questa scelta compiuta negli anni Novanta? E’ stato nel 1999, all’epoca delle privatizzazioni, volute dal governo Prodi.

Secondo alcuni esperti, per altro, la privatizzazione delle autostrade (la “gallina delle uova d’oro”) fu fatta quando non erano più necessarie dismissioni frettolose per tappare le falle dei conti pubblici, e a condizioni a tutti gli effetti assurde per lo Stato. A guidare le operazioni, come presidente dell’Iri, c’era il professor Gian Maria Gros-Pietro, il quale poi, subito dopo la privatizzazione, è stato assoldato dai Benetton come presidente della loro società di gestione delle Autostrade. Il risultato complessivo di questa operazione è che lo Stato ha ceduto un proprio asset importante senza riuscire a strappare condizioni particolarmente vantaggiose per sé (si poteva imporre un prezzo più alto? O almeno canone più oneroso?) e nemmeno per gli utenti-automobilisti (si potevano imporre condizioni più stringenti per i concessionari? O almeno aumenti limitati?). Di fatto si è permesso che una ricchezza pubblica transitasse nelle tasche di alcuni privati.

Che giudizio dare di un sistema in cui i concessionari si arricchiscono con i soldi dei cittadini, gestendo un servizio regolato da un contratto secretato e finanziando giornali e politica che dovrebbero controllarne e regolarne l’operato? Dico non da ora che è un sistema folle, che va completamente scardinato. Spiace che ci siano volute decine e decine di vittime perché il paese si accorgesse di questa assurda anomalia. Ma se vogliamo dare un senso alla tragedia, occorre che il sistema delle concessioni sia profondamente rivisto e modificato, in primo luogo per quanto riguarda i concessionari privati (Benetton, Gavio, Toto) ma anche per i concessionari pubblici (si veda il caso Autobrennero). Ovviamente, mentre si procede alla revisione totale del sistema, sarebbe importante fin da subito procedere con il blocco degli aumenti tariffari (che meraviglia se il prossimo Capodanno fosse il primo della storia “No Aumento Pedaggio”) e dei prolungamenti delle concessioni.

(“Autostrade: così una ricchezza pubblica è finita nelle tasche di alcuni privati”, intervista di Mario Giordano sul “Blog delle Stelle” del 19 agosto 2018. Già direttore del Tg4, Giordano attualmente dirige lo sviluppo dell’informazione sui Mediaset).

 

 

fonte: http://www.libreidee.org/2018/08/autostrade-ma-perche-cedere-ai-privati-tutti-quei-miliardi/